04 – Il mistero del Cristo eterico e la pietra di fondazione

L’incontro con il male


 

Dal contenuto del Convegno di Natale risulta che Rudolf Steiner creò la PIETRA DI FONDAZIONE, quale centro del convegno stesso, nel mondo eterico adiacente alla Terra.

Essa è perciò una realtà non solo per gli uomini che la accolgono nel proprio cuore, ma anche per tutte le anime del mondo spirituale che sono unite alla corrente micheliana, come pure per le entità delle gerarchie più elevate.

 

Quando poi si parla dell’incontro degli aristotelici con i platonici come di una seconda condizione per la culminazione dell’antroposofia alla svolta del secolo, deve essere chiaro che il luogo spirituale del loro incontro sarà appunto la pietra di fondazione appositamente creata. Essa infatti contiene gli elementi essenziali che corrispondono sia all’orientamento interiore degli aristotelici, sia a quello dei platonici, come pure l’elemento centrale completo, in grado di unire entrambe le correnti sul piano esoterico, creando così i presupposti necessari per la loro azione comune e per la futura culminazione della corrente di Michele sulla Terra.

 

La luce del pensiero che circonda la pietra di fondazione, composta di pensieri umani-universali, indica la natura del compito spirituale degli aristotelici: preparare una via per l’umanità dal pensare umano al pensare cosmico, ai pensieri universali delle gerarchie. La forma immaginativa della pietra di fondazione, composta di immaginazioni umane-universali, indica invece la natura dell’anelito spirituale dei platonici, che hanno il compito di preparare la via dalle immaginazioni umane alle immaginazioni universali, nelle quali vivono e agiscono le entità delle gerarchie più elevate.

 

Queste due correnti, l’una legata alla luce dei pensieri universali e l’altra alla chiarezza delle immaginazioni universali, vengono unite in modo armonico nella sostanza della pietra di fondazione, composta di amore universale umano.

Nel duplice carattere di questa sostanza è già dato il cammino dello sviluppo interiore sul quale l’uomo a poco a poco ha la possibilità di innalzarsi dall’amore umano all’amore universale. In questo amore universale, portato dal Cristo sulla Terra e unito all’evoluzione terrestre grazie al mistero del Golgota (cf O.O. 748, 2.10.1913), abbiamo la massima forza in grado di congiungere tutte le contrarietà sul piano spirituale e sociale.

• «Infatti, dove sono riuniti due o tre nel mio nome, lì sono io, in mezzo a loro» (Mt 18,20).

Il ‘nome’ rappresenta in questo caso il principio dell’io, nel quale la saggezza della precedente evoluzione del mondo (vale a dire sia la luce del pensiero, sia la chiarezza di immagine delle immaginazioni) deve essere trasformata nel più puro amore di cui è composta la sostanza della pietra di fondazione (cf 0.0. 13).

 

Perciò, accogliendo la pietra di fondazione nel proprio cuore, oggi l’uomo ha la possibilità di incontrare il Cristo eterico nel mondo soprasensibile adiacente alla Terra. Tutta la scienza dello spirito è al servizio di questa meta. Questo però ha trovato la massima concretezza di espressione e concentrazione nell’essenza spirituale della pietra di fondazione: ► «In realtà il Cristo verrà dato a coloro che, attraverso la scienza dello spirito, riusciranno ad innalzarsi alla comprensione, alla visione del vero ritorno del Cristo» (0.0. 718, 20.2.1910).

 

Con queste parole Rudolf Steiner si riferisce ai due elementi (aristotelico e platonico) del ritorno del Cristo:

• alla COMPRENSIONE mediante la luce del pensare spiritualizzato,

• e alla VISIONE mediante lo sviluppo della facoltà di percepire coscientemente le immaginazioni.

 

La comprensione del ritorno è contenuta nell’essenza della pietra di fondazione, poiché tre suoi elementi corrispondono esattamente ai tre aspetti principali dell’apparizione eterica del Cristo.

 

Infatti, a partire dal nostro periodo, Egli si manifesta all’umanità

quale portatore divino della SOSTANZA D’AMORE IN FORMA IMMAGINATIVA,

che può essere percepita dalla nuova chiaroveggenza cosciente,

avvolto dall’aura di luce del pensiero, composta dai pensieri spiritualizzati degli uomini,

con il cui aiuto essi aspirano sulla Terra a raggiungere l’entità del Cristo.

 

Dalla sostanza d’amore però risuonano quelle parole di aiuto e di conforto che oggi si possono udire dal Cristo (o.o. 130, 1.10.1911) il quale si avvicina all’uomo in forma nuova, immaginativa, avvolto da un’aura luminosa di luce spirituale.88

 

Per quanto riguarda ora il successivo grado che consiste nella diretta visione del Cristo eterico, questo può essere oggi raggiunto mentre l’uomo, attraverso la sua attività interiore alla pietra di fondazione, accede coscientemente al cammino descritto che conduce dai pensieri umani ai pensieri cosmici, dalle immaginazioni umane alle immaginazioni universali, dall’amore umano all’amore universale.

Allora entra in vigore la duplice natura della pietra di fondazione, la quale nel Convegno di Natale fu creata come doppio dodecaedro: al contempo, sia come dodecaedro universale sia umano.

 

Possiamo comprendere il senso esoterico di questa duplicità, se osserviamo i risultati della ricerca scientifico-spirituale che Rudolf Steiner espose nella conferenza sull’ «eterizzazione del sangue».

In tale occasione egli parlò in modo approfondito di come, dopo il mistero del Golgota, accanto alla CORRENTE MICROCOSMICA del sangue eterizzato dell’uomo che fluisce dal cuore alla testa, fluisca nella stessa direzione una seconda CORRENTE MACROCOSMICA in ogni essere umano: la corrente del sangue eterizzato del Cristo.

► «Ma un’unione di queste due correnti avviene solo se l’uomo porterà incontro la giusta comprensione a ciò che è contenuto nell’impulso del Cristo» (o.o. 130, 1.10.1911).

 

L’unione delle due correnti è tuttavia necessaria. Infatti, soltanto questa può condurre l’uomo a una cosciente percezione del Cristo nel mondo spirituale. Anche per questo la pietra di fondazione, immersa nel cuore eterico dell’uomo, vale a dire là dove si trova la sorgente di entrambe le correnti (la corrente universale del Cristo e la corrente umana), deve essere di natura macrocosmica-microcosmica. Solo così può servire nel cuore umano come ponte o elemento di giunzione fra le due correnti, e divenire poi un nuovo organo di percezione del cuore che apre l’accesso alla visione del Cristo eterico.

 

Qui si mostra anche chiaramente l’essere sociale della pietra di fondazione. Può certamente essere immersa nel cuore eterico solo se è stata raggiunta una comprensione individuale dell’essenza esoterica del Convegno di Natale ed è stata presa una libera decisione su questo fondamento. Allora però nel cuore umano diviene la pietra di fondazione per una nuova comunità sociale di uomini. Questa comunità, sebbene inserita pienamente nella civiltà del presente, in cui regna «il principe» arimanico «di questo mondo», possiede tuttavia qualcosa come sorgente e principio fondamentale di formazione di comunità che non è di questo mondo, ma proviene direttamente dal regno del Cristo eterico.

 

Qui le parole del Cristo: «Il mio regno non è di questo mondo» (Gv. 18,36)

assumono il loro significato originario.

 

In una conferenza Rudolf Steiner spiegò queste parole, dicendo che il Cristo venne appunto sulla Terra, dove regna l’iniquo «principe di questo mondo», per fondare in essa il suo regno in mezzo alla civiltà del presente e per dare con ciò a tutti gli uomini la possibilità di parteciparvi in futuro (o.o. 175, 6.2.1917). Queste parole del Cristo, per la prima volta dai tempi degli apostoli, possano ora sperimentare la loro realizzazione nella comunità degli antroposofi che aspirano a costruire la loro vita sociale sulla pietra di fondazione quale sorgente inesauribile delle forze sociali di resurrezione.

 

Perciò, in una comunità che poggia la propria vita sociale su questo fondamento,

le forze dell’opposizione non possono trovare spazio.

 

Ciò significa che, nonostante tutti gli ostacoli e le tentazioni, per una tale comunità si dischiude la possibilità di assolvere il proprio compito nel mondo odierno e così divenire per esso l’immagine primordiale e la stessa guida nella ricerca di nuovi rapporti sociali exoterici e nel contempo esoterici. Una tale comunità di uomini vedrà giustamente il suo campo d’azione entro la civiltà exoterica del presente, trovando al contempo nelle forze di resurrezione la sorgente della propria natura esoterica, vale a dire nelle forze che scaturiscono dall’attività spirituale individuale dei suoi soci con la pietra di fondazione e con la sua meditazione quale punto centrale delle forze formatrici sociali.

 


 

Note:

88 – Vedi precisazioni in: S.O. Prokofieff, Il corso dell’anno come via di iniziazione all’esperienza dell’entità del Cristo. Un esame esoterico delle feste dell’anno, parte XII: “I misteri del Cristo eterico nel presente”, Ed. Arcobaleno, Oriago di Mira (VE).