Il cerchio dello Zodiaco e le Gerarchie Spirituali – Pesci

Le 12 notti sante e le Gerarchie Spirituali


 

 

 

 

«E nuovamente, senza che ciò sia invero un sapere della scienza attuale,

esistono queste dodici Notti Sante, come fissate dalle segrete, sagge profondità dell’anima dell’Umanità,

come se volessero dire:

Sentite tutta la profondità della festa del Cristo;

ma poi immergetevi durante le dodici Notti Sante nei segreti più santi del Cosmo!

– Cioè nella regione dell’Universo, dalla quale il Cristo è disceso sulla Terra.»

 

Rudolf Steiner, 21 Dicembre 1911

 

 

Simili a due maestose colonne si elevano nel Tempio dell’Anno le due feste invernali: Natale ed Epifania,

e stanno ad indicare la nascita dell’uomo e la nascita di Dio nella sfera terrestre,

• la nascita dell’uomo originario Gesù di Nazareth

• e la successiva nascita, nei suoi involucri, del supremo spirito del nostro Cosmo, il figlio Divino stesso, il Cristo.

 

• Fra queste due feste, simile ad una possente scala cosmica si estendono le dodici Notti Sante,

come dodici gradini ascendenti della coscienza universale,

che uniscono l’umanità alla sfera della più alta spiritualità cosmica.

 

«Da Gesù a Cristo» – in queste poche parole può essere caratterizzato tutto il significato di questo grande passaggio o ascesa, che conduce dal grado umano attraverso i nove gradi delle entità delle Gerarchie Spirituali, che governano tutta la evoluzione della nostra Terra, ai più alti gradi dello Spirito Santo e del Figlio divino, il Cristo, in quanto la loro influenza si manifesta nell’ambito del nostro Cosmo, ovvero nei confini che la sua sfera zodiacale abbraccia.

 

In questo senso il cammino dal Natale all’Epifania può diventare per noi contemporaneamente l’ascesa alla grande «regione dell’Universo, dalla quale il Cristo è disceso sulla Terra», e una strada che ci conduce durante le dodici Notti Sante attraverso tutte le dodici regioni dell’Universo stellare, dalla regione dei Pesci, che conserva in sè le origini dell’essere umano, fino alla regione dell’Ariete, attraverso le porte del quale il Cristo un tempo entrò nel nostro Cosmo dalla sfera suprema del Macrocosmo, quella del Padre, la quale è situata oltre il cerchio dello Zodiaco.

 

Quanto esposto qui di seguito è un tentativo di descrivere, sulla base dei risultati della moderna Scienza dello Spirito il cammino che conduce, attraverso le dodici regioni del cerchio dello Zodiaco, all’unione cosciente con tutte le Gerarchie del Cosmo.

 

La prima relazione fra la regione zodiacale dei Pesci e l’essere stesso dell’uomo può diventare più comprensibile per noi se prendiamo in considerazione quanto segue.

 

Il livello di evoluzione a cui si trovava l’uomo

quando, nel mezzo dell’epoca Iperborea, il Sole si separò dalla Terra,

è legata all’immagine del pesce (O.O. 106, 10.9.1908).

 

Allora il sole non splendette più spiritualmente dall’interno degli esseri terrestri, ma li illuminò soltanto dall’esterno. Questa situazione viene descritta da Rudolf Steiner con le seguenti parole:

▸ «Venne poi il momento in cui il Sole si staccò dalla Terra. Egli se ne separò e la sua luce ricadeva dall’esterno sulla Terra … all’interno dell’uomo allora si fece buio. Era l’inizio della sua evoluzione verso quel punto dei tempi futuri, in cui dovrà ritrovare dentro di sè lo splendore della luce interiore. L’uomo doveva imparare a riconoscere con i suoi sensi esteriori gli oggetti della terra. Egli evolverà fino al punto in cui al suo interno nuovamente arderà e risplenderà l’uomo superiore, l’Uomo-Spirito. Dalla Luce, attraverso le tenebre, alla Luce, questo è il percorso dell’evoluzione dell’Umanità» (O.O. 96, 17.12.1906).

 

Il Pesce simbolizza proprio questa evoluzione. Le Forze della regione dello Zodiaco che gli corrispondono irradiavano i loro influssi quando l’Essere del Cristo lasciò la Terra insieme al Sole. Ed esse saranno di nuovo attive quando nell’uomo, che avrà conquistato con dura lotta nella oscurità dell’anima la libertà individuale, inizierà a sorgere nuovamente il Sole Spirituale interiore; quando il Cristo, unitosi all’evoluzione della Terra attraverso il mistero del Golgota, progressivamente risveglierà nell’anima umana l’uomo superiore solare.

 

Soltanto con l’inizio del suo risveglio l’umanità si avvierà a divenire la Decima Gerarchia, si avvierà sulla via di realizzazione di quella meta che le è predestinata dall’Universo.

L’inizio di questa epoca cade precisamente ai giorni nostri, che sono di nuovo sotto il segno dei Pesci; l’umanità, sotto la direzione dell’arcangelo Michele che la guida attualmente, deve gradatamente giungere all’esperienza eterica del Cristo, come Sole interiore dell’anima (O.O. 152, 2.5.1913 e O.O. 26, 31.8.1924).

 

Perciò il simbolo dei Pesci presso i primi cristiani indica non soltanto l’epoca in cui il Cristo lasciò la Terra insieme al Sole, ma anche, in modo profetico, quel tempo in cui il Cristo risplenderà nuovamente come un Sole nell’anima dell’uomo, ormai libero e pienamente cosciente.

 

Allora il Cristo stesso condurrà quell’anima al suo supremo scopo, diventare Decima Gerarchia, permettendole di nuovo, ma questa volta in modo pienamente cosciente, di entrare a far parte, come anello conclusivo in qualità di Decima Gerarchia, del grande tutto delle Gerarchie.

 

Ritroviamo così l’Alfa e l’Omega di tutta l’evoluzione umana nel segno dei Pesci, segno che esprime la vera essenza dell’essere umano, l’Anthropos.

 

Da quanto detto risulta chiaro che il primo essere umano che accolse in sè il Cristo sulla Terra – Gesù di Nazareth (cioè l’anima nathanica, proveniente direttamente dalla antica epoca lemurica, della quale la precedente epoca dei Pesci costituiva l’accesso) doveva, come preparazione alla sua missione, ricevere l’iniziazione dei Pesci (O.O. 124, 6.12.1910), la penetrazione nel segreto del futuro divenire l’umanità Decima Gerarchia, per mezzo dell’unione col Cristo, come vero Sole dell’anima.

 

Perciò nelle scuole esoteriche o nelle comunità dove si aveva coscienza di questa futura destinazione dell’umanità, e dove si cercava la strada per realizzarla, si incontra sempre il simbolo dei Pesci. Per esempio: i discepoli più vicini al Cristo Gesù erano pescatori, perchè dovevano costituire il primo embrione della futura umanità come Decima Gerarchia.

 

▸ «Il Cristo Gesù attira verso di sè tutti coloro che cercano pesci. Perciò tutti i suoi primi Apostoli erano pescatori»,

dice a questo proposito Rudolf Steiner (O.O. 124, 12.12.1910).

A questo alludono le parole del Cristo medesimo, quando si rivolge a Pietro dicendo:

▸«D’ora in poi sarai pescatore di uomini». (Luca 5,10).

 

In questo senso va compreso il fatto che nella tradizione esoterica cristiana il custode del Graal riceveva il nome di Re Pescatore (Fischerkonig). Troviamo simili riferimenti anche in epoca precristiana. Così nell’antichità il grande Manu viene a sapere dell’imminente diluvio da un pesce (Mahabharata III e Matsya-purana 1,2) e, nell’epopea di Gilgamesch, Enkidu viene chiamato “figlio di pesce”.

 

Nell’organismo umano ai Pesci corrispondono i piedi. Per la loro forma e struttura «a volta», essi non possono che appartenere ad un essere dalla statura eretta. In questo, come già osservava Goethe, consiste la sostanziale differenza fra il corpo dell’uomo e quello dell’animale. Attraverso i piedi viene regolata la giusta relazione dell’uomo con le forze della Terra. Nell’antichità la stazione eretta fu la prima e più importante conseguenza dell’effusione della sostanza dell’Io nell’uomo.

 

Come un ricordo occultato di questo importantissimo momento dell’evoluzione dell’uomo, a partire dal quale l’uomo intraprese il suo pellegrinaggio terreno, si conservano nel corpo dell’uomo i piedi-pesci. Essi serbano in sè, in certo qual modo, il ricordo dell’esistenza fisica dell’uomo. Perciò la genealogia del Gesù del Vangelo di Luca (dell’anima nathanica) passa attraverso tutta l’evoluzione dell’umanità fino ad Adamo stesso e persino a Dio, mostrando così l’origine di quel corpo fisico nel quale dovrà poi discendere il Cristo.

 

I piedi umani pure conservano in sè il segreto dell’origine del corpo fisico del Cristo. E colui che doveva offrirgli il suo corpo fisico doveva conoscere questo segreto, il che di nuovo era possibile soltanto come risultato dell’iniziazione dei Pesci.

 

Giovanni Battista ebbe il compito di preparare questa iniziazione, e di lui Rudolf Steiner dice:

 

▸ «Giovanni prepara l’iniziazione dei Pesci, che deve avere il Nazareno (Gesù di Nazareth)

affinchè possa accogliere in sè il Cristo». (O.O. 124, 18.12.1910).1

▸ «Da qui il noto segno dei Pesci per il Portatore del Cristo, che è un antico simbolo.

Perchè … l’iniziazione … che si realizzò in modo segreto attraverso tutti i misteri che avvennero intorno al Gesù,

fu una Iniziazione dei Pesci» (O.O. 124, 12.12.1910).

 

 


 

Note:

1 – Secondo il contenuto del 5° Vangelo il Gesù nathanico e Giovanni Battista si incontrano più volte e conversarono insieme nel corso del settennio precedente il Battesimo di Gesù nel Giordano (O.O. 148, 4.10.1913).