La via del maestro dell’umanità – Settima epoca (42-49/sé spirituale)

Rudolf Steiner e la Fondazione dei Nuovi Misteri


 

Al confine tra i due secoli e durante una profonda crisi dell’evoluzione della Terra,

Rudolf Steiner si presentò in pubblico come Maestro dell’umanità,

dando inizio alla realizzazione del suo compito più importante,

quello di dare alla Terra la rivelazione spirituale che doveva venire,

con la fine del «periodo oscuro» del Kali Yuga, nell’anno 1899,

e che sola poteva dare all’evoluzione umana forze fresche per un suo nuovo elevarsi allo spirito.

 

«Presentivo allora che il volgere del secolo dovesse apportare all’umanità una nuova luce spirituale.»1

Con queste parole Rudolf Steiner inizia la descrizione della sua successiva epoca di vita.

 

Sotto il segno di Marte, dalla sfera della Parola vivente, Rudolf Steiner doveva portare nello sviluppo terreno la nuova saggezza spirituale nel periodo in cui inizia per lui l’epoca del sè spirituale (dai 42 ai 49 anni di età), le cui forze, a partire da quel momento, lo avvolgono come raggi di un sole spirituale, colmando di forza di fuoco le sue parole, nelle quali escono al cospetto del mondo i frutti maturati in lui dall’iniziazione rosicruciana.

Questo periodo (fino al 1910) viene frequentemente considerato come la prima fase di sviluppo dell’antroposofia (1-a): comincia nell’anno 1902, quando Rudolf Steiner entrò nella Società Teosofica, perchè, come egli stesso disse più tardi, a quel tempo solo in essa si poteva trovare un uditorio in qualche modo preparato, davanti al quale si potesse parlare apertamente di temi occulti.2

Ma questa adesione alla Società Teosofica aveva anche un significato più profondo.

«La Società Teosofica venne fondata a New York nel 1875 da H.R Blavatsky e H.S. Olcott; questa prima fondazione aveva un carattere spiccatamente occidentale.»3

 

Tuttavia, quasi subito dopo la sua fondazione passò sotto l’influsso di certe confraternite tibetane orientali e prese in conseguenza, lentamente, un orientamento decisamente orientale. In contrasto ad esso Rudolf Steiner impersonava fin dall’inizio un nuovo occultismo. Dal momento in cui accolse l’invito a guidare la Sezione tedesca della Società Teosofica, egli conferì a questo occultismo di colorazione orientale la possibilità di accogliere elementi nuovi, pur tutelando la sua continuità nel tempo presente. Ciò è straordinariamente significativo per lo sviluppo della vita spirituale dell’umanità.

«Alla sua culla [della Società Teosofica] avevano accudito dei veri iniziatori, perciò, anche se gli eventi successivi ne hanno dimostrato una certa imperfezione, essa è temporaneamente uno strumento per la vita spirituale del nostro tempo.»4

 

Così Rudolf Steiner sperava che le forze della nuova rivelazione, che per suo mezzo fluivano nella Società Teosofica, la potessero gradualmente trasformare e porla di nuovo al servizio degli interessi universali generalmente umani, dai quali già al tempo di H.R Blavatsky si era scostata, quando assunse una colorazione spiccatamente non cristica.

«Quando accettai l’invito della Società Teosofica, essa era l’unica istituzione degna d’esser presa sul serio e nella quale esistesse vera vita spirituale. E se l’atteggiamento interiore, il contegno e l’attività di essa fossero rimasti quali erano allora, nè per me nè per i miei amici si sarebbe reso necessario uscirne. Tutt’al più si sarebbe potuto costituire ufficialmente, in seno alla Società Teosofica, una sezione speciale: “Società Antroposofica”.»5,6

 

Ma l’essenziale era, come già detto, che Rudolf Steiner fin dal principio entrò nella Società Teosofica come iniziato di un genere completamente nuovo, come rappresentante dell’occultismo moderno occidentale cristiano-rosicruciano, ma anzitutto come annunciatore della sapienza esoterica cristiana.

«Rotto il ghiaccio [mediante la pubblicazione dell’occultismo orientale nelle opere di H.P. Blavatsky] venne il tempo in cui, partendo dalle fonti dell’occultismo occidentale… si potè cominciare a parlarne…»7, la cui particolarità era la sua effettuazione nell’elemento generalmente umano, per cui Rudolf Steiner fondò fin dall’inizio il suo lavoro sulla base di conoscenze spirituali obiettive, i cui contenuti si volgevano in uguale misura verso gli uomini occidentali come verso gli orientali. Con ciò egli realizzò il principio dell’esoterismo cristiano-rosicruciano, il quale, come moderno portatore dell’impulso-Cristo, parla sempre a tutti gli uomini, così come il Sole dona la sua luce a tutte le regioni della Terra.

«Così urgeva in me… il fatto evidente che in Europa centrale avevamo la vocazione di svincolare la teosofia da ogni speciale interesse, cosicché essa stesse davanti a noi in Europa centrale, proprio come una dea, come un elemento divino del tutto svincolato da ogni elemento umano, che ha altrettanto a che fare con l’uomo che vive qua come con quello che vive là, e che come tale dovrà sempre permanere.»8

 

Nella Sezione tedesca della Società Teosofica, appena fondata, Rudolf Steiner tiene subito numerose conferenze e cicli di conferenze, nelle quali rivela agli attoniti uditori tutta la grandezza e profondità dell’esoterismo cristiano e rosicruciano, il quale involge anche le più significative verità della sapienza orientale, che sono però illuminate e condotte a nuova vita dall’impulso centrale dell’evoluzione terrena, dall’impulso-Cristo. Fin dal primo principio infatti il Cristo vi sta al centro:

«Così per la concezione antroposofica del mondo l’entità del Cristo appare come il punto centrale, nell’intero quadro d’assieme della reincarnazione, della natura dell’uomo, dell’osservazione del cosmo e così via. Chi considera la concezione antroposofica nel senso giusto, deve dirsi: “Io posso considerare tutto questo, ma lo posso comprendere soltanto se mi rappresento l’intero quadro come convergente verso il punto centrale: il Cristo. Ho visto dipinto in maniere diverse l’insegnamento della reincarnazione, delle razze umane, dell’evoluzione dei pianeti e così via, ma qui, in un solo punto, ho davanti a me la natura del Cristo, e in tal modo viene effusa la luce su tutto il resto. É un quadro che ha una figura principale, e tutto il resto si riferisce ad essa; io capisco il significato e l’apparire delle altre figure soltanto se comprendo la figura principale”.»9

 

E sul rapporto fra sapienza occidentale ed orientale, Rudolf Steiner dice:

▸ «Non esiste sapienza orientale che non sia fluita nell’occultismo dell’occidente, e nella dottrina e nell’indagine rosicruciana si trova assolutamente tutto quanto dai grandi saggi dell’oriente è mai stato conservato. Nulla, proprio nulla di ciò che si può apprendere dalla sapienza orientale manca nella sapienza dell’occidente. L’unica differenza è che la sapienza occidentale raccoglie l’intera dottrina, saggezza e indagine orientale e, senza perderne una sillaba, la illumina con la luce che s’è accesa nell’umanità grazie all’impulso del Cristo.»10

 

Poco dopo aver assunto la sua attività entro la Società Teosofica,

egli scrive i suoi grandi libri fondamentali di scienza dello spirito:

in Teosofia (nel 1904) egli presenta l’articolazione occulta dell’uomo e il suo destino dopo la morte, e propone, per la prima volta nel mondo occidentale, una motivazione per la dottrina della reincarnazione come parte dell’esoterismo cristiano.

Nel libro seguente: “L’iniziazione, come si consegue la conoscenza dei mondi superiori? (1904-1908) egli presenta la nuova via occidentale moderna di iniziazione;

e infine egli riassume l’immensa ricchezza del sapere spirituale, contenuta in libri, articoli e conferenze di quell’epoca, in un compendio che si può chiamare l’enciclopedia del nuovo Occultismo cristiano, nella Scienza occulta nelle sue linee generali (1909).

 

Tutto venne espresso in forma di pensiero rigorosamente scientifico, cosicché possa comprenderlo ogni uomo che voglia ascoltare con apertura d’anima la voce della sapienza universale, che parla da ogni sua parola, da ogni più piccola frase scritta da lui in quel tempo. In quell’epoca viene posta la pietra fondamentale per la vera scienza dello spirito.

Tuttavia il nuovo impulso spirituale che operava attraverso Rudolf Steiner, la ricchezza, l’insolita obiettività e il rigore delle sue indagini spirituali non piacevano affatto ai dirigenti di allora della Società Teosofica, poiché, dal 1906 in poi, questa era divenuta uno strumento di quelle confraternite occulte orientali tibetane, sulle cui intenzioni Rudolf Steiner si esprime chiaramente nella terza parte delle Note di Barr (0.0.262) e in varie conferenze del 1915 (0.0.254).

 

Per coloro che perseguivano tali interessi particolari, Rudolf Steiner, con il suo modo di sostenere, senza compromessi, una verità riguardante in ugual misura tutti gli uomini, divenne poco a poco un ostacolo insuperabile. Ciò condusse alla fine alla espulsione di Rudolf Steiner dalla Società Teosofica 11. Questo dimostra la profonda tragedia della Società Teosofica, la quale, nella sua incapacità di accogliere la nuova rivelazione spirituale, deviò dalle proprie future vie, e perciò cadde più tardi in balia di potenze diverse da quelle che un tempo le avevano dato origine. Con l’espulsione di Rudolf Steiner la Società Teosofica si dimostrò di essere portatrice di un vecchio occultismo tradizionale, il quale si privava dell’ultima possibilità di collegarsi con le forze che guidano rettamente l’evoluzione dell’umanità. In questo fatto si può scorgere una vera tragedia della vita spirituale dell’umanità, che ebbe un ampio influsso sull’ulteriore destino dell’Europa.12

 

Sono così confutate le critiche mosse a Rudolf Steiner, il quale, secondo esse, non avrebbe dovuto legare il destino del movimento da lui fondato con quello di una associazione così «equivoca» come più tardi apparve a molti la Società “teosofica. Egli stesso ebbe a dire che quel fatto apparteneva al suo karma: egli doveva dare una ultima possibilità di raggiungere la luce, all’occultismo tradizionale, che era già afferrato dalle forze che si opponevano ad uno sviluppo giusto.

 

Accanto alla sua attività, difficilmente quantificabile, spesa nell’introdurre e nel fondare la nuova scienza dello spirito, egli dedicò fin da principio molta attenzione al puro lavoro esoterico. In molte città tedesche e dei paesi circonvicini sorsero nuove cerchie di persone che si occupavano di problemi della nuova cultura spirituale e che vollero intraprendere la via del discepolato spirituale. In questi gruppi Rudolf Steiner tiene i più importanti cicli di conferenze di quell’epoca, e in essi comincia, intorno al 1905, a dare le cosiddette lezioni “E S” (Esoterische Stunde, lezioni esoteriche) che rendono possibile ai discepoli più progrediti, di entrare in contatto con le fonti delle nuove rivelazioni.

 

Un po’ più tardi Rudolf Steiner inizia una ulteriore attività di derivazione esoterica, in forma di azione cultica, e ne parla nel 36° capitolo della sua autobiografia. Egli vi impronta in forme cultiche i risultati delle proprie indagini puramente antroposofiche, e a questo scopo si unì, per l’ordinamento esteriore, ad una società segreta, orientata verso la massoneria, che gli aveva offerto, di sua iniziativa, il diploma del grado massimo, insieme al diritto di intraprendere, in modo indipendente, azioni di culto simboliche.

 

Nell’accettare il diploma Rudolf Steiner volle offrire ad un’altra corrente di esoterismo tradizionale, questa volta di stampo occidentale, la possibilità di trovare l’accesso alla nuova sapienza spirituale che doveva raggiungere gli uomini a partire dall’ultimo terzo del XIX secolo:

«Ero dunque propenso, dove ciò fosse possibile, a far sì che il nuovo si ricollegasse a quello che già esisteva storicamente.»13

 

Malintesi sorti più tardi, così come attacchi mossi a Rudolf Steiner dimostrarono tuttavia in modo tragico, che anche l’occultismo occidentale non era in grado di trovare un giusto rapporto con la nuova ricerca spirituale.

Nonostante tali difficoltà si intensificò il lavoro delle singole cerchie nel periodo fino alla prima guerra mondiale, cosicché si configurò a poco a poco il sistema pratico completo di una via di misteri occidentali e i gruppi di discepoli collegati a questo lavoro esoterico formarono una scuola esoterica.

Questo fu, a larghi tratti, il primo periodo dell’attività di Rudolf Steiner come Maestro dell’umanità. Ma come era, nel frattempo, il suo proprio sviluppo?

 

Nel capitolo precedente abbiamo parlato dell’esperienza centrale di Rudolf Steiner nella sfera dell’intuizione, che egli ebbe circa alla svolta del secolo, come compimento di tutto il suo precedente cammino spirituale.

Ma con tale esperienza era congiunto anche dell’altro, come egli lo descrive più volte nelle sue conferenze: il mondo dell’intuizione che gli fu particolarmente accessibile in quel tempo, si estende fino ai confini cosmici che separano il Devacian superiore dalla seguente sfera cosmica, dal piano del Budhi o «Mondo della provvidenza».

Nella conferenza del 25 ottobre 1909, tenuta a Berlino, egli dice che

«L’uomo si innalza fra la morte ed una nuova nascita fino al Devacian superiore o mondo della ragione. Là egli guarda ai mondi superiori, nei quali egli non è, e vede agire in quei mondi superiori le entità che stanno sopra di lui.»14

▸ Di queste «entità» si dice che «Mentre l’uomo trascorre la sua vita nei mondi dal piano fisico fino al Devacian, per l’entità di un Bodhisattva è normale ch’essa salga nel piano del Budhi, che noi chiamiamo in Europa il mondo della provvidenza.»15

 

Da queste e da molte altre simili indicazioni, nelle più diverse conferenze, si deduce che l’iniziato che segue la via del defunto fino ai confini della sfera dell’intuizione o Devacian superiore, può gettare lo sguardo in sfere ancor più alte.

Se ora seguiamo di nuovo il su descritto cammino spirituale di Rudolf Steiner, possiamo esprimere l’ipotesi che l’immagine maestosa descritta da lui nella conferenza berlinese del 25 ottobre 1909, della figura del Cristo, quale sole illuminante i dodici Bodhisattva che lo circondano nel mondo della provvidenza, sia sorta davanti allo sguardo spirituale di Rudolf Steiner per la prima volta nel tempo tra il 1899 e il 1901.

Perchè dopoché egli, alla svolta del secolo, si fu innalzato alla contemplazione del Cristo nella sfera dell’intuizione fino al confine tra il Devacian superiore e il piano del Budhi, potè come iniziato compiere ciò che talvolta anche a un non iniziato è possibile nella vita dopo morte: Così Rudolf Steiner riconobbe l’essenziale della dottrina orientale del Budda e dei Bodhisattva, e del loro rapporto con il Cristo Gesù, e tale conoscenza lo indusse, già nell’inverno 1901-02, cioè prima del suo ingresso nella Società Teosofica, a tenere alla società letteraria «Die Kommenden» (I venienti) un ciclo di conferenze dal titolo «Da Budda a Cristo», nel quale egli cercò di indicare

«quale poderoso progresso significhi il Mistero del Golgota di fronte alla comparsa del Budda, e come l’evoluzione dell’umanità, nel suo sforzo ascensionale verso l’evento del Golgota, giunga in questo al suo culmine.»16

 

In parallelo con questo ciclo di conferenze, Rudolf Steiner ne tenne un altro nella biblioteca teosofica dei conti Brockdorff a Berlino, ciclo che più tardi venne ripreso e trasformato nel libro «Il cristianesimo come fatto mistico e i misteri dell’antichità» nel quale gran parte del capitolo «La sapienza dei misteri egiziani» è dedicata al rapporto fra il Cristo e il Budda.17

 

Qui è necessario prospettarci brevemente come Rudolf Steiner caratterizzi queste sublimi entità chiamate Bodhisattva in oriente: in questo argomento, che appartiene ai più complicati della scienza dello spirito, e che Rudolf Steiner tocca più volte dai più diversi punti di vista, ci limiteremo ad un suo aspetto che ci aiuterà a comprendere il corso dello sviluppo interiore di Rudolf Steiner stesso.

 

Un Bodhisattva è un essere di ordine cosmico che ha già superato i limiti dello sviluppo proprio all’uomo;

egli si avvicina già all’evoluzione dell’angelo e si trova in una corrente evolutiva

nella quale la sua coscienza arriva fino alla sfera del Budhi.

In altri termini, un Bodhisattva sta in una fase di sviluppo che l’umanità raggiungerà, per via naturale, soltanto su Giove.

Questo si esprime nel fatto che il Bodhisattva già ora, in modo comune a un essere della gerarchia degli angeli,

può, con il proprio io, operare coscientemente

alla trasformazione del suo corpo astrale in sè spirituale.18

In questo lavoro egli viene ispirato da un essere di una gerarchia superiore, quella degli arcangeli.

 

Quando questo lavoro si avvicina al suo compimento,

il Bodhisattva si reca in Terra per una incarnazione umana completa,

vale a dire che percorre quel grado chiamato da Rudolf Steiner il grado di «Budda umano».20

Durante questa sua ultima incarnazione

il Bodhisattva lavora in modo comune a un essere della gerarchia degli angeli

e raggiunge finalmente il grado del sè spirituale (l’illuminazione sotto l’albero del Bodhi).

 

Con ciò egli completa il ciclo corrente dell’evoluzione del mondo, e non deve più incarnarsi sulla Terra.

D’ora in poi non lavora più, come essere della gerarchia degli angeli, al suo corpo astrale21

che è divenuto il corpo luminoso del sè spirituale (Nirmanakaya).22

 

L’ulteriore evoluzione del Budda consiste nel fatto

che egli, partendo dal suo sè spirituale come principio dell’io,

lavora, in maniera consueta ad un arcangelo23, al proprio corpo eterico

e lo trasforma a poco a poco in spirito vitale.

In conseguenza di ciò la sua coscienza raggiunge la sfera del Nirvana

e inizia un’evoluzione che la restante umanità raggiungerà solo su Venere;

nel qual lavoro sarà ispirato da esseri ancora superiori agli arcangeli.

 

Basandoci su questi dati, ci possiamo avvicinare ad uno dei più significativi misteri della vita di Rudolf Steiner. Adolf Arenson vi accennò per primo nella sua conferenza24, che tenne in commemorazione del quinto anniversario della morte di Rudolf Steiner, quando sostenne che, da un determinato momento in poi, cominciò ad agire, per mezzo di Rudolf Steiner, il Bodhisattva che rilevò la dignità dal Budda della stirpe dei Sakya, il quale aveva come tale compiuta la sua missione di Bodhisattva: è quello stesso Bodisattva che, cento anni prima dell’inizio del cristianesimo, operò in Jeshu ben Pandira, in funzione di preparatore del cristianesimo stesso, e che fra tremila anni diventerà il nuovo Budda, il Maitreya Budda, cioè «un portatore del bene per mezzo della parola, del Logos… che porrà tutto quello che ha al servizio dell’impulso del Cristo.»25

 

Possiamo dire che Rudolf Steiner sperimentò, nella sfera del Budhi,

una contemplazione spirituale universale dell’insieme dei dodici Bodhisattva,

alla svolta dei due secoli (2000 anni dopo la vita terrena di Jeshu ben Pandira),

e che questa esperienza risvegliò in lui una profonda comprensione

per la missione speciale del Bodhisattva che guida il nostro tempo,

il futuro Maitreya Budda, attraverso il quale opera sempre l’intero collegio dei dodici,

che forma un tutto vivente, del quale ogni singolo Bodhisattva è parte insostituibile.

 

Come è già stato detto sopra, il Bodhisattva opera di preferenza con il sè spirituale, il corpo astrale purificato e trasformato, per cui possiamo presumere che la compenetrazione del corpo astrale di Rudolf Steiner da parte del nuovo Bodhisattva abbia avuto inizio intorno al 1902-03, quando Rudolf Steiner stesso entrò nel suo settimo settennio, quello che è in particolare relazione con il principio del sè spirituale. Questa è nello stesso tempo una ulteriore conferma delle parole di Rudolf Steiner, che il Bodhisattva era già incorporato, essendo nato all’inizio del XX secolo.

 

Se riconosciamo che questo collegamento di Rudolf Steiner con il nuovo Bodhisattva è un reale dato di fatto occulto, ciò può gettare una luce del tutto nuova su alcuni passi della sua autobiografia. Così egli scrive alla fine del XXXII capitolo:

«Se da un lato avevo la facoltà di vivere completamente nel mondo spirituale, e dal 1902 circa, e per molte cose anche durante gli anni seguenti, avevo anche immaginazioni, ispirazioni, intuizioni, tuttavia solo gradatamente queste vennero a collegarsi in ciò che ho poi presentato al pubblico nei miei scritti.»

All’inizio del seguente capitolo XXXIII egli vi ritorna ancora una volta, quasi volesse riportare l’intensa attenzione del lettore proprio su quegli anni:

«Per me gli anni tra il 1901 e il 1907 o il 1908 furono un periodo durante il quale vissi con tutte le forze dell’anima sotto l’impressione dei fatti e delle entità del mondo spirituale che venivano a me.»

 

Se ci rendiamo coscienti che le «forze dell’anima» devono venir messe in rapporto anzitutto con il corpo astrale, e se prendiamo alla lettera l’espressione «le entità del mondo spirituale che venivano a me», allora il quadro d’insieme ci diverrà più chiaro. Persino al quesito, perchè il termine «entità» venga usato al plurale, risponde Rudolf Steiner nelle sue conferenze, in quanto

• attraverso un Bodhisattva, quello che da quel tempo in poi ispira direttamente Rudolf Steiner,

agisce su di lui l’intera cerchia dei Bodhisattva nel suo complesso.

Rudolf Steiner lo esprime così:

«Possiamo parlare di incarnazioni sempre ripetute del Bodhisattva, tenendo però sempre presente che dietro a tutti gli uomini nei quali si è incarnato, il Bodhisattva si trovava come parte di quella entità che è la personificazione stessa della saggezza totale del nostro universo.»26

E un po’ prima, nella stessa conferenza, Rudolf Steiner spiega il significato del termine «entità».

«Quell’unica entità… la si può denominare (con un termine forgiato dalla sapienza orientale) la totalità dei Bodhisattva, l’insieme dei Bodhisattva. La concezione cristiana la designerebbe come lo Spirito Santo

 

Risulta chiaro che attraverso quell’unico Bodhisattva che ispirò Rudolf Steiner, operava su di lui l’intera loggia dei dodici Bodhisattva, la quale nel suo insieme forma il corpo dello Spirito Santo.

Nella VI conferenza sul Vangelo di Luca è detto: «Nei linguaggi dell’Asia anteriore si sarebbe detto, di un Bodhisattva incarnato sulla Terra, che egli era riempito di Spirito Santo.»

Così si può dire che, da quel tempo in poi Rudolf Steiner venne direttamente ispirato, attraverso il Bodhisattva, dallo Spirito Santo che si manifesta sul piano del Budhi come dodicità.27

 

C’è da aggiungere un aspetto ulteriore.

Nella citata conferenza del 22 marzo 1909 a Berlino e anche in altre conferenze,

Rudolf Steiner dice risolutamente che lo scopo più importante della scienza dello spirito

è quello di risvegliare comprensione per il massimo evento dell’evoluzione terrena: il Mistero del Golgota.

Quindi prosegue:

«E quei maestri che hanno compreso che il progresso dell’umanità dipende dalla comprensione dell’evento del Golgota, sono uniti insieme entro la direzione dell’umanità come «maestri della saggezza e dell’armonia dei sentimenti».

 

E come un tempo le lingue di fuoco discesero aleggiando sulla comunità, quasi in un vivo simbolo universale,

così quello che il Cristo stesso denominò lo Spirito Santo domina come luce sulla loggia dei dodici maestri.

Il tredicesimo è la guida della loggia dei dodici.

 

Lo Spirito Santo

è il grande maestro di quelli che noi chiamiamo i «maestri della saggezza e dell’armonia dei sentimenti».

 

Sono essi dunque coloro attraverso cui la voce e i contenuti di saggezza dello Spirito Santo fluiscono giù sulla Terra per l’umanità, in questa o quella corrente.

« I contenuti di saggezza trasmessi dal movimento scientifico spirituale al fine di comprendere il mondo ed entro di esso il mondo degli spiriti, fluiscono ad opera dello Spirito Santo entro la loggia dei dodici; e in sostanza è questo che a poco a poco condurrà l’umanità alla libera autocosciente comprensione del Cristo e dell’evento del Golgota.»28

 

Da altre conferenze di Rudolf Steiner29 sappiamo che questa immagine dei dodici, che sono guidati dal tredicesimo attraverso lo Spirito Santo, accenna alla loggia dei Bodhisattva nella sfera del Budhi.

 

Così coloro che Rudolf Steiner chiama

i «Maestri della saggezza e dell’armonia dei sentimenti»,

che sono riuniti nella grande loggia dirigente l’umanità,

compongono il collegio dei Bodhisattva.30

 

Anche la dicitura «Maestri della saggezza e dell’armonia dei sentimenti» lo esprime, poiché la vera armonia dei sentimenti – il sentimento è connesso anzitutto con il corpo astrale – è possibile solo se il corpo astrale stesso è stato trasformato, come avviene nel Bodhisattva, in sé spirituale. Un tale corpo astrale diventa così una «Vergine Sofia»31, cioè una coppa per la saggezza dello Spirito Santo, quello che guida i dodici e che proviene dal tredicesimo, che ne è la fonte.

Ciò proietta una nuova luce sulle argomentazioni del 26 dicembre 1909 a Berlino:

«Ciò che facciamo nel nostro movimento antroposofico non è germogliato dall’arbitrio, non deriva da un programma escogitato da qualcuno. La vita spirituale si riferisce in definitiva alle fonti che cerchiamo in quelle individualità che chiamiamo i ‘Maestri della saggezza e dell’armonia dei sentimenti’, presso le quali troviamo gli impulsi che, se li ricerchiamo nel modo giusto, devono operare di epoca in epoca, di età in età. Un grande impulso del mondo spirituale è giunto a noi negli ultimi tempi, e oggi… che sia indicato nella nostra cerchia quell’impulso importante, secondo una direttiva che, nel corso degli ultimi anni, ci è fluita dal mondo spirituale come una regola del piano astrale. Sotto questo impulso si è sviluppato il nostro movimento antroposofico qui in Europa centrale, impulso che potemmo all’incirca rivestire di parole umane nel modo seguente: mira a quello che accade nel mondo esterno: le parole dei Vangeli sono sempre di più fraintese…»32

 

Più avanti Rudolf Steiner parla della nuova comprensione del Cristo e del Mistero del Golgota nel movimento antroposofico.

Nella lezione esoterica del 14 novembre 1906 a Berlino, che ci è giunta attraverso delle annotazioni, è detto esplicitamente:

«I grandi maestri della saggezza e dell’armonia dei sentimenti

ci guidano nella nostra lotta interiore per la conoscenza»33,

ciò che ci fa riflettere che questo «ci» si riferisca anzitutto proprio a Rudolf Steiner stesso.

 

Inoltre questa dichiarazione ci riconduce al fatto che, attraverso il futuro Maitreya Budda, l‘intera cerchia dei Bodhisattva, la grande loggia dei «Maestri della saggezza e dell’armonia dei sentimenti» influisse su Rudolf Steiner, perciò egli potè successivamente parlare di dodici concezioni del mondo, ovvero della considerazione di ogni singolo fenomeno da dodici punti di vista.

 

Adesso dobbiamo, in rapporto a quanto è stato detto, mettere in particolare rilievo che, oltre la già citata definizione per i «Maestri della saggezza e dell’armonia dei sentimenti» come collegio dei Bodhisattva nella sfera della provvidenza, si possono denominare come tali anche altri grandi maestri dell’umanità, in quanto anch’essi sono ispirati da quella sfera con la quale mantengono un diretto rapporto. Le seguenti parole di Rudolf Steiner lo palesano:

«Parliamo di incorporazioni di Bodhisattva,

quando facciamo i nomi di Sciziano, Zaratustra e Budda»33a

In questo senso possiamo dire di questi sublimi maestri, che furono inviati dallo Spirito Santo, o che furono da Lui adombrati. Ad essi appartiene anche Manes, che guidò, nel IV secolo dopo Cristo, la comunità spirituale alla quale parteciparono anche i tre maestri citati prima. In tale collegio si decise di portare all’umanità la saggezza della sfera dei Bodhisattva, ciò che si realizzò inoltre e in prima linea mediante la corrente dei Rosacroce.

 

Dice in proposito Rudolf Steiner:

«Questo collegio deliberò allora un piano per far fluire in modo sempre più intenso nell’evoluzione futura dell’umanità l’intera somma della saggezza dei Bodhisattva dell’epoca postatlantica. Quel piano per lo sviluppo spirituale futuro della civiltà fu poi conservato e infine trasferito nei misteri europei della Rosacroce. Nelle sedi della Rosacroce furono sempre presenti le individualità di Saziano, del Budda e di Zaratustra: essi furono i maestri nelle scuole dei Rosacroce, maestri che donavano alla Terra la loro saggezza, al fine di rendere possibile la comprensione del Cristo nella sua essenza.»

E inoltre:

«A questo modo l’iniziato europeo ha sempre conosciuto i segreti del volgere dei tempi, e sempre ha contemplato le vere figure dei grandi maestri. Egli sapeva che grazie a Zaratas, a Sciziano, a Budda fluisce nella civiltà futura “la sapienza che in ogni tempo proviene dai Bodhisattva e che deve servire a comprendere il più degno oggetto di ogni comprensione, il Cristo.»33a

 

Infine a questa adunanza di maestri appartiene anche Christian Rosenkreutz, il fondatore e la guida mondiale della corrente rosicruciana, attraverso la quale deve fluire permanentemente in tutta la civiltà europea la saggezza del Bodhisattva.34

Al termine di questa considerazione è doveroso accennare anche alla decima conferenza del ciclo sul Vangelo di Matteo, nella quale Rudolf Steiner parla, in una forma che non ammette altra spiegazione, del fatto che il nuovo Bodhisattva, nell’ispirare lui, Rudolf Steiner, agisce per mezzo suo; si deve solo sostituire la parola «noi» con la parola «io»:

«Se la dottrina essena ha da esser rinnovata in modo adeguato al nostro tempo, se non si vuole perpetuare la tradizione di un Bodhisattva antico, ma si vuol vivere secondo lo spirito vivo del nuovo Bodhisattva, bisogna lasciarsi ispirare da questo Bodhisattva che un giorno diventerà il Maitreya Budda, il Bodhisattva del nostro tempo ci (mi) ispira questi pensieri: sta per giungere il tempo in cui il Cristo, in forma nuova, cioè in un corpo eterico, dispenserà grazia a coloro che, mediante una nuova sapienza essena, svilupperanno forze nuove nel tempo del suo ritorno, quando il Cristo in veste eterica verrà a vivificare gli uomini. Dobbiamo cercare di parlare secondo l’ispirazione del Bodhisattva che deve diventare il Maitreya Budda… parliamo della futura comparsa del Cristo, esprimendoci nelle formule ispirate dal Bodhisattva.»35

 

Così cominciò, come è stato detto sopra, la penetrazione delle forze del Bodhisattva nel corpo astrale di Rudolf Steiner intorno all’anno 1902-03, processo che continuò fino a circa la metà di questo periodo della sua vita, fino al 1906-07. Nell’anno 1906 Rudolf Steiner tenne a Parigi un ciclo di conferenze, del quale egli dice nella sua autobiografia:

«Per me, il periodo che va fino al ciclo di conferenze di Parigi costituisce, quanto ai processi di sviluppo dell’anima, un periodo in sè concluso… In questo ciclo di conferenze ho dato, delle conoscenze spirituali direttive per l’essere umano, quel tanto che sentivo maturo in me.»36

 

E dopo egli parla più esattamente del particolare significato del «divenir maturi» nelle conoscenze spirituali.

In quell’anno Rudolf Steiner dichiarò ad un gruppo di amici russi che partecipò più tardi al ciclo parigino, di esser disposto ad un viaggio in Russia.

Marie Steiner ricordava: • «Ci accordammo per un ciclo da tenere nel giugno 1906 in una tenuta presso Kaluga.»37

Si può ritenere questa propensione a un viaggio in Russia come sintomatica del fatto che Rudolf Steiner, al centro dell’epoca della sua vita che sta sotto il segno del sè spirituale, vuol visitare il paese nel quale, nel sesto periodo di cultura, deve realizzarsi, nell’evoluzione dell’umanità, per la prima volta, il principio del sè spirituale come fatto storico sociale.38

 

A metà dell’anno seguente ha luogo a Monaco il Congresso teosofico, nel quale si pongono le prime basi dell’arte antroposofica, e nel quale Rudolf Steiner tiene il suo poderoso ciclo «La saggezza dei Rosacroce». Egli parla del ciclo parigino alla fine del XXXVII capitolo della sua autobiografia, e sul congresso di Monaco del 1907 a metà del XXXVIII capitolo; in conseguenza, tra questi due avvenimenti corre il tempo al quale si riferiscono le parole, piene di significato, con le quali inizia il XXXVIII capitolo della descrizione della sua vita:

«Ormai la narrazione della mia vita difficilmente potrà separarsi dalla storia del movimento antroposofico.»

 

Da questo momento in poi, la vita personale di Rudolf Steiner non è più separabile dal movimento antroposofico, cioè dalla sua missione spirituale, e ciò vuol dire che egli ha completamente immolato la sua vita personale e anche tutti i frutti della sua evoluzione individuale alla corrente spirituale che, per suo tramite, riversano le sublimi entità che abbiamo chiamate Bodhisattva.39 Ma la vita personale ha le radici nel corpo astrale, poiché questi è il portatore degli impulsi personali. Se di questo siamo consci, possiamo intendere in tutta chiarezza quale sacrificio sia entro queste semplici parole, con le quali inizia l’ultimo capitolo della autobiografia.

Rudolf Steiner sacrificò, come iniziato, il suo corpo astrale terreno, in quanto lo mise a disposizione della alta entità spirituale del Bodhisattva e in senso più ampio dell’intera cerchia delle suddette individualità di maestri che sono collegate con l’alta sfera dello Spirito Santo, le quali da allora in poi parlarono attraverso lui.

Questa azione è la seconda nella grande via sacrificale di Rudolf Steiner, e si compì tra il 1906 e il 1907, circa alla metà del suo settimo settennio, che sta sotto il segno delle forze del sè spirituale; con questo evento anche la sua autobiografia «La mia vita» ha trovato la sua conclusione logica, poiché d’ora in poi Rudolf Steiner non può più applicare solo su di sè, uomo terreno, il termine «mio», bensì anche sulle entità cosmiche che agiscono attraverso lui.40

 

Da questo momento in poi (I907) l’entità del Bodhisattva comincia ad occupare sempre più energicamente il corpo astrale di Rudolf Steiner, e questo processo dura fino all’inizio del successivo periodo della sua vita, dunque circa tre anni, ed è questo il periodo in cui egli, sotto l’influsso operante in lui del Bodhisattva, tiene i suoi cicli cristologici in modo particolarmente approfondito; «Il Vangelo di Giovanni» (Amburgo, 12 conferenze), «L’Apocalisse di Giovanni» (Norimberga, 12 conferenze). Segue la conferenza di Berlino nella quale parla esaurientemente dei «Maestri della saggezza e dell’armonia dei sentimenti» ; «Il mistero di Natale» (21 dicembre 1908), e poi «L’azione del Cristo e le potenze spirituali avverse» (22 marzo 1909), «Gerarchie spirituali e loro riflesso nel mondo fisico» (Dusseldorf, 10 conferenze), «Il Vangelo di Giovanni in relazione con gli altri tre» (Kassel, 14 conferenze) e finalmente «Il Vangelo di Luca» (Basilea, 10 conferenze) il ciclo che Rudolf Steiner tenne nell’anno (1909) in cui il Cristo entrò in forma eterica nella sfera degli uomini.41 In questo ciclo Rudolf Steiner rivelò per la prima volta il mistero dei due Bambini Gesù, ciò che fu pure l’inizio del Quinto Vangelo.42

 

Si può pensare che fu l’ispirazione da parte del Bodhisattva che mosse Rudolf Steiner a tenere i suoi più profondi cicli di conferenze cristologiche, se ci rammentiamo della seguente dichiarazione:

«Se l’umanità d’oggi non è in grado di volgersi direttamente ai Bodhisattva, per contemplare il Cristo con i loro occhi spirituali occorre che essa si adatti ancora ad apprendere alla scuola dei Bodhisattva ciò che è necessario per giungere alfine alla comprensione del Cristo.»43

 

Intorno all’anno 1910

l’occupazione del corpo astrale di Rudolf Steiner da parte del Bodhisattva

volge al suo compimento.

 

A. Arenson dice in proposito nella sua conferenza; «Quando il Bodhisattva ha compenetrato l’uomo sin nel suo corpo eterico, allora egli si manifesta apertamente all’umanità con la sua missione.»44 Arenson si riferisce qui al fatto che l’arcangelo ispiratore del Bodhisattva d’ora in poi influisce non solamente come prima sul corpo astrale dell’uomo, ma anche sul suo corpo eterico. Arenson prosegue: «Allora egli (il Bodhisattva) è qui… e lo può riconoscere chi sa qualcosa della missione del Bodhisattva.»

 

Ma qual è il compito principale di questo Bodhisattva nel nostro tempo?

«Lui che circa ogni cento anni si è, dopo d’allora, incorporato (vale a dire dall’inizio della sua missione nell’uomo, come Bodhisattva), è incorporato anche oggi e sarà il vero annunciatore del Cristo in veste eterica.»45

 

L’antroposofia è al mondo per preparare questo massimo evento del XX secolo.

«Così ora noi guardiamo alla scienza dello spirito in tutt’altro senso. Noi apprendiamo che essa è qualcosa che ci pone una responsabilità immensa, in quanto è una preparazione all’evento assolutamente concreto della ricomparsa del Cristo.»46

 


 

Note:

1 – «La mia vita», O.O. 28. XXVII cap. EAM 1961 pag. 280.

1a – Questa articolazione dello sviluppo del movimento antroposofico in tre epoche settennali, come viene spesso proposta nella letteratura antroposofica, in corrispondenza agli ultimi tre periodi settennali completi della vita terrena di Rudolf Steiner, (vedi la conferenza di Rudolf Steiner del 6/2/1923 a Stoccarda, O.O.257) può venir ulteriormente approfondita, raffrontando queste epoche con i tre sistemi dell’organismo umano e con le tre facoltà dell’anima, nel modo seguente:

1902 -1909 Sistema del capopensare

1910 -1916 Sistema ritmico sentire

1917 -1923 Sistema delle membravolere

2 – O.O. 28, XXX cap. e XXXI cap.

3 – Annotazioni di Barr III (O.O. 262).

4 – Id.

5 – II termine «Antroposofia» come denominazione dell’indirizzo spirituale introdotto da Rudolf Steiner (a distinzione da «Teosofia»), appare già all’inizio della sua attività di conferenziere. Già nell’autunno del 1902 Rudolf Steiner tiene a Berlino il ciclo «Da Zaratustra a Nietzche. Storia dell’evoluzione dell’umanità, secondo le concezioni del mondo dai tempi più antichi orientali fino a quella del tempo presente o Antroposofia». All’inizio dell’anno seguente Rudolf Steiner compiva 42 anni.

6 – O.O. 28, XXXI cap. EAM 1961 pag. 317.

7 – O.O.110,12/4/1909 (I) (mattino) EAM 1980 pag. 12.

8 – O.O.158,11/4/1912.

9 – O.O.112. 30/6/1909 EAM 1970 pag. 134.

10 – Vedi nota 7.

11 – Secondo Rudolf Steiner («La mia vita» XXI cap.) questa espulsione era la conseguenza del suo rifiuto di accogliere nella Sezione tedesca della Società Teosofica i membri dell’ordine «Stella d’oriente», ordine che aveva come suo compito di annunciare la reincarnazione del Cristo nella persona del giovinetto indù Krischnamurti. Questo annuncio del «nuovo messia» era, in senso spirituale, anzitutto il tentativo, da parte di determinate cerchie occulte orientali, di agire contro il sorgere del nuovo occultismo cristiano di occidente.

Schurè, in una lettera nella quale egli si appoggia su fatti a lui noti, scrisse in merito nel 1913: «Questo affare era nient’altro che una risposta di Adyar alla rinascita dell’esoterismo cristiano,- e io sono convinto che, senza questa ultima, non avremmo mai udito parlare del futuro profeta (Krischnamurti) (citazione dal libro di S. Rihouet Coroze «Biographie de Rudolf Steiner» Triades, Paris 1973, pag. 220).

Tuttavia questo modo di procedere aveva inoltre dei retroscena ancor più profondi. Infatti Edouard Schurè afferma nella lettera sopra citata, che, ancora nel 1908 non era stata fatta alcuna allusione a una comparsa del messia entro la Società Teosofica: venne invece a conoscenza di tutti i gruppi della Società Teosofica stessa, subito dopo che, nell’ottobre 1909 a Benares, era stata presentata ufficialmente a una grande assemblea, che la approvò all’umanità.

Se adesso confrontiamo tutto questo con quanto Rudolf Steiner disse, in tutt’altro contesto, sul significato spirituale dell’anno 1909, si chiariscono i reali retroscena occulti di tutti questi avvenimenti. Così egli dice nella conferenza del 6/2/1917 (O.O. 175): «e l’occultista può assolutamente indicare che a partire dal 1909 noi viviamo interiormente in un tempo del tutto speciale: oggi è possibile, solamente che si cerchi di farlo, di essere assolutamente vicini al Cristo, è possibile trovarlo in maniera del tutto differente da come l’hanno trovato epoche precedenti».

Ecco dunque come, nell’anno dell’apparizione del Cristo eterico nella sfera soprasensibile confinante con il mondo fisico, venne fatto da parte di determinati ambienti occulti sulla Terra, il tentativo di falsificare questo avvenimento importantissimo del XX secolo.

12 – Furono pochi, nel XIX secolo, i rappresentanti dell’occultismo che poterono trovare ancora in sè le forze per lottare in favore della nuova rivelazione. A questi pochi apparteneva, per es., Edouard Schurè. Probabilmente fu questa la ragione per cui, da principio, Rudolf Steiner apprezzò tanto la sua opera.

13 – O.O. 28, XXXVI cap. 1961 pag. 343.

14 – O.O. 116, 25/10/1909 RA 1948 pag. 244.

15 – Id.

16 – O.O. 28, XXX cap. EAM 1961 pag. 303.

17 – Se non si prende in considerazione quanto detto sopra, sembra completamente incomprensibile perchè Rudolf Steiner abbia dedicato i suoi due primi grandi cicli occulti proprio ad illuminare i rapporti tra l’Entità-Cristo e l’essere del Budda, poiché fino a quel momento non aveva in nessun luogo menzionato il Budda in senso occulto. In tale connessione è inoltre necessario indicare che è impossibile comprendere realmente il Budda, senza conoscere completamente la sua missione quale Bodisatva.

18 – Su questo collegamento del Budda con la gerarchia degli angeli, vale a dire con la sfera lunare, Rudolf Steiner parla nella conferenza del 29/8/1923 a Penmaenmawr (Galles) (O.O. 227), nella quale chiama i bodisatva «inviati lunari»; inoltre egli dice: «…così per mezzo degli inviati lunari, che vengono chiamati bodisatva in oriente, la saggezza solare è potuta arrivare anche agli uomini sulla Terra.»

19 – Sull’ispirazione che il bodisatva riceve dall’arcangelo, Rudolf Steiner parla il 16/4/1909: «Le personalità umane che sono animate fin dentro il loro corpo eterico, che nell’epoca postatlantica portano in sè un arcangelo, si chiamano bodisatva.» EAM 1980 pag.11l (O.O.110).

19a – Nella conferenza del 20/9/1909 (O.O. 114) Rudolf Steiner dice: «Ed il passaggio da Bodisatva a Budda consistette appunto in questo: che per la prima volta vi fu un corpo nel quale il Bodisatva potè immergersi interamente, per sviluppare in esso le sue facoltà». Editrice Scientifica 1956 pag. 113. (Vedi anche la conferenza del 16/9/1909).

20 – O.O. 110,16/4/1909 EAM 1980 pag. 112.

21 – Su questo allontanarsi dell’angelo dal bodisatva dopo il raggiungimento dell’ultimo grado di Budda (cioè il grado del sè spirituale), Rudolf Steiner parla il 20/5/1913: «La guida individuale degli uomini sottostà agli angeloi, gli esseri angelici. Quando un uomo passa da Bodisatva a Budda, il suo angelo diventa, per così dire, libero. Tali esseri angelici sono quelli che quindi, avendo adempito alla loro missione, ascendono nei regni degli esseri arcangelici» (O.O. 152).

22 – Nella conferenza del 18/4/1909, Rudolf Steiner definisce il corpo del nirmanakaya come corpo astrale purificato e trasformato in sè spirituale; egli dice: «Questa sarebbe la condizione di un essere particolarmente elevato che avesse raggiunto un grado eminente avendo sviluppato tutto il sè spirituale. Un essere del genere vien chiamato dalla saggezza orientale un nirmanakaya…» (O.O. 110, EAM 1980 pag.139).

23 – Da qui deriva la formula conosciuta in occultismo: «Budda-Mercurio», che si trova anche dalla Blavatsky. Essa diviene forse in parte comprensibile dalle parole di Rudolf Steiner nella conf. del 12/4/1909 (O.O. 110, EAM 1980 pagg. 19-20): «Se si fosse potuto comprendere il nesso tra ciò che vedeva Dionisio l’Aeropagita, e ciò che era stato veduto dagli antichi sacri Risci, sentendo da un lato pronunciare la parola Luna, e dall’altro, in altri misteri, la parola angeli, si sarebbe saputo che era la stessa cosa. Così sentendo da un lato menzionare Mercurio, e dall’altro arcangeli, si sarebbe pur sempre compreso che era la stessa cosa.

24 – Conferenza di Adolf Arenson, 30/3A930 a Stoccarda EAM 1986.

25 – O.O. 131,14/10/1911 EAM 1972 pagg. 221 e 222.

26 – O.O. 113, 31/8/1909 EAM 1980 pagg. 182 e 181.

27 – O.O. 114, VI conf. Ed scientifica 1956 pag.114.- Questa conseguenza nella evoluzione interiore di Rudolf Steiner, corrisponde perfettamente alla tradizione del cristianesimo esoterico, secondo il quale la più importante conseguenza dell’incontro cosciente con il Cristo è l’esperienza dello Spirito Santo, che è inviato dal Cristo stesso. E ciò conduce al contatto con la sfera dei Bodisatva che, nella loro dodicità formano il «corpo dello Spirito Santo» nel mondo della Provvidenza.

28 – «Influssi luciferici, arimanici, asurici» O.O.107, 22/3/1909 RA 1971 pag. 16.

29 – Vedi O.O. 113, 31/8/1909 EAM 1980 e anche O.O. 116, 25/10/1909 RA 1948 pag.226.

30 – Rudolf Steiner ne parla anche con le seguenti parole (O.O. 96, 25/3/1907) RA 1957 pag.70: «E quello che l’uomo ha purgato, purificato e nobilitato del suo corpo astrale, vien chiamato, nel cristianesimo esoterico, lo Spirito Santo nell’uomo. Si potrebbe anche dire che quella parte del corpo astrale che vien purificata dall’io (cioè trasformata in sè spirituale), si chiama, nel cristianesimo esoterico, la parte del corpo astrale dell’uomo che è afferrata dallo Spirito Santo.»

31 – Vedi O.O. 103, 31/5/1908 Ed. Scientifica 1956 pag. 204.

32 – O.O. 117, 26/12/1909.

33 – O.O. 42/245, pag. 99.

33a – O.O. 113, 31/8/1909 EAM 1980 pagg. 189,190 e 192.

34 – Possiamo avere una sensazione della sua eminente situazione in questa adunanza, dalle parole di Rudolf Steiner, laddove egli chiama il Budda «il più intimo amico e discepolo di Christian Rosenkreutz» (O.O. 130, 18/12/1912 «Il cristianesimo esoterico» EAM 1988 pag. 37). Vedi anche O.O.141, 22/12/1912.

35 – O.O. 123, 10/9/1910 EAM 1979 pag. 197.

36 – O.O. 28, XXXVII cap. EAM 1961 pag. 351.

37 – O.O. 262, Nota alla lettera Nr. 28.

38 – A causa dello scoppio della guerra russo-giapponese, il viaggio non ebbe luogo in quell’epoca. Più tardi, nel 1912-13 il viaggio fu di nuovo disdetto perchè, sotto la pressione del sinodo ortodosso, non fu concesso a Rudolf Steiner il permesso di entrata in Russia.

39 – Queste parole non vanno intese nel senso che l‘intero contenuto della dottrina antroposofica derivi da questo Bodisatva, il quale opera d’ora in poi prevalentemente attraverso il corpo astrale di Rudolf Steiner. Attraverso gli altri suoi corpi operano altre forze universali. Nello stesso tempo non si interrompono, nemmeno per un istante, gli influssi dalla sfera di Michele e dalla sfera di Christian Rosenkreutz, cosicché nelle diverse epoche della vita di Rudolf Steiner queste eterogenee entità spirituali influiscono su di lui con intensità diversificata. Ciò significa che in ogni epoca ci può essere un influsso predominante, talvolta più influssi contemporaneamente. Si possono distinguere gli influssi che si alternano, prendendo conoscenza dell’evolversi dei temi fondamentali che percorrono tutta l’attività di conferenziere di Rudolf Steiner. A questo punto si deve anche osservare che tutte queste alte guide dell’umanità attingono la loro saggezza dall’unica fonte della saggezza cosmica dello Spirito Santo, ma ciascuna di esse ne rappresenta solo un aspetto.

40 – Dopo l’esposto condotto sopra, non possiamo meravigliarci per il fatto che attraverso Rudolf Steiner agiscano tante svariate forze sublimi e tante diverse guide dell’umanità. Nel suo caso non è solo possibile ma assolutamente inevitabile. Dobbiamo solo rappresentarci chiaramente nella sua estensione tutta la saggezza spirituale che arrivò nel mondo, grazie all’attività terrena di Rudolf Steiner. Dove potremmo trovare qualcosa di simile, in tutta la storia esteriore dell’evoluzione dell’umanità? «Già solo esteticamente è poderosa la vista di questa ampia immagine del mondo, che comprende spirito e materia.

Basta conoscere la storia spirituale dell’umanità, per porre proprio la domanda: quando mai l’umanità ha sperimentato qualcosa di simile? In Aristotele, in Tomaso d’Aquino – ma qui c’era ancora di più…» (Fr. Rittelmeyer, Stoccarda 1980). Queste frasi di Rittelmeyer indicano il posto ricoperto da Rudolf Steiner nella vita spirituale e culturale dell’umanità occidentale.

Tutti i problemi fondamentali di tale umanità: il problema del Cristo, dell’io individuale, del libero volere, dell’essenza del pensiero, della scienza dell’arte, della religione tutte le questioni le troviamo riassunte presso Rudolf Steiner, come in un centro comprensivo, dal quale esse si diramano nel mondo in seimila conferenze, in dozzine di libri e di saggi. Davanti a noi sta l’intera immagine della vita spirituale dell’umanità e del cosmo. Per la prima volta viene al mondo, e noi dobbiamo affermare: da dove può venire, se non da coloro che in verità guidano e realizzano la vita spirituale dell’umanità e le danno una direzione?

Non ci possiamo qualificare interiormente antroposofi completi, se non ci rendiamo conto che il Bodisattva, quando Rudolf Steiner parlava di lui nelle sue conferenze, gli stava accanto, che tutti i grandi maestri dell’umanità – Christian Rosencreutz, Manes, Sciziano, Zaratustra, Budda – quando egli ne parlava, stavano davanti al suo occhio spirituale e benedicevano il suo servizio per loro e per l’umanità, nell’atto in cui gli manifestavano il proprio essere. Questa è la realtà spirituale che ogni antroposofo deve assolutamente riconoscere. Ne consegue però anche la grande responsabilità di coloro che adesso continuano il lavoro di Rudolf Steiner sulla Terra, la responsabilità di ogni antroposofo, responsabilità che egli porta direttamente di fronte al mondo spirituale, e in particolare soprattutto di fronte a quelle alte entità spirituali, che inviarono in Terra la nuova rivelazione, per mezzo del loro grande rappresentante. Il destino di questa rivelazione è ora irrevocabilmente legato al destino di tutta l’umanità.

41 – Vedi O.0.175, 6/2/1917.

42 – Più tardi Rudolf Steiner indicò spesso, nelle sue comunicazioni sul Quinto Vangelo, che proprio a Basilea, nel ciclo sul Vangelo di Luca (O.O. 114) aveva dato inizio a tali comunicazioni.

43 – O.O.113, 31/8/1909 EAM 1980 pag. 185.

44 – Adolf Arenson, conferenza tenuta a Stoccarda il 30/3/1930, EAM 1986 pag.28.

45 – O.O.130, 4/11/1911. «Jeschu ben Pandira» I conferenza.

46 – O.O.118, 25/1/1910, RA1956 pag. 114.

46a – Essenziale è anche il fatto che, proprio nell’anno 1910, quando le ispirazioni del Bodisatva erano particolarmente forti e significative, Rudolf Steiner tenne a Stoccarda il ciclo su «Storia occulta» (O.O.126, EAM 1981), nel quale, per la prima volta, egli accennò apertamente al suo proprio passato. Trattò inoltre questo tema (senza variazioni essenziali) nel ciclo che tenne durante il Convegno di Natale e nelle conferenze sul karma.