03 – L’intelligenza cosmica di Michele e la libertà dell’uomo

L’incontro con il male


 

Più tardi, nelle conferenze sul karma del 1924, dedicate all’osservazione del mistero di Michele, Rudolf Steiner indicò un motivo ancor più profondo per l’emancipazione del pensare umano dalle potenze cosmiche superiori.

In queste conferenze Rudolf Steiner parla di come l’intelligenza cosmica (la globalità dei pensieri creatori delle gerarchie), sino allora guidata da Michele dal Sole, abbandonò il suo regno solare e a poco a poco si unì all’evoluzione della Terra. Con ciò venne creata la più importante premessa per la futura libertà individuale da conquistare.

 

La conseguenza fu che a partire dall’ottavo/nono secolo si presentarono per la prima volta pensatori che sperimentavano il pensare quale loro proprietà. Tale sviluppo raggiunse poi il suo apice con l’inizio dell’epoca dell’anima cosciente nell’anno 1413.32

 

In tale contesto Rudolf Steiner parlò del compito prioritario dell’epoca micheliana, iniziata nell’anno 1879, durante la quale a ragione ogni uomo può sentirsi creatore dei suoi pensieri. Tale compito consiste nello spiritualizzare il proprio pensare con l’aiuto della scienza dello Spirito o antroposofia, che ora è arrivata sulla Terra, e con ciò di riportare nel mondo spirituale l’intelligenza cosmica divenuta terrena, di consegnarla a Michele. Questo sarà l’inizio della diretta collaborazione spirituale fra gli uomini e Michele, della collaborazione che oggi lo Spirito guida del tempo attende dall’umanità.

 

► «Gli uomini devono collaborare con gli Dei, con Michele stesso» (o.o. 240,19.7.1924).

 

E nel senso di quanto detto sopra, questo significa che, con i suoi propri sforzi nel corso della spiritualizzazione del suo pensare33, l’uomo è in grado, per così dire, di respingere nel tenerli separati gli Spiriti luciferici e arimanici che da sinistra e da destra penetrano nel suo essere.

 

In questo modo è possibile portare pienamente alla completa manifestazione la propria libertà soltanto nella sfera del pensare, e così compiere da essa ciò che fanno le gerarchie divino-spirituali in riguardo alle altre due direzioni, più precisamente in riguardo al sentire e al volere.

 


 

Note:

32 – Vedi in merito p. es. la conferenza del 19.7.1924 (O.O. 240).

33 – Nel senso de La filosofia della libertà (0.0.4) questo significherebbe raggiungere il grado del pensare intuitivo.