San Michele, festa dell’illuminazione

Il corso dell’anno come via di iniziazione – La festa di Michele


 

Dal carattere del nostro Spirito del tempo deriva la necessità

di porre come primo gradino dell’iniziazione moderna

lo studio delle comunicazioni della scienza dello spirito.

 

Questo studio è, nell’attuale periodo di evoluzione,

la sola via che può condurre dalla testa al cuore i pensieri cosmici,

celati dietro il velo della forma terrestre-concettuale in cui appare oggi la scienza dello spirito,

consentendo in tal modo allo stesso Michele di penetrare negli avvenimenti terreni.

 

Dice Rudolf Steiner: «Michele non coltiva l’intellettualità; egli dona lo spirito sotto forma di idee e di pensieri, ma idee e pensieri che attingono allo spirito e sono luce per gli uomini. Michele vuole che l’uomo sia un essere libero, capace di vedere nei concetti e nelle idee le rivelazioni dei mondi spirituali (…) Michele entusiasma l’uomo con la propria immagine affinché sulla Terra compaia una spiritualità all’altezza dell’intelligenza degli uomini, e l’uomo possa pensare e al tempo stesso vivere nello spirito; questo è prima di tutto il senso della reggenza di Michele. »9

Questa possibilità di pensare ed essere al contempo uomo spirituale è oggi data dalla scienza dello spirito ad orientamento antroposofico, che dà per la prima volta agli uomini «una spiritualità all’altezza della loro intelligenza» e si rivela come l’inizio del regno di Michele sulla Terra.

 

Così lo studio della moderna scienza dello spirito

costituisce il primo passo verso la spiritualizzazione dell’intelligenza celeste di Michele

che in tempi anteriori discese nel capo degli uomini.

Essa apparteneva nel principio alla sfera cosmica di Michele

e dal nostro tempo deve trovare la via del ritorno grazie all’attività interiore dell’uomo.

 

A questo proposito Rudolf Steiner dice: «Ci troviamo in un certo modo di fronte all’esortazione di Michele a divenire attivi fin nel nostro pensiero, allo scopo di elaborare come uomini la nostra concezione del mondo mediante l’attività interiore».1

• Per cui ai nostri giorni si verifica un doppio movimento: dall’alto e dal basso.

 

Dall’alto discende Michele

che «nell’ultimo terzo del XIX secolo (…) calando dal Sole sulla Terra,

si protende per afferrare l’intelligenza umana».11

Dal basso invece l’umanità attua una progressiva

spiritualizzazione dell’intelligenza e una vivificazione del pensiero.

 

• Questo si avvera nella misura in cui ogni singolo uomo si appropria della scienza dello spirito, però non in modo teorico, bensì in modo tale per cui essa divenga per l’anima un nutrimento vitale, un’atmosfera in cui l’anima possa costantemente vivere e respirare.

Un accenno a questo doppio movimento, che costituisce il timbro fondamentale del carattere della nostra epoca, è contenuto in modo chiaro nella terza parte della Pietra di fondazione, la parte ‘micheliana’.12

In essa abbiamo

• da un lato l’immaginazione della nuova rivelazione di Michele che, dall’ultimo terzo del XIX secolo, irradia «dall’alto verso il basso» su tutta l’umanità:

 

« Dove le eterne mete degli Dei

luce dell’essere universale

all’io proprio

perché possa volere in libertà

donano ».

 

• D’altro lato abbiamo il pressante appello proveniente da quella rivelazione e indirizzato all’umanità contemporanea: dare inizio al lavoro di spiritualizzazione dell’intelligenza divenuta materiale che, essendo affondata nelle tenebre dell’esistenza umana, «implora la luce», implora la nuova comunione con la sfera cosmica di Michele:

 

« Poiché i pensieri universali dello spirito dominano

nell’essere universale implorando luce ».12

 

Così nella nuova epoca di reggenza di Michele

deve crearsi un ponte fra il mondo degli Dei e l’umanità

tramite lo sforzo comune degli Dei e degli uomini.

 

Rudolf Steiner dice:

«La scienza che, come scienza dello spirito ad orientamento antroposofico,

torna a spiritualizzare il concetto di spazio, a renderlo soprasensibile,

muove dal basso per afferrare le mani di Michele protese dall’alto.

In questo modo può essere costruito il ponte tra gli Dei e gli uomini».13

 

Nel moderno discepolato spirituale l’accesso pienamente consapevole al sentiero che conduce dal basso verso l’alto incontro a Michele che si protende dal Sole, corrisponde a ciò che Rudolf Steiner nel libro L’iniziazione designa col termine ‘preparazione’.

 

La ‘preparazione’ è l’inizio della costruzione di quel ponte

che dovrà ricollegare l’anima umana con il mondo degli Dei.

In che cosa consiste la costruzione di questo ponte?

 

A questa domanda abbiamo in certa misura già risposto nel precedente capitolo:

• la conoscenza spirituale deve essere sperimentata dall’anima in modo talmente intenso

che i pensieri universali che essa contiene, accolti dapprima dal capo,

possano trovare la via al cuore per divenire pensieri viventi.

In tal modo questi pensieri viventi diverranno la sostanza spirituale

che Michele potrà raccogliere per annunciare agli Dei superni:

 

«Durante la mia epoca gli uomini

hanno sollevato allo spirituale le rappresentazioni meramente spaziali

che avevano sviluppato separatamente dal mondo divino-spirituale;

perciò possiamo tornare ad accoglierli,

poiché hanno congiunto i loro pensieri e le loro rappresentazioni

con i nostri pensieri e rappresentazioni.»14

 

Vediamo così

che la prima condizione per la ‘riunificazione’ dei pensieri umani con i pensieri degli Dei

è la loro penetrazione nei cuori affinché «i cuori comincino ad avere dei pensieri».

 

Infatti in questo consiste l’inizio dell’epoca di Michele (vedi pagina 23).

Il «pensare del cuore», a differenza dall’abituale pensare del capo,

si dimostra il mezzo conoscitivo con il cui aiuto sono giunte sulla Terra

anche le comunicazioni della scienza dello spirito.

 

«Le esposizioni di autentici fatti soprasensibili scaturiscono da un tale pensare del cuore anche se spesso esse appaiono come dissertazioni intellettuali. Nelle esposizioni che davvero provengono dai mondi superiori non vi è nulla che non sia stato pensato col cuore. Ciò che viene comunicato dal punto di vista della scienza dello spirito è stato sperimentato dal cuore. Colui che riferisce ciò che sperimenta con il cuore deve necessariamente riversarlo in forme di pensiero tali da poter essere comprese dagli altri uomini.»15

 

Sono parole di Rudolf Steiner, che in un’altra conferenza aggiunge:

 

«Se il discepolo dello spirito vuole accedere ai mondi superiori

la sua logica intellettuale deve tramutarsi in logica del cuore…»16

 

Vediamo allora che la via di iniziazione nella quale noi penetriamo e di cui Michele è guida, è la medesima dalla quale Rudolf Steiner attinse le sue conoscenze dei mondi soprasensibili, che in seguito comunicò al mondo sotto forma di scienza dello spirito ad orientamento antroposofico. Questa strada può essere intrapresa da altri uomini ed è stata esposta nel libro L’iniziazione, nonché nel V capitolo de La Scienza occulta.

 

 

Esaminiamo ulteriormente questa via.

Se il discepolo che vuole percorrerla perverrà, dopo il citato periodo di preparazione (dal solstizio d’estate all’inizio dell’autunno), ad unirsi intimamente con i pensieri attinti dalla moderna scienza dello spirito al punto ch’essi divengano nella sua interiorità assolutamente viventi, cioè percepiti non solo con la testa, bensì con tutto l’essere allora, come abbiamo visto, si aprirà a questi pensieri la strada verso il cuore, verso l’organo spirituale con il quale può essere scalato il primo gradino di spiritualizzazione dell’intelligenza micheliana, discesa sulla terra in tempi remoti.

Il risultato di questo primo grado di spiritualizzazione si manifesta però come un avvenimento spirituale del tutto speciale. Per caratterizzarlo dobbiamo citare integralmente le parole di Rudolf Steiner in parte già richiamate nel precedente capitolo:

 

▸«Egli [Michele] libera i pensieri dalla sfera del capo; apre loro la via al cuore; dal sentimento libera l’entusiasmo, così che l’uomo possa sperimentare con dedizione animica tutto ciò che vive nella luce del pensiero. L’epoca di Michele è sorta: i cuori cominciano ad avere dei pensieri; l’entusiasmo non fluisce più da oscurità mistiche, ma da chiarezza d’anima sostenuta dal pensiero. Comprendere ciò significa accogliere Michele nel proprio cuore (Gemut). Da cuori che battono per Michele quale principe fiammeggiante del pensiero cosmico devono oggi scaturire pensieri che anelano a cogliere lo spirito.»17

 

Queste parole di Rudolf Steiner esprimono la vera essenza del processo sopra descritto.

 

Infatti se i pensieri della scienza dello spirito riusciranno a compenetrare l’uomo intero

e a giungere, con la loro azione metamorfosante, fin nel suo cuore,

allora essi, che sono stati accolti quali ‘pensieri’, si tramuteranno in lui

in sostanza di luce, purissima luce di pensiero.

 

Nel vivente entusiasmo del cuore, nella dedizione dell’uomo, la luce del pensiero si irradia dal cuore verso l’esterno, nel macrocosmo, come luce riscattata della più pura intelligenza micheliana, come pensieri umani viventi che possono tornare ad unirsi ai pensieri universali degli Dei. Queste sono le splendenti mani di luce tese dal basso che possono afferrare quelle di Michele tese dall’alto, poiché tutto ciò che in tal modo vive come luce-pensiero del cuore diventa per Michele visibile, e può essere da lui riaccolto nel suo regno.

La luce interiore comincia ad ardere nell’uomo quale luce di nascente resurrezione, come reale testimonianza della presenza diretta delle forze di Michele nel centro del cuore e dell’anima dell’uomo. A questo si riferiscono anche i versi della quarta parte della Pietra di fondazione, che si riferiscono all’azione di Michele:18

 

«L’oscurità della notte

aveva terminato il suo dominio;

la chiara luce del giorno

irraggiò, nelle anime umane».19

 

Ma quest’esperienza corrisponde all’essenza stessa della nuova festa di Michele in quanto autentica festa dell’illuminazione.

Rudolf Steiner esamina il significato spirituale della nuova festa di Michele dai più diversi punti di vista nelle conferenze e nei cicli degli anni 1923-24; ma solo nel gennaio 1925, nell’ultimo intervento relativo a Michele, egli tratta in modo approfondito della sua natura più intima. Le seguenti parole furono scritte da Rudolf Steiner due mesi e mezzo prima della sua dipartita dal piano fisico e trattano del motivo di fondo di questa festa, il motivo dell’illuminazione. Queste parole appaiono come il testamento sacro del grande messaggero terrestre di Michele, diretto alle anime e ai cuori dei veri micaeliti:

 

«Quando l’uomo sarà di nuovo in grado di sperimentare idee senza appoggiarsi al modo fisico-sensibile, allora una nuova chiarezza fluirà incontro al suo sguardo indirizzato al cosmo extraterrestre. Ma questo significa imparare a conoscere Michele nel suo regno. Un giorno, quando la festa di Michele in autunno diventerà vera e interiorizzata, nel sentimento e nella coscienza degli uomini celebranti questa festa, sorgerà e vivrà in profondissima sincerità questo motivo fondamentale: l’anima ricolma di idee sperimenta la luce dello spirito quando l’apparenza dei sensi echeggia nell’uomo solo come ricordo.»20

 

E nella massima conclusiva Rudolf Steiner formula tale pensiero nel modo seguente:

 

«L’uomo deve trovare la forza di intessere di luce il proprio mondo di idee

e di sperimentarlo come intessuto di luce

anche senza appoggiarsi al mondo dei sensi, che lo stordisce.

Nell’esperienza di un mondo di idee indipendente, e nella sua indipendenza pieno di luce,

si desterà il sentimento dell’appartenenza al cosmo extraterreno.

Ne sorgerà il fondamento per la festa di Michele».21

 

Per quanto concerne il discepolo dello spirito,

una tale esperienza della festa di Michele in quanto festa dell’illuminazione costituisce

solo l’inizio del suo cammino spirituale, il vestibolo del gradino successivo,

quello della vera e propria iniziazione, dell’accensione dell’interiore sole spirituale dell’anima,

del sorgere nell’uomo delle forze solari dell’io superiore nelle tenebre della notte invernale.

 

Diremo meglio in seguito di come nel ciclo dell’anno il mistero dell’iniziazione, in quanto, nascita di un secondo io superiore nell’anima umana, sia collegato all’intima esperienza della festa del Natale.

 

Ora dobbiamo limitarci a considerare l’aspetto micheliano di questo Mistero,

poiché Michele è il protettore cosmico

del periodo intercorrente tra la propria festa e quella del Natale, vale a dire

dal primo chiarore mattutino della ‘luce spirituale’ nell’interiorità dell’anima,

fino al sorgere del ‘sole spirituale’ al momento dell’iniziazione.

 

Con le seguenti parole Rudolf Steiner richiama l’attenzione sul fatto

che Michele è oggi la grande guida dell’umanità

verso l’autentica esperienza del mistero di Natale:

 

«Allora l’umanità del nostro tempo potrà acquisire la comprensione profonda di questo fatto: come un tempo la festa del Natale seguiva nel corso dell’anno la festa autunnale di Michele, così anche alla manifestazione di Michele avvenuta in un periodo autunnale dell’ultimo terzo del XIX secolo, dovrà seguire una festa solenne, una festa di Natale.

Essa ci restituirà la comprensione di una nascita spirituale, nascita di cui l’umanità ha bisogno per trasformare ulteriormente la propria via terrena, affinché la Terra possa un giorno essere spiritualizzata e trasformarsi in forme future.

Oggi in un certo senso non possono più bastare una festa autunnale dell’anno, una festa di Michele seguita nell’anno da una festa di Natale: viviamo oggi in un epoca in cui la manifestazione di Michele dall’ultimo terzo del XIX secolo deve essere compresa nel profondo dell’anima dalla vera essenza dell’uomo e in cui dobbiamo cercare la via verso una vera festa del Natale, verso la compenetrazione con lo spirito che dobbiamo conoscere (…) Oggi è tempo di rinvenire la via che dalla festa di Michele porta alla festa del profondo inverno ma che deve contenere l’alba del sole spirituale».22

 

Se aggiungiamo a queste parole le seguenti, scritte da Rudolf Steiner nell’autunno del 1924, potremo comprendere con la massima intensità che oggi è proprio Michele la guida sulla via dell’iniziazione moderna:

 

«Michele, che ha parlato ‘dall’alto’, può venire udito dall’interiorità, dove prenderà nuova dimora. Parlando in modo più immaginativo possiamo dire: l’elemento solare che per lunghe epoche l’uomo ricevette in sé solo dal cosmo, risplenderà nell’interiorità dell’anima.

L’uomo imparerà a parlare di un ‘sole interiore’. Per questo nella sua esistenza fra nascita e morte, egli si sentirà sempre un’entità terrena, ma si sentirà sulla Terra come guidato dalle forze solari. Imparerà a sentire che vi è un’entità che nell’intimo lo illumina sì sulla terra, ma di una luce che non è accesa sulla terra».23

 

In queste parole abbiamo l’indicazione del terzo momento dell’azione di Michele sugli avvenimenti terreni. Tutti e tre i momenti corrispondono nell’insieme al tempo intercorrente tra la fine dell’estate e l’inizio dell’inverno. Rivediamoli brevemente.

 

• Dapprima Michele feconda i pensieri terrestri con i pensieri universali.

Questo fatto si esprime:

– nel macrocosmo con la pioggia di stelle cadenti che attraversano il cielo di agosto e settembre,

– e nel microcosmo nei pensieri universali rivestiti di forma umana

contenuti nelle comunicazioni della scienza dello spirito.

 

Questi pensieri, che hanno la loro lontanissima origine nel cosmo extraterrestre ma che nella loro forma sono divenuti compiutamente umani, devono oggi essere accolti nel capo del maggior numero possibile di uomini, devono essere afferrati dall’intelligenza puramente umana affinché essa possa progressivamente spiritualizzarsi. Sul sentiero dell’iniziazione tutto questo corrisponde al gradino della preparazione, che può realizzarsi nella misura in cui i pensieri scientifico-spirituali dapprima recepiti con il capo, vengono calati nella sfera del cuore. Difatti la spiritualizzazione dell’intelligenza umana non avviene nel capo, bensì nel cuore.

Ecco perché Rudolf Steiner dice:

 

«Nel XX secolo sarà decisivo

l’atteggiamento che i cuori degli uomini assumeranno nei confronti della missione universale di Michele»

(vale a dire in primo luogo nei confronti delle conoscenze scientifico-spirituali accolte nell’anima)24.

 

Se oggi l’uomo riesce a saldare la propria vita alle idee scientifico-spirituali

al punto ch’esse divengano in lui viventi e lo compenetrino fin nel cuore,

allora i pensieri fin lì aridi e astratti diventeranno in lui luce,

vivente luce di pensiero che si diffonderà dal suo cuore nel mondo.

Questa esperienza animica dell’illuminazione è il vero fondamento della festa di Michele,

l’inizio della sua reale presenza nell’interiorità dell’uomo.

 

• Ma il discepolo dello spirito può spingersi oltre.

Egli può sforzarsi di rafforzare la presenza di Michele nella propria anima, di compenetrarsi pienamente del pensare micheliano; egli può lottare per fare in modo che il pensare micheliano accolto in primo luogo nel capo, tramite le comunicazioni della scienza dello spirito agisca non solo fino entro il cuore, ove tale presenza diviene luce simile ad alba mattutina, ma può cercare di farlo agire ancora più profondamente fin nella sfera della volontà dove esso diventa sole.

 

• Nell’evoluzione spirituale un tale approfondimento corrisponde

alla via che conduce gradualmente dalla illuminazione all’iniziazione

e, nel ritmo dell’anno, dalla festa autunnale di Michele alla festa invernale del Natale.

 

Così l’uomo, avvicinandosi progressivamente al Natale, potrà sentirsi sempre più guidato nelle tenebre invernali dallo spirito solare interiore, l’unico in grado di riportare la vittoria sulle forze arimaniche di morte che in quest’epoca ci circondano da ogni parte nella natura esteriore.

Quanto detto evidenzia in primo luogo il contenuto proprio della festa di Michele.

 

Le seguenti parole di Rudolf Steiner si riferiscono maggiormente al gradino dell’evoluzione interiore che, quale risultato di una corretta celebrazione della festa di Michele, deve essere conquistato dall’anima in vista del periodo più tenebroso dell’anno:

«Accogli in te il pensare micheliano vincitore delle potenze arimaniche; esso ti conferisce le forze per conquistarti, qui sulla terra, le conoscenze spirituali atte a farti vincere le forze di morte (…) così questo pensare micheliano si indirizza alla sfera della volontà: accogliere Michele significa accogliere le forze di conoscenza spirituale nella sfera della volontà».25

 

Abbiamo così: una triplice penetrazione dell’impulso di Michele nell’uomo.

1. – Essa viene preparata dapprima nel cosmo extraterrestre negli sciami di

meteoriti che cadono sulla Terra;

2. – poi l’impulso di Michele penetra direttamente nell’interiorità umana

in forma di pensieri della moderna scienza dello spirito

3. – e compenetra progressivamente l’intero uomo:

• dapprima il capo,      • poi il cuore       •  e infine la volontà

dove tale impulso apre l’accesso verso il sole spirituale e diventa sorgente di vere forze di resurrezione,

consentendo all’intelligenza umana di unirsi nuovamente all’intelligenza cosmica nella sfera di Michele.

 

In complesso vediamo come l’evoluzione descritta ci conduce per gradi

dallo spazio che ci circonda verso l’interiorità, nelle profondità dell’essere umano.

 

Questa graduale progressione dall’esterno verso l’interno sul sentiero spirituale, ripete sul piano microcosmico quel che avviene per la Terra nel periodo del trapasso dall’estate all’inverno, poiché anche la Terra in quel periodo «si ritira in sé stessa». Essa vive un graduale risveglio quando la sua anima e il suo spirito tornando dalle vastità del cosmo si immergono sempre più profondamente nel suo corpo planetario fino a compenetrarlo appieno nel suo centro a Natale.26

Perciò esaminando da questo punto di vista la metà ‘discendente’ dell’anno, vale a dire dal solstizio d’estate al Natale, possiamo renderci conto di come proprio questo periodo dell’anno sia particolarmente adatto per intraprendere il cammino verso un’autentica iniziazione moderna. La scienza dello spirito ad indirizzo antroposofico ci descrive tre gradi del discepolato spirituale:

  1. la preparazione, che sviluppa i sensi spirituali;
  2. l’illuminazione che accende la luce spirituale;
  3. l’iniziazione che mette in relazione con le entità spirituali superiori.27

 

Abbiamo già considerato la relazione di questi tre gradini sia con il ciclo dell’anno, sia con i moderni misteri di Michele. Ci rimane da esaminare come la stessa pratica degli esercizi spirituali prescritti per ciascun gradino in questione, conduca dal mondo esterno che ci circonda a un’immersione sempre più profonda nella nostra interiorità.

 

Al primo gradino della preparazione

si riferiscono gli esercizi noti dalla letteratura scientifico-spirituale come:

– il meditare sul crescere e il deperire di una pianta,

– o sui suoni del mondo esterno viventi e non,

esercizi che portano gradualmente il discepolo a una nuova percezione della natura circostante.

 

Familiarizzandosi con il capitolo de L’iniziazione dedicato a questo gradino, ci si può rendere conto che all’inizio l’attenzione del discepolo viene diretta al mondo esterno, alla contemplazione della natura circostante mentre nel prosieguo del lavoro meditativo egli passa a un’esperienza più interiore, all’esperienza degli aspetti reconditi della natura e del suo linguaggio spirituale.

 

Se ora, guidati da un intimo sentire, cerchiamo la parte del ciclo dell’anno che più corrisponde a questa esperienza, la troveremo nel periodo che va dalla festa di Giovanni alla festa autunnale di Michele. Come abbiamo già detto, per la vita macrocosmica della Terra, questo è il periodo di trapasso dalla fase di espirazione massima all’inspirazione. Questo periodo, in cui la Terra inizia il cammino dall’esterno verso l’interiorità, è per ciò stesso il più favorevole al primo grado del moderno discepolato spirituale, quello della preparazione.

 

Il gradino successivo è quello dell’illuminazione.

– Il discepolo comincia di nuovo dalla contemplazione meditativa di singoli elementi del mondo esterno con gli esercizi sui cristalli, sulle piante, sugli animali e sui semi. Ora però il passaggio dall’esterno all’interno si svolge in maniera molto più intensa. Se al grado precedente era necessario lo sviluppo di un più fine e intimo rapporto con il mondo esterno, ora lo scopo principale del discepolo è rivolgersi alla propria interiorità, e l’uso di elementi del mondo esterno ha solo un ruolo ausiliario, di sostegno.

Infatti lo scopo del grado dell’illuminazione è l’esperienza della luce interiore. Perciò qui possono manifestarsi al discepolo non soltanto le controparti spirituali degli oggetti esteriori, ma anche entità del mondo soprasensibile che non si incarnano fisicamente.

In tal modo l’uomo fa un passo interiore verso la propria interiorità e in relazione a ciò, deve dedicare particolare attenzione allo sviluppo delle qualità morali interiori. Per questo motivo nel libro L’iniziazione fra il capitolo sull’illuminazione e quello sull’iniziazione, è stato inserito il capitolo: ‘Il controllo dei pensieri e dei sentimenti’.

In questo capitolo si è richiamati alla regola aurea della vera scienza spirituale:

 

«Per ogni passo in avanti

che vuoi fare nella conoscenza delle verità occulte,

devi al tempo stesso fare tre passi in avanti

nel perfezionamento del tuo carattere verso il bene.»28

 

Subito dopo segue la descrizione dell’esercizio in cui ci si rappresenta un uomo in preda a un desiderio ardente, poi un uomo appagato. Il confronto di questi esercizi con quelli analoghi descritti nel capitolo dedicato alla preparazione mostra chiaramente quanto essi avanzino nella direzione di un approfondimento interiore.

 

Più avanti, nello stesso capitolo, in relazione alla necessità di sviluppare il controllo dei pensieri e dei sentimenti e di eseguire gli esercizi con aumentata pazienza e perseveranza, emergono in modo particolare due qualità:

il coraggio e la fiducia in sé stessi,

« (…) due fiaccole», scrive Rudolf Steiner, «che sulla via verso la conoscenza occulta non devono mai spegnersi.»29

 

Alla fine del capitolo Rudolf Steiner richiama ancora una volta queste qualità come a sottolinearne tutta l’importanza per il gradino dell’illuminazione:

«Colui che aspira all’iniziazione deve avere sviluppato fino a un certo grado il coraggio la capacità di dominare la paura. Il discepolo dell’occulto deve cogliere le occasioni favorevoli allo sviluppo di queste qualità (…) Affrontare serenamente un pericolo, cercare di superare le difficoltà senza sgomentarsi, di ciò il discepolo deve essere capace (…) Egli deve educarsi a tal punto che, nelle occasioni che prima gli incutevano timore, gli riesca ormai impossibile aver paura, mancare di coraggio, poiché l’uomo animico ha bisogno della forza che si sviluppa solo in nature coraggiose e libere da paura».30

 

Queste parole vanno collegate alla successiva descrizione della necessità per il discepolo

di «coltivare una ferma fiducia nelle forze benefiche dell’esistenza»,

così come pazienza e costanza infaticabile nell’anelito verso lo spirito «che lo solleverà e lo sosterrà».31

Tutto questo significa sviluppare una fedeltà incrollabile al cammino intrapreso.

 

Sintetizzando il tutto abbiamo le due fondamentali virtù micheliane: il coraggio e la fedeltà, delle quali Rudolf Steiner tratta spesso nelle sue conferenze, poiché

• oggi Michele ha bisogno di uomini coraggiosi, che lo servano con volontà ferrea,

per il compimento della sua missione in seno all’umanità.

 

Cosicché anche la descrizione del gradino dell’illuminazione nel libro L’iniziazione ci indica che l’epoca dell’anno più favorevole alla sua ascesa è appunto quella che comincia con la festa autunnale di Michele, festa delle anime coraggiose e fedeli.

Della necessità di sviluppare coraggio per accogliere l’impulso di Michele, i pensieri di Michele, che possono vincere il drago arimanico32 che vuole sottomettere tutta la civiltà contemporanea, così come della necessità di essere fedeli a Michele e alla sua manifestazione in seno all’umanità a partire dall’ultimo terzo del XIX secolo, ci parlano in modo altamente significativo le frasi conclusive dell’ultima conferenza di Rudolf Steiner, tenuta la vigilia di S. Michele del 1924:

 

«Questo è ciò che oggi posso dire in parole alla vostra anima:

accogliete il pensiero di Michele

nel modo in cui lo può accogliere un cuore a lui fedele

quando, rivestito di luce raggiante del Sole egli appare,

additando quel che deve avvenire

affinché la veste di Michele, la veste di luce,

possa trasformarsi in Parola Universale…».33

 

In queste parole cosmiche è contenuto anche il richiamo all’essenza stessa della festa di Michele

in quanto festa che apre la strada verso la Natività, l’iniziazione moderna:

 

«Dapprima il risveglio dell’anima,

poi la morte

affinché nella morte possa venire celebrata

la resurrezione

che l’uomo festeggia nella propria interiorità».34

 

Nei prossimi capitoli si tratterà di come, relativamente ai gradini della preparazione e dell’illuminazione,

l’uomo si cali ancor più nella propria interiorità, nonché dell’iniziazione in relazione il mistero di Natale.

 

 


 

Note:

9    – O.O.240, 19.7.1924

10  – O.O.219, 17.12.1922

11   – O.O.240, 19.7.1924

12   – Vedi Rudolf Steiner e la fondazione dei nuovi misteri, cap.6

13   – O.O.219, 17.12.1922

14   – Ibidem

15   – O.O.119, 29.3.1910

16   –  O.O.119, 30.3.1910

17   – O.O.26

18   –  Vedi nota 12

19   –  Questi versi della Pietra di fondazione possono anche essere messi in relazione con le seguenti parole del 2.5.1913 (Londra): «Michele può darci la nuova luce spirituale, che è per noi una metamorfosi della luce da lui donata al tempo del Golgota, e gli uomini del nostro tempo possono collocarsi in quella luce» (O.O.152)

20   –  O.O.26

21   –  Ibidem

22   –  O.O.219, 24.12. 1922

23   –  O.O.23. In una conferenza tenuta quasi undici anni prima Rudolf Steiner si espresse così: «Malgrado tutto, molti uomini riconosceranno ciò che oggi si leva come un’aurora e che nei secoli a venire risplenderà nelle anime umane come un sole. Michele infatti può essere paragonato a un sole, e anche se molti non riconosceranno la sua nuova rivelazione, essa risplenderà egualmente sull’umanità» (GA 152, 2.5.1913).

24   –  O.O.240, 19.7.1924

25   –  O.O.223, 1.4.1923

26   –  Volendo descrivere la riunificazione dell’anima e dello spirito della Terra con il suo corpo fisico-eterico all’epoca del Natale possiamo dire: in inverno l’anima della Terra impregna totalmente il regno vegetale, mentre lo spirito della Terra impregna il regno minerale. Grazie a ciò la coscienza del regno minerale può incontrare a Natale quella vegetale (vedi conferenza del 31.12.1915, O.O.165), e la Terra si innalza di un mezzo grado evolutivo, collocandosi a uno stadio intermedio fra il minerale e il vegetale.

27   –  O.O.10

28   –  Ibidem

29   –  Ibidem

30   –  Ibidem

31   –  Ibidem

32   –  O.O.217, 15.10.1922

33   –  O.O.238, 28.9.1924

34  – O.O.223, 1.10.1923. Così, considerato globalmente, il tempo da San Giovanni a San Michele è particolarmente adatto a percorrere il grado della preparazione, il tempo da San Michele a Natale il grado dell’illumninazione, e il tempo da Natale all’Epifania il grado dell ‘iniziazione. Quest’ultimo, come vedremo meglio, si estende anche fino a Pasqua e oltre. I tre gradi di Natale, Epifania e Pasqua hanno una connessione diretta con il mistero del Sole o dell’io. A Natale le forze solari agiscono in un certo modo nel riflesso lunare; all’Epifania e in seguito si manifestano direttamente nella sfera che è loro propria, e a Pasqua il Sole diventa la porta al mondo superiore delle stelle fisse.