San Giovanni, festa dell’avvenire

Il corso dell’anno come via di iniziazione – San Giovanni


 

Nel nostro esame del fondamento esoterico del corso dell’anno siamo giunti all’ultima grande festività: il giorno di San Giovanni. Nell’attuale momento di evoluzione non possiamo ancora dire molto su questa festa poiché, nella sua più profonda natura, essa rinvia a un lontano futuro, quando sarà celebrata dagli uomini in modo pienamente cosciente.

 

Il giorno di San Giovanni nel corso dell’anno segue direttamente il solstizio d’estate

e corrisponde nel ciclo vitale della Terra al momento di massima espirazione.

 

In questo periodo dell’anno

l’interiorità della Terra è immersa in un sonno profondo

la cui manifestazione esteriore è data dalla bellezza e dalla ricchezza vegetale,

e l’anima della Terra si trova fuori del corpo fisico planetario.

Essa si innalza alle vastità del cosmo, fino alla sfera delle stelle fisse

e là dimora nella cerchia delle gerarchie superiori,

immersa nei suoi sogni beatificanti, quei sogni che essa ricorderà durante l’inverno

e in particolare nel corso delle tredici notti sante.

 

Anche noi possiamo venire sfiorati da questa atmosfera di beatitudine se, in un assolato mezzogiorno estivo, riusciamo ad abbandonarci coscientemente alla natura circostante. Per la stessa anima della Terra, che sperimenta nelle lontananze cosmiche i più profondi misteri dell’universo, questo stato resta come sognante.

 

Mentre dimora nelle eccelse sfere, l’anima della Terra

non riesce ad avere un’esperienza cosciente di questa «beatitudine in Dio»,

la beatitudine nel grembo delle gerarchie superiori.

 

Lo stesso accade all’uomo. In quest’epoca dell’anno egli non può seguire coscientemente l’anima della Terra nell’immensità del cosmo. Può unirsi ad essa solo nell’incoscienza delle sue ‘peregrinazioni’ notturne, ma il tutto resta inaccessibile alla sua coscienza di veglia.1 Dovrà passare ancora molto tempo prima che, quale frutto naturale dell’evoluzione, si offra all’uomo la possibilità di seguire in modo pienamente cosciente l’anima della Terra nelle vastità stellari. Nel frattempo deve accontentarsi di poter ascoltare a Natale il ricordo che l’anima della Terra ha del suo soggiorno estivo nel macrocosmo.

 

Tuttavia esiste già oggi una via che permette all’uomo odierno di seguire l’anima della terra nel cosmo conservando la propria coscienza di veglia, e di contemplare là «con i propri occhi» gli ineffabili misteri dei mondi stellari. Sebbene questa via risulti accessibile all’umanità solo dall’epoca presente, le sue basi furono gettate in tempi remoti, con il mistero del Golgota, quando l’entità del Cristo divenne il nuovo spirito della Terra.

 

Nel tempo della festa di San Giovanni, nel processo di espirazione,

non solo l’anima della Terra, ma anche il suo spirito, cioè il Cristo,

abbandonano il corpo planetario fisico per unirsi alle sfere del Sole e delle stelle.

 

Di questa unione dello spirito della Terra con il cosmo al tempo di San Giovanni,

Rudolf Steiner dice:

▸ «Tutto ciò che sulla Terra ha carattere animico è diffuso nel cosmo. L’animico della Terra è inebriato della forza del Sole e delle stelle. Anche il Cristo, insieme all’anima della Terra, unisce la propria forza a quella delle stelle e del Sole che sommergono come una marea ciò che della Terra si è abbandonato al cosmo, il tempo di San Giovanni. La terra ha espirato del tutto. Nella sua fisionomia esteriore, ora rivolta al firmamento, non mostra la forza che le è propria, come nel solstizio d’inverno, ma la forza riflessa delle stelle, del Sole, dell’intera sfera cosmica che le si stende intorno».2

 

Se l’uomo percorre la via della moderna iniziazione cristiano-rosicruciana può giungere all’unione cosciente con l’entità Cristo, il che gli consente a San Giovanni di ascendere con l’anima della Terra nel macrocosmo e là, quasi nel «cuore» del mondo divino-spirituale, contemplare insieme ad essa i misteri divini pur conservando la piena autocoscienza.

 

Infatti l’uomo compie questa ascesa con l’anima della Terra non da solo, ma insieme al Cristo,

il quale unico fra tutti gli Dei del cosmo ha la capacità di elevare e sostenere l’autocoscienza individuale dell’uomo

a tutti i livelli dell’essere universale.3

Come conseguenza si svela davanti all’iniziato il profondissimo mistero del Cristo quale spirito e guida dell’intera terra.

 

E poiché una siffatta esperienza del macrocosmo (del Sole, dei pianeti, dell’intero mondo delle stelle fisse) che avviene in comunione con le forze della stessa anima della Terra, è qualcosa di incomparabilmente più grande della «fusione col macrocosmo» già descritta che origina soltanto dalle forze individuali dell’uomo, per questo stesso fatto tale esperienza corrisponde al massimo grado dell’iniziazione cristiano-rosicruciana, che Rudolf Steiner definisce «beatitudine in Dio», e di cui scrive nella Scienza Occulta:

▸ «Il gradino successivo è qualcosa che in senso scientifico-spirituale può essere definito come beatitudine in Dio. Non è possibile, né necessario, descrivere dettagliatamente questo grado di evoluzione. Difatti nessuna parola umana ha la capacità di rendere ciò che l’uomo conosce in questa esperienza. Si può quindi dire con diritto: non ci si può fare una rappresentazione di questo stato se non con un pensiero che non ha più bisogno di servirsi dello strumento del cervello umano».4

 

Sotto questo profilo possiamo dunque dire che

la festa estiva di San Giovanni, nella sua natura esoterica, ci rinvia a un lontano avvenire

che però l’uomo può già realizzare in sé

se raggiunge il settimo grado della moderna via di iniziazione cristiano-rosicruciana.

 

In tal modo la festa di San Giovanni, se compresa e festeggiata correttamente,

è la festa dell’annuncio di uno stato della Terra in cui essa sarà di nuovo riunita al Sole,

e in esso con l’intero mondo stellare.

Possiamo definire così la futura festa di San Giovanni come una vera festa terrestre-solare.

 

 


 

Note:

1 – Rudolf Steiner dice al proposito: «A primavera l’anima umana si sforza, senza riuscirsi, di seguire l’anima della Terra ‘espirata’ che si porta nel cosmo. L’anima umana che ha acquisito il sentimento della libertà e la coscienza individuale, ‘perde i sensi’ di fronte alle altezze celesti» (O.O. 226, 21.5.1923). Nell’antichità per l’iniziato una simile ascesa era ancora possibile: «Per questo gli antichi celebravano i misteri dell’estate, nei quali si potevano percepire i misteri dell’universo dalla comunione dell’anima della Terra con le stelle (l’iniziato poteva allora seguire l’anima della Terra nello spazio)» (O.O.224, 23.5.1923).

2 – O.O.223, 31.3.1923

3 – Questa possibilità di ricordare a Natale tutto quanto sperimentato a San Giovanni nel macrocosmo, si è realizzata anche per la Terra grazie al fatto che l’entità Cristo si è unito ad essa nel mistero del Golgota. È proprio il Cristo che con la sua presenza durante l’inverno risveglia la coscienza della Terra alla vita nelle vastità cosmiche.

4 – O.O.13, 6a edizione; nelle edizioni successive queste parole mancano O.O. 99, 6.6.1907