La festa di Michele

Il corso dell’anno come via di iniziazione – San Giovanni


 

Sulla fondazione di questa nuova festa cristiana, Rudolf Steiner dice:

▸ «Se verranno nuovamente comprese le feste che oggi vengono celebrate senza essere più davvero capite, allora poggiando sulla conoscenza spirituale del ciclo dell’anno, si troverà anche la forza di fondare una festa che solo per l’umanità contemporanea ha un giusto significato (…) se oggi gli uomini si decidessero a fissare una festa di Michele negli ultimi giorni di settembre questo sarebbe un atto di grandissimo significato. Gli uomini dovrebbero avere il coraggio di farlo; non solo discutere sulle organizzazioni sociali esteriori o di altre cose simili, ma fare qualche cosa che congiunga la terra al cielo, che ricolleghi la materia allo spirito. Allora con il penetrare dello spirito nelle condizioni terrestri sorgerebbe veramente fra gli uomini qualcosa che darebbe un possente impulso al progresso della nostra civiltà e della nostra vita. Bene inteso ci manca qui il tempo di mostrare quale grande esperienza scientifica, religiosa e artistica sarebbe la creazione di una festa nuova, fondata sullo spirito come erano le feste antiche; e quanto questa creazione spirituale sarebbe più importante di tutte le chiacchiere che si fanno oggi intorno al problema sociale.»32

 

▸ Infatti «nella creazione di una tale festa si rivelerebbe non solo la volontà degli uomini, ma la volontà degli spiriti e degli Dei. Lo spirito dimorerebbe nuovamente fra gli uomini! (…) Allora non dovremo più soltanto riflettere sul senso delle feste antiche, ma dovremo noi stessi diventare socialmente creativi, capaci di creare nuove feste sulla base della conoscenza del corso dell’anno.33 Ciò richiede effettivamente dagli uomini qualcosa di più di quel che richiede la semplice esegesi delle feste antiche. Ma proprio questa è vera antroposofia, un’antroposofia superiore».34

 

Nell’esame della natura della festa di Michele fatto nei primi capitoli,

abbiamo visto che questa festa corrisponde

al primo grado della via d’iniziazione contemporanea.

 

Ne La scienza occulta Rudolf Steiner descrive così questo primo grado:

«È lo studio della scienza dello spirito, in cui ci si serve dapprima

della forza di giudizio che si è acquistata nel mondo fisico-sensibile».35

 

E nell’ultima prefazione a quest’opera, redatta il 10.1.1925, aggiunge:

• «Ho voluto appositamente non scrivere un’esposizione ‘popolare’,

ma tale che obblighi a uno sforzo di pensiero chi voglia penetrarne il contenuto.

Ho impresso alle mie opere un siffatto carattere,

così che la sola lettura possa costituire già l’inizio di un apprendistato spirituale36

 

• In un certo senso questa caratterizzazione si addice anche alla festa di Michele.

Infatti pur essendo stata fondata sullo spirito, essa è tuttavia ampiamente accessibile alla comprensione puramente umana: ed essendo stata fondata in un’epoca in cui la grande maggioranza degli uomini non dispone ancora di facoltà chiaroveggenti ma è munita di eccezionali facoltà di pensiero, questa festa, ispirata dallo Spirito del tempo, non si rivolge tanto alla chiaroveggenza spirituale quanto piuttosto «all’esperienza dello spirito attraverso il solo pensare».

 

A Vienna, alla vigilia di San Michele 1923 Rudolf Steiner dice:

 

• «Possiamo così indicare ciò che deve penetrare nell’individuo affinché il pensiero di Michele possa ridiventare vivente.

L’uomo deve poter fare realmente l’esperienza dello spirito.

Deve poter conseguire questa esperienza dello spirito basandosi solo sul pensiero

e non, per esempio, fondandosi dapprima su di una chiaroveggenza qualsiasi.

Sarebbe male se ogni individuo dovesse divenire chiaroveggente per potere confidare nello spirito.

Questa fiducia nello spirito può averla ogni persona

che abbia sviluppato sensibilità per gli insegnamenti della scienza dello spirito.»37

 

Per questo motivo, come abbiamo visto,

già il solo studio della scienza dello spirito costituisce l’inizio della via dell’iniziazione moderna,

che oggi in quanto via cristiano-rosicruciana, è soprattutto una iniziazione della volontà,

vale a dire che per percorrerla bisogna in primo luogo avere coraggio.

 

Oggigiorno esistono due ostacoli fondamentali che trattengono l’uomo dall’intraprenderla:

▸«L’umanità moderna soffre di due mali che devono essere superati nella società antroposofica.

– Uno è la paura del soprasensibile questo da un lato.

– Dall’altro nonostante qualche esternazione che il più delle volte è un mascheramento,

si ha una debolezza della volontàuna paralisi interiore della volontà dell’uomo moderno».38

 

Ne consegue che oggi chi voglia intraprendere la via dell’iniziazione moderna in modo adeguato allo Spirito del tempo,

deve per prima cosa eliminare i due mali in questione: senza di ciò non è possibile un’evoluzione spirituale.

 

La festa autunnale di Michele, che è insieme porta di ingresso e primo gradino per l’iniziazione moderna,

è stata fondata all’epoca nostra proprio per aiutare l’uomo moderno nella lotta contro questi due mali,

e offrirgli la possibilità di avviarsi sulla via di un’autentica educazione spirituale.

 

A questo proposito vogliamo riportare due osservazioni di Rudolf Steiner, in parte già citate,

che caratterizzano la festività di Michele nel senso indicato.

Il 1 aprile 1923 egli dice:

• «Nel considerare la festa dell’equinozio d’autunno l’anima deve sentire la propria forza non facendo appello alla contemplazione, bensì alla volontà: accogli in te il pensiero micheliano vittorioso sulle potenze arimaniche, quel pensiero che ti conferisce qui sulla Terra la forza di conquistarti la conoscenza spirituale, per sconfiggere le forze di morte; (…) così questo pensiero si rivolge alle forze della volontà: accogliere le forze di Michele vuol dire accogliere la forza della conoscenza spirituale nel dominio della volontà39

 

E nella conferenza dell’8 aprile dello stesso anno leggiamo:

• «Di tutto ciò andrà tenuto ben conto riguardo alla festa di Michele: essa dovrà essere una festa in onore del coraggio umano, della manifestazione umana del coraggio di Michele. Che cosa infatti trattiene oggi l’uomo dalla conoscenza dello spirito? Mancanza di coraggio animico, per non dire animica viltà (…) e questo coraggio interiore dovrà trovare la sua celebrazione nella festa di Michele. Allora, dalla festa del coraggio, dalla festa dell’anima umana intimamente valorosa, irradierà la forza capace di conferire anche alle altre festività dell’anno il loro giusto contenuto».40

 

Questo pensiero conclusivo può essere espresso anche con le seguenti parole:

• quando la festa di Michele, fondata nella nostra epoca insieme alla nuova via d’iniziazione cristiana41 verrà celebrata come si conviene e cioè quando essa diventerà realmente la soglia che porta l’uomo odierno, attraverso la conquista del suo primo gradino, sulla strada dello sviluppo interiore, allora tutto il corso dell’anno si rivelerà come la grande e settemplice via di iniziazione, fondata sulla retta ispirazione micheliana, i cui singoli gradini possono essere correlati alle principali feste cristiane.

 

1 – Studio della scienza spirituale nel corso del quale

l’uomo si serve, inizialmente della capacità di giudizio acquisita nel mondo fisico-sensibile  ……..  ‒ San Michele

2 – Acquisizione della conoscenza immaginativa …………………………………………………………….   ‒ Natale

3 – Lettura della scrittura occulta (corrispondente all’ispirazione42  ………………………………….     Epifania

4 – Lavoro sulla pietra filosofale (corrispondente all’intuizione43 ……………………………………..      ‒ Pasqua

5 – Conoscenza del rapporto fra microcosmo e macrocosmo  …………………………………..     ‒ Ascensione

6 – Fusione con il macrocosmo  ……………………………………………………………………………………      ‒ Pentecoste

7 – Beatitudine in Dio   …………………………………………………………………………………………………..      ‒ San Giovanni

 

• È opportuno far rilevare che questi rapporti rinviano ai gradi iniziatici che devono essere raggiunti per la comprensione interiore delle festività corrispondenti. Ma poiché oggi viviamo nell’epoca della libertà e al tempo stesso nell’epoca del massimo distacco dalle leggi del macrocosmo non vi è l’assoluta necessità che, nel processo evolutivo superiore, i vari gradini si susseguano rigorosamente l’uno dopo l’altro secondo la loro disposizione nel corso dell’anno:

▸ «Non è necessario che questi gradini si susseguano uno dopo l’altro:

a seconda dell’individualità del discepolo la disciplina può anche condursi in modo che

prima di aver completamente superato un gradino, egli già cominci gli esercizi per quello susseguente.

Può benissimo succedere per esempio che il discepolo sia riuscito in modo sicuro

a ottenere soltanto alcune immaginazioni

e già pratichi gli esercizi che lo portano a sperimentare nel campo dell’ispirazione, dell’intuizione

o della conoscenza del rapporto fra micro e macrocosmo».44

 

È dunque possibile percorrere certi gradini del processo di sviluppo interiore solo parzialmente

anche se d’altra parte nessun passaggio può essere totalmente omesso.45

Per cui, in relazione col ciclo dell’anno, possiamo parlare di un organismo di iniziazione mobile

e tuttavia nel suo complesso compiuto e definito.

E se per la conoscenza delle singole festività dobbiamo basarci su ben determinate relazioni entro il ciclo dell’anno,

per quanto attiene lo stesso percorso iniziatico all’interno del corso dell’anno troviamo invece una notevole mobilità.

Infatti in questo caso importano più i periodi favorevoli per i singoli gradi dell’iniziazione,

che non le singole corrispondenze.

 

Così ad esempio

• il periodo che va dal solstizio d’estate fino al Natale 

è il più favorevole per la preparazione e l’illuminazione

e persino per i primi elementi dell’iniziazione,

• mentre il tempo che va da Natale a Pasqua

(e in senso più generale tutta la metà dell’anno dal Natale al solstizio d’estate)

è il più atto allo sviluppo delle conoscenze immaginativa, ispirativa e intuitiva,

anche se questo non esclude che talune immaginazioni

possano essere attinte dal discepolo anche nel corso dell’altra metà dell’anno.

 

Qui vengono solo esposte le leggi spirituali oggettive operanti del corso dell’anno,

che però non devono venire accolte in modo dogmatico.

 

In conclusione si presenta una domanda:

che bisogno c’è veramente, di mettere in relazione il cammino iniziatico con il corso dell’anno?

Qui dobbiamo ancora una volta considerare la vita interiore dell’anima.

• Quando si esplica nella natura esteriore,

la vita dell’anima è sottomessa alle leggi dello spazio e alla sua natura duodecemplice.

• Ma se viene percorsa la via dell’evoluzione interiore,

l’anima penetra nel regno del tempo, nella sfera dell’esistenza morale,

passa dal principio del dodici alla via iniziatica settenaria.46

 

Infatti proprio nel ritmo dell’iniziazione, nel ritmo del sette,

vive lo spirito dell’uomo, il suo vero io e il Cristo stesso.47

 

D’altra parte la vita esteriore della Terra scorre secondo il principio del dodici del corso dell’anno.

Ma dopo il mistero del Golgota il Cristo si è unito all’esistenza terrestre

e da allora vi agisce come nuovo spirito della Terra.

Egli ha così introdotto nella legge di natura la legge morale, la legge iniziatica settenaria,

che si esprime nelle sette feste cristiane principali.

 

Le sette feste formano quel ritmo spirituale in cui nel corso dell’anno vive lo spirito della Terra,

il suo io, il Cristo stesso.

 

Se l’uomo, quale discepolo della scienza dello spirito ad orientamento antroposofico,

percorre la via d’iniziazione descritta

cercando di collegare le esperienze interiori dei suoi singoli gradi con le corrispondenti festività dell’anno,

egli agisce nel senso del massimo compito dell’antroposofia nel mondo contemporaneo.

 

Questo è il compito che Rudolf Steiner ha indicato con le parole:

«L’antroposofia è una via di conoscenza

che vorrebbe condurre lo spirituale che è nell’uomo allo spirituale che è nell’universo».48

 

 


 

Note:

32 – O.O.224, 23.5.1923

33 – In un altro punto Rudolf Steiner dice: «L’umanità deve acquistare una maturità esoterica, per tornare a pensare non più solo in modo astratto, ma in modo concreto, così da poter ridiventare creatrice di festività» (O.O.223, 1.4.1923)

34 – O.O.224, 23.5.1923

35 – O.O.13

36 – Ibidem, vedi prefazione alle edizioni 16a-20a

37 – O.O.223, 28.9.1923

38 – O.O.257, 13.2.1923

39 – O.O.223, 8.4. 1923

40 – O.O.223, 8.4.1923

41 – L’istituzione della festa di Michele ebbe luogo quattordici anni dopo la prima pubblicazione de La scienza occulta, cioè il nuovo cammino di iniziazione, (1909-1923) e ventuno anni dopo l’inizio delle comunicazioni dei risultati di tale iniziazione nella sede tedesca della società teosofica (1902-1923).

42 – Si può qui ricordare che i tre magi d’oriente appresero dell’approssimarsi della svolta dei tempi attraverso la lettura della scrittura stellare.

43 – Nella tradizione esoterica del rosicrucianesimo medievale la pietra filosofale era considerata il «corpo incorruttibile di resurrezione». Rudolf Steiner dice al proposito: «Ecco perché gli alchimisti hanno sempre affermato che il corpo umano in verità è composto della stessa sostanza di cui si coni pone la pietra filosofale, chiara c trasparente come il cristallo». (10.10.1911, O.O. 131). Confronta anche il capitolo: Dalla pietra filosofale alla pietra dell’amore, nel volume La fondazione della società antroposofica di Zeylmans von Emmichoven.

44 – O.O. 13

45 – Vedi anche il capitolo ‘I gradi dell’iniziazione’ ne L’iniziazione (O.O. IO)

46 – Quanto detto non contraddice l’indicazione di cui alla pag. 104 circa il passaggio del Cristo in senso inverso dal tempo allo spazio, dal principio ilei 7 al principio del 12. Infatti il Cristo proveniva dalla regione situala al di fuori de! tempo e dello spazio, c dopo la sua unione con resistenza della Terra tende costantemente a una sua graduale spiritualizzazione. Per questo egli immette nello spazio dominato da Arimane il tempo spiritualizzalo, e nel tempo di Lucifero lo spazio spiritualizzato. Ecco il motivo per cui ovunque sia necessario vincere le forze di Arimane (si tratti del mondo fisico, della natura o dell’interiorità umana, bisogna effettuare il passaggio dal 12 al 7. Inversamente quando bisogna superare le forze di Lucifero, dal 7 al 12.

47 – Vedi le parole di Rudolf Steiner a pagina 241 e segg.

48 – O.O. 26