Il ripristino del Fantoma

Il Mistero della resurrezione


 

Ritornando al Mistero del Fantoma ora possiamo comprendere meglio perché è possibile dire che esso era già ripristinato prima della morte e della resurrezione del Cristo. In merito Rudolf Steiner dice:

«Così risulta che quando il Cristo Gesù fu crocifisso … quando il corpo di Gesù di Nazareth venne inchiodato alla croce, il Fantoma era in realtà completamente intatto, consisteva nella forma corporea spirituale soltanto visibile spiritualmente. … Era come … se per forza di inerzia alcune parti materiali ancora si conservassero nella forma che ad esse era stata data, e dopo qualche tempo si disfacessero in modo che di esse quasi niente rimanesse visibile.17 Così era per le parti materiali del corpo del Cristo Gesù. Quando venne deposto dalla croce, le parti ancora si tenevano assieme, ma esse non avevano nessun collegamento con il Fantoma perché esso ne era completamente libero» (O.O. 131, 12.10.1911).

 

Questo significa che già prima della morte del Cristo Gesù e nella morte stessa

era stata ripristinata la pura forma del corpo fisico, come era sull’antico Saturno,

quale conseguenza dei suoi tre anni di vita nel corpo di Gesù:

nel primo anno venne ripristinata nella sua condizione originaria

non toccata dalle forze di opposizione soprattutto la parte del Fantoma,

che sta alla base del sistema del capo del corpo fisico;

nel secondo anno ciò avvenne per il sistema ritmico e nel terzo anno per il sistema delle membra.

 

Con ciò le forze di opposizione non poterono più trovare alcun accesso a questa forma soprasensibile del corpo fisico, per cui essa potè costituire il fondamento per accogliere dopodiché in sé tutte le forze spirituali dell’universo sino al grado di Vulcano e apparire la domenica di Pasqua, quale corpo di resurrezione, che porta in sé il Fantoma. Per cui Rudolf Steiner potè rilevare sempre a nuovo – sebbene prima fece notare che il Fantoma era completamente ripristinato già prima della morte sulla croce – che questo «Fantoma … è risorto dal sepolcro del Golgota» (O.O. 131, 14.10.1911).

Queste due componenti del corpo di resurrezione che si riferiscono rispettivamente al passato e al futuro e collegano con ciò l’inizio con la fine dell’intera rivoluzione cosmica dall’antico Saturno a Vulcano, possono essere comprese ancor meglio dal seguente punto di vista.

 

Nel libro La scienza occulta Rudolf Steiner descrive come il Cristo Gesù si presentò, quale Maestro dell’umanità solo quando nella Sua anima si manifestò tutto ciò che di solito Lucifero aveva coperto negli uomini. Ciò avvenne subito dopo il battesimo nel Giordano.

Da altre descrizioni di Rudolf Steiner sappiamo che Lucifero cerca soprattutto di oscurare e distogliere lo sguardo dell’uomo sul passato. E quando il Cristo Gesù, libero da Lucifero, potè volgere lo sguardo all’intero passato della Terra, sino all’antico Saturno, iniziò il Suo lavoro, della durata di tre anni, al ripristino del Fantoma del Suo corpo fisico.

Quando poi dopo la Sua morte sulla croce, la potenza di Arimane, che aspira sempre a deformare il futuro dell’evoluzione e a rapire l’uomo, fu rimessa «nei suoi limiti» (O.O. 13, pag. 238), nella conseguente resurrezione il vero e proprio corpo di resurrezione potè essere creato come qualcosa di completamente nuovo. Mediante esso ora l’uomo che trova un cosciente accesso ad esso, può congiungersi con l’intera evoluzione futura della Terra, sino a Vulcano e come abbiamo visto, persino oltre.

 

In base alla meditazione della Pietra di Fondazione possiamo immaginarci questo cammino sino a Vulcano nel seguente modo:

• Nel compimento della resurrezione l’Io Universale del Cristo con le forze dello Spirito Santo nella mediazione della terza Gerarchia compenetrò il sistema del capo di Gesù. Con ciò venne preparato il grado del futuro Giove.

• Nella compenetrazione del sistema ritmico di Gesù con le forze del Figlio mediante la seconda Gerarchia venne predisposto il grado di Venere.

• Infine ebbe luogo la compenetrazione il sistema del ricambio e delle membra con le forze del Padre nella mediazione della prima Gerarchia. Con ciò venne raggiunto il grado di Vulcano e posto fondamento per la possente metamorfosi sopra descritta, che condurrà come un ponte, da Vulcano alla creazione del nuovo cosmo.

 

Il fatto che il Fantoma del corpo fisico era già stato completamente ripristinato prima della morte del Cristo sulla croce, getta una decisiva nuova luce su tutti i tre anni della Sua vita negli involucri corporei del Gesù di Nazareth. Infatti, la domanda in che modo durante quel periodo il Fantoma venne ripristinato, è connessa con ciò che il Cristo fece mentre Gesù dormiva sulla Terra. Nei Vangeli è indicato soltanto una volta il Gesù che dorme, e questa è la scena quando egli durante la tempesta, sul lago di Genezareth, si trova in una barca con i suoi discepoli. A ragione si può basarsi sul fatto che Gesù dopo il battesimo nel Giordano, come tutti gli altri uomini, continuò ad avere bisogno non solo di mangiare, ma anche di dormire.

Che cosa tuttavia faceva il Cristo di volta in volta mentre il Gesù dormiva? Per comprendere questo, qui dobbiamo ricordare ciò che si compie in ogni uomo durante il sonno. Il corpo fisico e il corpo eterico rimangono sul letto, il corpo astrale e l’Io invece escono da esso e agiscono inconsciamente, compenetrati dalle forze delle Gerarchie superiori, nelle due parti costitutive abbandonate dall’esterno.

Così le forze del corpo eterico, consumate durante il giorno, come pure le parti distrutte del corpo fisico, possono essere ricostruite e rinnovate.

 

Accanto all’attività di ricostruzione, mediante i processi vitali negli involucri abbandonati, per l’uomo che dorme, nella profonda incoscienza avviene anche una duplice azione morale, che si sviluppa direttamente nel suo corpo astrale e nel suo Io al di fuori del corpo fisico. Per sperimentare coscientemente la prima delle due l’uomo deve avere raggiunto il grado dello spirito vitale. Allora gli si manifesta ciò che Rudolf Steiner descrive così:

«Se mentre usciamo con il nostro corpo astrale [nel mondo spirituale durante la notte] potessimo penetrare nella coscienza dello spirito vitale, potremmo parlare con quel che accade con il nostro corpo astrale…. Chi parlerebbe dunque se dormendo raggiungessimo all’improvviso la coscienza dello spirito vitale? … Parlerebbe il nostro corpo astrale come giudice sul bene e il male in noi. Pertanto si deve davvero dire che nel sonno il corpo astrale diventa il giudice dell’anima» (O.O. 208, 13.11.1921).

 

Qui tuttavia Rudolf Steiner non si ferma alla situazione di fatto puramente umana, ma la amplia a qualcosa che riguarda l’intera umanità:

«Se il pensiero deriva dall’ispirazione e si esprime nella frase: Il corpo astrale nel sonno diventa il giudice dell’anima, si può trovare che il Giudizio Universale che Michelangelo dipinse nella Cappella Sistina ci si fa incontro come un’immagine adeguata» (ibidem).

Da queste parole emerge la risposta alla domanda, che cosa compiva il Cristo ogni notte mentre Gesù dormiva nel suo corpo astrale al di fuori del corpo fisico ed eterico: Egli giudicava il mondo preparando così quanto un giorno avverrà quale futuro «Giudizio Universale» e che è stato dipinto profeticamente da Michelangelo nella Cappella Sistina.

 

Il secondo processo morale, che ora non viene più effettuato dal corpo astrale, ma dall’Io durante il sonno, può essere osservato da un iniziato soltanto dalla forza dell’uomo spirito.

«Se si risvegliasse [l’Io dell’uomo] fino alla coscienza dell’uomo spirito, allora l’Io verrebbe dotato della coscienza che agisce nel corpo fisico lasciato indietro, in cui manda le forze dall’alto verso il basso» (ibidem).

Ciò che allora un iniziato sperimenterebbe, Rudolf Steiner lo caratterizza nelle seguenti parole:

«L’Io diventa il sacrificio di se stesso, il sacrificio dello Spirito agente nel corpo.»

 

Lo Spirito supremo che agisce sino entro la materia del corpo, vince le forze dell’Io, che in questo grado della sua evoluzione interiore non ha ancora la facoltà di collaborare in piena coscienza a questo processo e perciò diventa il «sacrificio di se stesso» e ciò significa in questo caso, la vittima della sua debolezza. Con ciò l’iniziato sperimenta il vero rapporto dell’Io con il corpo fisico, il cui Fantoma non è ancora ripristinato.

 

Quanto qui è riferito all’uomo, nella stessa conferenza Rudolf Steiner lo amplia anche alla vita del Cristo sulla Terra, alla cui fine sta il Fantoma assolutamente intatto.

«Ancora [prima si parlava del dipinto di Michelangelo], se guardiamo alla commoventissima immagine dell’Agnello di Dio che ci viene incontro, del Cristo, di quel Cristo che si unisce all’Io umano, che lo compenetra, proprio guardando all’Agnello che si immola, nella nostra anima, si ravviva il pensiero della vittima che l’Io diventa quando passa allo stato di sonno, e troviamo quanto felicemente, per mezzo dell’immagine dell’Agnello, la natura sacrificale umana venga espressa durante il sonno» (ibidem).

Qui si tratta dell’Io dell’uomo che ora è compenetrato dall’Impulso-Cristo. Per esso cambia l’esperienza descritta durante il sonno. L’uomo non contempla più il suo Io quale «sacrificio di se stesso», ma così che «[l’Io] nel sonno diventa il sacrificio del suo sé».

 

Questa differenza apparentemente esigua nella formulazione è tuttavia di decisiva importanza. Infatti ora l’Io ha trovato il suo essere superiore e può iniziare in sé coscientemente il processo di ripristino del Fantoma del proprio corpo fisico dalla forza del Cristo. Così viene rivelato all’uomo il segreto di ciò che, a tale processo microcosmico, in lui stesso corrisponde nel macrocosmo, e cioè come il Cristo durante i tre anni della sua vita sulla Terra ha lavorato al ripristino del Fantoma nel corpo del Gesù di Nazareth.

 

Con l’immagine dell’Agnello nelle parole citate di Rudolf Steiner qui viene messo in rilievo la testimonianza di Giovanni Battista, che dopo il battesimo del Cristo nel Giordano annunciò: «Ecco l’Agnello di Dio che porta il peccato del mondo» (Gv 1,29).

Con il «peccato del mondo» sono intese soprattutto le conseguenze dell’originario peccato originale che si sono manifestate in modo più intenso nella distruzione del Fantoma. Da allora ogni uomo sulla Terra (anche Gesù di Nazareth) porta in sé questo Fantoma distrutto. Così le parole: Prendere su di sé il peccato dell’umanità mediante il Suo sacrificio, per il Cristo stesso non significano altro che prendere su di sé in Gesù il Fantoma degenerato e trasformarlo. E questa è l’attività spirituale che viene eseguita nel corpo fisico di Gesù quando egli dorme, tutte le notti durante i tre anni: il ripristino del Fantoma.

 

Riassumendo possiamo dire:

• Durante il riposo nel sonno di Gesù, il Cristo dal Suo corpo astrale ha giudicato l’umanità

• e mediante la forza del Suo Io, trasformando nel contempo il corpo fisico l’ha salvata.

 

Quanto detto, rende comprensibile in che senso è inteso il giudizio del Cristo sull’umanità. Esso non consisterà in una condanna, e meno che meno in una dannazione dell’uomo, bensì nel ripristino del Fantoma purificato del corpo fisico di ogni uomo, affinché nello specchio del Fantoma, nel quale le forze fisiche e quelle morali costituiscono una unità inseparabile, possa vedere quanto egli stesso è ancora distante da questo grande ideale morale. Perciò Rudolf Steiner definisce il Cristo il «grande esempio che l’uomo deve seguire sulla Terra» (O.O. 13, pag. 320).