La ricerca dell’Isis-Sophia e la ricerca del Cristo

Il corso dell’anno come via di iniziazione – Cristo e Michele


 

Dalle comunicazioni della scienza dello spirito

sappiamo che i princìpi dell’amore e della saggezza sono personificati nel nostro universo da due entità:

• l’amore dall’entità del Cristo    • e la saggezza dall’entità della Sofia.

 

Se consideriamo i due pericoli che minacciano l’uomo nel corso dell’anno a causa di Lucifero e Arimane,

possiamo dire così:

• nel corso di una metà dell’anno (dall’Epifania a San Giovanni)

l’uomo corre il pericolo di perdere il legame interiore con la Sofia,

• mentre nel corso dell’altra metà corre il pericolo di perdere il legame con il Cristo.

 

D’altra parte abbiamo visto quelle che sono le forze

che possono soccorrere l’uomo nella lotta contro questi due pericoli:

• la forza di Michele, alla quale l’uomo può unirsi particolarmente al tempo della sua festività,

• e la forza del Cristo, che permea l’uomo all’Epifania e si manifesta appieno nell’esperienza della Pasqua.15

 

Come abbiamo evidenziato nel precedente capitolo, nel periodo che va dall’Epifania a San Giovanni,

• da un lato avviene una crescente penetrazione dell’impulso del Cristo,

• mentre dall’altro a causa dell’intervento delle forze dell’ostacolo,

abbiamo la progressiva perdita dell’antica sapienza naturale,

della facoltà di riconoscere le forze etico-spirituali dietro la maja dell’esteriorità.

 

Questo è evidente nella moderna astronomia di cui Rudolf Steiner dice essere la nuova Iside,

la divina Sofia assassinata e allontanata da Lucifero, bandita nel cosmo.16

▸«Non ci manca il Cristo, ci manca la conoscenza del Cristo, la Iside del Cristo, la Sofia del Cristo»:17

queste parole possono essere riferite alla metà dell’anno che stiamo esaminando.

 

Le forze che possono aiutarci a non soccombere a questo pericolo

ci vengono dal mistero del Golgota attraverso nella festa di Pasqua.

Immergendo l’anima in questo avvenimento, cardinale per tutta l’evoluzione terrestre,

oggi ciascun uomo può rafforzare grandemente l’impulso del Cristo che penetra nell’anima all’Epifania.

 

In tal modo la ricerca della nuova Iside-Sofia può diventare cosciente,

e si può giungere a realizzare ciò che Rudolf Steiner caratterizza così:

▸ «Dobbiamo partire con la forza del Cristo, anche se non l’abbiamo compresa, con la nuova forza di Osiride per cercare il cadavere della Iside moderna, il cadavere della Sofia divina. Noi dobbiamo avvicinarsi alla scienza divenuta luciferica, e cercare la tomba di Iside, vale a dire, muovendo da quanto ci dà la scienza, dobbiamo trovare ciò che interiormente ci spinge all’immaginazione, all’ispirazione e all’intuizione. Così ci procuriamo l’aiuto del Cristo che rimane altrimenti buio e oscuro in noi, se non lo illuminiamo con la saggezza divina. Armati con la forza del Cristo, del nuovo Osiride, dobbiamo andare alla ricerca di Iside, della nuova Iside».18

 

In questo senso, per ritrovare la nuova Iside, la divina Sofia,

noi dobbiamo intraprendere la nuova via dei pastori, e coltivare la conoscenza esteriore della natura:

▸«Di fronte alle manifestazioni della natura dobbiamo diventare pii così come lo erano in cuor loro i pastori».19

 

Solo questa ricerca della nuova Iside, fatta in piena dedizione,

può veramente vivificare l’impulso del Cristo nell’anima, e condurre all’esperienza di Pentecoste,

la festa della discesa dello Spirito Santo che testimonia la facoltà dell’uomo

di conquistare la saggezza della nuova Iside del Cristo.

 

• E con questa Sofia ritrovata grazie alla spiritualizzazione, tramite il cuore,

dello studio della natura e di tutta la scienza moderna, l’uomo può pervenire alla metà dell’anno successiva

dove lo attende un secondo pericolo: quello di smarrire l’impulso del Cristo.

 

• Questo pericolo sorge per il fatto che durante l’epoca di San Giovanni

lo spirito (il Cristo) e l’anima della Terra si trovano fuori dalla Terra stessa.

Di questo cercano di approfittare le forze avverse,

allo scopo di impedire al Cristo di tornare alla Terra e alle anime umane.

Per stornare questo pericolo in questo periodo

dobbiamo dedicarci di nostra iniziativa alla ricerca del Cristo nell’essere della Terra.

La forza che può aiutarci è quella della Sofia ritrovata alla Pentecoste.

 

Nel periodo che si chiude col Natale dobbiamo dunque andare alla ricerca del Cristo accompagnati dalla Sofia:

«L’uomo nuovo deve capire in modo nuovo la festa del Natale.

Deve capire che per sperimentare il Cristo egli deve prima cercare Iside-Sophia20

 

E poco prima, nella stessa conferenza:

▸ «E se in questa ricerca nel cosmo ritroveremo Iside, divenuta ora Sofia, allora la Iside ritrovata

[durante il tempo di espirazione della Terra] porterà all’uomo la vera conoscenza, e in virtù di questo anche il Cristo.»21

 

Ed è questa la via dei re, sulla quale permeati di saggezza cosmica,

dobbiamo immergerci nella nostra interiorità e lì a Natale ritrovare il Cristo.

▸ Infatti «nella contemplazione della nostra anima noi dobbiamo divenire saggi come lo erano i magi

nell’osservazione dei pianeti e delle stelle, nello spazio e nel tempo».22

 

Ma per accogliere in sé l’entità del Cristo a Natale in modo pienamente cosciente l’uomo ha bisogno di aiuto.23

Infatti,

• così come nella metà ascendente dell’anno, nella ricerca di Iside-Sofia

egli ha bisogno del rafforzamento dell’impulso del Cristo penetrato in lui all’Epifania

(ove la fonte di tale rafforzamento è la Pasqua),

• allo stesso modo ora per una nuova ricerca cosciente dell’entità del Cristo,

egli ha bisogno dell’aiuto della saggezza cosmica la cui fonte è la festa autunnale di Michele.

 

• Così abbiamo nella Pasqua, la festa in cui fortifichiamo l’impulso del Cristo,

l’amore cosmico che ci consente di ritrovare la divina Sofia a Pentecoste.

• È questa la via del Cristo, la via dalla morte alla resurrezione, dal Cristo alla Sofia (allo Spirito).

 

Nella festa di Michele invece fortifichiamo in noi l’impulso della Sofia ricevuto alla Pentecoste,

l’impulso della saggezza24 per potere di nuovo accogliere il Cristo a Natale.

È la via che ci conduce correttamente dalla resurrezione nello spirito all’incontro con le forze di morte nella natura,

alla cui soglia noi ritroviamo il Cristo attraverso la Sofia.

È la via dalla Sofia al Cristo, la via di Michele.

 

E non a caso è Michele lo spirito cosmico atto a rafforzare in noi le forze della Sofia,

poiché esso è fin dall’antichità il reggente dell’intelligenza cosmica,

dei pensieri delle gerarchie che formano la veste splendente della Sofia celeste.

• E proprio sulla base di questo legame tra Sofia e Michele nei misteri dell’antica Caldea

e ancor prima nei misteri persiani, Marduk-Michele veniva ovunque venerato

come il figlio di Soph-Ea, Sofia, la saggezza universale che tutto compenetra.25

 

Riepilogando quanto detto circa l’azione delle entità nemiche nel corso dell’anno possiamo dire:

• in una metà dell’anno abbiamo la via che porta dall’interiorità verso l’esteriorità, la via del Cristo,

sulla quale il Cristo vince Arimane nell’interiorità e Lucifero nella natura esterna.

• Di contro nella seconda metà dell’anno abbiamo la via di Micheleche porta dall’esterno all’interiorità dell’uomo;

su questa via Michele sconfigge Arimane nella natura e Lucifero nell’uomo.

 

Ora, detto questo, sembra che la festa di San Giovanni ne rimanga esclusa.

Ma non è così. Infatti dal punto di vista che abbiamo assunto possiamo collegare:

• col Natale l’ex deo nascimur,

• con la Pasqua il in Christo morimur

• e con San Michele il per spiritum sanctum reviviscimus,26

• E a San Giovanni queste tre forze del Padre, del Figlio e dello Spirito che sfolgorano

come dal basso, dalla destra e dalla sinistra della grande croce dell’anno,

si stagliano nel cosmo a formare l’immaginazione della Santissima Trinità.27

 

 


 

Note:

15 – Al proposito sono importanti le parole di Rudolf Steiner circa il nesso fra l’impulso del Cristo e l’esperienza del calore spirituale (l’amore) così come tra l’impulso di Michele e l’esperienza della luce spirituale (la saggezza). Cf. al proposito Michaels Mission im Weltenalter der Meschen-Freiheit (La missione di Michele nell’epoca della libertà), nell’O.O. 26, e la conferenza del 19.11.1922 (O.O.218).

16 – O.O.202, 24.12.1920

17 – Ibidem

18 – Ibidem

19 – O.O.202, 24.12.1920

20 – O.O.202, 24.12.1920

21 – Ibidem

22 – O.O.202, 23.12.1920. Il tutto non contraddice ciò di cui Rudolf Steiner parla nella 3a conferenza del ciclo ‘La ricerca della nuova Iside, la divina Sofia’ (vedi O.O.202, 25.12.1920) e cioè che sul nuovo cammino, i pastori devono pervenire alla conoscenza ispirativa e i magi a quella immaginativa. Infatti la metà dell’anno in cui noi percorriamo la via dei pastori è maggiormente legata al Cristo, al Logos, al Verbo ed è quindi più vicina all’udito spirituale, vale a dire la conoscenza ispirativa; l’altra metà dell’anno, in cui percorriamo la via dei magi è più legata con la Sofia, la divina saggezza, i pensieri universali dello spirito, accessibili in primo luogo alla conoscenza immaginativa.

23 – Cf. con le parole di Rudolf Steiner a pag. 300.

24 – Del legame interiore tra la festa di Pentecoste e la festa di Michele Rudolf Steiner parla nella conferenza del 21.5.1923 (O.O.226).

25 O.O.243, 11.8.1924: «L’arcangelo Michele è figlio della Soph-Ea (Sofia)». Il significato di queste parole è spiegato nella conferenza del 10.1.1915 (O.O.161). In particolare qui si dice che nell’evoluzione della filosofia sulla Terra, dall’anno 800 a.C. fino a oggi, regna la legge solare, in connessione con gli spiriti della saggezza (Kyriotetes: particolarmente legati al principio della Sofia del nostro cosmo) e con gli arcangeli. Il rapporto tra Kyriotetes e arcangeli risale all’antico Sole, allorché gli spiriti della saggezza gratificarono la gerarchia arcangelica del principio dell’io individuale e cioè, appunto per quanto riguarda l’autocoscienza, in un certo senso, divennero i loro «padri».

26 – Cf. Rudolf Steiner e la fondazione dei nuovi misteri, cap. 6. Quanto qui esposto non contraddice l’indicazione contenuta nel capitolo seguente, che la parte discendente dell’anno (l’autunno e l’inizio dell’inverno) è maggiormente collegata all’azione delle forze del Padre. Ciò in quanto è necessario ed essenziale per il nostro tempo che intervenga la nuova penetrazione del nuovo spirito del Cristo (la cui rivelazione è contenuta nell’antroposofia) nell’attività pratica degli uomini sulla Terra, collegata alla progressiva metamorfosi di tutto l’ambiente naturale del padre. La festa autunnale rii Mi chele è stata istituita alla nostra epoca secondo la volontà dei mondi spirituali anzitutto per servire a questa attività. La sua celebrazione realmente spirituale diventerà possibile solo quando il nuovo spirito del Cristo acceso nell’anima umana dalla Pentecoste diventerà talmente forte da penetrare anche nella seconda metà del ciclo dell’anno, quella discendente fino agli ultimi giorni di settembre rendendoci in grado «di introdurre lo spirito nelle nostre azioni, operando nella vita secondo lo spirito. Onesto significa servire Michele: operare concretamente nella vita, però non basandosi solo sul mondo materiale, ma nella consapevolezza che Michele, che ha il compito di sconfiggere le potenze arimaniche inferiori deve divenire il genio del progresso della nostra civiltà» (O.O. 224, 23.5.023). Cf. anche le parole di Rudolf Steiner sulla festa di Michele a pag. 28

27 O.O.229, 12.10.1923