Prefazione

Che cos’è l’antroposofia


 

Nella presente descrizione si tratta del contenuto di una conferenza

da me tenuta il 3 maggio 2002 dal titolo «What is Anthroposophy?»

in occasione dell’assemblea annuale della Società Antroposofica in Gran Bretagna a Lampeter;

la più antica Università del Galles.

 

Nella storia del Movimento Antroposofico sempre a nuovo diversi autori cercarono di descrivere l’essere dell’Antroposofia e di dare così una risposta a questa domanda.

Sebbene una tale risposta sembri essere quasi ovvia, non è tuttavia per nulla semplice, perché la caratterizzazione dell’Antroposofia può avvenire da lati così diversi che alla fin fine un tale tentativo esprime di più dell’autore stesso che non dell’essere Antroposofia. E questo è giustificato.

Infatti, nel momento in cui afferriamo l’Antroposofia come qualcosa di vivente, non si tratta solo della sua definizione nel pensiero, ma si tratta piuttosto di un vero rapporto con essa che può essere stabilito soltanto come fra un essere e un altro essere e perciò deve avere sempre un carattere individuale.

 

Vorrei citare qui di seguito in particolare alcuni di questi tentativi.

Anzitutto l’eccezionale conferenza di Carl Unger «Che cosa è l’Antroposofia?», il quale la illustra soprattutto come scienza dell’Io superiore considerando in particolare la sua disciplina.

Un ulteriore tentativo è la brochure di Otto Frànkl-Lundborg, dove l’autore nel suo metodo descrittivo caratterizza principalmente la vastità e molteplicità degli ambiti in cui l’Antroposofia apparve portando un rinnovamento. Tale accesso, attraverso la sua illustrazione sistematica, dà una buona visione dei suoi più importanti orientamenti.

Poco tempo fa in questa collana è apparsa ancora una terza pubblicazione. Karen Swassjan ha illustrato l’Antroposofia alla luce dell’opera iniziale di Rudolf Steiner, motivandola da tale punto di vista.

 

A questa serie di pubblicazioni ora si aggiunge un ulteriore tentativo di comprendere l’essere dell’Antroposofia.

Anche questa volta il contenuto, probabilmente, dirà di più dell’autore e del suo rapporto con l’Antroposofia che non dell’Antroposofia stessa.

 

Infatti,

l’essere dell’Antroposofia in definitiva rimane indescrivibile

e si sottrae quindi ad ogni definizione del pensiero.

E l’incontro interiore con Antroposofia

appartiene alle più intime esperienze dell’anima

e perciò non può essere illustrato pubblicamente.

 

La differenza sostanziale delle seguenti esposizioni rispetto ai tre scritti citati consiste nel fatto che questi ultimi si rivolgono principalmente a persone che non hanno necessariamente già familiarità con l’Antroposofia.

Il presente scritto invece premette la conoscenza dei suoi fondamenti, poiché inoltre si tratta più delle centrali conoscenze cristologiche che costituiscono il nucleo dell’Antroposofia.

 

Con queste esposizioni l’autore vorrebbe fare anche una specie di invito ad altri antroposofi che cercano o hanno già trovato un rapporto interiore con l’essere dell’Antroposofia, un invito a dare un ulteriore contributo alla domanda: Che cosa è l’Antroposofia?, partendo dalle proprie esperienze in questo cammino.

 

 

Dornach, luglio 2004 Sergej Prokofieff