01 – La storia antecedente del gruppo scultoreo

Il gruppo scultoreo


 

Dalla storia antecedente la nascita della grande scultura lignea di Rudolf Steiner, che dopo il suo compimento doveva essere collocata nel vano Est della cupola piccola del primo Goetheanum, possono essere menzionati due episodi, che indicano già come profeticamente la futura nascita di questa eccezionale opera d’arte. Essi mostrano quanto tempo prima Rudolf Steiner viveva già con questo pensiero e cercava le vie alla sua realizzazione.

 

Il primo episodio riguarda la solenne inaugurazione della prima sala creata secondo le indicazioni di Rudolf Steiner, e cioè del ramo (gruppo di soci n.d.t.) a Berlino. Allora, nell’anno 1909, nella sua conferenza inaugurale Rudolf Steiner parlò di tre immagini, che rispecchiano tutta l’evoluzione dell’umanità. Prima egli mise in rilievo La Scuola di Atene e la Disputa di Raffaello, dopodiché egli menzionò una terza immagine che, concludendo la serie, dovrà essere creata una volta in futuro.11 Rudolf Steiner disse che le prime due immagini esprimevano «tutta la storia della filosofìa greca e tutta l’evoluzione spirituale del medioevo» (O.O. 284, 5.5.1909) nello stesso senso come la terza immagine, che dovrà ancora essere creata dalla Scienza dello Spirito, dovrà portare ad espressione l’essere spirituale del nostro tempo.12

 

Dal contesto sopra indicato risulta che Rudolf Steiner voleva mettere in rapporto queste tre immagini con la manifestazione della divina Trinità nella storia dell’umanità nel senso de L’educazione del genere umano di Lessing. Con ciò La Scuola di Atene corrisponde al tempo precristiano,13 che si trovava sotto la guida delle forze del Padre divino, la Disputa rappresenta l’epoca cristiana, iniziata con il Mistero del Golgota e la terza immagine, allora ancora inesistente, doveva portare ad espressione l’essere della terza epoca universale, quella dello Spirito Santo.14

 

La terza epoca, come già predetta nel XII secolo da Gioacchino da Fiore (ca. 1130-1202), dopo l’inizio dell’epoca di Michele nel 1879 e la fine del Kali Yuga nel 1899, ha avuto veramente inizio con la fondazione dell’Antroposofia.15 Ciò significò tuttavia, che per questa nuova epoca doveva essere anche creata una immagine che portasse ad espressione il suo essere spirituale. Non esiste nessuna contraddizione nel fatto, che alla fin fine l’immagine nella sua eccezionale creazione nacque quale plastico ligneo, poiché questo motivo era stato eseguito nella cupola piccola del primo Goetheanum con colori vegetali, direttamente sopra il punto in cui più tardi doveva essere collocato il gruppo ligneo .

 

Se il gruppo scultoreo, nel cui centro appare la figura del Cristo, qui non viene messo in rapporto con la seconda epoca, con quella del Figlio, ma decisamente con l’epoca dello Spirito, ciò avviene per un buon motivo. Infatti, rappresentando il Cristo così, come Egli appare qui in mezzo alle potenze oppositrici, che soltanto dalla sua presenza, la Sua compassione e il Suo illimitato amore vengono spinti immediatamente a fuggire – perché né Arimane, né Lucifero possono sopportarli -, lo sguardo dell’osservatore è rivolto a questo evento del Cristo dal mondo spirituale. Ed esso significa ciò che il Cristo stesso ha promesso nei Suoi Discorsi di commiato nel Vangelo di Giovanni: che lo Spirito della verità o Paraclito dopo la resurrezione sarebbe venuto dagli uomini per svelare i più profondi segreti del Mistero del Cristo.

Troviamo una tale manifestazione dello Spirito nel plastico ligneo di Rudolf Steiner. Considerando inoltre il fatto, che l’impulso dello Spirito Santo nel nostro tempo viene rappresentato e trasmesso soprattutto mediante l’attuale Spirito del tempo Michele, allora in tutta la sua profondità e il suo significato possiamo comprendere meglio perché Rudolf Steiner collega questa «nuova Trinità»: Il Rappresentante dell’umanità tra Lucifero e Arimane, con l’attuale missione di Michele e la sua cultura a venire.16

 

Tale collegamento con l’impulso dello Spirito viene ancora intensificato seguendo la continuazione del motivo del gruppo scultoreo nelle vetrate rosa a Nord del primo Goetheanum. Là, nella parte centrale del trittico è rappresentato l’incontro dell’uomo con il Cristo eterico. Che qui si tratti dell’apparizione eterica del Cristo è riconoscibile dal Suo volto che si eleva dal germogliante e germinante mondo vegetale. Questa rappresentazione rivela la Sua prima manifestazione soprasensibile,17 che può essere contemplata soltanto da un uomo che in quell’istante è colmato dallo Spirito Santo. È possibile rilevarlo dal fatto che l’uomo nella parte centrale della vetrata viene accompagnato a questo incontro con il Cristo dal suo Angelo, che entro la terza gerarchia rappresenta il principio dello Spirito Santo.18

 

 

Nelle due parti laterali del trittico è inoltre rappresentato come dopo il Mistero del Golgota il Cristo si volge a Lucifero nelle altezze e scende nelle profondità della Terra verso Arimane, per redimere queste due potenze nel senso manicheo. Tale azione del futuro non appartiene più all’epoca del Figlio, ma a quella dello Spirito. Perciò maggiormente Rudolf Steiner parla della redenzione di Lucifero – e soltanto in un modo più prudente, tuttavia non meno chiaro anche della redenzione di Arimane (vedi immagine a pag. 19).19

 

Il secondo episodio, che indica profeticamente la nascita del gruppo scultoreo, riguarda il tentativo di Rudolf Steiner, intrapreso più volte nelle sue conferenze dell’anno 1911, e cioè il tentativo di descrivere il volto del Cristo. Vogliamo riportare qui una sua esposizione: «Quando dopo un lungo approfondimento nell’idea scientifico-spirituale del Cristo un giorno si cercherà di rappresentare il Cristo, si otterrà una figura, nella quale si riconoscerà che nel Suo volto è contenuto qualcosa a cui tutta l’arte può lavorare duramente, ma deve e dovrà anche occuparsene: allora nel Suo volto sarà contenuto qualcosa della vittoria delle forze, esistenti solo nel volto, su tutte le altre forze della figura umana. Quando gli uomini riusciranno a configurare un occhio, che vive e irradia solo compassione, una bocca, che non è adatta a mangiare, ma soltanto a pronunciare quelle Parole di verità, che sono la coscienza morale che sta sulla lingua dell’uomo, e quando potrà essere formata una fronte, non bella e alta, ma che è bella nella chiara configurazione di quanto tende in avanti a ciò che definiamo il fiore di loto tra gli occhi – quando un giorno tutto ciò potrà essere configurato, allora si troverà perché il profeta dice: ‘Non ha figura né splendore’ [Is 53, 2]. Ciò non significa bellezza, ma è quanto vincerà la corruttibilità: la figura del Cristo, dove tutto è compassione, tutto amore, tutto dovere di coscienza morale.»20

 

 

Anche in un dialogo con Friedrich Rittelmeyer (1872-1938) Rudolf Steiner diede dei chiarimenti in merito: «Una fronte, che non assomigliava a una moderna fronte di pensatore, sulla quale tuttavia era scritto lo stupore per i profondi Misteri dell’esistenza; un occhio che non guardava agli uomini osservando, ma che si immergeva in essi per così dire con il fuoco della dedizione; una bocca: ‘Quando la vidi per la prima volta, ebbi l’impressione, che questa bocca non avesse mai mangiato, ma che sin dall’eternità avesse annunciato divine verità.»21 Profondamente impressionato da queste parole, Friedrich Rittelmeyer in modo spontaneo chiese (il dialogo ebbe luogo nella primavera del 1915), se in seguito a tale descrizione non si poteva rappresentare il volto del Cristo anche in modo artistico, in pittura o scultura. Rudolf Steiner rispose subito: «Certamente, per questo ho dato l’incarico a un’artista a Dornach di realizzare un’immagine del Cristo secondo le mie indicazioni» (ibidem).

 


 

Note:

11 – Vedi – H. Raske, Das Farbenwort. Rudolf Steiners Malerei und Fensterkunst im ersten Goetheanum (La parola del colore. I dipinti e l’arte delle vetrate di Rudolf Steiner nel primo Goetheanum), cap. «Das Mittelmotiv in der Malerei» («Il motivo centrale nei dipinti»), Stoccarda 1983.

12 – In tale contesto è sintomatico che Rudolf Steiner all’inizio dello stesso anno a Berlino parlò per la prima volta anche di Arimane nella sua polarità con Lucifero e del fatto che il potere di Arimane può essere superato soltanto mediante l’unione degli uomini con il Cristo.

13 – Questa è la prima interpretazione del contenuto della «Scuola di Atene» e di certo l’unica, dalla quale risulta che Rudolf Steiner nelle principali figure di essa vedeva anche Platone e Aristotele. Mentre invece in molte successive esposizioni egli riteneva conseguentemente che si trattasse di Paolo e di Dionisio l’Aeropagita. – In riguardo a tale problematica vedi anche S. O. Prokofieff, Eterna Individualità. La biografia karmica di Novalis, cap. 11 «Novalis quale uno degli ispiratori soprasensibili della moderna Scienza dello Spirito» (in particolare le note 394 e 396), Widar Edizioni 2001.

14 – Queste tre epoche dell’umanità forse sono rappresentate nel miglior modo dalle seguenti tre personalità: Aristotele, Tommaso d’Aquino (questi due si trovano – secondo le interpretazioni – nei menzionati affreschi di Raffaello) e Rudolf Steiner.

15 – In tale contesto Rudolf Steiner parla della possibilità di «innalzare in una sfera superiore tutta la professione e tutta la missione del Movimento mondiale scientifico-spirituale, per il fatto che esso è l’esecuzione di quell’ispirazione, di quella potenza, che il Cristo ha definito Spirito» (0.0.107,22.3.1909).

16 – Nella conferenza del 21 novembre 1919 Rudolf Steiner rileva: «Tenete presente che l’Impulso-Cristo può essere compreso soltanto considerandolo quale impulso di equilibrio tra l’elemento arimanico e quello luciferico, sapendolo inserire in modo giusto nella Trinità» (0.0.194). E poi egli continua, riassumendo nella stessa conferenza il confronto di Lucifero e Arimane: «Tutto è collegato con la missione di Michele nei confronti degli esseri delle gerarchie superiori con i quali egli a sua volta è in collegamento» (ibidem). E in una conferenza precedente Rudolf Steiner dice: «Comprendere come il Cristo si trova in mezzo tra Lucifero e Arimane, che cosa Egli significa di fronte a Lucifero e Arimane, questo è uno dei principali compiti del prossimo futuro» (0.0. 165, 9.1.1916). Per il «prossimo futuro» possiamo immaginarci benissimo i due secoli e mezzo dell’attuale epoca di Michele che stanno ancora davanti a noi.

17 – In riguardo all’attuale e alle due future manifestazioni soprasensibili del Cristo vedi S. O. Prokofieff, L’apparizione del Cristo nell’eterico. Aspetti scientifico-spirituali del ritorno eterico, cap. 1, «La dimensione cosmica del ritorno eterico del Cristo», Collana Widar Edizioni, Editrice Antroposofica, Milano 2013.

18 – Secondo la Scienza dello Spirito l’Angelo possiede un Sé Spirituale pienamente sviluppato, che sta in diretto rapporto con lo Spirito Santo.

19 – In molti passi delle sue conferenze Rudolf Steiner parla del fatto, che già oggi sempre più uomini possono lavorare alla redenzione di Lucifero dalla forza del Cristo nella loro anima: «L’uomo redimerà Lucifero, accogliendo in sé, nella maniera corrispondente, la forza del Cristo» (O.O. 110, 18.4.1909, sera). La redenzione di Arimane invece oggi è riservata soltanto agli iniziati. Ne rendono testimonianza le parole conclusive di Benedetto su Arimane alla fine del Quarto Mistero Drammatico:

«Egli non sa ancora che la liberazione Può venirgli solo nel futuro, quando ritrovi la sua entità Entro lo specchio del pensiero dell’uomo» (Il risveglio delle anime, Quadro 15°, O. O. 14). Per gli altri uomini i primi passi alla redenzione di Arimane sono possibili soltanto sulla via di un comune lavoro (sociale) spirituale.

20 – O.O. 143, 8.5.1912. – In un’altra conferenza Rudolf Steiner dice ancora della fronte del Cristo, che essa porta ad espressione tutto «ciò che può essere definito stupore per i Misteri del mondo» (O.O. 133, 14.5.1912).

21 – F. Rittelmeyer, Meine Lebensbegegnung mit Rudolf Steiner (Il mio incontro con Rudolf Steiner), Stoccarda 10 1983.