01 – La condizione per la culminazione della Società Antroposofica nel mondo

L’incontro con il male


 

Sempre di nuovo negli ambienti antroposofici emerge la questione riguardante la «culminazione» del movimento antroposofico, di cui Rudolf Steiner parlò più volte nelle conferenze sul karma durante l’anno 1924.

 

Considerando con più attenzione tale questione, vediamo che Rudolf Steiner considerava la realizzazione di tale previsione dipendente dall’adempimento di una condizione del tutto concreta, che il 18 luglio 1924 formulò come segue: ► «Che questo avvenga, dipende oggi dalla libera volontà … avverrà a condizione che la Società Antroposofica comprenda di dovere avere cura dell’antroposofia nel modo corretto e con dedizione» (o.o. 240,18.7.1924).

 

Ma questa condizione è collegata a un problema serio: possiamo dire che durante il XX secolo la Società Antroposofica ha veramente avuto cura «in modo corretto e con dedizione» dell’antroposofia e dell’impulso esoterico del Convegno di Natale?

 

Molti aspetti nella sua storia ci dicono che non fu così e danno adito a conclusioni estremamente pessimistiche, le quali oggi apparentemente vengono confermate da fatti concreti: è possibile osservare un regresso del movimento antroposofico nel mondo e una crisi che si sta intensificando nella Società Antroposofica stessa. Per questo motivo fra gli antroposofi si può riscontrare sempre più l’opinione che i numerosi scontri, le mancanze e gli errori sperimentati dalla Società Antroposofica dopo la morte del suo fondatore, testimoniano che la condizione fondamentale per l’avverarsi della «culminazione» dell’antroposofia non si è adempiuta e con ogni probabilità non avrà luogo.

 

D’altra parte, tra gli antroposofi si riscontra anche l’opinione opposta: la predetta culminazione avverrà in ogni caso, in seguito a nuove rivelazioni dal mondo spirituale o grazie a una nuova incarnazione del grande maestro.

Anche nei confronti di questo punto di vista esistono serie obiezioni: è immaginabile che il mondo spirituale apra agli uomini l’accesso al successivo grado di evoluzione, quando è evidente che non hanno superato quello precedente? Oppure: si può supporre che il grande maestro ritorni85 e inizi di nuovo a parlare agli uomini, se questi non sono stati in grado di realizzare quanto aveva detto la volta precedente, e in alcuni casi non hanno affatto voluto realizzarlo, non hanno preso con sufficiente serietà i suoi avvertimenti e soprattutto non sono stati in grado di assolvere in modo sufficiente i compiti spirituali e sociali della Società Antroposofica?

Detto altrimenti: si può approvare l’idea che Rudolf Steiner debba compiere ciò che egli ha incaricato noi di fare e ciò che sin dall’inizio era il nostro compito?

 

Infine esistono anche antroposofi che sono dell’avviso che si possa riuscire ad accelerare l’inizio della culminazione in modo artificiale, divulgando per esempio attività esteriori con l’utilizzo di internet e altri mezzi di comunicazione, per diffondere l’antroposofia più velocemente e più ampiamente nel mondo. I sostenitori di questo punto di vista lo ritengono giustificato per il fatto che Rudolf Steiner in una delle sue conferenze collega la culminazione dell’antroposofia anche con il raggiungimento della «massima diffusione possibile del movimento antroposofico» (O.O. 237, 8.8.1924).

 

Un’osservazione approfondita, tuttavia, rivela che anche questa visione è insufficiente. Dal punto di vista antroposofico si può seriamente sostenere che il culmine del movimento antroposofico può essere raggiunto attraverso mezzi esteriori di vario genere, senza un’adeguata intensificazione dell’attività spirituale all’interno della Società Antroposofica, attività che dovrebbe essere rivolta soprattutto all’adempimento dei veri compiti esoterici?

 

Ne consegue allora che possiamo dare solo una risposta pessimistica alla domanda posta all’inizio? Oppure, nonostante la situazione verificatasi sinora, permane una speranza ed è ancora possibile trovare una via d’uscita? Una via d’uscita c’è, ed è, a mio avviso, anche l’unica.

Ma essa, sebbene sia chiara, non è affatto semplice, come insegna l’esperienza, ed è anzi connessa a difficoltà quasi insuperabili.

 


 

Note:

85 – In una possibile incarnazione fisica del maestro bisogna fare una precisa distinzione tra l’incarnazione stessa, che dipende solo da lui e dalle leggi del mondo spirituale che egli segue, e la possibilità di farsi anche riconoscere esteriormente da altri uomini. Una tale presentazione dipende soprattutto dal grado in cui gli uomini assolvono determinate condizioni, alcune delle quali verranno esposte di seguito. Altrimenti può avvenire che il maestro, anche nella sua incarnazione fisica, possa operare esotericamente senza farsi riconoscere.