02 – La condizione eccezionale quale esperienza della Soglia

Il Guardiano della Soglia e «La filosofia della libertà» – I


 

Come da me già esposto nel mio libro sopra indicato,

il lettore della Filosofia della libertà incontra la situazione della Soglia là illustrata

in connessione con la cosiddetta «condizione eccezionale»,

rappresentata in modo esauriente da Rudolf Steiner nel capitolo III,

«Il pensare al servizio della comprensione del mondo».

 

Possono essere messe in rilievo le seguenti caratteristiche di questo pensare:

1. Nell’osservare il pensare

si tratta di un processo non conosciuto nella vita comune e il quale perciò crea la «condizione eccezionale».

 

2. L’uomo è in grado di provocare soltanto egli stesso in libera volontà questa condizione particolare.

 

3. Qui si tratta di un’esperienza interiore, definita da Rudolf Steiner

«l’esperienza più importante» nella vita dell’uomo (capitolo III), che è possibile fare nell’ambito della coscienza umana.

 

4. L’osservazione del pensare può essere fatta solo a conclusione del processo pensante.

(È possibile soltanto un pensare su quanto pensato prima.)

 

5. C’è la totale sicurezza, che il contenuto qui presente del mio pensare è stato prodotto da me stesso.

L’uomo «osserva qualcosa, il cui produttore è lui stesso» (capitolo III).

 

6. Mi è dato a priori, che nel processo di osservazione del pensare,

concetto e percezione, che di solito si manifestano sempre separati, coincidono esattamente:

poiché nascono parimenti dalla sostanza del pensare.

 

7. Qui si tratta di un processo che posso abbracciare completamente con lo sguardo

e al quale la comprensione di esso è immanente.

(Questo significa che per eseguirlo e afferrarlo in modo conoscitivo

non ho bisogno di nessun elemento esterno al mio pensare.)

Vale a dire, qui coincidono l’osservazione e la sua comprensione.

 

8. Come 8° punto che costituisce l’ottava dei punti già indicati,

si potrebbero ancora indicare le parole della Filosofia della libertà

che si trovano nella sua Prefazione alla prima edizione (1894):

«Ci si deve poter mettere di fronte all’idea sperimentandola:

altrimenti se ne diventa schiavi» (pag. 200; corsivo di Rudolf Steiner).

 

Con ciò Rudolf Steiner indica già

il Mistero della condizione eccezionale nel suo rapporto con l’essere della libertà.

Infatti, è possibile confrontarsi con un’idea

soltanto se, una volta pensata, si osserva con il proprio attuale pensare.

 

Così ci si avvicina a questa idea con qualcosa che consiste nella sua stessa sostanza,

e cioè con la sostanza di pensiero creata da se stessi.

Solo mediante tale omogeneità nella natura fra soggetto e oggetto

può essere garantita la libertà nei confronti di quest’ ultimo.

Allora essa è fondata sul fatto che nel presente caso si abbraccia pienamente con lo sguardo l’essere dell’idea

e si riconosce ciò che è in assoluto una delle più importanti qualità della condizione eccezionale.

 

Se non ci si avvicina ad un’idea con il pensare (o con un pensare inquinato da altri influssi,

oppure l’idea non è stata approfondita in modo sufficiente dall’uomo stesso),

la condizione eccezionale in questo processo non può essere raggiunta

e con ciò nemmeno la libertà nei confronti dell’idea, – allora si cade inevitabilmente nella sua schiavitù.

Ne consegue che la condizione eccezionale in realtà è la vera porta alla libertà dell’io.

Queste sono alcune esperienze appartenenti all’ambito della Soglia della condizione eccezionale

e le quali, come già detto, possono essere fatte prima di entrare nella diretta esperienza spirituale.

 

Se trasferiamo le caratteristiche della condizione eccezionale

dall’al di qua della Soglia alla situazione cosciente del discepolo dello Spirito al di là della Soglia,

giungiamo ad una precisa caratteristica del suo incontro con il piccolo Guardiano della Soglia.

 

1.     Nella coscienza ordinaria il piccolo Guardiano della Soglia non è conosciuto.

Per incontrarlo si deve aver raggiunto la Soglia del mondo spirituale.

Nei confronti di tutte le situazioni terrene in cui l’uomo si trova abitualmente,

questo incontro è una totale condizione eccezionale e cioè

connessa con le più grandi conseguenze che si possono pensare

per l’ulteriore vita della persona in questione.

 

2.     L’incontro con il Guardiano della Soglia può essere raggiunto soltanto in libertà

e sulla base di ripetuti sforzi di volontà nel cammino d’iniziazione.

Senza tale lavoro Interiore normalmente il Guardiano rimane nascosto.

 

3.     Qui si tratta dell’esperienza più importante  che l’uomo può fare sulla via dell’autoconoscenza.

In un certo senso la vera autoconoscenza generalmente inizia solo dopo l’incontro con il Guardiano.

 

4.     L’osservazione del Guardiano è soltanto possibile quando è uscito dall’essere dell’uomo.

Egli stesso lo esprime nel seguente modo:

• «Prima vivevo della tua propria vita, ma ora per mezzo tuo

mi sono destato a un’esistenza mia propria. E ti sto dinanzi…» (0.0.10, pag. 159).

 

5.     Il Guardiano della Soglia fa sapere con certezza al discepolo dello Spirito

che non è un essere estraneo all’uomo, bensì la sua propria creazione.

«Ma la prima conoscenza in questo nuovo mondo devo essere io stesso; io che sono la tua creatura» (ibidem).

• E appartiene alle esperienze di tipo «profondamente significativo di sentire,

per la prima volta, di avere noi stessi generato un essere spirituale» (pag. 160).

Ciò che al di qua della Soglia è il mio pensare, generato da me stesso,

al di là della Soglia è un essere autonomo creato da me.

Nonostante la loro fondamentale differenza, rimangono collegati l’uno con l’altro nel senso che io sono il creatore di entrambi.

 

6.     Sebbene il Guardiano ora sta dinanzi al discepolo dello Spirito come un essere assolutamente autonomo,

adesso l’uomo sa con precisione di essere collegato essenzialmente con esso,

sì, sa che il Guardiano in un certo senso è lui stesso.

E soltanto perché questo collegamento di esseri esiste sin dall’inizio,

un giorno sarà possibile la definitiva congiunzione dell’uomo con il Guardiano.

• «Allora per il bene della tua ulteriore attività, potrò unirmi di nuovo con te in un unico essere» (pag. 158).

 

7.     Con la manifestazione del Guardiano ora il discepolo dello Spirito

può percepire il suo proprio Karma in modo così oggettivo e aperto

come prima erano in grado di farlo soltanto gli spiriti superiori che conducevano il destino della sua vita.

Con ciò egli è in grado di abbracciare con lo sguardo e di riconoscere il suo Karma divenuto.

Questa conoscenza del Karma risulta direttamente  dalla pura osservazione del Guardiano.

 

8.     Anche per l’ottavo punto nell’incontro con il Guardiano

troviamo una corrispondente esperienza, ora tuttavia al di là della Soglia.

Questa viene descritta in un altro libro di Rudolf Steiner, La scienza occulta.

Si tratta del fatto che l’uomo, dopo aver fatto nascere in sé il sé superiore sino ad un certo grado,

ora mediante esso deve determinare e guidare il suo sé quotidiano.

 

Questo conduce tuttavia a un processo che Rudolf Steiner descrive come segue:

«Ne risulterà una specie di lotta con il Doppio, il quale tenta continuamente di prendere il sopravvento»

(0.0. 13, pag. 314), vale a dire tenta di porre l’io dell’uomo sotto la sua schiavitù.

Se aggiungiamo che Rudolf Steiner poco prima dice

che il Doppio in questa esperienza è il Guardiano della Soglia stesso,

il collegamento di tale «lotta» con il nostro tema diventa manifesto.

 

Conforme alla Filosofia della libertà la condizione eccezionale

apre all’uomo una possibilità di afferrare e attuare il pensare intuitivo,

con il quale egli si trova già nel mondo spirituale, tuttavia senza averne varcato la Soglia coscientemente.

 

Contemporaneamente nel pensare intuitivo

gli è possibile sperimentare l’essere della libertà umana e agire da essa.

Soltanto sulla base del pensare intuitivo l’uomo si sperimenterà

quale essere che può agire dai suoi propri motivi, che in questo pensare egli abbraccia pienamente con lo sguardo.

 

Con ciò egli raggiunge l’ideale, con la cui descrizione Rudolf Steiner conclude il suo libro:

• «Egli poggia su se stesso. Deve darsi da sé un contenuto per il suo agire …

L’uomo è allora l’ultimo che determina la sua azione. È libero» (pag. 186; corsivo di Rudolf Steiner).

 

Anche nell’incontro con il piccolo Guardiano della Soglia

non si tratta soltanto della conoscenza del proprio Karma,

bensì – e in ciò consiste la sua «ulteriore rivelazione» – della diretta percezione delle potenze gerarchiche,

le quali conducevano prima il discepolo dello Spirito, ora tuttavia «non lo guideranno più» (O.O. 10, pag. 162).

 

In altre parole:

• «Egli deve uscire totalmente dalla comunione [con esse].

E come singolo si irrigidirebbe completamente, andrebbe incontro alla propria distruzione,

se non si acquistasse da solo le forze che sono proprie agli Spiriti dei popoli e delle razze …

Il discepolo vede chiaramente come finora sia stato guidato,

e d’altra parte si rende conto che d’ora in poi non avrà più quella guida» (pag. 162 e seg.).

 

Questa «seconda» esperienza dinanzi al Guardiano della Soglia,

in cui si trova l’uomo abbandonato da tutti gli impulsi e i motivi esteriori all’azione,

al di qua della Soglia corrisponde esattamente alla situazione in cui egli deve agire dalle sue proprie mete datesi

e dai suoi impulsi afferrati con il suo pensare intuitivo.

 

E solo un uomo che agisce così, nel senso della Filosofia della libertà può essere definito libero.

Seguendo ulteriormente il motivo della libertà nel libro L’iniziazione,

lo troviamo alla fine del capitolo «Il Guardiano della Soglia».

 

Infatti, la durezza della prova dinanzi al Guardiano – nel caso di un discepolato percorso nel modo giusto –

viene irradiata dalla «beatitudine» della prossima vita libera

e del prossimo operare libero nel mondo spirituale stesso

in modo tale, che «il sentimento della nuova libertà… predominerà su tutti gli altri sentimenti» (pag. 164).

 

Con ciò confluiscono gli intenti dei due libri.