L’immaginazione natalizia dell’anthropos-sophia

Il corso dell’anno come via di iniziazione – Natale


 

Come abbiamo già detto più volte tutte le esperienze fin qui descritte sono il risultato di un cosciente cammino sulla moderna via di iniziazione. Anche se questo cammino non è oggi collegato direttamente al ritmo dell’anno, le quattro settimane d’avvento sono tuttavia nel loro carattere essenziale particolarmente adatte alle esperienze suddette.

 

Infatti nel tempo che precede il Natale

ogni uomo percorre in modo inconscio, attraverso i propri involucri, la via verso il sé superiore.

 

Se nel corso della disciplina spirituale il discepolo raggiunge il necessario sviluppo interiore, e in particolare se sa conquistarsi le virtù di cui abbiamo parlato, in successione: giustizia, temperanza (misura e prudenza), coraggio (presenza di spirito), e saggezza, allora a Natale gli si offre la possibilità di vivere in coscienza la nascita nella propria anima dell’io superiore. La festa di Natale diverrà una festa non solo legata a tradizioni più o meno comprese esteriormente, ma un fatto reale sulla via dello sviluppo interiore:

la nascita del sé superiore dalla sostanza-madre della saggezza.

 

È l’avverarsi delle parole di Angelo Silesio:

▸« Mille volte potrebbe nascere il Cristo a Betlemme

Ma se non nasce in te: sei perduto in eterno ».1

 

Quale risultato e compimento di tutto il cammino percorso, quest’esperienza può presentarsi all’anima a Natale in forma immaginativa: sotto le volte di un sublime tempio, ricolma di profonda saggezza, pervasa di purezza e dolcezza celestiali, sta la vergine-madre con il piccolo radioso tra le braccia.

 

Secondo le comunicazioni della scienza dello spirito

questa immagine di Maria, descritta anche dall’evangelista Luca,

è il riflesso terrestre della divina entità Iside-Sophia,

e il bambino che ella porta tra le braccia, il Gesù della casa natanica di David,

è la stessa anima natanica incarnatasi sulla terra in un corpo fisico, archetipo celeste dell’uomo,

l’autentico anthropos nel suo stato paradisiaco non tócco dal peccato.

 

L’anthropos, l’anima vivente in grembo alla Sofia madre:

ecco la grande immaginazione di Natale dell’anthropos-sophia;

il nuovo e autentico anthropos disceso dalla divina saggezza della Sofia,

cui spetta di accogliere in sé il sole spirituale, il Cristo.

 

Ecco perché il Natale è anche la vera festa dell’antroposofia: è il tempo in cui sulla terra, nel cuore dell’Europa, il 25 dicembre 1923, fu posta la Pietra di fondazione dei nuovi misteri cristiani che stanno sotto la diretta guida di Michele-Cristo.2 E così la chioma sempreverde del nobile albero di Natale dei nuovi misteri ci indica il futuro, il suo poderoso tronco l’azione diretta di questi misteri nel presente, mentre le radici affondano nel lontano passato, verso l’epoca in cui l’immaginazione che noi oggi possiamo sperimentare in prossimità del Natale in modo del tutto interiore, si compì fisicamente sulla Terra quale reale avvenimento storico. Infatti, così come il fine ultimo dell’antroposofia è di condurci, attraverso la severa e costante disciplina di un «riflettere nello spirito» (vale a dire in primo luogo per mezzo dello studio della scienza dello spirito contemporanea) a un verace «contemplare nello spirito», allo stesso modo essa risveglia in noi il «ricordare nello spirito», che in quanto ricordo di Natale ci mostra la nascita dell’anima natanica nelle tenebre della notte terrestre, dell’anthropos primigenio.

 

Rudolf Steiner parla del ricordo dell’originaria natività nel secondo giorno del convegno di Natale con queste possenti parole:

▸ «Noi posiamo questa pietra di fondazione con il suo impulso per il futuro, in un momento in cui il ricordo umano che comprende veramente il mondo risale fino alla svolta dei tempi allorché, splendente come astro nella notte del sentimento morale dell’umanità, nacque l’entità divina che divenne il Cristo, l’essere spirituale che ora vive in seno all’umanità. Il nostro cuore sia dunque rivolto all’antica Palestina, all’originaria Natività».3

 

▸«Esercita il ricordare nello spirito nelle profondità dell’anima»,

queste parole della prima parte della Pietra di fondazione possono riferirsi a pieno titolo alla festa del Natale.

 

In questa festa il nostro ‘ricordare’

si volge verso l’originaria esperienza dell’«ex Deo nascimur»,

cioè la nascita nel mondo terreno dell’anima natanica,

l’archetipo celeste dell’umanità, il vero anthropos.

 

E così come nell’esperienza delle prime tre settimane d’avvento vive il ricordo dei tre sacrifici pre-terrestri dell’anima natanica, allo stesso modo l’ultima settimana d’avvento, e soprattutto il suo punto culminante, la stessa festività del Natale, sono il ricordo del quarto e maggiore sacrificio dell’anima natanica che si incarnò sulla terra per accogliere in seguito il Cristo-Sole.

 

 


 

Note:

1 – Il testo di Angelo Silesio è citato da Rudolf Steiner nella conferenza del 23.12.1913, O.O. 150. Alle parole di Silesio, si possono aggiungere quelle di Rudolf Steiner che ne sono la parafrasi moderna e indicano al contempo il significato e il fine della moderna scienza dello spirito (antroposofia): «Ciò che dobbiamo volere deve essere una specie di Natale cosmico spirituale. Il Cristo deve nascere in forma spirituale nella comprensione umana. Tutto quello che ferve all’interno della società antroposofica è di fatto una festa di Natale; è la nascita del Cristo entro la saggezza umana» (O.O. 165, 27.12.1915).

2 – Vedi Rudolf Steiner e la fondazione dei nuovi misteri, capitolo 5

3 – Parole in occasione della posa della Pietra di fondazione della società antroposofica generale, O.O. 260, 25.12.1923