Lo sviluppo dell’impulso antroposofico-Micheliano

Rudolf Steiner e la Fondazione dei Nuovi Misteri


 

Vogliamo considerare ancora una volta la storia del sorgere nell’umanità dell’impulso antroposofico-micheliano, come esso si sviluppò nel corso di tre settenni, dalla fondazione della Sezione tedesca della Società Teosofica nell’anno 1902, fino al suo anno terminale, l’anno del Convegno di Natale 1923/24.

 

Come abbiamo già visto nei primi capitoli, la via di iniziazione di Rudolf Steiner

era inseparabilmente collegata con lo sviluppo di questo impulso.

• Ciò era cominciato con il suo primo settennio solare (1882) ed era proseguito fino al 1899,

quando Rudolf Steiner, nell’incontro personale con il Cristo

raggiunse l’apice della via iniziatica cristiano-rosicruciana,

la cui meta possiamo riassumere nel migliore dei modi nella frase «Non io ma il Cristo in me».

 

Durante il suo sviluppo spirituale nei tre settenni solari della sua vita,

Rudolf Steiner fu capace di svolgere e purificare le forze del suo io individuale,

così che alla fine della grande epoca solare fu in grado di sacrificare queste forze all’Entità-Cristo,

l’Entità centrale del nostro cosmo.

 

– Rudolf Steiner si è spesso riferito nelle sue conferenze a questo nuovo discorso misteriosofico,

perchè dietro a queste parole stava la sua propria esperienza, il più sublime evento spirituale della sua vita.

 

Ma quale fu il risultato esoterico di questo evento?

• Per mezzo di esso l’io di Rudolf Steiner divenne la porta attraverso la quale

si potè ormai riversare nella sfera umana, non solo la volontà individuale dell’uomo,

bensì la volontà e la sapienza del cosmo spirituale-divino.

• Ma questo sacrificio fu il punto di partenza

per l’intervento dell’impulso micheliano-antroposofico nel mondo terreno.

 

Nel seguito si possono distinguere chiaramente

tre epoche di realizzazione o di incorporamento di questo impulso.

 

• Il primo periodo – dal 1902 al 1909 –

porta principalmente a una incarnazione dell’antroposofia nell’elemento astrale.

Infatti in questo tempo vengono elaborate in forma di pensiero

le basi della nuova scienza dello spirito.

Questa è l’epoca della nascita dell’antroposofia,

dove essa venne concepita del tutto individualmente da uomo a uomo.

 

• Nella seconda epoca – dal 1910 al 1916 – essa raggiunge l’elemento eterico.

In conseguenza di ciò essa non è più una faccenda personale del singolo uomo,

bensì essa si può incorporare in attività comunitarie.8a

Infatti l’elemento eterico congiunge gli uomini tra di loro, come lo mostrano anche

i versetti del Padrenostro microcosmico che si riferiscono al corpo eterico.

Così da questo impulso derivano i misteri drammatici, l’euritmia, il Goetheanum.

 

• Nella terza epoca infine – dal 1917 al 1923 –

l’antroposofia comincia a «prender corpo» nell’ambito fisico.

Ne risultano i movimenti affiliati della triarticolazione sociale, della pedagogia, della medicina, ecc.

Con questi l’impulso micheliano-antroposofico

può influire direttamente nella cultura terrestre e così in tutti i campi della vita umana.

Vediamo così come

l’impulso micheliano-antroposofico, attraverso l’io di Rudolf Steiner

discende dalle alte sfere solari in Terra, prendendo corpo attraverso tre gradini.

 

Così come l’io individuale del singolo uomo divampa al contatto con il mondo fisico, così anche il nucleo essenziale esoterico dell’antroposofia, il suo io, potè entrare pienamente nell’evoluzione terrena quando, al Convegno di Natale gli impulsi micheliano-antroposofici si erano uniti con il mondo terrestre, quando il movimento antroposofico e la Società Antroposofica divennero una unità.

 

• Allora,nel ventunesimo anno del movimento (dal 1902 al 1923)

si generò in verità l’io di gruppo della nuova comunità dei micaeliti.

Questo fatto formò la ragione spirituale che li riunisce tutti

e potè funzionare come nuovo «principio formativo di razza» fin dentro al corpo fisico di ogni antroposofo.

 

La nascita del nuovo io di gruppo dei micaeliti, quale fondamento spirituale della loro comunità,

è uno dei segreti del Convegno di Natale; e noi dovremmo chiederci:

quale realtà occulta si cela nel detto «sulla Terra si origina una nuova razza»?

 

Può solo significare che nel mondo spirituale

esiste un centro soprasensibile le cui forze agiscono fino nell’ambito terrestre.

 

In altri termini:

l’originarsi di una nuova razza sul piano fisico

presuppone indiscutibilmente un io di gruppo, che è il suo centro,

il principio che la forma, la unifica e la configura, partendo dal quale

le forze formatrici di razza agiscono nel fisico dell’essere singolo,

e possono perciò formare il «corpo» di questa razza.

 

Infatti nella unitarietà del contrassegno formatore di razza presso i vari individui,

viene a espressione fisicamente il loro «io di gruppo», come principio che li collega.

Ma questo principio, in senso scientifico spirituale, può solo consistere in un essere del mondo spirituale.

 

Se ora ci domandiamo quale sia l’essere che possiamo mettere in rapporto

con quello che abbiamo chiamato l’«io di gruppo» della comunità di Michele, la risposta deve essere:

la nascita del nuovo «io di gruppo» di questa base soprasensibile della comunità di Michele,

è stata causata, nell’ambito terrestre durante il Convegno di Natale,

dal fatto che le forze di Michele cominciarono ad operare direttamente in questo ambito.

Ma ciò trovò la sua espressione nella fondazione della prima classe della scuola esoterica

– lo indica con tutta chiarezza Rudolf Steiner –

e nel fatto che questa sta sotto la guida diretta di Michele!

 

Perciò possiamo restar convinti che:

 Michele stesso, lo spirito conduttore del nostro tempo,

opera oggi come «Io di gruppo» della comunità di Michele,

che nacque sulla Terra al tempo del Convegno di Natale.

 

In questa azione spirituale di Michele, che fu realizzata in Terra dal suo maggior discepolo terreno,

è celato il segreto dei nuovi misteri di Michele,

il segreto che sta in rapporto con la formazione della nuova razza dei micaeliti.*

 

Da molte comunicazioni di Rudolf Steiner sappiamo che l’entità-Cristo mediante il Mistero del Golgota

ha ridato il suo vero senso all’evoluzione dell’umanità sulla Terra

alla quale furono date in nuova forma quelle sublimi mete cosmiche

che si prospettarono una volta agli dei quando crearono l’uomo.

• Senza l’intervento del Cristo Gesù queste mete sarebbero rimaste in eterno irraggiungibili dall’umanità,

poiché essa era decaduta nelle forze luciferiche all’epoca lemurica, e in quelle arimaniche all’epoca atlantica.

 

Così tutto quanto accadde sulla Terra per opera del Cristo Gesù,

è la piena ed essenziale realizzazione delle grandi mete cosmiche divine,

che tornarono ad essere visibili per tutta l’umanità, grazie al Mistero del Golgota.

Ma con questo esse ci si prospettano, in forma ancora più elevata, come l’ideale divino dell’evoluzione futura.

 

Partendo da qui possiamo dire che, nella misura in cui il corso della vita di Rudolf Steiner

fu in grado di ritrarre in maniera microcosmica il grande percorso macrocosmico del Cristo Gesù,

Rudolf Steiner stesso assunse in sé anche la «luce dell’essere universale» (III,8),

che è la luce dello Spirito Santo,

e dette così principio alla libera e cosciente realizzazione delle «divine eterne mete» (III,7).

 

Ma questa realizzazione è l’imitazione di Cristo nella forma conforme al nostro tempo

come ci fu data nella via di iniziazione cristiano-rosicruciana;

la «luce dell’essere universale e le «divine eterne mete»

che operarono nel corso della vita di Rudolf Steiner,

raggiunsero nel Convegno di Natale il loro punto culminante.

 

Poiché allora questa luce dei mondi superni,

per la prima volta nell’epoca dell’anima cosciente, che è la nuova epoca della libertà umana,

potè riversarsi nell’ambito terrestre, attraverso la porta di un io d’uomo,

potè riversarsi nella coscienza di singoli uomini che vogliano seguire in libertà gli impulsi del mondo spirituale (III,7-11):

 

«Dove le divine eterne mete

la luce dell’essere universale

al singolo Io

per il suo libero volere

donano.»

 

E la luce che non si spegne mai dal Convegno di Natale, nella quale agiscono le «divine eterne mete»,

luce che si è riversata nell’umanità mezzo secolo fa e da allora può vivere in «libero volere»

nella coscienza di ogni io individuale umano, quella luce opera e domina tra noi.

 

La conoscenza del rapporto tra il corso della vita di Rudolf Steiner e l’essenza del Convegno di Natale, può anche gettar luce sullo sviluppo futuro nel mondo dell’impulso micheliano-antroposofico in tutto il suo inestinguibile significato per l’umanità, ma anzitutto per quelle anime che sono collegate per destino a questa corrente spirituale.

Poiché l’approfondimento nell’essenza della vita terrena di Rudolf Steiner, in questo che è il più importante mistero del XX secolo, ci conduce nei segreti, non solo del passato e del presente, ma anche del futuro. In questo senso possiamo parlare, nello spirito della meditazione fondamentale antroposofica, dell’aspetto eterno di questa vita terrena.

 

La meditazione della pietra fondamentale ci guida

dal «memorare», attraverso la «riflessione», alla «visione»,

alla visione di quello Spirito cosmico che tutto comprende,

che si manifesta a noi nella «luce dell’essere universale» e ci dona le «divine eterne mete».

 

Se accogliamo nel nostro cuore e nella nostra anima l’impulso basilare del Convegno di Natale,

possiamo partecipare alla realizzazione di queste mete,

e la comprensione del corso della vita di Rudolf Steiner ci può essere a questo scopo di aiuto decisivo.

 

Abbiamo visto quale mistero profondamente cristiano stia alla base di quella vita. Ci potemmo avvicinare ad esso solo perchè abbiamo riconosciuto il corso della vita di Rudolf Steiner come imitazione del Cristo Gesù. Ma in lui è da cercarsi il prototipo di tutte le iniziazioni che oggi vogliano partire da forza legittime. Infatti come abbiamo nella Urpflanze (pianta primordiale) l’idea essenziale di ogni pianta, che è tanto più perfetta quanto più completamente questa idea fondamentale ritrae il suo prototipo, così il nostro pensiero conduttore nella considerazione del corso della vita di Rudolf Steiner, fu quello che

l’iniziato cristiano sta tanto più in alto,

quanto più il corso della sua vita si avvicina al corso macrocosmico del Cristo Gesù,

cioè del prototipo celeste di ogni vera via spirituale.

 

• Una tale maniera di considerare le cose ci rese possibile di avvicinarci ai segreti che si collegano con la posa della prima pietra e con l’incendio del primo Goetheanum, così come con il Convegno di Natale, e ci aiutò anche nel tentativo di accostarci al significato spirituale della malattia di Rudolf Steiner e del suo tragico congedo. Tuttavia il segreto di questa dipartita sta già da più di mezzo secolo in attesa di soluzione, come tormentosa domanda di fronte a ogni antroposofo.

• Ma questa maniera di considerare le cose ci permise anche di riconoscere il corso della vita di Rudolf Steiner come un processo di continua ascesa, di cui il Convegno di Natale rappresenta il punto culminante. Poiché allora l’elemento soprasensibile potè riversarsi direttamente nelle forme terrene della Società, che pertanto assunsero una configurazione esoterica.

 

 


 

* Per evitare malintesi, dobbiamo precisare che con le espressioni «razza» o «principio formatore di razza» si intende qui solo un puro fatto occulto ben determinato, il dato di fatto che oggi sta nascendo sul piano fisico una comunità, il cui «io di gruppo» non è un essere arcangelico, che è quello che agisce fino nel corpo eterico, ma un essere della gerarchia degli arcai, quella che agisce fino nel corpo fisico dell’uomo.

Si può anche dire che qui il termine «razza» significa che l’uomo è in grado di accogliere nel suo io tanto energicamente e coscientemente un impulso spirituale, che questo agisce attraverso tutti i suoi involucri fino nel suo corpo fisico, la cui spiritualizzazione può ora aver inizio. Abbiamo quindi a che fare con un nuovo concetto spirituale di «razza», che non ha niente in comune con l’antico concetto. Sarebbe perciò un errore grossolano scambiare questo concetto esoterico di razza con quello comune essoterico.

 

Note:

8a – Sulla relazione dell’elemento astrale e dell’elemento dell’io con lo sviluppo individuale dell’uomo, e sulla relazione dell’elemento eterico con lo sviluppo sociale, vedi anche O.O.123,12/9/1910.