03 – Azione congiunta dei quattro eteri


 

L‘antica conoscenza del mondo e dell’uomo presentava gli elementi nel loro ordine naturale dal basso verso l’alto, dall’elemento terra all’elemento fuoco, cioè in una successione aperta. Ma esisteva anche una descrizione circolare o quadrangolare, ciclica, che solleva molti quesiti.

Secondo questa, gli elementi si fronteggiano a due a due, seguendo le diagonali di un quadrato. Inoltre, l’angolo inferiore destro è attribuito al fuoco, l’angolo inferiore sinistro all’aria, acqua e terra sono in alto, a sinistra e a destra. Perché mai il fuoco è posto in basso e la terra in alto?

Sia che si legga lo schema in senso orario, sia che lo si legga in senso antiorario, fra terra e fuoco c’è uno sbalzo notevole. C’è una ragione che giustifichi questa disposizione? L’uomo moderno non potrebbe giungere subito a questa disposizione. I quattro elementi gli sono sconosciuti o, nel „ migliore dei casi, rappresentano un problema concettuale storico. Ma l’uomo dell’Antichità non conobbe gli elementi solo in modo intellettuale, li sentì e sperimentò.

 

R. Steiner ha descritto come Aristotele insegnasse gli elementi ad Alessandro. Aristotele ha descritto dettagliatamente nelle sue opere i quattro elementi, e argomentato sulla loro importanza nel mondo e nell’uomo.

• “Grazie ad Aristotele, Alessandro imparò a conoscere bene come gli elementi, terra, acqua, aria e fuoco, che vivono nel mondo esterno, vivano ugualmente entro l’uomo; come l’uomo in rapporto a ciò, sia un vero microcosmo; come in lui, nelle sue ossa, viva l’elemento terra, nella circolazione sanguigna ed in tutto ciò che in lui è umore vitale viva l’elemento acquoso; come in lui l’elemento aria agisca nella respirazione, nello stimolo respiratorio e nella parola, e come l’elemento fuoco viva nei pensieri. Alessandro sapeva ancora di vivere negli elementi del mondo.”

Oggi quest’esperienza è scomparsa. L’uomo moderno si sente completamente separato dal mondo, non sente più le qualità del suo ambiente terrestre. Sente ancora che quando viaggia verso il Nord fa più freddo e che quando va verso il sud fa sempre più caldo. Nell’Antichità, si provava qualcosa di simile nel proprio corpo quando si andava ad ovest e ad est. Quando si andava ad est, si aveva un’impressione di siccità, e quando si andava verso ovest si sentiva aumentare l’umidità. Così, le percezioni erano differenziate secondo i quattro punti cardinali. Questi ultimi non sono gli elementi, ma sono in relazione regolare con essi.

La stessa esperienza compare quando si sperimentano gli elementi. Le impressioni che si vivono non sono esperienze sensibili, corporali, come per l’umidità o il freddo, ma esperienze interiori, dell’anima. Gli uomini dell’Antichità sentivano che dal nord-ovest, dalla regione situata tra freddo e umido, arrivavano forze che essi percepivano intuitivamente come creature, come esseri dell’elemento acqua. La disposizione ad esperienze del genere stava spegnendosi nel periodo greco. Tramite l’insegnamento di Aristotele, Alessandro ha vissuto ancora gli elementi in questo modo.

 

R. Steiner aggiunge, nello stesso ordine di idee: • “Così l’allievo di Aristotele mostrava la direzione nord-ovest e diceva: là sento gli spiriti dell’acqua che vengono ad agire sulla Terra. Allo stesso modo mostrava la direzione sud-ovest e diceva: da là sento gli spiriti dell’aria; allo stesso modo mostrava la direzione nord-est, da cui vedeva giungere il volo degli spiriti della terra. Allo stesso modo, mostrava la direzione sud-est, verso l’India, e vedeva arrivare, nuotando nel loro elemento, gli spiriti del fuoco”.

Questa esperienza degli elementi si fuse con quella dei quattro punti cardinali, e così nacque lo schema delle due croci, situate, l’una in rapporto all’altra, in un angolo di 45°. Questa disposizione non proviene da una speculazione ma dall’esperienza. Riproduce dei fatti di natura e le loro concatenazioni regolari, che compaiono quando l’uomo osserva ed esplora il mondo al di qua dell’orizzonte. Una volta scoperta, questa regola potè essere applicata anche indipendentemente dai quattro punti cardinali, e mostrò la sua ampia fecondità nei confronti della vita conoscitiva dell’Antichità e del Medio Evo.

 

 

Le esperienze viventi disparvero pochissimo tempo dopo il periodo di Alessandro; ma lo schema della doppia croce rimase e fu, per tutto il Medio Evo fino ai tempi moderni, il fondamento della conoscenza dell’uomo e della natura, in particolare nell’arte di guarire. Non si parlava più delle creature dell’acqua, degli elementi, ma di qualità, e si definivano i quattro elementi come le qualità primarie, e il caldo, il freddo, ecc., come le qualità secondarie. Ad esempio si diceva: la rosa è fredda nel primo grado e secca nel secondo.

Si effettuavano le visite e si utilizzavano i rimedi secondo questo punto di vista. Per l’esagerato estendersi di questa suddivisione in gradi, ed anche per la comparsa di nuovissime vie di conoscenza, l’insegnamento riguardante i quattro elementi e le quattro qualità è scomparso a poco a poco dalla scienza. Non sono però scomparsi i fatti naturali e umani che loro corrispondono; essi dovrebbero semplicemente venir compresi in modo nuovo. L’uomo moderno non li può più vivere sperimentandoli nel suo corpo, né percepirli come esseri spirituali. Egli dispone di percezione e pensiero. Diviene evidente allora che

• i quattro elementi, le qualità primarie, sono idee,

• e le qualità secondarie, percezioni.

 

Gli elementi non sono percepibili con i sensi; appaiono nel nostro mondo sensibile grazie alle quattro qualità secondarie, ovvero ognuna delle quattro qualità secondarie è la manifestazione dell’azione congiunta dei due elementi vicini. Nell’umido appare al mondo sensibile l’azione congiunta degli elementi acqua ed aria. Le altre combinazioni si deducono dallo schema.

Poiché i quattro elementi costituiscono ogni volta una coppia solidale con uno dei quattro eteri, com’è stato più sopra esposto, ci si può chiedere se i quattro eteri possano venir combinati in modo ciclico, cioè in forma di croce.

 

 

Gli eteri, come gli elementi, sono idee. In quali fenomeni percettibili appare la loro azione congiunta? I Greci, dal momento che non conoscevano che un etere indifferenziato, non potevano, porsi questa domanda e rispondervi…. Dobbiamo cercare la risposta col pensiero e trovare i fenomeni nel mondo organico.

 

Qual’è la percezione che risulta dall’azione congiunta dell’etere di calore e dell’etere di luce?

L’etere di luce è la forza amplificatrice e creatrice di spazio,

l’etere di calore è il tempo che fa sviluppare (esso agisce in collaborazione col fuoco e col calore che dissipa).

Teoricamente l’azione congiunta dei quattro eteri porta alla costituzione di uno spazio in un intervallo di tempo.

 

Prendiamo ad esempio un chicco di grano (estivo) che germina nella terra: esce dalla terra, si allunga per 4 settimane, e forse allora avrà l’altezza di una spanna. Durante altre 6 settimane cresce ancora e raggiunge la sua piena altezza. Cos’è divenuto visibile grazie all’azione congiunta dei due eteri? La crescita del grano, la statura, o lunghezza, della pianta.

Cosa appare grazie all’azione congiunta dell’etere di luce e l’etere del suono o chimico?

L’etere di luce crea spazio,

l’etere del suono separa ed ordina (come nel caso di un’immagine sonora di Chladni).

 

La pianta, crescendo, non rimane solo una semplice linea, uno stelo nudo: forma foglie, ramoscelli, fiori, frutti. Immaginiamo un ranuncolo o una pianta di pomodoro. Una forma spaziale nasce molto suddivisa. L’etere della luce e l’etere del suono o chimico fanno compare l’organizzazione dello spazio. Nascono membra diverse che creano le sistemazioni e le sistemazioni di un’unità spaziale. Anche nella musica si può parlare di divisioni: esse hanno un carattere più temporale, ma quando risuonano sono anche divisioni dello spazio.

 

Cosa appare quando l’etere del suono si unisce all’etere della vita?

L’etere della vita è la forza vivificante e creatrice in una totalità che si autolimita con una pelle.

• All’interno tutto si suddivide e si ordina grazie all’etere del suono.

 

Appaiono così organi interni, unità frazionarie, fegato, polmone, rene, ecc. Essi stessi sono pure limitati da una pelle all’interno della quale si svolge ogni volta un chimismo separato, una vita particolare.

 

Quale fenomeno risulta dall’azione congiunta dell’etere della vita e dell’etere di calore?

Un insieme che si snoda nel corso del tempo (età).

In un uomo di settant’anni, l’insieme è stato mantenuto nel tempo, per settant’anni, dall’etere di calore;

nel corso di settant’anni il calore è nato in lui e si è dissipato.

Ci si può anche chiedere: cosa si forma e che cosa appare, dall’azione congiunta degli eteri posti l’uno di fronte all’altro?

 

 

• Dall’azione dell’etere di calore e dell’etere del suono o etere chimico, si forma un chimismo che fa maturare, come quando, per esempio, la ciliegia verde si trasforma in un frutto maturo zuccherino. È il medesimo caso di quando le cellule sessuali, già presenti alla nascita dell’uomo, cominciano a diventare attive. Questi fenomeni chimici che nascono dall’azione congiunta dell’etere di calore e dell’etere chimico si possono definire “processi”.

• Fra l’etere di luce e l’etere della vita un insieme si forma, cresce e si metamorfosa.

Si pensi alle trasformazioni che si compiono dal neonato fino all’adulto; oppure alla trasformazione plastica di un uovo di rana fino alla rana compiuta. Ciò può essere definito formazione della fisionomia o conformazione.

 

Queste riflessioni sull’azione congiunta delle coppie di eteri portano a comprendere che in realtà collaborano non solo due eteri alla volta, ma sempre tutti e quattro, e, a dire il vero, in tutte le combinazioni possibili. Ciò risulta evidente dallo sviluppo dell’uovo di rana fino alla rana completa: la formazione progredisce grazie a processi chimici, la crescita ha luogo con il comparire di membra e la formazione di organi, il tutto nel corso di una vita.

Si giunge così al fondamento stesso della vita. Abbiamo caratterizzato le azioni degli eteri nei fenomeni vitali della pianta, dell’animale e dell’uomo.

Nella loro quadruplice collaborazione gli eteri sono le vere forze vitali.

• Ciò che risulta dalla nostra visione dell’etere corrisponde alle investigazioni e alle descrizioni della scienza dello spirito antroposofica.

 

• La quadruplice azione congiunta degli eteri è alla base di tutti gli esseri viventi terrestri.

• R. Steiner descrive il corpo eterico come composto da questi quattro eteri

e come costituente il principio vitale di tutti gli esseri viventi.

 

Ciò che è stato qui esposto non è ancora il corpo eterico.

Sono solo state caratterizzate le forze vitali che agiscono in generale in un corpo eterico.

I quattro eteri possono ben dare origine a statura, membra, organi, forme, processi, ecc. ma solo in generale.

Agiscono allo stesso modo nel grano, nella rana, nell’uomo.

Perché si formino una foglia o un fiore, una mano o un polmone, altre forze devono aggiungersi ai quattro eteri.

Sono le forze formatrici, le quali sono forze superiori;

esse dirigono gli eteri in modo tale da far loro produrre una foglia o un frutto, una pianta o un animale.

 

Perché nasca una determinata specie, un bucaneve o una rosa, una trota o una rondine,

devono legarsi agli eteri anche le forze creatrici della specie.

Solo allora si costituisce la forza formatrice di vita,

e colui che ha percezioni soprasensoriali percepisce il corpo eterico o corpo vitale,

che si può chiamare il corpo delle forze formatrici.

 

Le forze formatrici possono venir esplorate nel modo che è stato indicato nelle prime pagine.

Ma prima di ciò dev’essere descritto un altro regno del mondo,

poiché elementi ed eteri, da soli, non forniscono ancora la chiave della realtà sensibile totale.

Anche le forze dell’elettricità, del magnetismo e altre forze simili ne fanno parte.

Opposte per la loro natura agli eteri, esse non sono in rapporto con la periferia.

Sono forze centrali che, nella realtà della natura, agiscono dal basso, dalla terra,

come scaturite dal suo centro, proprio come gli eteri agiscono dall’alto, dalla circonferenza cosmica.

 

R. Steiner le ha chiamate forze centrali o “forze dal basso” (U-Kràfte).

Elementi, eteri e forze centrali, insieme, producono da soli

la base del mondo e il materiale su cui agiscono le forze formatrici.

 

_________________________________

 

Aggiunta alla nuova edizione tedesca del 1981:

La domanda posta a pag. 8: “Quante forze formatrici esistono?”, aveva ricevuto una risposta provvisoria. La risposta a suo tempo data, riferentesi al numero degli elementi chimici e dei principali movimenti dell’euritmia, non è esatta. Esistono dodici e sette forze formatrici propriamente dette (forze dello zodiaco e dei pianeti). È in preparazione una presentazione globale che tratterà – fra le altre – questa domanda in modo dettagliato.

E.M