I ritmi del Convegno di Natale

Possano udirlo gli uomini


 

L’atto misteriosofico di Posa della Pietra di Fondazione ebbe la sua continuazione mediante Rudolf Steiner, mentre egli ogni mattina dava i così detti ritmi della meditazione della Pietra di Fondazione e con i quali egli iniziò tutte le successive riunioni. In tutto furono sette i ritmi. Ma nel considerare che la meditazione della Pietra di Fondazione fu letta per la prima volta il giorno della Posa della Pietra di Fondazione e poi di nuovo alla fine del Convegno di Natale, la sera del 1° gennaio 1924, sono nove i ritmi risultanti, che nella loro globalità costituiscono un organismo spirituale unitario. E questa totalità dei ritmi del Convegno di Natale è come una chiave magica con la quale possono essere aperte le diverse porte che conducono nel tempio dei Nuovi Misteri. Nel libro Rudolf Steiner e la fondazione dei Nuovi Misteri furono indicati e in parte anche descritti dodici diversi aspetti che possono essere trovati nei sette ritmi.1

 

Questi dodici aspetti sono:

1 La costituzione dell’uomo secondo la conoscenza scientifico-spirituale

2 Il cammino dell’anima tra morte e nuova nascita

3 I gradi dell’evoluzione del mondo

4 I gradi preparatori al Mistero del Golgota

e le fasi principali della vita terrena del Cristo

5 Il superamento delle forze luciferiche e arimaniche

6 I sette gradi del moderno cammino di iniziazione cristiano-rosicruciano

7 Il collegamento con i sette sigilli apocalittici

8 Il collegamento con il Padre Nostro2

9 La relazione con i giorni della settimana e le forze planetarie

10 L’evoluzione spirituale dell’Antroposofia nei mondi soprasensibili e sulla terra

11 Le fasi principali nella biografia spirituale di Rudolf Steiner

12 Il sollevare il velo della nuova Iside, la divina Sofia.

 

Per quanto riguarda i primi sette aspetti non è difficile riconoscere la loro connessione con La scienza occulta di Rudolf Steiner. Questa relazione non è un caso. Infatti, come sarà illustrato ulteriormente in questo capitolo, nel passaggio dal libro citato alle forme architettoniche del primo Goetheanum e da questo alle forze formatrici sociali del Convegno di Natale, abbiamo in sostanza tre gradi di un’unica e stessa metamorfosi ascendente, che rappresenta lo sviluppo dell’impulso centrale dell’Antroposofia.

Per motivi che diventeranno palesi nella seguente illustrazione, questo capitolo è fondato sul secondo aspetto dei ritmi, vale a dire sul contenuto dei sette gradi che attraversa l’anima dell’uomo nel mondo spirituale fra due incarnazioni terrene. Questo cammino comprende tutti i mondi superiori con i quali l’uomo è collegato nell’attuale fase della sua evoluzione.

 

Ma prima di rivolgerci ad una profonda osservazione dei ritmi stessi, va preso in considerazione, che anche la loro struttura come l’atto di Posa della Pietra di Fondazione, corrisponde esattamente al carattere delle lezioni della prima classe. In entrambi i casi abbiamo meditazioni date da Rudolf Steiner e i suoi commenti inerenti ad esse.

Ma siccome l’intero testo (anche i commenti) possiede un carattere puramente mantrico, ogni parola oppure ogni collegamento di parola di cui si serve Rudolf Steiner nell’osservazione del significato interiore dei diversi ritmi, va considerata con attenzione nel lavoro meditativo con essi. In questo modo, nei commenti a ciascun ritmo è possibile trovare per così dire la parola o le parole chiave, che svelano il suo contenuto interiore.

 

Così nel commento al ritmo del primo giorno o giorno della Posa della Pietra di Fondazione

si possono trovare in particolare tre di queste chiavi:

 

«Dai segni del presente» o «dai segni del tempo»;

Rudolf Steiner si rivolge due volte all’Anthropos-Sofia quale entità spirituale

e poi si riferisce all’apparire dello spirito in conclusione dell’atto cultico di Posa della Pietra di Fondazione.

Il primo riferimento, come abbiamo visto, nel linguaggio degli occultisti cristiani

indica l’odierno spirito del tempo Michele, che a partire dal 1879 guida l’umanità,

il secondo indica la divina Sofia , la quale oggi agisce sulla terra mediante la sua inviata Anthropos-Sofia3;

• e il terzo riferimento indica l’essenza esoterica del Convegno di Natale, quale «Pentecoste rovesciata».

 

Come noto, il significato dell’evento della Pentecoste alla svolta dei tempi consisteva nel fatto,

che nelle anime degli apostoli per la prima volta, mediante la fecondazione dello spirito,

dai mondi superiori discese la vera comprensione dell’entità del Cristo e del Mistero del Golgota da essa compiuta.

Questo condusse alla nascita delle prime comunità cristiane, il cui principio guida sociale furono le parole del Cristo:

«Infatti, dove sono riuniti due o tre nel mio nome, ivi sono io, in mezzo a loro» (Mt 18, 20).

 

Nel nostro tempo entro l’epoca dell’anima cosciente, che spiritualmente è determinato dalla reggenza di Michele,

questa Pentecoste primordiale deve essere rinnovata dalle sorgenti dei Nuovi Misteri cristiani.4

 

Nelle conferenze del 1923 sulla «formazione di comunità antroposofica» (O.O. 257) Rudolf Steiner aveva già indicato il cammino verso il suo rinnovamento definendolo «il culto rovesciato». Egli poi eseguì il Convegno di Natale nel senso di un tale «culto rovesciato» e fondò la Società Antroposofica, quale moderna comunità di uomini, i quali insieme vogliono operare alla realizzazione di questo ideale sociale.

Il fondamento esoterico di una tale comunità doveva essere la vera autoconoscenza, fino alla conoscenza del proprio Karma, di cui Rudolf Steiner parlò agli antroposofi in conferenze durante e dopo il Convegno di Natale. L’origine di questo nuovo sapere del Karma d’altra parte fu il messaggio fondamentale dell’Anthropos-Sofia per l’umanità: la cristologia scientifico-spirituale sviluppata da Rudolf Steiner negli anni prima del Convegno di Natale. Il suo apice è costituito dall’annuncio del prossimo ritorno del Cristo nell’ambito eterico come pure dal dato di fatto, che il Cristo diviene il Signore del Karma, per cui ora agli uomini è data la possibilità di lavorare al Karma in modo nuovo e in piena coscienza, nello spirito del Cristo.

 

Usando le tre espressioni come chiave, è possibile comprendere l’intero Convegno di Natale e in particolare

l’atto cultico di Posa della Pietra di Fondazione,

quale mistero della Pentecoste rinnovato dallo spirito del tempo (l’apparire dello spirito),

alla cui base si trova la conoscenza dello spirito derivante dall’essere soprasensibile Anthropos-Sofia.

 

Oppure espresso diversamente:

l’essenza del Convegno di Natale consiste nella comune azione di Sofia e Michele,

che conduce a una nuova rivelazione dello spirito,

la quale porta all’umanità la conoscenza del Cristo eterico

e del suo attuale operare in qualità di Signore del Karma.

 

E’ tuttavia il Mistero del Golgota e il suo significato centrale per tutta l’evoluzione terrestre

il fondamento e la sorgente principale di tutte queste conoscenze cristologiche.

 

Possiamo dare la seguente illustrazione riassuntiva:

 

 

Possiamo quindi comprendere il perché alla base della rivelazione dei Nuovi Misteri doveva essere posta proprio la conoscenza del Mistero del Golgota. La fondazione avvenne subito nel primo ritmo del Convegno di Natale. Questo ritmo archetipico consistette nel fatto che Rudolf Steiner in un primo momento diede lettura delle tre parti microcosmiche della meditazione, poi della quarta parte «alla svolta dei tempi» e alla fine dell’intero atto cubico di nuovo delle tre parti microcosmiche, ora però in collegamento con le tre parti macrocosmiche.

 

Che cosa significa ora questo primissimo ritmo del Convegno di Natale?

Le tre parti microcosmiche della meditazione della Pietra di Fondazione

parlano della costituzione fisico-animico-spirituale dell’uomo terrestre

e indicano anche il grado evolutivo che egli può raggiungere con le proprie forze,

le quali soltanto però non lo condurrebbero alla vera e propria meta dell’evoluzione terrestre

– alla meta di entrare coscientemente nel mondo delle entità spirituali

e divenire in esso la decima gerarchia della libertà e dell’amore (vedi O.O. 110).

 

Tuttavia il Cristo, compiendo il Mistero del Golgota,

ha portato la possibilità di raggiungere questa meta alla fine dell’evoluzione.

Nella seguente lettura della quarta parte della meditazione,

che a sua volta consiste di tre parti, si parla di questa azione centrale del Cristo.

Queste tre parti indicano l’azione passata, l’azione presente e l’azione futura

dell’impulso del Cristo nell’evoluzione della terra.5

 

Infatti, la più importante conseguenza del fatto che il Cristo passò attraverso la morte e la resurrezione

è il sorgere di un nuovo sole nell’evoluzione della terra:

«La prima spinta per diventare sole è stata data alla nostra terra allora, quando sul Golgota fluì il sangue dalle ferite del Redentore… Così nascono nuove formazioni cosmiche! Dobbiamo però comprendere che, osservando il Cristo morente, assistiamo all’inizio della formazione di un nuovo sole…» E se noi sentiamo, «che la morte sulla croce diventa il seme dal quale scaturisce un nuovo sole, allora sentiamo anche giustamente come l’umanità sulla terra abbia dovuto sentire ed intuire quell’evento come il momento di transizione più importante nella evoluzione dell’umanità» (0.0. 112, 6.7.1909).

 

Con le parole della meditazione della Pietra di Fondazione possiamo dire:

«Alla svolti dei tempi

la luce dello spirito universale entrò

nella corrente dell’essere terreno»

e poi quale conseguenza di morte e resurrezione del Cristo:

«Luce divina / Cristo-Sole»,

esso illuminò l’intera esistenza terrena.

 

In queste righe, nella quarta parte della meditazione,

abbiamo quindi un riferimento alla vera e propria natura del Mistero del Golgota.

Secondo F. W. Zeylmans van Emmichoven6, la quintupla nomina della parola «luce» nella quarta parte

corrisponde a cinque diversi tipi di entità che prepararono il Mistero del Golgota sulla terra e parteciparono ad esso.

Essi appartengono tutte all’aura (di luce) spirituale del Cristo-Sole.

 

1 Sofia («la luce dello spirito universale»)

2 Michele («la chiara luce del giorno»)

3 La corrente dei misteri del sud o la corrente del Budda

(«luce, che riscalda i poveri cuori dei pastori»

4 La corrente dei misteri del nord o la corrente di Zarathustra

(«luce, che illumina i capi sapienti dei re»)

5 Gesù di Nazareth o l’anima natanica («luce divina»).

 

Nell’una o nell’altra forma, tutte queste entità parteciparono al Convegno di Natale:

Sofia e Michele erano direttamente presenti in modo soprasensibile,7

• le correnti misteriosofiche dei pastori e dei re (magi) erano rappresentate in forma di due gruppi karmici,

di cui dovrà essere trattato in modo più approfondito nel volume II, cap. 5.

 

Solo dopo avere Rudolf Steiner mediante la lettura dell’ultima parte della meditazione della Pietra di Fondazione,

richiamato l’attenzione al Mistero del Golgota come pure a tutte le entità soprasensibili e umane collegate ad esso,

egli potè anche svelare ciò che è il risultato più importante di morte e resurrezione del Cristo

nell’evoluzione della terra: per la prima volta nell’evoluzione del mondo

fu creata la possibilità per l’uomo della terra

di unirsi completamente con le nove gerarchie del cosmo e giungere fino alle forze della Santa Trinità.

 

Così, la più sublime esperienza che sino allora potè essere accolta dall’uomo

solo sul piano del suo cammino spirituale tra due incarnazioni,

quando risale fino ai confini del Devachan e alla sfera ancor più alta,

ora non più solo spirituale, ma divina, fu portata dal Cristo sulla terra

e unita, grazie al Mistero del Golgota, con l’intera evoluzione terrestre.

 

Rudolf Steiner richiamò l’attenzione a questo fatto nelle sue conferenze sul quinto vangelo:

«Dobbiamo poi comparare l’ulteriore vita del Cristo nella sfera della terra a partire dall’Ascensione o dalla Pentecoste, con quello che l’anima umana prova nel cosiddetto Devachan o mondo spirituale… Invece di andare in un Devachan… come l’uomo dopo la morte, l’entità del Cristo offrì il sacrificio di disporre il suo cielo sulla terra»

(O.O. 148, 3.10.1913).8

 

Detto diversamente, grazie alla sua vita, alla sua morte e alla sua resurrezione (le tre espressioni rosicruciane)

il Cristo unì all’uomo terrestre (a Gesù) fino entro il corpo fisico,

le forze di tutte le nove gerarchie, che l’uomo altrimenti sperimenta

solo dopo la sua morte durante la «Mezzanotte cosmica» (di cui tratta il quarto ritmo).

 

Con ciò egli pose il fondamento per conseguire la mèta principale dell’intera evoluzione terrestre,

è la mèta affinché l’uomo, accogliendo le forze del Cristo, si innalzi al mondo delle gerarchie superiori,

per divenire in esso la corona del cosmo gerarchico, la decima gerarchia

e operare in modo creativo nell’edificazione di mondi, partendo dalla sostanza della Parola universale.

 

Rudolf Steiner rilevò questa mèta dell’evoluzione terrestre, in conclusione dell’atto di Posa della Pietra di Fondazione nella lettura, sia delle parti microcosmiche, sia delle parti macrocosmiche della meditazione, contenenti il mistero del Verbo che si fece carne (Giov. 1,14), quale archetipo della resurrezione universale o definitiva spiritualizzazione dell’uomo, quando la sua carne diverrà spirito (Verbo / Parola).9

In questa unione delle parti microcosmiche con le parti macrocosmiche della meditazione «dai segni del tempo» possiamo inoltre anche vedere l’unione dell’albero della conoscenza con l’albero della vita nei Nuovi Misteri sotto la guida di Michele.10

 

• Secondo la «Leggenda aurea» Michele nel mondo spirituale è il custode degli alberi della conoscenza e della vita intrecciati e intessuti (O.O. 96, 17.12.1906), vale a dire il portatore dell’archetipo spirituale della loro unione. Questo archetipo fu realizzato per prima volta sulla terra mediante il Mistero del Golgota e nei Nuovi Misteri abbiamo l’inizio di tale realizzazione nella sfera della conoscenza come pure nella pratica umana da essa derivante. Questo ritmo primigenio del Convegno di Natale, il quale rivela il suo profondo rapporto esoterico con uomo, terra e cosmo, incluso il mondo degli Dei (gerarchie) potrebbe essere nominato ritmo del Mistero del Golgota. Infatti, «era veramente assai più significativo per le gerarchie dover consegnare il Cristo alla terra, più che per gli uomini poterlo accogliere» (0.0. 148, 18.12.1913).

 

Per questo,

nelle parti microcosmiche della meditazione

sono contenute le forze, che nell’uomo sono in grado di accogliere in sé il Cristo

• e nelle sue parti macrocosmiche le forze con le quali gli Dei poterono consegnarlo.

Nella loro connessione entrambe le parti portano ad espressione

il rapporto completamente nuovo fra gli Dei e gli uomini scaturito nel cosmo mediante il Mistero del Golgota.

 

Rudolf Steiner descrisse la situazione catastrofica venuta a crearsi nello stesso mondo degli Dei immediatamente prima della svolta dei tempi, con parole che le gerarchie superiori (la prima e la seconda) dovettero dire a sé stesse:

«Perdiamo la possibilità che i nostri servitori [gli spiriti della terza gerarchia] intervengano nelle anime umane… Nelle anime umane sorgono forze che non possono più venir dirette da Angeli, Arcangeli e Arcai. Gli uomini ci sfuggono ad opera delle forze di Lucifero e Arimane»  (0.0. 148, 18.12.1913) .

 

Rudolf Steiner parlò di «una grande angoscia» che si sviluppò «in cielo» per la situazione venuta a crearsi (ibidem). L’unica via di uscita fu la discesa del Cristo sulla terra e il Mistero del Golgota. In seguito all’unione del Cristo con un essere umano (Gesù di Nazareth) fino entro il corpo fisico, le gerarchie superiori poterono di nuovo agire nell’uomo come nel periodo precedente alla penetrazione di Lucifero e Arimane nell’evoluzione terrestre. Adesso, la prima gerarchia, attraverso le Arcai potè di nuovo agire nell’uomo entro il sistema del ricambio e delle membra, la seconda gerarchia attraverso gli Arcangeli nel suo sistema ritmico e la terza gerarchia attraverso gli Angeli nel sistema nervoso-sensorio. Mediante il Mistero del Golgota venne quindi ristabilita l’originaria azione delle gerarchie nell’uomo e superata la grande crisi cosmica che aveva afferrato il mondo delle gerarchie superiori, le guide dell’evoluzione terrestre. Il ritmo della meditazione della Pietra di Fondazione, con il quale Rudolf Steiner diede inizio alla parte esoterica del Convegno di Natale, contiene tutti questi tre aspetti del Mistero del Golgota: il suo significato centrale per l’uomo, la terra e le gerarchie superiori.

 

Qui può sorgere la domanda perché i sette successivi ritmi del Convegno di Natale dovettero essere preceduti proprio dal ritmo del Mistero del Golgota? La risposta si trova nell’aspetto dei ritmi, osservato in questo capitolo.

 

Poiché, il sapere riguardante il significato centrale del Mistero del Golgota

per l’evoluzione dell’umanità e per ogni singolo uomo sulla terra,

è la più importante premessa per la cosciente esperienza del Cristo entrando nella sfera solare dopo la morte.

E come vedremo più avanti, sono vaste le conseguenze derivanti,

per l’intera esistenza dell’uomo nei mondi superiori dopo la morte.

Rudolf Steiner richiamò con le seguenti parole l’attenzione

alla necessità di una tale unione con il Cristo nella sfera solare,

il cui fondamento può essere da noi creato solo nel mondo terrestre:

«Dalla terra dobbiamo portare con noi il concetto del collegamento vivente con il Cristo per poter avere il collegamento vivente con il Cristo mediante l’immagine dell’Akasha [nella sfera solare]. Allora troveremo la possibilità di avere anche il Cristo dal sole, la possibilità che il Cristo desti in noi tutte le forze che devono essere destate, se vogliamo attraversare la sfera solare nel modo giusto.»

 

L’ulteriore importanza di accogliere sulla terra le forze derivanti dal Mistero del Golgota fu descritta da Rudolf Steiner come segue:

«Il nostro cammino fra morte e nuova nascita continua. Nell’esistenza terrena abbiamo avuto la forza, specialmente attraverso una disposizione animica e religiosa, di entrare per così dire vivendo nelle entità con le quali eravamo insieme sulla terra e poi nelle entità delle gerarchie superiori. Ma questa forza a poco a poco svanisce [nella misura in cui ascendiamo ai mondi spirituali], si assopisce sempre di più e quanto ci rimane di essenziale è a dire il vero la forza che assorbiamo sulla terra dal Mistero del Golgota, affinché possiamo orientarci nella sfera solare (O.O. 140, 26.11.1912).“

 

Poiché nei sette ritmi del Convegno di Natale abbiamo un cammino che conduce attraverso i mondi superiori come reso possibile solo in seguito al Mistero del Golgota l’unione con questo evento centrale dell’evoluzione terrestre e cosmica, deve costituire sino dall’inizio il fondamento della seguente illustrazione.

Prima di passare alla vera e propria osservazione dei ritmi, partendo dal punto di vista citato, dobbiamo tuttavia ancora prendere in considerazione la breve introduzione, che Rudolf Steiner fece precedere al primo ritmo, poiché in essa è contenuta una importante caratteristica dell’intero cammino.

 

Anzitutto egli richiamò l’attenzione al fatto che

«dai segni del tempo presente» (vale a dire dall’azione dell’impulso di Michele nel presente) la Società Antroposofica dovrebbe esercitare «la massima vita pubblica» nel mondo esteriore. Poiché «l’epoca odierna non sopporta alcun immergersi in qualcosa che sia pieno di mistero» (O.O. 260, 26.12.1923).

Ed è da qui che trae origine secondo le parole di Rudolf Steiner il «problema fondamentale» che la società di nuova formazione innanzitutto dovrà risolvere e cioè risolvere «nei nostri cuori» vale a dire là dove il giorno prima fu immersa la Pietra di Fondazione.

 

Infatti solo se poniamo questo fondamento di una nuova comunità di uomini nei nostri cuori,

possiamo raggiungere che i nostri «cuori possano battere insieme senza che le teste urtino una contro l’altra» (ibidem).

Rudolf Steiner definisce questo «problema fondamentale» della Società Antroposofica anche il suo compito principale:

«Dobbiamo avere ben chiaro che proprio alla nostra società spetterà il compito di collegare la massima vita pubblica pensabile con puro, vero esoterismo» (ibidem).

Nella sua breve introduzione Rudolf Steiner richiama tre volte questo compito rilevando così la sua straordinaria importanza.

 

Come abbiamo potuto vedere, la sorgente di questo esoterismo è il Convegno di Natale. Rudolf Steiner svelò la sua essenza in sette ritmi, nella cui introduzione egli mise particolarmente in rilievo tre aspetti, formulandoli come tre mète, che dovrebbero essere raggiunte dai soci della Società Antroposofica sulla base dell’impulso esoterico del Convegno di Natale:

• «Dobbiamo fare sì che in tutte le nostre azioni

possiamo avere il sentimento della connessione col mondo spirituale» (ibidem).

• Che «in ogni istante con le nostre azioni ci sentiamo responsabili nei confronti del mondo spirituale» (ibidem).

• Che «sappiamo: Il mondo spirituale

vuole realizzare qualcosa con l’umanità nell’attuale momento dell’evoluzione storica,

vuole realizzare questo qualcosa nei più diversi ambiti della vita,

e sta a noi seguire con chiarezza e nella verità gli impulsi provenienti dal mondo spirituale» (ibidem).

 

Solo uno sforzo costante della Società Antroposofica per raggiungere queste tre mète esoteriche sarà secondo le parole di Rudolf Steiner «nel corso del, tempo… unicamente salutare» per tutti i suoi problemi interni ed esterni.

«E perciò giungeremo anche ad un accordo con noi stessi soltanto se in ogni occasione ci compenetriamo con ciò che, come impulsi, può provenire dal mondo spirituale» (ibidem).

E per rilevare ancora che con questi «impulsi provenienti dal mondo spirituale» vanno appunto intesi gli impulsi esoterici del Convegno di Natale, Rudolf Steiner dopo questi «accenni» passò subito all’essenza del primo ritmo che egli caratterizzò come «una parte delle parole che per la volontà del mondo spirituale ieri vi sono state dette» (ibidem).

 

Secondo Rudolf Steiner dunque, a partire dal Convegno di Natale,

l’esoterismo della Società Antroposofica deve portare in sé:

 

a) che noi seguiamo gli impulsi del mondo spirituale come sono apparsi nel Convegno di Natale,

b) che ci sentiamo responsabili nei confronti del mondo spirituale,

ciò che è necessario per seguire gli impulsi esoterici del Convegno di Natale,

c) che percepiamo una costante unione con il mondo spirituale,

come fu reso possibile grazie al Convegno di Natale.12

 

Queste tre condizioni principali del nuovo esoterismo della Società Antroposofìca ora completamente pubblica (secondo il paragrafo 4 degli «statuti»), esposte nell’introduzione ai ritmi, vogliono, secondo il punto di vista di Rudolf Steiner, procurare uno stato d’animo di conoscenza e conferire all’anima le necessarie forze di volontà, affinché possa poi, con l’aiuto del successivo lavoro con i ritmi, raggiungere la loro realizzazione.

 


 

Note:

1 – Nel libro alcuni dei citati aspetti furono menzionati soltanto brevemente oppure osservati nelle note. A quel tempo, per motivi tecnici, il settimo aspetto non potè essere illustrato; questo si trova nell’appendice dopo cap. 2.

2 – Questa relazione venne illustrata per la prima volta da F.W. Zeylmans van Emmichoven nel suo libro La fondazione della Società Antroposofica, cap. «Il Padre nostro».

3Vedi S. O. Prokofieff, La celeste sofia e l’essere antroposofia, Ed. Arcobaleno – Oriago (Ve).

4Vedi precisazioni in S.O. Prokofieff, Rudolf Steiner e la fondazione dei nuovi misteri, Ed. Arcobaleno – Oriago (Ve).

5 – Questa composizione della quarta parte della meditazione (simile a quella delle sue prime tre parti) corrisponde esattamente alla composizione generale della bibbia consistente nel vecchio testamento (il Padre, il passato), nel nuovo testamento (il Figlio, il presente) e nell’apocalisse (lo Spirito Santo, il futuro).

6Vedi il suo libro La fondazione della Società Antroposofica.

7 – Sulla partecipazione dell’anima natanica al Convegno di Natale vedi precisazioni in S. O. Prokofieff, Rudolf Steiner e la fondazione dei nuovi misteri. Della partecipazione di Zarathustra ad esso si parla nel precedente capitolo. La partecipazione del Gautama Budda tuttavia, può essere seguita con gli esercizi nella meditazione delle Pietra di Fondazione (confronta O.0.130, 18.12.1912).

8 – Una tale unione delle forze del Devachan con l’evoluzione della terra fu solo possibile perché il Cristo usò delle forze provenienti da un ambito ancor più elevato.

9Vedi 0.0. 194, 22.11.1919 – In questa conferenza Rudolf Steiner parlò dei due gradi dell’evoluzione del mondo e dell’umanità (la Parola diviene carne e la carne diviene Parola) come delle due più importanti rivelazioni di Michele. Vedi precisazioni più avanti.

10 – In tale connessione le parti microcosmiche della meditazione rappresentano la vera conoscenza dell’uomo quale microcosmo, mentre le sue parti macrocosmiche portano ad espressione l’unione dell’uomo con le gerarchie o il mondo della vita eterna, dal quale fu separato a causa del peccato originale.

11 – Rudolf Steiner nelle sue conferenze sull’apparizione del Cristo eterico descrisse più volte un simile processo. Egli disse che l’uomo, il quale dopo la morte aspira all’incontro con il Cristo eterico, può raggiungere ciò solo se si è già preparato a questo sulla terra. Altrimenti egli deve attendere la successiva incarnazione per recuperare la perdita. Ma la preparazione stessa consiste prevalentemente nell’approfondita «comprensione del Cristo» e del suo atto principale sulla terra, il Mistero del Golgota, come resa accessibile oggi dall’antroposofia (Vedi 0.0. 131, 14.10.1911).

12 – In una delle conferenze sul Karma, Rudolf Steiner più tardi si riferì alle «forze dell’alleanza che abbiamo potuto stabilire con le potenze spirituali del bene mediante il Convegno di Natale» (0.0. 260 a, 23.5.1924).