Gli anni di apprendistato – Prima epoca (1-7/corpo fisico)

Rudolf Steiner e la Fondazione dei Nuovi Misteri


 

«Chi era Rudolf Steiner?»

Questo è un interrogativo che sorge prima o dopo, non per curiosità, ma anzi con stupore e venerazione, in chiunque conosce le sue opere, sia nell’ambito teorico che in quello pratico, dalle quali partono impulsi straordinariamente stimolanti e fecondi. Se ci mettiamo alla ricerca delle fonti per dare una risposta a questo interrogativo, troviamo in primo luogo i ricordi dei contemporanei che lo hanno incontrato e le cui vite sono completamente mutate a causa di tale incontro, tanto che si sono articolate, nello sguardo retrospettivo, in un periodo prima e in uno dopo quell’avvenimento. Essi ci comunicano l’effetto formatore di destino, sempre colmo di calore, che si sprigionava da Rudolf Steiner.

Altri, i biografi, insistono sul fenomeno della sua opera gigantesca: 350 libri stampati, 42 concepiti per iscritto, quasi 300 che ne restituiscono la parola parlata; e poi le sue realizzazioni, che segnano un’epoca: la pedagogia, diffusa in tutto il mondo (scuole Waldorf), la medicina antroposofica, l’agricoltura biologico-dinamica, la pedagogia curativa, l’euritmia, la formazione della parola parlata (Sprachgestaltung), i Misteri drammatici, e non ultima, l’idea del rinnovamento sociale: la triarticolazione dell’organismo sociale.

 

Quanto più ci occupiamo, proprio in questo senso, della sua opera e della sua vita, tanto più diventiamo coscienti che

la saggezza che egli ha portato nella nostra epoca fluisce da sorgenti

che presero di nuovo a sgorgare soltanto per suo mezzo;

egli infatti si dimostra cittadino consapevole, non solo del nostro mondo sensibile,

ma di quello soprasensibile che sta alla base di questo mondo sensibile.

 

In lui riconosciamo un iniziato; tuttavia non lo perdiamo forse nell’attimo stesso in cui non cerchiamo di porre ancora più profondamente e insistentemente, l’interrogativo: «Chi era Rudolf Steiner?»

Dei grandi iniziati del passato abbiamo conoscenza derivata da antiche storie e da tradizioni frammentarie. La vita di un tale iniziato si distingue da altre biografie: ogni singolo fatto della sua vita è pieno di senso, privo di qualsiasi fortuitezza. L’esperienza complessiva di molte generazioni di ricercatori spirituali, l’esperienza di un’intera epoca di cultura, trova in loro la sua massima sintesi e viene quindi innalzata su un più alto grado. La loro vita diventa il modello anche per molte generazioni successive; le figure di Zaratustra, Ermete e Mosè risplendono verso di noi dalle profondità del passato, come stelle meravigliose, e noi possiamo seguire il loro influsso lungo molti secoli, talvolta per millenni. Sono creatori di culture, fondatori di religioni, aprono vie nuove. Ma a partire dall’inizio dell’era cristiana le immagini delle loro vite e dei loro miti, pur impressionanti, impallidiscono ed entrano nella penombra, sparisce la loro efficacia e sorge al loro posto una nuova cultura umana più esteriore e generalizzata.

 

Invero, dai primi secoli cristiani ci giunge ancora l’informazione di veri iniziati, di Manes, di Parsifal, di Lohengrin, e anche di santi: questi operano ancora fino ad un certo grado in mezzo agli uomini, ma non sono sempre comprensibili nelle loro biografie personali.

Abbiamo invero il presentimento che i grandi iniziati continuino ad agire, nascostamente, dietro le quinte della storia esteriore, e veniamo così a sapere di Cristian Rosenkreuz e di altri, ma essi non escono più dalla loro segretezza per comparire tra gli uomini.

Avvicinandoci di più al nostro tempo, troviamo l’ultima risonanza del vero sapere presso i mistici europei dal XVI al XVIII secolo: figure come Paracelso, Jacob Bòhme, St. Martin e Swedenborg si presentano a noi, ma non sono più degli iniziati in senso stretto; e nel XIX secolo? Si perde sempre di più la capacità di guardare direttamente nei mondi spirituali e la figura dell’iniziato si nasconde completamente dietro il velo del mistero e del silenzio.

 

Mentre l’accesso diretto ad un mondo superiore sembra ormai quasi completamente sbarrato, alla svolta fra i due secoli, il XIX e il XX, comparve Rudolf Steiner, il ricercatore spirituale, quale primo raggio di una nuova epoca luminosa, nel mezzo di un’umanità che sprofondava sempre di più nelle tenebre prive di spirito: una corrente luminosa finora sconosciuta di «nuove rivelazioni» si riversa nel mondo, i più profondi segreti dell’esoterismo cristiano ci appaiono davanti e colmano la nostra vita di un nuovo senso e di un nuovo contenuto.

I grandi iniziati del passato ridiventano visibili nel loro eterno splendore e nella loro grandezza: da figure impallidite delle antiche tradizioni divengono reali guide dell’umanità, pari a fratelli maggiori che conducono Rudolf Steiner immutabilmente e continuamente sulla sua via spirituale. Ancor più, egli si dimostra come il realizzatore degli ideali occulti rosicruciani, poiché con libertà interiore, con l’impegno di tutto il suo essere, egli apre agli uomini, infiammato dagli impulsi dello spirito del tempo Michele, all’inizio della sua signoria, una nuova via di iniziazione conforme ai tempi.

 

Rudolf Steiner inserisce in tutta la cultura dell’umanità

questa via che deve ricongiungere l’uomo con il mondo perduto degli dèi.

Così questa via di iniziazione diventa percorribile a ciascun singolo uomo,

quando si sforza di intendere le antiche parole dei misteri che tornano oggi a risuonare dai mondi spirituali:

«Mutate mente, perchè il mondo dei cieli è vicino.»1

 

• Chi era Rudolf Steiner?

La sua vita non è forse, come quella di tutti i grandi iniziati,

un mistero al quale ci possiamo accostare solo con profondo rispetto?

Il particolare corso della sua vita non diventerà forse il prototipo della moderna via di iniziazione,

della via che l’io di qualsiasi uomo sviluppatosi nell’anima cosciente dovrebbe percorrere

con il medesimo gesto primordiale?

 

Già Friedrich Rittelmeyer, uno dei suoi scolari e contemporanei, che lo capiva profondamente, disse:

• «Senza che Rudolf Steiner ne parlasse, si aveva l’impressione che una tale vita fosse stata preparata da lungo tempo, che nel giusto momento sono stati mandati i soccorsi necessari, e come tutto convergesse in un’impresa che interveniva, colma di saggezza, nella storia dell’umanità. Il mondo esteriore non ne ha il minimo sentore, ma la vita di una guida dell’umanità che ha una missione nell’ambito più elevato, è un’opera d’arte alla quale collaborano uomini ed angeli2

 

Considerando il corso della vita di Rudolf Steiner vogliamo compiere il cauto tentativo di sollevare un poco il velo degli strati nascosti della sua vita e dei segreti del Natale 1923, perchè negli avvenimenti di quei giorni vediamo un compimento e nello stesso tempo un inizio.

• Partendo dal dato di fatto che Rudolf Steiner ha percorso, dal primo all’ultimo gradino, la via di iniziazione conforme al nostro tempo, vogliamo cercare la rivelazione del segreto della sua vita, dapprima nelle sue stesse dichiarazioni che troviamo nei suoi libri e nelle sue conferenze.

Ci limiteremo a quegli attimi e riferimenti chiave che gettano luce nelle basi profonde di quella vita e nel contempo possono svelare in modo nuovo il Convegno di Natale come il vero Mistero fondamentale del nostro tempo. Sorgerà poi davanti a noi il rapporto indissolubile tra entrambi questi misteri, quello della biografia e quello del Convegno di Natale, nei quali fin da principio dominarono potenze terrene e potenze cosmiche.

 

Nella sua prima sentenza direttiva, Rudolf Steiner esprime l’essenza della via antroposofica di iniziazione nel modo seguente:

▸ «L’antroposofia è una via di iniziazione

che vorrebbe ricondurre lo spirituale nell’uomo allo spirituale nell’universo.»3

 

• Ciò significa in concreto che l’uomo che percorre questa via, deve imparare a penetrare con lo sguardo,

sempre più coscientemente, qui nella sfera terrestre,

le forze e le leggi cosmiche che provengono dal mondo spirituale divino e che dominano nel suo inconscio.

• Nello stesso tempo però deve configurare la propria vita,

fin nella più insignificante quotidianità del suo agire, come espressione di correlazioni cosmiche.

• Trasformando e amplificando se stesso nella conoscenza, egli si avvicina così passo per passo alla sua origine,

e così all’alto essere spirituale che, dal Mistero del Golgota in poi, si è congiunto con la sfera terrestre, con il Cristo.

 

Nel reale incontro con il Cristo giunge a compimento la via di discepolato,

come essa fu esemplarmente percorsa da Rudolf Steiner:

in essa lo scolaro è divenuto maestro, che come personale testimone e servitore del Cristo,

può ormai presentarsi apertamente di fronte al mondo intero, può condurre le anime a quelle sante porte,

attraverso le quali si riversa lo Spirito Santo inviato dal Cristo, a redimere la futura evoluzione della Terra.

 

Troviamo elementi di questa nuova via di iniziazione antroposofica anche in più antiche tradizioni rosicruciane. Così i rosacroce medievali sapevano già dei rapporti di determinate tappe della via spirituale con certe età della vita: essi contavano la propria epoca della vita fino al 21° anno, che chiamavano gli anni del noviziato, la seconda dal 21° al 42° anno, gli anni di tirocinio e la terza, dopo il 42° anno l’epoca della maestria.4

• Rudolf Steiner ebbe una volta a chiamare la prima epoca, dalla nascita fino al 21° anno, il periodo della vita in cui sorgono le «esigenze Karmiche».5

• L’epoca tra il 21° e il 42° anno di età è per lui l’«epoca solare»: in questa epoca della vita l’uomo comune sperimenta nell’inconscio, mentre l’iniziato lo fa in piena coscienza, il «mistero interiore del suo io», cioè in senso più ampio «l’essenza del mistero solare».

Naturalmente la prima esperienza dell’io sorge nell’uomo assai prima del 21° anno, ma al discepolo spirituale è possibile sperimentare l’interiore entità del proprio io nel suo rapporto cosmico con il sole, solo dopo quell’età.

• Infine la terza epoca è un’«epoca della realizzazione» nella quale l’iniziato può presentarsi all’umanità come maestro, poiché egli è ora maturato per la sua missione spirituale e può ora cominciarne «l’adempimento».

 

 

Rudolf Steiner stesso diceva, a proposito dell’inizio di questa terza epoca della sua vita:

«Avevo ora raggiunto il quarantesimo anno di età, prima del quale a nessuno, nel senso del Maestro, è lecito presentarsi pubblicamente come Maestro di occultismo

(ogni qualvolta qualcuno insegna prima, c’è un errore)*.»6

 

Ciascuna di queste grandi epoche si suddivide in tre più piccole di sette anni.

 

Rudolf Steiner descrive più volte, nei suoi libri e nelle sue conferenze, le regole cosmiche che stanno alla base della vita umana e che operano in essa con ritmo settennale.

Per noi valgono particolarmente due regole:

• lo sviluppo delle nove parti costitutive dell’uomo

in rapporto con il corso delle epoche di cultura dell’umanità, a partire dall’epoca atlantica,

• e l’influsso che ogni volta venne esercitato da un determinato pianeta nell’evoluzione generale.

 

Possiamo schematizzare questi rapporti, come segue:

 

 

Secondo questo schema, il cosmo circostante, l’intero nostro sistema solare opera sull’uomo. (O.O. 243)

Ogni uomo è sottoposto a queste leggi evolutive, anche l’iniziato, ma per questi significano ancor di più, per lui le età della vita diventano, nella sfera dell’ispirazione, «organi differenziati di comprensione»7: se egli contempla ispirativamente la sua vita tra i 14 e i 21 anni, gli si rivela l’essenza del corpo astrale umano secondo la sua origine cosmica, e, in secondo luogo, l’essenza dell’antica cultura persiana con i suoi segreti, in quanto cultura che ha sviluppato soprattutto il corpo astrale umano, e infine i segreti della sfera di Venere e delle sue entità.

 

Rudolf Steiner afferma: «Nell’iniziazione dipendiamo oggi particolarmente, in un certo senso, dalla nostra età»8 e lo precisa concretamente il 1° giugno 1924 a Stoccarda:

«Ma vedere per propria visione il rapporto tra le cose [che avvengono nella sfera di Saturno]*, lo si può solo quando si è sorpassato il 63° anno di età. Capirete allora perchè solamente ora parlo di qualcosa che sta in rapporto con l’esistenza di Saturno.» 9

Con queste parole Rudolf Steiner ci indica il ruolo che giuocano nella sua stessa vita le diverse epoche in connessione alla conoscenza di determinati segreti cosmici. Perciò considerare lo sviluppo personale di Rudolf Steiner in connessione ai settenni della sua vita, potrà senza dubbio aiutarci ad acquistare una comprensione più profonda della sua individualità, della sua missione e della sua lezione.

 

La fonte principale per la considerazione della vita di Rudolf Steiner è la sua autobiografia, che egli ha scritto negli anni 1923-25 e ha intitolato “La mia vita”. Malgrado la forma facilmente comprensibile dell’esposizione, questa autobiografia contiene molti accenni alle forze segrete evolutive che operarono nella vita terrena di Rudolf Steiner. Perciò ci siamo sforzati di soppesare con la massima attenzione ogni parola e di tener conto, nella descrizione di determinate esperienze, di ogni accenno ad epoche o ad annate.

Mediante tale lettura introspettiva può venir afferrato, in molte righe del testo, l’elemento profondamente esoterico che è il vero fondamento di quella vita.

 

Un aiuto essenziale per la comprensione del primo settennio di Rudolf Steiner, come d’altronde di quello di ogni uomo, lo può prestare la descrizione di quell’epoca nel libretto «L’educazione del bambino dal punto di vista della scienza dello spirito»: Rudolf Steiner vi dice che nel bambino vien costruito, fino ai sette anni, il corpo fisico. In questa epoca le impressioni e gli influssi esterni formano da fuori la corporeità, ancora molto plasmabile, del bambino, a strumento della sua volontà, che si realizzerà poi in tutte le epoche successive della sua vita.

«Perchè una tale volontà deve trovare un sostegno nelle forme pienamente sviluppate del corpo fisico.» 10

Le impressioni esterne e tutto l’ambiente del bambino agiscono in questa età, a sua insaputa, sulla sua corporeità, affinchè questa possa essere nei tempi successivi di sostegno per gli impulsi di volontà, che in quest’epoca si fondano e vengono tuttavia a coscienza solo molto più tardi, quando trovano la loro realizzazione. Perciò ogni avvenimento durante questa prima età della vita può essere considerato fondamentale e sintomatico per gli impulsi di volontà dell’uomo che si svilupperanno in tempi posteriori.

 

Prima epoca (1-7/corpo fisico)

 

Rudolf Steiner nacque il 27 febbraio 1861 a Kraljevec (oggi in Croazia/Jugoslavia) un piccolo villaggio in quel territorio che sta tra l’Europa centrale e l’Europa orientale, mentre i suoi genitori provenivano dalla Bassa Austria.

▸«Così è avvenuto che il luogo della mia nascita è assai distante dalla regione della Terra dalla quale traggo le origini.»11

Così parla Rudolf Steiner stesso, nella descrizione della sua vita, sulla discrepanza tra gli influssi della sua eredità e quelli del suo luogo di nascita. Rudolf Steiner proviene da una stirpe medioeuropea, portatrice quindi della quinta epoca di cultura postatlantica e in particolare dell’impulso dell’io; fu generato tuttavia al confine dell’Europa orientale, laddove, nella futura sesta epoca di cultura postatlantica si dovrà sviluppare la cultura del Sè spirituale, l’io superiore dell’uomo.

 

• Così la costellazione della nascita fisica di Rudolf Steiner parla già della sua missione,

quella di aprire all’io terreno dell’uomo la strada verso il suo vero io superiore.

 

Possiamo veramente pensare a questa costellazione di nascita di Rudolf Steiner come ad una profonda immagine del suo impulso fondamentale, immagine che venne impressa in lui fino nella sua corporeità.

Più tardi, in una conferenza per i russi, egli parlò del significato spirituale del suo luogo di nascita, con le parole seguenti:

«É un dato simbolico, cari amici teosofi, ma parlando appunto simbolicamente – non avevo che da farmi condurre dall’impulso diretto presente nella mia attuale incarnazione, non mi fraintendete, è solo un dato di fatto – i portatori esteriori del sangue da cui derivo venivano da territori tedeschi dell’Austria: là non potevo venir generato. Io stesso nacqui in territorio slavo, come tale completamente estraneo all’ambiente e a tutte le particolarità da cui derivano i miei antenati. Così si impose a me – e lo dico solo simbolicamente – all’inizio della mia attuale incarnazione, il fatto che abbiamo in Europa centrale la vocazione di staccarci nella teosofia da ogni interesse speciale…»12

 

Nell’anno 1863 i genitori di Rudolf Steiner si trasferiscono nella piccola stazione ferroviaria di Pottschach nella Bassa-Austria: in questa località posta al piede delle Alpi, con i suoi meravigliosi dintorni, egli passò la maggior parte del primo settennio della sua vita. Le più forti impressioni, in questa epoca, sono quelle della bellezza ed elevatezza della natura circostante e anche quelle del piccolo mondo della stazione ferroviaria nella quale lavorava suo padre.

Entra così vigorosamente nella vita di Rudolf Steiner, già dalla prima infanzia, il contrasto tra natura e tecnica, in senso più profondo tra spirito e materia, come due finora non conciliati settori del mondo: si impone nella coscienza del bambino, ma ancor più nel suo inconscio, dove, preparando il cammino ulteriore di Rudolf Steiner, provoca quasi l’aspirazione di riunire questo divario in una sintesi superiore.

 

Seguendo i dati di Rudolf Steiner, possiamo scorgere in questo contrasto tra natura e tecnica, anche una duplice azione delle forze lunari: una volta attraverso gli spiriti della natura che nella loro maggioranza sono sorti durante l’antica evoluzione lunare13 e hanno il compito di portare sulla Terra gli impulsi di saggezza cosmica raggiunti nell’antica Luna, ciò che si esprime soprattutto nella bellezza della natura pervasa di alta saggezza: in secondo luogo questi spiriti elementari hanno per avversari dei demoni della natura che agiscono nelle invenzioni tecniche sviluppate dagli uomini, al quale argomento Rudolf Steiner accenna, per esempio, nelle conferenze sul Quinto Vangelo.

Egli vi descrive come in tempo di eclissi di sole i demoni lunari vengono fuori dalla tecnica creata dall’uomo.14

Vediamo così che le più forti impressioni ricevute da Rudolf Steiner in quell’epoca si ricollegano direttamente con le forze lunari nascostamente attive nel suo ambiente.

 

Vi è infine da nominare un avvenimento importante in questa epoca della vita di Rudolf Steiner, che può essere visto come una previsione profetica sulla sua futura missione: la prima esperienza dei limiti della conoscenza e nel contempo del desiderio di superarli, in riferimento alla filanda, inaccessibile al bambino, nella quale egli vedeva spesso scomparire i vagoni ferroviari, nella quale però era impossibile a lui entrare personalmente.

Se si confronta la descrizione nella sua autobiografia dei suoi primi quattordici anni di vita, con quanto espose più tardi nell’opuscolo “L’educazione del fanciullo dal punto di vista della scienza dello spirito”, si può scoprire uno stupefacente accordo interiore, fino nei più piccoli dettagli. In questo scritto, Rudolf Steiner parla di come il bambino vada educato secondo le forze e le leggi cosmiche che operano obiettivamente in lui in quell’epoca.

Egli stesso potè poi, nell’età adulta, scorgere chiaroveggentemente quelle medesime forze, le quali, grazie al decorso karmicamente predeterminato degli avvenimenti, agirono indisturbate in lui nella sua infanzia e nella sua giovinezza. Si possono così trovare negli avvenimenti descritti nell’autobiografia di Rudolf Steiner fino al suo 14° anno, i germi di quasi tutti i principi emersi più tardi nella pedagogia antroposofica.

 


 

* Le indicazioni poste tra parentesi sono commenti dell’autore.

 

1 – Matteo, 3,2.

2 – F. Rittelmeyer. «Meine Lebensbegegnung mit Rudolf Steiner» (Il mio incontro nella vita con Rudolf Steiner) Stoccarda 1980, pag. 102.

3 – O.O. 26, Nr. 1, 17/2/1924, EAM 1969 pag. 15.

4 – O.O. 243,16/8/1924 Laterza 1931 pag. 109.

5 – Vedi nota 49 del III cap.

6 – Rudolf Steiner, Marie Steiner von Sivers: Briefwechsel und Dokumente (Corrispondenza e documenti) 1901-1925 – Aufzeichnungen von Barr (Annotazioni di Barr). O.O. 262.

7 – O.O. 243,16/8/1924 Laterza 1931 pag. 121.

8 – Id. pag.119.

9 – O.O. 240,1/6/1924.

10 – O.O. 34: Rudolf Steiner «L’educazione del bambino dal punto di vista della scienza dello spirito» EAM 1977, pag. 39.

11 – O.O. 28 I cap., EAM 1961 pag. 8.

12 – O.O. 158,11/4/1912.

13 – O.O. 102.

14 – O.O. 148, 2/10/1913