La nuova via dei re e la nuova via dei pastori

Il corso dell’anno come via di iniziazione – Cristo e Michele


 

Vogliamo concludere l’esame del ritmo settenario interiore dell’anno

con uno sguardo al corso dell’anno nel suo insieme, ponendo particolare attenzione alle sue leggi più generali.

 

Prenderemo di nuovo le mosse dalla consapevolezza che il ritmo annuale della Terra

nella sua qualità di organismo vivente è formato da un ciclo vitale diviso in due parti:

l’inspirazione e l’espirazione, corrispondenti alle due metà dell’anno che vanno rispettivamente

da San Giovanni a Natale     •  e da Natale (o più esattamente dall’Epifania) di nuovo a San Giovanni.

 

A queste due fasi del ciclo vitale della Terra corrispondono i due tipi di iniziazione antica:

• la via che porta allo spirito attraverso l’immersione nella propria interiorità

• e la via che porta all’esterno, nel macrocosmo.

 

In tempi antichi questi due tipi di iniziazione, che avevano la loro origine

nelle due correnti misteriche risalenti alle migrazioni meridionale e settentrionale dall’Atlantide,

erano fra loro rigorosamente separate.

 

Solo quando apparve sulla terra il sole spirituale del Cristo,

divenne possibile la loro fusione in un’unica iniziazione cristiana,

che aveva il suo fondamento nel massimo mistero dell’evoluzione terrestre: il Mistero del Golgota.

 

▸ «Solo nella figura del Cristo si uniscono le due iniziazioni.

Quando si comprende questo, si comprende anche la figura del Cristo» dice Rudolf Steiner.1

 

Non solo: da quando il Cristo è diventato il nuovo spirito della Terra

abbiamo nell’esperienza globale del corso dell’anno

l’opportunità più favorevole per percorrere ambedue le vie, che in esso sono fuse in modo naturale.

 

Tale fusione delle due correnti nell’unico mistero del Cristo,

è già profeticamente indicata nel racconto evangelico

della visita dei pastori e dei magi d’oriente alla nascita in Betlemme:

i pastori sono i rappresentanti della «corrente meridionale»

il cui iniziato più eminente apparve loro nei campi sotto l’aspetto di un «esercito celeste», mentre

i magi dell’oriente sono i rappresentanti della «corrente settentrionale»

venuti a rendere omaggio alla nuova nascita del massimo iniziato dei loro misteri.2

 

Tuttavia l’unione dell’entità del Cristo con l’esistenza terrestre

dà un impulso del tutto nuovo al carattere dell’iniziazione espresso nelle immagini dei pastori e dei magi.

Da quel momento

• la via dei pastori consistette nel trovare la via che porta

– dall’esperienza dello spirito nell’interiorità     – all’esperienza dello spirito nell’esteriorità, nel macrocosmo.

• Inversamente la via dei magi diventò quella di trasferire l’esperienza dello spirito

– dalle lontananze del cosmo      – nella propria interiorità.3

• Così la metamorfosi delle due vie compiutasi dopo il mistero del Golgota,

è il risultato dell’intervento del Cristo nell’evoluzione della Terra.

 

Volgendoci ancora una volta al corso dell’anno possiamo affermare:

• La metà che va dall’Epifania a San Giovanni (espirazione della Terra)

corrisponde dalla svolta dei tempi alla nuova via dei pastori, dall’interiorità all’esterno;

• mentre la seconda metà dell’anno, da San Giovanni a Natale (inspirazione)

corrisponde alla nuova via dei magi che oggi conduce dall’esterno all’interiorità.

 

Si può aggiungere che

• i pastori, così come risulta dal contenuto della Pietra di fondazione,

erano in primo luogo i portatori dell’impulso del cuore o d’amore, mentre

• i magi d’oriente erano i portatori dell’impulso della testa, ovvero della saggezza.

 

A questa caratterizzazione delle due correnti può essere collegato un altro aspetto delle due metà dell’anno svelatoci da Rudolf Steiner.

Infatti

una metà dell’anno ha rapporto con le azioni del Cristo

che instaurano sulla Terra la signoria della libertà e dell’amore,

• e l’altra metà ha rapporto con la realizzazione nella vita umana del karma universale

fondato sulle azioni piene di saggezza delle gerarchie superiori.

 

In questo senso Rudolf Steiner caratterizza così le due metà dell’anno:

• «Rimane l’altra metà dell’anno [da San Giovanni a Natale]. Se la si comprende alla stessa maniera, per l’uomo si apre anche l’altra metà della sua vita. Se si comprende la relazione del fisico nell’uomo con l’animico e con ciò che è sovrafisico, che racchiude in sé la libertà di cui l’uomo è partecipe sulla Terra, allora, nei nessi fra Natale, Pasqua e Pentecoste, si comprende l’uomo libero sulla Terra. Afferrandolo in questi tre pensieri, del Natale, della Pasqua e della Pentecoste, e lasciando che essi siano stimoli alla comprensione del restante corso dell’anno, si presenta l’altra metà della vita umana che ho indicata dicendo: se si guarda al destino umano traspaiono le gerarchie, il lavoro, il tessere delle gerarchie. Per questa ragione è tanto grandioso guardare in un destino umano, poiché si vede come dietro vi sono tutte le gerarchie».4

 

Cosicché

in una metà dell’anno noi abbiamo come il ricordo dell’unione effettuatasi un tempo fra l’entità del Cristo portatrice dell’amore cosmico con l’essere della Terra, unione in virtù della quale tutta l’evoluzione terrestre ha ricevuto una possente spinta verso l’alto.

Questo processo di risalita comincia con l’Epifania e si estende oltre la Pasqua, fino alla Pentecoste. In esso noi possiamo riconoscere anche l’affermarsi della libertà nello sviluppo dell’umanità. Unendosi alle anime umane su questa via, il Cristo le gratifica degli impulsi di amore e di libertà. Questi impulsi permetteranno in un lontano futuro all’umanità di conseguire il fine divino che le è stato assegnato quale compimento della sua evoluzione: diventare la decima gerarchia del cosmo, la gerarchia capace di creazioni fondate sui soli principi di libertà e d’amore.

 

• Nella seconda metà dell’anno subentrano con forza altri influssi(1) e precisamente quelli delle gerarchie superiori che regolano il karma dell’uomo e della Terra.

In questo karma è contenuto tutto il passato dell’evoluzione umana, nonché quella saggezza universale che ha consentito alla Terra di risultare ciò che oggi in effetti è: il cosmo della saggezza che, quando l’umanità diverrà la decima gerarchia, si trasformerà nel cosmo della libertà e dell’amore.5

 

Questi processi possono essere caratterizzati anche come segue:

una metà dell’anno ci indica il cammino sul quale l’uomo nel corso del suo sviluppo

accoglierà sempre più le forze del Cristo andando incontro al sorgere di un nuovo universo.

Questo avverrà congiuntamente all’ascesa del Cristo in sfere spirituali sempre più elevate

e le trasformerà sulla base dei princìpi di libertà e d’amore.

 

A questo futuro allude in modo profetico l’annuale ascesa dell’entità del Cristo quale spirito della Terra,

unitamente all’anima della Terra, alle vastità del cosmo,

negli spazi macrocosmici che raggiunge all’epoca di San Giovanni,

rivelando in quell’istante all’iniziato la religione cosmica degli stessi Dei,

il loro fine universale, vale a dire l’ideale eccelso dell’umanità, il mistero della decima gerarchia.

 

Così il tempo di San Giovanni corrisponde nel corso dell’anno

alla nuova via dei pastori che Rudolf Steiner caratterizza come segue:

• «Allora non parleranno più soltanto le piante che crescono indifferenti, i fiumi e i torrenti scroscianti, il lampo e il tuono; allora in tutto quello che dicono i fiorellini nei prati, i lampi e i tuoni nel cielo, in tutto quello che dicono le stelle scintillanti e il sole infuocato, in tutto ciò che come dire è il risultato della nostra contemplazione della natura, vedremo e sentiremo con gli occhi, le orecchie e il cuore il messaggio: Dio si manifesta nell’alto dei cieli, sia pace in terra fra uomini di buona volontà».6

 

L’altra metà dell’anno invece ci mostra l’immagine del cosmo che si fa uomo.

Si disvela cioè l’immagine della passata evoluzione,particolarmente nel corso delle tredici notti sante,

il mistero fondamentale dell’evoluzione universale, il mistero del cosmo gerarchico

nella sua manifestazione di antropos macrocosmico, ovvero di Adamo-Kadmon,

la cui pienezza di forze viene immessa nel seno della Terra grazie all’unione col Cristo.

 

A questo mistero del passato del nostro universo rimanda

il riavvicinarsi dell’entità del Cristo alla Terra durante la seconda metà dell’anno,

ripetendo in tal modo nel ritmo dell’anno

il percorso compiuto a suo tempo per incarnarsi in un corpo umano e giungere al mistero del Golgota.

 

Sotto questo profilo il periodo del Natale corrisponde

al fine della nuova via dei re, che Rudolf Steiner caratterizza così:

• «Dobbiamo allora metterci in grado di trarre dalla nostra interiorità, attraverso immaginazione, ispirazione e intuizione una cosmologia, una soluzione degli enigmi del mondo. Dobbiamo conquistarci una scienza occulta o spirituale, tratta dalla nostra interiorità, che ci spieghi quale sia la nostra stessa natura.

La vera natura dell’uomo deve parlarci della storia del mondo

attraverso i segreti di Saturno, Sole, Luna, Terra, Giove, Venere e Vulcano.

Dobbiamo sentire sgorgare un intero universo nella nostra interiorità».7

 

I due processi descritti che nel loro insieme abbracciano l’intero corso dell’anno

sono contenuti anche nei versi meditativi di Rudolf Steiner:8

 

« Vuoi conoscere te stesso

scruta il mondo in ogni dove

vuoi conoscere il mondo

guarda in ogni tuo profondo »

 

 


 

Note tra parentesi:

(1) – Questi impulsi non scompaiono mai del tutto. Gli uni o gli altri sono solo predominanti nell’una o nell’altra metà dell’anno.

 

Note:

1 – O.O. 124, 19.12.1910

2 – O.O. 114, 19.9.1909 e in particolare O.O. 124, 19.12.1910

3 – O.O. 202, 23.12.1920

4 – O.O. 236, 4.6.1924

5 – Cf. il cap. ‘La fusione degli impulsi di saggezza e di amore nell’esperienza del Cristo’.

6 – O.O. 202, 23.12.1920

7 – Ibidem

8 – O.O. 40