Occultismo materiale, eugenetico, e igienico.

O.O. 186 – Esigenze sociali dei tempi nuovi – 01.12.1918


 

Sommario: Le esigenze sociali del passato erano diverse dalle attuali. La moderna struttura triarticolata. Le società segrete delle popolazioni di lingua inglese agiscono nel senso della storia. Occultismo materiale, eugenetico, e igienico. Impedimenti allo sviluppo delle capacità occulte. Mancanza di una politica e di una strategia tedesche prima della guerra.

 

Nelle mie esposizioni desideravo mettere in evidenza la forma che il pensiero sociale dovrebbe assumere nel presente. Oggi vorrei aggiungere alle considerazioni fatte qualcosa per cui sia data l’occasione di spostare questi problemi ad un livello più alto, il che è veramente molto necessario appunto in base alle particolari esigenze dello spirito della nostra epoca. Tutte le cose che ho esposte e che ancora esporrò – vorrei ripeterlo ancora una volta – desidererei non venissero considerate come una critica alla nostra epoca e alle sue condizioni, ma semplicemente come materiali per indirizzare i giudizi, materiali che possono dare una base per comprendere la situazione. Il punto di vista scientifico-spirituale non intende fare una critica, ma solo attirare l’attenzione, senza pessimismo e senza ottimismo, su quello che è. Però si è naturalmente sempre obbligati ad usare parole che dall’uno o dall’altro possono essere intese come se si volesse criticare qualcuna delle classi sociali. Non è così. Se qui si parla di borghesia, se ne parla come di un fenomeno storicamente necessario, senza fare o sollevare rimproveri verso ciò che, da un certo punto di vista scientifico-spirituale, è appunto stato semplicemente necessario. Prego pertanto di considerare in questo modo le cose che esporrò oggi.

 

Anzitutto prendiamo le mosse dall’ampio impulso che sta alla base sia delle attuali esigenze sociali proletarie, sia di tutti o di un gran numero dei movimenti umani, in maniera più o meno pronunciata o anche più o meno istintiva e incosciente, confusa e oscura, però tuttavia forte. Si tratta del fatto che esiste un certo ideale di instaurare un ordine sociale che sia soddisfacente in ogni senso. Volendo caratterizzare in maniera radicale – e per questo appunto in modo falso – la sostanza del problema, si potrebbe dire che si cerca di ideare e realizzare un ordinamento sociale che porti il paradiso in terra, o almeno che porti a tutti gli uomini quella felice condizione degna dell’uomo che viene appunto considerata desiderabile nel nostro tempo dalla popolazione proletaria. Questo si chiama « soluzione del problema sociale », e ciò che ho appunto detto sta istintivamente sullo sfondo di quella che vien chiamata soluzione del problema sociale.

 

Ebbene, in merito alla soluzione del problema sociale è necessario che lo scienziato dello spirito, che in nessun campo deve farsi illusioni ma deve osservare la realtà, non si faccia nemmeno illusioni a questo riguardo. Infatti proprio in questo campo è caratteristico che gli uomini, i quali cercano di realizzare queste cose, non partono da posizioni libere da illusioni, ma da un punto di vista dinanzi al quale si pongono un gran numero di illusioni, anzitutto l’illusione fondamentale che sia possibile risolvere il problema sociale.

 

Ciò sta in certo modo in relazione col fatto che il nostro tempo non ha coscienza della differenza fra il piano fisico e i mondi spirituali, ma che considera in modo quasi istintivo il piano fisico come l’unico mondo, e vorrebbe produrvi per incantesimo il paradiso. Per questo motivo esso è costretto a credere che l’uomo sia condannato o a non trovare da nessuna parte giustizia e armonizzazione delle sue inclinazioni e dei suoi bisogni, o a trovarli appunto nell’àmbito dell’esistenza fisica terrestre. Ma a chi osserva il mondo in modo immaginativo, vale a dire a chi va alla vera realtà, il piano fisico si manifesta in modo da dover dire che in esso non esiste perfezione, ma solo imperfezione. Pertanto non è affatto possibile parlare di una soluzione totale del problema sociale. Si potrà cercare di risolvere il problema sociale come si vuole, attingendo alle profondità più recondite della conoscenza, ma non lo si potrà mai risolvere nel senso in cui moltissima gente crede. Questo non deve indurre a dire che, se il problema sociale non è risolvibile, occorre smettere di occuparsene e lasciare che tutto il vecchio continui. In sostanza il fenomeno avviene come nel pendolo: nello scendere, la forza di caduta fa acquistare la , forza per risalire; come nello slancio verso il basso viene accumulata proprio la forza più contrastante che poi si consuma nello slancio verso l’alto, così avviene nella successione ritmica della vita storica dell’umanità. Quello che in una certa epoca è l’ordine sociale più perfetto, o comunque un or dine, quando sia realizzato si consuma, e dopo un certo tempo porta al disordine. La vita evolutiva non è uniformemente in progresso, ma si svolge come l’alta e la bassa marea, si svolge in maniera ondulatoria. Per mezzo dell’optimum che si istituisce, quando lo si realizza sul piano fisico, si provocano condizioni che, dopo un tempo adeguato, distruggono quello che si è istituito. L’umanità sarebbe in tutt’altra situazione se si riconoscesse convenientemente questa necessaria inderogabile legge ciclica dell’evoluzione dell’umanità nel divenire storico. Allora non si penserebbe di poter fondare in senso assoluto un paradiso sulla terra, ma si sarebbe obbligati ad osservare la legge ciclica dell’evoluzione dell’umanità. Escludendo quindi una risposta assoluta alla domanda: quale forma deve assumere la vita sociale?, sarà invece giusto chiedersi: «Che cosa si deve fare per la nostra epoca? Quali esigenze pongono gli impulsi del nostro quinto periodo postatlantico? Che cosa vuol realizzarsi?». Sapendo che quanto si realizza necessariamente tornerà a distruggersi nella trasformazione ciclica, bisogna tener presente che si può pensare socialmente solo in questo modo relativo, riconoscendo gli impulsi evolutivi di una certa epoca. Bisogna lavorare con la realtà. Si lavora contro la realtà credendo di organizzare qualcosa con ideali astrattamente assoluti. Per lo scienziato dello spirito che vuol guardare la realtà e non l’illusione, il problema prende questi limiti: che cosa si vuol realizzare nella realtà presente?

 

Anche le mie spiegazioni di ieri erano intese da questo punto di vista, e verrei capito malissimo se si credesse che io pensi che un paradiso assoluto sia magari provocato dal fatto che il reddito di un lavoro venga separato dal lavoro. Piuttosto considero questo, per le leggi più profonde dell’evoluzione dell’umanità, solo una necessità che deve ora avverarsi perché, dietro a quanto gli uomini hanno nella loro coscienza, e precisamente a ciò che la concezione proletaria chiede con urgenza concentrando alle volte le cose in esigenze radicali, come quelle da me ieri elencate per il bolscevismo, sta ciò che istintivamente gli uomini-vogliono realizzare. Chi dunque tiene conto della realtà non accetta programmi, nemmeno quello della Repubblica Sovietica, ma considera quello che sta ancora istintivamente dietro alle esigenze che esteriormente si esprimono balbettando. Di questo si tratta; altrimenti, se non si considerano così, non se ne verrà mai ad una. Ciò cui si tende per istinto sta appunto completamente nel carattere fondamentale del nostro quinto periodo post-atlantico che, per esempio, si differenzia notevolmente dal precedente quarto, il greco-latino, o ancora dal precedente terzo, l’egizio-caldaico. Oggi gli uomini, non come singoli individui, ma socialmente, in quanto si manifestano in gruppi, devono volere alcunché, di ben determinato. E lo vogliono anche in modo istintivo. Essi vogliono oggi ciò che non poteva essere voluto nel quarto periodo postatlantico, quanto non poteva essere voluto fino al secolo quindicesimo della nostra era cristiana; vogliono un’esistenza degna dell’uomo, vale a dire, riflesso nell’ordinamento sociale, il concretarsi dell’ideale umano che il nostro tempo si prefigge. Oggi gli uomini vogliono istintivamente che si rifletta nella struttura sociale quello che l’uomo è.

 

Le condizioni erano diverse nel terzo Periodo postatlantico l’egizio-caldaico. Ed era differente prima, nel secondo. Nel secondo periodo, vale a dire nel paleopersiano, l’uomo era ancora tutto nella sua interiorità, era ancora tutto interiorizzato. Allora l’uomo richiedeva istintivamente, non esteriormente, di riconoscere nel mondo i bisogni che aveva interiormente; allora l’uomo non richiedeva una struttura sociale dalla quale si potessero riconoscere esteriormente le brame, gli istinti, le necessità che aveva interiormente. Seguì il terzo periodo postatlantico, l’egizio-caldaico. Allora l’uomo pretese che una parte del suo essere, vale a dire ciò che è legato al capo, apparisse nello specchio della realtà sociale esteriore. Pertanto vediamo che a partire dal terzo periodo postatlantico, l’egizio-caldaico, si tende ad un’organizzazione sociale teocratica; tutto si riferisce all’organizzazione sociale teocratica, in certo qual modo compenetrata di religiosità. Il resto rimane ancora istintivo; quanto si riferisce al secondo uomo, all’uomo del petto, all’uomo della respirazione, e quanto si riferisce all’uomo del ricambio rimane istintivo. Allora l’uomo non pensava ancora di vedere ciò in qualche modo riflesso come immagine nell’ordinamento esteriore. Nell’antico periodo persiano esisteva soltanto una religione istintiva che veniva guidata dagli iniziati del zarathustrismo. Ma tutto quanto l’uomo sviluppava era ancora interiormente istintivo. Egli non aveva ancora il bisogno di vedere le cose esteriormente nell’immagine riflessa, nella struttura sociale. Nel periodo che finì all’incirca con la fondazione dell’antica Roma – l’anno esatto è il 747 prima dell’era cristiana – nell’epoca che precedette quell’anno, l’uomo incominciò a richiedere che si ritrovasse nell’ordinamento sociale ciò che può vivere nella sua testa come pensiero.

 

Poi seguì il periodo che incominciò nell’ottavo secolo, nell’anno 747 prima dell’era cristiana, e finì col secolo quindicesimo dopo Cristo: il periodo greco-latino. In esso l’uomo pretese che nella struttura sociale esteriore si riflettessero due parti del suo essere: l’uomo della testa e l’uomo ritmico o del respiro, l’uomo del petto. Vi si doveva riflettere quello che era l’antico ordinamento teocratico, ma ora solo come una risonanza. In effetti gli ordinamenti teocratici veri e propri sono molto congeniali col terzo periodo postatlantico, e così anche è per gli ordinamenti cattolici. Tutto questo dunque continua e, nuovo, si aggiunge ciò che deriva specialmente dal periodo greco-latino: gli ordinamenti esteriori della res-pubblica, gli ordinamenti che si riferiscono all’amministrazione della vita esteriore, in quanto amministrazione della giustizia e così via. L’uomo pretende non solo di portare in sé due parti del suo essere, ma di poterli osservare riflessi all’esterno. Per esempio non si comprenderà la civiltà greca senza conoscere questa situazione, che cioè resta interiore, istintiva, la pura vita del ricambio che esteriormente si esprime nella struttura economica, senza che ne sia pretesa un’immagine riflessa. Per questa non viene richiesta ancora un’immagine riflessa. La tendenza di chiedere per questa un’immagine riflessa esteriore sorge soltanto all’inizio del secolo quindicesimo dopo Cristo. Se si studia la storia, com’è veramente, non come risulta dalle leggende fabbricate nell’ambito della nostra cosiddetta scienza storica, si troverà confermato anche esteriormente quello che ho comunicato attingendo a basi occulte in merito alla schiavitù in Grecia, senza la quale non sarebbe stata possibile la civiltà greca che tanto ammiriamo. Si può soltanto pensarla presente nella struttura sociale sapendo che tutto il quarto periodo postatlantico è dominato dallo sforzo di avere esteriormente un ordinamento legale e religioso, e di avere soltanto un ordine economico istintivo.

 

Soltanto il nostro periodo, quello che inizia però appena nel secolo quindicesimo dopo Cristo, pretende di vedere in immagine l’intero uomo triarticolato, anche nella struttura sociale in cui si trova.

Pertanto al giorno d’oggi dobbiamo studiare l’uomo triarticolato, perché esso sviluppa l’istinto triarticolato di avere nella struttura esteriore, nella struttura sociale, quello che ho spiegato: in primo luogo un campo ‘spirituale, che possiede un’amministrazione autonoma, una struttura propria; in secondo luogo un campo amministrativo, sicurezza pubblica e ordine civile, vale a dire un campo politico che pure possiede la propria autonomia e come terzo un campo economico.

Si verifica per la prima volta che anche per il settore economico il nostro periodo richiede un’organizzazione esteriore.

 

Solo nel nostro periodo si manifesta come istinto l’esigenza di vedere realizzata nella struttura sociale l’immagine dell’uomo. Questa è la ragione più profonda per la quale non agisce più un semplice istinto economico, ma per cui la classe economica che è stata appena creata, il proletariato, si sforza di istituire esteriormente in modo cosciente la struttura economica, così come il quarto periodo postatlantico istituì la struttura amministrativa del diritto, e come il terzo periodo postatlantico, l’egizio-caldaico, istituì la struttura teocratica.

 

Questa è la ragione più profonda! Soltanto considerando questa ragione più profonda si possono giudicare rettamente le condizioni attuali. E allora si comprenderà perché una settimana fa dovetti parlare dell’ordinamento sociale triarticolato. Effettivamente esso non è inventato come vengono inventati programmi da numerose società, ma è dettato da forze che si possono osservare considerando la realtà dell’evoluzione. Si deve ottenere che gli impulsi evolutivi presenti nell’evoluzione dell’umanità siano compresi in modo concreto ed obiettivo. Il tempo spinge a ciò. La gente ancora resiste a questa esigenza. È singolare osservare proprio coloro che sono più progrediti. Per esempio, poco tempo fa sono uscite le Lettere di una donna a Walther Rathenau, in merito alla trascendenza delle cose a venire.

 

Si toccano vari argomenti in questo libro. Così per esempio: « Con questo fascicolo si intende pubblicare in forma epistolare il contenuto di una concezione importante. La comunicazione personale in tanto è stata esclusa in quanto non sta in relazione diretta con essa. Da ciò risulta automaticamente una forma epistolare frammentaria in cui si evita anche il ripetersi continuo della formula d’indirizzo e della chiusa. Una donna dotata di qualità chiaroveggenti esprime in esso la sua singolare esperienza e conoscenza relativa alla nuova anima del tempo ed il nuovo divenire del mondo in opposizione all’autore del libro Delle cose a venire. Vi si manifestano le potenze future che oggi lottano per dare una forma superiore alla vita di un singolo destino umano, quale vissuta realtà delle nuove potenze animiche ».

 

È singolare che qui si parli di moltissime cose, ma ve ne è una curiosa. Questa donna si accorge che l’uomo può sviluppare capacità spirituali superiori, e che solo con queste si può vedere la vera realtà. Con ciò conclude, in fondo, il libro il cui ultimo capitolo è intitolato: «Considerazioni cosmiche conclusive sull’anima del mondo e sull’anima dell’uomo ». Non si arriva però al di là della comprensione che l’uomo può avere certe capacità superiori; non si arriva affatto al punto di dire che cosa si vede con tali capacità superiori. Come se si insegnasse all’uomo che ha gli occhi, ma non gli si permettesse di arrivare a vedere alcunché della realtà con gli occhi stessi. È singolare come oggi certa gente si ponga nei confronti della scienza dello spirito. Indietreggia proprio spaventata se si incomincia a parlare di ciò che si può vedere. Si sarebbe indotti a dire ad un’autrice come questa: « Tu ammetti che nell’uomo si possono sviluppare capacità superiori. Vi è la scienza dello spirito per dire che cosa si vede, appunto sviluppando queste capacità superiori, quando si tratta di cose importanti ». Ma dinanzi a ciò la gente si ritrae convulsamente, non lo vuol ancora sentire.

 

Si vede quanto i tempi spingano per arrivare proprio là dove vuol andare la scienza dello spirito, e come si ammassino contemporaneamente nell’uomo le cose di cui ho parlato nell’ultimo numero della rivista del Bernus Das Reich nel mio articolo: Elementi luciferici ed arimanici nella loro relazione con l’uomo. Esse si accumulano nell’anima umana in modo che perfino chi ammette la possibilità di vedere una realtà spirituale considera ancor oggi visionario chi ne parla; una realtà che viene ammesso sia la vera e che si possa vedere.

 

Ho menzionato questa signora perché essa non rappresenta un fenomeno singolo, ma perché ciò che si manifesta in lei si manifesta in molti casi, perché è proprio caratteristico il fatto che gli uomini vengano spinti a guardare oltre la comune realtà esteriore, ma che tuttavia non vogliano farlo. Per esempio nel libro citato si fa rilevare come l’uomo abbia una certa affinità con le forze cosmiche. Ma ci si deve guardare dall’andare ad esporre il contenuto della mia Scienza occulta in cui quelle relazioni vengono sviluppate! Esse suscitano un sussulto e ci si ritrae. Quando si tratta appunto di problemi sociali, che devono essere considerati nel modo da me esposto, non si perviene alla loro comprensione semplicemente ammettendo la visione spirituale senza ammetterne il contenuto. Comprenderlo è di enorme importanza. Altrimenti si cadrà sempre nell’errore al quale è stato fatto cenno oggi proprio al principio, di rendere cioè assoluto ciò che concretamente ha valore per il singolo caso individuale, e di chiedersi, con riferimento al problema sociale, quali ordinamenti vanno introdotti su tutta la terra. Ma questo problema non esiste affatto. Gli uomini sulla terra sono diversi, e proprio in avvenire, malgrado tutto l’internazionalismo, si manifesterà sempre più tale differenza. Ne viene che esprimerà un pensiero del tutto falso chi crederà di poter socializzare allo stesso modo in Russia, in Cina, nell’America meridionale, in Germania, o in Francia, vale a dire chi esprimerà pensieri assoluti mentre corrisponderanno alla realtà soltanto pensieri individuali, relativi. Che lo si comprenda è estremamente importante.

 

Negli ultimi anni, quando sarebbe stato necessario che queste cose venissero comprese in loco competente, mi ha colpito in modo molto doloroso il fatto che esse appunto non fossero state comprese. Si ricorderà che due anni fa disegnai qui una carta geografica, quella che si realizza oggi. Né la disegnai soltanto qui. Volli produrre tale carta per indicare come gli impulsi provengono da una certa direzione; vi è infatti una legge secondo cui, se si conoscono questi, impulsi, se si comprendono, se si prendono a coscienza, in certo qual modo essi possono essere corretti, possono essere indirizzati altrimenti. Che lo si comprenda è molto importante, ma appunto nessuno di coloro che avrebbero dovuto farlo ha voluto interessarsene, prenderli realmente sul serio.

Che fossero da prendere seriamente lo dimostrano gli eventi odierni.

 

Il fatto che in proposito bisogna considerare è che oggi si sa qualcosa in maniera piuttosto ampia di certe leggi fondamentali dell’evoluzione mondiale, e in modo che tali conoscenze vengono realizzate anche esteriormente, soltanto nell’àmbito, di certe società segrete dei popoli di lingua inglese. È qualcosa di importante da tener presente. In fondo le società segrete presso altri popoli sono soltanto parole. Invece le società segrete nell’ambito dei popoli di lingua inglese sono fonti dalle quali, per’ mezzo di certi metodi di cui forse potrò anche parlare un’altra volta perché oggi porterebbe troppo lontano, vengono conquistate verità in base alle quali si possono condurre politicamente le cose Si può così dire che le forze affluenti alla politica dell’occidente da quelle società segrete, vanno in senso concreto con la storia; tengono conto delle leggi dell’evoluzione storica. Non occorre che esteriormente tutto corrisponda in modo perfetto; si tratta del fatto se si va in senso concreto con le leggi dell’evoluzione storica, oppure se si procede da dilettanti, solo secondo idee arbitrarie.

 

Politica da dilettanti nella maniera più eminente, lontana da tutte le leggi storiche, era per esempio la politica dell’Europa centrale. Una politica non da dilettanti, opportuna, o se mi è consentito di usare il termine, una politica da esperti era quella della popolazione di lingua inglese, dell’Impero, britannico con la sua appendice americana. Questa è la grande differenza, il fenomeno importante che bisogna considerare. È importante per il motivo che quanto si sa in quei circoli ben entra nella realtà. Fluisce anche negli istinti degli uomini che poi esteriormente sono al loro posto di politici rappresentativi, anche se agiscono soltanto per istinti politici. Dietro a costoro stanno le forze alle quali ho appunto fatto cenno. Pertanto non occorre domandare se Northcliffe o lo stesso Lloyd George siano stati iniziati in qualche misura nelle forze di cui parlavo. Non importa questo, ma se vi sia la possibilità che il loro atteggiamento corrisponda al senso di quelle forze. Basta che essi accolgano nei loro istinti ciò che è nel senso di quelle forze. Questo avviene, è l’essenziale, e quelle forze agiscono nel senso della storia. Si può agire in maniera favorevole nei nessi storici soltanto accogliendo in maniera veramente consapevole ciò che in tal modo avviene nel mondo. Del resto chi scientemente agisce, o fa agire nel senso della storia, ha sempre il potere, e chi non sa nulla è impotente. Così la potenza può vincere l’impotenza. Questo è un evento esteriore. Ma in queste cose la vittoria della potenza sull’impotenza si ritorna in definitiva alla differenza fra sapere e non sapere. È quel che bisogna tener presente.

 

È importante che il caos, che ora si sta preparando in oriente e nell’Europa centrale, da un lato faccia vedere come fosse stato terribile tutto quanto pretendeva di introdurre in questo caos l’ordinamento statale che ora è stato spazzato via; ma dall’altro lato quel che avviene nell’Europa centrale ed in quella orientale mostra che in questo campo la vita pubblica è impregnata appunto di dilettantismo. In occidente, fra la popolazione della terra che parla inglese, non domina affatto, il dilettantismo; dappertutto queste cose, se mi è consentito il termine, vengono considerate come possono esserlo da parte di esperti.

 

È questo che nei prossimi decenni darà la configurazione la storia. Per quanto nell’Europa centrale ed in quella orientale si impostino, sublimi ideali, per quanta buona volontà si manifesti in questi o in quei programmi, con tutto ciò ben poco si raggiungerà se non si sarà in grado di prendere le mosse dagli impulsi che sì attingono dal di là della soglia, allo stesso modo allo stesso modo o meglio di come sono attinti dal di là della soglia della coscienza gli impulsi dell’occidente, delle popolazioni di lingua inglese.

 

Gli amici che hanno ascoltato queste cose come le vado esponendo da anni, hanno sempre fatto in proposito un errore a cui di regola possono con difficoltà essere distolti anche i migliori dei nostri amici; l’errore che parte dai seguenti pensieri: a che serve dire alla gente che da certi centri segreti dell’occidente provengono questi o quegli impulsi? bisogna prima poter far credere che vi siano società segrete di questo genere. In realtà fu considerato fondamentale risvegliare la convinzione che esistano tali società segrete. Ma non è questo che principalmente si deve considerare. Si troverebbe poco terreno favorevole se si volesse far capire, per esempio ad un uomo di stato del calibro di un Kulmann *, che esistono società segrete in possesso di tali impulsi. Ma non si tratta affatto di questo. Si fa perfino un errore se si considera fondamentale questa circostanza. Che la si consideri fondamentale dipende dal fatto che anche gli antroposofi hanno la cattiva abitudine, derivante dalla vecchia Società teosofica, di fare del misticismo. Si crede di procurarsi particolare considerazione pronunciando le parole segreto o occulto, e accennando a qualcosa di segreto o di occulto. Ma non è così che si agisce con efficacia quando si tratta della realtà esteriore. Bisogna indicare come avvengono le cose, accennare semplicemente a ciò che ognuno può capire col proprio sano raziocinio.

 

Nell’ambito delle società che coltivano verità occulte aventi come meta la realtà, si diceva per esempio che occorreva fare una politica per cui, dopo che l’impero russo degli Zar fosse stato rovesciato per la salvezza del popolo russo, venisse offerta la possibilità di intraprendere in Russia degli esperimenti socialistici; esperimenti che non si volevano intraprendere in occidente perché ivi non apparivano vantaggiosi, non erano desiderabili. Finché dico che in società segrete se né parlava, se ne può dubitare. Ma se poi si mostra che tutta la direzione politica si svolge sulla base di questo principio, col comune sano raziocinio si è entro la realtà; e si tratta appunto di risvegliare il senso della realtà.

 

Quello che si è sviluppato in Russia è in fondo soltanto una realizzazione di ciò che si vuole in occidente. Il fatto che oggi si facciano degli esperimenti ancora inabili da parte di non inglesi, che le cose si realizzino in intrecci di ogni genere, quelle società lo sanno tanto bene che il fatto non dà loro particolari grattacapi; esse sanno infatti che si tratta di portare anzitutto quei paesi fino al punto da rendere necessari esperimenti socialistici. Se poi si ha cura che quei paesi ignorino che cosa sia un ordine sociale, allora si fa ordine sociale in essi, allora si fa da regista per degli esperimenti socialistici.

 

Vedete, precludendo un certo tipo di conoscenza occulta, quella che appunto si coltiva con molta cura in quei centri, si ha una enorme potenza. Né vi è altra salvezza di fronte a quella potenza se non nella conoscenza, che venga acquistata da altra fonte e che le possa venir contrapposta. In questo campo non si parla appunto di colpa o di innocenza; in questo campo si parla semplicemente di necessità, di cose che devono succedere perché ora sono già attive nel sottofondo, nella regione delle forze che non sono ancora fenomeni, ma che sono già forze che diventano fenomeni.

 

Naturalmente non è necessario io metta in rilievo che sostengo quello che ho sempre detto: che l’essere vero e proprio del popolo tedesco non può tramontare. L’essere vero e proprio del popolo tedesco deve cercare la sua strada. Ma appunto di questo si tratta: che esso possa trovare questa strada, che non la cerchi più per vie errate, che non la cerchi in modo inconsapevole. Non si interpreti ora quanto sto per dire nel senso che ciò contraddice quel che ho sostenuto nel corso degli anni, perché le cose hanno tutte due facce, e ciò cui accennavo, per diversi aspetti, dipende dalla volontà. Essa può certo restare paralizzata se d’altro canto entrano in gioco forze che però devono fondarsi sulla conoscenza, non sull’ignoranza dilettantesca.

 

Questo è il punto: se dall’oriente – e con questa designazione intendo ora tutto quanto sta ad oriente del Reno fino all’Asia – non si solleva opposizione, il dominio mondiale britannico si svilupperà, con il tramonto dell’elemento francese-latino, in modo corrispondente alle intenzioni delle forze che spesse volte ed oggi di nuovo ho indicato come quelle che stanno dietro agli istinti. Pertanto è importante non solo abbordare quanto dice Woodrow Wilson con il pensiero che in larga misura è stato presentemente inculcato nella gente con l’educazione, ma è importante che si afferri con un sapere più profondo ciò che si manifesta solo negli istinti in persone come Woodrow Wilson, ciò che poi, formulato in princìpi di ogni genere, opprime gli uomini, essendo peraltro sorto in quell’anima solo per il fatto che in certo modo essa è dominata da forze subcoscienti.

 

Il problema è infatti che nei circoli che tengono segreto il loro sapere si cerchi di far sì che certe cose si sviluppino in modo che l’occidente acquisti in ogni caso il dominio sull’oriente. Nella propria coscienza dica pure la gente ciò che vuole: quello che si vuol raggiungere è la fondazione di una casta di padroni in occidente e di una casta economica di schiavi in oriente, cominciando dal Reno per estendersi verso oriente fino nell’Asia. Non una casta di schiavi nel senso dell’antica Grecia, ma una casta economica di schiavi, una casta di schiavi che deve essere organizzata in maniera socialistica che deve accogliere tutte le cose impossibili di una struttura sociale, peraltro da non doversi applicare alle popolazioni di lingua inglese. Questo è il punto: far diventare la popolazione di lingua inglese padrona della terra.

 

Ebbene, da quella parte ciò è stato escogitato in maniera giusta nel senso più lato. Ora esporrò qualcosa che prego di accogliere realmente in maniera da essere coscienti che, se si dicono queste cose, si dicono appunto sotto la pressione e la spinta degli eventi e non devono assolutamente essere prese in modo non serio. Quello che dirò viene tenuto segreto nella maniera più accurata dalle cerchie dell’occidente alle quali ho spesso accennato. In occidente sembra ovvio che agli uomini dell’oriente non si faccia saper nulla delle conoscenze che, come ho detto prima, si posseggono per mezzo di metodi di cui forse parlerò ancora; conoscenze che si posseggono precisamente al fine di stabilire per loro mezzo il dominio del mondo, dato che gli altri non dovrebbero saperle (ed è l’unico modo in cui ciò può avvenire).

 

Vedete, a partire dal quinto periodo postatlantico si sviluppano delle forze ben determinate nell’evoluzione dell’umanità. Naturalmente l’umanità continua ad evolversi. Da un breve periodo, che si consideri antropologicamente o storicamente dal punto di vista della scienza materialistica esteriore, non si può mai trarre un giudizio in merito alle forze che risultano nell’evoluzione dell’umanità. Infatti in un breve periodo, che si osserva antropologicamente o storicamente nel divenire esteriore, si muta appunto ben poco. Per mezzo di quella scienza non si sa come le cose avessero un aspetto del tutto diverso per esempio già nel secondo periodo, per non parlare del primo o ancora prima. Questo lo si può sapere solo con la scienza dello spirito. Del pari, solo a mezzo della scienza dello spirito si può accennare alle forze che si svilupperanno in avvenire muovendo dalla stessa natura umana in modo del tutto elementare. Si sa però in quei centri segreti che tali forze, le quali modificheranno la vita sulla terra, si svilupperanno dall’uomo. Questo è ciò che si vuol nascondere all’oriente, questo è il sapere che si vuole conservare per sé. Si sa anche che le capacità, di cui l’uomo possiede oggi soltanto i primi accenni, saranno di tre tipi. Esse si svilupperanno dalla natura umana così come nel corso dell’evoluzione umana si ebbero altre capacità.

 

Devo rendere comprensibile nel seguente modo queste tre capacità, di cui ognuno, al corrente delle cose, parla nell’àmbito di quei circoli segreti. In primo luogo vi sono le capacità per il cosiddetto occultismo materiale. Per mezzo di tali capacità – ed è proprio questo l’ideale delle società segrete britanniche – certe forme, che oggi stanno a base dell’industrializzazione, dovranno essere poste su basi del tutto diverse. Ogni membro di quei circoli segreti, al corrente delle cose, sa che semplicemente, per mezzo di certe capacità oggi ancora latenti nell’uomo ‘ma che si svilupperanno per mezzo della legge delle vibrazioni consonanti, si potranno, mettere in moto in larga misura impianti meccanici ed altro. Si può trovare un accenno a ciò in quanto è collegato al personaggio di Strader nei miei misteri drammatici.

 

Queste cose sono oggi in divenire. Nell’àmbito di quei circoli segreti, nel campo dell’occultismo materiale, esse vengono custodite quali segreti. Vi saranno dei motori che potranno essere messi in moto con influenza umana molto modesta, per il fatto che si conoscerà la relativa curva di vibrazione. Questo renderà possibile sostituire con forze puramente meccaniche molte cose per cui oggi occorrono forze umane. (Macchine a controllo numerico.) Al presente sulla terra vivono millequattrocento milioni di uomini ma non lavorano solo questi millequattrocento milioni, l’ho detto qui una volta; in realtà si esegue tanto lavoro in modo puramente meccanico da poter dire che la terra è popolata da duemila milioni di uomini; gli altri sono semplicemente macchine, vale a dire che se il lavoro fatto dalle macchine dovesse essere fatto da uomini, sulla terra dovrebbero vivere seicento milioni di uomini in più. Se quello che ora, ho chiamato occultismo meccanico passerà nell’attività pratica, se si realizzerà l’ideale di quei centri segreti, si potrà eseguire un lavoro, pari non solo a quello di seicento milioni di uomini, ma un lavoro pari a quello di ben più di mille milioni di uomini. Così vi sarà la possibilità, nell’àmbito della popolazione dì lingua inglese, che nove decimi del lavoro umano risulti inutile. L’occultismo meccanico non darà solo la possibilità di fare a meno di nove decimi del lavoro che viene ancora eseguito da mani umane, ma renderà anche possibile di paralizzare ogni movimento di sollevazione della massa umana che poi sarà insoddisfatta.

 

La capacità di mettere in moto motori in base alla legge delle vibrazioni consonanti si svilupperà proprio in larga misura nell’àmbito della popolazione di lingua inglese. Questo è noto in quei circoli segreti. Si conta che ancora nel corso del quinto periodo postatlantico ciò darà la signoria sul restò della popolazione della terra.

 

Ma in quei circoli si sa anche un’altra cosa ancora. Si sa che esistono, altre due capacità che pure si svilupperanno. Si svilupperà una capacità che chiamerei capacità eugenetica. Tale capacità sì svilupperà principalmente fra gli uomini dell’oriente, nei russi e negli uomini del retroterra asiatico. In quei circoli segreti dell’occidente si sa anche che quell’occultismo eugenetico si svilupperà non dalle disposizioni umane della popolazione di lingua inglese, ma proprio dalle disposizioni innate delle popolazioni asiatiche e russe. Questi fatti si conoscono nei circoli segreti dell’occidente e se ne tiene conto. Vengono considerati come impulsi che devono agire nell’evoluzione futura. Chiamo capacità eugenetica il sottrarre la riproduzione umana alla semplice spontaneità e al caso.

 

Precisamente nell’àmbito della popolazione orientale si svilupperà istintivamente una chiara conoscenza alla quale sarà noto come le leggi del popolamento devono correre in parallelo con certi fenomeni cosmici, come, organizzando la concezione in conformità a certe costellazioni di stelle, si offra l’occasione di accesso all’incarnazione sulla terra di anime buone o cattive. Soltanto gli uomini che rappresentano la continuazione della razza e del sangue della popolazione asiatica potranno acquistare la capacità di vedere semplicemente nei particolari, in consonanza con le grandi leggi del cosmo, come si debba fare nel singolo caso concreto ciò che agisce caoticamente ad libitum su tutta la terra: la concezione e la nascita. Qui non valgono le leggi astratte, ma quella che si raggiungerà sarà una capacità concreta per cui si saprà: ora deve aver luogo una concezione, oppure ora non deve aver luogo.

 

Questo sapere, che sarà in grado di attingere dal cielo gli impulsi per rendere morale o amorale la terra per mezzo della natura dell’uomo stesso, questa particolare capacità si svilupperà come una prosecuzione della capacità del sangue presso le razze dell’oriente; chiamo dunque occultismo eugenetico la capacità che così si svilupperà. Questa è la seconda capacità; essa impedirà che l’evoluzione dell’umanità, per quanto riguarda la concezione e la nascita, si sviluppi nel mondo solo ad libitum, più o meno a caso. Si consideri ora l’enorme conseguenza sociale, l’enorme impulso sociale che ne deriva. Queste, capacità sono, latenti. Si sa bene nei circoli segreti della popolazione di lingua inglese che quelle capacità si svilupperanno fra la popolazione dell’oriente. Le popolazioni di lingua inglese non avranno quelle capacità per innata disposizione. Si sa che la terra non potrebbe raggiungere la sua meta, che non potrebbe arrivare a Giove, che relativamente presto la terra si allontanerebbe perfino dalla sua meta, se si lavorasse solo con le forze dell’occidente. Se si lavorasse soltanto con le capacità meccaniche occulte dell’occidente, si potrebbe sviluppare nell’occidente soltanto una popolazione senz’anima, una popolazione che diventerebbe quanto più possibile senz’anima. Questo lo si sa. Ci si sforza quindi di sviluppare nell’àmbito della propria cerchia ciò che si può sviluppare per capacità proprie: l’occultismo meccanico; e ci si sforza di dominare le popolazioni che sviluppano l’occultismo eugenetico.

 

Chi è addentro nei circoli occidentali sa che per esempio è necessario dominare l’India per il motivo che solo nella prosecuzione di quanto deriva dai corpi indiani se ciò si collega con quanto in occidente ha preso un tutt’altro indirizzo, con ciò che va soltanto nella direzione dell’occultismo meccanico si formeranno corpi nei quali si potranno incarnare anime che avvieranno la terra ai suoi stadi futuri di evoluzione.

 

Gli occultisti di lingua inglese sanno di dover rinunciare ai corpi che provengono dalla propria base etnica, e si sforzano di avere il dominio su una popolazione che fornirà corpi con l’aiuto dei quali l’evoluzione della terra potrà essere portata verso il futuro. Gli occultisti americani sanno che soltanto coltivando in se stessi quello che si svilupperà nei corpi futuri per mezzo della’ disposizione eugenetica occulta nell’àmbito della popolazione russa, che soltanto se lo domineranno, per cui man mano si costituisca un collegamento sociale fra le proprie caratteristiche razziali in declino e le caratteristiche fisiche razziali germoglianti della Russia europea, allora soltanto potranno portare verso l’avvenire ciò che vi vogliono portare.

 

Devo ora parlare di una terza capacità, quella che oggi è latente e che si svilupperà in avvenire. È quella che chiamerei capacità occulta igienica. Così le abbiamo elencate tutte e tre: la capacità materiale occulta, la capacità eugenetica occulta e la capacità igienica, occulta. La capacità igienica occulta è ben avviata e, relativamente, non occorrerà aspettarla molto. Questa capacità maturerà semplicemente per la comprensione che la vita umana, svolgendosi da nascita a morte, avviene secondo un processo del tutto identico ad un processo di malattia. Processi di malattia sono infatti soltanto speciali e radicali modifiche del processo normale, del tutto comune, che si svolge fra nascita e morte; salvo che portiamo in noi non solo le forze che rendono malati, ma anche le forze salutari. Tali forze salutari, ciò è risaputo da ogni occultista, sono perfettamente uguali a quelle che si applicano quando ci procuriamo capacità occulte trasformando tali forze in conoscenze. La forza salutare insita nell’organismo umano, trasformata in conoscenza, dà appunto conoscenze occulte.

 

Inoltre ogni erudito dei circoli occidentali sa che in avvenire la medicina materialistica non avrà un fondamento perché, nel momento in cui le capacità igieniche occulte si svilupperanno, non ci sarà bisogno di una medicina esteriore materiale, ma vi sarà la possibilità di trattare per via profilattica, di prevenire le malattie che sorgono per cause karmiche, e che pertanto non possono essere’ influenzate. A questo riguardo tutto cambierà. Tutto ciò sembrerebbe oggi una mera fantasia, ma è qualcosa che si realizzerà molto presto.

 

Queste tre capacità non si distribuiranno uniformemente fra i popoli della terra. Si è già vista la differenziazione che ha naturalmente a che fare con i corpi e non con le anime che passano da razza a razza, da popolo a popolo; questa differenziazione ha molto a che fare con i corpi. Dai corpi delle popolazioni di lingua inglese non potrà mai promanare la capacità di sviluppare in avvenire per nascita capacità eugenetiche occulte. Saranno ‘applicate in occidente allo scopo di dominare i paesi orientali e si realizzeranno matrimoni fra occidentali ed orientali per utilizzare quanto si può apprendere soltanto dagli orientali.

 

Alle capacità igieniche occulte sono particolarmente disposti gli, uomini dei paesi centrali. La popolazione di lingua inglese non può acquistare le capacità igieniche occulte per disposizione innata, ma può acquistare queste facoltà nel corso del tempo durante lo sviluppo fra nascita e morte. Qui possono diventare facoltà acquisite, mentre saranno presenti per nascita presso le popolazioni a partire all’incirca dall’oriente del Reno fin entro l’Asia. D’altra parte le popolazioni dei paesi centrali non potranno acquisire senza intermediari la disposi ione eugenetica occulta ma potranno acquisirla nel corso della vita imparando dagli uomini dell’oriente. Tali facoltà saranno distribuite in, questo modo: gli uomini dell’oriente non avranno alcuna capacità per l’occultismo materiale; potranno riceverlo soltanto se sarà loro dato, se verrà loro tenuto nascosto. E si potranno sempre trovare i mezzi per tenerlo nascosto, particolarmente se gli altri saranno così sciocchi da non credere a quello che dice chi è in grado di vedere in queste cose. Dunque, la gente dell’oriente e quella dei paesi centrali dovrà ricevere l’occultismo materiale dall’occidente. Essi ne riceveranno appunto i vantaggi, i prodotti. L’occultismo igienico si svilupperà precisamente nei paesi centrali, quello eugenetico nei paesi orientali. Ma dovrà aver luogo una comunicazione fra gli uomini. È qualcosa che dovrà essere accolto negli impulsi sociali dell’avvenire, qualcosa per cui gli uomini dovranno comprendere che potranno vivere su tutta la terra soltanto come parte di un complesso. Se l’americano volesse vivere solo come americano potrebbe invero raggiungere il massimo effetto materiale, ma si condannerebbe non poter più seguire l’evoluzione della terra. Se egli cercasse le relazioni sociali verso l’oriente, come anima egli si condannerebbe ad essere relegato, dopo qualche incarnazione, nella sfera terrestre e ad agire come spettro nell’ambito della stessa.

 

La terra verrebbe sottratta dal suo nesso cosmico, e tutte quelle anime’ dovrebbero agire come spettri. L’uomo dell’oriente invece se non accogliesse con le sue facoltà occulte eugenetiche ciò che attira verso la terra, e cioè il materialismo dell’occidente, perderebbe, la terra. Verrebbe attirato solamente in qualche evoluzione fisico-spirituale e perderebbe l’evoluzione terrestre; la terra sprofonderebbe quasi sotto di lui; egli non potrebbe cogliere ì frutti dell’evoluzione terrestre.

 

Fra gli uomini, nel senso più profondo interiore, deve sorgere la fiducia. Questo appunto fa vedere la singolare evoluzione umana dell’avvenire. È senz’altro nel ragionevole intendimento dei centri dell’occidente coltivare le cose soltanto come possono farlo. Non interessa agli uomini dell’occidente porre particolare attenzione a quello che si sviluppa in oriente dal punto di vista degli uomini dell’oriente; quel che si sviluppa presso altri bisogna lasciarlo agli altri. È questo che bisogna considerare molto profondamente: che cioè qui si è raggiunto un punto dove colpa od innocenza, o concetti del genere, non hanno alcun significato, dove si tratta di considerare le cose in tutta serietà nel senso più profondo perché esse contengono un sapere il quale solo è atto a guidare l’umanità nel futuro.

 

È importante considerare. Si pensi che su tutta la terra, differenziate secondo gli uomini dell’occidente, dei paesi centrali e dell’oriente, si sviluppano tre tipi di facoltà occulte che in certo qual modo si intrecciano; e precisamente si intrecciano reciprocamente in modo che l’uomo dell’occidente ha la disposizione innata all’occultismo materiale, ma può acquistare l’occultismo igienico; che l’uomo dei paesi centrali ha per nascita preferibilmente disposizione per l’occultismo igienico, ma che può acquistare, se gli vengono dati, l’occultismo materiale dell’occidente e l’occultismo eugenetico dell’oriente; che l’uomo dell’oriente ha innata disposizione per l’occultismo, eugenetico ma che può acquistare dai paesi centrali l’occultismo igienico. Queste facoltà sorgono differenziate fra l’umanità sulla terra, ma in modo da intrecciarsi; e dagli intrecci appunto sarà condizionato il legame della futura unione sociale sulla terra.

 

Però esistono degli impedimenti per lo sviluppo di queste facoltà; essi sono di tipo svariato, e il loro effetto in realtà è ben complicato. Così per esempio, per gli uomini dei paesi centrali ed orientali, è appunto un impedimento notevole a sviluppare scientemente le facoltà a venire, che in essi si manifestino forti antipatie per gli uomini dell’occidente, che le cose non possano essere considerate obiettivamente. Questo è un impedimento per lo sviluppo delle loro facoltà. D’altra parte la disposizione per una futura facoltà occulta viene in un certo modo sostenuta se viene sviluppata da certi istinti dell’odio. Si tratta di un fenomeno molto particolare. Infatti spesso ci si chiede ed è un punto che bisogna osservare in modo molto obiettivo perché mai si strilli in modo così esagerato nei paesi occidentali.

 

Per istinto si tende già verso queste facoltà. Infatti nulla promuoverà ciò che è insito negli impulsi più profondi dell’occultismo occidentale, più del fatto che si sviluppino dei sentimenti falsi, ma in certo qual modo sentiti come sacrosanti, per cui gli uomini dell’oriente, e in particolare gli uomini dei paesi centrali, vengono considerati «barbari ». Le predisposizioni materiali occulte vengono promosse per esempio proprio dalla disposizione d’anima che in America è detta delle « crociate ». Essa consiste nel fatto che l’America sente la vocazione a portare su tutta la terra libertà e diritto, e non so quante altre cose mai. La gente naturalmente lo crede. Qui non si tratta di fare accuse. La gente crede di fare una crociata. Ma appunto nel fatto di credere qualcosa di inesatto sta il sostegno in appoggio di un certo indirizzo. Se si dicesse coscientemente il falso non vi sarebbe quell’appoggio. Così quanto ora avviene, da un lato dà un grande impulso, e dall’altro impedisce proprio lo sviluppo di quelle facoltà di cui bisogna dire che sono ancora latenti presso la maggior parte degli uomini, ma che si vogliono sviluppare nel futuro, e che avranno una profonda influenza sulla struttura sociale degli uomini dell’avvenire.

 

Si pensi come si infiamma e si satura di comprensione e chiarezza tutto quanto avviene nel presente, se si considerano questi problemi di fondo, se si riconosce che dietro a tutto quanto oggi vien detto coscientemente stanno gli istinti subcoscienti, corrispondenti a questa esposizione. Il fatto più importante a questo riguardo è però che, a causa di particolarissimi processi evolutivi, le popolazioni di lingua inglese posseggano tali centri occulti segreti.; essi conoscono queste cose, sanno quali facoltà possederanno in avvenire in quanto appartenenti a popolazioni di lingua inglese e di quali facoltà saranno privi, e sanno anche organizzare la struttura sociale per poter mettere al proprio servizio ciò che loro manca. Nella direzione di queste cose agiscono però gli istinti; essi hanno anche già agito, hanno agito enormemente, hanno agito in modo notevolissimo.

 

Un mezzo molto utile per condurre in un falso canale ciò che può ricevere un impulso dal sapere occulto occidentale, è di agire sull’oriente in modo che esso mantenga anche in avvenire la sua antica tendenza a sviluppare la sola religione senza la scienza. Le guide dei circoli segreti occidentali avranno cura che là non esista qualcosa che sia né mera religione né mera scienza, ma la sintesi di ambedue, la cooperazione di sapere e fede. Ma avranno anche cura che quella scienza, che del resto passa anche al contenuto della religione, agisca solo segretamente, e che, nel conseguimento del dominio britannico del mondo, compenetri soltanto le questioni più importanti dell’umanità e la guida politica della terra. Quando questo dominio del mondo si estenderà, servirà moltissimo se possibilmente l’oriente non compenetrerà le rappresentazioni religiose con la scienza.

 

Ora si pensi come tutto ciò che è russo venga incontro a questo sforzo occidentale. In Russia ci si sforza oggi ancora di essere pii, ma non di compenetrare il contenuto della devozione con scienza spirituale; di restare in certo qual modo in una mistica oscura. Questa mistica oscura sarebbe un buon mezzo per promuovere ciò che l’occidente vuole per il dominio sull’oriente.

 

Dall’altro lato si tratta di rendere possibilmente atea la scienza, destinata alla terra. In questo senso proprio la civiltà delle popolazioni di lingua inglese ha prodotto nei tempi moderni qualcosa di enormemente fecondo. Quelle popolazioni non possono proprio lamentarsi. Hanno conseguito enormi successi perché in fondo hanno diffuso su tutta la terra il loro indirizzo scientifico, la scienza irreligiosa, la scienza atea. Essa impera su tutta la terra. Il goetheanismo, che in modo del tutto cosciente ne rappresenta il contrapposto, non poté neppure attecchire nella patria di Goethe; è abbastanza sconosciuto perfino nella patria di Goethe! All’intelletto che domina al giorno d’oggi la scienza vien dato assolutamente l’indirizzo che si deve manifestare quale espressione esteriore della scienza coltivata in segreto dai circoli ricordati, coltivata come sintesi fra scienza e religione. Per il mondo esteriore deve esistere soltanto la scienza atea; per le cerchie interne, che devono guidare gli eventi., deve esservi una scienza che sia contemporaneamente religione e una religione che sia contemporaneamente scienza.

 

Si avrà in mano nel miglior modo l’oriente se si, conserverà per esso una religione priva di scienza. Si avranno in mano nel miglior modo i paesi centrali se si inculcherà loro una scienza senza religione, in quanto essi non lasciano che una religione venga loro inculcata. Queste cose vengono promosse in modo del tutto cosciente da chi è addentro in quei circoli, dagli altri in maniera istintiva. E quando i poteri dominanti dei paesi centrali, provenienti da tempi sorpassati, saranno stati spazzati via, non vi sarà nulla in quei paesi che ne possa prendere subito il posto. Questo rende anche così difficile giudicare in modo esatto tutta la situazione storica del presente. Tutto il mondo si è occupato del problema della colpa o della causa di questa catastrofe bellica. Ma tutte queste cose restano illuminate soltanto se si guardano sullo sfondo delle forze attive che non si manifestano nei fenomeni esteriori. Non è possibile giudicare in merito a queste cose in base alle categorie di pensiero secondo le quali si giudica abitualmente, quando si pone il problema della colpa o dell’assenza di colpa; non si può giudicare appunto per i motivi oggi esposti.

 

So benissimo che in questi tempi, in cui si chiama già Wilson il papa del secolo ventesimo, non in senso demolitore ma di adesione in quanto è legittimamente il papa laico del secolo ventesimo, so benissimo che perfino nei paesi centrali si svilupperà man mano un giudizio offuscato in merito all’andamento di questa guerra mondiale, come la si chiama, dato che non si considererà il modo in cui si formulano le questioni. Ogni documento dimostrerà quanto sto dicendo. Ma bisogna vedere i documenti sullo sfondo giusto. Bisogna anzitutto avere la possibilità di farsi un’opinione. In questo caso consegue una tale opinione solo chi è in grado di portare un po’ di luce dal di là della soglia su questi eventi. Temo infatti che per mezzo delle cose, che invero di giorno in giorno vengono alla luce, si affermeranno opinioni sempre più false, che vi sarà sempre meno gente disposta ad affrontare il problema in modo proficuo. Penso che la gente si farà delle strane idee se per esempio apprenderà attraverso i giornali – può essere vero o no, ma potrebbe essere vero – che l’imperatore tedesco destituito dica quello che si è letto nei giornali più recenti: « Quando si è decisa la guerra io non c’ero; Bethmann e Jagow * hanno deciso la guerra! ».

 

Naturalmente è inaudito che qualcosa di simile venga detto da questo personaggio, ovviamente inaudito! Ma in segreto dappertutto esistono opinioni influenzate che poi prendono vie errate per cose del genere. Ciò di cui qui si tratta è che bisogna tener conto esattissimamente dei fatti, per poter porre le giuste questioni. Allora si potrà ben vedere che realmente non si dovrà prendere in considerazione tanto superficialmente, come spesso succede, la profonda, la tragica necessità che sta alla base di questa catastrofe. Nemmeno gli eventi superficiali devono essere considerati superficialmente.

 

Io voglio attirare l’attenzione su un fatto; si vedrà poi subito perché mi valgo di questo particolare. Già tempo fa ho spiegato qui che in realtà, in Germania, vi sono state molte serie di eventi, di fatti che avrebbero potuto portare alla guerra, ma che poi si sono dileguati, che non l’hanno causata, mentre quel che ha portato effettivamente alla guerra è subentrato in fondo molto tardi a seguito di certe premesse, senza aver alcuna relazione con le altre cose. Oggi non voglio ripetere quanto ho detto a questo riguardo, ma desidero far considerare un problema per mettere in evidenza come nella storia le cose, che agiscono come sintomi esteriori, direi che svaniscono, mentre alle loro spalle stanno le grandi cose di cui oggi ho parlato.

 

Si può porre la seguente questione: tutta la catastrofe bellica, che ha preso l’avvio in luglio o in agosto 1914, avrebbe potuto avere, in date circostanze, un corso diverso da quello avuto? Ora non voglio discutere se questa catastrofe, come tale, avrebbe potuto essere evitata o no; questo è un altro problema, mentre io voglio porre la questione: questa catastrofe avrebbe potuto avere un corso diverso? Ebbene, avrebbe potuto avere un corso diverso; lo si può senz’altro immaginare sebbene dirlo ora abbia solo un valore metodologico. Ma secondo gli eventi, ed anche secondo le basi occulte, sarebbe immaginabile che tutta questa catastrofe avesse preso un corso diverso. Ma bisogna dare giudizi per settori. Quanto dirò adesso, naturalmente, vale poi soltanto per un certo settore di fatti; e nell’àmbito di quel settore si può forse dare il giudizio che segue. Sarebbe anche possibile immaginare che all’inizio della guerra, nel 1914, l’esercito tedesco andasse verso oriente e che si fosse aspettato per vedere se, per il fatto che la guerra era sorta in oriente, ne fosse poi seguita una guerra in occidente. Si potrebbe immaginare che la parte più cospicua dell’esercito tedesco si fosse diretta contro la Russia e ci si fosse mantenuti verso occidente sulla difensiva per vedere se i francesi, che in questo caso non avrebbero avuto alcun obbligo derivato dalle alleanze, avrebbero attaccato. In quel momento essi non avrebbero avuto alcun obbligo derivato dall’alleanza, se non si fosse dichiarata la guerra verso oriente, ma si fosse aspettato che le armate russe realmente attaccassero. Queste ultime avrebbero attaccato, non c’è dubbio. Ora non sostengo che cinque anni prima non esistesse un’altra ipotesi che avrebbe potuto prendere un altro indirizzo, ma nel 1914 ciò non era più possibile. Nell’ambito di questi fatti ci si potrebbe immaginare che la guerra avrebbe preso una svolta fondamentale verso oriente. Ciò sarebbe stato possibile. E tuttavia era impossibile. In realtà era di fatto proprio impossibile per il motivo che non esisteva alcun piano di guerra tedesco verso oriente. Non si era mai pensato altrimenti se non che il caso di guerra avrebbe potuto verificarsi perché la Germania veniva provocata ad attaccare la Russia, che quindi entrasse in azione per la Francia il patto franco-russo, e che la Germania dovesse condurre una guerra su due fronti.

 

Si partiva dal principio stabilito dalla strategia tedesca fin dall’inizio del secolo ventesimo, che cioè una guerra su due fronti non potesse essere condotta altrimenti che su basi offensive. Esisteva solo il piano di operazioni per cui, marciando rapidamente verso occidente attraverso il Belgio, la Francia venisse costretta ad una pace separata – era certamente un’illusione, ma queste illusioni c’erano – e che poi le masse armate venissero gettate verso oriente. Si pensi un momento che cosa è un simile piano strategico. Esso è calcolato in ogni particolare, giorno per giorno. Si calcola esattamente quanto tempo deve essere necessario, dall’inizio della mobilitazione generale russa, perché sia dato il primo ordine per la mobilitazione tedesca, che poi non può aspettare ma procede, in quanto il primo spunto è dato dalla mobilitazione russa. Il giorno successivo, il secondo giorno successivo, il terzo giorno successivo deve essere fatto questo, e quest’altro. Lasciando passare un solo giorno dopo la mobilitazione generale russa tutto il piano sarebbe stato infirmato e non avrebbe più potuto essere svolto. È questo da tener presente: che succedesse qualcosa di simile, qualcosa di effettivamente decisivo dal momento che non era disponibile alcuna politica mitteleuropea. Naturalmente l’essenziale è che non esisteva una politica mitteleuropea. Infatti Bethmann dice ancor oggi delle sciocchezze. Si era perplessi quando Bethmann al parlamento tedesco enunciava le cose più incredibili, impossibili; e le dice ancor oggi. Non esisteva alcuna politica, ma soltanto strategia, e una strategia costruita su un caso ben determinato. Non c’era nulla da fare, non si poteva neppure rimediare al momento.

 

Prego dunque di considerare che in Germania cause esteriori non spingevano alcuno a voler la guerra, ma che tuttavia essa doveva scoppiare. Non c’era bisogno di volerla. Questo prego di considerare. Essa doveva scoppiare semplicemente per il fatto che in modo del tutto automatico, nel momento in cui la Russia dà l’ordine di mobilitazione generale, come quando la lancetta dell’orologio arriva al dodici, al capo dell’esercito tedesco viene in mente di dovere a sua volta mobilitare; e da quel momento tutto avviene automaticamente. Non avviene affatto per volontà; avviene per essere stato preparato per anni. Alla mobilitazione generale russa segue in modo del tutto automatico l’irruzione nella Francia attraverso il Belgio perché la si considera l’unica cosa ragionevole. Non lo si poteva dire all’imperatore perché si sapeva – l’ho già raccontato – che egli era molto indiscreto: se glielo si fosse detto oggi, domani l’avrebbe saputo tutto il mondo. Che si intendeva irrompere attraverso il Belgio egli lo apprese soltanto quando si mobilitò. Cose simili accaddero in gran numero. Si considerino per favore tali cose, e allora ci si potrà dire che in Germania non occorreva affatto volere la guerra; essa doveva scoppiare, se si permane nell’àmbito di questo ordine di fatti. Naturalmente si può passare ad un ordine del tutto diverso, e allora sorgono dei problemi molto complicati.

 

Avviene proprio che qualcosa di importante, qualcosa che diventa una catastrofe dell’umanità, ricorda la storia del preside Kaltenbrunner, quella che ho raccontato in relazione a Hamerling. Si ricorderà che ho raccontato come, ripensando alla personalità di Hamerling quale poeta, e comprendendola, vien fatto di dire che quanto agisce in quella personalità deriva in gran parte dal fatto che egli, ad un certo momento, andò a Trieste in qualità di professore di ginnasio, e che da lì poté passare le sue vacanze a Venezia; cioè dal fatto che egli giunse alle rive dell’Adriatico. Tutta la struttura animica interiore di Hamerling dipende dal fatto che gli fu dato di passare dieci anni come professore di ginnasio – e non poteva essere altro, considerati i precedenti del suo sviluppo – di andare a Trieste in riva all’Adriatico. Ma perché andò lì? L’ho raccontato. Quando era supplente a Graz aveva fatto domanda di ottenere un posto vacante a Budapest. Ci si figuri ora che egli aveva fatto una domanda, che se le autorità l’avessero avuta e approvata Hamerling sarebbe stato per dieci anni a Budapest. Tutta la sua personalità di poeta sarebbe stata annullata, non sarebbe esistita; chi lo conosce lo sa. E come avvenne che non andasse a Budapest, ma a Trieste? Il preside Kaltenbrunner, cui la domanda doveva essere presentata, la dimenticò, la lasciò nel cassetto fino a che il posto di Budapest non fu occupato. Quando poi il posto di Budapest risultò occupato, e Hamerling disse che sarebbe andato tanto volentieri ad occupare quel posto, il bravo Kaltenbrunner si vergognò di aver completamente dimenticato la domanda che era ancora nel suo cassetto. Così Hamerling evitò il trasferimento a Budapest, e la volta successiva, quando chiese di andare a Trieste, il preside Kaltenbrunner, dopo quel precedente, non dimenticò d’inoltrare la richiesta. Hamerling andò a Trieste e così diventò « Hamerling ». Ed ora c’è da chiedersi se non sia stato Kaltenbrunner a fare di Hamerling un poeta. Certo fra i fenomeni esteriori non vi è altra causa promotrice del fatto che Hamerling diventasse « Hamerling », se non la dimenticanza di Kaltenbrunner, preside a Graz, nella Stiria. È solo possibile scoprire le cose se si studia la sintomatologia, perché essa spinge a valutare nel modo giusto gli eventi esterni e a vedere quanto stia dietro ai sintomi. Questo è l’importante, ed è questo che vorrei raggiungere sempre più.

 

Se si considera l’attuale catastrofe, non è certo facile trovare la possibilità di uscire dalla confusione. Si osservi soltanto la grande difficoltà attuale. Supponiamo che il signor Grey intendesse dimostrare, sulla base di soli documenti, che per lo scoppio della guerra egli è del tutto innocente. A mezzo di documenti esteriori si può naturalmente dimostrare in modo rigoroso che il governo britannico non ha colpa per lo scoppio della guerra. Ma si tratta sempre di vedere quale peso abbiano le dimostrazioni. Lo si può capire se si pone la questione come l’ho posta qui da anni: per esempio, sarebbe stato in grado il governo britannico di impedire l’invasione del Belgio? A questa domanda si deve rispondere: «Si, sarebbe stato in grado ». È appunto quanto sono tornato a chiedere nel mio memoriale, che cioè venissero resi schiettamente noti al mondo gli avvenimenti. Questi naturalmente avrebbero da un lato fatto sì che quel signore, che ora si è rifugiato in Olanda *(l’imperatore), già allora avrebbe dovuto far perdere le sue tracce in qualche modo. Forse ciò è in connessione col fatto che il mio memoriale ha trovato così poca risonanza anche presso coloro che l’hanno potuto giudicare. Ma io ho chiesto che gli avvenimenti fossero anzitutto raccontati di minuto in minuto, schiettamente, senza colori, come si sono svolti contemporaneamente a Berlino e a Londra fra le quattro e mezzo di sabato pomeriggio (è noto che la mobilitazione è stata firmata alle quattro e mezzo di sabato a Berlino) e le dieci e mezzo di sera. Questi fatti decisivi, nei quali non interviene nulla di quanto il mondo ha parlato, raccontati in modo schietto, danno la dimostrazione che l’invasione del Belgio avrebbe potuto essere impedita dal governo britannico. Non è stata impedita. Perciò sabato alle dieci e mezzo di sera, l’unico ordine che Sua Maestà si era deciso di dare contro la volontà della strategia tedesca, di trattenere cioè l’esercito tedesco, di non farlo marciare verso occidente, ma di porlo in occidente sulla difensiva – quell’unico ordine fu annullato sabato sera alle dieci e mezzo e rimase in vigore la vecchia strategia. Allora però bisogna raccontare veramente il succedersi dei fatti di minuto in minuto, direi fra sabato pomeriggio dalle quattro e mezzo alle dieci e mezzo, raccontare solo schiettamente i fatti. Ne risulterebbe naturalmente un quadro del tutto diverso, soprattutto un quadro che conduce a porre le questioni in modo giusto.

 

Ora è da temere che il pubblico del mondo si lasci influenzare da quanto si trova negli archivi; ma i fatti decisivi, che sono avvenuti sabato pomeriggio dalle quattro e mezzo alle dieci e mezzo, probabilmente non verranno mai alla luce negli archivi, perché probabilmente non sono stati registrati, sono cioè stati registrati, ma non in modo da poterne trovare negli archivi le annotazioni.

 

Circospezione nel giudizio, ecco quel che bisogna anche raggiungere. Se la si può raggiungere, si ha un grande aiuto per lo sviluppo delle facoltà latenti di cui oggi ho parlato, e che si devono sviluppare in avvenire nell’umanità, tripartitamente differenziata sulla terra. Allora si comprenderà che otto giorni fa, attingendolo ad un pensiero intellettuale, non è stato veramente sviluppato qui un programma astratto per caratterizzare l’unica soluzione giustificata del problema sociale, per quanto si possa parlare al giorno d’oggi di una tale soluzione nel senso indicato.