La Meditazione della Pietra di Fondazione e la preparazione celeste dell’Antroposofia

La Meditazione della Pietra di Fondazione


 

Un ulteriore aspetto dell’agire delle Gerarchie nel nostro cosmo collega la meditazione della Pietra di Fondazione con l’evoluzione celeste dell’Antroposofia, come descritta dettagliatamente da Rudolf Steiner nelle conferenze sul Karma dell’anno 1924.

Là egli parla del fatto che:

all’inizio del XV secolo, quando sulla Terra ebbe inizio l’epoca dell’anima cosciente – (nell’anno 1413),

nell’alta sfera solare l’Arcangelo Michele procedette all’INSEGNAMENTO

a un grande numero di anime umane che si trovavano nel mondo spirituale fra morte e nuova nascita.

Contemporaneamente all’inizio di questo lavoro, nei mondi superiori avvenne un possente evento

che «si mostra soltanto dopo lunghi periodi di tempo entro l’evoluzione del nostro cosmo» (O.O. 237, 28.7.1924).

• Si tratta di un possente avvenimento compiuto dagli Spiriti della prima Gerarchia

e che tutti i partecipanti della Scuola soprasensibile di Michele contemplarono.

 

Rudolf Steiner lo descrisse nel seguente modo:

▸ «Si vede come i Serafini, Cherubini e Troni

dall’ambito degli Exusiai, Dynamis e Kyriotetes portano giù nel fisico lo spirituale,

tramite la loro potenza inseriscono lo spirituale nel fisico» (ibidem).

 

Tale azione della prima Gerarchia in questo istante

colmò come una «tempesta universale» l’intero mondo spirituale

e le anime che vi parteciparono videro sotto di loro la Terra «attraversata da lampi»

e udirono «il possente rimbombo dei tuoni».

 

«Si vorrebbe dire: ciò che da Michele in quel tempo venne insegnato ai suoi,

fu annunciato quaggiù, nei mondi terrestri, tra lampi e tuoni» (ibidem).

 

Rudolf Steiner spiegò questo avvenimento cosmico nel seguente modo:

«Era che i Serafini, Cherubini e Troni

trasferirono l’intelligenza cosmica nella parte costitutiva dell’organizzazione umana

che è l’organizzazione neuro-sensoriale, l’organizzazione del capo.

Era di nuovo avvenuto un evento che OGGI NON SI MOSTRA ANCORA CHIARAMENTE,

che SI MOSTRERÀ SOLO NEL CORSO DI SECOLI E DI MILLENNI

e che consiste nel fatto che l’uomo viene completamente trasformato.

Prima l’uomo era un uomo di cuore. Dopo l’uomo è diventato un uomo di testa.

L’intelligenza [cosmica] diventa la sua propria intelligenza.

Dal punto di vista soprasensibile questo è qualcosa di straordinariamente significativo» (ibidem).

 

Le parole «di nuovo» nell’estratto citato, indicano che l’avvenimento cosmico nominato

è un anello in un’intera serie di eventi simili,

dei quali Rudolf Steiner ne nomina soltanto uno, che lo precedette sull’antica Atlantide:

▸ «Alla fine, durante il periodo atlantideo, quando l’intelligenza cosmica era rimasta ancora cosmica, ma aveva preso possesso dei cuori umani, avvenne anche qualcosa di simile che per l’ambiente attuale, l’ambiente terrestre, si scatenò di nuovo ora in lampi spirituali e in tuoni» (ibidem).

 

Le parole «alla fine» parlano ancora una volta del fatto che anche l’evento che si svolse sull’antica Atlantide non fu il primo nella citata sequenza, ma che fu preceduto da almeno un altro e cioè nell’epoca lemurica. In questo periodo molto lontano l’intelligenza cosmica compenetrò il sistema delle membra e del ricambio dell’uomo, entrando così per la prima volta in esso.

E se ora ci ricordiamo come nel periodo lemurico l’uomo accolse il suo io individuale quale dono e sacrificio degli Spiriti della forma (Elohim), allora diventa comprensibile che con l’accogliere l’intelligenza cosmica nel sistema delle membra e del ricambio, abbiamo la più importante premessa affinché l’uomo possa divenire un essere dotato di io.

Questo viene anche confermato dal fatto che

risvegliandosi dal sonno, l’inserimento dell’io nel corpo fisico avviene attraverso le membra,

mentre nell’addormentarsi, l’io abbandona invece l’involucro fisico attraverso la testa.27

 

Con il primo avvenimento cosmico era quindi collegato il fatto

che l’uomo dell’antica Lemuria accolse il principio dell’io;

con il secondo avvenimento poi, nell’epoca atlantica, il fatto che egli entrò nel terreno solido della Terra

e ora iniziò l’evoluzione terrestre nel senso vero e proprio (e nel contempo venne raggiunto il suo centro).28

 

L’avvenimento all’inizio del XV secolo infine,

significò la terza e più importante premessa per raggiungere la vera e propria meta dell’evoluzione della Terra:

l’uomo divenne un essere libero.

Infatti, l’intelligenza COSMICA può essere trasformata in intelligenza UMANA solo nel sistema del capo,

ciò che è irrinunciabile per lo sviluppo dell’anima cosciente,

durante la quale l’io deve giungere alla sua massima fioritura, pieno di libertà e della più grande coscienza.

 

Il cambiamento fondamentale 

che dal XV secolo ha avuto luogo nell’umanità con l’inizio della cosiddetta «era moderna»

è una concreta conseguenza di questo fatto.

E così nel terzo avvenimento illustrato può essere constatata

la partecipazione di tutte e tre le Gerarchie, anche se in forma diversa.

 

Il ruolo più importante e più attivo è rivestito senza alcun dubbio dalla prima Gerarchia.

La seconda Gerarchia invece è la CUSTODE della sostanza spirituale

(dell’intelligenza cosmica) che la prima Gerarchia dalla sua sfera – dalla sfera del Sole –

ha impresso nel mondo terrestre (nel sistema del capo umano).

Avvenne infatti per l’azione della prima Gerarchia che questa sostanza spirituale lasciò la sfera solare, il campo d’azione della seconda Gerarchia, e si unì con l’essere umano sulla Terra. Testimoni di questo grandioso processo furono, accanto a Michele e alle anime umane appartenenti alla sua Scuola soprasensibile, tutte le categorie di Spiriti della terza Gerarchia, come pure gli Spiriti elementari di cui parla la meditazione della Pietra di Fondazione:

▸ «Parteciparono alla Scuola soprasensibile tutte le entità della Gerarchia degli Angeli, Arcangeli, Arcai, appartenenti alla corrente di Michele. Ne parteciparono numerosi esseri elementari» (O.O. 240, 27.8.1924).

 

Per cui oggi ogni antroposofo che lavora veramente in modo intenso con la meditazione della Pietra di Fondazione, nella quale, come abbiamo visto è contenuta una specie di quintessenza dell’intera Antroposofia come fu insegnata nella Scuola soprasensibile di Michele, in mezzo ai «tuoni e lampi» della tempesta universale, per propria esperienza oggi si può convincere della realtà delle parole di Rudolf Steiner:

▸ «Dovrebbe essere compreso, poiché questi lampi e tuoni, miei cari amici, dovrebbero diventare entusiasmo nei cuori, nelle anime degli antroposofi! E colui che possiede veramente un impulso forte verso l’Antroposofia … oggi nella sua anima risente che allora nei dintorni di Michele aveva accolto l’Antroposofia celeste che precedette quella terrestre. Infatti, gli insegnamenti dati da Michele furono allora insegnamenti che preparavano ciò che sulla Terra deve diventare l’Antroposofia» (0.0. 237, 28.7.1924).

 

In un modo più diretto – poiché in forma mantrica – si parla

nelle strofe microcosmiche della meditazione della Pietra di Fondazione di questa «Antroposofia celeste»

con parole che portano ad espressione l’agire delle tre Gerarchie,

attraverso il quale l’intelligenza cosmica, a poco a poco, potè afferrare tutti e tre i sistemi dell’essere umano:

• nell’epoca lemurica il sistema delle membra,

• nell’epoca atlantica il sistema del cuore e del polmone

• e a partire dall’evento all’inizio del XV secolo il sistema del capo e dei nervi.

 

▸ «Infatti, le membra dell’uomo esplicano la loro azione nello spazio,

nel quale sono in grado di imprimere lo Spirito soltanto gli esseri della più alta prima Gerarchia

‘rendendo’ gli impulsi spirituali ‘l’elemento creatore del fisico’» (ibidem).

 

Per cui nella meditazione, delle membra viene detto che portano l’uomo

«attraverso il mondo dello spazio /nel mare dell’esistenza spirituale»,

vale a dire nel mare della suprema spiritualità dei Serafini, Cherubini e Troni,

che più tardi nella stessa parte della meditazione vengono menzionati con il loro nome.

 

• La percezione della loro presenza e del loro agire nel sistema delle membra,

si dischiude tuttavia all’uomo soltanto quando attraverso i propri sforzi

è in grado di estendere la sua facoltà di ricordare («Esercita il ricordare nello Spirito»)

fino a quella condizione originaria in cui il suo «io proprio»

ha ancora «la sua esistenza» nel grembo dell’«Io divino».

 

• Del battito del cuore e del polmone, la meditazione dice inoltre «che attraverso il ritmo del tempo»

esso porta l’uomo «a SENTIRE l’essere della sua propria anima».

 

• Tuttavia la sorgente di tutti i ritmi nel nostro cosmo

è il Sole con tutti gli Spiriti della seconda Gerarchia che lo abitano.

 

Per cui Rudolf Steiner indicò

che il Cristo, proveniente dal Sole, portò anche sulla Terra il vero impulso del tempo

in grado di superare le forze dello spazio che uccidono l’anima,

ritornando così all’uomo il suo originario «essere dell’anima»:

• «Venne il Cristo e portò di nuovo agli uomini l’elemento temporale. E mentre il cuore dell’uomo, l’anima dell’uomo, lo Spirito dell’uomo si congiungono con il Cristo, essi conquistano di nuovo la corrente del tempo da eternità a eternità» (O.O. 236, 4.6.1924).

Tuttavia con ciò che in questo modo il Cristo ha portato oggettivamente sulla Terra, con ciò oggi l’uomo deve conquistarsi un proprio rapporto individuale. Ma questo potrà avvenire soltanto se egli stesso, mediante un intenso lavoro meditativo («Esercita il riflettere nello Spirito»), trova l’accesso all’entità del Cristo nel senso delle parole della meditazione sulla congiunzione dell’«io proprio» dell’uomo con l’«Io universale».

 

• Del sistema del capo e dei nervi, nella meditazione viene infine espresso che

esso dalle «profondità dell’eterno» dischiude all’uomo «i pensieri universali».

 

Ma questo può avvenire soltanto se l’uomo in libertà e in piena coscienza riporta nel mondo spirituale

l’intelligenza cosmica divenuta umana nel suo sistema del capo (i «pensieri universali» delle Gerarchie).

• Con questo egli è poi anche in grado di innalzarsi a ciò che Rudolf Steiner definisce

il «divenire chiaroveggente intellettivo» (0.0. 130, 18.11.1911).

• Allora anche il suo pensare diventerà un organo di percezione

per gli eventi e gli esseri nel mondo spirituale («Esercita …»).

 

• E «da questo fatto, cioè che le idee dell’uomo non restino soltanto ‘pensanti’,

ma che nel pensare diventino ‘veggenti’, dipendono conseguenze incommensurabili» (O.O. 26, pag. 62).

Infatti, in questo modo l’uomo impara a percepire coscientemente la «luce dell’essere universale»

derivante dalle «eterne mete degli Dei» nel mondo soprasensibile.

 

• Dopodiché, nelle strofe macrocosmiche della meditazione abbiamo la descrizione

della partecipazione di tutte le nove Gerarchie all’evento cosmico del XV secolo.

• Anzitutto la meditazione si rivolge a Serafini, Cherubini e Troni:

«Fate risuonare dalle altezze, / Ciò che trova eco nelle profondità».

 

Questa attività, mediante la quale

essi sono in grado di imprimere all’essere umano sulla Terra la sostanza spirituale della sfera solare,

corrisponde esattamente al loro ruolo principale nell’evento cosmico.

 

• Dei Kyriotetes, Dynamis ed Exusiai, che agiscono sul Sole, nella meditazione viene inoltre detto:

«Fate che l’Oriente accenda di fuoco / Ciò che attraverso l’Occidente assume forma».

Qui si tratta della «formazione» di una determinata sostanza nella sfera solare (da Oriente a Occidente),

della stessa sostanza che poi gli Spiriti della prima Gerarchia imprimono all’uomo.

 

• Degli Spiriti della terza Gerarchia, Arcai, Arcangeli, Angeli, tuttavia

si dice che rimangono in continua preghiera, mentre questa si esplica nelle parole:

«Fate implorare dalle profondità / Quanto viene udito nelle altezze».

 

Queste righe contengono tutta la speranza degli Spiriti della terza Gerarchia

che guardavano alla tempesta universale dalla Scuola di Michele,

la speranza affinché gli uomini che avevano accolto la «celeste Antroposofia», quando sarebbero ritornati sulla Terra,

fossero stati in grado di ritornare, agli Dei del cosmo con il loro aiuto,

l’intelligenza cosmica divenuta individuale nei capi degli uomini.

Tali uomini si potranno poi anche elevare in piena libertà

ad una cosciente collaborazione con le Gerarchie spirituali,

a cui voleva prepararli l’insegnamento nella Scuola soprasensibile di Michele.

 

Come abbiamo visto nella nascita della «tempesta universale» furono gli Spiriti della prima Gerarchia a rivestire il ruolo principale, gli Spiriti che dalle altezze spirituali agiscono fino nelle profondità del mondo, vale a dire fino nel mondo materiale stesso, imprimendo ad esso la massima spiritualità.29

La trasformazione dell’essere umano da essi eseguita nel passaggio all’anima cosciente, era una premessa necessaria per lo sviluppo successivo celeste e in particolare terrestre dell’Antroposofia. Infatti, grazie a questa modifica, la natura umana ebbe la facoltà di accogliere i pensieri antroposofici sulla Terra. Una tale trasformazione che si estende fino al mondo fisico-sensibile, tuttavia potè essere provocata soltanto dalla più alta e più possente Gerarchia, la prima Gerarchia (O.O. 26, Massima 71).

 

Così la prima parte della meditazione è collegata soprattutto all’evento

in cui si tratta dell’agire di questa Gerarchia nel cosmo.

La seconda parte della meditazione è in collegamento sia con la seconda Gerarchia,

sia con il primo e più importante grado di preparazione celeste dell’Antroposofia.

 

Sopra, questo grado venne descritto quale Scuola soprasensibile di Michele

che ebbe il suo luogo nella sfera solare, la dimora della seconda Gerarchia.

 

• Nella seconda parte della meditazione è contenuto in forma brevissima

il vero e proprio essere dell’insegnamento della Scuola soprasensibile.

 

Qui da un lato, alle anime umane e alle entità gerarchiche collegate ad esso, Michele pose davanti ai loro occhi spirituali l’evoluzione degli antichi Misteri precristiani sulla Terra, prevalentemente tuttavia i Misteri collegati ai segreti dei diversi pianeti del nostro sistema solare. Tuttavia sin dall’inizio della loro esistenza al di sopra di tutti questi Misteri si innalzavano i Misteri più importanti dell’evoluzione terrestre collegati al Mistero del Sole, poiché il Sole è il luogo in cui dimora il Cristo cosmico (vedi 0.0. 240, 20.7.1924).

Nel corso dei suoi insegnamenti, Michele pose poi il fondamento per quanto più tardi sulla Terra doveva diventare «il nuovo cristianesimo» (0.0. 240, 18.7.1924) nell’Antroposofia, che per prima è in grado di comprendere l’intero significato cosmico-tellurico della venuta sulla Terra del Cristo e del Mistero del Golgota con l’aiuto dell’intelligenza micheliana discesa nell’uomo.

 

Nelle righe della seconda parte della meditazione

troviamo un’indicazione a questo contenuto centrale della Scuola sopra- sensibile di Michele:

 

«Poiché la volontà del Cristo domina all’intorno

Nei ritmi universali dispensatrice di grazia alle anime.

Kyriotetes, Dynamis, Exusiai,

Fate che l’Oriente accenda di fuoco,

Ciò che attraverso l’Occidente assume forma.

Questo dice:

In Christo morimur.»   (Nel Cristo vivrà la morte.)

 

Qui le ultime due righe indicano il compito principale dei Misteri Solari di tutti i tempi.

 

Infatti, in questi – certo in un primo momento solo in modo simbolico-profetico –

si festeggiava il processo della morte e della resurrezione, appoggiandosi al corso dell’anno naturale-spirituale. In particolare nei Misteri connessi al destino di Baldur, Adonis, Osiris, abbiamo i Misteri in cui gli iniziati ancora nel periodo precristiano si preparavano al loro prossimo compito: ad accogliere dal mondo spirituale, dalla sfera d’azione della seconda Gerarchia, gli impulsi spirituali (Oriente) che possono poi essere realizzati sulla Terra (Occidente).

Il compimento di tale compito si rese tuttavia possibile in piena misura e non solo per gli iniziati, ma per tutti gli uomini, soltanto mediante la morte e la resurrezione del Cristo.

 

Inoltre il movimento descritto in questa strofa della meditazione,

da Oriente a Occidente, insieme al Sole indica anche

la divisione geografico-spirituale dei Misteri durante i cinque periodi postatlantici:

da quello antico indiano a quello antico persiano, l’egizio-assiro-caldeo,

quello greco-latino fino al nostro attuale quinto periodo.

 

E attraverso tutti i Misteri postatlantici del periodo precristiano

agiva l’entità del Cristo dalla sfera solare, «dispensatrice di grazia» alle anime umane

nel corso dei ritmi universali del divenire cosmico e storico dell’umanità terrestre.

Così:

• nell’antica India i Santi Rishi veneravano il Cristo con il nome di Vishva Karman;

• Zarathustra come Ahura Mazdao;

• gli egizi con il nome di Osiris;

• e i greci con il nome di Apollo.30

 

Dopo che il Cristo, tuttavia nel quarto periodo postatlantico

ha attraversato la morte sul Golgota (In Christo morimur – Nel Cristo vivrà la morte),

egli agisce come nuovo Spirito della Terra nei dintorni spirituali di essa dalle forze della sua volontà

che alla svolta dei tempi avevano causato la resurrezione del suo corpo fisico:

«Poiché la volontà del Cristo domina all’intorno» della Terra.

 

Nella resurrezione  il Cristo ripristinò in forma originaria il corpo fisico dell’uomo,

così come un tempo sull’antico Saturno era stato creato dagli Spiriti della volontà (dai Troni) (vedi O.O. 131, 11.10.1911).

Infatti, poiché la sostanza sacrificata per la sua nascita da questi Spiriti era sostanza di volontà,

esiste un rapporto diretto fra il Mistero della morte e della resurrezione del Cristo e l’agire della sua volontà.

 

Dopo il Mistero del Golgota questa «volontà del Cristo» domina in tutti i processi fisico-spirituali,

descritti da Rudolf Steiner nelle Conferenze sul corso dell’anno,

quali processi del respiro della Terra e delle sue quattro grandi festività (vedi 0.0. 223 e 229).

Durante l’atto cultico di Posa della Pietra di Fondazione

Rudolf Steiner indicò direttamente questa attività del Cristo quando disse:

• « … la forza-Cristo che opera all’intorno,

che tesse con le arie ruotando intorno alla Terra» (O.O. 260, 25.12.1923).

 

Così quanto un giorno costituirà il punto centrale dei Misteri cristiani del futuro è l’esperienza del Cristo

che quale guida dell’intera evoluzione dell’umanità agisce «nei ritmi universali dispensatrice di grazia alle anime»,

ora tuttavia a differenza degli antichi Misteri, non dal lontano ambito solare, bensì come nuovo Spirito della Terra,

direttamente nei suoi dintorni soprasensibili –

tutto ciò è contenuto in queste poche righe della meditazione e costituisce il fondamento del «nuovo cristianesimo»,

che venne preparato da Michele nella sua Scuola soprasensibile.

 

Il successivo grado di preparazione celeste dell’Antroposofia venne costituito

dal cosiddetto «culto soprasensibile»,

nel passaggio dal XVIII al XIX secolo nel mondo spirituale adiacente alla Terra,

vale a dire nella sfera d’azione della terza Gerarchia, la quale possiede perciò il più diretto rapporto con esso.

In questo culto

• «in possenti grandiose immaginazioni venne esposto quanto allora, nella Scuola soprasensibile,

i discepoli di Michele avevano imparato» (0.0. 237, 28.7.1924).

▸ «In possenti, reali immaginazioni venne presentato ciò che nel nuovo cristianesimo,

nel XX secolo doveva essere di nuovo fondato in modo spirituale» (0.0. 240, 19.7.1924).

Ma questo «nuovo cristianesimo nel XX secolo» è l’Antroposofia.

 

Ciò che i discepoli di Michele nella Scuola soprasensibile avevano accolto di più nelle loro forze spirituali di conoscenza, nel corso del culto soprasensibile venne impresso nella loro volontà individuale come espressione immaginativa delle «eterne mete degli Dei», il cui rappresentante riguardo l’umanità è Michele. Dopo l’incarnazione di queste anime sulla Terra, il contenuto di tale culto potè diventare in esse una sorgente di ispirazione vivente che rende loro possibile l’agire, ora anche nel mondo fisico, nel senso di tali mete. Lo indicano le righe della terza parte della meditazione della Pietra di Fondazione in forma straordinariamente concentrata:

 

«Dove le eterne mete degli Dei

Luce dell’essere universale

All’io proprio

Perché possa volere in libertà

Donano.»

Con l’aiuto del culto soprasensibile,

le «eterne mete degli Dei»

 

riguardanti l’intera evoluzione cosmico-terrestre dell’umanità31,

in forma di «luce dell’essere universale» della saggezza (immaginativa)

poterono entrare nella coscienza individuale di una serie di anime umane

che poi sulla Terra trovarono l’Antroposofia, quale espressione terrestre di queste mete

e si dedicarono ad essa con piena dedizione.

 

In questo senso,

le ultime due righe della strofa microcosmica della terza parte della meditazione

si riferiscono alla conoscenza terrestre dell’Antroposofia:

 

«E tu veramente penserai

Nelle profondità dello Spirito umano.»

 

Oggi l’Antroposofia, quale scienza dello Spirito corrispondente al tempo, del quale poi continua a parlare la strofa macrocosmica della terza parte della meditazione, ci conduce a un tale «vero pensare» che giunge fino nelle «profondità dello Spirito umano».

Da questo Spirito nel XX secolo venne fondato il «nuovo cristianesimo», il quale, grazie alla sua presenza, si riallaccia direttamente al Mistero del Golgota e per cui non può essere travisato da nessuna successiva aggiunta, imperfezione umana e tradizione storica. È quel cristianesimo cosmico del futuro di cui parla la quarta ed ultima parte della meditazione della Pietra di Fondazione.32

 

Sebbene Rudolf Steiner parlò soltanto della presenza degli «Spiriti elementari» nella Scuola solare di Michele, non c’è alcun dubbio che essi continuarono a partecipare anche al culto immaginativo. In particolare perché questo ebbe luogo nel mondo spirituale adiacente alla Terra (nella sfera lunare), vale a dire nella loro vera e propria dimora.33

E se consideriamo che mentre essi partecipavano alla Scuola di Michele erano anche testimoni della tempesta cosmica, causata dalle entità della prima Gerarchia, il riferimento ad essi alla fine di tutte e tre le strofe macrocosmiche della meditazione può ottenere il suo pieno significato per noi.

 

Infatti, questi Spiriti elementari vogliono che le anime degli uomini, che hanno avuto l’insegnamento nella Scuola soprasensibile di Michele, odano la chiamata dello Spirito del tempo e possano dedicarsi all’adempimento del suo compito.

In globale la connessione dell’evoluzione celeste-terrestre dell’Antroposofia con l’intero contenuto della meditazione della Pietra di Fondazione, può essere riassunta nel seguente modo:

 

 

 


 

Note:

27 – Vedi la conferenza del 14.6.1924 (O.O. 239). – Per cui il primo segno all’inizio del risveglio dal sonno è un movimento impulsivo delle membra. Per questo motivo anche nel medioevo si sapeva che l’anima (il corpo astrale e l’io) dopo la morte abbandona il corpo attraverso la bocca. Vedi anche la scena della morte nel Faust di Goethe.

28 – Nella conferenza del 13.8.1924 (O.O. 243) Rudolf Steiner parlò del fatto che di tutti gli organi dell’uomo è proprio il cuore a renderlo, in piena misura, un essere della Terra, il luogo in cui venne posata la Pietra di Fondazione.

29 – Vedi la descrizione più precisa di questo processo nella nota 1, op. cit., cap. «La meditazione della Pietra di Fondazione. Karma e resurrezione», vol. III.

30 – Nel corso della decadenza dei Misteri, nel periodo dell’antica Grecia e in parte già nell’antico Egitto, la percezione dell’entità solare del Cristo, attraverso la figura di Osiris o di Apollo divenne sempre più debole e indeterminata. Solo nei Misteri di Zarathustra il Cristo veniva ancora sperimentato nella sfera solare in tutta la gloria e purezza.

31 – Vedi precisazioni nel successivo capitolo.

32 – Sull’apparizione di questo Spirito durante il Convegno di Natale nell’aura luminosa della Pietra di Fondazione, vedi op. cit. nella nota 1, cap. «L’atto misteriosofico di Posa della Pietra di Fondazione il 25 dicembre 1923», vol. I.

33 – È per questo che la «Fiaba» di Goethe, nella quale secondo Rudolf Steiner è fluito qualcosa del contenuto del culto immaginativo in «immagini di miniatura» (O.O. 240, 19.7.1924), inizia con l’entrata in scena di due Spiriti elementari (fuochi fatui).