I colloqui dei quaranta giorni del Risorto e la loro rinasci­ta nella scienza dello spirito contemporanea

Il corso dell’anno come via di iniziazione – Dall’avvento a Pasqua


 

«Per quaranta giorni egli si rivelò alla visione delle loro anime e parlò loro dei misteri del regno di Dio».

Atti degli Apostoli 1,3 (trad. di Emil Bock)

 

▸«Colui che si avvicina all’antroposofia, può giungere progressivamente alla contemplazione, alla vivente contemplazione del mistero del Golgota, e di conseguenza anche di ciò che il Cristo ha portato ai suoi discepoli iniziati dopo la sua resurrezione. E se sperimenta questo, gli diventa sempre più comprensibile anche il mondo spirituale intorno a lui».

Rudolf Steiner, conf. del 11.6.1992

 

Nel nostro esame del corso dell’anno siamo giunti ormai alla Pasqua, la festa centrale dell’anno.

Essa ci richiama all’evento centrale di tutta l’evoluzione terrestre,

vale a dire il mistero del Golgota: in virtù della definitiva unione

dell’entità solare del Cristo con il corpo fisico di Gesù di Nazareth, il Dio si fece uomo.

 

Se i gradi precedenti dell’unione dell’essere del Cristo col corpo astrale ed eterico di Gesù di Nazareth,

accessibili alla conoscenza immaginativa ed ispirativa,

dischiudevano i misteri della sfera lunare e della sfera solare (planetaria),

nel mistero del Golgota ci si manifesta il mistero del corpo fisico,

che nella sua profondità abbraccia l’intera sfera delle stelle fisse

ed è accessibile solo alla superiore conoscenza intuitiva.

 

In effetti, ciò che di originale, irripetibile, vi è nel mistero del Golgota,

è il fatto che questo mistero, pur manifestatosi sul piano fisico

non può essere conosciuto dall’abituale conoscenza umana, ma solo dalla superiore conoscenza soprasensibile.

 

Nel capitolo conclusivo de La scienza occulta Rudolf Steiner scrive:

▸ «Il discepolo dello spirito viene iniziato a quel sublime mistero connesso al nome del Cristo.

Il Cristo gli si rivela come ‘il grande esempio che l’uomo deve seguire sulla Terra’.

Se il Cristo viene in tal modo riconosciuto nel mondo spirituale per mezzo dell’intuizione, riesce anche possibile afferrare quel che avvenne storicamente sulla Terra nel quarto periodo postatlantico (quello greco-latino). Il discepolo comprende personalmente che a quell’epoca l’eccelsa entità solare intervenne nella storia della Terra e continua da allora ad esercitare la sua azione nell’evoluzione terrestre. Il discepolo riceve la rivelazione intuitiva del senso dell’evoluzione terrestre».

 

Circa il fatto che la conoscenza del mistero del Golgota sia possibile solo a mezzo dell’intuizione, si confronti la citazione di Rudolf Steiner a pagina 209.

 

Rudolf Steiner descrisse il mistero del Golgota

come l’anello di congiunzione fra le altezze e le profondità del mondo,

tra l’Adamo-Kadmon, il grande uomo macrocosmico, formato dall’azione di tutte le nove gerarchie,

e il suo corrispondente microcosmico, il corpo fisico dell’uomo,

il quale nelle sue forme e nella sua costituzione è la manifestazione della natura dell’io individuale.

 

Tale significato universale del mistero del Golgota viene evidenziato per esempio nelle parole:

▸«E così anche la figura che patì il Golgota può presentarsi all’anima umana, solo se si ha dapprima una possibilità di vedere l’uomo cosmico attraverso l’organologia umana. Infatti il Cristo è disceso dal Sole come uomo cosmico. Fino a quel momento non era ancora un uomo terrestre; egli si è avvicinato in veste di uomo cosmico.»1

 

Di questo ‘uomo cosmico’ le cui forze furono introdotte nella storia dal mistero del Golgota e si manifestarono nel corpo incorruttibile del Risorto, Rudolf Steiner parla nella conferenza del 25 maggio 1924 a Parigi.

Qui viene detto come nell’organizzazione della testa dell’uomo cosmico, corrispondente alla sfera dei pianeti superiori, agisce la prima gerarchia; nel sistema ritmico, corrispondente al Sole, agisce la seconda gerarchia e nel sistema delle membra, legato ai pianeti inferiori agisce la terza gerarchia.2

Se a questo aggiungiamo che l’originaria sfera d’azione della prima gerarchia è il mondo delle stelle fisse, fino ai pianeti superiori, della seconda gerarchia il Sole, e della terza in particolare la sfera lunare,3 e se ricordiamo che tutte e nove le gerarchie partecipano alla congiuntura annuale della festa di Pasqua (vedi pag. 170 e segg.), allora possiamo avvicinarci al mistero fondamentale di questa festa fondandoci sul corso dell’anno.

 

In effetti mentre le feste di Michele, di Natale e dell’Epifania, sono fisse e perciò legate alle forze della Terra, quella di Pasqua è mobile e legata alle tre regioni dell’universo: le stelle fisse, il Sole e la Luna. In virtù di questo, essa ci mostra in modo del tutto particolare il grande ‘uomo cosmico’ che abbraccia l’universo e porta in sé le forze di tutte le gerarchie, e con il mistero del Golgota nacque per la prima volta nell’essere della Terra:

« Alla svolta dei tempi la luce dello spirito universale entrò nella corrente dell’essere terreno ».

 

Peraltro a questo uomo cosmico è collegato anche un altro mistero.

Nella meditazione della Pietra di fondazione e particolarmente nel quarto ritmo del convegno di Natale, Rudolf Steiner indica come le sublimi azioni delle gerarchie divino-spirituali del nostro cosmo, trovino la loro sintesi e pervengano a un’attività unitaria e finalizzata, grazie al fatto di aprirsi al risuonare del Logos, la parola dell’intero creato.4

Quello che diversamente sarebbe stato spezzato e disarmonico, trova grazie al Logos la sua unità perfetta, e conquista la sua forma più elevata.

Questa forma universale non è altro che l’‘uomo cosmico’ sopra descritto,

che è la risultante dell’azione delle gerarchie nel loro aprirsi al risuonare del verbo universale.

 

In certo qual modo si può anche dire che questo ‘uomo cosmico’

è la rivelazione essenziale dello stesso Verbo universale del nostro cosmo.

Questo ‘verbo universale’, questo Logos creatore del mondo,

viene introdotto nell’esistenza terrestre per mezzo del Cristo,

quale punto focale e sorgente delle forze delle gerarchie.

Infatti nel Cristo «il verbo si fece carne».

 

Lo stesso Logos si unì al corpo fisico dell’uomo, al corpo terreno di Gesù di Nazareth.

Questa è l’essenza del terzo e ultimo atto del Dio che si fa uomo,

questo è il mistero della notte del Getsemani e della collina del Golgota.

 

Ma a questa prima parte del mistero del Golgota, che racchiude in sé la somma di tutta la passata evoluzione del mondo e dell’umanità, segue dopo tre giorni una seconda parte, che costituisce il mistero fondamentale di tutta l’evoluzione futura. La resurrezione ci indirizza a questo mistero futuro.

 

Nella resurrezione la carne si fece di nuovo Verbo;

il corpo fisico dell’uomo, attraverso l’azione del Logos,

si unisce nuovamente col suo archetipo, il grande ‘uomo cosmico’

e con le forze delle gerarchie superiori.

Questo processo può anche essere descritto come segue:

fino al mistero del Golgota il fine dell’evoluzione universale era il divenire uomo del cosmo.

 

Le forze spirituali dei sette pianeti dovevano a poco a poco diventare nell’uomo il fondamento del suo organismo liquido, mentre le forze spirituali della sfera stellare, tutto l’insieme delle dodici sfere dello zodiaco dovevano porre le basi della sua organizzazione fisico-solida.

 

Dopo il mistero del Golgota l’evoluzione ha assunto la direzione opposta.

• Quello che in altri tempi era diventato carne e sangue dell’uomo,

quale espressione delle forze dei suoi corpi fisico ed eterico,

deve ora essere riportato all’unione col mondo delle stelle e dei pianeti

attraverso il lavoro del corpo astrale compenetrato dell’impulso del Cristo.5

• Questo è anche il compimento definitivo dei fini degli antichi misteri solari:

i misteri di morte (espressi nella sentenza «E il Verbo si fece carne»)

e i misteri di resurrezione (legati alla formula «E la carne ridivenne Verbo»)

trovano la loro sintesi nell’unico mistero del Cristo vivente.

 

In queste due formule esoteriche abbiamo così il sublime annuncio che Michele,

l’arcangelo solare guida e ispiratore dei misteri solari al momento del Golgota, rivolge a tutti gli uomini della Terra:

▸ «Il verbo che si fa carne è la prima rivelazione di Michele;

la carne che ridiviene spirito sarà la seconda rivelazione di Michele».6

• Così nel corso dei millenni Michele porta all’umanità la conoscenza solare del Cristo.

 

Da quanto abbiamo detto vediamo che il rapporto fra macro e microcosmo, fra Dio e gli uomini, si è radicalmente modificato con il mistero del Golgota. La consapevolezza di un nuovo ordine delle forze universali, di una nuova alleanza, costituisce da allora per tutti i tempi a venire l’autentico contenuto del Cristianesimo esoterico. Infatti il Cristo non portò nel mondo una dottrina bensì un fatto: l’evento del Golgota. E il progressivo svelarsi del suo significato terrestre-cosmico, significato che vale sia per gli Dei, sia per gli uomini, è l’unico «insegnamento» del cristianesimo, i cui fondamenti peraltro vennero posti dal Cristo risorto nei colloqui che ebbe per quaranta giorni con gli apostoli. Si può anzi affermare che in fondo ogni conoscenza esoterica del mistero del Golgota si può ricondurre ai colloqui in questione.

 

Rudolf Steiner dice:

▸ «Accanto alla rivelazione exoterica [contenuta nei vangeli] c’è sempre stato un cristianesimo esoterico per coloro che volevano accoglierlo nel loro animo. L’elemento principale in questo cristianesimo è ciò che può essere conosciuto sul rapporto del Cristo risorto, cioè del Cristo passato attraverso la morte, con i discepoli che potevano capirlo».7

▸ «È giunto oggi il momento in cui l’anelito degli uomini esige di conoscere meglio anche il mistero del Golgota. E ciò può avvenire solo per mezzo dell’antroposofia. Può verificarsi solo mediante il sorgere di una scienza che operi in modo puramente spirituale. In tal modo si perverrà a una comprensione pienamente umana del mistero del Golgota. Si comprenderà di nuovo che i più importanti insegnamenti sono stati dati all’umanità non dal Cristo incarnato in un corpo fisico fino alla crocifissione, bensì dal Cristo risorto, dopo il mistero del Golgota».8

 

Cosicché il contenuto basilare del cristianesimo esoterico

è al contempo quello dei colloqui del Risorto con i suoi discepoli,

e si può caratterizzare come segue:

la conoscenza dei nuovi rapporti fra macrocosmo e microcosmo,

fra mondo degli Dei e mondo degli uomini così come si sono realizzati dopo il mistero del Golgota.

 

Nei colloqui coi discepoli

il Risorto svela il mistero di tutta l’evoluzione del mondo fino al Golgota in quanto cosmo che diviene uomo,

e rivela come fine dell’evoluzione futura il ridivenire cosmo dell’uomo,

che dovrà un giorno perfezionare l’universo come decima gerarchia.

 

▸ Questi due processi hanno trovato la loro piena espressione nel mistero fondamentale dell’evoluzione terrestre, cioè nel singolo mistero del Cristo: nel suo progressivo trapasso da entità cosmica a essere umano, indi nella sua completa vittoria su tutti il limiti di ciò che umano. Quest’ultimo fatto si esprime sia nella vittoria sulla morte, evento proprio dell’esistenza umana sulla Terra, sia nella sua risalita al macrocosmo, al regno del Padre, il regno delle gerarchie superiori.

 

In tale ascesa però la forma umana viene salvaguardata dal Cristo

che, potremmo dire, porta con sé la ‘sostanza dell’uomo’, la quintessenza dell’essere umano,

ovvero il principio della coscienza dell’io individuale.

 

Questo ricongiungimento del Cristo col macrocosmo si realizzò allo sguardo immaginativo dei discepoli con l’ascesa alla sfera extraterrestre del corpo fisico spiritualizzato, il purissimo riflesso della coscienza-io cosmica del Cristo. Tale evento è descritto al termine dei colloqui dei quaranta giorni nell’Ascensione, in cui gli apostoli sperimentarono la natura delle nuove relazioni tra macro e microcosmo.

Ma non tutti i discepoli riuscirono a vivere coscientemente quei colloqui9 poiché, come abbiamo visto, una tale percezione cosciente presupponeva l’ascesa alla sfera dell’intuizione, la fecondazione da parte della saggezza universale dello Spirito Santo emanato dal Cristo. A tale esperienza era pronto prima della Pentecoste solo «il discepolo che il Signore amava» dopo che sotto la croce aveva accolto in sé la Sofia del Cristo.

Il moderno iniziato però, se attraverso la via cristiano-rosicruciana si accosta al Cristo nella sfera dell’intuizione, e in tal modo (come risulta dalle parole de La scienza occulta) acquisisce una vera comprensione del mistero del Golgota, sperimenterà a sua volta il contenuto dei colloqui del Risorto conservati nella cronaca dell’akasha.

Infatti ai nostri giorni una reale conoscenza del mistero del Golgota è possibile

solo in virtù della conquista intuitiva (o ‘dell’ascolto’) dei colloqui del Cristo risorto.

 

Così possiamo affermare: la scienza dello spirito ad orientamento antroposofico,

quale apportatrice di una nuova conoscenza dell’entità del Cristo e del mistero del Golgota

(e quindi anche del cosmo e dell’uomo)

è davvero l’espressione del mutato rapporto fra il mondo degli Dei e quello degli uomini dopo il mistero del Golgota;

essa non è altro che la restituzione in forma adeguata ai nostri tempi

del contenuto esoterico dei colloqui che per quaranta giorni il Cristo risorto ebbe con i discepoli.10

 

Possiamo dire: oggi, nel momento in cui in virtù della «ripetizione spirituale del mistero del Golgota», il Cristo risorto nei mondi spirituali può accostarsi all’umanità in forma eterica,11 anche il contenuto del cristianesimo esoterico, dei colloqui dei quaranta giorni, deve rinnovarsi, deve penetrare nell’umanità in forma nuova.

 

Si deve di nuovo aprire la possibilità, ma ora per tutti gli uomini, di parlare con il Cristo in piena coscienza,

di fargli domande e ricevere da lui risposte intorno ogni sorta di misteri del mondo e della vita.

Ma il linguaggio con cui possiamo rivolgerci al Cristo eterico,

così come fecero gli apostoli nei quaranta giorni fra la Pasqua e l’Ascensione,

questo linguaggio è in effetti la stessa antroposofia che, per sua stessa natura esoterica,

è la rinascita in seno all’umanità dell’insegnamento del Cristo risorto.

 

• A queste origini della scienza dello spirito richiama anche la struttura della stessa parola ‘Anthropos-Sophia’. Abbiamo già descritto l’immaginazione corrispondente durante l’esame del mistero del Natale: la Maria-Sofia che tiene tra le braccia l’archetipo dell’uomo, l’anthropos con i connotati dell’entità celeste dell’anima natanica discesa per la prima volta sulla Terra.

• In seguito avevamo visto come questa immaginazione, colmandosi delle forze dell’ispirazione, ci mostri il battesimo al Giordano, allorquando per la prima volta l’entità solare del Cristo si unì all’essere umano anthropos con l’intermediazione della Sofia (Spirito Santo).12 Questo è il secondo grado a cui si manifesta l’immaginazione dell’Anthropos-Sophia, quello «ispirativo».

• Infine, afferrando quest’immagine con le forze dell’intuizione, veniamo condotti al mistero del Golgota, nel quale la vera natura dell’anthropos, lo stesso archetipo dell’uomo, nella figura dell’imperituro corpo di resurrezione si ricongiunge all’intero macrocosmo e viene impregnato in tal modo dalla saggezza universale delle gerarchie, della Sofia cosmica, quella sapienza che aveva partecipato nel principio alla sua creazione.

 

Da ciò appare chiaro che l’odierna antroposofia è nel suo insieme prima di tutto

la portatrice della saggezza universale riguardante il mistero della resurrezione,

il mistero del vero uomo-anthropos risorto dal sepolcro

che, grazie all’io macrocosmico del Cristo,

raccoglie nella sfera terrestre la pienezza delle forze dell’«uomo universale».

 

È davvero stupefacente constatare quanto siano numerose nell’antroposofia le indicazioni volte alla spiegazione del mistero centrale della resurrezione (ossia del contenuto dei colloqui dei quaranta giorni) che, in un certo senso, costituisce il suo punto focale, il suo vero nocciolo.

E non solo: dalla penetrazione nei segreti di questi misteri, che come abbiamo detto consistono nella conoscenza della natura del «corpo incorruttibile» (fantoma) risorto il terzo giorno, sono derivati i tre elementi di base sui quali si fonda tutta l’antroposofia e che caratterizzano le tre opere fondamentali di Rudolf Steiner: Teosofia, La scienza occulta e L’iniziazione.

Così possiamo chiederci: che sapere acquisiamo attraverso la verace conoscenza del «corpo incorruttibile», ottenuta come risultato dell’iniziazione contemporanea, e come si riflette questa conoscenza nei libri citati?

 

• In primo luogo apprendiamo della struttura settemplice dell’uomo. Ciò in quanto la conoscenza del ‘fantoma’ ci svela il segreto che l’io del Cristo, unitosi dopo il battesimo al Giordano progressivamente agli involucri astrale, eterico e fisico di Gesù di Nazareth, nel corso di tre anni li ha progressivamente metamorfosati nei tre componenti superiori della natura umana: il sé spirituale, lo spirito vitale e l’uomo spirituale. Queste conoscenze costituiscono la prima metà dell’opera Teosofìa.

• Secondariamente leggiamo dello sviluppo del ‘fantoma’ da Saturno, attraverso Sole e Luna, fino a metà dell’eone Terra, nonché la partecipazione a tale evoluzione di tutte le nove gerarchie.13 Riconosciamo poi i guasti apportati da Lucifero e Arimane all’evoluzione, e quindi la sua restituzione alla gloria e alla forza anteriori grazie al Cristo che gli immise le forze tratte dalle future incarnazioni di Giove, Venere e Vulcano. Apprendiamo dunque di tutta l’evoluzione del mondo e dell’opera delle gerarchie, ciò che costituisce essenzialmente il contenuto de La scienza occulta.

• E infine, in terzo luogo, facciamo la conoscenza del nuovo sentiero di iniziazione che, attraverso una reale comprensione della morte (l’incontro col piccolo guardiano della soglia) porta all’ascesa cosciente nel macrocosmo (incontro col grande guardiano della soglia) il che significa da una parte, il conseguimento già sulla Terra di una coscienza superiore nel corpo fisico, e dall’altra la salvaguardia dell’individualità dell’io cosciente nell’ascesa ai mondi superiori dopo la morte.14 In tali conoscenze abbiamo le vere sorgenti di ciò che poi fu descritto ne L’iniziazione e nella seconda parte di Teosofia.

 

Anche per quanto concerne gli esercizi occulti dell’antroposofia, vale a dire le indicazioni in vista di uno sviluppo spirituale, constatiamo che alla loro base vi è proprio lo sviluppo delle forze che portano l’uomo ad una graduale resurrezione nelle sfere del pensiero, del sentimento e della volontà; infatti queste forze di resurrezione sono sin dall’inizio assolutamente pertinenti a tutta l’antroposofia e da essa non possono essere separate.

 

 


 

Note:

1 – O.O. 243, 22.8.1924

2 O.O. 239, 24 e 25.5.1924; inoltre Rudolf Steiner e la fondazione ilei nuovi misteri, cap. 5.

3 O.O. 227, 29 e 31.8.1923, nonché O.O. 110, 14 e 15.4.1909

4 – Cf. Rudolf Steiner e la fondazione dei nuovi misteri, cap. 5.

5 – Cf. capitolo ‘Considerazioni conclusive’ e O.O. 219, 31.12.1922

6 – O.O. 194, 22.11.1919

7 – O.O. 211, 2.4.1922

8 – O.O. 211, 13.4.1922

9 O.O. 148, 2.10.1913

10 – Atti degli apostoli 1,3

11 O.O. 152, 2.5.1913

12 – Nell’episodio del battesimo al Giordano lo Spirito Santo viene indicalo con l’immagine della colomba, mentre il carattere ispirativo dell’intera scena è indicato dalla «voce» dal cielo (Lc. 3,22). Possiamo anche aggiungere che l’immagine della colomba designa il Sé spirituale del Cristo, con il quale egli scende sulla Terra venendo dal Sole (cf. O.O. 240,27.8.1924).

13 O.O. 131, 10.10.1911 e O.O. 235, 2.3.1924

14 O.O. 153, 13.4.1914 e O.O. 124, 19.12.1910