La fusione degli impulsi universali di saggezza e d’amore nel Cristo

Il corso dell’anno come via di iniziazione – Natale


 

Nella conferenza del 20.2.1917 a Berlino Rudolf Steiner parla con insistenza dei tre incontri dell’anima umana con i tre princìpi creatori del nostro universo: il principio del Padre, quello del Figlio (il Cristo) e quello dello Spirito Santo, attraverso l’intermediazione delle entità della terza gerarchia, le archai, gli arcangeli e gli angeli.

 

Così, nel corso della vita, ogni anima umana incontra, sebbene in modo generalmente incosciente,

• il principio del Padre, ed esattamente nel periodo che va dal 28 al 42 anno di età.

• Il principio dello Spirito invece l’anima lo incontra ogni notte tra l’addormentarsi e il risveglio,

allorché essa penetra nel mondo spirituale.

• Infine l’incontro con il principio del Figlio, che è quello che ora ci interessa in particolare,

si realizza nel ritmo dell’anno, e precisamente nel periodo che va da Natale a Pasqua:

▸ «poiché il tempo di Pasqua, nel dipanarsi concreto dell’anno, è il tempo in cui tutto ciò che è stato provocato in noi dall’incontro con il Cristo nel tempo di Natale (di cui l’Epifania è il punto culminante), si ricongiunge pienamente con la nostra umanità fisico-terrena».32

 

Al significato del 6 gennaio come giorno che chiude il periodo delle notti sante, fa riferimento anche il canto di Olaf Àsteson, l’iniziato norvegese dell’XI secolo, di cui Rudolf Steiner dice:

▸ «Così all’anima dell’uomo, all’anima del veggente, nel periodo che va dalla festa della nascita di Gesù alla festa dell’epifania del Cristo, si svela il mistero del Cristo, e in tale periodo essa può riconoscere il vero significato del battesimo al Giordano.»33

A questo giunge anche l’anima chiaroveggente di Olaf Àsteson al termine delle tredici notti sante cosicché ▸ «le esperienze chiaroveggenti delle tredici notti sante sono come incoronate dall’immaginazione del Cristo il sesto giorno di gennaio.»34

 

Così Olaf Àsteson ▸ «all’avvicinarsi del 6 gennaio, contempla l’intervento dello spirito del Cristo entro l’umanità,

che era stato preceduto dallo spirito di Michele».35

 

L’importanza di quest’ultima indicazione è messa in evidenza anche dalla conferenza del 31.3.1923 dove viene detto che nel periodo che va dall’inizio dell’autunno fino a Natale, Michele precede il nuovo spirito della Terra, il Cristo, per preparare la sua unione con la Terra nel corso delle tredici notti sante.

E inversamente, durante la seconda metà dell’anno, a partire dall’Epifania, Michele segue il Cristo, verso l’esterno, verso il macrocosmo, nella direzione cui tendono in quell’epoca dell’anno, l’anima e lo spirito della terra durante la sua espirazione.

Se ora rammentiamo che dai tempi più antichi Michele è il garante dell’intelligenza cosmica, e cioè dei pensieri universali delle gerarchie, della saggezza globale del cosmo gerarchico legato al Sole, e se rammentiamo che il Cristo è il rappresentante del principio cosmico dell’amore, allora possiamo riconoscere nell’azione comune di Michele e del Cristo la costante azione comune, nel ciclo dell’anno, degli impulsi della saggezza e dell’amore.

All’impulso della saggezza, che sgorga da Michele, è legata direttamente anche l’anima natanica.

Infatti nel mondo spirituale essa è la custode di quell’«archetipo eterico dell’umanità»

di cui abbiamo parlato a proposito del primo sacrificio verificatosi all’epoca lemurica (vedi pag. 48).

 

Questo archetipo,

nel quale durante l’evoluzione è fluita tutta la saggezza che ha dato forma all’uomo,

è la quintessenza di tutto il lavoro fatto dalle gerarchie superiori a partire dall’antico Saturno fino allo stato di Terra.

Per cui nell’immaginazione di Natale che abbiamo descritta possiamo riconoscere nella madre del Gesù natanico

il riflesso terrestre dell’Isis-Sophia celeste, della saggezza cosmica che tutto compenetra.

 

Riassumendo possiamo dire:

le tredici notti sante, che rappresentano il passaggio misterico dal Natale all’Epifania,

dalla festa della nascita sulla Terra dell’anima natanica alla festa della nascita del Cristo nel battesimo al Giordano,

costituiscono il tempo dell’anno che, sperimentato coscientemente, consente a ciascun uomo

di congiungere nel suo io nuovo nato l’impulso della saggezza (Natale) con l’impulso dell’amore (Epifania).36

 

Perciò le seguenti parole, in chiusura a La scienza occulta,

sono da riferirsi specificamente al mistero delle tredici notti sante:

 

▸ «Dalla collaborazione degli Spiriti della volontà, della saggezza e del movimento, nasce ciò che si manifesta come saggezza. Per opera di queste tre categorie di spiriti, gli esseri e i processi della Terra possono armonizzarsi in saggezza con gli altri esseri del loro mondo. L’uomo riceve dagli Spiriti della forma il proprio io indipendente; questo si armonizzerà in avvenire con gli esseri della Terra, di Giove, di Venere e di Vulcano a mezzo della forza che si aggiunge alla saggezza durante il periodo terrestre. Questa è la forza dell’amore.

 

La forza dell’amore deve nascere nell’uomo terrestre,

e il «cosmo della saggezza» deve evolversi in «cosmo d’amore».

Tutto ciò che l’io può sviluppare in sé deve trasformarsi in amore.

Quale universale «esempio d’amore» si presenta nella sua rivelazione il sublime essere solare, il Cristo.

In tal modo il germe dell’amore viene immesso nell’interiorità più profonda dell’essere umano,

e da lì dovrà fluire in tutta la sua storia.

 

• Così come la saggezza maturatasi nel passato

si manifesta nelle forze del mondo fisico esteriore terrestre, nelle attuali ‘forze della natura’,

• così in avvenire l’amore stesso si manifesterà in tutti i fenomeni, come nuova forza della natura.

Questo è il segreto di ogni sviluppo futuro: che la conoscenza,

che tutto ciò che l’uomo compie, per una vera comprensione dell’evoluzione,

è una semente che deve maturare in amore.

 

E quanta più sarà la forza dell’amore tanta maggior copia di forza creativa verrà fornita all’avvenire. In ciò che si sarà sviluppato dall’amore, risiederanno le forze possenti che conducono al risultato finale della spiritualizzazione che abbiamo descritto. (…) La conoscenza spirituale, per virtù di ciò che essa è, si trasforma in amore.

Ciò che si è andato preparando come saggezza su Saturno, Sole e Luna agisce nel corpo fisico, nel corpo eterico e nel corpo astrale dell’uomo e si manifesta come ‘saggezza del mondo’; nell’io però si interiorizza.

 

A partire dallo stato terrestre,

la ‘saggezza del mondo esteriore’ diventa saggezza interiore dell’uomo;

e quando si è in tal modo interiorizzata diventa il germe dell’amore.

La SAGGEZZA è condizione necessaria per l’AMORE;

l’AMORE è il frutto della SAGGEZZA rinata nell’io.»37

 

Le frasi finali del passo, considerate come testo meditativo-mantrico,

sono in accordo col corso esoterico dell’anno.

 

• Infatti le parole: ▸« a partire dallo stato terrestre la saggezza del mondo diviene saggezza interiore dell’uomo »

esprimono esattamente il carattere di una metà dell’anno, quella che va dal solstizio d’estate fino a Natale.

 

• E ancora: ▸«e quando è stata in tal modo interiorizzata diventa il germe dell’amore»:

queste parole caratterizzano il contenuto proprio dell’ultima settimana d’avvento e soprattutto del Natale.

 

• E le parole: ▸«la saggezza è condizione necessaria per l’amore»

fanno riferimento alle tredici notti sante, alla nascita dell’anima natanica sulla Terra

come condizione per la successiva nascita sulla Terra dell’entità del Cristo.

 

• Infine le parole ▸«l’amore è il frutto della saggezza rinata nell’io»

rinviano complessivamente alla seconda parte dell’anno, quella che segue l’Epifania, allorché l’io superiore dell’uomo

nato dalla saggezza a Natale, accolta coscientemente in sé questa saggezza nel corso delle tredici notti sante,

può cominciare a manifestarsi al mondo come amore, così come il Cristo, dopo il battesimo al Giordano,

si manifestò al mondo e all’umanità quale loro eccelso archetipo cosmico.

 

Così l’intera architettura dell’anno ci si rivela nell’immagine di un edificio a due cupole che fonde armoniosamente in sé i due princìpi della saggezza e dell’amore.

Le due rispettive porte d’accesso possono esser denominate «porta della Luna» (Natale) e «porta del Sole» (Epifania).

• L’una conduce alla sfera d’azione del karma universale e delle entità gerarchiche superiori che quivi regnano,

• l’altra alla sfera dell’umanità futura

che agisce in maniera creativa nel mondo attraverso le forze della libertà e dell’amore.37

 

 


 

Note:

29 – Cf. con il capitolo dell’O.O. 15

30 – Vedi O.O. 152, 7.3. 1914

31 – O.O.114, 26.9.1909

32 – O.O.175, 20.2.1917

33 – O.O.127, 26.12.1911

34 – Ibidem 

35 – Ibidem

36 – Non ci deve stupire che l’anima natanica rappresenti anche l’impulso d’amore che viene festeggiato da tutti nel Natale exoterico. Infatti l’impulso d’amore che l’anima natanica incarna ha un carattere umano-microcosmico (e per questo così familiare a tutti) mentre l’impulso di saggezza ha un carattere più macrocosmico in quanto collegato a tutta la saggezza dell’evoluzione pregressa. Rudolf Steiner dice al proposito: «Nel bambino Gesù natanico del vangelo di Luca, abbiamo a che fare con un corpo fisico, uno eterico e uno astrale che rappresentano l’uomo armonico quale risultante dell’evoluzione di Saturno, Sole e Luna» (O.O.131, 12.10.1911). L altrove troviamo: «Per questo l’anima natanica possiede tutta la saggezza di Satin no, Sole e Luna e tutto l’amore di cui un’anima umana può essere capace» (GA 142, 1.1.1913). All’Epifania invece, da un lato festeggiamo la nascita terrena di Zarathustra come rappresentante di tutta la saggezza terrestre, e dall’altro la nascita terrena dello spirito solare del Cristo, portatore del l’intero amore dell’universo.

37 – O.O.13