Il grande periodo solare – Quarta epoca (21-28/anima senziente)

Rudolf Steiner e la Fondazione dei Nuovi Misteri


 

All’inizio della successiva grande epoca della vita di Rudolf Steiner si compiono anche dei netti cambiamenti esteriori: egli si trasferisce definitivamente a Vienna e, su raccomandazione di Schröer, comincia nell’anno 1882 a curare la pubblicazione delle opere scientifiche di Goethe1 nell’edizione della «Letteratura nazionale tedesca» di Kürschner, della quale abbiamo già fatto parola. Già dal 1880 Rudolf Steiner si occupa dei lavori scientifici di Goethe.1 Gli si offre allora anche l’occasione di entrare nella «società dei letterati». Scrive per la collezione di Kürschner una introduzione alle opere goethiane di botanica, zoologia, geologia e teoria dei colori.

 

Le concezioni scientifiche di Goethe

contribuirono a fornire le basi, a lungo cercate da Rudolf Steiner, per la conciliazione di natura e spirito;

resero possibile il trapasso da scienza della natura a scienza dello spirito, ossia «teosofia moderna» (Antroposofia),

per il quale Rudolf Steiner pose la pietra fondamentale con questo suo lavoro.

Più tardi egli scrisse in merito: ▸«Chi legge queste introduzioni, può già trovare le idee teosofiche nella veste di un idealismo filosofico.»2

 

Interiormente Rudolf Steiner si avvicina al mistero del Sole, cioè al mistero del Logos; ne parla nella sua autobiografia nei seguenti termini:

«Nel ‘Logos’ vive l’anima umana; come il mondo esteriore viva in questo Logos, è già la questione fondamentale della mia ‘Teoria della conoscenza goethiana del mondo’ (a questo libro egli lavorò a metà degli anni ottanta), e tale rimane per i miei scritti “Verità e scienza’ e ‘Filosofia della libertà”.»3

 

Queste parole chiariscono come, già all’inizio del suo periodo solare, stava di fronte a Rudolf Steiner il problema della correlazione tra mondo e Logos, e tra Logos e anima umana. Come un rosso filo conduttore attraverso i successivi tre settenni della vita di Rudolf Steiner, si estende la lotta per una risposta a tale problema, che troverà il suo coronamento e il suo adempimento alla fine di tale epoca.

 

Durante il periodo solare della vita dell’uomo, tra i 21 e i 42 anni, si sviluppano tra i 21 e i 28 anni l’anima senziente, tra i 28 e i 35 anni l’anima razionale, e dai 35 ai 42 l’anima cosciente. In questa epoca non vengono tuttavia sperimentate solo le forze solari, ma anche le potenze ad esse avverse.

 

Nella conferenza del 22 marzo 1909 a Berlino4, Rudolf Steiner spiega che

Lucifero opera anzitutto nell’anima senziente,

Arimane nell’anima razionale,

• e che in futuro, che è già presente in gran misura nel nostro tempo,

gli Asuras prenderanno posto nell’anima cosciente, operando la seduzione dell’«io» dell’uomo.

 

Si comprende perciò che nel tempo che corre tra i 21 e i 27/28 anni di vita,

Lucifero si avvicini all’uomo in maniera specialmente seduttrice.

 

Rudolf Steiner ebbe in quel tempo delle esperienze interiori di tipo particolare, attraverso la conoscenza di uomini che, alla fine del XIX secolo, vivevano ancora di impulsi del passato. La prima di tali conoscenze la fece già alla metà della precedente epoca della sua vita: KJ. Schröer viveva infatti assolutamente nel puro mondo delle idee platoniche, tutto intorno a lui respirava il più nobile idealismo. Ma in ciò si celava anche una certa unilateralità della sua concezione del mondo, come si dimostrava nel suo rapporto con Goethe, del quale, nonostante egli lo divinizzasse, non ne poteva seguire gli sforzi per il rinnovamento delle facoltà di conoscenza.

 

Rudolf Steiner ci indirizza al fatto5 che la quinta epoca postatlantica ha il compito di sviluppare la libera immaginazione e una ricerca della natura costruita sulla fenomenologia. Se la percezione vien correttamente sviluppata in queste due direzioni, si superano lentamente le potenze seduttrici, Lucifero e Arimane. Già in Goethe si trovano in germe queste due forme di concezione, quella del mondo della libera immaginazione nel «Faust», quella della fenomenologia primordiale negli studi scientifici. Solo nell’equilibrio fra queste due forze può compiersi giustamente l’evoluzione; ma tale equilibrio non era presente in Schröer. ▸ «Schröer stesso era lontano dalla scienza naturale.»6

 

Se consideriamo la vita di Rudolf Steiner in questo periodo viennese, lo troviamo dedito per un verso ai suoi seri studi scientifici – egli visita tra l’altro il laboratorio di Reitlinger7 – per l’altro è sempre in relazione con Schröer, il cui elemento di vita è l’arte, e in terzo luogo egli fa la conoscenza della giovane poetessa pessimista M.E. delle Grazie alla cui cerchia appartengono molti professori in teologia, nella quale dominava una profonda venerazione per lo spirito del medioevo e un pieno rifiuto per Goethe.

 

Queste molteplici relazioni sociali gli fanno sperimentare come scienza arte e religione siano distaccate dalle sorgenti viventi dello spirito e come, incapaci di giungere ad una reale esperienza dello spirito, devono infine abbandonarsi a forze conducenti all’unilateralità e ad un definitivo isolamento. Possiamo supporre che già allora Rudolf Steiner, con la sua vita cosciente nel mondo spirituale, si prospettò nitidamente la necessità di riunire scienza, arte e religione, e come gli riuscisse particolarmente estranea, anche se più cosciente, la ricerca dello spirito che venne a conoscere presso i teosofi viennesi del circolo di Marie Lang, con la loro indistinta atmosfera mistica. Nè vi portò alcun cambiamento la calda amicizia che in quel circolo lo unì a Rosa Mayreder.

• Egli cercava «l’unione con lo spirito attraverso le idee illuminate dallo spirito stesso.»8

 

Si comprenda così anche il fatto che il «Buddismo esoterico» di Sinnet, la prima opera teosofica che Rudolf Steiner ricevette da un amico, destasse in lui un moto di repulsione.9 Soltanto in Friedrich Eckstein egli incontrò un grande conoscitore dell’occultismo classico e della Kabbala.

 

Lo sperimentare queste differenti correnti spirituali del passato, che tutte chiedevano di essere ulteriormente sviluppate, si trasformò per Rudolf Steiner in esperienze occulte, alla descrizione delle quali egli dedica l’intero undicesimo capitolo della sua autobiografia. Egli vi dice:

«Alla fine di questo primo periodo della mia vita, mi si impose interiormente la necessità di acquisire un rapporto che parlasse chiaro, verso certi orientamenti dell’anima umana. Uno di questi era la mistica; ma io potevo acquistare solo con difficoltà un rapporto con essa, con la mia speciale inclinazione, così come si presentava allo sguardo della mia anima dalle diverse epoche dell’evoluzione spirituale dell’umanità, dalla sapienza orientale (M. Lang), dal neoplatonismo (F. Eckstein), dal medioevo cristiano (il circolo attorno alla delle Grazie), dagli studi cabbalistici.»10

 

Se si legge attentamente questo capitolo, si può avere la chiara sensazione che Rudolf Steiner approvava la mistica solo là dove questa si liberava dalle forze di Lucifero, dalle quali il mistico è sempre minacciato, perchè nella mistica «si deve abbandonare il rapporto dell’uomo con lo spirito, al “sentire soggettivo”»; ma sull’arbitrio soggettivo comanda Lucifero.

Rudolf Steiner prosegue:

«In quanto mi ponevo questo di fronte all’occhio dell’anima, si rafforzavano sempre di più in me le forze che stavano in intima opposizione alla mistica.»

 

In tale dichiarazione si può avvertire come egli combattesse allora contro il primo seduttore dell’umanità, ciò che egli descrisse così:

«Non fu molto difficile creare nella mia interiorità, per questo conflitto vitale, quella chiarezza che, finalmente, porta ad elevarsi al di sopra di esso.»

Con queste semplici parole Rudolf Steiner constata la sua vittoria interiore sulle forze tentatrici di Lucifero.

 

L’anno 1888, nel quale Rudolf Steiner concluse il primo settennio della sua epoca solare, fu un anno specialmente importante. Così egli ne scrive:

«In questo tempo, circa nel 1888, ero stimolato da un lato dalla mia intima vita animica verso una acuta concentrazione spirituale, dall’altro lato la vita mi situava entro ampie frequentazioni sociali11

 

Vediamo con quanta forza egli sentì il contrasto tra queste due correnti, nelle quali egli viveva fin dalla prima giovinezza, e come gradualmente diventa impellente in lui l’impulso a riunirle e compiere così, in futuro, il cammino della iniziazione rosicruciana.

Più tardi egli torna a parlare di quel tempo:

«Così conducevo una vita interiore che non stava in alcuna connessione con il mondo di fuori, con il quale tuttavia i miei interessi erano intensamente intrecciati.»

 

Ma l’intensificarsi della vita interiore dava maggior vigore alla ricerca di forme di pensiero che fossero adatte ad esprimere esperienze spirituali, a trasformare cioè il pensiero in modo che potesse comprendere l’elemento spirituale.

Il lavoro sulle opere scientifiche di Goethe fu d’aiuto a Rudolf Steiner nella sua crescente solitudine; infatti la concezione del mondo di Goethe era estranea al suo ambiente:

«Non trovavo alcuno a cui avrei potuto parlare di tali concezioni.»12

E inoltre:

«Nello stato d’animo che pesava sulla mia anima, per questo mio isolamento con le mie vedute, trovavo sollievo interiore nel leggere e rileggere il dialogo che Goethe e Schiller ebbero tra loro, mentre entrambi uscivano da una riunione della Società di Scienze naturali a Jena…Goethe disegnò allora con pochi tratti, davanti agli occhi di Schiller, lo schizzo della sua ‘pianta primordiale’, la quale nella sua forma sensibile-soprasensibile, significava in fondo il trapasso diretto nel mondo della pura immaginazione».

 

Ora Rudolf Steiner potè affermare:

«La concezione goethiana della natura mi appariva assolutamente come una concezione conforme allo spirito.»

Quella concezione gli fece anche riconoscere che era giunto il tempo di scrivere anche delle sue proprie esperienze spirituali, e ciò viene a chiara espressione nella sua autobiografia:

«Attraverso l’esauriente introduzione che scrissi per il secondo volume delle opere scientifiche di Goethe di cui curai la pubblicazione, derivò nella mia interiorità l’urgenza di dare alla mia concezione del mondo spirituale la forma di una esposizione concettualmente trasparente.»13

 

Rudolf Steiner riporta poi, su parecchie pagine, un estratto di quella introduzione, nel quale vien esposto l’essenziale del nuovo rapporto dell’uomo con il mondo spirituale, come egli l’aveva raggiunto in quel tempo.

«In quanto il pensare si impossessa dell’idea, si fonde insieme alle basi originarie dell’esistenza del mondo; ciò che opera di fuori penetra nello spirito dell’uomo sicché quest’ultimo, si unifica con la realtà obiettiva alla sua più alta potenza . La percezione dell’idea nella realtà è la vera comunione dell’uomo, – Il pensare ha rispetto alle idee lo stesso significato che l’occhio ha rispetto alla luce, l’orecchio rispetto al suono; è l’organo della comprensione »14

 

Queste parole di Rudolf Steiner, scritte nell’anno 1888, si possono riconoscere come la somma del suo grandioso lottare per raggiungere l’essenza del pensiero, lotta cui egli aveva dato inizio a quattordici anni.

Esse testimoniano che è vinta, per tutta l’umanità, la battaglia per un nuovo pensiero, quello che non è più in contraddizione rispetto alla esperienza spirituale, bensì, al contrario, apre la porta del mondo spirituale!

 

• Questo fatto storico

fu il primo colpo contro Arimane, secondo nemico dell’umanità,

fu il primo passo nella lotta per liberare l’intelligenza umana del suo potere,

il primo passo dell’intelligenza umana sul suo cammino nella sfera di Michele.15

 

 


 

Note:

1 – O.O. 262, 1 parte.

2 – Id.

3 – O.O. 28, XXIII cap. EAM 1961 pag. 257.

4 – O.O.107, 22/3/1909, Rivista Antroposofia (RA) 1971/1.

5 – O.O.171,17/9/1916 RA 1953/258.

6 – O.O. 262,1 parte.

7 – O.O. 28, III e V cap. EAM 1961 pag. 51 e 74.

8 – O.O. 28, X3 cap. EAM 1961 pag. 130.

9 – O.O. 28, VII cap. EAM 1961 pag. 104.

10 – O.O. 28, XI cap. EAM 1961 pag. 128 e 130.

11 – O.O. 28, Vili cap. EAM pag.105.

12 – O.O. 28, V cap. EAM 1961 pag. 76 e 77.

13 – O.O. 28 Vili cap. EAM 1961 pag. 105.

14 – O.O. 28, X cap. EAM 1961 pag. 125.

15 – II significato dell’anno 1888 nello sviluppo interiore di Rudolf Steiner, quando fu inferto il primo colpo importante alle forze di Arimane, fu annotato da lui stesso nel suo taccuino nell’anno 1924, le cui pagine in merito furono poi pubblicate da R. Grosse in «Die Weihnachtstagung als Zeitenwende» (Il Convegno di Natale come svolta dei tempi) Dornach 1977, pagg. 126-127.