Il Mistero del Golgota

Il Mistero della resurrezione


 

Il Mistero del Golgota è l’evento centrale dell’evoluzione dell’umanità.

Ricordandolo a Pasqua, nel corso dell’anno abbiamo di fronte la Festa di Michele. Se nella Festa di Pasqua si tratta del ricordo delle azioni di un essere divino sulla Terra, la Festa di Michele un giorno nascerà dalla forza puramente umana. Rudolf Steiner definisce la sua futura fondazione «un’Antroposofia superiore» (O.O. 224, 23.5.1923).

 

Il Mistero del Golgota consiste in due grandi passi: nella morte e nella resurrezione del Cristo.

Le forze della resurrezione Gli sono immanenti sin dai primordi.

 

Infatti, Egli viene dal regno dell’eterna resurrezione e porta in sé le sue forze. In una decisione completamente libera Egli decide tuttavia di condividere con gli uomini ciò che sin dall’inizio non fa parte del Suo destino, ma di quello degli uomini. Infatti, tutti gli uomini sono mortali. E con questa morte il Cristo vuole unirsi in libera volontà, per superarla per sempre per tutti gli uomini.

Per risolvere questo doppio problema, il corpo fisico nella sua nuova figura soprasensibile deve essere portato con sé nel mondo spirituale, per continuare là a formare il fondamento della coscienza umana dell’io, creata nella resurrezione del Cristo.

Perciò Rudolf Steiner dice che dobbiamo considerare «il Mistero del Golgota come qualcosa di reale», «come qualcosa che è avvenuto nell’evoluzione terrestre e che doveva avvenire; perché in effetti è letteralmente la salvezza dell’Io umano» (0.0. 131, 11.10.1911).

 

Questa salvezza avvenne mediante la creazione del corpo di resurrezione,

vale a dire mentre il Cristo nel Mistero del Golgota ha trasformato in Parola

il corpo (o nell’espressione biblica, «la carne») del Gesù di Nazareth,

per poter vivere nel mondo Spirituale in questo corpo divenuto Parola.

 

E da allora ogni uomo può trovare da se stesso in propria libertà,

l’accesso a tale realtà di salvezza dell’Io nella resurrezione.

Nel nostro tempo ciò avviene nel cammino della nuova manifestazione di Michele.

 

Per le due Feste – Pasqua e S. Michele – Rudolf Steiner dà una sorta di parola guida:

⮚ «Festa di Pasqua: prima la morte, poi la resurrezione;

⮚ Festa di Michele: prima la resurrezione dell’anima, poi la morte» (0.0. 223, 1.10.1923).

La resurrezione fa parte del Cristo,

la morte è collegata inseparabilmente con il destino degli uomini sulla Terra.

 

Mediante l’azione del Golgota tuttavia l’uomo può divenire partecipe alle forze di resurrezione del Cristo e con ciò incontrare le forze della morte, senza morire. Questo è il moderno cammino micheliano al Cristo.

Rudolf Steiner ne dà la seguente formulazione:

• «Così, dalla resurrezione di Cristo l’uomo troverà la forza di morire in Cristo,

vale a dire di accogliere durante la vita terrena nella propria anima il Cristo risorto,

affinché possa morire in Lui, vivendo»

(ibidem, 2.4.1923), ciò significa attraversare una moderna iniziazione.

 

A tale riguardo egli parla anche della «resurrezione che l’uomo celebra nel proprio intimo» (ibidem, 1.10.1923) acquistandosi così la possibilità di incontrare le forze della morte in modo nuovo, per poter assolvere i suoi compiti in mezzo all’attuale civiltà. Questa infatti è compenetrata in modo crescente dalle forze della morte, che l’uomo può vincere soltanto con l’impulso della resurrezione nell’anima. Altrimenti egli correrebbe il pericolo di venir prima o poi sopraffatto da queste forze con la conseguenza che anche la Terra non raggiungerebbe la meta della sua evoluzione. Affinché questo non avvenga, la futura Festa di Michele deve esserci di orientamento.

 

Nel senso del pensiero micheliano, la via alla fondazione di questa Festa si trova in una vera comprensione scientifico-spirituale del Mistero del Golgota. Infatti, nel collegarsi coscientemente con ciò che sta al suo centro, il corpo di resurrezione del Cristo, si trova la vera salvezza dell’Io e con ciò dell’essere umano in genere.

Senza un tale rapporto con il corpo di resurrezione,

l’Io dell’uomo soggiace ad un duplice pericolo di distruzione:

• o una vita nel senso di un forte sviluppo dell’Io individuale, che non possiede alcuna immortalità e termina definitivamente con la morte (la via occidentale),

• oppure invece, il raggiungimento dell’immortalità a spese dell‘Io individuale, il quale nell’accedere al mondo spirituale e qui, vale a dire, nell’entrare nel Nirvana, in una costante estasi si dissolve come una goccia nell’oceano (la via orientale).1

 

In tale contesto Rudolf Steiner parla di due grandi rivelazioni di Michele.

La prima si trova nel Prologo del Vangelo di Giovanni con il messaggio centrale:

«E la parola divenne carne e abitò fra noi» (Gv 1,14; traduzione di E. Bock).

 

La seconda rivelazione di Michele, valida per il nostro tempo e oltre questo, sino alla fine dell’evoluzione della Terra, è formulata così:

«E la carne dell’uomo deve essere nuovamente spiritualizzata, affinché raggiunga la facoltà di abitare nel regno della Parola, per contemplare i Misteri divini.

L’incarnazione della Parola è la prima rivelazione di Michele,

la spiritualizzazione della carne deve essere la sua seconda rivelazione» (O.O. 194, 22.11.1919).

 

Nel regno della Parola Universale tuttavia, può vivere solo un essere, che nella propria evoluzione è divenuto esso stesso Parola pura. E ai «Misteri divini» che là possono essere contemplati dagli uomini alla luce della conoscenza spirituale, appartiene soprattutto il Mistero del corpo di resurrezione. Infatti, soltanto la cosciente unione con esso conduce oggi alla realizzazione della seconda rivelazione di Michele.

Questo deve stare al centro della futura Festa di Michele. Infatti, il compito connesso ad essa, secondo Rudolf Steiner sta nella comprensione del Mistero del Golgota dall’attuale impulso di Michele.

 

«E la grande differenza in tutte le dottrine e in tutta la saggezza, pervenute nell’evoluzione della Terra dal Mistero del Golgota, è la seguente:

• Con l’arrivo dello Spirito di Michele sulla Terra [con l’inizio della sua attuale epoca], mediante la sua ispirazione, l’umanità potè gradualmente iniziare a comprendere tutto ciò che significa l’Impulso-Cristo, il Mistero del Golgota» (O.O. 152, 2.5.1913).

Con «comprendere» qui non è inteso soltanto l’appropriarsi di nuovo sapere, ma è inteso l’inizio del cammino nel quale l’uomo in modo libero e cosciente può giungere all’esperienza conoscitiva della realtà della resurrezione.

Il lavoro interiore con la meditazione della Pietra di Fondazione prepara la via a ciò.

 

• Appartiene alle più grandi scoperte che si possono fare nell’ambito della Scienza dello spirito di Rudolf Steiner,

il fatto che la meditazione della Pietra di Fondazione da lui data durante il Convegno di Natale,

descrive con precisione l’essere del corpo di resurrezione, aprendo con ciò l’accesso al suo essere.

 

Ci viene mostrato soprattutto dal «ritmo» speciale, in cui Rudolf Steiner pronuncia per la prima volta questa meditazione durante la Posa della Pietra di Fondazione il 25 dicembre 1923. Prima egli legge le tre strofe microcosmiche delle prime tre parti, che portano ad espressione l’essere triarticolato dell’uomo.

Poi Rudolf Steiner legge la quarta parte che indica la preparazione alla svolta dei tempi

mediante le diverse correnti dei Misteri

e il Mistero del Golgota, quale risplendere del Cristo-Sole spirituale nell’evoluzione della Terra.

Dopodiché si tratta della conseguenza principale di questo evento:

l’unione dell’uomo con la spiritualità di tutto l’universo.

E adesso Rudolf Steiner legge di nuovo le strofe microcosmiche delle prime tre parti, ora tuttavia rispettivamente connesse con le tre strofe macrocosmiche. (Per cui già in un’altra opera ho definito questo ritmo, quale ritmo del Mistero del Golgota, infatti in esso appare il suo intimo essere.)

 

Osserviamo la Pietra di Fondazione stessa con maggiore precisione da questo punto di vista. Il 25 dicembre 1923 durante la Posa della Pietra di Fondazione, Rudolf Steiner dice che la scoperta della triarticolazione del corpo fisico appartiene ai suoi più importanti risultati d’indagine scientifico-spirituale. La sua ricerca in merito durò più di trent’anni, prima di poter parlare pubblicamente per la prima volta nel 1917 dei risultati nell’appendice al suo libro Enigmi dell’anima (0.0. 21) (Vedi anche 0.0. 28, cap. V). Questa conquista di Rudolf Steiner può essere definita indubbiamente epocale, paragonabile soltanto alle più grandi scoperte scientifiche degli ultimi secoli. In merito Carl Unger scrisse: «Va fatto onore a Rudolf Steiner, poiché in questo ambito egli ha fatto una scoperta, altrettanto importante come la scoperta della circolazione del sangue per mezzo di Harvey.

 

È la scoperta della triarticolazione dell’entità umana

Qui si tratta del fatto che il corpo umano consiste in tre sistemi:

• nel sistema del capo, dei nervi e dei sensi,

localizzato principalmente nel cervello e nei nervi;

• nel sistema ritmico, che compenetra anch’esso l’intero corpo,

ma ha il suo centro soprattutto nel cuore e nel polmone;

• e nel sistema delle membra, che comprende sia i processi metabolici,

come pure i muscoli e la struttura ossea dell’uomo.

 

Soltanto in base a tale scoperta potè essere compiuto il passo definitivo all’incarnazione dell’impulso antroposofico nella vita fisico-sensibile.

Dobbiamo vedere il punto di partenza spirituale dell’Antroposofia nell’esperienza del Cristo di Rudolf Steiner alla svolta del secolo, vale a dire nel suo Io compenetrato dal Cristo. Dopodiché, mediante la lettura di Rudolf Steiner nella luce astrale, vennero creati i fondamenti conoscitivi dell’Antroposofia. Più tardi, egli stesso descrisse lo sviluppo dell’Antroposofia in tre settenni, partendo dal 1902 con la fondazione della Sezione Tedesca della Società Teosofica.

Così,

• nel primo settennio vennero esposti soprattutto i risultati delle indagini, che poi vennero rappresentati per iscritto nel libro La scienza occulta.

• Nel secondo settennio, in cui si lavorava dalle forze eteriche, si trattava soprattutto di tre ambiti. Erano il rinnovamento delle arti, lo sviluppo della cristologia antroposofica e l’annunciazione del Cristo eterico.

• Con la scoperta dei tre sistemi del corpo fisico ora avvenne il passaggio al terzo settennio, nel quale mediante la fondazione di diverse iniziative pratiche, l’Antroposofia doveva affermarsi con successo nel mondo fisico.

 

Con la scoperta sopra illustrata non è soltanto descritto il fenomeno archetipico del corpo umano in senso goethiano, con il quale era stato fatto il decisivo passo alla conoscenza scientifica della sua triarticolazione, ma venne anche posto il fondamento per la comprensione del Mistero della resurrezione.

Infatti, nella resurrezione il Cristo ha unito inseparabilmente

l’intera spiritualità del mondo ai tre sistemi del corpo di Gesù.

 

Nelle tre strofe macrocosmiche della meditazione della Pietra di Fondazione è riassunta questa situazione di fatto e riguarda la nascita, la morte e la resurrezione del Cristo Gesù nel senso del triplice motto rosicruciano.

La spiritualità del mondo di cui qui si tratta, nel senso della meditazione della Pietra di Fondazione consiste nelle forze della divina Trinità, che agisce attraverso le nove Gerarchie nel cosmo e viene percepita, ossia udita dagli Spiriti elementari, quale conseguenza dell’unione del Cristo con la Terra.

Possiamo anche dire: Le tre strofe microcosmiche delle prime tre parti della meditazione della Pietra di Fondazione descrivono la vita del Gesù di Nazareth prima del battesimo nel Giordano, come pure la complicata preparazione della sua corporeità terrena, di cui Rudolf Steiner parla soprattutto nelle conferenze sul Quinto Vangelo.

 

• Questa preparazione conduce al fatto, che sulla Terra nasce per la prima volta un essere umano, il quale riguardo il suo corpo può «veramente vivere» «nell’essere universale dell’uomo», riguardo la sua anima può «veramente sentire» «nell’attività dell’anima umana» e riguardo il suo Spirito può «veramente pensare» «nelle profondità dello Spirito umano». Infatti, soltanto un tale uomo, che portò in sé una completa armonia di corpo, anima e Spirito, potè divenire il portatore terrestre dell’entità cosmica del Cristo.

 

• Se quindi le tre strofe microcosmiche delle prime tre parti della meditazione della Pietra di Fondazione

indicano l’elevazione dell’uomo sino al grado in cui egli può divenire

un vero portatore del Cristo o un Cristoforo,

• allora le «tre macrocosmiche indicano il grande cammino del Cristo verso la Terra:

dalle altezze per noi inimmaginabili della Trinità divino-spirituale,

attraverso i ranghi di tutte le nove Gerarchie, dai Serafini agli Angeli,

per unirsi sulla Terra al corpo del Gesù di Nazareth preparato per Lui.

 

In questo modo,

• nei tre anni che seguirono il battesimo nel Giordano

– dopo che le migliori forze terrene avevano operato al corpo di Gesù per trent’anni –

ora si aggiunsero le forze cosmiche del Cristo.

• Queste trasformarono i tre sistemi del corpo fisico,

– il sistema del capo nel primo anno,

– il sistema ritmico nel secondo anno,

– le membra nel terzo anno,

affinché potessero servire il successivo processo di resurrezione.

Ora Rudolf Steiner indica che soprattutto l’ultimo grado possiede un significato del tutto singolare per l’ulteriore evoluzione dell’umanità. Infatti, prima della vita del Cristo Gesù sulla Terra, a nessun iniziato fu possibile conseguire il potere spirituale sul sistema osseo del corpo (vedi 0.0. 112, 3.7.1909). Soltanto dopo questa preparazione della durata di tre anni potè avvenire il Mistero della resurrezione, nel quale,

dopo la morte di Gesù venne compiuta mediante il Cristo

l’unione dei tre sistemi del suo corpo con la più alta spiritualità del mondo.

 

Nel senso della meditazione della Pietra di Fondazione, il corpo di resurrezione così nato può essere caratterizzato nel seguente modo:

Il corpo di resurrezione è il corpo umano,

nel cui sistema del capo agiscono le forze dello Spirito Santo

con la mediazione della terza Gerarchia, Arcai, Arcangeli, Angeli,

nel cui sistema ritmico si esplicano le forze del Cristo, quale Figlio di Dio

con la mediazione della seconda Gerarchia o Gerarchia solare, Kyriotetes, Dynameis, Exusiai

e nel cui sistema delle membra sono attive le forze del Padre

con la mediazione della Gerarchia più alta, Serafini, Cherubini, Troni.

• Con ciò nell’evoluzione del cristianesimo Rudolf Steiner ha dato per primo una moderna descrizione scientifìco-spirituale dell’essere del corpo di resurrezione e così del nucleo del Mistero del Golgota, divenendo con ciò l’essere della resurrezione accessibile alle libere forze di conoscenza dell’uomo.

Possiamo vedere la piena portata di questo evento dal fatto, che nel XIII secolo Tommaso d’Aquino era ancora convinto, che l’uomo con le sue forze di conoscenza potesse ricercare unicamente l’esistenza di Dio, ma non il Mistero della resurrezione.

Nell’attuale epoca tuttavia, in cui l’evoluzione dell’umanità

è orientata soprattutto ad un rapporto conoscitivo con il mondo,

il futuro del cristianesimo dipende dal dischiudersi anche in modo conoscitivo

dell’accesso al suo punto centrale, il Mistero del Golgota.

Il raggiungimento di ciò, fu il più importante compito terreno di Rudolf Steiner.

 

Una volta egli stesso ha accennato al perché proprio nel nostro tempo queste verità devono manifestarsi agli uomini. Egli pone la base in una breve frase, tuttavia affermativa, che caratterizza la situazione del cristianesimo nell’umanità del presente dal punto di vista spirituale: «Io è divenuto il cristianesimo» (O.O.109, 15.2.1909; corsivo di Rudolf Steiner).

 

Profeticamente nei Suoi «Discorsi di commiato» dal Vangelo di Giovanni (14-17) il Cristo indica questo nuovo rapporto. Là, dopo aver indicato ai Suoi discepoli il prossimo Mistero del Golgota, Egli dice loro: «Non posso più chiamarvi servi, perché il servo non sa ciò che fa il suo padrone. Vi chiamo amici perché tutto quello che ho udito dal Padre mio ve l’ho fatto conoscere» (Gv 15,15; traduzione di E. Bock).

Con ciò viene messo in rilievo la centrale importanza della conoscenza per il futuro del cristianesimo. Infatti, soltanto mediante questa l’uomo da servo della legge si innalzerà a amico di Dio, del Cristo, per divenire il Suo cosciente collaboratore, che può operare in libertà, perché dalla piena conoscenza del Suo essere e delle Sue azioni, per l’intera futura evoluzione della Terra e dell’umanità.

 

In queste parole del Cristo è nascosta l’intera destinazione dell’Antroposofìa nel nostro tempo.

Infatti, l’Antroposofia è data all’odierna umanità, affinché sulla via della conoscenza, essa possa giungere alla cosciente collaborazione con il Cristo. Così l’Antroposofia agisce dalla sorgente dello «Spirito della verità», annunciato dal Cristo nei suoi Discorsi di commiato. Infatti, Egli verrà per dischiudere agli uomini la comprensione del Mistero del Golgota e indicare la via alla realtà della resurrezione.

Qui è di decisiva importanza il fatto che, Rudolf Steiner abbia dato le conoscenze del corpo di resurrezione, non come una descrizione generale, ma nella forma di una meditazione, vale a dire come un cammino interiore in cui può essere vissuta dall’anima dell’uomo, quale esperienza interiore, la realtà del corpo di resurrezione e con ciò sperimentato l’essere stesso della resurrezione.

Con ciò venne aperta la via alla salvazione dell’Io umano e posto il fondamento per una futura Festa di Michele, nel cui centro si troverà la «resurrezione che l’uomo stesso celebra nel suo intimo».

 

Ciò che venne predisposto dal Cristo nel Mistero del Golgota,

da allora può entrare nella piena e chiara coscienza dell’uomo,

potendo egli così operare già sulla Terra a ciò che Rudolf Steiner definisce

quale «religione degli Dei» nel mondo spirituale.

Questa consiste nelle organizzazioni spirituali e fisiche pienamente sviluppate dell’uomo,

vale a dire nella completa spiritualizzazione del corpo fisico dall’Io umano.

 

⮚ «Quale meta della loro creazione, davanti agli Dei aleggia l’ideale dell’uomo,… che in realtà non si esplica come è ora l’uomo fisico, bensì come potrebbe esplicarsi la più alta vita animico-spirituale, nell’organizzazione compiuta di questo uomo fisico» (0.0. 153, 10.4.1914).

 

• Qui «la più alta vita animico-spirituale» indica la forza dell’Io individuale pienamente sviluppata

• e «l’organizzazione compiuta» dell’«uomo fisico» indica il suo corpo fisico spiritualizzato.

Entrambe tuttavia sono la diretta conseguenza del Mistero del Golgota,

nel quale questa «meta divina dei mondi» (ibidem) venne realizzata dal Cristo sulla Terra stessa

in base alla creazione del corpo di resurrezione.

 

Rudolf Steiner continua:

⮚ «Così, quale meta, quale alto ideale, quale religione degli Dei, davanti agli Dei aleggia un’immagine dell’umanità. E come nella lontana riva dell’esistenza divina, per gli Dei aleggia il tempio, il quale come suprema attività artistica degli Dei presenta l’immagine dell’essere divino nell’immagine dell’uomo» (ibidem).

 

Non come «immagine», ma come «essere divino» stesso

si è manifestato l’Io Universale del Cristo nell’immagine dell’uomo,

vale a dire nel Fantoma o nella «vera figura» del corpo fisico (0.0. 131, 10.10.1911).

 

Perciò Rudolf Steiner indica sempre a nuovo che il Mistero del Golgota era una questione non solo umana, bensì anche divina, vale a dire una questione delle Gerarchie superiori:

«Ecco dinanzi all’intera umanità sta il principio d’iniziazione nel Mistero del Golgota, un evento che nel contempo è sensibile sul piano fisico … e soprasensibile, una vera e propria questione degli Dei» (0.0. 143, 17.4.1912).

 

Così il Cristo con la Sua resurrezione ha mostrato alle Gerarchie, che a partire da quel momento, la meta della loro religione celeste, questo alto ideale dell’umanità, diventò veramente raggiungibile sulla Terra stessa e da allora può essere gradualmente realizzato da ogni uomo di buona volontà, che in libertà cerca un cosciente rapporto con il corpo di resurrezione del Cristo. Con ciò a tutte le Gerarchie venne data una grande speranza di realizzazione di tale meta dell’evoluzione dell’umanità sulla Terra.

L’apostolo Paolo descrive questo processo nelle seguenti parole:

⮚ «Questo corpo corruttibile [il corpo mortale] deve rivestire l’incorruttibilità [del corpo di resurrezione] e questo corpo mortale rivestire l’immortalità» (1 Co 15,53).

 

E in un’altra lettera Paolo concretizza questa trasformazione del corpo con l’indicazione che ⮚ il Cristo Gesù «trasfigurerà il nostro misero corpo per uniformarlo al suo corpo glorioso [risorto], in virtù del potere che ha di sottomettere a sé tutto l’universo» (FI 3,21).

In tutto questo processo anche la conoscenza riveste un ruolo decisivo. Paolo dice in merito: ⮚«Non mentitevi a vicenda, poiché vi siete spogliati dell’uomo vecchio e del suo modo di agire e vi siete rivestiti del nuovo, che si rinnova per una più piena conoscenza, a immagine di colui che lo ha creato» (Col 3,9-10).

Emil Bock traduce questa ultima frase così: «Questo cresce con il suo essere rinnovato nella conoscenza contemplativa a immagine di colui che lo ha creato.»

 

Da quanto detto consegue che il rapporto con il corpo di resurrezione,

viene raggiunto soltanto mediante la «conoscenza contemplativa»,

la quale tuttavia non è una conoscenza fisico-sensibile, ma è una conoscenza spirituale.

Questo viene messo in rilievo anche dalla terza parte della meditazione della Pietra di Fondazione. Se qui ricordiamo ancora una volta che il corpo di resurrezione è appunto il compimento della religione degli Dei, vale a dire nel contempo la realizzazione delle «eterne mete degli Dei», allora possiamo anche comprendere il senso più profondo delle parole:

 

«Esercita il vedere nello Spirito

Nella quiete dei pensieri,

Dove le eterne mete degli Dei

Luce dell’essere universale

All’Io proprio

Perché possa volere in libertà

Donano»  (O.O. 260, 25.12.1923).

 

Qui viene messo in rilievo come

• la «luce dell’essere universale» del Cristo viene inviata all’uomo dalle «eterne mete degli dei», affinché egli possa trovare un cosciente rapporto con il corpo di resurrezione, il quale garantisce all’Io individuale («proprio») la libertà della volontà non solo sulla Terra, ma soprattutto anche nel mondo spirituale.

Il «vedere nello Spirito» testimonia che il corpo di resurrezione stesso può essere contemplato soltanto in modo puramente spirituale (libero dai sensi); o in altre parole, nel senso del pensare puro, libero dai sensi, descritto nella Filosofia della libertà.

Infatti, nulla che in qualche modo è ancora legato alle percezioni sensorie

può avvicinarsi alla realtà della resurrezione (al corpo di resurrezione).

 

È altrettanto di particolare importanza il fatto che, Rudolf Steiner definisca questa «religione degli Dei» o «meta divina dei mondi» (O.O. 153,10.4.1914) un tempio spirituale che altrimenti ogni uomo contempla soltanto nel mondo soprasensibile prima della sua incarnazione, quale meta della propria evoluzione sulla Terra.

Il raggiungimento di tale meta per lui è tuttavia soltanto possibile, mediante il collegamento con il corpo di resurrezione del Cristo.

Con le seguenti parole Egli stesso mette in rilievo ciò: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere.»

E l’evangelista osserva in merito: «Egli però parlava del tempio del suo corpo»  (Gv 2,19 e 21 ).

 

E poiché il Cristo nomina il Suo corpo fisico un tempio, dopo il Mistero del Golgota anche l’apostolo Paolo può definire tempio il corpo di ogni uomo:

⮚ «O non sapete che il vostro corpo è un tempio dello Spirito Santo che è in voi,

che avete da Dio e che non appartenete a voi stessi?» (1 Co 6,19).

 

Infatti, dopo la resurrezione del Cristo, ogni uomo porta in sé la possibilità di congiunzione con il Suo corpo di resurrezione. E con la meditazione della Pietra di Fondazione questa congiunzione può essere stabilita in piena coscienza, e meditando può essere vissuta l’edificazione interiore del tempio spirituale nell’uomo, sino entro il corpo fisico.