Il rinnovamento dell’antico monito dei misteri «Conosci te stesso»

Possano udirlo gli uomini


 

L’antico monito dei misteri «Conosci te stesso»

doveva essere rinnovato durante il Convegno di Natale da questo spirito micheliano centrale della nostra epoca.

Da allora, per ogni uomo che vuole percorrere in libertà e in piena coscienza la via dell’autoconoscenza,

sono aperte le porte dei Nuovi Misteri, dando inizio in tal modo a una nuova fase della storia dei misteri nell’umanità.

 

Il processo di apertura dei Nuovi Misteri stessi fu introdotto da Rudolf Steiner con la lettura delle tre prime parti microcosmiche della meditazione della Pietra di Fondazione.

In esse, al triplice appello all’anima dell’uomo segue l’indicazione di ciò che ogni uomo pensante oggi può raggiungere unicamente in base alla propria esperienza terrena e le proprie osservazioni sensoriali esteriori, senza necessitare di una qualche percezione soprasensibile. Si tratta della tripartizione del proprio organismo fisico.

La scienza moderna è estremamente prevenuta, e non riconosce ancora l’idea dei tre sistemi dell’organismo umano come chiave per la comprensione del corpo fisico: il sistema di ricambio e delle membra, il sistema ritmico, che è concentrato soprattutto nel cuore e nei polmoni, e il sistema neurosensoriale, che è concentrato soprattutto nel capo.

 

Vediamo che Rudolf Steiner cominciò il processo di rinnovamento dell’essere dei misteri in modo strettamente fenomenologico (in senso goetheanistico) con ciò che oggi è accessibile alla percezione e alla comprensione di ogni essere umano.

• La successione in cui si schiude la natura dei tre sistemi (membra – cuore – capo) – a questo fece già riferimento Rudolf Grosse – rispecchia il processo di passaggio dal sonno alla coscienza di veglia o al risveglio e, in un senso più ampio, il processo di incarnazione dell’anima nel corpo terreno.11

Continuando a lavorare su tale fondamento, con l’aiuto della conformazione ritmica della meditazione, che dopo l’appello all’anima dell’uomo si compone di 3×12 righe, Rudolf Steiner condusse i suoi ascoltatori dalla triade fisica (corporea) alla triade che rappresenta l’archetipo dell’uomo, vale a dire alla triade di corpo, anima e spirito. Così, già nei seguenti versi (si intende la terza riga di ognuna delle tre parti microcosmiche della meditazione) è data una breve caratteristica della vita umana terrena, che decorre nel «mondo dello spazio» seguendo «il ritmo del tempo».

Riconoscendo l’essere spirituale di esso, l’uomo può percepire il suo collegamento con l’essere eterno del mondo spirituale («dalle profondità dell’eterno»), in cui la sua anima un giorno entrerà, oltrepassando la soglia della morte o durante il processo di iniziazione.12 Nell’ultimo caso l’uomo può riconoscere già durante la vita, ciò che gli si apre altrimenti solo dopo la morte: il grande mistero della sua esistenza terrena, che consiste nell’incessante collegamento del suo «essere proprio spirituale» con il mondo spirituale («il mare dell’esistenza spirituale»), tramite i «pensieri universali» che agiscono nelle profondità spirituali del suo capo.

 

Di conseguenza si dischiude all’uomo il suo originario collegamento con l’intero cosmo visibile:

• con il mondo dello spazio della TERRA tramite l’attività delle proprie membra;

• con l’azione delle stelle mobili (i PIANETI) attraverso il ritmo del suo cuore e dei suoi polmoni;

• con la sfera universale delle STELLE FISSE,

che nel nostro cosmo rappresentano l’immagine dell’esistenza eterna,

attraverso la forma sferica e l’immobilità (la quiete) del proprio capo.

 

Per diventare tuttavia cosciente di questo nesso già durante la vita, l’uomo deve percorrere il cammino della disciplina spirituale, vale a dire, egli deve esercitarsi nel senso indicato dalla moderna scienza dello spirito. Di questo si parla nelle successive righe della meditazione, dove vengono presentati tre esercizi fondamentali:

• il « RICORDARE nello spirito »,

• il « RIFLETTERE nello spirito »

• e il « VEDERE nello spirito ».

 

Grazie a questi esercizi l’uomo a poco a poco può acquisire

«la QUIETE dei PENSIERI» e «l’EQUILIBRIO dell’ANIMA»

che sono necessari, per immergersi nelle «profondità dell’anima», dove gli si può schiudere l’essere dell’io umano

nel processo del suo incessante divenire dal passato attraverso il presente nel futuro.

 

• L’originario «avere la propria esistenza» dell’io nel grembo degli esseri divino-spirituali dei mondi superiori;

• il separarsi da essi al fine di acquisire la libertà individuale nel mondo fisico-sensibile,

• e la conseguente «unione« con essi tramite il divenire coscienti delle «azioni» del generale «divenire universale»

e delle leggi spirituali che le guidano;

• infine la conquista della libertà interiore («perché possa volere in libertà»),

il che permette agli spiriti superiori, di «donare» all’uomo

la «luce dell’essere universale» delle «eterne mete degli Dei»,

grazie a cui egli può diventare il loro collaboratore nella creazione di un nuovo cosmo (vedi O.O. 13).

 

Solo una simile penetrazione nel mistero del divenire del proprio io

permette al discepolo dello spirito di cominciare un lavoro cosciente

alla trasformazione delle forze basilari del proprio corpo astrale,

del pensare, sentire e volere, partendo dall’impulso dell’io.

• In questo stadio le forze della sua volontà non lo afferrano ancora completamente

(fino nei substrati del Karma agenti in esse), bensì soltanto sul piano della loro apparizione nelle azioni umane,

che danno forma al contenuto della sua vita e lo portano a compimento.

• In questo grado della propria evoluzione interiore

il discepolo dello spirito impara a «pensare veramente», «sentire veramente» e a «vivere veramente»13.

 

La parola «veramente» («wahrhaft») indica qui il processo di purificazione (della catarsi) delle tre forze dell’anima a cui l’io le sottopone quale loro «signore» (Kyrios), mentre le conduce gradualmente all’armonia con l’intero cosmo (il triplice mondo di terra, pianeti e stelle fisse), vale a dire le pone in un vero collegamento con esso. Una tale purificazione del corpo astrale significa che il discepolo dello spirito trasforma a poco a poco le forze di questo in ciò che in tutti i tempi nell’esoterismo cristiano venne nominato la «Vergine Sofia», microcosmica (vedi 0.0. 103, 31.5.1908). Ma la parola «veramente» non indica soltanto la purezza del corpo astrale, bensì anche il carattere di saggezza (verità) proprio della Sofia,14 che il corpo astrale raggiunge, grazie al lavoro cosciente dell’io sul corpo astrale stesso. (In altre conferenze e nei suoi scritti Rudolf Steiner caratterizzò questo processo come la trasformazione del corpo astrale nel sé spirituale).

Ora «l’anima dell’uomo» può ottenere il primo frutto dell’autoconoscenza: può riconoscere grazie alle risvegliate forze della Sofia, ovvero della saggezza divina, l’archetipo dell’uomo come essere tripartito costituito da corpo, anima e spirito. A questa conoscenza rimandano i versi in conclusione, in cui si parla dell’«essere universale dell’uomo», e questo è nel mondo spirituale il corpo fisico, che sulla terra rappresenta un riflesso microcosmico dell’intero universo spirituale; e si parla della sua «attività dell’anima» e delle sue «profondità dello spirito».

Così, nelle tre parti microcosmiche della meditazione, Rudolf Steiner stabilì un ponte,

che porta dalla triade terrena dell’uomo (i tre sistemi del suo corpo fisico)

al suo archetipo, come descritto in forma classica nel suo libro Teosofia (0.0. 9, 1904).

 

Qui fu descritto per la prima volta, come l’uomo tripartito, che consiste di corpo, anima e spirito, sia un cittadino di tre mondi: di quello fisico-sensibile, di quello animico e di quello spirituale. Con questo libro fu diffusa nella civiltà occidentale la conoscenza dell’uomo come essere tripartito, quale microcosmo collegato con l’intero macrocosmo e con i suoi tre mondi, il mondo dei corpi, delle anime e degli spiriti. La ragione storico-spirituale di questo atto di Rudolf Steiner sta senza dubbio in uno dei più tragici eventi della storia cristiana: l’eliminazione del principio dello spirito dall’essere tripartito dell’uomo nell’ottavo Concilio Ecclesiastico a Costantinopoli.15

Questo fatto ebbe come conseguenza che la civiltà occidentale perse la tricotomia formulata in modo classico da Paolo nella sua prima lettera ai Tessalonicesi (5,23). Questo errore fatale e di certo gravido di conseguenze della civiltà occidentale fu corretto da Rudolf Steiner già all’inizio della sua attività antroposofica. E nel Convegno di Natale, la tricotomia da egli ristabilita venne poi collegata con la tripartizione fisica dell’uomo, come punto di partenza di una vera autoconoscenza.

 

Dopo avere raggiunto in tal modo

il primo grado del rinnovamento dell’antico principio dei misteri «Conosci te stesso»,

Rudolf Steiner rilevò che questo rinnovamento

deve avvenire su tutti e tre i piani ai quali appartiene l’uomo

«secondo spirito, anima e corpo», vale a dire in conformità con il suo archetipo.

 

In altre parole, dopo che il principio del «Conosci te stesso» è stato rinnovato sul piano «corporeo» questo ora doveva avvenire anche sui piani superiori, sul piano «animico» e su quello «spirituale», affinché si possa infine comprendere «l’intero essere dell’uomo», ponendo con ciò il fondamento per un cammino di conoscenza completamente nuovo, d’ora in poi accessibile ad ogni uomo.

Ma prima di passare al secondo grado, quello «animico», Rudolf Steiner, da geniale pedagogo e insegnante, concesse ai suoi ascoltatori una breve pausa di respiro, una sorta di intermezzo tra i due possenti cicli di ascesa. Egli raccontò ai presenti in brevi parole, come egli stesso durante la sua ricerca spirituale aveva scoperto l’archetipo del corpo fisico, che si compone dei tre sistemi delle membra, del cuore e del capo. Secondo le sue parole questa triade gli si era rivelata già molto prima alla visione soprasensibile, ma solo «nell’ultimo decennio, durante la tempesta della guerra» egli era riuscito a «portare» questa esperienza spirituale ad una tale «maturazione» in sé da poterla prendere «dai mondi spirituali» ed esprimerla in forme di pensiero accessibili a tutti. Tutto questo fu poi pubblicato come «ampliamento» del libro Enigmi dell’anima (O.O. 21).

 

Rudolf Steiner concluse questa breve digressione nel passato facendo notare che prima si trattava del rinnovamento dell’autoconoscenza dell’uomo nel senso della sua vita «fisica» nei tre sistemi del suo corpo fisico e passò poi al successivo grado, al rinnovamento della formula dei misteri del «Conosci te stesso» sul piano animico.

A differenza del mondo fisico, nel mondo animico tutto riceve immediatamente un carattere essenziale. Qui non si tratta di cose o di forme apparenti («sistemi»), bensì di concreti esseri spirituali, che a questo grado si esprimono attraverso i loro involucri animici. Questi esseri possono manifestarsi all’uomo, se egli porta loro incontro una comprensione non solo intellettiva, bensì una nuova comprensione del cuore. Nell’uomo il cuore è la sede dell’anima. E così Rudolf Steiner si rivolse ora direttamente ai cuori dei presenti.

 

Aprire agli esseri dei mondi superiori le porte animiche del cuore,

farli divenire le guide nel cammino alla conoscenza di ciò che è nascosto dietro il fenomeno fisico-corporeo dell’uomo,

quale suo archetipo animico, questo è il contenuto del secondo grado.

 

Adesso Rudolf Steiner si rivolge agli «spiriti universali» delle gerarchie superiori che hanno la facoltà di «vivificare» l’anima dell’uomo; egli invoca soprattutto quell’essere della loro schiera che è collegato direttamente con la nascita della scienza dello spirito sulla terra e ciò significa anche con il processo di rinnovamento dei misteri iniziato nel Convegno di Natale. Questo è l’essere Anthropos-Sofia.16 Rudolf Steiner parlò testualmente dell’uomo, che «mentre accoglie in sé questa tripartizione [di membra, cuore e capo] nel giusto modo, come ieri è stato indicato, compenetrando e vivificando il suo cuore con Antroposofia» (O.O. 260, 25.12.1923).

 

Con queste parole egli si riferì alla conferenza della sera precedente, la prima conferenza di un ciclo serale di nove conferenze dal titolo «La storia del mondo alla luce dell’antroposofia e quale fondamento per la conoscenza dello spirito umano» che accompagnarono l’intero Convegno di Natale. In questa conferenza Rudolf Steiner parlò del fatto, che in oriente gli uomini in tempi antichi sperimentavano la tripartizione fisica dell’uomo nel loro rapporto con l’intero cosmo. Tale descrizione culmina nelle parole: «Nella testa [l’antico uomo orientale] era nella terra, nel torace e nel cuore si trovava nell’ambiente circostante [in particolare nel sole], nelle sue membra si trovava nel cosmo stellare… In quel tempo tutta la vita dell’uomo era strettamente congiunta con l’universo, con il cosmo» (0.0. 233, 24.12.1923). Nel nostro tempo questo antico sapere deve essere raggiunto nuovamente, però in un nuovo grado, grazie alla moderna scienza di iniziazione. Perciò queste parole si riferiscono in anticipo con tale chiarezza alla meditazione della Pietra di Fondazione data il giorno dopo. Infatti, una tale esperienza «cosmica» della tripartizione corporea dell’uomo è soltanto possibile se l’uomo «accoglie in sé questa tripartizione nel giusto modo», «compenetrando e vivificando il suo cuore con Antroposofia». E questo significa che anche Rudolf Steiner stesso nel suo cammino era giunto all’esperienza di questa tripartizione e ne fece poi il fondamento della meditazione della Pietra di Fondazione.

 

Così Rudolf Steiner all’inizio del secondo grado, quello «animico»

del rinnovamento dell’antico monito dei misteri «O uomo, conosci te stesso»

parlò della necessità di «compenetrare e vivificare il proprio cuore con Antroposofia».

 

È in questo infatti che consiste la premessa fondamentale per raggiungere tale grado. Ma come far sì che un tale essere dei mondi superiori compenetri e vivifichi il proprio cuore? Ciò è solamente possibile se Antroposofia entra veramente nel cuore, trovando in esso la sua dimora.

 

Se vogliamo descriverlo in un linguaggio più animico, possiamo dire:

Dobbiamo amare Anthropos-Sofia con tutte le nostre forze,17

allora entrerà nel nostro cuore e diverrà in esso una guida nel cammino di autoconoscenza.18

Solo così l’uomo comprenderà «nel giusto modo» la tripartizione del suo essere sul piano successivo,

quello animico dell’autoconoscenza e potrà realizzarla con la guida dell’essere vivente Anthropos-Sofia.

 

Questo chiarisce anche il perché Rudolf Steiner parlò più volte di rinnovare il «Conosci te stesso» secondo spirito, anima e corpo, seguendo tuttavia il processo di rinnovamento stesso nell’ordine inverso: Egli inizia con il corpo passando poi all’anima e allo spirito.

Infatti, il primo cammino è quello in cui l’iniziato odierno porta sulla terra dai mondi superiori il nuovo impulso spirituale, mentre l’ordine inverso (corpo – anima – spirito) rappresenta il secondo cammino, nel quale ogni uomo di buona volontà dal mondo fisico può innalzarsi in un primo momento al mondo animico e poi al mondo spirituale. Tuttavia, se questo cammino viene intrapreso sotto la guida dell’essere Anthropos-Sofia, possiamo distinguere con chiarezza tre stadi consecutivi. Anzitutto, come abbiamo visto, l’uomo fa entrare Anthropos-Sofia nel suo cuore;19 poi «accoglie in sé [nella sua anima] questa tripartizione nel giusto modo» [ i tre sistemi del corpo fisico], dopodiché cerca di riconoscerla con tutte le sue forze, non solo con il suo pensare ma anche con il suo sentire e volere, vale a dire con tutto l’uomo.

 

• «Impara a conoscere sentendo e volendo» così formulò Rudolf Steiner la natura del terzo stadio,

creandone il fondamento mediante la lettura

delle tre parti microcosmiche della meditazione della Pietra di Fondazione,

in cui si parla della trasformazione del pensare, sentire e volere (vivere) in Sofia microcosmica.

 

Adesso, trovandosi sotto la guida dell’essere soprasensibile Anthropos-Sofia, l’uomo può immergersi di nuovo nella tripartizione dell’organismo fisico per viverla sul piano animico. Le parole «compenetrando e vivificando» e «vivificandolo», pronunciate due volte da Rudolf Steiner caratterizzano esattamente la natura di questo grado:

«Compenetrando e vivificando il suo cuore con Antroposofia»

e «vivificandolo [l’uomo] gli spiriti universali».

 

Quest’ultimi sono innanzi tutto spiriti gerarchici collegati con la cosmica Sofia e la cui sfera d’azione si estende dagli spiriti della saggezza, i quali sull’antico sole donarono all’uomo il corpo eterico o vitale, fino agli angeli.19a

In tal senso possiamo comprendere anche l’esposizione di Rudolf Steiner nella seconda lettera ai Soci della Società Antroposofica:

• «L’Antroposofia può prosperare solo come qualcosa di vivente, poiché il suo tratto fondamentale è vita. Essa è vita fluente dallo spirito. Perciò vuole essere coltivata dall’anima vitale, dal caldo cuore» (O.O. 260a, 27.1.1924).

 

Questo processo di compenetrazione e vivificazione dell’intera vita dell’anima deve afferrare l’uomo con una forza tale, da divenire la tripartizione fisica del suo essere dinanzi al suo sguardo interiore per così dire, trasparente affinché le forze puramente spirituali che stanno alla base di essa emergano. Sono tre tipi di forze che si rivelano all’uomo se osserva con gli occhi dell’anima i tre sistemi del suo organismo terrestre.

In primo luogo l’uomo impara a comprendere con l’anima l’operare soprasensibile nel suo sistema del RICAMBIO e delle MEMBRA. Egli rivolge anzitutto l’attenzione a come, riconoscendo, mediante i suoi arti corporei può operare nel mondo dello spazio, partecipando ad esso attivamente e coscientemente.

Qui non si tratta di un riconoscere passivo, astratto, bensì di un riconoscere, grazie al quale l’uomo «nell’attivo comprendere il mondo» riconosce in esso «i suoi doveri, i suoi compiti, la sua missione» e dopodiché li «adempie».

 

In un tale divenir cosciente del rapporto con la sua azione nel mondo, l’uomo si avvicina alla comprensione del suo destino (del Karma) terreno, consistente nel compito o nella missione che egli stesso si è posto nel mondo spirituale con il suo io superiore direttamente prima della sua nascita terrena.

Da allora questo «piano spirituale» della sua imminente incarnazione è presente nelle forze soprasensibili, che stanno alla base della sua organizzazione delle membra. Riconoscendo la sostanza di queste forze, grazie alla guida dell’Anthropos-Sofia, l’uomo impara a comprendere la loro vera natura: essa è cosmica (universale) e nel contempo umana. Il suo aspetto cosmico è collegato con l’io superiore dell’uomo e quello umano con il suo io terreno.

Infatti, la realizzazione del «piano» sulla terra deve reggersi sulla coscienza terrena, vale a dire deve avvenire mediante l’azione individuale e libera dell’io comune dell’uomo.

La realtà spirituale che sta alla base è tuttavia l’unica e la stessa in entrambi i casi.

 

È «la sostanza dell’onnioperante amore umano e cosmico che è una parte della complessiva sostanza universale». Infatti, l’amore è quella forza magica nel mondo che si manifesta nello stesso modo sia nell’uomo, sia nell’intero cosmo spirituale, esso unisce entrambi in un insieme inseparabile e rivela con ciò il loro comune fondamento divino.20

Dell’«amore cosmico operante nell’amore umano» parlò Rudolf Steiner in tale connessione. Egli rilevò in modo del tutto particolare questo carattere in origine sostanziale dell’amore pronunciando nella sua caratterizzazione ben due volte la parola «sostanza».

 

In connessione alla descrizione di questo grado vanno ancora osservati due ulteriori aspetti. Infatti qui si tratta di un testo mantrico di eccezionale concentrazione, che descrive reali processi del mondo spirituale e perciò tutto quanto lo riguarda, fino alle singole parole, la loro successione e il ritmo interiore, ha un profondo significato.

Così ad esempio, la successione delle tre parole: doveri, compiti, missione, pronunciate da Rudolf Steiner nel caratterizzare l’attività spirituale eseguita dall’uomo mediante le sue membra, indica i tre elementi di cui è composto il Karma umano.

 

• Qui la parola «DOVERI» indica il Karma LUNARE che ci portiamo dal PASSATO

(dalle vite terrene passate);

• la parola «COMPITI» indica il Karma puramente TERRENO, creato da noi stessi nel

PRESENTE mentre ci poniamo determinati compiti nella vita e cerchiamo di adempierli;

• e la parola «MISSIONE», alla quale dobbiamo accedere in divenire appena in questa o in una prossima vita,

è connessa al Karma SOLARE che si sta formando gradualmente in noi

e il quale si realizzerà soltanto in FUTURO, nella misura in cui diventiamo servitori dell’umanità.

 

Un secondo aspetto è la necessità dell’attivo afferrare (riconoscere), rilevata con notevole forza da Rudolf Steiner in questo punto del testo, è l’attivo afferrare (riconoscere) collegato all’attività delle nostre membra, contrariamente alle diverse forme di rapporto passivo con la conoscenza superiore per scopi egoistici o interessi personali:

«Non nel tormentato, passivo comprendere il mondo,

bensì nell’ATTIVO afferrare» consiste il processo di conoscenza.

 

Questa energica accentuazione della necessità di sviluppare un riconoscere attivo, alla luce della comunicazione di Rudolf Steiner possiamo comprenderla nel fatto che il maestro guida del cristianesimo esoterico, Christian Rosenkreutz, a partire dal nostro tempo, diventerà il più grande martire dopo il Cristo.

• «I dolori che lo faranno un grande martire dipenderanno dalla circostanza, che gli uomini prenderanno troppo poco la decisione di guardare nella propria anima per cercare l’individualità che si evolve, sottraendosi al disagio che non venga loro presentata, come su un piatto di portata, la verità definita; essa va invece raggiunta con una calda lotta, con una seria ricerca, senza porre altre pretese in nome di colui che si indica con il nome di Christian Rosenkreutz» (O.O. 133, 20.6.1912).

 

Queste parole indicano con chiarezza quanto proprio il tormentato, passivo rapporto con la conoscenza, oggi così diffuso sia posto come eccessivo peso sulle spalle degli iniziati cristiani e soprattutto di Christian Rosenkreutz. Sollevare il suo fardello spirituale deve perciò essere per noi, quali allievi della scienza dello spirito, che oggi costituisce la continuazione del cristianesimo rosicruciano, il compito primario. Sebbene il nome di Christian Rosenkreutz non viene pronunciato durante la Posa della Pietra di Fondazione, ci viene comunque comunicata in questo modo, anche se celato, la sua partecipazione all’evento.

 

È in particolare il collegamento delle parole indicate con la sfera delle membra, e ciò significa anche del sistema osseo, a parlare del compito principale postosi dai veri rosacroce sin dall’inizio: il lavoro interiore alla pietra filosofale o ciò che è la stessa cosa, la completa spiritualizzazione del corpo umano fisico (fino entro il sistema osseo) mediante la sua compenetrazione con le forze del «fantoma» risorto dal sepolcro del Golgota.21

(Nell’ulteriore corso della Posa della Pietra di Fondazione il collegamento con Christian Rosenkreutz emerge con maggiore chiarezza con l’inserimento dei tre motti rosicruciani nelle parti macrocosmiche della meditazione della Pietra di Fondazione, i motti rosicruciani, che costituiscono il punto centrale spirituale e la sorgente primaria delle forze spirituali del cristianesimo esoterico.)

 

In tutt’altro modo Rudolf Steiner descrive le forze spirituali che agiscono alla base del SISTEMA RITMICO. Anche queste oggi devono presentarsi dinanzi all’anima guidata da Anthropos-Sofia, riconoscendo. Divenuto trasparente per il corpo animico, il sistema del cuore e del polmone rappresenta l’immagine microcosmica dei grandi ritmi cosmici che riempiono l’universo. Un «meraviglioso segreto che regna fra cuore e polmone”, così Rudolf Steiner definisce quest’immagine dei «ritmi universali che agiscono attraverso millenni ed eoni nel ritmo del polso e del sangue».

In questa seconda fase del secondo grado, quello animico abbiamo l’elemento animico per eccellenza. Infatti secondo l’antica tradizione dei misteri il cuore è la «sede dell’anima» nell’uomo ed è per questo che in tale contesto Rudolf Steiner parlò anche della «vita animica universale nell’uomo» che diviene ad egli accessibile come «percezione interiore».

 

Per potere tuttavia partecipare coscientemente a questo processo, l’uomo deve anzitutto trasformare il suo cuore in un nuovo organo di percezione, in grado non solo di afferrare idee e concetti nel mondo, bensì la sostanza della saggezza stessa. Poiché colmare l’uomo con la «vita animica universale» significa che il suo avvicinarsi interiore all’anima universale o divina saggezza universale, alla Sofia, può essere raggiunto soltanto se tutto quanto avviene nel sistema ritmico «viene compreso in maniera piena di saggezza con il cuore quale organo di conoscenza».

Allora, dalla sfera della divina Sofia si manifesta all’uomo ciò che spiritualmente sta alla base del sistema ritmico. Questi sono «gli archetipi universali donati da Dio [i quali] efficacemente manifestano il cosmo traendolo da sé». E così, qui si tratta della «rivelazione» della Sofia «piena di saggezza» delle «immagini primordiali dell’esistenza universale», accessibili alle facoltà conoscitive dell’uomo, quando egli penetra nel duplice segreto del sistema ritmico: in un primo momento nel vivere come il ritmo universale nel cuore diventa ritmo umano e poi come questo ritmo si individualizza mediante ciò «che misteriosamente in forma animico-spirituale si svolge fra polmone e cuore».

 

Questo conduce all’unione del cuore umano, quale nuovo organo di conoscenza, con la sfera della Sofia per accogliere da essa le «immagini primordiali dell’esistenza universale» custodite nel suo grembo.

Nel passaggio dal sistema ritmico al CAPO si nota subito il ripetersi delle parole «percepire col sentimento». Se in riferimento al cuore incontriamo il verbo sentire solo una volta («quando in se stessi si sente il misterioso passaggio fra ritmo universale e ritmo del cuore»), in riferimento al capo invece viene usato due volte («quando l’uomo in maniera giusta percepirà col sentimento» e, «percependosi col sentimento nel suo sistema del capo»).

Ciò è connesso alla condizione che in ogni caso deve essere assolta se l’uomo vuole penetrare coscientemente nelle forze spirituali che agiscono alla base del suo capo. E questa condizione consiste nel fatto che l’uomo superi il carattere intellettuale del suo pensare. Ma questo è soltanto possibile quando, per avvicinarsi alla comprensione delle forze spirituali nel suo capo, l’uomo compie anzitutto quanto descritto da Rudolf Steiner come «riversare il calore del cuore nel sistema del capo».

 

L’uomo deve imparare non solo a pensare con la testa,

ma anche a «sentire« il suo contenuto.22

 

Nelle Massime antroposofiche (O.O. 26) Rudolf Steiner formulò questo ideale nel seguente modo: «Egli [l’uomo] pensa sì con la testa, ma il cuore sente il chiarore o l’oscurità del pensiero» (pag. 104).

Soltanto nel compiere questo, continuando a seguire la guida dell’Anthropos-Sofia, l’uomo può rendere animicamente trasparente allo sguardo interiore anche il sistema del capo, per «sperimentare nella propria entità i pensieri universali operanti, agenti, tramanti» che costituiscono il vero e proprio contenuto della sfera della Sofia.

 

Infatti, ciò che l’uomo sperimenta solo in forma d’ombra,

quale contenuto del suo pensare sulla terra,

in realtà è un’IMMAGINE dei «pensieri universali» della divina Sofia.

Per il rinnovamento del monito dei misteri «Conosci te stesso» nel secondo grado,

quello animico è quindi necessario portare a compimento le seguenti tre fasi con l’aiuto di esercizi interiori:

 

In primo luogo : dare inizio all’attivo e cosciente adempimento

dei propri compiti e doveri spirituali nel mondo;

In secondo luogo: trasformare il proprio cuore in un nuovo organo di conoscenza;

In terzo luogo : compenetrare il proprio sistema del capo con il calore del cuore.

 

L’uomo può raggiungere le mete del secondo grado soltanto se trasforma i tre sistemi in tal senso.

Allora, per la sua comprensione animica essi diventano per così dire trasparenti

ed egli sarà in grado di «afferrare» nei suoi tre sistemi «la triade di ogni esistenza:

amore universale, operante nell’amore umano,

immaginazione universale operante nella formazione dell’organizzazione umana,

pensieri universali, misteriosamente operanti nei sostrati dei pensieri dell’umanità».

 

Qui è l’essere vivente Anthropos-Sofia stesso a dischiudere all’uomo l’accesso alle tre forze cosmiche che operano spiritualmente nelle profondità del suo essere animico: all’amore universale, alle immaginazioni universali, ai pensieri universali.

Per caratterizzare le diverse forze cosmiche che compenetrano i tre sistemi fisici dell’uomo: l’amore, l’immaginazione e i pensieri universali, Rudolf Steiner in ogni singolo caso usò parole chiave particolari, la cui comprensione ci rivela il significato spirituale dell’evento e può trasformare il testo da egli pronunciato in un organismo mantrico.

 

Così

• l’amore universale nel sistema delle membra è presente in maniera «sostanziale»,

• le immaginazioni universali si «manifestano» nei ritmi del cuore e del polmone,

e i pensieri universali «agiscono» nelle profondità dal capo umano.

Questa sequenza: sostanza – manifestazione – azione – ha un profondo significato.

Per comprenderla bisogna rivolgersi all’articolo di Rudolf Steiner «L’avvenire dell’umanità e l’attività di Michele»

(O.O. 26).

 

Qui egli descrive come

• le gerarchie divino-spirituali che crearono il cosmo e l’uomo,

per dare all’uomo la possibilità di diventare un essere libero, a poco a poco lasciarono il cosmo che lo circonda.

• In conseguenza, per la comprensione umana questo si è trasformato in una gigantesca opera morta

dove tutto soggiace soltanto alle leggi di misura, numero e peso.

Questo lento «processo di morte» del cosmo con lo scopo di creare le condizioni oggettive,

affinché l’uomo possa sperimentare la sua libertà,

(poiché ciò che è morto ed esiste soltanto secondo le leggi di misura, numero e peso

non può recare nessuna costrizione), avviene in quattro fasi.

 

• All’inizio le gerarchie divino-spirituali erano presenti nel cosmo come sostanza

e l’uomo che dimorava nel loro grembo non aveva alcuna separata esistenza individuale,

egli era solo una parte costitutiva di esse.

• Poi le gerarchie ritrassero il loro essere dal cosmo

e al posto della loro diretta presenza, lasciarono in esso soltanto la loro manifestazione.

Qui si tratta dell’antichissima epoca dell’evoluzione terrestre,

quando tutti gli uomini disponevano ancora di una offuscata chiaroveggenza atavica.

• Dopodiché le gerarchie si allontanarono di un altro passo dal cosmo,

ora portando con sé anche la loro manifestazione e lasciando al suo posto soltanto la loro attività.

 

Questo periodo dell’evoluzione della terra corrisponde al tempo della massima fioritura degli antichi misteri,

in cui mediante diverse forme di iniziazione, uomini preparati in modo speciale,

dimorando al di fuori del loro corpo fisico, erano in grado di contemplare l’attività degli Dei nei mondi spirituali

e di regolare le loro questioni terrene in conformità.

 

• Infine le gerarchie si ritrassero dal cosmo fino al punto tale, da divenire esso un’opera da loro indipendente,

che si basa unicamente sui principi di misura, numero e peso, accessibile alla ricerca scientifica esteriore.

Possiamo raffigurarci questo morire del cosmo

anche come un processo di graduale discesa dell’uomo nel mondo della materia,

un mondo che rappresenta l’ultimo grado evolutivo: quale creazione, abbandonata del tutto dai suoi creatori.

• Da questo mondo materiale, dopo avere conseguito in esso l’esperienza dell’io individuale e della libertà personale,

l’uomo deve risalire di nuovo nel regno delle gerarchie superiori,

ora tuttavia in piena coscienza come individualità libera.

 

Ma il fondamento per una simile risalita fu posto nell’uomo stesso,

infatti, il mistero dell’uomo, quale coronazione della creazione, consiste nel fatto,

che tutto ciò che nel mondo esterno avviene nel tempo,

è nel contempo presente nell’uomo come in uno spazio spirituale, rendendolo così non solo un essere terreno,

bensì anche un essere cosmico, facente parte dell’intero cosmo.

 

Soltanto nella sostanza minerale del suo sistema osseo l’uomo è completamente parte del mondo della morte

o, ciò che è la stessa cosa, dell’ «opera» abbandonata dagli Dei.23

Questo riguarda anche i suoi organi dei sensi con il cui aiuto

egli percepisce il mondo esteriore quale «opera» abbandonata dagli Dei.24

 

• Anche nel nostro tempo l’uomo porta in sé l’attività degli Dei

già nelle forze spirituali che stanno alla base del suo capo;

• nel sistema ritmico egli porta in sé la loro manifestazione

• e nel sistema del ricambio e dei muscoli la loro presenza sostanziale

che si rivela soprattutto nella realizzazione del suo Karma.25

 

In una unica e nel contempo trinitaria immagine

l’uomo rappresenta tutte le fasi precedenti dell’evoluzione del cosmo, dal suo inizio fino al momento attuale.

E sono tutte presenti nell’uomo contemporaneamente,

• «… amore universale, operante nell’amore umano;

• immaginazione universale operante nella formazione dell’organizzazione umana;

• pensieri universali misteriosamente operanti nei sostrati dei pensieri dell’umanità».

 

Tuttavia la presenza di queste forze cosmiche nell’uomo non è soltanto un ricordo del passato,

ma porta in sé anche il germe della sua evoluzione futura

che consiste nel percorso individuale e cosciente del suo cammino «dal basso all’alto»,

del percorso, un tempo intrapreso dall’uomo senza la sua volontà,

nella sua discesa nel mondo della materia «dall’alto al basso».26

 

In altre parole, ciò che un tempo avvenne nell’universo sul piano dell’esistenza,

ora deve essere ripetuto dall’uomo nella direzione capovolta

sul piano della sua coscienza (n.d.t. dell’esistenza cosciente), ampliando le sue facoltà di conoscenza

oltre i limiti del mondo della «creazione» materiale (dell’ «opera») nelle sfere superiori dell’esistenza.

 

Nella continuazione del suo discorso, Rudolf Steiner descrive questa ascesa dal grado della comune coscienza oggettiva, appartenente all’ambito dell’«opera» degli Dei, ai tre stati di coscienza superiori (l’immaginazione, l’ispirazione e l’intuizione) che aprono un nuovo accesso al mondo delle gerarchie. In forma eccezionalmente concentrata egli indica i tre gradi ascendenti, che l’uomo deve percorrere nella sua evoluzione interiore, elevandosi dall’esperienza dell’azione degli Dei alla loro manifestazione e poi al loro essere spirituale.

• «Egli [l’uomo] afferrerà questa tripartizione [la sostanza dell’amore, la manifestazione delle immagini primordiali e l’azione dei pensieri universali] e si riconoscerà quale uomo individualmente libero nell’operante agire cosmico degli Dei, quale… uomo individuale nell’uomo universale, agente quale uomo individuale nell’uomo universale per il futuro dei mondi».

In queste poche parole possiamo distinguere con chiarezza tre gradi consecutivi che ogni uomo deve percorrere nel cammino di conoscenza dal regno degli uomini al regno delle gerarchie superiori.

 

• Quando egli con la coscienza

dalla sfera dell’«opera» passa nell’ambito dell’«azione» (il grado dell’immaginazione),

egli si riconosce anzitutto quale «uomo individualmente libero

nell’operante agire cosmico degli Dei» nel cosmo.

• Quando egli si eleva ulteriormente dalla sfera dell’«azione» al successivo ambito della «manifestazione»

allora egli si sperimenta quale «uomo individuale nell’UOMO UNIVERSALE» (il grado dell’ispirazione).

• Secondo Rudolf Steiner quest’ultimo fu creato nei mondi spirituali

dalla globalità di tutte le nove gerarchie celesti.

 

In un’intera serie di conferenze, in particolare in quelle tenute dopo il Convegno di Natale, possiamo trovare le descrizioni del comune agire delle gerarchie per creare l’«uomo universale» o Adamo-Kadmon nel cosmo, che si estende dalla terra attraverso le sfere di tutti i sette pianeti fino al cerchio delle stelle fisse (vedi p. es. 0.0. 110 e 0.0. 239, 25.5.1924).

Ora l’uomo si unisce alle «manifestazion di questo «uomo universale» conservando però anche in queste alte sfere la propria individualità conseguita sulla terra.

 

• Infine, quando l’uomo si eleva al terzo grado, quello più alto (dell’intuizione),

egli incontra gli Dei nella loro entità (sostanza) e con ciò come individualità

egli può diventare il loro collaboratore nella creazione di un nuovo cosmo,

che in futuro deve sostituire quello vecchio, morente (vedi 0.0. 13 e 0.0. 219, 31.12.1922).

• D’ora in poi egli diviene creativo «agente quale uomo individuale nell’uomo universale per il futuro dei «mondi»,

raggiungendo così la fase evolutiva, in cui per la prima volta

egli è in grado di mostrare al mondo spirituale le sue forze creative

come rappresentante della decima gerarchia della libertà e dell’amore.

 

Con ciò

• il punto di partenza dell’evoluzione individuale o il suo alpha è la libertà

• e l’ultima e suprema meta o il suo omega è l’amore,

quale forza creativa cosmica che rende l’uomo simile agli Dei.

• A partire da oggi, l’uomo con la sua individualità

può divenire partecipe all’attività creativa delle gerarchie e il loro «amico» e collaboratore cosciente.

• È infatti una caratteristica fondamentale del nostro tempo il fatto

che dobbiamo imparare a lavorare in armonia con gli Dei

e soprattutto con il loro rappresentante, l’attuale spirito del tempo:

«Gli uomini devono collaborare con gli Dei, con Michele stesso» (0.0. 240, 19.7.1924).

 

E oggi questo significa

«rinnovare dai segni del tempo presente, l’antico monito ‘Conosci te stesso!’»

È dunque possibile riassumere nel seguente modo

il cammino di rinnovamento di questo monito nel secondo grado, quello animico:

 

 

Questo cammino dalla libertà all’amore o da alpha a omega consiste nell’ulteriore sviluppo dell’individualità umana,

che nell’attuale epoca, può emergere completamente nella più alta parte costitutiva dell’anima umana,

l’anima cosciente.

In essa l’io individuale raggiunge il suo massimo sviluppo e sperimenta la sua libertà interiore nell’equilibrio

tra gli influssi del corpo che lo limitano dal basso e le leggi dello spirito che lo limitano dall’alto.

 

Già Schiller nelle sue Lettere sull’educazione estetica dell’uomo rilevò la particolare importanza di questa centrale sfera animica, dove unicamente l’uomo può vivere la sua libertà individuale e sviluppare nel contempo la sua piena umanità. E così nelle parole citate da Rudolf Steiner, abbiamo la quintessenza della sua Filosofia della libertà.

 

• Le parole «si riconoscerà quale uomo individualmente libero nell’operante agire cosmico degli Dei»

costituiscono la più alta meta della sua prima parte

(il riconoscere se stesso quale spirito libero entro la totalità gerarchica)

• e le parole «agente quale uomo individuale nell’uomo universale per il futuro dei mondi»

la più alta meta della sua seconda parte (la collaborazione creativa con gli Dei partendo dall’intuizione morale).

 

Come illustrato in un altro libro dell’autore,27 la nascita de La filosofia della libertà e delle altre prime opere di Rudolf Steiner era connessa al dato di fatto, che Rudolf Steiner fu l’unico uomo che alla fine del IXX secolo sperimentò in piena coscienza il passaggio soprasensibile dell’Anthropos-Sofia attraverso l’anima cosciente dell’umanità. (Più tardi, nella conferenza del 3 febbraio 1913 egli ha descritto la natura di questo processo).

Il processo stesso si concluse nell’anno 1899, quando con la fine del periodo oscuro, il Kali Yuga, all’umanità si dischiuse la possibilità di avere un rapporto del tutto nuovo con il mondo spirituale.

 

Dopo avere Anthropos-Sofia compiuto il suo passaggio attraverso l’anima cosciente, nel mondo spirituale (dalla sfera del sè spirituale) essa ora potè presentarsi dinanzi all’umanità come essere autonomo e indicarle la via alla vera autoconoscenza e ciò significa la via per conseguire i gradi evolutivi superiori indicati sopra come attività, manifestazione e sostanza.

 

Oggi Anthropos-Sofia vuole condurre l’umanità a questi gradi, aprendo all’uomo l’accesso

• al primo grado in modo tale che egli partecipi ai pensieri universali della terza gerarchia,

• al secondo grado in modo tale che egli partecipi alle immaginazioni universali della seconda gerarchia

• e al terzo grado in modo che partecipi all’amore universale della prima gerarchia.

 

Dal punto di vista delle sue mete, questo cammino può essere descritto come segue:

Nel percepire i pensieri universali che agiscono alla base del capo, a poco a poco

l’uomo può divenire «individualmente libero nell’operante agire cosmico degli Dei».

Nello scorgere le immaginazioni universali (le immagini primordiali),

che si manifestano nel suo sistema del cuore e del polmone,

l’uomo si unisce con il suo archetipo cosmico o «uomo universale» costituito da tutte le nove gerarchie.

• E infine nel percepire la sostanza dell’amore universale,

operante nel suo sistema delle membra e del ricambio,

l’uomo può iniziare ad operare «nell’uomo universale per il futuro dei mondi»

e a fare con ciò il primo passo nel suo cammino verso il divenire decima gerarchia.

 

Quanto detto può essere illustrato con le parole de La filosofia della libertà  nel seguente modo:

 

         Prima fase:

         pensare libero dai sensi                  

conduce all’esperienza dell‘agire degli Dei

nei pensieri universali

Seconda fase: fantasia morale

(o immaginazioni morali)

conduce all’esperienza «dell’uomo universale»

quale manifestazione degli Dei

Terza fase:

dalle quali scaturiscono vere …(?)

conducono all’attività creativa

entro «l’uomo universale», che rende possibile

giungere ad una unione con l’essere degli Dei.

 

Nel senso di quanto detto, acquisisce importanza il fatto che Rudolf Steiner a conclusione della conferenza del 3 febbraio 1913 dal titolo «L’essere dell’Antroposofia», in cui egli descrisse i principali gradi evolutivi dell’Anthropos-Sofia, rivelò la necessità dell’auto-conoscenza, alla quale questo elevato essere spirituale che oggi dalla sfera del sè spirituale si rivolge all’uomo, lo chiama e lo vuole condurre. È da questo appello all’autoconoscenza e al suo necessario rinnovamento dagli impulsi micheliani del tempo ad avere inizio l’intero atto cultico di Posa della Pietra di Fondazione.

Attraverso i successivi ritmi, l’appello all’autoconoscenza

continua a compenetrare l’intero Convegno di Natale,

ciò che testimonia ancora una volta la partecipazione dell’essere Antroposofia ad esso.

 

Per questo motivo Rudolf Steiner la nominò in questo grado «animico» di formazione della Pietra di Fondazione – come dieci anni prima – con il suo nome rivolgendosi ad essa, quale essere vivente dei mondi soprasensibili o Anthropos-Sofia.

Qui va anche considerato che Rudolf Steiner aveva tenuto la conferenza «L’essere dell’Antroposofia» in occasione della prima assemblea annuale della Società Antroposofica, la quale ora era del tutto indipendente dalla Società Teosofica. In entrambi i casi, sia nell’anno 1913 come pure nel 1923, si trattava quindi della fondazione di una comunità di uomini, che sulla terra vogliono mettersi al servizio di questo essere spirituale.

 

Dopo aver così concluso il secondo grado, quello animico del rinnovamento dell’antico monito dei misteri «Conosci te stesso!», Rudolf Steiner concesse ai suoi ascoltatori di nuovo una breve pausa. Dopo la possente ascesa, ciascuno dei presenti ottiene la possibilità di ritornare in se stesso per partecipare poi con rinnovate forze interiori ancor più attivamente all’evento.

Rudolf Steiner colmò questo secondo intermezzo con una breve digressione nella storia spirituale dell’antica Grecia, rilevando che per l’antico Greco il suo io «non era ancora diventato così astratto», per così dire «confluito nell’astratto punto dell’io» come negli uomini del presente.

 

Per superare tuttavia questa astrattezza in riferimento all’io, nella nostra epoca dobbiamo rinnovare la formula «Conosci te stesso!» secondo la «natura umana compresa come un’unità”, partendo da «spirito, anima e corpo». Soltanto allora sarà possibile rinnovare «l’antichissimo motto solare, il motto di Apollo».

Dopo queste parole, riferite ancora una volta al compito centrale del processo cultico di Posa della Pietra di Fondazione, Rudolf Steiner passò al successivo, TERZO GRADO di rinnovamento dell’autoconoscenza umana, adesso dall’alta SFERA DELLO SPIRITO.

In un primo momento tuttavia, egli indicò nuovamente i «segni del tempo», vale a dire l’impulso di Michele, l’odierno spirito del tempo, dalle cui forze fu compiuto l’intero evento cultico di Posa della Pietra di Fondazione.

 

Per tre volte Rudolf Steiner indicò l’impulso di Michele senza pronunciare il suo nome: all’inizio del primo grado, quello «corporeo» e alla fine del secondo grado, quello animico egli parlò dei «segni del tempo presente», partendo dai quali ebbe luogo il rinnovamento della formula «Conosci te stesso!» durante il Convegno di Natale.

Ma soltanto all’inizio del terzo grado, quello spirituale, Rudolf Steiner pronunciò per la prima volta la formula puramente occulta «segni del tempo», dopo avere menzionato la relazione dell’auto-conoscenza con l’impulso solare di Apollo, nella cui figura agli antichi Greci si manifestò Michele, quale Arcangelo solare guida.28

Con ciò egli testimoniò che nei mondi spirituali Michele era l’ispiratore della triade, la quale, come abbiamo visto, costituisce l’archetipo dell’essere umano.

 

«Ma noi se in giusta maniera dai segni del tempo rinnoviamo questo motto, dobbiamo dire:

O anima umana, conosci te stessa

nel tuo vivente tessere in spirito, anima e corpo».

Nel terzo grado questa antica formula dell’autoconoscenza

deve ora essere rinnovata dalle forze dello spirito.

• Ciò che nel primo grado era ancora in vaste proporzioni un ricordo del passato

(«Esercita il ricordare nello spirito»), poiché l’uomo porta con sé

i tre sistemi della sua organizzazione fisica dalla precedente evoluzione del mondo;

• ciò che nel secondo grado ha avuto il suo passaggio nel presente

(«Esercita il riflettere nello spirito»), poiché l’uomo può sperimentarsi

quale essere individualmente libero soltanto nella sua anima;

• nel terzo grado, quello conclusivo deve condurlo nel futuro,

che davanti ad egli dischiude la nuova possibilità di divenire per la prima volta,

dal vedere nello spirito («Esercita il vedere nello spirito»), un essere creativo nell’universo.

 

Ciò che significa questo, venne mostrato da Rudolf Steiner a tutti i presenti al Convegno di Natale con la creazione della Pietra di Fondazione della Società Antroposofica Universale dalle supreme forze dell’universo.

 

Per questo i tre sistemi del corpo fisico per lo sguardo interiore dell’iniziato moderno

devono anzitutto diventare trasparenti, non più soltanto sul piano animico, bensì sul piano spirituale.

• Adesso non si tratta più della conoscenza dell’uomo, quale essere terreno (il grado corporeo)

• e nemmeno della conoscenza delle gerarchie divino-spirituali

che agiscono nell’uomo o dell’ «uomo universale« (il grado animico),

• bensì della conoscenza delle supreme forze, fluenti dalla sfera della divina Trinità

che si trova al di là del cosmo creato e di tutte le nove gerarchie ad esso collegate.

Qui l’apparizione della sfera della divina Trinità deve essere indagata nei tre sistemi dell’essere umano fisico.

 

In tale connessione si nota che Rudolf Steiner nel suo discorso non parlò dell’azione del Padre, del Figlio e dello Spirito, ma al posto della parola «Figlio» egli indicò il nome del Cristo (come poi venne espresso anche nella meditazione della Pietra di Fondazione).

 

In ciò egli segue la tradizione esoterica del vero rosicrucianesimo.

Per una migliore comprensione di questo fatto va considerato quanto segue.

Il cosmo materiale che circonda l’uomo ed è accessibile ai suoi organi di senso esteriori

è un grande ricordo all’originario atto della creazione di Dio Padre

che con l’aiuto delle gerarchie ha creato il nostro universo.

Tuttavia nell’odierno cosmo materiale le forze del Padre non sono più presenti.

Esse lo abbandonarono insieme alle gerarchie,

perché l’uomo possa giungere all’esperienza della libertà in questo cosmo morto.

Ma quando questa sarà raggiunta, egli dovrà condurre se stesso e il mondo che lo circonda alla piena spiritualizzazione.

In questo senso la divinizzazione (il divenire decima gerarchia) è la meta dell’uomo

e la spiritualizzazione la meta del mondo che lo circonda.

 

E l’una come l’altra è raggiungibile nella linea evolutiva che dal Padre conduce allo Spirito,

nella quale può essere conseguita sia la divinizzazione dell’uomo, sia la spiritualizzazione del mondo.

Padre Spirito

 

• La realizzazione del passaggio dal Padre allo Spirito è tuttavia collegata al superamento dell’abisso formatosi tra il mondo dello Spirito e l’originario atto di creazione del Padre in seguito al dato di fatto, che le sue forze si ritrassero dal cosmo. E non può avvenire senza la venuta del Figlio, il quale, arrivando come Cristo dal supremo mondo spirituale, discese nelle profondità della materia abbandonata dalle forze del Padre e divenne Uomo divino sulla terra.

Con ciò il Cristo come Figlio di Dio e seconda Persona della Santa Trinità si unì esistenzialmente con il mondo della materia morta e conferì ad esso, attraverso la sua resurrezione, la possibilità di collegarsi finalmente con lo spirito fino alla completa spiritualizzazione di tutto ciò che esiste o detto antropologicamente:

• egli conferì all’io umano nel suo aspetto personale l’esistenza eterna;

• nel contempo gli aprì un cammino cosciente verso lo spirito

fino alla meta finale del divenire Dio.

 

Con ciò la personalità terrena dell’uomo o come dicevano i rosacroce medievali, la sua «Persona”,29

riceve l’eterno essere indistruttibile nella forma irripetibile in cui appare in ogni incorporazione

nei tre sistemi dell’organizzazione fisica al portatore terreno.

 

Così, quando nell’indicare le tre Persone della Trinità

Rudolf Steiner pronunciò di nuovo il nome del Cristo invece di parlare del Figlio,

egli non solo rilevò che il Cristo è il vero Figlio di Dio, ma con ciò egli indicò anche il mistero della «Persona»,

che attraverso l’atto del Cristo sul Golgota per la prima volta ricevette l’Essere eterno.

 

Rudolf Steiner lo illustrò nel seguente modo:

• «È proprio questo il progresso intervenuto mediante il cristianesimo,

il fatto che la personalità viene portata con sé nell’eterno.

Per cui è giusto il principio cristiano: Tu risorgerai con il tuo corpo trasfigurato,

vale a dire la personalità diviene eterna mediante l’atteggiamento cristiano» (O.O. 264, corsivo di R.S.).

 

Con ciò Rudolf Steiner svelò effettivamente

il più importante mistero dell’intera esistenza terrena che nel linguaggio occulto dei numeri dice:

«L’elemento ternario diventa quaternario» (0.0. 121, 11.6.1910).

Questa espressione occulta può essere compresa nel seguente modo.

 

Le forze della originaria Trinità, che a suo tempo conferirono l’esistenza ai mondi di saturno, sole, luna,

sulla terra mediante l’atto del Cristo si trasformarono in qualcosa di completamente nuovo.

• Se l’esistenza di Saturno è nata dalle forze del Padre, che agivano mediante gli spiriti della prima gerarchia;

• l’esistenza del Sole è nata dalle forze del Figlio, che agivano mediante gli spiriti della seconda gerarchia;

• e l’esistenza della Luna dalle forze dello Spirito Santo mediante le entità della terza gerarchia,

• sulla Terra, dal comune agire di queste forze nella personalità terrena dell’Uomo divino nasce un principio nuovo,

il quarto principio o il principio della «Persona« (Personalità) quale portatore dell’elemento dell’amore,

del più alto significato dell’intera evoluzione della terra .

 

«Viene veramente generato un quarto elemento in aggiunta ai tre precedenti,

e questo quarto elemento è l’elemento dell’amore« (ibidem, corsivo di R.S.).

In questa «Persona« divinizzata, colmata dall’elemento dell’amore,

l’io umano consegue il suo eterno essere indistruttibile.

 

Tutto ciò trovò la sua espressione nella generale composizione della meditazione della Pietra di Fondazione,

consistente in tre parti, che descrivono l’azione delle forze

del Padre, del Cristo (il Figlio) e dello Spirito Santo nell’uomo e nel cosmo

e nella quarta parte la nascita dell’eterna Personalità (Persona) dalle azioni del Cristo sulla terra.

Figlio

Padre Spirito

Cristo – Gesù

Uomo divino

La persona divenuta eterna

 

Questo significa che grazie al Mistero del Golgota e alla successiva unione con l’evoluzione dell’umanità, il Cristo manifestò sulla terra fino entro la Sua organizzazione fisica, l’intera pienezza della forze della Santa Trinità.

Infatti come Figlio di Dio Egli portò di nuovo sulla terra l’intera pienezza delle forze del divino Padre,30 tuttavia non nella forma originaria da cui un tempo nacque il mondo , bensì in una forma data dallo Spirito Santo, cosicché da allora questa è accessibile alla coscienza individuale di ogni uomo (vedi O.O. 214, 30.7.1922).

 

Questa unione di Alfa e Omega, del suo principio e della fine, entro l’evoluzione della terra,

l’apparizione dell’originaria manifestazione del Padre e la finale spiritualizzazione generale nello Spirito,

per il fatto che il divino «Io Sono» del Figlio si fece carne

(«Io sono l’Alfa e l’Omega, il principio e la fine», Ap 1,8), fu realizzata dal Cristo,

facendo penetrare le forze della Trinità in tutti i tre sistemi dell’organismo umano,

dove da allora possono essere trovate dall’iniziato cristiano

che ha raggiunto il grado intuitivo della conoscenza soprasensibile.

 

Soltanto una tale penetrazione delle forze della Santa Trinità nell’organismo tripartito dell’uomo

potè trasformare il corpo terreno di Gesù nel Santo recipiente (il Gral) o nel Tempio

(Gv 2,21) in cui l’ «Io Sono» macrocosmico del Cristo potè manifestarsi completamente.

 

Infatti, il corpo umano nella sua configurazione è un’espressione dell’io agente in esso

e questo significa che i suoi tre sistemi dovettero divenire l’immagine delle forze della Santa Trinità

affinché l’Io divino del Cristo potesse manifestarsi in esso.

Perciò dalla propria esperienza intuitiva Rudolf Steiner potè dire:

«Chi guarda alla croce del Golgota deve guardare al contempo alla Trinità» (0.0. 214, 30.7.1922).

 

E durante il Convegno di Natale egli illustrò così la sua contemplazione intuitiva,

la cui sorgente fu l’«essere» stato spiritualmente «dinanzi al Mistero del Golgota»:

• «Allora avremo compreso ciò che è alla base di tutto l’essere umano, questa sostanza universale, in cui esiste, opera e vive lo Spirito che fluisce dalle altezze e si manifesta nel capo umano, la forza-Cristo che opera all’intorno, che tesse con le arie ruotando intorno alla terra, che agisce e vive nel nostro sistema respiratorio – e le forze che nelle profondità salgono dall’interno della terra e agiscono nelle nostre membra.»

 

 

Nelle parole citate si nota che in esse la direzione delle forze d’azione dello Spirito e del Padre è opposta alla direzione descritta nella meditazione della Pietra di Fondazione, dove le forze del Padre agiscono dalle altezze, le forze dello Spirito invece dalle profondità.

 

Ciò è connesso al fatto, che nella meditazione l’agire delle forze della Santa Trinità è rappresentato

come queste si manifestano nell’intera evoluzione della terra,

mentre nel processo di conformazione della Pietra di Fondazione, si presentano come agiscono nell’essere umano,

costituendo il suo fondamento spirituale («ciò che è alla base di tutto l’essere umano»).

Soltanto le forze del Cristo in entrambi i casi agiscono nello stesso modo,

mentre uniscono l’uomo e l’universo, il microcosmo e il macrocosmo in un tutt’uno unitario.

*

Prima di dare inizio alla descrizione del terzo e più alto grado di rinnovamento del monito consacrato «Conosci te stesso!» per mezzo di Rudolf Steiner, dobbiamo osservare la sua cardinale differenza rispetto ai due precedenti gradi.

 

• Ciò che nel primo grado (nel grado «corporeo») era ancora un riconoscere puramente umano (terreno)

• e nel secondo grado (nel grado «animico») un comune agire con l’essere soprasensibile Anthropos-Sofia

(quale rappresentante delle gerarchie divino-spirituali),

• nel terzo grado o grado dello spirito deve divenire attività creativa dell’uomo stesso.

• L’uomo stesso, adesso deve parlare alle gerarchie come creatore, ma non nel linguaggio della conoscenza pensante

e nemmeno nel linguaggio della comprensione del cuore (usando il cuore come nuovo organo di conoscenza),

bensì nel linguaggio della volontà creativa  compenetrata dalle forze del capo e del cuore.

 

Infatti, nel mondo spirituale esiste solo l’azione creativa delle entità divino-spirituali (gerarchie)

e per cui il dimorare in esso coscientemente significa una costante creatività spirituale

alla quale adesso anche Rudolf Steiner avanza con solennità.

D’ora in poi, mediante la libera azione creativa dell’uomo

deve nascere qualcosa di nuovo nel mondo spirituale stesso.

 

E con questo atto creativo Rudolf Steiner si congiunge direttamente con la corrente delle forze creative

derivanti dal Mistero del Golgota.

Infatti, il cristianesimo nel suo più profondo essere

non è venuto nel mondo come un’ulteriore insegnamento della saggezza,

bensì come un’azione creante un nuovo cosmo,

posta al centro dell’evoluzione del mondo quale sorgente di forze creative inesauribili per tutte le gerarchie

e soprattutto per l’uomo, quale rappresentante della futura decima gerarchia, chiamata a coronare la totalità gerarchica.

 

• «Ciò che è entrato nel mondo con il cristianesimo», illustrò Rudolf Steiner, «andrà quindi considerato non soltanto come una nuova dottrina – questo deve essere sottolineato esplicitamente – non come una teoria nuova, ma come qualcosa di reale, di effettivo… L’essenziale non è quello che il Cristo ha insegnato, ma quello che il Cristo ha dato: il suo corpo! [il corpo di resurrezione]» (O.O. 131, 11.10.1911).

Perciò l’iniziato cristiano che vuole seguire il Cristo («rivestitevi del Signore Gesù Cristo» secondo l’apostolo Paolo; (Rm 13,14) deve divenire egli stesso un essere creativo nell’universo.

 

Così la creatività autonoma vuole essere nella sfera dello spirito

il terzo e più alto grado di rinnovamento del monito «O uomo, conosci te stesso!».

Ciò che Rudolf Steiner qui porta a compimento è un atto unico nell’intera evoluzione dell’umanità.

Per la prima volta un odierno iniziato cristiano, del tutto pubblicamente,

alla presenza di centinaia di persone durante il Convegno di Natale,

crea qualcosa di completamente nuovo, quale risposta individuale

di un uomo divenuto libero per le gerarchie divino-spirituali.

 

Egli crea la Pietra di Fondazione soprasensibile (eterica)

dalle supreme forze spirituali che agiscono nel nostro cosmo,

unendole «in una sostanza plasmatrice»

e conferendo a questa in un atto creativo la forma di un dodecaedro soprasensibile.

 

Rudolf Steiner descrisse tutto questo con le parole:

«E da queste tre forze: dallo spirito delle altezze, dalla forza-Cristo dello spazio circostante, dall’azione del Padre, dall’attività creatrice del Padre che sgorga dalle profondità, vogliamo in questo istante formare nelle nostre anime la dodecaedrica Pietra di Fondazione che immergiamo nel terreno delle nostre anime».

 

Detto diversamente grazie alla sua unione con il Mistero del Golgota,

Rudolf Steiner approfondì il processo di autoconoscenza dell’uomo

conforme il suo spirito, la sua anima e il suo corpo con tale intensità da essere in grado di condurre questo processo

fino alla sua più alta immagine primordiale, fino all’attività della Trinità stessa, lo Spirito, il Figlio e il Padre,

per creare poi dalle loro forze la Pietra di Fondazione dei Nuovi Misteri Cristiani.

 

Ciò che un tempo creavano i più grandi iniziati nel più intimo sacrario dei templi dei misteri

e nelle scuole esoteriche profondamente nascoste al mondo esteriore,

fu compiuto da Rudolf Steiner sul piano esteriore della storia in un modo accessibile a tutti.

 

Con ciò il moderno iniziato nell’epoca dell’anima cosciente

aprì per la prima volta le porte dei Nuovi Misteri per l’umanità, la cui sorgente è il Mistero del Golgota.

Infatti è in questo Mistero centrale dell’evoluzione dell’umanità che dobbiamo cercare l’archetipo macrocosmico

di quanto ora Rudolf Steiner ha compiuto dalla forza creativa dell’io individuale.

 

E così come il Mistero del Golgota venne compiuto exotericamente,

del tutto pubblicamente sul piano fisico al cospetto di alcune centinaia di persone

e nel contempo esotericamente conforme al suo essere fu un inizio,

affinché le forze della divina Trinità potessero di nuovo penetrare nell’evoluzione della terra,

così Rudolf Steiner, realizzando come rappresentante della futura umanità

per la prima volta sulla terra questo elevato archetipo nella creatività individuale dell’io umano libero,

ora dalle forze della Santa Trinità creò la «Pietra di Fondazione dodecaedrica», affinché ogni uomo,

che vuole intraprendere coscientemente il cammino dei Nuovi Misteri cristiani,

da adesso in poi possa immergerla nel terreno della propria anima.

 

• Ma questo non è tutto. Poiché dopo avere Rudolf Steiner compiuto questo atto di suprema libertà creativa, egli «pose» questo «dodecaedro umano» «di fronte» al «dodecaedro universale», quale risposta dell’uomo terreno a tutti gli innumerevoli sforzi e sacrifici compiuti dagli Dei durante tre eoni e mezzo di evoluzione del mondo, affinché l’uomo possa divenire la decima gerarchia, la quale una volta dovrà coronare l’intero cosmo gerarchico.

Possiamo comprendere nel miglior modo tale porre di fronte storico-universale del dodecaedro umano e universale, se ci ricordiamo i versi di Rudolf Steiner dedicati a Marie Steiner a Natale del 1922, esattamente un anno prima del Convegno di Natale:

 

Stelle parlarono un dì agli uomini,

Il loro ammutolire è destino universale;

La percezione di tale ammutolire

Può essere dolore per l’uomo terreno.

Ma nel muto silenzio si matura,

Ciò che gli uomini dicono alle stelle;

La percezione del loro dire

Può diventare forza per l’uomo spirito. (O.O. 40)

Ciò che in origine

le gerarchie divino-spirituali dissero all’uomo (il principio del pentagramma)

attraverso le stelle (il principio dei dodici)

fu la rivelazione del dodecaedro universale.

 

Più tardi – per lo sviluppo della libertà umana – gli Dei smisero di parlare agli uomini e abbandonarono il cosmo che li circonda. Essi compirono questo sacrificio, affinché un tempo l’uomo possa parlare da tale silenzio cosmico, ma non con parole, bensì con azioni creative, quando egli inizierà a manifestare in sé le forze della decima gerarchia, quando egli comincerà a porre di fronte alla creazione universale degli Dei o al dodecaedro macrocosmico delle gerarchie il dodecaedro microcosmico, quale risultato dell’azione creativa dell’uomo.

• «Allora nel nostro comprendere animico possiamo mettere di fronte al dodecaedro universale il dodecaedro umano.»31

 

E se leggendo queste parole teniamo presente che la sostanza dalla quale viene creato il «dodecaedro umano» è sostanza d’amore allora, nel porre questo dodecaedro umano, la pietra dell’amore (come lo nominò Rudolf Steiner in seguito) di fronte al dodecaedro universale, alla pietra della saggezza, abbiamo iniziato a realizzare ciò che viene descritto alla fine de La scienza occulta nelle sue linee generali come ultimo ideale non solo dell’evoluzione della terra ma anche dell’evoluzione del mondo. Questo ideale consiste nella trasformazione del cosmo della saggezza nel nuovo cosmo dell’amore.

 

Ma questa trasformazione può essere compiuta soltanto dall’attività creativa dell’io libero dell’uomo,

con cui fu posto l’inizio nel mistero della Posa delle Pietra di Fondazione.

Con questa azione di Rudolf Steiner, compiuta in piena libertà e dal più puro amore con abnegazione e sacrificio

e fluita dalla più alta intuizione morale (vedi dettagli nel cap. 7, vol. III ),

per la prima volta nell’epoca dell’anima cosciente un uomo divenne creativo,

partendo dalla completa maturità dell’io individuale da egli raggiunta.

 

Ma mentre egli pose il dodecaedro umano di fronte al dodecaedro gerarchico, Rudolf Steiner compì pubblicamente, sul piano della storia esteriore, per la prima volta un azione come uomo della decima gerarchia, ciò che significa l’«inizio di svolta universale dei tempi», il risplendere del crepuscolo del mattino della nuova epoca dello Spirito.32

Con la sua azione nel contempo Rudolf Steiner mostrò l’archetipo

di ciò che egli durante la preparazione del Convegno di Natale caratterizzò come «culto rovesciato»,

in cui ora non sono più gli Dei (le gerarchie) a discendere sugli uomini,

ma sono gli uomini che imparano ad innalzarsi agli Dei mediante le loro azioni creative.

 

Ciò che aveva descritto nelle conferenze del 1923 (vedi 257) lo portò quindi a compimento egli stesso durante il Convegno di Natale.32a Così seguendo in modo irremovibile il suo divino maestro, Rudolf Steiner realizzò le sue parole:

«Chi crede in me, anch’egli farà le opere che io faccio» (Gv 14,12).

È proprio per questo che il Cristo divenne uomo e compì il Mistero del Golgota,

affinché gli uomini dalle Sue forze possano imparare

ad elevarsi alla sfera degli Dei e qui operare con loro in modo creativo.

 

Riassumendo il processo di rinnovamento del monito

«O uomo, conosci te stesso secondo spirito, anima e corpo» può essere detto:

• Il primo grado è il grado della conoscenza,

• il secondo grado dell’attività animica interiore

• e il terzo grado della creatività spirituale.

 

Rudolf Steiner diede inizio a ciascun grado in modo rigorosamente fenomenologico, vale a dire ogni volta con l’osservazione della tripartizione corporea (membra – cuore – capo), che può essere afferrata senza chiaroveggenza, unicamente sulla base delle facoltà puramente terrene di osservazione e comprensione.

 

Così, i tre sistemi dell’organismo umano osservati nel primo grado, quello «corporeo»,

nel secondo grado, quello «animico» vengono approfonditi

fino ad afferrare la sostanza dell’amore universale giacente nelle sue profondità,

le manifestazioni delle immaginazioni universali e le azioni dei pensieri universali,

che poi nel terzo grado, nel grado «spirituale» conduce alla conoscenza

delle forze divine del Padre, del Figlio e dello Spirito che lo compenetrano.

 

 

I tre gradi dell’autoconoscenza costituiscono anche un’inseparabile unione con i tre elementi fondamentali che formano la Pietra di Fondazione poiché questi tre gradi sono l’espressione del processo vivente nella sua creazione.

Così

il primo grado sul piano corporeo in globale è collegato al divenire cosciente dell’azione dei pensieri universali delle gerarchie nell’essere umano. Infatti nell’attuale epoca, soltanto sotto la guida dello spirito del tempo Michele è possibile innalzarsi dalla triade fisica dell’uomo (i tre sistemi del suo organismo terreno) alla comprensione del suo archetipo consistente in corpo, anima e spirito. Michele che in origine fu il reggente dell’intelligenza cosmica un tempo discesa sulla terra dalla sua sfera solare,33 da allora persiste nell’attesa che l’uomo per libera volontà propria la ricongiunga ai pensieri universali delle gerarchie. È per questo che Rudolf Steiner iniziò il primo grado con i «segni del tempo presente».

Il secondo grado di rinnovamento dell’autoconoscenza sul piano animico è globalmente collegato alla manifestazione dell’entità Sofia, la quale nel nostro tempo invia all’umanità l’Anthropos-Sofia per condurre gli uomini alla cosciente esperienza delle immaginazioni universali,34

II terzo grado del rinnovamento spirituale dell’autoconoscenza infine è collegato al divenire coscienti della presenza dell’essere, della sostanza del Cristo, che dal Mistero del Golgota è il portatore dell’amore universale nell’evoluzione della terra.

 

Così il cammino di rinnovamento dell’autoconoscenza nei Nuovi Misteri è connesso soprattutto con l’agire di tre entità:

Michele – Sofia – Cristo

Possiamo immaginarci la loro comune azione nei Nuovi Misteri anche nel seguente modo.

 

Michele porta in essi ciò che dovrebbe esistere in essi in modo regolare dell’intera passata evoluzione del mondo e dell’umanità. Infatti la sua missione nel cosmo è la rivelazione di tutto lo splendore e di tutta la magnificenza della passata intelligenza divina (O.O. 26, pag. 83). E «il modo in cui Michele porta ad effetto il passato nella vita umana attuale, è quello conforme al vero progresso spirituale del mondo, che non contiene nulla di luciferico» (0.0. 26, pag. 91).

Per cui nei Nuovi Misteri egli è l’immagine primordiale di ciò che può essere definito «il ricordare nello spirito».

• Questo tipo di attività spirituale è collegata con il primo grado dell’autoconoscenza o grado «corporeo». Nella vita umana il corpo rappresenta qualcosa di dato in origine e secondo il suo essere immutabile (esso è il risultato del Karma passato dell’uomo) e grazie a tale fatto può servire come solido fondamento per i due gradi successivi.

(Come ci ricordiamo, il primo grado dell’autoconoscenza inizia con il riferimento ai «segni del tempo presente».)

 

• Nel successivo grado, quello «animico» dell’autoconoscenza, nei Nuovi Misteri Anthropos-Sofia si unisce a Michele.

Perciò adesso viene pronunciato il suo nome.

Anthropos-Sofia  conduce l’uomo all’esperienza dell’elemento della libertà nell‘anima,

al «riconoscersi quale uomo individualmente libero».

Una tale esperienza è possibile soltanto nel presente.

Perciò Anthropos-Sofia mostra all’uomo l’immagine primordiale del «riflettere nello spirito».

 

Nel grado «spirituale» dell’autoconoscenza infine l’uomo stesso diviene creatore nell’universo.

Egli ora deve imparare a conformare coscientemente il suo futuro cosmico,

sviluppando in sé con coerenza nuove facoltà spirituali, che gli dischiudono nuove possibilità creative.

Per l’uomo l’immagine primordiale di questo supremo grado evolutivo

è rappresentata per tutti i tempi dal Cristo, che lo conduce al «vedere nello spirito»,

vale a dire all’esperienza dello Spirito Santo descritta nel precedente capitolo nell’esempio di Rudolf Steiner.

 

Il CRISTO è la suprema e più alta guida dei Nuovi Misteri,

in cui Anthropos-Sofia e Michele sono i suoi aiutanti e servitori.

 

Inoltre nella susseguente partecipazione di queste tre entità spirituali al processo di formazione della Pietra di Fondazione e della Posa della Pietra di Fondazione possiamo trovare il germe di tutte e tre le classi della Libera Università di Scienza dello Spirito fondata un mese e mezzo dopo. Così la prima classe (realizzata solo in parte) fu posta sotto la guida diretta di Michele. Nella seconda classe, accanto alla guida di Michele, doveva verificarsi anche la diretta espressione e rivelazione della Sofia.

Per cui la seconda classe doveva avere un carattere cultico-rituale (immaginativo). Infatti le forze della Sofia nel cosmo sono collegate all’elemento della bellezza come pure all’immagine del soprasensibile nelle forme cultiche.35 La terza classe o «classe del Maestro» infine, doveva consistere soltanto nel Maestro e dodici allievi e trovarsi sotto la diretta guida del Cristo stesso.36 Il contenuto delle tre classi può essere trovato in germe anche nella meditazione della Pietra di Fondazione.

 


 

Note:

11Vedi Rudolf Grosse, Die Weihnachtstagung als Zeitenwende (Il Convegno di Natale quale svolta dei tempi), Dornach 1981. Al risveglio l’anima (il corpo astrale e l’io) ritorna nei corpi fisico ed eterico attraverso le membra mentre nell’addormentarsi (e nell’istante della morte) essa esce dal capo. Il sistema mediano mantiene l’equilibrio fra i due processi.

12 – Fu il Cristo a portare sulla terra questo tempo vivente che collega l’uomo con l’eternità, mediante il Mistero del Golgota il Cristo lo unì con l’evoluzione dell’umanità (vedi O.O. 236,4.6.1924).

13 – Il fatto che qui al posto del verbo «volere» sia indicato il verbo «vivere» è connesso con quanto segue: dopo la morte, la volontà, liberata da tutte le limitazioni del corpo fisico, diventa per l’anima il principale elemento di vita nel mondo spirituale (vedi O.O. 154).

14 – Nella lingua russa per caratterizzare l’entità della Sofia spesso viene usata la parola «zelomudrenny» (virginale), in cui la prima parte «zelo» (zelny) indica il principio dell’inseparabilità, totalità o purezza.

15Vedi Der Kampfum das Menschenbild (La lotta per l’immagine dell’uomo), edito da H. H. Schoeffler, Dornach 1986.

16 – Qui Rudolf Steiner non parla dell’antroposofia, quale scienza dello spirito, bensì dell’essere vivente Anthropos-Sofia, al quale si rivolse direttamente con il suo nome. Vedi precisazioni su questo essere in S.O. Prokofieff, La celeste Sofia e l’essere Antroposofia, Ed. Arcobaleno, Oriago (Ve).

17 – E perciò Rudolf Steiner all’inizio della prima lettera ai soci della Società Antroposofica, scritta alcuni giorni dopo il Convegno di Natale, si riferì a coloro che «amano l’Antroposofia» O.O. 260a).

18 – Rudolf Steiner descrisse questa guida dell’uomo odierno nel cammino di autoconoscenza mediante Anthropos-Sofia nella conferenza del 13.2.1913. Vedi anche nota 16.

19 – Rudolf Steiner descrive la realtà di tale processo nella conferenza del 18.11.1923 (0.0. 231). Qui, egli illustra come questo essere «bussa alla porta del cuore di ogni antroposofo con le parole: ‘Fammi entrare, poiché io sono te stesso; io sono la tua vera entità umana’» 0.0. 231).

19a – Sulla relazione della cosmica Sofia con l’azione delle gerarchie vedi S.O. Prokofieff, La celeste Sofia e l’essere Antroposofia, Ed. Arcobaleno, Oriago (Ve).

20 – Nella conferenza «L’amore e il suo significato nel mondo» (0.0. 143) Rudolf Steiner parlò del fatto che delle tre forze universali: saggezza, potere e amore, le prime due non contengono nessuna unità interiore, ma consistono in diversi gradi di perfezione, mentre l’amore possiede sempre un indivisibile carattere sostanziale. Poiché l’amore non conosce gradi, esso esiste o non esiste. Perciò Dio se lo riservò (esso è «una parte della sostanza generale universale»), mentre nella creazione del mondo Egli ha diviso la saggezza con Lucifero e il potere con Arimane.

21 – Sulla relazione della prima parte della meditazione della Pietra di Fondazione con il Movimento rosicruciano vedi anche: S.O. Prokofieff, Rudolf Steiner e la fondazione dei nuovi misteri, cap. 6.

22 – Gli uomini russi hanno una tendenza del tutto particolare di compenetrare i pensieri con le forze del cuore. Per cui, quando Rudolf Steiner illustrò la loro costituzione animica, egli disse che portano il «cuore nella testa» (0.0. 186, 15.12.1918). Da ciò deriva anche la loro tendenza naturale all’esperienza «mistica» del pensare.

23 – È per questo che la morte è stata sempre rappresentata come scheletro. E il Dio che si stava incorporando sulla terra, nel Mistero del Golgota dovette unirsi sostanzialmente con il corpo di Gesù fino nel suo sistema osseo (scheletro) per conseguire così il potere sulla morte.

24 – In tale contesto è significativo il dato di fatto, che per esempio l’occhio umano in un certo senso funziona come una «camera oscura», vale a dire sulla base di leggi ottiche e meccaniche.

25 – Tutto ciò ci porta anche alla comprensione della relazione dell’uomo con gli altri regni della natura. Tra di essi solo il regno minerale è una creazione morta degli Dei; nel regno vegetale è inoltre presente anche l’attività degli Dei nel regno animale si aggiunge la loro manifestazione; e soltanto nell’uomo (nel suo Karma che si esplica nel sistema osseo) gli Dei sono presenti come sostanza, sebbene egli non è cosciente di questa loro presenza.

26 – Come verrà illustrato più avanti in questo capitolo, la trasformazione del ricordo del passato in germi viventi dell’evoluzione futura, vale a dire nella possibilità per ogni uomo di percorrere il cammino, descritto più avanti, avvenne mediante il Mistero del Golgota, che unì di nuovo il microcosmo (l’uomo) con il macrocosmo (il mondo delle gerarchie divi- no-spirituali).

27Vedi Prokofieff, La celeste Sofia e l’essere Antroposofia.

28 – Vedi sopra. «Segni del tempo presente» è un’espressione più exoterica.

29 – In merito al significato della «Persona» vedi: Geheime Figuren der Rosenkreutzer aus dem 16. und 17. Jahrhundert (Figure segrete dei rosacroce nel XVI e XVII secolo), 3 quaderni, Altona 1785-1788 (anonimo). La parola latina «persona» significa «maschera», e cioè periodica apparizione dell’eterna individualità dell’uomo in una determinata incarnazione concreta, senza contenuto dell’essere. Questo significato corrisponde all’esperienza precristica della personalità umana, che mediante il Mistero del Golgota ha subito un cambiamento fondamentale.

30 – In merito Rudolf Steiner scrisse: «Il divino-spirituale dei primordi non risplende più. Nella luce che il Cristo porta all’io umano, ricompare la luce primordiale» (O.O. 26 pag. 98).

31 – Questo spiega anche il perché alla Pietra di Fondazione fu data la forma del dodecaedro, consistente di dodici pentagoni. Infatti, ciascuno di essi porta in sè un pentagramma nascosto, che nell’occultismo cristiano è un’immagine dell’uomo spirituale che si eleva coscientemente all’esperienza del suo io superiore (il quinto principio) e mediante la sua forza unisce l’essere umano con l’intero macrocosmo costituito di dodici parti. – Troviamo il numero del dodecaedro 5×12 = 60 anche nelle leggende e nelle tradizioni del Gral. Il cavaliere che cerca il suo luogo deve cavalcare attraverso la selvaggia foresta per 60 miglia.

32 – Così nel Convegno di Natale ebbe inizio il processo che dovrà giungere a compimento soltanto alla fine dell’eone terrestre. Ma l’inizio dobbiamo cercarlo qui.

32a – Sulla relazione del Convegno di Natale con il «culto rovesciato» vedi vol. II.

33 – Dopo il Mistero del Golgota l’intelligenza cosmica comincia a scendere dal regno solare di Michele e raggiunge la terra (diventa intelligenza umana) a partire dall’VIII secolo. Con l’inizio dell’era moderna essa appartiene già completamente all’uomo individuale (vedi cap. 1).

34Vedi dettagli in S.O. Prokofieff, La celeste Sofia e l’essere Antroposofia.

35 – Questo trova la sua conferma storica nel fatto, che in Russia il Cristianesimo venne accolto nel IX secolo perché la bellezza del culto ortodosso fu vissuta come il riflesso del cielo sulla terra, da cui emerse poi un particolare rapporto del Cristianesimo orientale con l’entità della Sofia. Vedi dettagli in S.O. Prokofieff, Le sorgenti spirituali dell’Europa orientale e i futuri misteri del Santo Gral, Ed. Il Capitello del sole, Bologna.

36 – Da tutto ciò non è difficile comprendere quanto fosse fondata la volontà di Rudolf Steiner di affidare la conduzione della prima classe a Ita Wegman, della seconda classe (cultica) a Marie Steiner e di riservarsi la conduzione della terza classe (vedi O.O. 260a, pag. 667). Precisazioni nel cap. 5, vol. II.