04 (a) Meditazione di Michele – Dall’Ultimo discorso. (L’Immaginazione di Michele

quale rivelazione del Mistero di Michele)

Il mistero di Michele


 

La possente rappresentazione dei nessi karmici, sia nell’umanità che nel cosmo, trattati da Rudolf Steiner nell’anno 1924 in 81 conferenze, fu da lui portata alla culminazione con il solenne Discorso per San Michele il 28 settembre 1924.

In questo Discorso egli mise ancora una volta in rilievo l’origine spirituale delle sue rivelazioni sul Karma, e cioè con le parole mantriche con le quali egli ha concluso quest’ultima conferenza. Con ciò questa Meditazione, rivolta direttamente a Michele e a tutti gli antroposofi quali suoi discepoli, divenne come un testamento spirituale di Rudolf Steiner e nel contempo la testimonianza della più profonda unione esistente fra Michele e il Cristo nel mondo spirituale. Per ciò la via di Michele dei Nuovi Misteri descritta in questo libro conduce al Cristo nel modo adeguato all’uomo d’oggi.

 

Vogliamo ora rivolgerci direttamente al contenuto di questa eccezionale Meditazione di Michele per continuare a seguire in essa le più importanti parti costitutive del Mistero di Michele già descritto nel precedente capitolo, che nel suo riassunto mantrico ottiene un’ancor più profonda espressione.

 

Iniziamo con la prima strofa:

«Luminose potenze spirituali germogliate da potenze solari

Dispensatrici di grazia ai mondi

Predestinate siete dal pensare divino

A formare la veste raggiante di Michele».

 

Queste quattro righe ci conducono direttamente nella sfera solare di Michele e contemporaneamente nella sua Scuola soprasensibile, nel cui ambito venne dato l’insegnamento.

 

Come abbiamo già visto, in molte descrizioni della Scuola di Michele Rudolf Steiner mette in rilievo che a questi insegnamenti di Michele partecipavano non solo gli uomini che nella loro vita tra morte e nuova nascita in base al loro Karma erano predestinati a conformare sulla Terra l’epoca di Michele a venire, ma a questi insegnamenti di Michele partecipavano anche molte entità del mondo spirituale.

Chi sono questi esseri? Nelle sue conferenze sulla Scuola di Michele Rudolf Steiner li nomina sempre di nuovo.

Anzitutto là si trova una grande schiera di esseri elementari, e poi Spiriti della terza gerarchia appartenenti alla corrente di Michele nel mondo spirituale, che agiscono nell’evoluzione dell’umanità secondo la volontà cosmica di Michele.

Sono quelle potenze spirituali che, su incarico di Michele, durante il Convegno di Natale sono state chiamate alla Fondazione dei Nuovi Misteri sulla Terra e continuano a partecipare alla guida di questi Misteri. Sempre di nuovo Rudolf Steiner si riferisce a tutte le potenze spirituali che sottostanno a Michele nel modo in cui egli stesso segue e serve la volontà cosmica del Cristo.

 

Sul rapporto della volontà di Michele con la volontà del Cristo che agisce quale «volontà universale», Rudolf Steiner dice letteralmente: ▸ «Solo quando quest’opera, la grande, possente compenetrazione con la forza di Michele, con la volontà di Michele (che non è altro se non quanto precede la volontà del Cristo, la forza del Cristo, per infondere nel giusto modo nella vita terrena la forza del Cristo), solo allora, quando la forza di Michele può veramente vincere l’elemento demoniaco del drago che ben conoscete …» (ibidem).

E continuando, Rudolf Steiner dice che cosa significa se ciò viene assolto: allora all’uomo si apre la possibilità di diventare un «fedele servitore» di Michele in questa lotta.

Poi egli continua e parla della partecipazione degli esseri della terza gerarchia a quest’opera di Michele, alla quale erano già stati preparati nella Scuola di Michele soprasensibile.

In Olanda, al riguardo egli dice anzitutto: ▸ «Michele radunò dunque le sue schiere, radunò gli esseri soprasensibili a lui uniti, Angeli e Arcangeli, ma radunò anche le anime umane che erano venute in qualche relazione con lui» (O.O. 240, 20.7.1924).

 

Poi però troviamo un ulteriore passo in un ciclo di conferenze tenuto da Rudolf Steiner nel mese di agosto 1924 in Inghilterra, in cui egli amplia questa composizione della Scuola di Michele. Là egli dice che non solo gli Angeli e gli Arcangeli appartenevano alla corrente di Michele, ma persino alcune Arcai collegate con Michele quale volto del Cristo, che sono al suo servizio.

 

Infatti Michele, sebbene oggi appartenga alla gerarchia delle Arcai,

per il fatto che egli è divenuto il volto del Cristo,

nella totalità gerarchica è molto più elevato dell’intera terza gerarchia.

Dal Sole egli ha il compito di rappresentare il Logos stesso,

che è il più alto principio creatore di tutti i mondi.

Per cui non c’è da meravigliarsi che esistano anche Arcai al servizio di Michele,

che insieme ad Arcangeli, Angeli, esseri elementari e anime umane

hanno partecipato al suo insegnamento nella Scuola soprasensibile.158

 

In merito Rudolf Steiner dice: ▸ «Tutte le anime disincarnate appartenenti a Michele presero parte a quella grande Scuola che si svolse nel mondo soprasensibile nei secoli quattordicesimo, quindicesimo e sedicesimo. Vi presero parte tutte le entità delle gerarchie di Angeli, Arcangeli, Arcai che appartengono alla corrente di Michele e anche numerosi esseri elementari» (O.O. 240, 27.8.1924).

Quanto detto può spiegarci un ulteriore enigma. Esso è collegato con la formulazione «potenze spirituali», usata più volte da Rudolf Steiner in connessione con l’essere esoterico del Convegno di Natale.

 

Così, nel maggio del 1924 a Parigi egli parla delle «forze dell’alleanza che per mezzo del Convegno di Natale abbiamo potuto stabilire con le potenze spirituali del bene» (0.0. 260a, 23.5.1924), alleanza che in futuro potrà proteggere il Movimento Antroposofico contro tutti gli attacchi delle potenze oppositrici.

Ad Arnheim egli dice poi che dopo il Convegno di Natale «le potenze spirituali che nel mondo spirituale guidano il Movimento Antroposofìco vanno incontro a ciò che fluisce attraverso il Movimento Antroposofico, dispensando [ancora] maggiore grazia e con una maggiore benevolenza» (0.0. 260a, 18.7.1924).

In merito Rudolf Steiner dice anche che durante il Convegno di Natale lui stesso aveva fatto «una promessa» a queste potenze e che «questa promessa verrà [mantenuta] in modo inviolabile» ( ibidem).159

 

In altre comunicazioni sul Convegno di Natale Rudolf Steiner concretizza l’importanza di queste potenze spirituali per l’ulteriore sviluppo del Movimento Antroposofico sulla Terra e parla delle «potenze spirituali dalle quali abbiamo le nostre rivelazioni» (O.O. 260a, 12.8.1924), soprattutto le rivelazioni sul Karma dell’anno 1924 e le rivelazioni dal mondo spirituale, che costituiscono il fondamento delle comunicazioni della Prima Classe della Libera Università di Scienza dello Spirito.160

Una specie di culminazione di tali comunicazioni viene raggiunta nel settembre 1924, e cioè nella conferenza a Dornach in cui per l’ultima volta, come in una retrospettiva, Rudolf Steiner parla ai soci degli eventi del Convegno di Natale. Qui egli dà una diretta indicazione, e cioè che si tratta delle «potenze spirituali che ci danno l’Antroposofia» (0.0. 260a, 5.9.1924). Basta confrontare queste parole con quelle già citate, che la «conoscenza spirituale è il dono di Michele» (0.0. 152, 2.5.1913), per avvicinarci di un passo alla soluzione del menzionato enigma.

 

Da quanto qui indicato possiamo giungere alla conclusione che nell’espressione «potenze spirituali» nel contesto descritto si tratta di Michele stesso e di diversi Spiriti della terza gerarchia che sono colmi della sua volontà creatrice e quindi formano una specie di unità con lui.

Nel linguaggio occulto-immaginativo viene compreso che essi fanno parte della sua «veste» spirituale, e perciò insieme a lui possono essere definiti come un essere. Che sia veramente così, viene testimoniato dall’esposizione scritta di Rudolf Steiner nelle «Lettere di Michele»: ▸ «Vista nel soprasensibile, la cosa si presenta così: Le potenze spirituali che si possono designare col nome di Michele amministrano le idee nel cosmo spirituale».161

E in questa amministrazione delle idee agiscono inseparabilmente insieme Michele e tutti gli esseri gerarchici a lui appartenenti.

 

Osservando ora su questa base la prima strofa della Meditazione di Michele, troviamo un leggero accenno al fatto che essa si rivolge a tutto il seguito di Michele nel mondo spirituale. «Potenze solari» – con questa parola ci troviamo nella sfera solare.

Sin dall’inizio si tratta delle vie collegate con il regno solare di Michele. Con ciò è collegato qualcosa di «germogliato» che ha a che fare con il mondo vegetale. Sul Sole, naturalmente, non esistono piante, ma esistono Spiriti elementari che si manifestano anche in determinati processi terreni. Dalle potenze solari nasce il germogliato, dunque i diversi Spiriti elementari che ora partecipano alla Scuola di Michele.

 

Nel grado successivo si unisce la qualità luminosa.

Questa è una qualità degli Angeli. Tutte le manifestazioni degli Angeli portano in sé forza luminosa. Ma qui si tratta soltanto degli Angeli che nel mondo spirituale appartengono al regno di Michele e che hanno attraversato la sua Scuola soprasensibile.162

Poi appaiono entità ancor più elevate che agiscono persino quali «dispensatrici di grazia ai mondi».

Qui si tratta degli Arcangeli che partecipano alla Scuola di Michele. Essi hanno il compito di intervenire, conformando, sino entro i rapporti karmici degli uomini e di portare a tutti gli uomini la nuova grazia del Cristo quale Signore del Karma, del tutto nel senso delle parole nella seconda parte della Meditazione della Pietra di Fondazione:

«Poiché la volontà del Cristo domina all’intorno

Nei ritmi universali dispensatrice di grazia alle anime»

(O.O. 260, 25.12.1923).

Qui agisce il Cristo stesso nel mondo spirituale attraverso la cerchia di dodici Arcangeli.163

 

Dopodiché appaiono i più alti Spiriti che partecipano alla Scuola di Michele, le «potenze spirituali», le Arcai appartenenti alla corrente di Michele.

Tutte queste entità gerarchiche formano ora la veste raggiante di Michele, la sua aura cosmica, nella quale egli appare nella sua Scuola soprasensibile come colui che insegna in mezzo alle Arcai, agli Arcangeli, Angeli e Spiriti elementari o, nel linguaggio della Meditazione di Michele, accompagnato dalle potenze spirituali, dalle entità dispensatici di grazia ai mondi, dalle entità luminose e dagli Spiriti elementari germogliati da potenze solari, a lui appartenenti.

 

Nelle prime righe della Meditazione di Michele troviamo anche un accenno al Mistero del triplice Sole, nel quale in primo luogo si manifestano gli «esseri luminosi» che partecipano più intensamente alla formazione della «veste raggiante di Michele». Poi arrivano le entità «germogliate» e «dispensatrici di grazia ai mondi». E dal centro del Sole, alla fine appaiono le «potenze solari» e le «potenze spirituali».

Dopo la manifestazione esteriore del Sole quale sorgente di luce, con ciò avviene un approfondito movimento di ritorno (verso l’alto – vedi il seguente schema) all’agire della grazia e della vita e da là ancor più verso l’alto alle potenze solari e alle potenze spirituali che appartengono al nucleo spirituale del Sole e insieme trasformano la «veste raggiante di Michele» nella «veste raggiante di luce del Sole» – O.O. 238, 28.9.1924.

 

 

Con ciò la veste solare di Michele, per mezzo delle entità che la formano, è nel contempo un rispecchiamento del triplice Sole, del quale nel periodo postatlantico ha parlato per primo il grande Zarathustra nei Mislcri da lui fondati.164

Da questa comprensione della prima strofa della Meditazione di Michele risulta che la definizione con la quale inizia – «Potenze solari»4 , indica gerarchie ancor più elevate delle «Potenze spirituali» – le Arcai.

Rudolf Steiner nomina anzitutto gli «Spiriti della luce»,165 questi sono tutti i tre tipi di esseri della seconda gerarchia: Kyriotetes, Dynameis ed Exusiai.166 Essi sono collegati particolarmente con il Sole. Di loro, tuttavia, sono soprattutto le Exusiai o Spiriti della Forma (nella Bibbia nominati anche «Elohim») i veri e propri creatori dell’attuale Terra e dell’uomo.167

Intorno alla metà del periodo lemurico essi hanno donato la loro propria sostanza per l’Io individuale dell’uomo,168 e sono anche coloro che, di tutte le entità della seconda gerarchia, sono più intensamente collegati con il Sole (vedi O.O. 110, 15.4.1909-11). Perciò essi – e di loro particolarmente i sei Spiriti guida – stanno in un diretto rapporto con il Cristo, dopo la Sua discesa sul Sole da sfere spirituali ancor più alte all’inizio dell’evoluzione della Terra.

 

Nella conferenza del 20 maggio 1908 (O.O. 103) Rudolf Steiner descrive l’agire del Cristo sul Sole attraverso questi sei Elohim solari che nel cosmo rappresentano «L’essere dell’amore divino, del Logos» e lo inviano agli uomini sulla Terra con i raggi luminosi della luce del Sole. Infatti, nella luce del Sole vivono quale azione puramente spirituale le Exusiai che sono gli abitanti del Sole.

Oggi questi Spiriti della forma, quali veri e propri creatori della Terra e dell’umanità dotata di Io, si trovano tuttavia nel processo di cedere la guida della Terra e dell’umanità alle più progredite entità della gerarchia che si trova direttamente sotto di loro, alle Arcai o Spiriti della personalità, i quali stessi perciò ascendono ad un grado superiore della creazione del mondo e iniziano ad essere attivi con le qualità creatrici delle Exusiai. Vale a dire che questi Spiriti della personalità oggi si trovano nel processo di passaggio dal grado delle Arcai al grado degli Spiriti della forma. Con ciò portano in sé già le qualità di entrambe le gerarchie (della terza e della seconda); o, nel linguaggio della Meditazione della Pietra di Fondazione: dagli «Spiriti delle anime» la guida passa agli «Spiriti della luce».169

Infatti, gli «Spiriti delle anime» hanno la possibilità di entrare in un diretto collegamento con l’anima umana individuale (perciò vengono nominati Spiriti della personalità), mentre gli «Spiriti della luce» non possono farlo, poiché l’anima umana non riesce a sopportare la loro potenza spirituale. Così questi Spiriti agiscono soprattutto dall’esterno – come il lato spirituale della luce solare – e con le loro forze spirituali conformano gli innumerevoli processi della natura.

I nuovi Spiriti della personalità invece possiedono entrambe le qualità e per questo sono particolarmente adatti a condurre l’uomo ad una moderna iniziazione, che oggi è data nell’Antroposofia. «Gli Spiriti della personalità assumono un carattere nuovo; con questo è essenzialmente connessa la nuova iniziazione» (O.O. 187, 27.12.1918).

 

Tutto ciò è anche in relazione con Michele e la sua Scuola soprasensibile. Infatti, in essa avvenne tra l’altro ciò che Michele ha detto nelle seguenti parole a tutti coloro che erano presenti: ▸ «Suscitiamo la grande dottrina iniziatica che un tempo scorreva al modo antico sulla Terra attraverso i Misteri, e presentiamola alle anime di coloro che furono collegati con Michele in modo intelligente» (0.0. 240, 20.7.1924).

Vediamo che in entrambi i casi, sia nella Scuola di Michele, sia nel nuovo agire degli Spiriti della personalità, si tratta della stessa meta: della fondazione della nuova, moderna iniziazione sulla Terra. Così, queste due correnti sono collegate l’una con l’altra e oggi agiscono insieme nell’Antroposofia quale Scienza di iniziazione.170 Con ciò, da un lato inizia una nuova collaborazione fra gli Dei stessi (Michele e i menzionati Spiriti della personalità), e anche fra gli Dei e gli uomini.

 

• Rudolf Steiner considera l’ascendere di questi Spiriti della personalità a nuovi creatori ed il rapporto modificato con l’uomo che ne consegue, che include pienamente anche la sua libertà, «la cosa più importante, più essenziale nella conoscenza del nostro tempo» (0.0. 187, 1.1.1919), e collega con ciò la nascita della Scienza dello Spirito sulla Terra, che in questo contesto egli caratterizza così:

▸ «E accogliamola vivente questa Scienza dello Spirito, della quale ho parlato come rivelazione degli Spiriti della personalità che intervengono in modo nuovo come creatori» (0.0. 187, 31.12.1918).

 

Appunto questo fondamentale Mistero del nostro tempo è contenuto inoltre nella prima strofa della Meditazione di Michele, specialmente nel passaggio dalle «Potenze solari» (Exusiai) alle «Potenze spirituali» (Arcai), delle quali alcune sono predestinate a formare la «veste raggiante di Michele» e come servitori gerarchici di Michele agiscono insieme a lui al descritto processo nei mondi soprasensibili.

Infatti, è il «pensare divino» stesso, vale a dire sono i pensieri universali di tutte le nove gerarchie che insieme formano l’intelligenza cosmica, ad aver fatto sì che una serie di entità della terza gerarchia abbia partecipato alla Scuola soprasensibile di Michele e poi sia divenuta la celeste «veste» di Michele, nella quale sin dall’inizio della sua attuale reggenza egli agisce sulla Terra, e perciò può essere definito in plurale come «Potenze spirituali» che nei mondi superiori guidano il Movimento Antroposofico.

 

Dopo aver conosciuto in questa parte della Meditazione tutte le entità che fanno parte della Scuola di Michele, segue la comunicazione sul contenuto del suo insegnamento, che tuttavia nella Meditazione stessa è limitato soltanto all’essenziale ed è riassunto nelle sue due successive righe:

«Egli, il messaggero del Cristo, indica in Voi …».

Adesso sta davanti a noi Michele quale luminoso Maestro celeste della sua Scuola solare e inizia ad insegnare a tutti gli esseri dei quali parlavamo prima, anche alle anime umane che vi fanno parte. Egli indica soprattutto ciò che in questa alta Scuola, compenetrando tutto in essa, deve assolutamente agire sulla

«Sacra volontà universale che sostiene gli uomini».

 

Ed ora Michele si presenta davanti ai suoi discepoli gerarchici-umani nel suo supremo ufficio – quale «Messaggero del Cristo» -, che è autorizzato non solo a rivelare la «sacra volontà universale», la quale non è altro che la volontà cosmica del Cristo stesso, ma a compenetrare con questa volontà le diverse entità che partecipano alla sua Scuola, affinché con la mediazione di Michele possano diventare servitori del Cristo,171 colmati della Sua volontà che interiormente sostiene e dispensa di grazia gli uomini, nel senso delle già citate parole della Meditazione della Pietra di Fondazione:

«Poiché la volontà del Cristo domina all’intorno

Nei ritmi universali dispensatrice di grazia alle anime».172

 

Che qui si tratti della volontà del Cristo, risuona dal fatto che Egli sostiene gli uomini. Infatti, dal Mistero del Golgota in poi la Sua volontà universale non domina più unicamente nel cosmo, ma anche sulla Terra, perché da allora Egli è unito inseparabilmente con essa. E sulla Terra questa volontà universale del Cristo sostiene gli uomini, poiché nel Mistero del Golgota sono stati salvati contemporaneamente l’Io umano e il corpo fisico.173 Da allora nuove forze spirituali agiscono nell’uomo. E queste forze del Cristo in lui, espresso letteralmente, sostengono l’uomo. È quindi possibile dire che con la parola «che sostiene gli uomini» è messo in rilievo il grande evento universale del Mistero del Golgota.

 

Come abbiamo già visto, in questa Scuola di Michele fu esteso da Michele stesso un panorama di tutti i veri Misteri del passato e rappresentata la loro metamorfosi mediante il Mistero del Golgota sino entro il futuro.

E che cosa conteneva tutto questo sviluppo dei Misteri che sin dall’inizio era orientato al Sole? Esso significava appunto seguire assolutamente la volontà universale, che tuttavia prima del Mistero del Golgota aveva la sua sorgente non ancora sulla Terra ma sul Sole, e per questo non sosteneva gli uomini. Ora tutti i partecipanti alla Scuola di Michele vennero a sapere che con il Mistero del Golgota questa volontà universale era divenuta tale «che sostiene gli uomini». E con ciò risultò il loro più importante compito. Infatti, tutti gli esseri che parteciparono alla Scuola di Michele ora dovevano, in libera volontà, divenire coscienti esecutori di questa volontà universale nell’ulteriore evoluzione della Terra.

Così, possiamo dire che in queste prime due righe della seconda strofa, in forma abbreviata (e ciò è unicamente possibile nel linguaggio mantrico), troviamo un riassunto non solo dell’insegnamento della Scuola soprasensibile di Michele, ma anche di ciò che essa doveva causare negli esseri che partecipavano al suo insegnamento, e questa era una vera comunione spirituale con la volontà universale del Cristo, offerta come da un celeste sommo sacerdote, dal Suo messaggero solare.

 

Un successivo passo nel cammino iniziato è contenuto nelle successive due righe della seconda strofa:

«Voi, chiari esseri dei mondi dell’etere

Portate la Parola del Cristo all’uomo».

 

Ora non ci troviamo più nell’elevata sfera solare, ma nei «mondi dell’etere» direttamente adiacenti alla Terra.

Quali sono gli esseri che agiscono là? Qui vengono definiti «chiari» esseri, il che indica la gerarchia degli Angeli. Nella prima strofa si manifestano «luminosi» nella sfera solare. Adesso appaiono nei dintorni spirituali della Terra di certo nella stessa qualità luminosa, tuttavia si trovano già nel loro proprio regno.

Infatti, il loro campo d’azione sono soprattutto i «mondi dell’etere», nei quali giungono più vicino al mondo terrestre per poter assolvere i loro molteplici compiti nei confronti degli uomini sulla Terra su incarico delle gerarchie superiori.

Oggi in questa sfera agisce anche il Cristo eterico. Ancor più, Egli stesso attraversò questo regno degli Angeli a metà del secolo XIX, compiendo il secondo Mistero del Golgota, quello soprasensibile, che come conseguenza suscitò la Sua apparizione in forma eterica a partire dal secolo XX.

Rudolf Steiner ne diede la seguente descrizione: ▸ «Così, dal secolo XX, la coscienza-Cristo può congiungersi con la coscienza terrena dell’umanità; e ciò è possibile in quanto l’estinzione della coscienza del Cristo durante il secolo XIX nell’ambito della sfera angelica, significa risurrezione della coscienza diretta del Cristo nell’ambito della sfera terrena. A partire dal secolo XX nelle anime umane la vita del Cristo sarà sempre più sentita come un’esperienza personale diretta» (O.O. 152, 2.5.1913).

 

E un po’ più avanti nella stessa conferenza Rudolf Steiner precisa ancora questo processo nelle seguenti parole: ▸ «Similmente noi possiamo percepire come, in determinati mondi direttamente confinanti col nostro, abbia avuto luogo una specie di morte spirituale, abbia avuto luogo un annullamento della coscienza, e con ciò una ripetizione del Mistero del Golgota, affinché, nelle anime degli uomini sulla Terra, la coscienza del Cristo, prima nascosta, potesse rivivere» (ibidem).

 

In questo processo abbiamo così riassunti tre gradi.

Il Mistero del Golgota consiste sempre (anche nella sua ripetizione soprasensibile) in due gradi,

• nella morte e nella resurrezione.

• E poi arriva ciò che ne scaturisce: il risplendere della nuova coscienza del Cristo nell’uomo,

la quale a partire dal primo terzo del secolo XX174 condusse e continuerà a condurre alla percezione del Cristo eterico.

 

A questo punto è possibile porre ancora una domanda: In che rapporto sta Michele con questo evento soprasensibile? O formulato diversamente: Che cosa continuò a fare Michele dopo aver concluso il culto cosmico?

Rudolf Steiner dice che a partire dall’anno 1841 Michele, al seguito del Cristo, ha iniziato a percorrere il suo cammino dal Sole verso i più vicini dintorni spirituali della Terra, per assumere il suo ufficio quale attuale Spirito del tempo dell’umanità a partire dal 1879.

E non esiste alcun dubbio sul fatto che appunto questo cammino condusse attraverso la sfera spirituale nella quale in quel tempo ebbe luogo il secondo Mistero del Golgota, quello soprasensibile. Così, Michele divenne il suo diretto testimone, se non persino un collaboratore.

Perciò nella stessa conferenza Rudolf Steiner dice: ▸ «Quello a cui ho potuto accennare solo con poche parole [sull’essere del secondo Mistero del Golgota] penetrerà a poco a poco nelle anime umane; ed il tramite, il messaggero ne sarà Michele, che oggi è l’inviato del Cristo» (ibidem).

 

Quale testimone che annuncia questa verità in virtù della sua propria esperienza cosmica, che proviene dal mondo dei «chiari esseri dei mondi dell’etere» – o espresso diversamente dalla sfera degli Angeli che hanno il compito di portare «la Parola del Cristo all’uomo» -, Michele inizia il suo corso quale Spirito del tempo.

E molto parla a favore del fatto che anche alcuni partecipanti al culto cosmico – certo non tutti, tuttavia soprattutto le più eminenti anime umane che vi parteciparono – divennero testimoni del Mistero del Golgota soprasensibile, per portare più tardi sulla Terra, dal loro personale ricordo, il messaggio di questo evento. Infatti, per queste anime umane, in base a quanto da loro sperimentato, l’accesso alla nuova coscienza del Cristo si è compiuto in un modo del tutto diverso da come questo si propagherà nei prossimi tre millenni175 a poco a poco in generale nell’umanità.

 

Ora possiamo fare un passo in avanti e porre la domanda riguardo ad una diretta connessione fra il culto cosmico e il Mistero del Golgota soprasensibile. Non erano le immaginazioni che custodiscono in sé l’essere del «nuovo cristianesimo» nel contempo come una coppa spirituale, in cui fu riversata la nuova coscienza del Cristo quale conseguenza del secondo Mistero del Golgota, per essere conservata sino a quando, dopo il primo terzo del secolo XX,176 essa fu portata dagli Angeli (su questi Angeli vedi più avanti) nell’umanità affinché gli uomini potessero iniziare a percepire il Cristo nell’eterico?

Da ciò deriva questo eccezionale rapporto dell’Antroposofìa con il Cristo eterico. Infatti, il culto cosmico era il secondo grado della sua preparazione soprasensibile. E il nesso appena descritto può rendere più comprensibile il rapporto profondamente impressionante che in futuro l’Antroposofia è chiamata ad assumere con il Cristo eterico.

 

Le seguenti parole di Rudolf Steiner, espresse durante la conferenza di Natale a Dornach dopo lo scoppio della prima guerra mondiale – e come richiamate in questa oscura atmosfera – mettono in rilievo tale Mistero: ▸ «E sviluppiamo nelle nostre anime la fiducia che possa assolversi questa promessa: la fiducia che ciò che noi oggi sentiamo per il bambino che vogliamo adorare (questo bambino è la nuova comprensione del Cristo177) cresca, viva e in non troppo tempo si sviluppi, affinché in esso possa incorporarsi il Cristo che appare nell’eterico, come potè incorporarsi il Cristo nel corpo di carne nel periodo del Mistero del Golgota» (O.O. 156, 26.12.1914).

E questa incorporazione del Cristo eterico nell’Antroposofia che si sta sviluppando (di certo anche attraverso il lavoro spirituale degli antroposofi) è possibile soltanto perché prima, nel secondo grado della sua preparazione soprasensibile, nel modo descritto aveva accolto in sé la nuova coscienza del Cristo, che era nata mediante il Mistero del Golgota soprasensibile.

 

Così, abbiamo globalmente una triplice unione dell’Antroposofia con il Cristo.

• Prima con il Suo Mistero solare cosmico,

rivelato nella Scuola soprasensibile di Michele da Michele quale Arcangelo solare;

• poi la congiunzione dell’Antroposofia con la nuova coscienza del Cristo,

che dopo la sua preparazione nel culto cosmico essa accoglie in sé;

• e in terzo luogo già sulla Terra, dove può accogliere in sé il Cristo eterico stesso.

 

Ritorniamo ora all’osservazione della Meditazione di Michele.

Dopo essere stati invocati con le parole: ▸ «Voi, chiari esseri dei mondi dell’etere» tutti gli ambienti gerarchici di questo culto, tuttavia soprattutto gli Angeli, nella successiva e ultima riga della seconda strofa appare l’aspetto più essenziale di questo culto:

In esso, dapprima ancora nel mondo spirituale, fu fondato il nuovo cristianesimo.

Nella successiva riga leggiamo poi ciò che questo nuovo cristianesimo deve diventare per gli uomini sulla Terra:

«Portate la Parola del Cristo all’uomo».

 

La Parola del Cristo, la Parola eterica, la Parola del Cristo eterico

deve essere portata nell’umanità dagli Angeli, dai chiari esseri di luce appartenenti alla corrente di Michele.

Infatti, unicamente questa Parola del Cristo oggi può risvegliare negli uomini la coscienza del Cristo,

potendo diventare la nuova esperienza del Cristo un evento interiore del tutto personale nell’uomo.

 

Nel volumetto La Guida spirituale dell’uomo e dell’umanità Rudolf Steiner parla degli Angeli che un tempo parteciparono alla guida della civiltà egizia – in opposizione agli altri178 – e più tardi accolsero pienamente e del tutto l’lmpulso-Cristo, per cui nel nostro tempo possono portare nell’umanità la Scienza dello Spirito. Vale a dire che oggi essi portano agli uomini l’Antroposofia quale dono di Michele e con ciò testimoniano di essere collegati con lui e con la sua corrente.

Di questa funzione attuale degli Angeli che oggi agiscono nel senso del Cristo e di Michele, Rudolf Steiner parla così: ▸ «Se oggi ci si dedica allo studio della scienza dello spirito, ciò non è altro che il riconoscimento del fatto che le entità sovrumane [gli Angeli] che guidavano l’umanità [nel periodo egizio] proseguono ora la loro conduzione, in modo da trovarsi esse stesse sotto la guida del Cristo» (O.O. 15, cap. III).

 

Con ciò è descritta anche la condizione alla quale gli Angeli poterono partecipare alla Scuola soprasensibile di Michele per poter partecipare alle Lezioni del volto solare del Cristo, prima dovevano aver accolto in sé l’Impulso-Cristo.

Solo allora, dopo aver attraversato la duplice preparazione nella Scuola di Michele e nel culto di Michele, nel secolo XX essi poterono iniziare a condurre gli uomini alla cosciente esperienza del Cristo eterico. Infatti, soprattutto per gli Angeli questa duplice preparazione spirituale era il fondamento sul quale dal secolo XX essi poterono assolvere il loro compito riguardo all’apparizione del Cristo eterico.

▸ «Come ai nostri giorni guidano l’umanità gli stessi grandi Maestri [Angeli] che già la guidarono durante la civiltà egizio-caldaica, così saranno gli stessi a far salire gli uomini nel secolo ventesimo a una visione del Cristo come quella avuta da Paolo. Mostreranno all’uomo come il Cristo non agisca solo sulla terra, ma spiritualizzi l’intero sistema solare» (ibidem).

 

Specialmente l’ultima frase di questa citazione indica l’insegnamento centrale della Scuola soprasensibile di Michele, come pure il successivo culto, nel quale da Angeli e uomini insieme vennero elaborati i fondamenti del nuovo cristianesimo cosmico.

Ma perché questo potesse accadere, gli Angeli collegati con Michele nel culto soprasensibile dovettero soprattutto imparare a portare «la Parola del Cristo all’uomo», affinché gli uomini possano imparare da essa il nuovo linguaggio di Michele-Cristo, la Parola del Cristo in forma micheliana, accessibile alle libere forze di conoscenza di ogni uomo.

 

Nella conferenza del 6 febbraio 1917 Rudolf Steiner descrive che cosa ciò significhi, ponendo anzitutto la domanda:

«Che cosa è l’Antroposofia?»

E poi lui stesso risponde che essa non è altro che un nuovo linguaggio spirituale

che impariamo per poter parlare con il Cristo eterico.

E se oggi in questo linguaggio della Scienza dello Spirito poniamo vere domande del cuore al Cristo,

allora Egli risponderà.

 

«Perché ci occupiamo di Scienza dello Spirito?

È come imparare il vocabolario del linguaggio con cui ci avviciniamo al Cristo.

Dalla buia, oscura base dei misteri del mondo, la figura del Cristo Gesù si avvicinerà

a chi si sforza di imparare a formare pensieri sul mondo come tenta la scienza dello spirito,

• a chi si sforza di applicare la propria mente tanto da penetrare nei misteri del mondo,

come vuole la scienza dello spirito;

in lui sarà la forza in cui Egli vivrà guidando fraternamente al suo fianco, così che con cuore e anima potrà essere forte e temprato per essere all’altezza dei futuri compiti dell’evoluzione dell’umanità. Cerchiamo di impadronirci della scienza dello spirito come di un linguaggio, e non solo come di una dottrina, e aspettiamo fino a che in quel linguaggio troviamo le domande che possiamo rivolgere al Cristo. Egli risponderà; sì, Egli risponderà» (O.O. 175, 6.2.1917; corsivo di Rudolf Steiner).

 

Che con questo linguaggio della Scienza dello Spirito sia collegato essenzialmente anche Michele, che nel nostro tempo conduce al Cristo, consegue dalle ulteriori parole di Rudolf Steiner: ▸ «Ma lei [l’Antroposofia] al di là di questo linguaggio [della scienza naturale] ne parla un altro in merito all’essere dell’uomo, alla sua evoluzione e al divenire del cosmo; essa vorrebbe parlare il linguaggio di Cristo-Michele».179

Così oggi, gli Angeli sopra menzionati sono i più importanti mediatori di questo nuovo linguaggio della vita spirituale. Essi hanno appunto imparato i fondamenti per questo compito nella Scuola di Michele e nel culto cosmico.

 

Continuiamo a percorrere la Meditazione. La successiva strofa forma il terzo grado nello sviluppo descritto. Adesso, dopo la sua preparazione celeste, l’Antroposofia può apparire anche sulla Terra tra gli uomini.

▸ «Abbiamo dunque una doppia preparazione soprasensibile per quanto l’antroposofia deve diventare sulla Terra: la preparazione nella grande scuola soprasensibile a partire dal secolo quindicesimo e poi quello che ho descritto come l’immaginativo culto soprasensibile alla fine del diciottesimo e all’inizio del secolo diciannovesimo, quando ciò che Michele aveva prima insegnato nella scuola soprasensibile venne configurato in poderose immaginazioni. Così vennero preparate le anime che poi discesero nel mondo fisico e che da tutte quelle preparazioni dovevano ricevere l’impulso a muovere verso l’antroposofia che deve agire sulla Terra.» (0.0. 237, 28.7.1924).

Con ciò abbiamo raggiunto la soglia dell’anno 1879, con il quale ha inizio la nuova epoca di Michele. Ora Michele discende dal Sole sulla Terra e sta davanti all’umanità con il suo volto solare, che nel contempo è il volto cosmico del Cristo.

«Così l’annunciatore del Cristo appare … ».

Essere un «annunciatore» significa poter portare un messaggio della Parola. Qui tuttavia si tratta del supremo: Davanti a noi si presenta l’annunciatore della Parola del Cristo, del Logos stesso. Nel nostro tempo è Michele. Egli appare davanti all’umanità, circondato dagli Angeli che lo aiutano dall’orizzonte del secondo Mistero del Golgota, quello soprasensibile, e anche oggi appartengono al seguito del Cristo eterico. Ed egli si rivolge

 

«Alle anime assetate in attesa».

In realtà sono molte di più le anime del presente che cercano questa saggezza micheliana, questo accesso micheliano al mondo spirituale e soprattutto alla sfera di Michele-Cristo, alla quale possiamo accedere in libertà con l’aiuto dell’Antroposofia perché abbiamo compreso pienamente.

E questo è forse semplicemente l’unico, vero compito del tutto modesto della Società Antroposofica:

coltivare questo messaggio di Michele-Cristo, questa saggezza di Michele-Cristo quale Antroposofia nella Società in modo così intenso che afferri tutto l’uomo e possa irraggiare dal suo cuore anche per altre anime che cercano questa saggezza in tutto il mondo.

Anche se non tutti hanno partecipato alla Scuola di Michele e al culto soprasensibile, sono comunque tutti venuti sulla Terra in questa epoca di Michele e per cui, se soltanto comprendono in giusta maniera se stessi, fanno parte degli uomini di cui ci parla in modo così profondo la Meditazione come «anime assetate in attesa».

 

Di tali anime che cercano lo Spirito, sì, che chiamano il vero Spirito, Rudolf Steiner parla già durante la Posa della pietra di fondazione del primo Goetheanum che doveva diventare l’espressione visibile del suddetto nuovo linguaggio spirituale. Infatti, secondo il suo essere esoterico, esso non era altro che la manifestazione visibile del linguaggio di Cristo-Michele dell’Antroposofia.

▸ «Guardatevi attorno, mie care sorelle e miei cari fratelli, come questa indeterminata nostalgia, come questa indeterminata speranza riguardo allo Spirito domini nell’umanità attuale. Mentre posiamo qui la prima pietra di quello che sarà il nostro emblema [dell’edificio], sentiamo come nella nostalgia indeterminata, nella speranza che l’umanità rivolge allo Spirito, sia udibile un grido che reclama risposta, una risposta che può essere data là dove può agire la Scienza dello Spirito, con il suo Vangelo che annuncia lo spirito» (O.O. 245, 20.9.1913).

 

Così oggi, attraverso questa Scienza dello Spirito, Michele stesso si rivolge alle anime qui intese degli uomini del presente, e soprattutto ai suoi discepoli, che insieme a lui hanno percorso questo cammino attraverso la Scuola soprasensibile e il culto cosmico. E questi sono gli uomini nei quali «l’indeterminata nostalgia» e la «speranza riguardo allo Spirito» sono divenute la cosciente aspirazione a Michele che vive nelle loro anime con una forza, caratterizzata da Rudolf Steiner nelle seguenti parole: ▸ «Possono perciò essere Antroposofi soltanto quegli uomini che sentono certi problemi sull’essere dell’uomo e del mondo come una necessità vitale, come si sente fame e sete» (0.0. 26, Massima 1).

 

A questo punto, a dire il vero, ogni antroposofo dovrebbe chiedersi seriamente: Questa parola corrisponde anche a me? Oppure è l’Antroposofia per me soltanto un’attività domenicale e nei rimanenti sei giorni forse fccio qualcosa di completamente diverso che non è per nulla molto micheliano? Come stanno le cose veramente per me a tale riguardo?

Qui è proprio necessario che mi ponga la domanda di come in verità mi sento quando per lungo tempo non ho mangiato e bevuto nulla e per ciò giungo ad un certo limite interiore. Voglio sopportarlo? E per quanto posso sopportarlo? E poi devo pormi l’ulteriore domanda, se sono disposto a giungere ad un tale limite anche riguardo all’Antroposofia, ora tuttavia dal punto di vista puramente animico-spirituale. Infatti, il sopportare tale situazione limite è il criterio determinante del nostro vero rapporto con Michele. Diventiamo i suoi veri discepoli soltanto quando il suo dono, l’Antroposofia, diventa per noi come fame e sete, esistenziale e determinante la nostra vita, il che nel contempo significa che ne è afferrato tutto l’uomo.

 

Continuiamo a seguire il corso della Meditazione.

Michele, ora quale Spirito guida del tempo, si rivolge direttamente a tutti gli uomini del presente:

«Ad esse giunge irradiante la Vostra Parola di luce … ».

«Ad esse», queste sono appunto le anime assetate del vero Spirito; «la Vostra» si riferisce agli Angeli, i «chiari esseri dei mondi dell’etere» che sono colmati dall’lmpulso-Cristo, che oggi sono al servizio di Michele e insieme formano la sua veste cosmica. Ad essi Michele dà un nuovo incarico riguardo a ciò che nel culto cosmico, quale «Parola del Cristo», è il fondamento del «nuovo cristianesimo», a ciò che tuttavia nella sua ulteriore metamorfosi quale «Parola di luce» deve essere portata giù all’umanità come irradiante Parola cosmica che afferra nell’uomo le forze di conoscenza, tuttavia in nessun caso le forze intellettuali della testa, che non sono luminose, bensì le forze del pensare trasformato, con il quale unicamente possiamo oggi comprendere la Scienza dello Spirito in modo tale che essa raggiunga anche i nostri cuori e li colmi di reale entusiasmo per la vera conoscenza dello Spirito.

 

Quando ciò può avvenire, allora in questo processo agisce Michele stesso:

▸ «Egli libera i pensieri dal dominio della testa; apre loro le vie del cuore; proscioglie dall’anima l’entusiasmo,

in modo che l’uomo possa dedicare la propria anima a ciò che può venire sperimentato nella luce del pensiero».180

 

È l’Antroposofia ad essere colmata e compenetrata da questa luce di pensiero del pensare trasformato, poiché essa è emersa dall’indagine spirituale, radicata al centro del pensare del cuore e può essere afferrata veramente soltanto con esso.181

Allora nelle cerchie antroposofiche si smetterà di ripetere sempre: Bisogna finalmente finirla con il riferirsi a Rudolf Steiner, con il «Rudolf Steiner ha detto» o «ha citato per l’ennesima volta Rudolf Steiner». Perché allora i nostri cuori sono infiammati per Antroposofia e ogni parola di Rudolf Steiner.

 

Nelle sue proprie parole risuona così:

▸ «I pensieri che oggi tendono ad afferrare la spiritualità devono germogliare da cuori che battono per Michele, riconoscendolo nell’universo come il fiammeggiante principe del pensiero» (ibidem).

E perché i cuori umani sono infiammati? Perché allora battono per Michele?

Perché nell’Antroposofia la «Parola del Cristo» quale «Parola di luce» afferra le nostre forze di conoscenza nel senso micheliano e le accende di fuoco, in modo tale che in ogni parola di Rudolf Steiner possiamo sperimentare questa sostanza di Michele-Cristo come sfondo spirituale.

 

La terza strofa della Meditazione trova la sua conclusione con le parole:

«Nel tempo universale dell’Uomo Spirito».

 

Potremmo essere quasi spaventati dinanzi a tale possente prospettiva. Non ci siamo nemmeno avvicinati al Sé Spirituale e già qui si parla dell’Uomo Spirito.182 Per una migliore comprensione dobbiamo tener presente che, in quanto uomini terrestri, abbiamo anzitutto a disposizione soltanto il nostro Io quale più alta parte costitutiva della nostra entità. Esso costituisce il centro interiore di tutto il nostro essere.

• Gli Angeli non hanno un Io umano. Il loro Io si fonde con il Sé Spirituale.

• L’Io degli Arcangeli è già unito inseparabilmente con il loro Spirito Vitale.

• E l’Io delle Arcai agisce già dall’unione con l’Uomo Spirito.

 

Anche Michele quale Arché ha il suo Io nell’Uomo Spirito.

Perciò, come colui che presiede il regno solare, egli si trova in un particolare rapporto con l’Uomo Spirito cosmico del Cristo, che Egli ha lasciato sul Sole quando è disceso sulla Terra.

▸ «Cristo ‘morì per il Sole’, morì cosmicamente allontanandosi dal Sole per scendere in Terra … Dopo quella morte cosmica, il Cristo abbandonò sul Sole l’Uomo Spirito» (O.O. 240, 27.8.1924).

Dalla forza di questo Uomo Spirito compenetrato dal Cristo anche oggi Michele agisce sulla Terra. Per ciò egli è in rapporto con il Cristo in un modo del tutto particolare, e questo nel complesso gerarchico lo pone molto più in alto di ciò che corrisponde al suo vero e proprio grado evolutivo, che è quello di un Arché.

 

Poi la Meditazione parla di un «tempo universale». Che cosa è inteso con ciò?

Lo troviamo quando guardiamo alla futura evoluzione dell’umanità. Oggi, nell’epoca dell’anima cosciente noi ci troviamo nel grado dell’Io. Nel sesto periodo di civiltà si compie il provvisorio riversarsi pieno di grazia del Sé Spirituale nell’umanità. Nel settimo periodo di civiltà, nonostante tutte le catastrofi della guerra di tutti contro tutti, avviene un simile riversarsi pieno di grazia dello Spirito Vitale. E soltanto dopo la catastrofe universale, dopo la conclusione di un intero tempo universale (in questo caso esso comprende tutti i sette periodi di civiltà postatlantici) giungiamo nel successivo tempo universale, nella grande sesta epoca che consisterà nuovamente in sette gradi inferiori. Questa grande epoca avrà poi inizio con il riversarsi pieno di grazia dell’Uomo Spirito nell’umanità. Questa sesta epoca universale sarà anche quella alla cui fine avverrà l’unione della Terra con il Sole. Michele quale Arché guida solare vuole preparare già oggi tale evento durante la sua attuale guida dell’umanità.

 

Questa preparazione consiste tra l’altro nel fatto che dai suoi Misteri cosmici Michele continua a rivelare agli uomini il Mistero del Cristo quale supremo reggente del Sole. Infatti, sapendo che il Cristo è l’essere solare, com’è possibile apprendere dall’Antroposofia, l’uomo conosce che, in seguito al Mistero del Golgota, dall’evoluzione del Sole è fluita nell’evoluzione della Terra una corrente che nel contempo significa il primo passo per l’unione del Sole con la Terra.

Con la dedizione a Michele e ai suoi Misteri già oggi l’uomo può collaborare a questo futuro evento. Ciò avviene per il fatto che nell’epoca attuale l’anima dell’uomo accoglie la forza di Michele in libera volontà, e quest’anima impara a parlare del proprio Sole interiore. Infatti, ciò che anzitutto viene raggiunto nell’interiorità, più tardi si avvererà anche cosmicamente.

▸ «L’elemento solare, che per lunghe epoche l’uomo accolse in sé soltanto dal cosmo, risplenderà nell’interiorità dell’anima. L’uomo imparerà a parlare di un ‘Sole interiore’ … Egli riconoscerà il proprio essere vivente sulla Terra come guidato dal Sole».183

Nel contempo questo significherà che Michele, quale Spirito del tempo solare, «prenderà la sua nuova dimora» nell’anima dell’uomo (ibidem).

 

Così, questa riga della Meditazione indica soprattutto le forze del futuro Uomo Spirito dalle quali Michele agisce già adesso nel cosmo, come pure la futura epoca terrestre dell’Uomo Spirito quale grande tempo universale, in cui la Terra si congiungerà di nuovo con il Sole. Allora Michele accoglierà nel suo proprio regno l’intera umanità guidata dal Cristo stesso.

Rudolf Steiner dice che questa possente prospettiva già oggi è disposta in germe nel Movimento Antroposofico. Infatti, la via alla sesta grande epoca – «tempo universale» – attraverserà il sesto periodo di civiltà che tra millecinquecento anni sostituirà il nostro quinto periodo. Là il possente passaggio cosmico del futuro verrà preparato già coscientemente.

 

Tutta questa futura evoluzione è collegata inseparabilmente con il destino dell’Antroposofia sulla Terra e cioè non solo nel senso dello studio solitario dei suoi contenuti, ma soprattutto attraverso diverse formazioni sociali sul terreno dell’Antroposofia – i gruppi di soci, le Società di Paese e la Società Antroposofica.184 Infatti, già oggi essi devono essere i preparatori del sesto periodo di civiltà.

In merito Rudolf Steiner dice: ▸ «Unendoci in associazioni fraterne per praticare la Scienza dello Spirito, prepariamo la cultura, la civiltà che dovrà compenetrare il sesto periodo di civiltà postatlantico» (O.O. 159, 15.6.1915).

E in una conferenza precedente, riguardo a questo tema egli ha espresso:

▸ «La sesta sottorazza sarà la fondamentale razza germinale per la sesta razza radicale» (O.O. 93a, 3 1.10.1905).

 

Diversamente dalla terminologia teosofica qui ancora additata, oggi questa frase nel linguaggio antroposofico deve essere formulata così: Il sesto periodo di civiltà sarà la fondamentale comunità germinale per il sesto tempo universale.

L’Antroposofia è perciò il ponte che collega il lavoro spirituale del presente oltre il sesto periodo di civiltà con il grande sesto tempo universale, nel quale avverrà la congiunzione della Terra con il Sole.

In merito Rudolf Steiner esprime le seguenti parole: ▸ «Come antroposofi,185 noi ci troviamo oggi in una situazione che è paragonabile soltanto a quella in cui si trovava l’umanità nell’antica epoca atlantica. E la vita, come è cambiata da quell’epoca, così cambierà fino a una nuova catastrofe [la guerra di tutti contro tutti] in un dato momento del futuro. Ma lasciamo che questa grandiosa prospettiva ci scorra davanti all’anima» (O.O. 109, 6.4.1909).

 

Questa prospettiva consiste nell’iniziare già adesso con l’Antroposofia a preparare gradualmente tale futuro. Per ciò veniamo costantemente incoraggiati e invitati dai grandi Maestri della saggezza e dell’armonia dei sentimenti. ▸ «Dal mondo spirituale risuona ai giorni nostri [come alla fine del periodo atlantico] un appello per il piccolo gruppo simile a quello di allora, l’appello dei Maestri della saggezza c dell’armonia dei sentimenti, come noi lo definiamo» (ibidem).

E chi sono questi Maestri guida, queste individualità guida dell’evoluzione dell’umanità? Sono coloro che già nel nostro tempo lavorano alla trasformazione del loro corpo fisico in Uomo Spirito. Poiché già tutta la civiltà terrena oggi lavora, per lo più in modo inconscio, alla graduale trasformazione del corpo astrale in Sé Spirituale.

Se tuttavia l’uomo decide di diventare un discepolo dello Spirito, e con ciò accede al sentiero della moderna iniziazione nel senso dell’Antroposofia, allora egli inizia a lavorare alla trasformazione del suo corpo eterico in Spirito Vitale.

 

Il vero Maestro si distingue edificando già oggi al suo Uomo Spirito.186

E i Maestri della saggezza e dell’armonia dei sentimenti in questo processo precedono tutti gli altri uomini. Essi sono i veri rappresentanti del «tempo universale dell’Uomo Spirito» menzionato nella Meditazione di Michele. Così, il loro lavoro entro l’umanità costituisce già oggi il fondamento per la grande sesta epoca universale. E Michele, quale Spirito del tempo solare, ha assunto il compito di renderci possibile tale evoluzione dall’Antroposofia. In essa Michele, con un grande gesto di accoglienza, si rivolge a tutta l’umanità.

A questo punto va messa in rilievo una ulteriore particolarità collegata con la grande sesta epoca quale epoca dell’Uomo Spirito. Infatti, come nel passaggio da Atlantide (quarta grande epoca) al periodo postatlantico (quinta grande epoca) deve essere presente un determinato iniziato per rendere possibile tale passaggio, poiché per questo periodo egli diventa sempre la guida dell’intera umanità. Così sarà anche alla fine della «guerra di tutti contro tutti». Solo che in questo caso l’iniziato, che nel linguaggio terreno si chiama Manu, non sarà più come un tempo un essere sovrumano, ma sarà per la prima volta nella storia dell’umanità un essere derivante dall’umanità stessa.187 Allora, quale grande guida egli condurrà l’umanità nella sesta epoca — ovvero  «Nel tempo universale dell’Uomo Spirito».

 

È evidente che questo primo Manu umano sarà collegato con tutto ciò di cui tratta questa Meditazione di Michele, e soprattutto con la descritta guida di Michele «nel tempo universale dell’Uomo Spirito».

Con ciò è collegato un ulteriore segreto degli odierni Misteri di Michele.

Nella conferenza del 22 novembre 1919 (O.O. 194) Rudolf Steiner parla di due grandi rivelazioni di Michele nella storia dell’umanità. La prima venne sostenuta, poco dopo la svolta dei tempi, dall’Evangelista Giovanni nel Prologo del suo Vangelo che culmina nelle parole «E la Parola si fece carne» (Gv 1,14).

E oggi, così dice Rudolf Steiner, viviamo nel periodo della seconda rivelazione di Michele che significa: ▸ «E la carne dell’uomo deve di nuovo venire spiritualizzata, affinché divenga capace di abitare nel regno della Parola per contemplare i Misteri divini.

 

• L’incarnazione della Parola è la prima rivelazione di Michele,

• la spiritualizzazione della carne deve essere la sua seconda rivelazione».

 

Questo processo di spiritualizzazione del corpo fisico dell’uomo che nei suoi inizi può già cominciare nell’attuale periodo di Michele, non è tuttavia possibile senza la collaborazione dell’Uomo Spirito. O espresso diversamente: L’uomo deve per lo meno mettersi in cammino verso l’Uomo Spirito, perché possa avvicinarsi all’ideale dell’evoluzione dell’umanità che si trova nella seconda rivelazione di Michele.

 


 

Note:

157 – Su questa definizione vedi l’Epilogo nel presente libro.

158 – Vedi anche in S. O. Prokofieff, Il significato esoterico del comune lavoro scientifico spirituale e il futuro della Società Antroposofica, cap. 8, «Le nuove anime di gruppo», Widar Edizioni 2009.

159 – È significativo che nella stessa conferenza Rudolf Steiner parli anche dell‘«immutabile accordo» fra platonici e aristotelici nel mondo spirituale riguardo alla fine del secolo XX.

160 – Anche nelle istruzioni esoteriche delle Lezioni di Classe Rudolf Steiner parla sempre di nuovo di queste «potenze spirituali» che guidano il tutto.

161 – Articolo «L’atteggiamento dell’anima umana prima dell’inizio dell’epoca di Michele» (O.O. 26).

162 – Sul rapporto degli Angeli con Michele e con l’intelligenza cosmica da lui amministrata vedi anche O.O. 237, 8.8.1924.

163 – Questa realtà si trova quale archetipo dietro l’immaginazione dei dodici Bodhisattva nella sfera del Buddhi (vedi 0.0. 116, 25.10.1919). E dietro a ciascuno di loro si trova un Arcangelo (vedi 0.0. 110, 16.4.1909-11). Entro la terza gerarchia sono collegati con il Cristo soprattutto gli Arcangeli (le Arcai con il Padre e gli Angeli con lo Spirito Santo).

164 – Vedi in merito 0.0.211,24.4.1922. – Anche la sequenza «Parola del Cristo», «Parola di luce», «Parola d’amore» rivela tra l’altro il Mistero del triplice Sole dal quale il Cristo agisce quale Parola del Sole.

165 – Vedi la variante della Meditazione della Pietra di Fondazione pubblicata nel periodo di Rudolf Steiner nell’O.O. 260a, 13.1.1924 (N.d.T. vedi F. W. Zeylmans van Emmichoven, La fondazione della Società Antroposofica, pag. 9 Ed. Antroposofica, Milano.

166 – Vedi 0.0. 227, 29.8.1923. – Essi sono anche gli originari proprietari della sostanza dell’intelligenza universale che è già stata trasferita tre volte nell’uomo sulla Terra dalla prima gerarchia (vedi nel capitolo 3).

167 – Vedi il ciclo di conferenze Genesi. I Misteri della versione biblica della creazione (0.0. 122).

168 – Vedi 0.0. 13.

169 – 0.0. 260a, 13.1.1924 (vedi N.d.T. nella nota 165).

170 – . 187, 28.12.1918, per esempio, Rudolf Steiner parla dell’Antroposofia quale «Scienza di iniziazione».

171 – Per questo motivo nelle sue conferenze iniziali Rudolf Steiner parla dell’iniziazione antroposofica-rosicruciana, quale iniziazione collegata con la volontà dell’uomo, tuttavia non direttamente, ma sempre con la mediazione dello Spirito (vedi 0.0. 131, 5.10.1911). Egli ne dà la seguente descrizione: «Essa [questa iniziazione] conta soprattutto con l’intensificazione e il rafforzamento della volontà interiore…. La disciplina rosicruciana quindi è rivolta allo sviluppo della volontà» (0.0. 97, 30.11.1906). E nelle «Lettere di Michele» nello stesso senso egli mette in rilievo Michele, che dal mondo spirituale invia impulsi per il moderno cammino di iniziazione: «È compito di Michele il ricondurre l’uomo sulle vie della volontà là donde è venuto, sulle vie del pensare, allorché è disceso con la sua coscienza terrena dall’esperienza del soprasensibile a quella del sensibile» (0.0. 26, Massima 105).

172 – Il fatto che queste due righe si riferiscono nel contempo alla volontà e al Karma non rappresenta una contraddizione. Infatti, il Karma agisce sempre attraverso la volontà, sia nell’uomo, sia nel cosmo. Per cui tutto il Karma del nostro sistema solare ha inizio sull’antico Saturno con l’atto di creazione degli Spiriti della volontà (Troni).

173 – Vedi 0.0. 131, 11 e 12.10.1911.

174 – Alla svolta dei tempi a questo terzo grado corrispondeva l’evento della Pentecoste, il cinquantesimo giorno dopo la resurrezione.

175 – Steiner dice che il periodo del ritorno eterico avrà una durata di tre millenni (vedi 0.0. 130 e 0.0. 118).

176 – Steiner dice che dal 1930 al 1935 sarà il periodo in cui avrà inizio l’apparizione del Cristo nell’eterico per tutti gli uomini (vedi 0.0. 118).

177 – La comprensione del Cristo, come rappresentata da Rudolf Steiner per tutta la sua vita nell’Antroposofia, senza la sua compenetrazione con la coscienza del Cristo è semplicemente impossibile da raggiungere.

178 – In questo libro Rudolf Steiner parla anche di quegli Angeli che a conclusione della loro guida nel periodo egizio-caldaico non hanno accolto in sé l’Impulso-Cristo e che perciò sono divenuti ispiratori del materialismo nell’era moderna.

179 – 0.0. 26, Articolo «L’avvenire dell’umanità e l’attività di Michele», 25.10.1924; corsivo di Rudolf Steiner.

180 – 0.0.26, Articolo «All’inizio dell’epoca di Michele»; corsivo di Rudolf Steiner.

181 – Steiner definisce questo «pensare del cuore» anche «logica del cuore» e dice che tutto ciò che egli ha indagato nel mondo spirituale è stato raggiunto applicando questa qualità del pensare (0.0. 119, 29 e 30.3.1910).

182 – Nell’eone terrestre l’uomo non raggiungerà ancora pienamente il Sé Spirituale e le due parti costitutive spirituali ancor più alte, ma le accoglierà soltanto come profeticamente, quali doni dall’alto e non quali parti essenziali del proprio Io. Quest’ultimo avverrà soltanto nei futuri eoni di Giove, Venere e Vulcano.

183 – 0.0.26, Articolo «L’atteggiamento dell’ anima umana prima dell’inizio dell’epoca di Michele»; corsivo di Rudolf Steiner.

184 – Vedi dettagli in S. O. Prokofieff, L’esoterismo della Società Antroposofica, Collana Widar Edizioni, Ed. Antroposofica, Milano.

185 – Nel 1909 in questo punto Rudolf Steiner usò ancora la definizione «teosofi».

186 – Vedi in merito O.O. 93a, 24.10.1905 e O. O. 94,28.10.1906.

187 – In riguardo al primo Manu umano vedi 0.0. 93,11.11.1904.