Gli anni di apprendistato – Seconda epoca (7-14/corpo eterico)

Rudolf Steiner e la Fondazione dei Nuovi Misteri


 

La seconda epoca della vita di Rudolf Steiner comincia nel 1868 con il trasferimento dei suoi genitori a Neudòrfl nel Burgenland: è l’anno in cui Rudolf Steiner compie sette anni, un taglio nello sviluppo di ogni bambino, quando ha luogo la nascita del corpo eterico. Dopo il corpo fisico, il corpo eterico è la prima parte costitutiva soprasensibile dell’uomo che in quel momento si è sciolta lentamente dal suo involucro eterico e comincia a condurre una vita indipendente.

 

Per Rudolf Steiner questo processo interiore, la «nascita» della sua prima parte costitutiva soprasensibile, è nel contempo l’inizio di esperienze soprasensibili. Presto, dopo la partenza da Pottschach, egli sperimenta, all’interno della stazione, l’apparizione di un parente che è morto in quell’attimo, lontano da lui. Di questo fatto egli stesso parla il 4 febbraio 1913 in una conferenza berlinese15 e dichiara che questa fu la sua prima esperienza chiaroveggente: è caratteristico in essa che Rudolf Steiner ebbe qui un’esperienza eterica, perchè nell’attimo della morte e per pochi giorni dopo, l’anima del defunto si trova nel mondo spirituale, ma ancora avvolta dal corpo eterico. Da questo periodo però si manifesta a Rudolf Steiner anche tutto il mondo degli spiriti elementari della natura; perciò nella stessa conferenza, egli parla così della sua vita di quel tempo:

«Il ragazzo visse, circa da quel momento in poi, con gli spiriti della natura, i quali in quei paraggi sono particolarmente osservabili, con le entità creatrici che stanno dietro le cose, e ciò avvenne alla stessa maniera in cui faceva agire su di sè il mondo esterno.»16

 

Anche nella sua autobiografia, Rudolf Steiner parla di queste prime esperienze e delle loro conseguenze, ove ne stabilisce chiaramente il rapporto con l’inizio del secondo settennio:

«Avevo due forme di rappresentazioni, invero indistinte, che però avevano già, prima del mio ottavo anno di vita, un grande ruolo: distinguevo le cose e le entità tra quelle ‘che si vedono’ e quelle ‘che non si vedono’17

 

Negli anni seguenti il trasferimento a Neudòrfl, si accresce l’intensità dell’esperienza di vita nel mondo spirituale, così che presto egli può dire di se stesso:

«Devo dire anche questo, che vivevo volentieri in questo mondo, poiché avrei sentito il mondo sensibile come un’oscurità spirituale attorno a me, se non avesse ricevuto luce da quell’altra parte.»17

In queste parole si possono percepire le variazioni di chiaroveggenza che avvennero negli anni seguenti, i quali portarono con sè uno sperimentare personale della natura a Neudòrfl, più intimo di quanto era avvenuto a Pottschach. Lo si può vivamente avvertire se si confrontano nell’autobiografia le descrizioni dei due paesaggi.

Il carattere di questo vivere, intenso e spiritualmente cosciente, a contatto con la natura circostante a Neudòrfl, venne più tardi riversato in forma poetica da Rudolf Steiner nel racconto di Felicia Balde nel mistero drammatico «La prova dell’anima» (quinto quadro).

 

Nell’”Educazione del bambino” Rudolf Steiner sottolinea per lo sviluppo del ragazzo nel secondo settennio, la particolare importanza della vita con la natura, altrettanto quanto quello con l’arte e con la religione. Tutto quanto in questa epoca viene trascurato a tal riguardo non è più recuperabile più tardi e compare in qualche irregolarità di sviluppo del corpo eterico, che si ripercuote in difetti di carattere nel campo emotivo o nel generale stato di salute dell’intera vita susseguente. Riflettendo a ciò fa particolarmente impressione il fatto che Rudolf Steiner ricevette proprio in questo tempo i primi impulsi tanto di arte come di religione. Infatti, in contrasto al modo di vita della sua famiglia, serve messa nella chiesa di Neudòrfl, sperimentando in maniera insolitamente forte l’elemento soprasensibile della messa cattolica. D’altro lato, riceve dall’insegnante di geometria della sua scuola i primi impulsi artistici.

«Ma d’altro ancora gli vado debitore: egli per primo introdusse nella mia vita l’elemento artistico. Suonava il violino e il pianoforte e disegnava con passione. Questo mi attirava così intensamente che passavo con lui tutto il tempo disponibile. Amava soprattutto il disegno e sotto la sua direzione, già a nove anni, cominciai a disegnare col carboncino.»17

 

Un po’ più tardi Rudolf Steiner fece la conoscenza, attraverso il medico di Wiener-Neustadt, con i grandi rappresentanti della letteratura tedesca: Goethe, Schiller, Lessing, e d’altra parte, attraverso il prete di Neudòrfl, con il sistema copernicano, il quale, come è noto dalle conferenze di Rudolf Steiner, rappresenta l’immagine fisico-eterica del mondo, a differenza del sistema tolemaico che ne è l’immagine astrale.18 Possiamo renderci conto di come, nell’epoca di sviluppo del corpo eterico del ragazzo, questi intrecciasse nuovi rapporti sociali: leggiamo infatti che Rudolf Steiner, raccogliendo legna, incontrava i contadini della zona, i quali, conversando con lui, gli comunicavano le proprie esperienze e spesso «non badavano al fatto che avevano di fronte un bambino.»19

 

Accanto a questi incontri umani, Rudolf Steiner ebbe in questa epoca anche un incontro di tutt’altro genere, quello con la geometria. Il ragazzo che fino a quel momento si trovava in solitudine con le sue percezioni del mondo spirituale, e pativa per l’impossibilità di motivarle in modo interiormente obiettivo, acquisì ora, per mezzo della geometria, la dimostrazione interiore di una regola, vigente tanto nelle esperienze soprasensibili, quanto in quelle sensibili.

«La realtà del mondo spirituale era per me altrettanto certa come quella del mondo fisico; ma avevo bisogno di giustificare questo che per me era un fatto. Volevo poter dimostrare a me stesso che l’esperienza del mondo spirituale è tanto poco illusione, quanto poco lo è quella del mondo dei sensi. Nella geometria – mi dicevo – è lecito aver conoscenza di qualcosa che l’anima sola sperimenta per forza propria. In questo sentimento trovavo la giustificazione del mio modo di parlare del mondo spirituale, ch’era per me reale esperienza. Ne parlavo infatti come si parla del mondo fisico.»

 

A questo punto si deve dire che le forme geometriche si armonizzano con determinate correnti del corpo eterico, le cui forze si rianimano spontaneamente nell’osservazione interiore di quelle. Perciò Rudolf Steiner dice:

«che fosse possibile vivere con l’anima nell’elaborazione di forme percepite in modo puramente interiore, senza impressioni dei sensi esterni, mi dava somma soddisfazione».

La geometria del corpo eterico che si può contemplare «senza impressioni dei sensi esterni» e che trova la sua precisa corrispondenza nella geometria sensibile, gli portò vera gioia: ▸ «So che al contatto con la geometria conobbi per la prima volta la felicità.»

Ma da questa esperienza della geometria gli derivarono, già nel periodo successivo della sua vita, dei compiti concreti, e qui ha inizio una importante caratteristica della sua futura missione.

«Nel mio rapporto con la geometria debbo vedere il primo germogliare d’una mia concezione che s’è andata poi sviluppando gradualmente e che viveva in me più o meno inconscia sin dall’infanzia, ma solo verso il mio ventesimo anno assunse forma definita e pienamente cosciente.»

Di questa concezione egli dice:

«sentivo che, nel modo stesso in cui si porta in sè la geometria, bisogna portare in sè la conoscenza del mondo spirituale.»

É stupefacente constatare quale luce gettano queste parole sull’ulteriore cammino di Rudolf Steiner, il quale per primo nella storia della ricerca spirituale dell’umanità stabilì su basi scientifiche obiettive il sapere spirituale e così fondò una scienza dello spirito.

 

Alla metà circa di questa epoca si verificò un avvenimento importante, quello della sua entrata, nell’anno 1872, non al ginnasio, bensì alla scuola tecnica di Wiener-Neustadt. Vista dal di fuori questa decisione derivò dal desiderio di suo padre che voleva fare di lui un ingegnere delle ferrovie, visto dal di dentro, vi era un senso profondamente karmico in tale avvenimento che fu spiegato da Rudolf Steiner solo mezzo secolo dopo, nella conferenza del 19 luglio 1924 in Arnheim, quando disse che se allora fosse entrato nel ginnasio di Wiener-Neustadt condotto dai circestensi, sarebbe certo divenuto prete in quell’ordine. Ecco perchè anche quell’avvenimento ebbe importanza determinante per il futuro di Rudolf Steiner, il quale doveva trovare assolutamente nello spirito della sopravveniente epoca di Michele, per via interiore e non per influsso esterno, in piena intima libertà, il suo rapporto interiore profondo con il cristianesimo, o in altre parole, doveva raggiungere l’accesso all’impulso Cristo direttamente in quella sfera nella quale esso è una realtà innegabile.

 

Anche negli anni della scuola tecnica capitarono eventi importanti, uno dei quali si può definire il primo tentativo di Rudolf Steiner di entrare nella pelle del drago materialistico per conoscerlo dentro e compiere, per sentimento interiore, quello che gli verrà indicato, sette anni più tardi, dal suo Maestro, come suo compito più importante entro tutta la sua missione spirituale.

Questo avvenne quando venne a conoscere l’articolo del direttore della scuola, «La forza d’attrazione considerata come effetto del movimento», e più tardi il suo libro sullo stesso argomento.

Questo articolo, derivato da puri impulsi materialistici dell’epoca e che a quel tempo Rudolf Steiner non poteva capire pienamente, perchè conteneva matematica superiore, destò in lui una profonda aspirazione a comprenderlo:

«Nulla mi spingeva minimamente ad accettare questa concezione; sentivo però che per me sarebbe stato della massima importanza arrivare a capire ciò che in tal modo era enunciato.»

Così si destò già all’inizio della sua vita il desiderio di imparare a conoscere le forze del suo tempo, che, in futuro, si sarebbero impadronite dell’umanità.

 

• Un altro evento importante di quell’epoca fu l’incontro con l’insegnante di geometria descrittiva, del quale Rudolf Steiner parlerà esaurientemente nelle conferenze sul karma.20 Qui vediamo come egli tornò in rapporto con la geometria, ma stavolta non nel suo aspetto figurativo-eterico, ma piuttosto su un piano di pensiero cosciente, ciò che, avendo egli nello stesso tempo imparate le basi della matematica e della fisica, risvegliò in lui l’intenso desiderio «di accedere alla natura, per acquisire una posizione rispetto a quel mondo spirituale che mi stava davanti in visione ovvia21

Qui si palesa già il trapasso alla terza epoca, al cui inizio si possono porre le parole:

«Mi dicevo: è possibile orientarsi nel modo giusto nell’esperienza che l’anima ha del mondo spirituale, solo se il pensiero raggiunge in se stesso una conformazione tale che lo renda capace di penetrare fino all’essenza dei fenomeni della natura.»

In quel tempo per la prima volta, Rudolf Steiner comincia anche a confrontarsi fruttuosamente con gli oggetti dell’insegnamento: • «Solo nella seconda metà della seconda (classe) prese ad andar meglio; ero finalmente diventato un bravo scolaro.»

Ciò avvenne dopo il compimento del 14esimo anno. In questo momento comincia a poco a poco a impadronirsi dell’ortografia tedesca. Più tardi, nelle sue conferenze sul karma, disse quanta importanza per la sua evoluzione occulta ebbe il fatto che egli imparò così tardi a scrivere con corretta ortografia.22

 

In questa seconda epoca, che sta sotto il segno di Mercurio, le cui forze conformano anzitutto il corpo eterico e con esso la susseguente salute fisica dell’uomo, si possono stabilire le ragioni della sua buona salute fisica, a seguito del cammino quotidiano tra Neudòrfl e Wiener-Neustadt durante tutta la scuola tecnica (1872-79). Egli disse più tardi a proposito di questa marcia a piedi che, durante l’inverno, doveva fare attraverso i campi innevati, quasi senza alcuna strada segnata:

«Non posso dire altro che quel certo grado di salute di cui godo attualmente, sia forse da riferire alle fatiche di allora, collegate alla frequenza della scuola tecnica.»23

Dei sette anni trascorsi alla scuola tecnica, tre stavano ancora sotto l’influsso diretto delle forze di Mercurio.

 


 

Note:

15 – Eine autobiographische Skizze (Uno schizzo autobiografico), conferenza del 16/2/1913 (O.O.140)

16 – Id.

17 – O.O. 28,1 cap. EAM 1961 pag. 18.

18 – Cfr. O.O.136 e O.O.110.

19 – O.O. 28,1 cap. (anche per le seguenti citazioni) EAM 1961 pag. 15.

20 – O.O. 235, 23/3/1924.

21 – O.O. 28, II cap. EAM 1961 pag. 29.

22 – O.O. 235, 28/3/1924.

23 – Vedi nota 15.