La vittoria spirituale di Giacobbe / La comparsa della menzogna nell’uomo e nel cosmo

L’aurora della rivelazione


 

La caratteristica principale che balza all’occhio osservando la vita di Giacobbe, è che egli, fin dal suo primo vagito, fu implicato in una lotta. Al momento della nascita dovette lottare con Esaù per la primogenitura; dovette lottare per il proprio diritto interiore alla primogenitura contro quello esteriore del fratello; dovette lottare per Rachele che amava, e sostenere vent’anni di duro lavoro presso Labano prima di poter tornare in patria, alle cui porte ebbe a sostenere la lotta più importante, quella contro il messaggero di Dio.

 

Si può a ragione affermare che Giacobbe dovette conquistarsi il suo vero destino lottando. Nulla gli fu dato gratuitamente, ogni cosa dovette ottenere superando ostacoli. Il vero destino di Giacobbe era per così dire avvolto in una cerchia di circostanze e fatti non veri. Per giungere alla verità, egli dovette sempre aprirsi un varco attraverso uno strato di menzogna.

 

Fu così rispetto alla propria posizione nella casa paterna, dove egli in realtà era il primogenito rispetto al diritto della ‘benedizione’, ossia dell’eredità spirituale di suo padre, benché le condizioni esteriori contraddicessero questo fatto spirituale. Allo stesso modo ebbe a confrontarsi con la menzogna quando aspirava alla mano di Rachele: con l’inganno fu introdotta Lia nella sua tenda. Dovette attendere a lungo, prima che la sua vera moglie gli desse dei figli verso i quali sentisse un legame interiore. Giuseppe e Beniamino furono i suoi ultimi figli, i soli che egli amasse. Anche in questo caso, però, si erse tra lui e loro una barriera di menzogna. Giuseppe fu venduto in Egitto, ma per molti anni suo padre visse nella convinzione che una bestia feroce l’avesse sbranato. Fu obbligato a rinunciare anche a Beniamino, avendo creduto alla menzogna che egli fosse il prezzo imposto dal potente e sconosciuto egiziano per la liberazione dell’intera tribù.

 

Questi fatti mostrano chiaramente che il destino di Giacobbe implica un confronto continuo con la menzogna. Tutte le porte sulla via del suo destino erano chiuse a causa della menzogna; ogni evento della sua vita che fosse conforme alla sua vocazione, era come avvolto da uno strato di menzogna. Immedesimarsi nel destino di Giacobbe è una delle esperienze più sconvolgenti, che si possano fare nel mondo della Bibbia. Nelle vicende del suo destino si rivelano infatti i nessi grandiosi di una tragedia non solo umana, ma cosmica.

 

Da questi fatti relativi alla vita di Giacobbe sorge spontanea la domanda: perché il destino di Giacobbe fu tale? Che cosa determinò sul piano karmico il suo destino?

Nel capitolo precedente, si è accennato al carattere luciferico della vita dell’anima di Giacobbe. Giacobbe era in alto grado una personalità. Prima del mistero del Golgota, un senso spiccato della personalità era possibile solo in anime che recassero in sé una forte impronta luciferica.

Tale impronta ha la prerogativa di rendere il corpo astrale indipendente rispetto al mondo spirituale circostante. Ciò avviene per il fatto che un tale corpo astrale produce dal suo interno forti sentimenti di simpatia e antipatia, che lo avvolgono in una specie di nebbia, simile ad uno strato di nuvole. Si forma una cintura di nuvole intorno al corpo astrale, la quale lo separa dal mondo spirituale circostante. Questa è la causa per cui esso è reso indipendente.

 

Simpatie e antipatie di tal genere non sorgono col concorso dell’Angelo custode, ma dell’Angelo luciferico. Quest’ultimo ispira l’uomo in modo tale, che le sue ispirazioni non passino per la porta dell’Io umano, ma fluiscano direttamente nel corpo astrale. Egli opera dunque più in profondità dell’Angelo normale. In conseguenza di ciò, la corrente della sua ispirazione giunge intatta fino alla soglia del corpo eterico, oltre la quale, però, si trasforma nel suo contrario.

 

Nel rapporto tra i singoli arti costitutivi dell’uomo vige infatti la legge del rispecchiamento.

Se, ad esempio, nella coscienza del corpo astrale è presente un triangolo con la punta verso l’alto,

quest’ultimo, se non interviene l’azione rettificatrice dell’Io,

si rispecchia nel corpo eterico come un triangolo con la punta verso il basso.

 

È così che l’angelo luciferico produce la menzogna. Egli rende il corpo astrale indipendente dal mondo spirituale circostante, per tenerlo interamente sotto la propria influenza. Lo ispira quindi in modo tale che la sua ispirazione, scendendo nel corpo eterico, produca la menzogna. In conseguenza di un tale processo, il corpo eterico è circondato da una cintura di false immaginazioni. Si forma intorno ad esso una sfera, in cui si rispecchia ciò che l’angelo luciferico ha versato nel corpo astrale.

 

L’angelo luciferico non ispira alcuna menzogna: la sua ispirazione ha piena validità nell’ambito del mondo astrale. È il modo in cui la infonde, a produrre la menzogna nel corpo eterico, la quale si condensa, formando una cintura intorno ad esso. Questa cintura non lascia trapassare la luce, e getta così un’ombra all’interno del corpo eterico, provocando un oscuramento di alcune sue parti. Tali zone di oscurità danno adito all’intervento di Arimane.

 

Il doppio arimanico si annida nelle parti del corpo eterico oscurate dalla presenza dell’angelo luciferico.

Arimane compare così come il karma di Lucifero.

 

Il doppio arimanico è un’entità, dotata spesso di una raffinata intelligenza, che aderisce alle parti oscurate del corpo eterico. Da qui essa opera con effetto oscuratore sulla coscienza umana. L’oscurità prodotta dal doppio arimanico non va però intesa come una mera assenza di luce. Essa è piuttosto una ‘anti-luce’ o una ‘anti-intelligenza’ rispetto all’intelligenza delle Gerarchie di cui, come quarta Gerarchia, fa parte anche l’intelligenza umana.

Per il fatto che l’angelo luciferico occulta la luce delle Gerarchie, il doppio arimanico può emanare la propria oscurità attiva, la quale estingue la coscienza dell’elemento spirituale presente nella realtà oggettiva, riversando menzogne nel mondo fisico circostante.

Accade così che la menzogna soggettiva, causata dall’angelo luciferico divenga, per l’azione del doppio arimanico, una menzogna oggettiva. Tale è il processo per cui sorge la menzogna nel destino umano.

 

Un processo analogo si svolge nel cosmo.

Ci si raffiguri dapprima il mondo delle Gerarchie come luce fluente dalla Divinità.

In quel mondo di luce avviene che Lucifero, rispetto alla questione su come l’umanità debba essere guidata dagli dèi, si ponga in contrasto con loro. Egli vuole guidare l’umanità in modo diverso da come lo fanno gli dèi. Diventa così un ostacolo al fluire della loro luce, gettando un’ombra sul mondo sottostante. Quest’ombra fornisce ad Arimane l’appiglio cosmico, per penetrare nell’evoluzione. Senza l’ombra di Lucifero, sarebbe impossibile ad Arimane intromettersi nell’evoluzione, egli resterebbe abbagliato dalla luce delle Gerarchie: non potrebbe agire, non essendovi alcun campo per la sua attività, ma neanche osservare, essendo la luce delle Gerarchie impenetrabile al suo sguardo. Se però Lucifero crea uno spazio privo di luce, si forma il terreno su cui Arimane può dispiegare la propria attività.

 

Come ci si può raffigurare l’‘ombra’ che Lucifero produce nel cosmo?

Il sole splende, non solo a mezzogiorno ma anche a mezzanotte. La sua luce di giorno è fisica, di notte è spirituale. Fu Lucifero a portare lo splendore spirituale del sole in un ambito inferiore, onde una parte di esso divenne luce fisica. Questa luce fisica del sole non è che l’ombra del sole che riluce nel mondo spirituale.

 

La luce visibile del sole è l’ombra luciferica nel cosmo.

Il fatto che Lucifero estendesse la propria influenza in un ambito inferiore, ebbe tuttavia importanti conseguenze per l’organismo eterico della Terra. Si formò infatti – come conseguenza della sopraddetta legge del rispecchiamento – una sfera eterica, una cintura intorno alla Terra, che avvolge il suo corpo eterico rispecchiando illusoriamente la verità del mondo spirituale.

 

La sfera luciferica circonda la terra : è essa a gettare l’ombra della luce del sole spirituale sull’esistenza terrestre.

a gettata da Lucifero consentì ad Arimane, come abbiamo detto, di intromettersi nel divenire cosmico,

nonché in quello terrestre.

• Come il singolo uomo può avere un doppio arimanico, così anche la Terra, quale essere vivente, ne ha uno.

 

L’ottava sfera, che Jahvè tiene a distanza dalla terra, è il doppio arimanico della terra.

Nell’ombra di Lucifero sorse il doppio arimanico della terra, l’ottava sfera del cosmo.

 

Nel secondo capitolo si è parlato della sostanza e delle caratteristiche principali dell’ottava sfera, in rapporto alla missione di Jahvè-Elohim.

Come dobbiamo raffigurarci, invece, la sfera luciferica?