Il Goetheanum può da ciascun uomo, essere nuovamente eretto interiormente

Le 12 notti sante e le Gerarchie Spirituali – Parte II (3e)


 

Come è già stato detto all’inizio di questo capitolo,

per entrare realmente nel mondo spirituale

non è sufficiente il solo sviluppo del fiore di loto nel corpo animico (astrale) dell’uomo,

ma, affinchè l’uomo possa effettivamente orientarsi nelle esperienze spirituali che in esso lo circondano,

è necessario aggiungervi ancora lo sviluppo del corpo eterico realizzato sul cammino qui sopra descritto.

 

Questo sviluppo eterico che consiste di tre successivi gradini,

come pure le «quattro qualità dell’anima» che lo favoriscono,

furono incarnate nelle forme, nei dipinti e nell’architettura del primo Goetheanum,

come Tempio dei nuovi Misteri, come centro visibile dell’iniziazione contemporanea.

 

Ma questa nascita del Goetheanum,

come rivelazione artistica (oggettivizzazione) dei processi di iniziazione qui descritti,

legati al corpo eterico dell’uomo,

ha un significato straordinariamente grande anche per il nostro tempo.

E precisamente, già nella nostra epoca,

quando da quasi 65 anni il primo Goetheanum non esiste più sul piano fisico,

questo Goetheanum può da ciascun uomo, essere nuovamente eretto interiormente.

 

Come risultato della cosciente padronanza delle forze fondamentali del corpo eterico,

mediante la formazione e il successivo spostamento del centro delle sue correnti

dal capo alla laringe, e poi al cuore,

oppure, il che è lo stesso, a partire dal fiore di loto a due petali,

attraverso quello a sedici verso quello a dodici petali,

e, con la realizzazione contemporanea nell’anima delle «quattro qualità»,

ciascun uomo, come microcosmo, può erigere nel proprio corpo eterico,

inaccessibile agli elementi distruttori del mondo esteriore, un Goetheanum spirituale.

 

E se questo avviene, allora questo Goetheanum spirituale sarà in grado,

– poiché l’uomo, come microcosmo, in ogni istante della sua vita è collegato a tutto il Macrocosmo –

di trasportare quest’uomo nelle lontananze del Cosmo, nelle lontananze dello spazio eterico

in quella sfera, in cui ora soggiorna il «Goetheanum macrocosmico», o «Spirito del Goetheanum»,

del quale Rudolf Steiner parla alla fine del Convegno, di Natale del 1923/1924 (vedi O.O. 260).

 

Nella conferenza finale dell’ultimo ciclo pasquale, tenuto da Rudolf Steiner nella primavera del 1924, vi sono le parole:

▸ «Ciò che prima fu più o meno una questione terrestre, ciò che fu elaborato, fondato come causa terrestre, con le fiamme è stato trasportato fuori, nelle lontananze del mondo. Dovremmo, proprio perchè ci è toccata questa disgrazia, poter dire nella consapevolezza del seguito di questa disgrazia: d’ora in poi lo comprendiamo, che non siamo soltanto abilitati ad impegnarci per una causa terrestre, ma per una causa del vasto mondo eterico, dove vive lo Spirito poiché la questione del Goetheanum è una questione del vasto etere, nel quale vive la saggezza del Mondo colma di Spirito. Ciò è stato portato al di fuori, e noi possiamo compenetrarci dell’impulso del Goethenaum che giunge a noi a partire dal Cosmo» (O.O. 233a).

 

Tuttavia, per acquisire la possibilità di percepire dal cosmo gli impulsi del Goetheanum,

è necessario erigere in sè, nel modo descritto, il Goetheanum interiore, eterico.

Allora, grazie ad esso, l’uomo sarà in grado

non solo di recepire coscientemente «impulsi ed ispirazioni dal Cosmo eterico»,

ma, ancor più, potrà trovare il cammino allo stesso Goetheanum macrocosmico,

poiché sarà coscientemente entrato in quel «mondo eterico nel quale vive lo Spirito».

 

E questo «mondo eterico nel quale vive lo Spirito»,

è quella sfera universale, a partire dalla quale agisce nell’evoluzione terrestre il Cristo eterico.

 

Nella conferenza tenuta a Dornach il 27 aprile 1924 (O.O.236), Rudolf Steiner parla del fatto che – come risultato dell’essere il campo visivo esteriore dell’uomo assorbito dalle forme interiori spiritualizzate del Goetheanum, e per il simultaneo risveglio nella sua anima di forze di autentica autoconoscenza grazie al risuonare nella sala grande del Verbo spiritualizzato e recante la sostanza spirituale, – nell’uomo si doveva sviluppare una nuova attitudine a sperimentare e poi a vedere direttamente il proprio karma, cioè tutte le conseguenze karmiche delle sue azioni, dei suoi sentimenti e dei suoi pensieri.

Poiché nel nostro tempo, secondo la testimonianza di Rudolf Steiner, alla penetrazione visiva generale nel mondo eterico deve gradatamente unirsi anche la possibilità da parte dell’uomo di contemplare le conseguenze karmiche dei suoi atti.

 

Questa ultima cosa sarà suscitata dal fatto che, insieme al suo apparire nel corpo eterico, il Cristo diverrà sempre più la Guida dei nessi karmici in tutta l’evoluzione terrestre, vale a dire il Signore del Karma (O.O. 130, 2.12.1911 e 131, 14.10.1911).

Da questo punto di vista vediamo che il primo Goetheanum nelle sue forme esteriori ed in particolare in quelle interiori doveva suscitare nell’uomo che le sperimentava tutti e tre gli elementi che costituiscono l’essenza del nuovo Avvento:

• La visione nel mondo eterico (immaginativo),

• La contemplazione delle conseguenze karmiche dei propri atti.

• Infine, l’attitudine a percepire direttamente il Cristo come signore del Karma.

 

• Allo sviluppo del primo elemento doveva contribuire l’intero Goetheanum nel suo complesso, come è rappresentato in forma concentrata nella parte centrale della grande vetrata rossa, sulla quale è raffigurato il volto di un uomo che contempla il mondo immaginativo.

Il Goetheanum doveva contribuire anche allo sviluppo del secondo elemento innanzitutto in quanto opera d’arte totale; in particolare tutto il contenuto dello spazio della grande cupola avrebbe dovuto costituire il centro di forze che risveglia nell’anima umana l’attitudine a vedere le conseguenze karmiche delle azioni compiute.

• Ed infine, tutta la configurazione dello spazio della piccola cupola, con l’immagine scolpita e dipinta del Rappresentante dell’Umanità nella sua parte orientale, doveva gradatamente portare l’uomo a sperimentare il terzo e più importante elemento, l’Avvento eterico.

 

E come è stato mostrato, tutto ciò ha ugualmente un rapporto diretto col processo descritto, in queste pagine, dell’edificazione graduale da parte dell’uomo del Goetheanum interiore nel suo corpo eterico.

Perciò per concludere possiamo dire:

la costruzione del Goetheanum interiore

porta alla formazione nell’uomo di un nuovo organo interiore

atto a percepire i processi nel mondo eterico esteriore,

ed è allo stesso tempo, alla nostra epoca,

il cammino che porta alla esperienza reale, in questo mondo eterico, del Cristo eterico.