Le tre manifestazioni del Cristo e le tre nuove virtù misteriche

Il corso dell’anno come via di iniziazione – Dall’Epifania a Pasqua


 

Nel capitolo precedente si è parlato dell’ascesa del Cristo al macrocosmo

e del conseguente graduale risveglio della coscienza umana nei mondi superiori.

 

Per l’umanità tale risveglio dipenderà anche da un approfondimento e ampliamento della conoscenza del Cristo stesso

e ciò sarà possibile perché il Cristo, in base al grado di evoluzione raggiunto dall’umanità,

trasmetterà dai mondi soprasensibili una rivelazione sempre più alta della propria natura.

In futuro questi due eventi procederanno sempre paralleli.

 

• Da un lato, il risveglio della coscienza dell’io nei singoli involucri,

susciterà un flusso di forze spirituali dalle corrispondenti regioni del mondo spirituale:

▸«Nel nostro tempo sono le forze del mondo astrale che intervengono nell’anima umana;

nella sesta epoca interverranno maggiormente le forze del devachan inferiore

e nella settima specialmente quelle del devachan superiore.»13

 

• D’altro lato, in parallelo a tale processo, perverranno all’umanità rivelazioni sempre più elevate del Cristo stesso

quali conseguenza diretta della progressiva conquista dei diversi involucri:

▸ «L’individualità del Cristo dimorò sulla Terra nel corpo di Gesù di Nazareth soltanto per quei tre anni,

e non ritornerà più in un corpo fisico;

riapparirà nel quinto periodo di civiltà in un corpo eterico;

nel sesto periodo in un corpo astrale

e ancora più tardi, nella settimo periodo, in un grande io cosmico, come un io di gruppo dell’intera umanità.»14

 

In altre parole questa triplice rivelazione del Cristo all’umanità

corrisponderà esattamente a un progressivo risveglio di facoltà superiori:

• facoltà immaginative nel corpo astrale partire dalla nostra epoca;

• facoltà ispirative nel corpo eterico nel periodo slavo

• e facoltà intuitive nel corpo fisico nel periodo americano, l’ultimo prima della grande catastrofe.

 

Rudolf Steiner descrive questi tre gradi di sviluppo dell’umanità, nella conferenza del 4 novembre 1911 a Lipsia:

▸ «Mentre ai tempi degli eventi di Palestina gli uomini non avrebbero potuto percepire il Cristo se non in un corpo fisico, alla nostra epoca si destano effettivamente in noi le forze in grado di vedere Cristo in una forma eterica esistente sul piano astrale. Cosicché già nel nostro secolo a partire dagli anni trenta e sempre più fino alla metà del secolo, un numero sempre maggiore di persone avrà la percezione del Cristo nella sua forma eterica.

Ciò costituirà un grande progresso rispetto all’epoca anteriore quando gli uomini non erano ancora maturi per contemplarlo in tal modo. Questo è anche ciò che si vuole significare dicendo che il Cristo apparirà «fra le nubi» [vale a dire i dintorni spirituali della Terra]; si vuole con ciò intendere ch’egli apparirà in forma eterica sul piano astrale… poi verrà un’epoca in cui forze ancor più elevate si desteranno nell’uomo; sarà l’epoca in cui il Cristo si manifesterà in forma astrale nel devachan inferiore15

 

▸ «Il Cristo si manifesterà a un certo numero di uomini nel devachan inferiore in forma luminosa e quale Parola risonante, infondendo dal proprio corpo astrale di luce nell’animo ricettivo degli uomini, quella Parola che già nel principio operava in forma astrale, come descritto da Giovanni nel prologo del suo vangelo.»16

 

E infine, sul settimo periodo di civiltà:

• «È questa l’epoca morale in cui un certo numero di uomini percepirà il Cristo così come si manifesta dal devachan superiore, nel suo autentico io che sovrasta l’io umano d’una altezza inconcepibile, nello splendore dei massimi impulsi morali che allora sarà possibile elargire all’uomo.»17

 

E in un’altra conferenza:

• «L’ultimo periodo è quello degli impulsi morali, in cui gli uomini che saranno avanzati attraverso i precedenti gradi, vedranno il Cristo nel devachan superiore nella sua gloria in quanto figura del sommo io, quale io-sé massimamente spiritualizzato, quale grande maestro dell’evoluzione umana18

 

Questa triplice rivelazione del Cristo nei periodi futuri, che corrisponderà al naturale risveglio di facoltà superiori nell’umanità può, sebbene in altra forma, diventare accessibile a ciascun uomo nel corso dell’anno, nel tempo che va dall’Epifania a Pasqua.

 

Chi desideri accostarsi in questo modo all’esperienza delle tre manifestazioni del Cristo,

chi voglia cioè sperimentare l’entità del Cristo nei propri tre involucri,

deve percorrere la via di uno sviluppo etico-spirituale che ha come fine l’acquisizione di specifiche qualità morali.

 

• Così come dai misteri precristiani

ci sono giunte le virtù di    • giustizia,     • misura e avvedutezza,     • coraggio     • e sapienza,

• allo stesso modo dai misteri cristiani del presente

ci vengono incontro tre nuove virtù, in un certo modo sorelle della sapienza universale, della cosmica Sofia:

• fede,      • amore      • e speranza.19

 

• Nel corso dell’anno, l’avvento conduce attraverso le quattro antiche virtù, trovando compimento nella nascita del nostro io superiore a Natale dalla sostanza madre della saggezza. Nelle successive tredici notti questo io superiore deve salire progressivamente verso l’esperienza cosciente del Cristo.

Se questo avviene, nel periodo successivo che va fino a Pasqua la forza del Cristo sorta nell’io può abbracciare l’intero uomo nei suoi involucri, permeandolo fin nel corpo fisico.

 

E le chiavi incantate che aprono le porte dei diversi involucri all’impulso Cristo

sono proprio le nuove virtù misteriche:

• la fede apre al Cristo l’accesso al corpo astrale,     • l’amore al corpo eterico       • e la speranza al corpo fisico.

 

Queste tre virtù si presentano allora come i gradini dello sviluppo interiore

che, nel corso dell’anno, collegano l’Epifania alla Pasqua.

Infatti nella metamorfosi dell’anima su scala microcosmica,

esse sono il riflesso del grande cammino macrocosmico

che l’entità del Cristo fece unendosi ai tre involucri di Gesù di Nazareth nei tre anni dal Giordano al Golgota.

 

 


 

Note:

13 – O.O.130, 21.9.1911

14 – Ibidem

15 – O.O.130, 4.11.1911

16 – O.O.130, 18.11.1911

17 – Ibidem

18 – O.O.130, 4.11.1911

19 – Una leggenda dell’Europa orientale racconta che una martire cristiana di nome Sofia, venne giustiziata a Roma nel 11 secolo insieme con le sorelle Wera, Ljubow, Nadjezda (Fede, Amore, Speranza), (Pistis, Agape, Elpis).