01 – Tre esperienze dell’anima sulla via al Cristo eterico

L’incontro con il male


 

Gli elementi principali della pietra di fondazione sono legati ai tre compiti che oggi l’uomo deve risolvere sul suo cammino verso l’incontro con il Cristo eterico nel mondo spirituale. Per questo, colui che accoglie la pietra di fondazione nel proprio cuore ha anche la possibilità di avvicinarsi all’esperienza della realtà soprasensibile del ritorno del Cristo.

 

• Il primo compito consiste nella SPIRITUALIZZAZIONE DELL’INTELLETTO,

il cui fondamento sta nell’intelligenza di Michele scesa sulla Terra.

• Questa spiritualizzazione è necessaria per la cosciente contemplazione del Cristo nel piano astrale.

 

Rudolf Steiner dice: ► «Il progresso avviene dunque solo se gli uomini sviluppano un più elevato intelletto non solo per se stessi, ma lo elevano anche al mondo astrale. Attraverso lo sviluppo di questa chiaroveggenza intellettiva, il Cristo visibile nell’eterico potrà venire incontro agli uomini che camminano in tal senso, e verrà incontro sempre di più e in modo più chiaro nel corso dei prossimi tre millenni» (o.o. 130, 18.11.1911).

 

La meta del cammino di conoscenza antroposofico, come descritto nel libro L’Iniziazione (o.o. 10), è lo sviluppo di questo «divenire chiaroveggente intellettivo».

In questo cammino l’allievo della scienza dello spirito può ricevere un aiuto particolare tramite il lavoro interiore con la luce del pensiero della pietra di fondazione.

Questa luce può divenire per lui una sorta di guida nel processo di trasformazione della sua intellettualità, può infatti dischiudere all’uomo quelle qualità che il suo pensare deve conseguire per entrare correttamente nel mondo spirituale (astrale).

 

A queste qualità appartiene soprattutto la MORALITÀ del pensare, che l’uomo non solo deve imparare a elaborare in sé, bensì deve anche imparare ad afferrare col proprio CUORE quale NUOVO ORGANO DI CONOSCENZA.

► «E vero che si pensa con la testa», così scrisse Rudolf Steiner, «ma il cuore sente la chiarezza o l’oscurità del pensare» (o.o. 26, articolo del 23.11.1924: “I pensieri universali nell’azione di Michele e nell’azione di Arimane”).

 

Se l’uomo ha conferito al suo pensare questa forza morale interiore, riconoscerà che la luce insita in questo pensare, per la propria natura, assomiglia all’aura luminosa che avvolge la pietra di fondazione. E allora i pensieri che vivono in lui, che sono al contempo pensieri universali e umani, gli indicheranno l’ulteriore cammino nel quale potrà unire i suoi pensieri terreni con i pensieri universali degli Angeli e risvegliare con ciò nella sua anima la facoltà di contemplare la LUCE (l’aura luminosa) del Cristo eterico.

 

• Il secondo compito consiste

nell’ESTENSIONE INTERIORE DELLA PROPRIA COSCIENZA MORALE,

in modo che essa assuma con il tempo un carattere immaginativo.

Allora, una facoltà del tutto nuova potrà svilupparsi nella sua anima:

► «Vedrà in immagini … l’effetto delle sue azioni per il futuro» (0.0. 116, 8.5.1910),

e a guidare il suo comportamento morale non sarà più un’astratta voce della coscienza, bensì la visione delle immagini spirituali di ciò che deve fare nella sua vita per il pareggio degli errori commessi nel passato. Ma poi, la coscienza morale divenuta immaginativa aprirà la porta alla giusta esperienza (morale) dell’IMMAGINAZIONE del Cristo eterico quale rappresentante della coscienza morale cosmica e sorgente delle intuizioni morali.

 

• Un AIUTO ESSENZIALE su questo cammino di trasformazione della coscienza morale in nuova facoltà immaginativa, può essere LA PIETRA DI FONDAZIONE accolta nelle profondità del proprio cuore eterico, nella quale sono unite le immaginazioni umane e le immaginazioni cosmiche. Con ciò, le forze immaginative del cosmo provenienti dalla sfera degli Arcangeli possono penetrare nella vita animica dell’uomo e condurre alla trasformazione l’intimo carattere della coscienza morale.

 

• Per quanto riguarda poi il terzo compito, esso fu descritto in modo dettagliato da Rudolf Steiner nella conferenza dal titolo “Come ritrovare il Cristo?” (o.o. 182, 16.10.1918).

Qui viene trattato il quesito relativo a una delle più importanti condizioni all’esperienza del Cristo oggi. Questa condizione consiste nel fatto che l’uomo deve attraversare lo stato di totale impotenza interiore in merito alle sue migliori aspirazioni, e nel contempo avere la capacità di vivere in questo stato senza cadere nella disperazione e senza cercare di proteggersi attraverso l’autosuggestione e l’illusione.

 

• L’unica forza che nell’anima umana ha veramente la facoltà di resistere a questa prova di impotenza è la forza che l’io umano individuale si conquista, se penetra nello Spirito con puro e disinteressato amore, un amore pur sempre umano, ma tuttavia già toccato dalla luce celeste del divino amore (universale).

Solo se nell’uomo vive un siffatto amore anche nello stato di totale impotenza, come una fiamma che non si spegne mai, all’esperienza di questa impotenza seguirà, un giorno, una resurrezione che sarà collegata alla rivelazione della potenza del Cristo nell’anima umana. Così, nella conferenza citata, Rudolf Steiner sottolineò come nel nostro tempo «[parli] della vera esperienza del Cristo solo colui che [può parlare] dei due eventi: dell’IMPOTENZA e della RESURREZIONE dall’IMPOTENZA».

 

Anche in questa prova, la «PIETRA D’AMORE IMMAGINATIVA» con la sua duplice natura, macrocosmica-microcosmica, può venire in aiuto all’uomo.

Infatti, nella sua sostanza si fondono le forze dell’amore umano

e dell’amore universale che fluiscono dal regno delle Archai, gli Spiriti della personalità.

 

Se la pietra di fondazione diviene così il fondamento irremovibile della vita dell’anima dell’uomo, allora l’uomo, su questo fondamento, può costruire un ponte fra l’impotenza e la resurrezione dall’impotenza e con ciò accedere al cammino che conduce dall’amore umano all’amore universale, nel quale si rivela il Cristo.

Tutto questo si può riassumere come segue:

 

 

Solo nel corso della realizzazione di questi tre compiti si possono sviluppare le forze interiori in grado di affrontare effettivamente le varie categorie di forze del male sopra descritte.

 

Così, GLI ESSERI LUCIFERICI oggi cercano in tutti i modi di separare la sfera della conoscenza dalla sfera della moralità umana,84 per trasformare l’uomo in un automa moralistico, il quale in tutte le questioni morali e spirituali dipende da un’autorità esteriore e, per quanto riguarda le sue conoscenze, tende sempre più a una religiosità nebulosa o alla scienza materialistica e talvolta contemporaneamente sia all’una, sia all’altra.

 

Per quanto riguarda LE POTENZE ARIMANICHE, il loro tentativo di dominare l’umanità può essere contrastato specialmente dalle forze della coscienza morale immaginativa risvegliata nell’uomo, le forze che lo conducono a un’esperienza e un pareggio più cosciente del proprio karma individuale. Questo è quanto Arimane teme maggiormente, poiché sa che «gli Spiriti buoni [hanno] dato [all’uomo] la possibilità del karma nel confronto con le potenze arimaniche» (O.O. 107, 22.3.1909).

 

GLI SPIRITI ASURICI, infine, cercano di suscitare nell’uomo un sentimento di impotenza dinanzi ai problemi esteriori e interiori che lo affliggono da tutte le parti, problemi che gli appariranno sempre più irrisolvibili. Al contempo, questi Spiriti cercheranno di impedire in tutti i modi che l’uomo riesca a trovare una via d’uscita da questo stato di impotenza morale, poiché la resurrezione da questo stato è legata all’esperienza del Cristo eterico.

Essi cercheranno con ogni possibile mezzo di spingere l’uomo in un abisso di disperazione e di una seconda morte morale, il che avrebbe come conseguenza una malattia inguaribile della civiltà terrestre e la sua progressiva e definitiva distruzione.

 

La «malattia della civiltà» e la «morte della civiltà» sono oggi il terribile «dono degli Asuras» all’umanità (0.0. 194, 15.12.1919), se questa non si volge, prima che sia troppo tardi, agli impulsi che non solo sono in grado di proteggere la civiltà terrena dal cadere preda alle forze di morte, ma possono anche condurre l’umanità a una vera rinascita dall’odierno stato di impotenza.

A partire dal nostro tempo questo stato di impotenza generale subirà un forte accrescimento. Infatti, all’apparizione del Cristo nell’eterico deve necessariamente precedere un’esperienza generale del fatto che i valori spirituali sociali e culturali, tramandati dal passato all’umanità, non sono più in grado di sostenere l’uomo e ancor meno di indicargli il cammino per il futuro.

 

► «Prima [dell’apparizione del Cristo nell’eterico]», disse Rudolf Steiner, «tutto ciò che è residuo del vecchio deve essere annullato … L’uomo deve trovare la sua completa libertà a partire dall’annullamento; la nuova contemplazione [del Cristo] deve nascere da questo annullamento. L’uomo deve trovare tutta la sua forza dal nulla. La scienza dello spirito vorrebbe solo prepararlo a questo» (o.o. 200, 30.10.1920).

L’Antroposofia è completamente al servizio di questa preparazione. Infatti essa è una forza reale in grado di superare lo stato di impotenza e lo sprofondamento sempre maggiore nel nulla, per condurre l’umanità a una resurrezione, a una nuova vita spirituale libera e cosciente. Abbiamo già parlato delle vie concrete che conducono a questa meta. Ad esse appartiene in primo luogo il lavoro interiore con la pietra di fondazione spirituale, posata da Rudolf Steiner durante la fondazione della Società Antroposofica Universale nel Convegno di Natale 1923/24.

 


 

Note:

84 – «La concezione copernicana è uno degli ultimi attacchi … effettuati da Lucifero all’evoluzione umana» (0.0. 130, 18.12.1912), così disse una volta Rudolf Steiner. Infatti, nel passaggio dal medioevo all’era moderna, l’insegnamento di Copernico costituì l’impulso maggiore per separare il concetto che gli uomini avevano del cosmo, dal suo contenuto morale.