03 (f) Quattro gradi nella via verso il basso. (L’essere del Mistero di Michele)

Il mistero di Michele


 

Il primo grado ci diventa più comprensibile se lo confrontiamo con il pensare ordinario.

Quale fondamento della coscienza terrena dell’Io dell’uomo, e nel contempo quale luogo in cui per lui inizia il primo contatto con la sfera della libertà, esso è moralmente neutrale. È persino possibile dire che questa neutralità morale del pensare terreno secondo la sua origine sia una immutabile premessa per la libertà umana. E così deve essere, affinché l’uomo possa afferrarla senza impedimenti. Ne attribuisce un particolare valore soprattutto l’odierna scienza che si regge su questo pensare.

Ogni moralità deve essere possibilmente tenuta lontano dal suo piano di ricerca, poiché il pensare scientifico si occupa soltanto della realtà oggettiva accessibile ai sensi del corpo, di fronte alla quale tutto ciò che è morale deve essere respinto in quanto esistenza soggettiva dell’anima umana. E’ persino possibile dire che in questa neutralità morale si trova la grandezza della scienza naturale ad essa corrispondente.

 

• Poiché tuttavia nel pensare dell’uomo è consentito l’accesso alle potenze arimaniche,

l’intelligenza perde facilmente il suo carattere neutrale e diventa male.

Nel primo grado verso il basso tale amoralità rimane soltanto nel pensare astratto

e non raggiunge ancora gli strati più profondi dell’anima umana.

E tuttavia Arimane agisce in questo tipo di pensare.

Rudolf Steiner porta un esempio sconvolgente in merito.

 

Le ultime opere di Friedrich Nietzsche non erano più scritte da lui (dal suo Io umano), ma da Arimane stesso, che si presentò nell’involucro corporeo di Nietzsche come splendido scrittore, tuttavia del tutto diabolico (vedi O.O. 240, 20.7.1924).

Poiché Nietzsche era una Personalità forte e anche profondamente spirituale, interiormente egli giunse ad un grande conflitto, per lui irrisolubile, con la potenza arimanica che aveva preso possesso del suo corpo. La conseguenza fu un ottenebramento mentale negli ultimi anni della sua vita, che tuttavia in certo qual modo significò la salvazione della sua anima riguardo all’esistenza di essa dopo la morte.

Se Nietzsche spiritualmente non fosse stato così forte, Arimane avrebbe preso completamente possesso del suo pensare e Nietzsche avrebbe dovuto continuare a servirlo come medium per le sue mete, senza essere «psichicamente ammalato». Tali uomini tuttavia oggi esistono già ampiamente in tutto il mondo, infatti dalla morte di Nietzsche in numerosi casi Arimane si è presentato come scrittore nei più diversi ambiti della generale civiltà umana.101

 

A questo e a tutti i successivi gradi dell’intelligenza datasi al male, appartiene anche ciò che Rudolf Steiner definisce una controscuola della Scuola soprasensibile di Michele.

Egli comunica in merito: ▸«Mentre in alto Michele istruiva le sue schiere, veniva fondata una specie di scuola arimanica sotterranea, subito sotto la superficie della Terra» (ibidem).

Questa scuola aveva come compito l’elaborazione di determinate anime umane, già predestinate da precedenti incarnazioni, ora in modo tale da renderle sulla Terra eccellenti strumenti degli Spiriti arimanici, vale a dire che divengano facilmente uomini da porre nella condizione nell’ossessione per un periodo breve o lungo.

 

E l’imminente incarnazione di Arimane nel nostro periodo,102 scatenerà un impulso in più all’ulteriore decadenza dell’intelligenza umana e userà per ciò soprattutto uomini posseduti da Spiriti arimanici. Allora essi saranno dotati di una possente intelligenza, che tuttavia avrà un carattere puramente arimanico e si adatterà particolarmente bene all’attuale intelligenza artificiale, e con ciò questi uomini procureranno ad essa uno straordinario ulteriore sviluppo. Dopodiché per gli uomini sarà ancora più difficile unire la loro intelligenza personale con la sfera spirituale di Michele.

Oggi quindi e nel prossimo futuro la spiritualizzazione del pensare umano rappresenta e rappresenterà in misura crescente un gigantesco problema per gli uomini, poiché prossimamente l’intelligenza arimanica raggiungerà una possente dimensione e un grande potere. Allora sarà necessario creare il più intenso rapporto con i Misteri di Michele, come rivelati oggi mediante l’Antroposofia, affinché l’odierna civiltà terrena, dopo tutto, possa procedere nel senso micheliano e per ciò anche nel senso cristiano.

 

• È tuttavia molto più grave quando l’intelligenza amorale e occupata da Arimane

giunge nell’ambito del sentire. Con ciò anch’esso assumerà tendenze al male.

• Nel secondo grado, ora collegato con il sentire,

l’intelligenza umana viene posta al servizio dei più bassi e più perversi istinti dell’uomo.

 

Per soddisfare questi istinti, oggi esiste un’industria mondiale del divertimento che lavora solo per questo, unita da un immenso impiego di finanze, con collegamenti sociali ed un movimento di miliardi. Con ingegnosità raffinata tutto questo viene messo a disposizione del sentire corrotto da Arimane con la mediazione del denaro.

Su questo piano gli Spiriti arimanici operano già insieme agli Spiriti asurici.

Questi ultimi producono nell’uomo i più bassi istinti animaleschi e i primi, per la soddisfazione di essi, con la loro raffinata intelligenza, producono l’intera industria dei divertimenti menzionata.

 

Rudolf Steiner parlò degli Asura già nel periodo in cui il loro agire era ancora molto più limitato che nell’attuale periodo: ▸ «E in molte cose che qui non è il caso di descrivere, in molte delle selvagge orge di vana sensualità che oggi soprattutto nelle grandi città vanno affermandosi, noi già vediamo divampare i grotteschi inferni di quegli Spiriti che designiamo come asurici» (O.O. 107, 22.3.1909).

 

Dalla seguente osservazione di Rudolf Steiner risulta quanto intensamente gli Spiriti asurici siano collegati con quegli arimanici in questo grado: ▸«In certe dottrine occulte le schiere di Arimane vengono anche nominate Asura» (107, 1.1.1909).

E da questa «discesa agli inferi» nell’ambito degli Asura, che ha la sua origine nella decadenza dell’intelligenza che nell’uomo poi apre tutti gli abissi dei sensi e porta in superficie il suo essere animalesco, egli può sperimentare una protezione soltanto mediante il cosciente collegamento con i Misteri di Michele. Infatti, come abbiamo già visto, questi Misteri oggi conducono nelle altezze del Mistero del Cristo, il solo che sarà in grado di fermare il presente e futuro assalto di Arimane.103

▸ «E sempre meno nel mondo potrà esserci una protezione contro l’influsso di Arimane, eccezion fatta per le forze che irraggiano dal Mistero del Cristo» (ibidem).

 

È per questo che la via al Cristo sotto la guida di Michele oggi è di così decisiva importanza. Se l’umanità non accede a questa via, allora essa non si librerà in una qualche «condizione intermedia», ma continuerà a sprofondare sempre più nell’abisso, e di ciò oggi sono già riconoscibili sintomi sempre più minacciosi.

 

• Nel terzo grado l’intelligenza divenuta male afferra poi anche l’ambito del volere.

Per ciò nasce una simbiosi tra intelletto a sangue freddo e volontà criminale.

 

Qui soprattutto il secolo XX presenta i più terribile esempi di decadenza dell’essere umano. A questo grado appartengono fenomeni come il bolscevismo, il nazionalsocialismo e nei nostri giorni soprattutto il terrorismo. Uomini posseduti in questo modo, senza il minimo moto della loro coscienza morale, per un’idea del tutto astratta che diventa così fanatica da condurre all’ossessione, sono capaci di distruggere un qualsiasi numero di vite umane innocenti.

Infine, in questo terzo grado possiamo constatare che per l’esecuzione di questi orribili crimini non è sufficiente la potenza arimanica (e nemmeno quella asurica). Infatti, in questo terzo grado ad Arimane, che discende sempre più, viene incontro dall’abisso universale la forza del Demone solare, designato nell’Apocalisse con il numero 666. In essa egli viene descritto anche come la bestia con due corna, che nel mondo spirituale è il vero e proprio avversario del Cristo (vedi O.O. 104, 29.6.1908). Così Arimane e Sorat in questo grado agiscono insieme, ossia gli Spiriti arimanici vengono compenetrati da Sorat e usati nel senso delle sue mete anticristiche.104

La particolare caratteristica di tale grado consiste inoltre nel fatto che in modo crescente qui l’uomo viene staccato dal suo Io superiore, per cui sono in parte spiegabili le particolari atrocità delle azioni nei regimi di terrore bolscevisti e nazionalsocialisti.

 

• Nel quarto grado l’uomo perde in modo crescente il suo essere umano.

Egli smette di essere un uomo. Egli stesso diviene la bestia apocalittica con sette teste e dieci corna, e come tale si inserisce nelle schiere di Sorat. Adesso egli è separato dal suo vero Io. Con ciò egli perde ogni collegamento con il Cristo e si trova sulla via verso l’abisso. Persino le forze di Arimane non giungono sino a questa profondità, poiché qui l’uomo è sulla via di cadere del tutto fuori dall’evoluzione umana.105

Per quest’ultimo grado è significativo che qui l’intelligenza completamente sedotta da Sorat continua a rivestire un ruolo decisivo: ▸ «In definitiva null’altro potrà trattenere l’uomo, realmente trattenerlo dall’arrivare al principio del Cristo, se non l’intelletto sedotto, l’intelligenza sedotta. Se coloro che alla fine saranno soggiaciuti alla bestia con le due corna [Sorat] potranno riguardare indietro a quel che loro veramente giocò il più brutto dei tiri, costoro potranno dirsi: la disposizione verso l’abisso è sì venuta soltanto più tardi, ma quello che mi oscurò il principio del Cristo fu l’intelletto» (O.O. 104, 10.6.1908).106

 

Da quanto illustrato emerge ancora una volta con chiarezza tutto il significato dell’intelligenza umana per il presente e il futuro.

L’ulteriore destino dell’Io umano,

e con ciò di tutta l’evoluzione dell’umanità e della Terra, dipende da questo:

L’uomo consegnerà la propria intelligenza a Michele, e così al Cristo,

o ad Arimane e con ciò, nell’ulteriore decadenza di essa, anche a Sorat?

 

In base a quanto detto ora possiamo comprendere bene perché in merito Rudolf Steiner si è espresso in modo così radicale: «Sono cose grandi, gigantesche» (O.O. 240, 19.7.1924).

 

Quanto illustrato può essere riassunto nella seguente visione d’insieme:

 

 


 

Note:

101 – Nei recentissimi attacchi all’Antroposofia e alla Personalità di Rudolf Steiner è possibile riconoscere con chiarezza le tracce di una tale ossessione arimanica.

102 – di Arimane vedi 0.0. 193, 27.10.1919 e 1.11.1919.

103 – Steiner dice che tutta la seconda metà dell’evoluzione della Terra si troverà sotto l’influsso predominante di Arimane e delle sue schiere (vedi 0.0. 193, 27.10.1919 e 4.11.1919).

104 – È per questo che Rudolf Steiner in alcuni punti della sua opera dice che Sorat stesso porta un carattere arimanico (vedi 0.0.184, 11.10.1918). Dal lato cosmico, tuttavia, tra i due esiste una decisiva differenza. Arimane secondo la sua origine appartiene all’evoluzione dell’umanità. Egli rimase indietro sull’antico Sole e là aveva anche un compito positivo. Quando tuttavia oltrepassa i limiti di questo, allora egli diventa l’avversario dell’uomo, per esempio quando fa in modo che l’intelligenza umana divenga male. Sorat invece non ha mai avuto un compito positivo nell’evoluzione dell’umanità. Secondo la sua origine egli non appartiene ad essa. Egli rappresenta unicamente il male ed è sin dall’inizio non solo l’avversario dell’uomo, ma persino l’avversario cosmico del Cristo. Egli è interessato soltanto alla distruzione della Terra e dell’umanità perché il Cristo si è unito a loro (vedi O.O. 104, 29.6.1908).

105 – Riguardo a questa tematica vedi inoltre S. O. Prokofieff, E la Terra diviene Sole. Il Mistero della resurrezione, cap. 6, «Il destino universale del male», in preparazione, Ed. Antroposofica, Milano.

106 – Questo fatale ruolo dell’intelletto sedotto, ossia dell’intelligenza umana sedotta viene messo in rilievo anche da Giovanni Evangelista con la sua osservazione della necessità di riflettere con le forze di essa sul numero della bestia, che nel contempo è il numero dell’uomo, poiché indica l’uomo «che si è fatto sedurre dal suo intelletto» (ibidem). – Nell’Apocalisse è formulato così: «Qui sta la sapienza. Chi ha mente computi il numero della bestia; è un numero d’uomo» (13,18).