La Posa della Pietra di Fondazione della Società Antroposofica Universale

Possano udirlo gli uomini


 

La Posa della Pietra di Fondazione della Società Antroposofica Universale

il 25 dicembre 1923, mediante Rudolf Steiner,

costituisce il NUCLEO SPIRITUALE del Convegno di Natale.

 

In questo giorno Rudolf Steiner aprì la riunione del mattino alle 10 in punto, con il battito di tre colpi simbolici (un colpo lungo e due brevi). Questi «tre colpi» erano ben noti a tutti coloro che avevano partecipato al lavoro esoterico fino all’inizio della prima guerra mondiale entro la sezione cubica della scuola esoterica.6 Per Rudolf Steiner essi significavano non solo la sequenzialità e l’interiore continuità del suo lavoro spirituale, ma anche il carattere di culto dell’evento.

Il contenuto di questo culto è oggi accessibile agli antroposofi in una stesura stenografica conservatasi. Leggendo questo stenogramma si ha sin dal primo momento l’impressione che allora sia avvenuto qualcosa di un’importanza inconsueta, tuttavia questo testo, straordinariamente concentrato e ricco dal punto di vista esoterico, all’inizio si sottrae alla comprensione mediante la coscienza desta.

 

• Non solo è necessario immergersi ripetutamente nelle parole di Rudolf Steiner,

ma esse vanno «vissute» interiormente per anni, prima che il loro significato esoterico lentamente cominci a schiudersi.

Possiamo distinguere tre gradi di questo lavoro esoterico:

• Il primo grado consiste nella pura comprensione di PENSIERO del testo stenografato.

• Nel secondo grado è necessario penetrare oltre il velo dei pensieri,

per SENTIRE la realtà soprasensibile dell’evento, che sta dietro le parole.

• Infine deve riversarsi nella VOLONTÀ ciò che si è compreso e sentito,

il che costituisce il presupposto indispensabile per compiere ciò che Rudolf Steiner definì

l’immergere la Pietra di Fondazione nei cuori e nelle anime degli antroposofi.

 

Ma per portare a compimento con successo questi tre gradi, è necessario uno sforzo individuale di conoscenza per trasformare le parole stenografate in ciò che erano realmente quando furono pronunciate durante il Convegno di Natale, vale a dire in parole di puro contenuto mantrico.

Il passaggio delle parole a un mantra può tuttavia riuscire solo se siamo in grado di compenetrare un testo tanto profondamente da far sì che esso ci schiuda a poco a poco la sua struttura spirituale, la regolarità interiore, gli elementi ritmici e le corrispondenze come pure il principio goetheanistico di «polarità e intensificazione”, che ne sta alla base.

 

Questi elementi possono costituire per noi la chiave per una comprensione del testo in modo tale da trovare, partendo dalla sfera del pensiero, l’accesso al nostro sentimento e alla nostra volontà, afferrando così l’intero uomo. In tal modo il testo nel suo linguaggio mantrico può parlare all’anima con una forza che può essere paragonata solo all’azione della meditazione della Pietra di Fondazione o a quella dei versi mantrici della prima classe.7

Con ciò si apre per noi la possibilità di vivere interiormente in splendore di pensiero ciò che allora Rudolf Steiner compì, tuttavia non in modo astratto e intellettuale, ma compenetrato dal calore del sentire del nostro cuore e dalla nostra volontà sulle ali dell’entusiasmo spirituale.

 

Detto altrimenti, solo se riusciremo a vivificare profondamente nella nostra anima questo contenuto, in modo che esso si ponga davanti a noi come un’immaginazione multicolore, riempita dal suono della parola ispirata e che porta in sé la possibilità dell’unione intuitiva con la realtà soprasensibile della Pietra di Fondazione, il testo dello stenogramma si trasformerà per noi in una vera partecipazione all’essenza del mistero di questo evento cultico, e noi ci avvicineremo in modo reale alla Posa della Pietra di Fondazione nel nostro cuore. Allora il cuore dell’uomo diventerà quel tempio interiore,8 in cui la Posa della Pietra di Fondazione, che nella storia spirituale avvenne il 25 dicembre 1923, si potrà ripetere nella nostra anima in tutta la sua verità, bellezza e forza, collegandoci realmente con la corrente vivente in eterno dei Nuovi Misteri cristiani.

 

Per essere di aiuto al lettore nell’avvicinarsi alla realtà spirituale dell’atto cultico di Posa della Pietra di Fondazione, nella seguente osservazione cercheremo di penetrare nel suo contenuto esoterico. Infatti, solo nella misura in cui questo viene vivificato nell’anima, essa può diventare partecipe del processo che ebbe inizio ottanta anni fa, e che da allora si perpetua nei mondi superiori, attendendo che le anime umane liberamente gli diano la possibilità di agire anche sulla terra, trovando la propria realizzazione in:

Ciò a cui noi

Con i nostri cuori vogliamo dare fondamento,

Ciò che con i nostri capi

Vogliamo condurre

Diretto alla meta.

 

Nel programma del Convegno di Natale il suo evento centrale era indicato come «Posa della Pietra di Fondazione della Società Antroposofica internazionale tramite Rudolf Steiner» (O.O. 260).

Con ciò venne indicato sin dall’inizio che a questo evento non partecipò solo l’uomo terreno Rudolf Steiner, ma parteciparono anche le potenze superiori che stavano dietro di lui e agivano tramite Rudolf Steiner.9 Rudolf Steiner si riferì ad esse, sebbene in modo indiretto, già con le sue prime parole, quando aprendo il Convegno in senso esoterico, illustrò ai partecipanti il compito fondamentale del Convegno stesso:

«Per rinnovare nel nostro animo, dai segni del tempo presente,

l’antico monito dei misteri: ‘Conosci te stesso!’»

 

Qui l’espressione «dai segni del tempo presente», così come l’espressione che egli usò nei giorni seguenti «dai segni del tempo» è un particolare termine occulto noto a tutti gli esoteristi cristiani, con il quale si fa riferimento al fatto che, nell’anno 1879, l’Arcangelo Michele diventò la guida dell’umanità terrena e a tal fine si elevò al rango di archè o spirito del tempo.

Già in una conferenza tenuta durante la prima guerra mondiale, il 17.2.1918 (0.0. 174a) Rudolf Steiner aveva usato in questo senso espressioni come «posizione delle stelle» o «segni del tempo». Ancora più chiaramente egli si riferì allo spirito guida del nostro tempo nella breve introduzione al quinto ritmo, con le parole: «dallo spirito del nostro tempo».

Sebbene il nome di Michele sia stato pronunciato solo una volta, in una conferenza serale del Convegno di Natale, tuttavia l’atto cultico di Posa della Pietra di Fondazione con il suo proseguimento nei ritmi che vennero dati ogni mattina nel corso dei successivi sette giorni, fu posto sotto la guida diretta dello spirito del tempo Michele.10

 


 

Note:

6 – Il battito di questi tre colpi viene ripetuto anche nel tempio solare dei drammi mistero.

7 – Nella composizione del testo della Posa della Pietra di Fondazione non è difficile riconoscere elementi fondamentali delle lezioni di classe: al centro si trova la meditazione, data in un determinato ritmo e in una determinata articolazione, si aggiunge un commento, che indica la realtà spirituale dell’evento e ci sono anche determinati gesti o battiti.

8Vedi dettagli sull’edificazione del tempio interiore nel cap. 6 (vol. II).

9 – Rudolf Steiner fece uso di questa formulazione più volte già prima, così per esempio nel sottotitolo dei primi due drammi mistero (a differenza degli altri due successivi).

10 – Nella conferenza del 13 gennaio 1924 (O.O. 233a) Rudolf Steiner spiegò perché il nome di Michele non venne pronunciato ne durante l’atto misteriosofico di Posa della Pietra di fondazione ne nei successivi sette ritmi. Egli rilevò che nel nostro tempo Michele è uno spirito «silenzioso», il quale rispettando la libertà dell’uomo è collegato solo con le conseguenze delle azioni umane e non con le intenzioni, perciò prima di pronunciare il suo nome doveva precedere l’azione di Rudolf Steiner e questo capitolo è dedicato al ricordo di essa.