01 – I° passo: acquisire l’antroposofia in forma concettuale (pensiero).

La celeste Sofia e l’essere Antroposofia


 

Il 16 agosto 1902, all’inizio della sua attività di maestro spirituale dell’umanità, Rudolf Steiner scrisse in una delle sue lettere: ▸«Voglio costruire sulla forza che mi permette di condurre “allievi dello spirito” sulla via dell’evoluzione. Il mio primo atto dovrà avere solo questo significato».1

Queste parole costituiscono l’inizio di una nuova epoca nella storia delle correnti spirituali.

 

Volgendo lo sguardo indietro agli antichi misteri, troviamo la totale dipendenza dell’allievo dal maestro. Il maestro era per l’allievo più di un padre, era per lui l’autorità assoluta, non soltanto per quanto riguardava le questioni spirituali, bensì anche in tutti gli altri ambiti della vita.

Questa condotta subì un radicale cambiamento con l’inizio del quinto periodo di civiltà postatlantico, l’epoca della libertà umana.

 

In base a tale cambiamento l’antroposofia oggi

vuole costituire un rapporto nuovo e completamente diverso

tra il maestro spirituale e i suoi allievi.

Ora l’allievo che intraprende il vero cammino iniziatico, può e deve essere una personalità del tutto autonoma,

le cui azioni non vengono sorrette dalla fede in un’autorità esteriore, bensì dalla ricerca e dalla comprensione.

 

Ne consegue che quanto dato dal moderno maestro spirituale ai suoi allievi è unicamente inteso a condurli fino al punto in cui saranno capaci di tenere il loro destino nelle proprie mani e di sostenere essi stessi la completa responsabilità del proprio sviluppo spirituale. Questo principio fondamentale della moderna scienza dello spirito fa sì che non sia più necessaria la guida personale dell’allievo da parte di un maestro fisicamente presente.

Il ruolo del maestro può essere adempiuto anche da un libro, nel quale sia esattamente descritto il sentiero dell’iniziazione; questo vale soprattutto se lo studio del libro mantiene la qualità del colloquio con il maestro spirituale, come esposto da Rudolf Steiner nell’epilogo al suo libro L’iniziazione. 2

 

• Nell’opera La scienza occulta, Rudolf Steiner indica sette gradini

che il discepolo deve percorrere nel cammino di iniziazione.

Il primo gradino viene descritto come «lo studio della scienza dello spirito,

dove in un primo momento ci si serve del giudizio acquisito nel mondo fisicosensibile».3

 

Lo studio quale primo gradino dell’iniziazione

è qualcosa di completamente nuovo nello sviluppo dell’occultismo.

 

Nella nostra odierna civiltà ovviamente dobbiamo studiare molto! Prima impariamo a scuola, poi durante la formazione professionale, e così via, ma lo studio quale primo gradino dell’iniziazione non possiamo trovarlo in nessun altro campo al di fuori della antroposofia.

• Proprio qui è facile incorrere in un tipico malinteso. Si dice: ▸«Particolarmente importanti sono il secondo, il terzo e il quarto gradino della moderna iniziazione» (vale a dire i gradi di immaginazione, ispirazione e intuizione, che possono essere raggiunti soltanto attraverso la concentrazione, la meditazione ed altri esercizi spirituali dati da Rudolf Steiner), «il primo gradino invece, quello dello studio, non è così importante». Così alcuni iniziano subito con gli esercizi, senza aver approfondito compiutamente lo studio.

 

Per illustrare fino a che punto in realtà il gradino dello studio ci può condurre sul sentiero dell’iniziazione, l’esposizione delle successive osservazioni deve partire da un semplice esempio, da un’esperienza che la maggior parte degli antroposofi ricorderanno, poiché si riferisce al primo contatto con l’antroposofia.

Un giorno ci capitò nelle mani un libro di Rudolf Steiner, iniziammo a leggere una pagina, due pagine o venti pagine, fino a giungere a un punto in cui un pensiero o un’immagine ci toccarono con tale intensità da essere commossi nel profondo dell’anima.

 

Cosa significa una simile esperienza?

Se esaminiamo la questione risulterà

che noi conosciamo già, in un senso più profondo, quello che abbiamo letto.

 

In altre parole, nel momento in cui viviamo questa esperienza sentiamo: conosco già quello che qui dice l’antroposofia, l’ho soltanto dimenticato per un certo tempo e ora il ricordo riaffiora.

Questa esperienza era nota anche a Platone che sosteneva che in verità tutta la conoscenza è una sorta di ricordo (anamnesis).

Questo è il momento in cui lo studio dell’antroposofia inizia a sviluppare quella qualità che ne fa il primo grado dell’iniziazione. Cominciamo ora infatti a comprendere che

 

tutto quanto possiamo trovare nell’antroposofia,

l’immagine dell’uomo e del cosmo, la loro evoluzione,

la vita dell’uomo sulla terra e, dopo la morte, in rapporto con le gerarchie,

le leggi del karma e della reincarnazione, e molto di più, tutto ci appartiene.

È qualcosa che conosciamo già, ma che portiamo a coscienza attraverso l’antroposofia.

 

È un’esperienza paragonabile all’accendersi di una fiamma interiore

che improvvisamente illumina quanto già si trova nelle profondità della nostra anima,

anche se ancora in forma incosciente e dimenticata.

 

Ma cosa significa dal punto di vista esoterico lo studio quale primo gradino dell’iniziazione?

Ogni reale, moderna iniziazione ha il compito di condurre l’uomo nei mondi spirituali in piena coscienza;

ma nei mondi spirituali non esistono oggetti, forze o energie astratte,

bensì esclusivamente entità spirituali delle gerarchie ascendenti.

 

Al proposito Rudolf Steiner spiegò che

• il secondo gradino dell’iniziazione, quello dell’immaginazione,

può condurre alla conoscenza o all’incontro con la terza gerarchia;

• il terzo gradino, ovvero l’ispirazione, all’incontro con la seconda gerarchia

• ed il quarto, l’intuizione, all’incontro con la prima gerarchia, quella più elevata.4  

 

Ma qui si pone il quesito: se lo studio della scienza dello spirito deve essere considerato già il primo gradino della moderna iniziazione, non dovrebbe condurre anch’esso all’incontro con una concreta entità spirituale? Qual è l’entità che si può incontrare attraverso tale studio? La seguente esposizione intende rispondere a questa domanda.

 

All’esperienza fondamentale sopra descritta, e cioè che l’antroposofia ” appare come una sorta di ricordo, si contrappone a volte una difficoltà per il fatto che essa, quale moderna scienza dello spirito, fu data all’umanità dapprima in rigorosa forma di pensiero.

Con il tempo tuttavia ci accorgiamo che dovremmo essere profondamente grati a Rudolf Steiner per avere comunicato queste conoscenze in forma oggettiva di puro pensiero; soltanto in questo modo potremo rimanere completamente liberi anche rispetto alle conoscenze superiori, poiché i pensieri non costringono.

 

Questa assoluta libertà spirituale quale principio fondamentale della moderna iniziazione, è stata accuratamente preparata a partire dalla metà del XIV secolo nella principale corrente del cristianesimo esoterico e cioè nel rosicrucianesimo.5 La corrente che ne costituisce il seguito nel nostro secolo è l’antroposofia, nella quale troviamo il medesimo, massimo rispetto per la libertà dell’individualità umana.

 

In particolare vanno citate tre caratteristiche fondamentali dell’iniziazione antroposofica.

1 – Ogni uomo ha la possibilità di accedere al cammino di iniziazione, senza trascurare o addirittura abbandonare i compiti riservatigli dal karma in questo mondo. Può perseguire il sentiero spirituale all’interno della moderna civiltà.

2 – Come già accennato, nella scienza dello spirito non esiste alcuna autorità esteriore; l’intera saggezza è data, come anche in altre discipline scientifiche, in una forma che si rivolge completamente al libero giudizio dell’‘io’ individuale.

3 – L’unico elemento fondamentale per questo cammino di sviluppo interiore è l’io libero dell’uomo, e nessun passo può essere fatto su questo sentiero senza che l’io lo abbia compreso con la massima chiarezza.

L’io deve percorrere il proprio cammino di conoscenza in piena coscienza.

 

Questi sono i tre princìpi che garantiscono la nostra libertà nel rapporto con tutte le conoscenze antroposofiche.

Oltre a questo aspetto del principio di libertà, prevalentemente esteriore o exoterico, esiste tuttavia anche l’aspetto interiore o esoterico che ora vogliamo considerare.

 

In primo luogo dobbiamo sottolineare il fatto che il patrimonio spirituale antroposofico oggi è accessibile a tutti gli uomini, poiché i libri di Rudolf Steiner possono essere acquistati in ogni libreria.

Questo apre due possibilità in relazione a questo patrimonio di conoscenza:

• possiamo avvicinarci ad esso seriamente e responsabilmente, nella disposizione di un vero anelito alla conoscenza, come descritto all’inizio del libro L’iniziazione, per poi mettere al servizio dell’evoluzione umana tale patrimonio di saggezza.

• Può verificarsi tuttavia anche un atteggiamento contrario rispetto a queste conoscenze, soprattutto se esse vengono accolte per curiosità, comodità o per egoismo. In questo caso osserviamo una sorta di abuso delle conoscenze superiori della scienza dello spirito.

 

Ma se prendiamo seriamente la legge universale e omnicomprensiva del karma dobbiamo dire: nel mondo spirituale, dal quale è pervenuta questa saggezza, un essere dovrà portare le conseguenze di un simile uso improprio, sino a quando tutti gli uomini che si sono uniti con questo patrimonio spirituale non ne portino in piena coscienza tutta la responsabilità; fino ad allora cioè, un essere dovrà portare su di sé tutto il karma negativo derivato dall’abuso delle conoscenze superiori. Questo è l’altro lato, quello esoterico, della libertà umana, espresso anche nelle parole di Paolo: «Siete stati riscattati a caro prezzo».6

L’individualità che porta soprattutto le conseguenze spirituali del karma negativo della libertà umana è Christian Rosenkreutz, il fondatore del rosicrucianesimo. Quale diretto discepolo del Cristo Gesù e suo più grande successore umano, fondò nella metà del XIII secolo la corrente occulta basata completamente sulla libertà umana.7

 

A tal proposito Rudolf Steiner dice:

▸ «Coloro che conoscono questa individualità e quanto la concerne, sanno anche che Christian Rosenkreutz sarà il più grande martire tra gli uomini, a prescindere dal Cristo, ad avere sofferto in qualità di dio. Le sofferenze che lo renderanno il più grande martire saranno conseguenza del fatto che pochi uomini prendono la decisione di volgere lo sguardo entro la propria anima, per ricercare l’individualità che va sviluppandosi! Pochi uomini si sottopongono alla scomodità di comprendere che la verità non verrà loro presentata bella e pronta su un vassoio! La verità dovrà essere conquistata con ardente anelito, con una ricerca e una lotta assidue. Non ci possono essere esigenze diverse nel nome di colui che viene denominato Christian Rosenkreutz».8

 

Qui si deve aggiungere che lo stesso vale per Rudolf Steiner, che è il più grande collaboratore e amico di Christian Rosenkreutz, in particolare a partire dal Convegno di Natale.9 Questo fatto, tra gli altri, spiega l’immagine che Rudolf Steiner diede nel 1924 a Ita Wegman in risposta alla sua domanda sulla relazione tra lui e Christian Rosenkreutz:

«Nel mondo spirituale c’è un altare: da un lato si trova Christian Rosenkreutz con una stola azzurra e dall’altro Rudolf Steiner con una stola rossa».10

 

Che altare è questo, e dove è già stato menzionato?

Nel libro L’iniziazione, nel capitolo ‘Vita e morte. Il grande guardiano della soglia’, dedicato all’incontro del discepolo dello spirito con il Cristo che corona il suo cammino di iniziazione e rende il discepolo un vero maestro cristiano, Rudolf Steiner scrive: «Se egli decide di seguire le richieste della superiore figura di luce, allora egli contribuirà alla liberazione della specie umana. Egli offre i suoi doni sull’altare sacrificale dell’umanità».10a Davanti a questo ‘altare sacrificale dell’umanità’ stanno anche nel mondo soprasensibile Christian Rosenkreutz e Rudolf Steiner quali suoi custodi spirituali.

 

Questa immagine profondamente toccante può renderci coscienti della grande responsabilità che abbiamo verso l’antroposofia. Dobbiamo riconoscere il nostro compito di porgere aiuto a questi due grandi maestri, attraverso lo studio serio e intenso della scienza dello spirito.

L’aiuto consiste nel portare e trasformare il karma negativo della libertà umana, soprattutto nell’impegno ad operare insieme a loro e con loro, invece di aumentare il loro fardello e le loro sofferenze per l’umanità.

 

Se studiamo la scienza dello spirito nel senso sopra caratterizzato, impariamo a poco a poco a pensare in un modo completamente nuovo, vale a dire non solo con il cervello fisico, ma anche con quello eterico. Tutti i concetti antroposofici sono collegati alle realtà soprasensibili, non a quelle fisiche. Coltivando l’antroposofia in modo attivo, pur non essendo ancora chiaroveggenti, ci troviamo comunque già nel mondo spirituale.

 

Detto in altre parole,

quando usiamo il nostro pensiero ordinario per comprendere fatti spirituali e non fisici,

si verifica per la prima volta la possibilità di abbandonare in modo completamente cosciente il nostro corpo fisico.

Così raggiungiamo ciò che può essere definito un ‘pensare libero dai sensi’.

 

Questo è l’inizio più sicuro, esente da pericoli,

di un moderno cammino di iniziazione che conduce nel mondo spirituale,

al quale altrimenti accediamo soltanto dopo la morte oppure inconsciamente durante il sonno.

 

 


 

1 – Dalla lettera a W. Hubbe-Schleiden del 16.8.1902, pubblicata in: Rudolf Steiner, Briefe, volume II, nr. 142, Dornach 1953.

2 – O.O. 10

3 – O.O. 13

4 – Vedi p. es. O.O. 206, 13.8.1921

5 – O.O. 130, 27.9.1911

6 – 1 Corinzi 6,20 e 7,23; traduzione di Emil Bock

7 – O.O. 130, 27.9.1911.

8 – O.O. 133, 20.6.1912

9 – Questo è solo un esempio tratto dalla vita di Rudolf Steiner del volontario farsi carico delle conseguenze derivanti dalla libertà altrui. Gunther Schubert riferisce: «Ella [Marie Steiner] diceva ripetutamente di dovere ripensare con quanto sforzo il dott. Steiner fosse giunto alla decisione di pubblicare la meditazione della pietra di fondazione nel 1923 e come, nell’ultima versione stampata, egli avesse attenuato, dando una forma più astratta, l’invocazione diretta alle gerarchie. Il dottor Steiner voleva che anche nelle comunità dei soci venisse impiegato soltanto tale tenore attenuato, poiché in simili meditazioni esoteriche espresse in forma di culto, esisterebbe una legge secondo cui la forza che viene liberata si ripercuote con la stessa intensità, per cui bisognerebbe riflettere se questo possa essere sopportato» (O.O. 260, 4a ediz., Dornach 1985, pag. 300).

10 – Margarete e Erich Kirchner-Bockholt, Die Menschheitsaufgabe Rudolf Stei- ners und Ita Wegman, Dornach 1981, cap. ‘Rudolf Steiners Mission’.

10a – (O.O. 10) Del fatto che al discepolo dello spirito a questo grado del proprio sviluppo interiore si rivela il Cristo in questa sublime figura del grande guardiano della soglia, Rudolf Steiner scrive nel suo libro La Scienza Occulta (O.O. 13) nel capitolo ‘La conoscenza dei mondi superiori’.