Lo sviluppo del corpo eterico in tre gradini

Le 12 notti sante e le Gerarchie Spirituali – Parte II (3d)


 

Sulla base di tutto quanto è stato detto, rappresentiamoci dunque

l’uomo che percorre il cammino dell’apprendistato spirituale contemporaneo,

che lavora alla graduale formazione dei germi del «cuore periferico»,

rappresentiamoci quest’uomo che parla nel Goetheanum.

 

In quanto conferenziere egli è rivolto verso il pubblico, seduto nello spazio della grande cupola, con la nuca rivolta verso lo spazio della piccola cupola, in modo che il nuovo «cuore periferico» che si forma nel suo corpo eterico possa, all’inizio ancora in modo incosciente per lui stesso, percepire gli impulsi e le impressioni spirituali che emanano dalle forme e dalle pitture della piccola cupola, che si presenta, come abbiamo visto, come l’immagine proiettata all’esterno dell’organo futuro della conoscenza pienamente evoluto.

 

Grazie al legame, descritto, con le forme plastiche della piccola cupola, dall’oratore, nel Goetheanum, avrebbe potuto essere notevolmente rafforzata la facoltà di percepire la parola «interiore» o «cordiale», e cioè la facoltà di ricevere direttamente ispirazioni spirituali. E, contemporaneamente a ciò, come risultato dell’esperienza delle forme e dei colori della grande cupola, gli si sarebbe aperta la possibilità di trovare le parole umane necessarie ad esprimere le sue esperienze interiori (ispirazioni).

 

Ciò significa che nel Goetheanum all’uomo doveva essere offerta la possibilità di parlare direttamente a partire dalla ispirazione dello Spirito ancora prima della comparsa in lui in piena misura della facoltà della chiaroveggenza. In tal modo vediamo che il progresso dell’uomo lungo l’asse longitudinale del Goetheanum nella direzione da Occidente ad Oriente; dall’esperienza delle forme del portale occidentale e della vetrata rossa, attraverso lo spazio della grande cupola, verso la percezione dello spazio della piccola, non è nient’altro, nella sua essenza, che il processo interiore, proiettato al di fuori, della padronanza da parte dell’uomo delle correnti vitali del suo corpo eterico, attraverso la creazione di un centro spirituale provvisorio nella regione degli occhi, e poi il suo successivo trasferimento nella regione della laringe, ed infine, nella regione del cuore.

 

Ne «L’iniziazione», immediatamente prima di descrivere questo processo a tre stadi, vi sono le parole:

▸ «Queste indicazioni (si intendono le indicazioni per la sua realizzazione)

sono sempre un riflesso delle grandi leggi dell’evoluzione del Mondo».

 

Il primo Goetheanum fu precisamente un tale «riflesso delle grandi leggi dell’evoluzione del Mondo»

– visibile anche per l’occhio esteriore dell’uomo (vedi cap. 3).

 

Questo cammino a tre stadi, nel suo aspetto più «di pensiero» è già stato mostrato in tutti i suoi dettagli nella parte centrale della grande vetrata rossa nel portale occidentale. Su di essa è rappresentato il volto umano che contempla i mondi spirituali, con la forma del fiore di loto a due petali chiaramente impresso sulla fronte, fra gli occhi; poi la forma del fiore di loto a 16 petali nella regione della laringe; e infine l’immagine di Michele, che vince il drago, nella regione del fiore di loto a 12 petali, che purifica la regione eterica del cuore in vista dell’azione, che vi seguirà, dell’Essere del Cristo.

 

La migliore spiegazione, forse, di questa immagine di Michele, come è scolpito nella parte inferiore della vetrata rossa, è data dalle seguenti parole di Rudolf Steiner:

▸ «E allora in questa testa d’uomo sarà divenuta visibile, ma agendo verso il basso in direzione del cuore la forza di Michele che schiaccia il drago, in modo che il suo sangue scenda verso il basso, dal cuore nelle membra degli uomini». (O.O. 223, 27.9.1923).

Poiché, come dice Rudolf Steiner in una conferenza posteriore:

▸ «Più di ogni altro combattimento, questo combattimento (di Michele col drago) è posto nel cuore dell’uomo. Là è ancorato, ancorato dall’ultimo terzo del XIX secolo». (O.O.240, 19.7.1924).

 

Il motivo per cui l’immagine di Michele occupa così poco posto a confronto con tutta la superficie della vetrata consiste nel fatto che su di essa è rappresentato non Michele stesso ma solo il suo riflesso eterico nell’uomo:

▸ «Nell’uomo vive un riflesso eterico di Michele che svolge la vera lotta nell’uomo, attraverso la quale l’uomo può, nel cambattimento di Michele, divenire poco a poco libero, poiché non è Michele che combatte, ma il dono del sé umano (a Michele) e il riflesso di Michele da ciò suscitato». (O.O.223, 27.9.1923).

 

In tal modo già nella costruzione compositiva tripartita della vetrata rossa, abbiamo una sorta di anticipazione artistica ideale di tutto il significato spirituale del reale ulteriore procedere lungo il Goetheanum, come passaggio dal fiore di loto a due petali a quello a sedici petali e a quello a dodici petali.

Inoltre, poiché la vetrata rossa è situata nella sede del portale occidentale, ciò che essendo poi entrato sotto la volta del portale occidentale, si sia trovato d’improvviso faccia a faccia con il contenuto della grande vetrata rossa, poiché il vero essere dell’uomo (in un certo senso egli stesso) gli si rivela in questo volto severo.

 

Continuando a spiegare l’influsso esercitato sul discepolo spirituale da questa prima qualità, Rudolf Steiner dice:

▸ Grazie ad esso «si forma nella testa il punto centrale in questione e si prepara il centro nella laringe».

 

• In seguito viene lo sviluppo della seconda qualità,

che consiste nel «giusto apprezzamento del vero e del reale in confronto all’apparenza».

 

Nel libro «I gradi della conoscenza superiore» Rudolf Steiner usa la seguente formulazione:

▸ «Bisogna dunque fissare il proprio cuore su ciò che è prezioso, solido

e imparare ad apprezzare queste cose più di ciò che è passeggero e privo d’importanza».

 

E di nuovo, se ci immaginiamo l’uomo che fa il suo ingresso sotto la volta della grande cupola e vi contempla i motivi dei capitelli, delle architravi, le immagini colorate delle vetrate e le sue pitture, tutto ciò nel suo insieme, come un’unica sinfonia di colori e di forme, divenendo una reale esperienza della sua anima, avrebbe dovuto formare in essa una base solida per la giusta valutazione del vero e del reale in confronto con l’apparente ed il visibile. Poiché tutto ciò che è autentico se confrontato interiormente con le forme e le immagini della sala grande, si sarebbe rilevato subito in piena armonia interiore con esse, mentre tutto ciò che non è autentico sarebbe entrato immediatamente con esse in una dissonanza insopportabile nell’anima.

 

Grazie al fatto che entrando nel Goetheanum si rafforzava tutto ciò che è vero, e spiritualmente reale, intorno all’edifìcio stesso si sarebbe dovuto sempre di più estendere e sviluppare il suo involucro eterico, capace di difenderlo spiritualmente e di favorire, contemporaneamente, l’insorgere in esso di una autentica atmosfera eterico-spirituale, necessaria al Goetheanum come futuro centro dei nuovi Misteri.

 

Inoltre questa seconda qualità favorisce, pure, il trasferimento del centro provvisorio delle correnti del corpo eterico dalla regione del capo a quella della laringe e, contemporaneamente, determina intorno al corpo eterico la graduale formazione dell’«involucro reticolato» che lo delimita e lo protegge dagli influssi negativi del mondo spirituale esteriore, come pure favorisce ciò che Rudolf Steiner chiama «la libera padronanza» del corpo eterico.

 

▸ «L’uomo giunge ad una tale valutazione, che i fatti spirituali gli saranno allora percepibili»,

scrive egli più avanti a proposito di questo gradino.

 

• Questi «fatti spirituali» nella loro forma immaginativo-artistica furono impressi nel primo Goetheanum,

e resi accessibili alla percezione di ogni uomo, che penetrasse sotto la volta della sala grande.

 

La terza qualità consiste nello sviluppo energico nell’uomo delle «sei virtù»:

• «controllo dei pensieri, • controllo delle azioni, • perseveranza,

• tolleranza, • fede • ed equanimità»138,

che sviluppano il fiore di loto a 12 petali e contemporaneamente

favoriscono l’ulteriore avanzamento del centro del corpo eterico dalla regione della laringe alla regione del cuore.

 

▸ «L’amore per la libertà interiore» o il «desiderio della liberazione»

favoriscono poi, secondo le parole di Rudolf Steiner,

la definitiva «maturazione» «dell’organo eterico vicino al cuore».

 

Questa quarta qualità si aggiunge alle virtù ricordate, come settima virtù,

portando le altre sei verso una unità superiore.139

• (D’altro lato, se prendiamo in considerazione che le sei «virtù»

devono sviluppare nell’uomo il fiore di loto a dodici petali,

allora l’ultima virtù, la settima, o la quarta qualità, sarà il tredicesimo nel cerchio dei dodici).

 

Rudolf Steiner la caratterizza ancora nel modo seguente:

▸ «Se questa qualità diverrà un’abitudine dell’anima, l’uomo si libererà allora di tutto ciò che dipende esclusivamente dalle attitudini della sua personale natura. Egli cessa di considerare le cose dal suo punto di vista particolare. I limiti del suo ristretto sè, che lo vincolano a questo punto di vista, spariscono. I misteri del mondo spirituale trovano accesso al suo interno. Questa è la liberazione».

 

L’abbattimento dei limiti «dell’Io terrestre»,

il superamento definitivo di ogni egoismo e dei punti di vista «personali» che lo condizionano,

questo è il vero cammino che porta l’uomo

dal suo Io terrestre limitato all’effettiva unione con l’Io dell’intero cosmo,

come è indicato nella seconda parte della Meditazione della Pietra di fondazione,

«Dove le fluttuanti Azioni del cosmico divenire / L’Io proprio All’Io universale Uniscono».

 

Per questo motivo, subito dopo le parole suddette, Rudolf Steiner testimonia dell’esistenza nel mondo dei grandi iniziati e del loro lavoro diretto all’ulteriore sviluppo di tutta l’umanità. Questa testimonianza dei grandi iniziati termina con le seguenti parole:

▸ «E l’uomo si avvicina a queste guide,

quando egli con la sua propria evoluzione si solleva alle loro altezze».

 

In tal modo, nel complesso, abbiamo nella caratteristica di questo grado dello sviluppo spirituale tutta la configurazione, come in germe, dello spazio della piccola cupola, la cui base è formata dalla ripetizione sui due lati di due volte sei motivi: dodici iniziati dipinti sulla cupola, dodici colonne e capitelli, e in basso dodici troni, che indicano la partecipazione invisibile di dodici esseri superiori.140

 

Ed infine, al centro del cerchio dei dodici, l’apparizione del Tredicesimo: la rappresentazione, simultaneamente scolpita e dipinta, del Rappresentante dell’umanità che incarna con tutto il suo essere lo scopo finale dell’evoluzione della Terra, la piena realizzazione dell’umanità, come Decima Gerarchia, quella della Libertà e dell’Amore (O.O. 110, 18.4.1909), nel cammino verso il quale la «quarta qualità» è la stella conduttrice «L’Amore per la libertà interiore», legata alla necessità di raggiungere l’equilibrio tra le forze di Lucifero e di Arimane nell’essere umano.141

 

 


 

Note:

138. Immergendosi in modo più meditativo in queste sei «virtù» si può percepire il loro profondo legame con l’essenza spirituale dei sei primi periodi di cultura postatlantici. Si ha cosi la seguente correlazione:

* A proposito della fede in quanto forza spirituale fondamentale del quinto periodo postatlantico, vedi O.O. 130, 3.12.1911

 

Per questo nei dipinti della piccola cupola del Goetheanum furono rappresentati, ria entrambi i lati del motivo centrale a Est, due volte sei rappresentanti delle culture postatlantiche.

139. La «quarta qualità» è la settima virtù (vedi nota precedente); essa esprime l’essenza spirituale del settimo periodo finale postatlantico, precedente direttamente la grande catastrofe della «guerra di tutti contro tutti».

140. Vedi la nota 76.

141. Nel libro «I gradi della conoscenza superiore» (O.O. 12), descrivendo nel primo capitolo questa «quarta qualità», Rudolf Steiner parla anche della necessità di raggiungere l’equilibrio interiore fra la costrizione interiore ed esteriore che minaccia la libertà umana, e dietro la quale non è difficile avvertire fazione delle forze luciferiche ed arimaniche.