Il triplice appello della meditazione della pietra fondamentale

Rudolf Steiner e la Fondazione dei Nuovi Misteri


 

La meditazione della pietra fondamentale

 

La meditazione della pietra fondamentale forma il nucleo centrale del Convegno di Natale,

e fu posta, con i suoi sette ritmi di iniziazione che esprimono il segreto della via iniziatica moderna,

nelle anime dei soci presenti nei giorni di Natale dell’anno 1923/24.

 

▸ «Ma il terreno, nel quale esso fu immessa come pietra dodecaedrica d’amore,

era formato dai cuori degli antroposofi… nel loro armonioso concorso attivo,

nella loro buona volontà permeata d’amore, di portare insieme il volere antroposofico attraverso il mondo.»1

 

Ma siccome questa azione misterica appartiene

non solo all’elemento temporale, bensì soprattutto a quello imperituro,

tutto quello che si svolse in quei giorni mantiene ancora oggi la sua importanza.

 

Anche oggi possiamo «portare attraverso il mondo il volere antroposofico» non nella maniera giusta, possiamo portarlo per il mondo non nello spirito che è sorto a nuovo secondo il volere del mondo spirituale per mezzo di Rudolf Steiner in quei giorni di Natale nel contorno della Terra, se non poniamo nel terreno della nostra anima questa pietra fondamentale dodecaedrica con tutta serietà, con grande senso di sacrificio e di abnegazione, se non la affondiamo nelle profondità del nostro cuore:

 

«Perchè sia bene

ciò che noi

col cuore fondiamo,

ciò che con la mente

a piena mèta condurre vogliamo.»

 

Quello che avvenne a Dornach a Natale 1923/24,

fu in realtà una «nuova nascita» per la Società Antroposofica.

• Attraverso questa nascita essa si collegò, come organismo unitario,

con le sorgenti del movimento antroposofico, vale a dire,

con quella sfera spirituale dalla quale, a partire dal 1879,

la nuova corrente di rivelazione si riversa sempre più intensamente sulla Terra,

attraverso le potenze conduttrici del nostro cosmo.

 

Perciò, se vogliamo realmente che l’antroposofia possa adempiere al proprio compito entro l’umanità,

non c’è per noi altra via da quella di metterci consapevolmente al servizio

di quelle potenze che hanno portato nel nostro mondo, attraverso Rudolf Steiner,

il Convegno di Natale, il mistero «fondamentale» del nostro tempo.

 

Così il Convegno di Natale non è solamente un avvenimento per noi,

che ha avuto luogo una volta, in un determinato momento dell’evoluzione del mondo,

bensì è il punto di partenza di una reale via spirituale che guida noi,

che dal karma fummo condotti alla scienza dello spirito moderna,

a quelle mète poste dalle potenze spirituali che stanno dietro alla antroposofia e la ispirano dal mondo spirituale.

 

Il Convegno di Natale è, come a dire, una «nuova alleanza»

• tra la Società Antroposofica      • e le potenze soprasensibili che guidano il movimento antroposofico,

e ad essa gli uomini devono prestare un voto interiore di fedeltà.

 

Di questo voto di fedeltà di fronte allo spirito del primo Goetheanum,

che come principio del nuovo esoterismo, e base per la nuova relazione tra gli dèi e gli uomini,

adombrava soprasensibilmente il Convegno di Natale,

di esso disse Rudolf Steiner nella conferenza conclusiva del 1 gennaio 1924,

e analogamente il 18 luglio successivo ad Arnheim:

▸ «C’è in un certo senso una promessa di fronte al mondo spirituale.

A tale promessa si adempirà in maniera scrupolosa…»2

 

E la fondazione della Libera Università per la scienza dello spirito è la conseguenza di questo voto – è la risposta del mondo spirituale a quel voto di fedeltà che pronunciarono coloro che posero nei loro cuori la pietra dodecaedrica di fondazione.

 

Perchè la possibilità di condurre a fine un tale Convegno di Natale nel nostro tempo,

deriva dal fatto che gli dèi si volgono oggi di nuovo verso l’umanità,

chiamandola a una collaborazione cosciente.

 

E oggi tutto si poggia sull’uomo!

 

Perchè dopo che «è risuonato nel Convegno di Natale

quanto il mondo ha da dire all’essere umano, alla vita umana, ad operare umano»,3

tocca all’uomo stesso di dare una risposta!

 

Ma quello che, buoni sessant’anni fa, risuonò per la prima volta con potenti parole cosmiche, continua sempre a risuonare per noi, da quel tempo in poi, con forza non diminuita, dal contorno spirituale della Terra, e ci invita a dargli coscientemente una risposta.

Ciò può avvenire soltanto in una unica forma, quella che il mondo spirituale ci ha rivelata al Convegno di Natale stesso. Essa consiste nel prestare voto di fedeltà alle potenze spirituali che guidano la nostra epoca, affinchè noi con sentimento sacrificale, immergiamo nella nostra anima e nel nostro cuore i potenti ritmi della meditazione fondamentale antroposofica «Anima umana…», di questa pietra dodecaedrica di amore.

 

• Se siamo effettivamente pronti a dare questa risposta,

se promettiamo solennemente di servire fedelmente,

• se, nella luce delle forze migliori della nostra anima,

poseremo questa pietra fondamentale del Convegno di Natale nel nostro cuore,

allora vivremo in realtà l’esperienza di una «seconda nascita» e potremo dire a noi stessi

quello che una volta dissero a se stesse molte persone che erano presenti al Convegno di Natale:

in verità, d’ora in poi una nuova vita comincia per noi…

 

Il triplice appello della meditazione della pietra fondamentale «Anima umana…»

è il triplice discorso rivolto nel tempo presente all’anima umana

dalle potenze spirituali che guidano l’evoluzione della Terra.

• E questo triplice appello all’uomo da parte del cosmo spirituale è così fatto

da contenere nel senso più profondo anche la via per la conoscenza

di questo cosmo e delle potenze che operano e governano in esso.

• Ecco perchè possiamo considerare la meditazione della pietra fondamentale

anche come la via reale che ci conduce a collegarci con queste potenze.

 

Ma chi sono queste potenze? In primo luogo le riconosciamo per quegli esseri che fecero comparire l’antroposofia sulla Terra, e che operarono nella vita di Rudolf Steiner per guidare, per suo mezzo, lo sviluppo dell’antroposofia stessa.

Nei primi due capitoli di questo libro parlammo già esaurientemente di quelle entità che furono partecipi all’iniziazione di Rudolf Steiner e vedemmo come il suo sviluppo individuale fu una ininterrotta ascesa, dal suo incontro con Christian Rosenkreuz immediatamente prima dell’inizio del periodo solare della sua vita, attraverso la sfera dell’arcangelo Michele alla fine di questo periodo, fino all’incontro con il Cristo nella sfera dell’intuizione.

 

I tre settenni dal 1902 al 1923

– periodo di azione di Rudolf Steiner come maestro dell’umanità –

possiamo chiamarli l’epoca della realizzazione.

 

All’inizio di questo spazio di tempo fu particolarmente forte l’impulso dei Rosacroce,

e raggiunse la sua massima efficienza con la «Scienza occulta» (1909).

Infatti questo libro – fondamento della scienza moderna dello spirito –

contiene la quintessenza della sapienza dei Rosacroce, nei suoi tre aspetti:

• la formazione dell’uomo e del cosmo,   • l’evoluzione del mondo   • e la via di conoscenza.

 

Dal 1910 prende poi il primo posto l’annuncio del Cristo eterico,

che raggiunge il suo culmine nel 1914 con le conferenze sul Quinto Vangelo.

 

Alla fine del 1914 trapassa poco alla volta nel tema sociale occulto,

nel quale il nome del Cristo non vien nominato così spesso come prima,

tuttavia le conferenze e i cicli corrispondenti poterono venir raggruppati nel loro insieme

sotto il titolo comune di «Cristo e il XX secolo».

Perchè quasi tutte le conferenze di questo periodo vogliono suscitare una comprensione

di come l’impulso Cristo agisca nel tempo presente.

 

Circa a partire dal 1917 si comincia infine, contemporaneamente alla fondazione dei movimenti affiliati,

a passare al tema Michele, che si sviluppa ulteriormente fino alla fine della vita terrena di Rudolf Steiner

e raggiunge il suo apice nella Iª Classe della scuola esoterica.

 

Le potenze spirituali che parteciparono al divenire dell’antroposofia nel mondo,

sono le stesse che si rivolgono presentemente all’umanità attraverso la meditazione della pietra fondamentale,

affinchè la elaborazione di questa meditazione nello spirito del Convegno di Natale,

sia la risposta dell’uomo al loro appello, portando a espressione la sua volontà

di prendere la via del servizio sacrificale a queste stesse potenze.

 

Laddove il rosicrucianesimo e l’impulso di Michele

sono solo due particolari forme di apparizione della forza centrale del Cristo, che abbraccia tutta l’evoluzione:

• il rosicrucianesimo come nuova iniziazione

• e l’impulso di Michele come nuova manifestazione (Michele = il volto del Cristo).

 

Ma alla forza centrale di tutto il nostro cosmo, che è la base spirituale del Convegno di Natale, nel cui impulso è operante nel mondo, allude per noi, da un lato il fatto che questo Convegno ebbe luogo nei giorni di Natale, dall’altro la sua relazione con la Santa Notte cosmica che ebbe luogo quasi duemila anni fa, ciò che Rudolf Steiner espose il 25 dicembre 1923 con le seguenti parole:

▸ «e possiamo dar vigore nel migliore dei modi a quel calore animico e a quella luce animica che ci occorrono, se li vivifichiamo con quel calore e con quella luce, che irraggiarono alla svolta dei tempi come Luce-Cristo nelle tenebre del mondo. E vogliamo rianimare nei nostri cuori, nella nostra mente, nella nostra volontà, quella Notte Santa originaria di duemila anni fa, affinchè ci aiuti quando vogliamo portar fuori nel mondo quanto ci risplende attraverso la luce di pensiero della pietra dodecaedrica d’amore, formata a imitazione dell’universo e immersa nell’elemento umano.»4

 

Di questo Natale cosmico, attraverso il quale la Luce-Cristo irraggiò come «chiara luce diurna nelle anime umane» (IV,6-7) ci parla anzitutto la IV parte della pietra fondamentale. E se oggi ci adopriamo, nell’impulso fondamentale del Convegno di Natale, per far risplendere in noi questa «chiara luce diurna» che venne accesa dal Natale cosmico nella notte terrena, allora essa si può riversare nella nostra Volontà, nel nostro sentimento e nel nostro pensiero, trasformandoli e rivivificandoli a nuovo. Poi vediamo nel triplice appello all’anima umana, che è il Cristo stesso che si rivolge ad essa in triplice maniera; egli le dona con questa meditazione una conoscenza complessiva della sua entità e, nel nome della nascita in sè dell’uomo nuovo, risveglia con essa la volontà di lavorare alla trasformazione del suo volere, sentire e pensare.

 

Così il Cristo, nelle tre prime parti della meditazione della pietra fondamentale,

ci richiama, in base alla triplice conoscenza della sua entità, alla triplice trasformazione del nostro essere.

 

• Nella Iª parte egli ci si manifesta dalla sfera cosmica del Padre5

e ci dà la forza che possiamo conseguire nell’iniziazione moderna della volontà,

cioè la nuova iniziazione rosicruciana.

 

• Nella IIª parte il Cristo appare dalla sfera del Figlio,

dalla quale dona agli uomini l’amore cosmico, attraverso l’iniziazione del sentimento.

 

• E nella IIIª parte egli si avvicina a noi dalla sfera dello Spirito,

in quanto agisce attraverso Michele, lo spirito dirigente del nostro tempo,

che essendo l’amministratore dell’intelligenza cosmica,

ci dà attraverso l’iniziazione del pensiero, la pienezza della saggezza cosmica.

 

• Così si mostra a noi nel concorrere di queste tre forze la via che tutto comprende dell’iniziazione cristica.5a

 

Vogliamo ora approfondire il significato di queste tre forze.

A questo scopo classifichiamo il testo della meditazione nel modo seguente:

• le tre prime parti una accanto all’altra    • e la IV parte sotto la II.

 

Connettendo in tal modo la II e la IV parte

ci facciamo indurre dalla considerazione che in esse l’impulso Cristo viene a immediata espressione,

poiché il nome del Cristo stesso vi viene fatto due volte, *

comunque nei due aspetti con i quali oggi, nel nostro tempo,

è accessibile dall’umanità, seppure per vie differenti:

• nella II parte si parla del Cristo nell’aspetto che si rivela all’iniziato moderno solo nella sfera della volontà cosmica.

Infatti la parola «volontà» (11,14) ci indirizza in lui al più alto livello dell’intuizione6 nel quale soltanto è possibile l’incontro immediato con il Cristo, dopo essersi lasciato alle spalle un lungo e difficile percorso spirituale.

Qui, in queste altezze spirituali, il Cristo si rivela nell’aspetto della Trinità, del Padre, Figlio e Spirito come il Logos universale che tutto comprende, nello splendere in lui dall’eternità delle proprie forze macrocosmiche. Invece nella IV parte si parla di come il Cristo è entrato nell’evoluzione terrestre attraverso il Mistero del Golgota e come da allora egli vive nella sfera spirituale della Terra, ciò che però viene ad apparire nel nostro tempo come risurrezione nell’eterico. Mentre poi nel primo capoverso della IV parte si allude anzitutto al Mistero del Golgota che avvenne nel piano fisico, troviamo nel secondo capoverso della IV parte, il ricorso diretto dell’anima al Cristo, così come egli agisce nell’umanità del nostro tempo, cioè al Cristo eterico, che soffre il Golgota eterico.7

 

Con tale classificazione la meditazione che consiste in quattro parti,

vista nel suo insieme, diventa articolata in tre gruppi:

 

 

Possiamo caratterizzare ancora una volta questi tre gruppi nel modo seguente:

• nel I gruppo (I parte)

il Cristo si rivolge a noi dal passato attraverso il rinnovamento del rosicrucianesimo;

• nel II gruppo (II e IV parte)

egli opera direttamente nel presente, comprendendo l’intero nostro cosmo,

dalla somma sfera dell’intuizione fino alla sfera eterica confinante con la Terra,

dove egli può venir sperimentato (come lo fece una volta Paolo) da ogni uomo;7a

• e nel III gruppo (III parte)

il Cristo ci viene incontro dal futuro, in quanto ci appare attraverso il suo messaggero, Michele,

lo Spirito solare del tempo.

Così la meditazione è per l’anima umana, una manifestazione triarticolata del Cristo.

 

Per approfondirci ancor più in questo tesoro realmente inesauribile di saggezza,

che è la più importante meditazione antroposofica,

vogliamo considerare ognuno dei tre gruppi separatamente.

Riconosciamo allora che la suddetta triplice forma della conduzione del mondo

appare in essi fino nelle minime particolarità e nello stesso tempo in armoniosa unità.

 


 

* Come già detto, l’impulso Cristo compare

• nella I parte nella forma della Rosacroce,

• nella III parte nella forma della rivelazione micheliana

 

Note:

  1. – O.O. 260, pag. 58.
  2. – O.O. 240,18(7/1924.
  3. – O.O. 260, pag. 60.
  4. – Id., pag. 59.
  5. – A questa rivelazione del Cristo, proveniente dalla sfera del Padre accennano anche le parole del Vangelo: «Nessuno ha mai veduto Dio; l’unico nato da Dio, che è nel seno del Padre, l’ha rivelato» (Giov. 1,18).

5a – Nella conferenza del 14/11/1909 (O.O. 117), Rudolf Steiner parla da un punto di vista del tutto particolare dell’Iniziazione del volere, del sentire e del pensare, in collegamento diretto con l’origine dei Vangeli. Così il Vangelo di Marco è stato scritto in base alla manifestazione dell’iniziazione della volontà, il Vangelo di Luca a quella del sentimento, e il Vangelo di Giovanni all’iniziazione del pensiero (Sofia). Quanto al Vangelo di Matteo, in esso è riuscita l’armoniosa congiunzione di tutte tre le iniziazioni, ma in maniera «attenuata» (O.O.117, 2/11/1909).

Infatti l’attenzione dell’evangelista Matteo è rivolta all’origine del corpo fisico di Gesù di Nazaret (O.O. 123, 12/9/1910) e perciò rispecchia fino a un certo grado il passato dell’evoluzione dell’umanità.

Ma il Quinto Vangelo, che si trova nella cronaca dell’Akasha, è collegato con l’evoluzione futura dell’umanità, la quale, in conseguenza del corso retrocedente del tempo che vige nel mondo spirituale, permea anche continuamente il tempo presente. – Abbiamo così la seguente relazione dei cinque Vangeli con la meditazione della pietra fondamentale:

I parte Vangelo di Marco

II parte Vangelo di Luca

III parte Vangelo di Giovanni

IV parte (versi 1-13) Vangelo di Matteo

IV parte (versi 14-25) Quinto Vangelo (Cronaca dell’Akasha)

I tal modo vediamo che il contenuto della meditazione della pietra fondamentale nel suo insieme, non solo deriva dalle stesse zone del mondo spirituale alle quali hanno attinto i quattro Vangeli, ma è anche direttamente congiunto con la sfera cosmica della Cronaca dell’Akasha, la grande sorgente primaria di tutte le conoscenze soprasensibili degli eventi di Palestina.

6 – Rudolf Steiner parla più volte del fatto che la vera conoscenza del pensare, sentire e volere, conduce l’uomo in alto, rispettivamente nelle sfere dell’immaginazione, ispirazione e intuizione. In questo senso la sfera dell’intuizione corrisponde anche a quella dell’operare del volere cosmico. Nella conferenza del 3/7/1921 (O.O. 205), Rudolf Steiner accenna in modo particolarmente chiaro a questo fatto, con riferimento alla descrizione della vita dell’anima dopo la morte come processo del suo graduale ascendere dalla sfera dell’immaginazione, attraverso la sfera dell’ispirazione, in quella dell’intuizione. Qui il soggiornare nella sfera dell’intuizione (nel risuonare della Parola universale) corrisponde all’esperienza della «mezzanotte universale». La via di ritorno dell’anima verso la Terra inizia poi in modo che l’intuizione, secondo le dichiarazioni di Rudolf Steiner nella suddetta conferenza, viene compenetrata dalla volontà universale. Questo impulso di volontà penetra poi, mentre l’anima discende, nella sua esistenza ispirativa e immaginativa, preparandola ad una nuova incarnazione. Ne consegue che la «volontà» espressa nella II parte della meditazione, appartiene qui alla volontà cosmica del Cristo, a questa alta sfera dell’esistenza spirituale, quella intuitiva.

7 – Rudolf Steiner definisce la nuova apparizione nel XX secolo del Cristo nell’eterico come risultato del fatto

che il Cristo prova un «rinnovamento del Mistero del Golgota» nei mondi spirituali (20/5/1913, O.O. 152).

Però Rudolf Steiner parla in termini particolarmente significativi

di questa «ripetizione del Mistero del Golgota» nel XX secolo

nella conferenza del 2/5/1913 (O.O. 152, RA 1979/65),

là dove descrive come la coscienza del Cristo, nella sfera degli angeli,

percorre una «morte spirituale», come risultato delle conseguenze spirituali del materialismo nel XIX secolo,

come abbia provato un’abolizione di «coscienza»,

per poi risorgere nuovamente, come nuova coscienza-Cristo nelle anime degli uomini al principio del XX secolo.

Ecco perchè Rudolf Steiner disse in quella conferenza:

«Due volte il Cristo è stato crocifisso:

• una volta fisicamente nel nostro mondo all’inizio della nostra èra;

• e una seconda volta nel secolo XIX spiritualmente, come l’abbiamo descritto.

Potremmo anche dire che

• la prima volta l’umanità ha sperimentato la risurrezione del suo corpo;

• e che a partire dal secolo XX sperimenterà in sè la risurrezione della sua coscienza.»

Quest’ultima fu descritta da Rudolf Steiner come esperienza da parte dell’uomo

della nuova comparsa del Cristo nell’eterico.

7a – Le suddette due possibilità di sperimentare l’Entità-Cristo

• nella sfera dell’intuizione mediante l’iniziazione

• oppure in «maniera naturale», nel mondo eterico confinante con la Terra,

erano rappresentate nelle due finestre rosa (propriamente fior di pesco) del primo Goetheanum.

Abbiamo così,

• nella finestra a sud le esperienze della via moderna di iniziazione:

nella parte a sinistra l’ascendere dell’uomo nel mondo dell’immaginazione,

a destra nel mondo dell’ispirazione, e nel mezzo in quello dell’intuizione:

in quest’ultimo è rappresentato un uomo che, profondamente immerso in meditazione,

sperimenta nell’intuizione la mezzanotte universale.

E sotto vediamo l’immagine delle forze della morte operanti nella materia:

dal loro regno l’uomo ascende verso l’esperienza del suo vero Io, in cui operano le forze del Cristo cosmico.

• Nella finestra a nord, parte centrale, è rappresentato l’incontro con il Cristo eterico

(le forme vegetali alludono al mondo eterico confinante colla Terra).

L’uomo giunge a questa esperienza, non attraverso lo sviluppo occulto,

bensì attraverso la facoltà di chiaroveggenza eterica che gli si schiude quasi in maniera naturale.

A indicare questo aspetto particolare della chiaroveggenza eterica

c’è la figura dell’angelo custode che sta dietro l’uomo,

e lo conduce all’esperienza descritta, le cui premesse karmiche

sono descritte da Rudolf Steiner nella conferenza del 14/4/1914 (O.O. 153, EAM 1975).

Nelle parti laterali sono poi rappresentate le conseguenze del Mistero del Golgota terreno ed eterico

per la futura evoluzione della Terra (vedi O.O. 145, 28/3/1913, EAM 1986).