Natale ed Epifania

Il corso dell’anno come via di iniziazione – Appendice


 

Le epoche dell’anno più favorevoli all’incontro con il piccolo e con il grande guardiano della soglia

sono rispettivamente le feste di Natale e dell’Epifania (il battesimo al Giordano).

Ciò ha un notevole significato, che risulta chiaro se confrontiamo il contenuto esoterico delle due feste

con quanto descrive Rudolf Steiner nel libro L’iniziazione.

 

Qui si viene detto che

• nel piccolo guardiano il discepolo incontra per la prima volta il proprio io superiore,

ovvero ‘l’altro’ io, che all’inizio gli appare come avvolto dal «karma non ancora compensato» ovvero,

nel senso della nostra esposizione, come la sua «memoria superiore»

che abbraccia e collega a mezzo delle leggi karmiche tutte le precedenti incarnazioni.

 

Così parla il guardiano della soglia al discepolo che lo incontra:

▸ «Io sono l’entità che si è costruita un corpo con le tue azioni nobili e con quelle cattive.

La mia figura spettrale è tratta dal bilancio della tua vita (…)

io devo diventare un’entità in sé perfetta e magnifica se non voglio soccombere alla distruzione (…)

Solo quando avrai compensato tutti i tuoi errori passati

e ti sarai purificato al punto che ti sarà impossibile commettere altro male,

allora il mio essere si trasformerà in bellezza sfolgorante.

E per il bene della tua ulteriore attività potrò riunirmi con te in un unico essere.»

 

Da queste parole risulta che il guardiano della soglia indica al discepolo un preciso ideale morale da raggiungere

affinché il guardiano possa trasformarsi in una «entità magnifica» piena di «sfolgorante bellezza»

e in tale aspetto metamorfosato unirsi al discepolo:

«Tu devi unirti interamente a me, e unito a me divenire immortale» (O.O. 10).(1)

 

Quale risultato dell’incontro con il piccolo guardiano della soglia

si presenta allora all’anima questo ideale morale come scopo da raggiungere.

Ed è proprio questo l’ideale che ci viene indicato nella figura dell’immacolata anima natanica a Natale,

quando però questo ideale non è tanto nell’interiorità consapevole dell’anima, quanto un fatto della storia del mondo.

Contemplando la sua nascita terrena noi contempliamo anche l’ideale

che il guardiano della soglia pone dinnanzi all’anima del discepolo dello spirito.

 

Infatti l’anima natanica

è una individualità che proviene direttamente dalla sfera cosmica dell’immortalità,

non soggetta al karma terreno, così che il guardiano della soglia le appare subito

quell’essere luminoso e magnifico che in un lontano avvenire ogni uomo incontrerà.

 

E il guardiano è collegato all’anima natanica in modo tale che la festa del Natale

può diventare per il discepolo il sublime archetipo delle proprie intime aspirazioni,

l’ideale di un prossimo grado di perfezione che gli si rivela in modo obiettivo

quale frutto di una vera, superiore conoscenza di sé stesso.

 

Perciò Rudolf Steiner dice

«la vera autoconoscenza deve portare il seme di Gesù» (O.O.183,19. 8.1918)

così come ogni vera conoscenza del mondo dopo il mistero del Golgota deve portare il seme di Cristo.

 

Tutt’altro carattere ha per il discepolo l’incontro con il grande guardiano della soglia.

Anch’esso gli si presenta dapprima come un ideale morale, ma di grado più elevato

perché riferito non solo allo sviluppo individuale dell’anima ma al suo rapporto

con lo sviluppo spirituale e il perfezionamento dell’umanità intera.

 

Il grande guardiano si rivolge all’anima conoscente nei seguenti termini:

▸ «Tu ti sei liberata dal mondo dei sensi.

Ti sei acquisita diritto di cittadinanza nel mondo soprasensibile. Da qui puoi ormai esercitare la tua azione.

La corporeità fisica, nella sua forma attuale, non ti è più necessaria per te stessa.

Se tu volessi soltanto acquistare la capacità di dimorare nel mondo soprasensibile,

non avresti più bisogno di tornare in quello sensibile. Ma guardami!

Vedi quanto infinitamente superiore io sono a ciò cui hai già potuto evolvere in te stessa.

Sei arrivata al grado attuale del tuo perfezionamento per mezzo delle facoltà

che hai potuto sviluppare nel mondo dei sensi, fino a quando ancora avevi bisogno di esso.

Ora deve però cominciare per te un periodo in cui le tue forze liberate

dovranno ulteriormente lavorare nel mondo dei sensi.

Fino ad ora hai affrancato soltanto te stessa; ora, libera,

puoi lavorare alla liberazione di tutti i tuoi compagni nel mondo sensibile.

Fino ad oggi i tuoi sforzi sono stati soltanto individuali; ora devi inserirti nel tutto,

in modo da portare nel mondo soprasensibile non solo te stessa,

ma anche tutto ciò che esiste nel sensibile.

Potrai un giorno unirti alla mia figura,

ma io non posso essere felice finché vi siano ancora degli infelici!» (0.0.10).

 

E più oltre Rudolf Steiner prosegue:

▸ «Dal secondo guardiano della soglia irradia uno splendore indescrivibile:

l’unione con lui si presenta all’anima veggente come una méta lontana.

Le si presenta però al tempo stesso la certezza che quell’unione si avvererà soltanto

se l’iniziato avrà anche adoperato tutte le forze che gli sono affluite da questo mondo

per la liberazione e la redenzione di questo stesso mondo.

Se si decide a seguire le richieste della sublime figura di luce, egli potrà contribuire

alla liberazione del genere umano. Egli offre i suoi doni sull’altare dell’umanità».

 

Questa è una delle esperienze più importanti del discepolo sulla via dei mondi spirituali, allorché gli viene richiesto di fare dei propri fini una sola cosa con i fini di tutta l’umanità. In questo momento egli deve prendere una decisione importante non solo per la sua vita presente, ma per tutte le future incarnazioni.

 

L’aiuto per una simile decisione gli può venire dal sublime archetipo del battesimo al Giordano, allorché l’entità solare del Cristo in nome del puro amore per l’umanità, senza che questo le fosse necessario per il proprio sviluppo, decise di offrire in sacrifico all’umanità terrestre tutte le forze spirituali che possedeva dal principio e ancor più di offrire in sacrificio il proprio essere scendendo sulla Terra e unendosi durante il battesimo al Giordano con gli involucri terreni di Gesù di Nazareth.

 

Rudolf Steiner nel parla nei seguenti termini:

▸ «Quando l’uomo fu arrivato al gradino più basso della sua caduta, fu necessario un potente impulso per farlo risalire. Questo potè verificarsi soltanto per il fatto che un’entità delle gerarchie superiori, che indichiamo col nome di Cristo, prese nei mondi superiori una decisione che per la propria evoluzione non occorreva prendesse. L’entità del Cristo avrebbe infatti conseguito il proprio sviluppo anche se avesse percorso una via molto, moltissimo al di sopra di tutto ciò che gli uomini erano sul loro cammino. L’entità del Cristo avrebbe potuto per così dire passare al di sopra dell’evoluzione dell’umanità. Ma senza un impulso ascendente l’umanità avrebbe proseguito la sua evoluzione verso il basso. Allora l’entità del Cristo avrebbe avuto un’ascesa e l’umanità soltanto una caduta» (0.0. 131, 14 .10 .1911).

 

Ma il Cristo prese la sua decisione. Egli si unì per tutti i tempi alle vicende degli uomini.

Il battesimo al Giordano fu la manifestazione sul piano storico di quella decisione divina.

▸ «Il Cristo compì un’azione di cui non aveva bisogno per se stesso. Che azione fu? Fu un gesto d’amore divino! Dobbiamo avere chiaro che di primo acchito nessun sentimento umano è in grado di sentire l’intensità d’amore che occorre perché un essere divino prenda la decisione per esso non necessaria di agire sulla Terra entro un corpo umano»

(0.0.131, 14 .10 .1911).

 

Così per il discepolo che si trovi al gradino di evoluzione descritto, l’evento del battesimo al Giordano può diventare l’archetipo storico-macrocosmico per la propria individuale decisione. Se questa viene presa, a partire dal momento dell’incontro con il grande guardiano della soglia il discepolo si incammina sulla via della imitatio attiva del Cristo Gesù. A questo grado evolutivo essa è l’unica via bianca che si offre all’occultista.

 

Per questo Rudolf Steiner dice che gli occultisti della via bianca prepongono a tutto il resto

«la dedizione altruistica e il sacrificio di sé» (0.0. 10).

 

Il periodo dell’anno più favorevole per intraprendere questa via d’amore e abnegazione spirituale,

è quello che va dall’Epifania alla Pasqua.

Esso corrisponde ai tre anni di vita del Cristo sulla Terra negli involucri di Gesù di Nazareth

e nel corso dell’anno è il tempo in cui l’uomo è chiamato a sacrificare sull’altare dell’umanità

le forze d’amore operanti nel suo io e i frutti della propria evoluzione individuale,

i tesori di saggezza spirituale raccolti nei propri involucri durante la metà discendente dell’anno prima del Natale.

 

Così nel corso dell’anno, per ogni uomo che aneli allo spirito, si apre sempre di nuovo la possibilità

non solo di prepararsi interiormente all’incontro con il piccolo e il grande guardiano della soglia,

ma anche di sottoporsi a una prova molto difficile: sarà egli in grado al momento giusto di scegliere la via bianca?

Infatti ogni anno verso l’Epifania la domanda gli si ripropone

ed ogni volta gli si presenta l’opportunità di saggiare le proprie forze:

se sarà in grado di incamminarsi su questa via durante la successiva, discendente metà dell’anno.

 

 


 

Note tra parentesi:

(1) – Ecco il brano integrale: «Solo trasformandoti attraverso sempre nuove vite, portandomi in questo modo inconsapevolmente a perfezione, ti saresti affrancato dalle potenze della morte; unendoti completamente a me saresti passato all’immortalità unito a me» (0.0.10).