Il tempio misterico dell’anno

Il corso dell’anno come via di iniziazione – Appendice


 

Quanto detto nel quarto capitolo della parte III (Natale),

circa l’azione degli impulsi di saggezza e d’amore nel corso dell’anno,

può essere approfondito ulteriormente se si rammenta che fin dai tempi più antichi

• la saggezza fu sempre connessa alla rivelazione dei pensieri universali,

• mentre l’amore potè operare come una forza magica creatrice di vita

in quanto era in grado di diventare «forza formatrice» nell’uomo, capace cioè di coglierne la volontà.

 

In questo senso il ciclo dell’anno nel suo insieme può apparirci come l’immagine delle due maestose colonne 

opera dell’architetto Hieram poste anticamente all’ingresso del tempio di Salomone: Jakim e Boas.

 

Rudolf Steiner le definì anche

• « colonna della saggezza » e « colonna della vita » (dell’amore).1

 

Quindi il fine della partecipazione interiore al corso dell’anno può essere espresso così:

• «Oggi i due sono separati» cioè le due colonne, e così pure le due metà dell’anno,

ma « essi vogliono esortarci a superare lo stato attuale, per indirizzare i nostri passi

verso il punto in cui i due si abbracceranno nella nostra coscienza: Jakim e Boas ».

 

Queste parole di Rudolf Steiner ci mostrano la via verso una « coscienza amplificata »

che è la sola su cui l’uomo potrà veramente sperimentare il ciclo dell’anno in modo unitario,

vale a dire potrà cogliere il reale essere spirituale operante dietro il suo mutevole ciclo vitale.

 

Nella stessa conferenza Rudolf Steiner collega le due colonne in questione con due mantra

che esprimono in modo stupefacente proprio il contenuto delle due metà dell’anno.

 

• Il primo (Jakim) può essere correlato alla metà discendente autunnale

mentre il secondo (Boas) alla metà ascendente primaverile:

Jakim

« Nel pensiero puro trovi il sé che sa trattenersi.

Se trasformi il pensiero in immagine sperimenterai la saggezza creatrice ».

Boas

« Condensa il sentimento in luce e manifesti la forza formatrice.

Concretizza la volontà in essere e crei nell’essere del mondo ».

 

Le rivelazioni dei pensieri universali,

raggiando in autunno negli sciami di meteoriti,

donano all’uomo una notevole autocoscienza.

 

• Se, nel senso della festa autunnale di Michele, l’uomo sul cammino della moderna iniziazione

riuscirà a «trasformare il pensiero in immagine» cioè in immaginazione,

• allora gli si svelerà nel corso della metà discendente dell’anno la «saggezza creatrice»

dalla cui sostanza può nascere a Natale il vero uomo superiore che all’Epifania si manifesta pienamente.

 

• Nell’altra metà dell’anno, collegata all’accrescersi delle forze d’amore,

l’uomo deve condensare il «sentimento» d’amore «in luce»

così che questo si manifesti in lui come «forza formatrice» che all’epoca di Pasqua

può far sorgere una nuova entità nella sfera del volere umano,

capace di diventare a Pentecoste creatrice nell’esistenza universale.

 

Nella conferenza del 27.5.19102

• Rudolf Steiner parla dell’amore come

del fondamento di tutto ciò che è animico nel mondo e soprattutto dell’anima umana,

• mentre il fondamento del mondo fisico e di tutta la materia in genere è la luce.

 

Ecco perché

il processo della condensazione del sentimento in luce è un processo creatore

nel quale la sostanza spirituale dell’anima diviene una forza formatrice,

in grado di metamorfosare anche le fondamenta del mondo materiale.

 

Sul significato di queste massime Rudolf Steiner dice anche che

▸«l’una tende alla conoscenza, l’altra alla vita».

 

• La conoscenza apportatrice di morte è collegata con una delle metà dell’anno,

• quella apportatrice di vita con l’altra.

 

▸«La forza formatrice si manifesta dapprima nel senso della massima Jakim,

e solo in Boas diviene ‘magica’.

Nel trapasso dalla prima massima alla seconda

abbiamo l’ascesa da una semplice attività conoscitiva all’operare magico».

 

• Così la rivelazione della saggezza universale durante la metà discendente dell’anno

conduce l’uomo verso un’autentica autoconoscenza,

e di conseguenza all’incontro col piccolo guardiano della soglia.

 

• Nella metà ascendente dell’anno invece

l’uomo viene guidato al grande guardiano della soglia3 che gli insegna

che «quanto otterrà» nelle regioni superiori del soprasensibile

non è qualcosa che gli va incontro ma solo qualcosa che emana da lui:

l’amore per il mondo che gli sta intorno.4

 

L’uomo che opera in questo senso ha superato in sé ogni elemento egoista;

egli ha respinto « la via nera » e ha scelto « la via bianca » dei nuovi misteri.

Ormai la sua volontà permeata d’amore può agire in maniera magica nel mondo;

egli può ormai «contribuire alla liberazione del genere umano sacrificando le sue doti sull’altare dell’umanità».5

 

Così il ciclo dell’anno si presenta nel suo insieme come una grande porta all’ingresso del mondo spirituale

eretta dagli Dei e poggiante su due colonne, vale a dire sulle due diverse esperienze dell’anima nelle due metà dell’anno.

 

Solo quando l’anima avrà congiunto queste due esperienze nella superiore unità

dell’anno essa potrà entrare in piena coscienza nel grande tempio dell’anno.

E in questo tempio l’antroposofia costituisce di per sé la chiave verso una nuova

esperienza spirituale dell’universo e per ciò stesso la base di un’autentica cosmosofia.

 

 


 

Note:

1 – Vedi conferenza del 21.5.1907 (O.O.283/285) e il citato che segue

2O.O.120

3 – Vedi il cap. ‘Da Natale all’Epifania’, parte III

4 – O.O.10, cap. ‘Vita e morte. Il grande guardiano della soglia’ e la citazione seguente.