La Pietra di Fondazione deve diventare il fondamento di una nuova comunità di uomini.

Possano udirlo gli uomini


 

 

È in particolare l’ultimo grado con il quale Rudolf Steiner concluse il processo di formazione della Pietra di Fondazione a rivelare egli stesso quale maestro della saggezza e dell’armonia dei sentimenti che offrì la massima conquista della propria evoluzione «sull’altare dell’umanità» (O.O. 10, cap. «Vita e morte…»). Infatti, nello stesso istante in cui la creazione della Pietra di Fondazione fu compiuta, Rudolf Steiner la donò alle sue sorelle e ai suoi fratelli nello spirito, affinché potessero essere non solo testimoni, bensì veramente partecipi all’evento. (Nel capitolo 7, vol.III verrà approfondito il significato spirituale di questo sacrificio.) Infatti la consegna della Pietra di Fondazione agli altri uomini appartiene al processo di creazione di essa, essendo nel contempo il compimento e la culminazione della prima parte dei Misteri.

 

La formazione della Pietra di Fondazione si concluse dunque

con l’immergerla da parte di Rudolf Steiner nelle anime dei presenti:

• «[la Pietra di Fondazione] che immergiamo nel terreno delle nostre anime».

 

E solo compiendo questo atto conclusivo egli potè schiudere loro anche il suo significato sociale. Nell’anima infatti, questa Pietra di Fondazione deve diventare il fondamento di una nuova comunità di uomini, che quale comunità dei micaeliti, d’ora in poi riunisca tutti i veri discepoli di Michele.

• Il fatto che la comunità di uomini fondata sulla Pietra di Fondazione sia collegata con Michele lo testimonia la parola «segni» usata fino a quel momento tre volte da Rudolf Steiner nelle espressioni «segni del tempo» o «segni del tempo presente», con le quali egli indicò l’attuale azione di Michele come spirito del tempo.

 

La Pietra di Fondazione creata da Rudolf Steiner

diventa ora uno dei segni più importanti dello spirito del tempo,37

• «affinché essa sia qui [nell’anima dell’uomo], quale segno potente nelle vigorose profondità del nostro essere animico, e affinché noi, nel futuro operare della Società Antroposofica, possiamo poggiare su questa solida Pietra di Fondazione».

 

Notiamo qui l’espressione «potente, vigorose». Infatti Michele, che vince il drago, è uno spirito potente e quindi anche le anime degli uomini che egli necessita per realizzare la sua missione sulla terra, devono essere anime forti.

Michele oggi insegna ai suoi discepoli la forza e il coraggio (vedi O.O. 194, 22.11.1919): in questo caso la forza interiore di immergere la Pietra di Fondazione nella propria anima, e il coraggio di formare su di essa la comunità dei micaeliti.

 

Visto globalmente, in questo momento del suo discorso, Rudolf Steiner indicò tre volte

che la Pietra di Fondazione immersa nell’anima,

deve diventare in essa il fondamento della Società Antroposofica.

 

Da ciò si deduce con chiarezza che con ‘l’immergere nell’anima’ è collegata una solenne promessa di fedeltà nei confronti della nuova comunità micaelita come pure la decisione di mettersi al servizio per la sua massima fioritura sulla terra.

Infatti Rudolf Steiner consegnò la Pietra di Fondazione ai suoi allievi

non per la loro evoluzione individuale,ma per «la Società Antroposofica».

 

Per cui, qualsiasi utilizzazione della Pietra di Fondazione per scopi personali significa abusare delle sue forze e questo porta ad allontanarsi dalla sorgente divina dalla quale esse scaturiscono, e l’inevitabile conseguenza sarà l’impossibilità di tenere la Pietra di Fondazione nella propria anima.38 E viceversa: Possiamo conservarla nel modo migliore nella nostra anima se tutto ciò che facciamo nel mondo sul suo fondamento, lo vogliamo fare «per la promozione, per lo sviluppo, per la piena realizzazione della Società Antrposofica».

• Qui abbiamo la soluzione di uno dei più pressanti problemi del presente: L’unione del principio individuale con quello sociale nell’umanità. Immergere la Pietra di Fondazione nell’anima umana può essere solo una libera azione dell’io, compiuta in base alla conoscenza individuale. Ma una volta che l’atto di posa della Pietra di Fondazione è compiuto, la Pietra di Fondazione nell’anima agisce come un nuovo principio di formazione di comunità.

 

A questa sintesi si riferì Rudolf Steiner con le parole sopra citate immediatamente dopo la formazione della Pietra di Fondazione. Qui le parole «nel terreno delle nostre anime» e «essere animico» caratterizzano l’aspetto individuale dell’evento e il fatto che all’indicazione della necessità di poggiare sulla Pietra di Fondazione venne posto davanti il pronome «noi» come pure le parole riguardanti essa stessa, quale sorgente per l’operare della Società Antroposofica illustrano il suo aspetto sociale. Entrambi gli aspetti, per la prima volta, durante il Convegno di Natale vennero collegati in una nuova unità indistruttibile sul fondamento esoterico.

 

Quando Rudolf Steiner in un’unica frase descrisse il processo di consegna della Pietra di Fondazione,

egli usò i tre verbi: «formare», «immergere», «poggiare»

caratterizzando così i tre stadi consecutivi del processo spirituale da egli compiuto

e il quale conduce dall’azione individuale all’azione sociale.

 

• La prima fase (la formazione della Pietra di Fondazione)

può essere eseguita solo da un iniziato, partendo dalle forze del mondo spirituale;

• alla seconda fase, che consiste nell’immergere la Pietra di Fondazione nel terreno del proprio cuore,

possono partecipare anche altri uomini, ma soltanto in modo del tutto individuale,

poiché l’atto di Posa della Pietra di Fondazione l’uomo può compierlo solo da se stesso.

• Nella terza fase infine si tratta del fatto che l’intera comunità della Società Antroposofica

«poggi» su questa Pietra di Fondazione.

 

Possiamo riassumere questi tre stadi nel seguente modo:

• La fase spirituale: la formazione (creazione) della Pietra di Fondazione

• La fase animica o individuale: l’immergere la Pietra di Fondazione nel terreno del cuore

• La fase sociale: il poggiare della comunità di uomini sulla Pietra di Fondazione.

 

Possiamo seguire il motivo dell’unione dell’elemento individuale con il principio sociale anche nella meditazione della Pietra di Fondazione «udita» da Rudolf Steiner nel risuonare della parola universale e dopodiché consegnata immediatamente agli uomini «con la volontà del mondo spirituale». Essa inizia con il triplice appello all’anima individuale dell’uomo e termina nella quarta parte con un possente «noi», vale a dire con la formazione di una nuova comunità, che nasce nell’accogliere individualmente il «Cristo-Sole» e la quale cerca di portare il bene nel mondo in senso dello spirito del tempo reggente:

Affinché diventi buono,

Ciò a cui noi…

 

L’immergere la Pietra di Fondazione nell’anima umana è solo l’inizio del lavoro con essa.

Poiché così come il seme posto nella terra necessita la cura della natura per portare un ricco raccolto,

così è anche per la Pietra di Fondazione.

• Per cui Rudolf Steiner ci insegna non solo a immergerla nel terreno della nostra anima,

ma anche a coltivarla durante l’intera vita terrena.

 

E così, nel proseguire il suo discorso, egli indirizza la nostra attenzione

a come dobbiamo coltivare la Pietra di Fondazione nella nostra anima.

Tre forze basilari colmano incessantemente la nostra vita dell’anima: il pensare, il sentire e il volere.

Ogni singola forza deve ora trovare la sua relazione con la Pietra di Fondazione.

Soltanto allora essa può veramente sviluppare le radici nella nostra anima.

• Nelle tre forze la massima coscienza è propria del pensare.

• Il sentire interiormente è affine alla facoltà umana del ricordare (la memoria).

• Nel volere vive l’impulsività dell’azione umana.

 

Ora, queste tre forze, che nella loro globalità costituiscono la pienezza della vita animica dell’uomo,

devono essere rivolte alla cura della Pietra di Fondazione immersa nell’anima.

 

• Rivolgendosi al pensare Rudolf Steiner disse:

«Vogliamo rimanere per sempre coscienti di questa Pietra di Fondazione oggi formata».

• Rivolgendosi al sentire egli disse:

«Vogliamo custodire la memoria della Pietra di Fondazione, immersa oggi nel terreno dei nostri cuori».

• E infine, rivolgendosi alla volontà, per mettere in rilievo la sua importanza nei Nuovi Misteri,

 

Rudolf Steiner usò quattro volte la parola «cerchiamo»,

indirizzando con ciò l’attenzione all’intero significato di questo processo.

 

Nell’occuparsi del tesoro di parole e del linguaggio di Rudolf Steiner nella sua opera, è possibile rilevare che egli usò il verbo «cercare», che indica il processo di «ricerca» come stato d’animo interiore, ogni qualvolta si trattava di qualcosa di particolarmente importante, di nascosto, di qualcosa che toccava la vera e propria essenza del Movimento scientifico-spirituale da egli fondato.

Così troviamo la parola «ricerca« nel titolo di due cicli di conferenze, i quali di certo sono collegati in modo particolarmente intimo con l’essere dei Nuovi Misteri e che vennero tenuti entrambi a Natale. Il ciclo di Natale nel 1913 ricevette il titolo «Cristo e il mondo spirituale. La ricerca del Santo Gral» (O.O. 149). Il secondo ciclo, tenuto sette anni dopo, a Natale del 1920 aveva il titolo «La ricerca della nuova Iside, la divina Sofia» (0.0. 202). In entrambi i casi si tratta di entità del mondo spirituale – Cristo e Sofia -, le quali, come abbiamo visto, hanno un rapporto speciale con la creazione della Pietra di Fondazione.

 

Poi Rudolf Steiner continuò il suo discorso parlando della meta di questa «ricerca» che deve fare l’anima dell’uomo.

Essa è rivolta all’acquisizione di un rapporto vivente con «l’uomo tripartito» della terra:

«Cerchiamo… l’uomo tripartito che ci insegna l’amore [universale],

che ci insegna l’immaginazione universale, che ci insegna i pensieri universali».

 

Sulla base di quanto finora detto possiamo comprendere queste parole nel seguente modo:

• L’uomo tripartito può insegnarci l’AMORE universale

se in lui siamo in grado di sentire la presenza delle forze del CRISTO;

• egli ci insegna l’IMMAGINAZIONE universale

se siamo in grado di vivere in lui le forze della SOFIA;

• e ci insegna i PENSIERI universali

se siamo capaci di renderci coscienti in lui dell’attuale agire delle forze di MICHELE,

l’amministratore dell’intelligenza cosmica.

 

Se il verbo «cercare» nella prima esposizione è collegato prevalentemente con la determinazione della meta riguardante l’intera ricerca, le sue tre successive indicazioni, rivolte a questa ricerca si riferiscono prevalentemente al processo della sua realizzazione, vale a dire alla concreta attività interiore che ora dobbiamo «cercare» (di eseguire), seguendo il cammino che può indicarci la Pietra di Fondazione stessa. Detto altrimenti, qui si tratta della necessità di rinnovare costantemente il processo di formazione della Pietra di Fondazione.

 

E Rudolf Steiner ci ha dato tre indicazioni:

• «Cerchiamo in lui [nell’uomo tripartito] la sostanza dell’amore universale, che poniamo quale base,

• cerchiamo in lui il disegno primordiale dell’immaginazione,

a norma del quale noi plasmiamo nel nostro cuore l’amore universale,

• cerchiamo [in lui] la forza di pensiero delle altezze, per far irradiare in corrispondente maniera

questa dodecaedrica formazione immaginativa d’amore!»

 

Se quindi sviluppiamo («cerchiamo») un’attività cosciente e diretta alla meta, ci si apre

sempre a nuovo la possibilità di rinnovare nella nostra anima la Pietra di Fondazione,

fissando i suoi fondamenti con la sostanza dell’amore universale che vive nelle nostre membra;

continuando a plasmare la sua formazione conforme ai disegni primordiali delle immaginazioni,

che si manifestano nel nostro sistema ritmico;

e conferendo alla Pietra di Fondazione costantemente le forze dei pensieri universali,

che provengono dalle altezze e agiscono nel nostro sistema del capo.

 

Ma ciò che è necessario per poter effettuare tale processo con successo

è il consequenziale sviluppo di tre nuove facoltà:

un vero amore per lo spirito;

una forza immaginativa plasmatrice, vale a dire creativa;

e una intensa vita di pensiero, rivolta alla comprensione dello spirito.

 

Se alla sostanza dell’amore universale nella Pietra di Fondazione uniamo il nostro amore umano,

alla forza di formazione delle sue immaginazioni universali uniamo le nostre immaginazioni umane,

un frutto delle comunicazioni della scienza dello spirito,39

e ai suoi pensieri universali uniamo i nostri pensieri umani,

con il cui aiuto noi cerchiamo di raggiungere il mondo spirituale,

allora possiamo rafforzare la Pietra di Fondazione in modo tale,

che essa diventa veramente luminosa e splendente nel nostro cuore.

 

Infatti solo grazie all’amore umano è possibile trovare l’amore universale;

possiamo trovare l’accesso alle immaginazioni universali

soltanto sviluppando creativamente le immaginazioni umane;

e per trovare la comprensione dei pensieri universali,

devono essere loro portati incontro pensieri umani spiritualizzati.

 

Così oggi, partendo dalla propria attività interiore e sul fondamento della conoscenza dell’essere umano tripartito,

possiamo continuare a lavorare in autonomia alla Pietra di Fondazione nel nostro cuore.

 

Ma il fatto che a questo punto Rudolf Steiner fece uso della parola «cerchiamo» per quattro volte ha ancora un altro significato. Con questa parola prima viene caratterizzata la tripartizione dell’essere umano nella totalità e dopodiché ciascuno dei suoi tre sistemi corporei singolarmente. Con ciò viene indicato il vivente agire comune del singolare e del plurale (triade) nella corporeità dell’uomo, che costituisce la vivente triade unitaria del suo essere. Questa deve essere costantemente «ricercata» dal discepolo dello spirito nel processo della sua autoconoscenza secondo la nota formulazione della «non-mescolanza e della inseparabilità». (Più avanti verrà illustrato il significato di tale «triade unitaria» fino alla questione della costituzione della Società Antroposofica.)

 

Ciò che appare anche importante è che a questo punto del suo discorso, Rudolf Steiner per la prima volta ampliò l’ambito della Posa della Pietra di Fondazione nell’essere umano. Adesso egli non parla solo della sua azione nell’anima (nel corpo astrale) – la sua prima «dimora» -, bensì della sua radicazione nel cuore umano, quale nuova dimora della Pietra di Fondazione. Naturalmente qui non si tratta del cuore fisico, bensì di quello eterico nel cui terreno ora va immersa la Pietra di Fondazione.

 

In primo luogo l’immersione avvenne nel corpo astrale;

ora tuttavia, dopo averci lavorato l’uomo stesso, il processo può essere esteso gradualmente anche al corpo eterico,

le cui forze spirituali hanno il loro centro nella sfera del cuore umano.

 

Nel libro L’iniziazione viene descritto il passaggio dal lavoro al corpo astrale al lavoro al corpo eterico

dal punto di vista della moderna iniziazione.

Qui si parla di come il discepolo dello spirito crei nella sfera del capo

«un punto centrale temporaneo... per le correnti del corpo eterico» (O.O.10; corsivo di R. Steiner),

lo sposti poi a poco a poco in un primo momento nell’ambito della laringe e dopodiché nel suo cuore eterico.

 

In seguito egli riceve il dono della «Parola interiore» (corsivo R. Steiner)

mediante la quale egli inizia non solo a vedere nel mondo spirituale

grazie agli organi di percezione spirituali da egli sviluppati nel suo corpo astrale,

bensì a comprendere anche ciò che ha veduto, nel suo cuore grazie al nuovo organo eterico.

D’ora in poi la luce della comprensione spirituale illuminerà tutte le sue precedenti esperienze.

 

A questa meta era anche orientato l’intero lavoro alla Pietra di Fondazione finora svolto.

Mediante l’unione dei tre elementi microcosmici con i tre elementi macrocosmici

(nell’elaborazione delle tre nuove facoltà sopra descritte),

il punto centrale della sua azione dall’anima può essere trasferito nel cuore

(vale a dire dal piano astrale al piano eterico).

 

Quando questo viene raggiunto, la Pietra di Fondazione inizia a irradiare luce nel cuore,

luce percepibile all’«occhio animico».

D’ora in poi la Pietra di Fondazione sta dinanzi a noi quale dodecaedro doppio,

che non consiste solo di forze universali

con le quali è stata plasmata nel suo processo di formazione da Rudolf Steiner,

bensì anche di forze umane, con il cui aiuto ogni uomo può continuare a lavorare ad essa

e immergersi così sempre più profondamente nella corrente dei Nuovi Misteri.

 

La più importante conseguenza della cura della Pietra di Fondazione

nel pensare, sentire e volere è quindi il suo graduale «risplendere»

e in seguito a ciò essa per la prima volta diventa visibile allo sguardo animico.

 

• Vogliamo dare qui la completa descrizione della Pietra di Fondazione

che per la prima volta risplende nel cuore umano nella sua doppia natura

macrocosmica-microcosmica, poiché contiene la più completa caratteristica

del suo essere e della sua azione nell’uomo:

• «Allora la Pietra di Fondazione risplenderà davanti al nostro occhio dell’anima, quella Pietra di Fondazione

che dall’amore universale-umano ha la sua sostanza,

che da immaginazione universale-umana ha il suo carattere immaginativo, la sua forma,

e che da pensieri universali-umani ha quella luce splendente che in ogni momento

– se noi ci ricordiamo di questo istante – ci può irradiare incontro con luce calda, veramente stimolante

la nostra azione, il nostro pensare, il nostro sentire, il nostro volere».

 

Così, è soltanto lo sforzo spirituale a far sì

che la Pietra di Fondazione immersa nel cuore gradualmente inizi a risplendere in esso

diventando in tal modo visibile allo sguardo animico.

 

Nella descrizione della Pietra di Fondazione notiamo che

• i suoi primi due elementi: la sostanza d’amore e la forma immaginativa

appartengono all‘essere della Pietra di Fondazione,

• mentre la luce di pensiero collegata ad essa la avvolge dall’esterno, paragonabile ad un’aura o involucro spirituale.

 

Tale differenziazione è fondata sul fatto che i suoi tre elementi costitutivi

corrispondono alle tre forme eteriche superiori sul piano eterico:

Sostanza – Etere della vita

Forma – Etere del suono o etere chimico

Luce di pensiero – Etere della luce

 

Con il peccato originale i primi due tipi di etere vennero custoditi nei mondi spirituali,

mentre l’etere della luce e del calore decaddero all’influsso delle forze di opposizione (vedi O.O. 114, 21.9.1909).

• Questo spiega il perché la Pietra di Fondazione venne formata

dalla sostanza dei due tipi di etere, che non soggiacquero al peccato originale

(l’etere della vita e l’etere chimico o etere del suono)

e furono prelevati da Rudolf Steiner direttamente dal mondo spirituale.

L’etere della luce invece

doveva anzitutto essere purificato dalle conseguenze del peccato originale mediante Rudolf Steiner.

 

Questo fu compiuto da Rudolf Steiner nel processo di spiritualizzazione (liberazione) dell’intelligenza micheliana discesa sulla terra, descritta nel precedente capitolo, trasformandola in pura luce di pensiero, che avvolge la Pietra di Fondazione e da qui irraggia nei mondi spirituali, quale testimone vivente dell’inizio del riscatto dell’intelligenza micheliana per mezzo degli uomini.

In entrambi i processi gli aiutanti di Rudolf Steiner furono quelle due individualità superiori, le quali alla svolta dei tempi erano incorporate nei due bambini Gesù, come descritti nei Vangeli di Luca e di Matteo.

 

Il Gesù del Vangelo di Luca (l’anima natanica)

in origine era il custode nei mondi spirituali dei due tipi di etere superiori,

il Gesù salomonico o Zarathustra dal periodo dell’antica epoca persiana da egli fondata,

durante tutte le sue numerose incorporazioni

lavora alla trasformazione della conoscenza terrena in conoscenza spirituale,

in quella luce di saggezza superiore in grado di infiammare tutte le forze dell’anima e l’intero essere dell’uomo

all’azione nel mondo terreno «diretta alla meta».

 

Così nella formazione della Pietra di Fondazione

• l’anima natanica aiutò Rudolf Steiner a portare sulla terra dal mondo spirituale i due tipi di etere superiori

• e l’individualità di Zarathustra (il Maestro Gesù) aiutò nella purificazione della luce di pensiero

per creare con essa la luminosa aura eterica che avvolge la Pietra di Fondazione.

 

La partecipazione dei due Gesù all’atto di Posa della Pietra di Fondazione si concretizza ancora di più, se richiamiamo alla memoria le parole rivolte da Rudolf Steiner alla «Primigenia Notte Santa»:

• «Affinché ci aiuti, quando vogliamo portar fuori nel mondo quello che ci risplende incontro mediante la luce di pensiero della dodecaedrica Pietra di Fondazione dell’amore, plasmata a immagine dell’universo, trasferita entro quanto è umano».

 

Da queste parole emerge che durante il Convegno di Natale furono posti nel terreno dell’anima umana quegli elementi della Pietra di Fondazione che in essa sono uniti con l’anima natanica (la sostanza e la forma immaginativa); e l’impulso di Zarathustra unito alla Pietra di Fondazione è necessario per portare la luce splendente attorno ad essa con coraggio nell’oscurità del mondo esteriore, per compenetrarlo gradualmente di luce.

Se nell’antica epoca persiana la luce spirituale di Ahura Mazdao sotto la guida di Zarathustra veniva percepita dall’esterno, dal sole, dopo il Mistero del Golgota invece, questa luce spirituale può essere afferrata nell’anima dell’uomo stesso, per risplendere da essa verso l’esterno nell’oscurità dell’esistenza terrena.

Così il ricordo alla Primigenia Notte Santa – di cui parleremo più avanti – vivifica nel nostro cuore, grazie alla Pietra di Fondazione immersa in esso, gli impulsi di entrambi i bambini Gesù, del bambino Gesù natanico e di quello salomonico, che trovano la suprema unità nel loro illimitato amore per il Cristo.

 

Dopo avere caratterizzato ciò che l’uomo deve fare

per continuare a coltivare la Pietra di Fondazione nella sua anima,

adesso Rudolf Steiner descrive la condizione principale, grazie alla quale

la Pietra di Fondazione può essere solidamente radicata nel cuore umano.

 

• «E il giusto terreno nel quale dobbiamo posare questa Pietra di Fondazione, il giusto terreno, sono i nostri cuori nella loro armonica cooperazione, nella loro buona volontà compenetrata d’amore, volontà di portare insieme il volere antroposofico attraverso il mondo».

È vero che Rudolf Steiner aveva già parlato prima di questa condizione, quando egli rilevò per tre volte che la Pietra di Fondazione è il centro esoterico e il fondamento spirituale della Società Antroposofica, vale a dire la sorgente primaria delle sue forze formatrici di comunità. Ma ora egli illustra l’essere interiore di questa condizione.

 

• Il cuore umano sarà «il giusto terreno» per la Pietra di Fondazione,

vale a dire un terreno in cui essa potrà affondare le sue radici e prosperare,

soltanto se gli antroposofi che la hanno posta nel loro cuore,

su questo fondamento giungono ad una «armonica cooperazione».

• E questo sarà soltanto possibile se essi colmeranno la loro volontà con la forza dell’amore,

affinché diventi buona per guidarla poi al servizio dell’Antroposofia.

 

Solo se risvegliamo in noi il notevole sforzo di fare questo, sperimenteremo che tale condizione, sebbene formulata da Rudolf Steiner, in realtà non parte da lui, bensì dalla Pietra di Fondazione stessa, poiché è insita nel suo essere spirituale.

Rudolf Steiner ne fece riferimento con le seguenti parole:

• «Questo potrà splenderci incontro, come ammonendoci, dalla luce di pensiero,

che in ogni tempo ci può irradiare incontro dalla dodecaedrica pietra d’amore…».

 

Questo processo può essere confrontato con la lettura nella luce astrale, là dove dall’aura luminosa che nel mondo spirituale avvolge la Pietra di Fondazione, appare una scrittura occulta che contiene quell’«ammonimento» o quella condizione che la Pietra di Fondazione stessa rivolge a noi, portatori di essa.

Contemporaneamente ora l’intero processo passa nella sfera della volontà.

Ciò si palesa nel fatto che a questo punto della Posa della Pietra di Fondazione Rudolf Steiner usò con particolare frequenza proprio questa parola – solo in due capoversi ben otto volte.

 

Con ciò abbiamo la conferma che soltanto grazie alle forze di volontà dell’anima

la Pietra di Fondazione può affondare radici spirituali nel terreno del cuore umano,

e cioè diventare inseparabile da esso.

 

Dopo essersi radicata saldamente nel cuore umano la Pietra di Fondazione può dare inizio alla propria vita in esso. Il primo frutto di questa vita sarà l’esperienza del calore e della luce emanate da essa che riscalda e illumina tutta l’anima come il sole sorgente.

«Così vogliamo riscaldare la nostra anima, così vogliamo illuminare la nostra anima. E vogliamo conservare questo calore dell’anima e questa luce dell’anima [della Pietra di Fondazione] che oggi, dalla nostra buona volontà, abbiamo inserito nei nostri cuori».

 

Se così la cura individuale della Pietra di Fondazione la fa risplendere nell’anima dell’uomo diventando non solo visibile in essa, ma trasformandosi anche in una nuova sorgente di luce spirituale, allora, se l’uomo osserva «l’ammonimento» alla libera azione sociale, la Pietra di Fondazione si trasforma nel suo cuore in una sorgente di calore spirituale.

 

• La conseguenza del lavoro individuale – luce spirituale alla Pietra di Fondazione

• La conseguenza della libera azione sociale – calore spirituale alla Pietra di Fondazione

 

Il doppio motivo del calore e della luce ci avvicina al motivo centrale della quarta parte della meditazione della Pietra di Fondazione. E a questo mistero della primigenia Notte Santa ci conduce ora anche Rudolf Steiner. Infatti la prima azione indipendente della Pietra di Fondazione nel cuore dell’uomo, la nascita di una propria sorgente di calore e di luce in esso, ora deve essere consacrata mediante il calore e la luce che alla svolta dei tempi dal macrocosmo entrò nelle tenebre dell’evoluzione terrestre, grazie alla venuta del Cristo sulla terra.39a

Detto altrimenti, non dobbiamo sperimentare il calore e la luce della Pietra di Fondazione soltanto una volta nella nostra anima, bensì anche «conservarli», per cui dobbiamo compenetrare e rafforzare questi due elementi con la luce e il calore derivanti dall’evento del Cristo.

 

• «E noi possiamo rafforzare quel calore dell’anima e quella luce dell’anima che ci occorrono, nel miglior modo, se li vivifichiamo con il calore e con la luce che alla svolta dei tempi irradiò nella tenebra del mondo quale luce del Cristo».

Queste parole di Rudolf Steiner ci collegano direttamente con il prologo del Vangelo di Giovanni: «E la luce splende nelle tenebre, e le tenebre non la compresero» (Gv 1,5).

Se vogliamo veramente comprendere questa luce, dobbiamo colmare tutto il nostro essere dell’anima con la forza derivante da questo evento centrale dell’evoluzione terrestre: il nostro sentire (il cuore), il nostro pensare (la mente) e la nostra volontà. Rudolf Steiner ora lo indica ai suoi ascoltatori:

«E noi vogliamo vivificare nel nostro cuore, nella nostra mente, nella nostra volontà quella primigenia Notte Santa, che ha avuto luogo or sono due millenni».

 

Soltanto se ciò avviene, se accogliamo nella nostra anima la forza del «Cristo-Sole»,

allora il calore e la luce provenienti dalla Pietra di Fondazione verranno in essa intensificati in modo tale

da potere essere portati da noi nel mondo esteriore,

dove nella tenebra del mondo esteriore, nell’oscurità dell’odierna civiltà continueranno a fiammeggiare e a splendere.

 

• Dobbiamo «vivificare» nella nostra anima l’impulso della primigenia Notte Santa, «affinché ci aiuti, quando vogliamo portar fuori nel mondo quello che ci risplende incontro mediante la luce di pensiero della dodecaedrica Pietra di Fondazione dell’amore, plasmata a immagine dell’universo, trasferita entro quanto è umano».

 

Rudolf Steiner suscita una tale dedizione del «sentimento del cuore» nei presenti verso la primigenia Notte Santa, leggendo per la prima volta l’intera parte conclusiva (la quarta parte) della meditazione della Pietra di Fondazione, la parte che nel cammino di preghiera meditativa rende possibile avanzare alla sorgente delle forze soprasensibili che alla svolta dei tempi si riversarono nell’evoluzione terrestre – al Mistero del Golgota, con il quale il sole dello Spirito iniziò a splendere nelle tenebre della terra.

 

Nell’istante in cui durante il Convegno di Natale Rudolf Steiner si rivolse per la prima volta direttamente alla primigenia svolta dei tempi nell’antica Palestina, gli antroposofi presenti poterono percepire con particolare intensità, che la falegnameria, dall’apparenza esteriore modestissima, quasi misera, occupata fino all’ultimo posto da persone provenienti da tutto il mondo, al centro di un paesaggio invernale innevato, che questa falegnameria era il luogo di un rinnovato Mistero di Natale.

 

Così come allora, in una fredda notte d’inverno, in condizioni umili e povere e del tutto inosservato dalla storia esteriore ebbe luogo un evento d’importanza universale: la nascita del Santo Bambino con il quale entrò nel mondo «l’essere divino divenuto Cristo» (O.O. 260), così si compì ora anche la nascita dei Nuovi Misteri cristiani sulla terra nella falegnameria allestita in fretta – anche il padre di Gesù di Nazareth era un falegname – in condizioni semplicissime e modestissime e perciò particolarmente vicine all’immagine primigenia storico-spirituale.

 


 

Note:

37 – In merito al collegamento della Pietra di Fondazione con Michele vedi più avanti in questo capitolo.

38 – In senso esoterico qui agisce il principio, il cui più alto archetipo è contenuto nelle parole: «Infatti, dove sono riuniti due o tre nel mio nome, ivi sono io, in mezzo a loro». (Mt 18,20).

39Vedi S.O. Prokofieff, La celeste Sofia e l’essere Antroposofia, parte I, dove questo processo della creazione di immaginazioni dalle comunicazioni della scienza dello spirito viene descritto in modo più approfondito.

39a – Le due vocali «I» e «U» nel nome di Cristo (Christus) indicano l’unione del Cristo con il calore macrocosmico e la luce macrocosmica: la «I» si riferisce al calore e la «U» alla luce del sole spirituale (0.0. 264a, pag: 236). La loro successione corrisponde anche a quella nella meditazione della Pietra di Fondazione.