La partecipazione di Michele agli interventi soprasensibili dell’anima natanica

Il corso dell’anno come via di iniziazione – L’avvento e l’anima natanica


 

Nel ciclo di conferenze dedicato agli interventi soprasensibili dell’anima natanica e in particolare nella conferenza del 30.12.1913 Rudolf Steiner descrive anche i riflessi di tali azioni nell’evolversi delle diverse civiltà.

Così:

• il primo intervento trova espressione nella saggezza solare di Zarathustra;

• il secondo nell’astrologia degli egizi e nella nascita della mitologia greca, mentre

• il terzo è raffigurato nell’immagine di Apollo

che dona armonia alle facoltà animiche dell’uomo con il suono della lira.

 

A questa immagine di Apollo che suona la lira è collegata nella mitologia greca una ‘immaginazione’ che per la nostra disamina ha un significato speciale. Apollo è raffigurato come vincitore del drago-pitone emerso strisciando dalle profondità terrestri, presso la sorgente Castalia. Il drago si leva nell’aria simile a densa nube di fumo e là, nella sfera d’azione delle forze lunari circostanti la Terra viene vinto dai dardeggianti raggi solari di Apollo.

 

• È l’immaginazione della vittoria delle forze del pensiero purificate sugli oscuri istinti della natura umana,

che emergono dalla sfera subcosciente della volontà e si trasformano in passioni nella sfera del sentimento.

Si tratta, dice Rudolf Steiner,

dell’autentica immaginazione di Michele (cioè San Giorgio) vittorioso sul drago.

 

E i ripetuti accenni di Rudolf Steiner al rapporto fra il terzo sacrificio dell’anima natanica e le azioni di Michele nella sfera astrale della Terra, squarciano il velo di un profondo mistero. Ma prima di accostarci ad esso dobbiamo considerare un altro aspetto degli avvenimenti sopra descritti, che Rudolf Steiner affronta con grande vigore nell’ultima conferenza del ciclo Gradi preparatori al mistero del Golgota (Basilea, 1.6.1914, 0.0.152).

Qui viene detto che il Cristo attraversando le sfere delle singole gerarchie nella sua discesa sulla Terra, si trasfuse per tre volte in un’entità della gerarchia degli arcangeli e quindi, ‘saltando’ il grado angelico, si incarnò direttamente negli involucri di Gesù di Nazareth:

▸«Il Cristo si servì per tre volte di una figura arcangelica, saltò il grado angelico, e giunse alla figura umana.»12

▸«Poi fu la volta del quarto mistero, il mistero terrestre del Golgota. La stessa entità del Cristo che per tre volte s’era calata in un’entità di forma arcangelica, si incarnò poi nel corpo di Gesù di Nazareth durante il battesimo al Giordano.13

 

Abbiamo così il seguente quadro:

nell’antica epoca lemurica, nel tempo che precede il ‘peccato originale’,

l’anima natanica si trattiene al limite della sfera arcangelica, prima della successiva discesa sulla terra.

Nella regione solare diviene portatrice delle forze del corpo eterico di Adamo

non contaminate dalla tentazione luciferica che nella loro purezza sono affini al principio dello spirito vitale.

Questo principio è presente in forma perfetta solo negli arcangeli.

 

Da questo risulta una profonda affinità, una reciproca attrazione

fra l’anima natanica e le entità della seconda gerarchia,

in special modo la più elevata di esse, l’arcangelo Michele,

che è l’arcangelo solare per eccellenza e il reggente di quella sfera

in cui dall’epoca lemurica dimora l’anima natanica.

 

Un siffatto quadro cosmico-spirituale ci rivela che l’entità della gerarchia degli arcangeli

che partecipò tramite l’anima natanica ai tre sacrifici del Cristo era lo stesso Michele.

 

• A ciò fa esplicito riferimento anche Rudolf Steiner nella descrizione del terzo sacrificio dell’anima natanica. Così in tutto il ciclo ci viene indicato che la grande immaginazione della battaglia di Michele-San Giorgio con il drago è il riflesso del terzo momento preparatorio al mistero del Golgota. Inoltre viene evidenziata la partecipazione a tale evento di due entità: l’arcangelo Michele e San Giorgio, vale a dire un’entità di natura gerarchica e una di natura umana.14

▸« Questa è la rappresentazione immaginativa del terzo evento del Cristo: l’arcangelo Michele, ovvero San Giorgio, e il futuro bambino Gesù natanico compenetrato dall’entità del Cristo. Da ciò deriva l’aspetto d’ordine arcangelico nei mondi spirituali. »15

▸ « L’umanità ha conservato una meravigliosa immaginazione di questa manifestazione del Cristo: San Giorgio, ovvero l’arcangelo Michele, che vince il drago. »16

▸ « Tutti coloro che rivolgono lo sguardo a San Giorgio, a Michele col drago, o ad avvenimenti consimili, parlano in verità del terzo evento del Cristo.»17

Ma è nella conferenza del 30.12.1913 che Rudolf Steiner descrive in modo particolarmente incisivo la lotta contro il drago:

▸ «Il ricordo di questa immaginazione sta alla base di tutte le raffigurazioni di San Giorgio col dragone apparse nelle diverse civiltà. L’immagine di San Giorgio con il drago riflette l’evento soprasensibile per cui il Cristo compenetra l’anima di Gesù, rendendolo capace di scacciare il drago dalla natura umana. Fu un grande avvenimento, reso possibile solo con l’aiuto del Cristo presente in Gesù, in quest’entità a quel tempo di natura angelica. Questa entità di natura angelica dovette realmente congiungersi col drago, dovette assumere per così dire forma di drago, per tenere il drago lontano dall’anima dell’uomo, dovette agire nel drago, affinché il drago fosse nobilitato e portato dal caos verso una sorta di armonia. «L’ulteriore missione di questa entità è quella di domare, di educare il drago ».18

 

• Le testimonianze e le immagini citate sono la riprova della diretta partecipazione dell’impulso di Michele al divenire ed evolversi dell’umanità.19 E sebbene Rudolf Steiner metta in relazione l’immaginazione di Michele col drago per il terzo intervento dell’anima natanica, nondimeno essa è direttamente legata anche ai suoi due precedenti interventi; infatti anche là si tratta di tentazioni e pericoli che le potenze avverse rivolgono ai diversi elementi costitutivi dell’entità umana. Tali potenze dell’ostacolo hanno per la conoscenza soprasensibile sempre l’aspetto di drago, mentre la forza che le sconfigge appare nella figura di Michele.

 

Il fatto che Rudolf Steiner nella descrizione dei primi due interventi non alluda a questa immaginazione, è perché questi interventi si verificarono non nel mondo soprasensibile più vicino alla Terra, cioè nella regione lunare, bensì nella sfera del Sole e delle stelle fisse che non sono investigabili a mezzo delle forze immaginative, ma soltanto a mezzo di ispirazione e intuizione.20

 

 


 

Note:

12 – O.O.152, 1.6.1914 –

13 – Ibidem

14 – Vedi per esempio O.O.149, 30.12.1913

15 – O.O.148, 10.2.1914

16 – O.O.152, 27.5.1914

17 – O.O.152, 1.6.1914

18 – O.O.149, 30.12.1913

19 – Le testimonianze di Rudolf Steiner sui destini terreni dell’anima natanica si possono dividere in tre categorie: nella prima l’anima natanica viene caratterizzata come un’entità che appartiene all’evoluzione dell’umanità e che comparve all’epoca lemurica quale anima sorella di Adamo (per esempio nella quarta conferenza del ciclo II vangelo di Luca, nell’ottava del ciclo Da Gesù a Cristo c nella settima de Le basi occulte della Bhagavad Gita, così come in altre singole conferenze dedicate al tema del Natale (vedi 21 e 26.12.1911, O.O.127; 21 e 23.12.1913, O.O.150). La seconda categoria appartiene al tema dei ‘gradi preparatori al mistero del Golgota’. Qui si parla soprattutto di un’entità angelica o arcangelica, seppure con connotati umani (per esempio 30.12.1913, O.O.149 e 5.3.1914, O.O.152). Infine vi sono le indicazioni della partecipazione ai gradi preparatori del mistero del Golgota di una determinata entità della gerarchia arcangelica, per esempio nella conferenza del 1.6.1914, O.O.152.

20 – Nella conferenza del 30.3.1914 Rudolf Steiner dice: «Nel mondo del deva- chan [cioè nella sfera dell’intuizione e dell’ispirazione] si verificarono il primo e il secondo grado preparatorio, nel mondo astrale [cioè nella sfera dell’immaginazione] il terzo, infine nel mondo fisico l’evento del Golgota» (O.O.152, 30.3.1914).