La scrittura stellare e l’idea costruttiva del primo Goetheanum

Le 12 notti sante e le Gerarchie Spirituali – Parte I (3)


 

«Proviamo per un istante a pensare che, avendo fatto ciò che stasera volevamo portare a termine,

dobbiamo avere in noi la coscienza di guardare verso ampi, ampi cicli di tempo,

per renderci conto di come la missione, il cui simbolo dovrà divenire questo edificio,

si inserirà nella grande missione dell’umanità sul nostro pianeta terrestre.»

 

Rudolf Steiner, dal discorso tenuto in occasione della posa della pietra di fondazione del primo Goetheanum,

20 Settembre 1913.

 

 

L’esame che segue deve rispondere alla domanda: qual è il significato spirituale occulto della costellazione celeste presente al momento della posa della pietra di fondazione del primo Goetheanum, espresso con le parole «… Quando Mercurio, come stella della sera, si trovava in Bilancia» e qual è la sua relazione coll’idea costruttiva (Baugedanke) del Goetheanum?

Poiché già a partire dal fatto significativo che la menzione di questa costellazione è già contenuta nel documento stesso posto nella Pietra di fondazione del primo Goetheanum, sorge spontaneamente questa domanda: Non è forse in un certo senso contenuta in questa costellazione, come focalizzata in un solo punto cosmico, l’idea base dell’edificio (Bau)? In altre parole, non può questa idea essere anche letta nei segni della scrittura stellare, tracciati nel cielo in quella sera del 20 settembre 1913?

 

Soltanto sulla base della «lettura della scrittura stellare» contenuta nel capitolo precedente possiamo cercare di avvicinarci al senso più interiore di questa costellazione.

In vista della sua «lettura» vera e propria dobbiamo tuttavia dapprima prendere in considerazione il suo aspetto più esteriore, astronomico. Questo aspetto è esposto in modo esauriente nell’articolo di Elisabeth Vreede dedicato alla costellazione in questione.

 

In esso leggiamo:

«Partiamo dalla costellazione esteriore che è menzionata: Mercurio in Bilancia. Apriamo le cosiddette Efemeridi del 20 settembre 1913, e troveremo che in quel giorno, intorno alle 11 del mattino il pianeta Mercurio con un movimento discendente ha attraversato l’equatore celeste, così che alla sera Mercurio si trovava ancora nel primo grado del segno della Bilancia. Non lontano da esso si trovava il sole, col quale non molto tempo prima Mercurio era stato in congiunzione. Con questa congiunzione Mercurio era passato dalla posizione ad ovest del sole, ove era stella del mattino, alla posizione ad est del sole, dove era divenuto stella della sera allontanandosi da esso, in modo ancora del tutto impercettibile per l’occhio, soltanto di 3/2°. E poiché il sole a Dornach il 20 settembre tramontava alle 18.30 (tempo dell’Europa Centrale),61 allora nell’istante in cui avvenne la posa della pietra Mercurio si trovava direttamente sull’orizzonte al tramonto. Ma poiché non molto tempo prima aveva superato l’equatore, venne a trovarsi nel «punto equinoziale autunnale», che il sole avrebbe raggiunto soltanto il 23 settembre. Ma l’equatore tocca l’orizzonte da ogni parte, esattamente all’est come all’ovest. La linea Est-Ovest definisce sempre il punto di intersezione dell’equatore celeste con l’orizzonte. In conseguenza di ciò, in relazione all’edificio, Mercurio si trovava precisamente ad ovest, cioè direttamente sull’asse longitudinale del Goetheanum, rigorosamente «orientato» e intersecava contemporaneamente l’orizzonte grazie alla rotazione terrestre e l’equatore grazie al proprio moto».

 

(In altre parole: nel suo movimento retrogrado in rapporto al Sole Mercurio, nei confronti del Goetheanum si muoveva precisamente in direzione del suo asse longitudinale, da Occidente verso Oriente).

 

A quanto detto in questo capitolo è necessario ancora aggiungere che Rudolf Steiner, parlando del fatto che nel momento della fondazione Mercurio si trovava in Bilancia, intendeva il segno della Bilancia e non la costellazione della Bilancia.

Elizabeth Vreede dice in relazione a ciò in un altro suo articolo62:

▸ «Noi troviamo che anche Rudolf Steiner utilizza gli antichi nomi (cioè i nomi dei segni, non delle costellazioni), per esempio usò l’espressione: «Quando Mercurio come stella della sera si trovava in Bilancia».

 

In quel giorno – 20 settembre 1913 – Mercurio aveva attraversato l’equatore poco prima dell’atto solenne e aveva una posizione «di Bilancia» fra arco zodiacale inferiore e superiore, tuttavia oggi questo punto si trova nella Vergine.

Ma se fosse stato detto: quando Mercurio si trovava in Vergine – allora la cosa più importante, la posizione di equilibrio, non avrebbe trovato la sua espressione.» (pag. 106)

Ed effettivamente, dal punto di vista dell’astronomia moderna, non soltanto il Sole ma anche lo stesso Mercurio, astraendo dal suo movimento retrogrado, al momento della posa della Pietra di fondazione si trovava nella costellazione della Vergine.

 

Poiché nella costellazione della Bilancia il Sole entra soltanto il 1° Novembre, cioè quasi 40 giorni62 dopo il giorno della fondazione. Mercurio nel suo movimento retrogrado «verso Est» non ha ancora sufficientemente distanziato il sole per entrare già al 20 settembre in questa costellazione. Tuttavia nel segno della Bilancia il Sole entra già il 24 settembre63, il che consente a Mercurio che se ne allontana di compiere questo passaggio un poco prima e ha per risultato il fatto che egli entra nel «primo grado» di questo segno già il 20 settembre.

Da tutto ciò deriva, con tutta evidenza, che al momento della fondazione Mercurio da un lato appartiene ancora interamente alla costellazione della Vergine, e dall’altro già entra nel 1° grado del segno della Bilancia. Di conseguenza si tratta qui dunque non soltanto di una determinata costellazione ma innanzitutto di un determinato processo, e precisamente del processo del passaggio di Mercurio (nel suo movimento retrogrado in relazione al Sole) dalla regione della Vergine a quella della Bilancia.

 

A quanto detto sopra va collegato il movimento fìsico già ricordato di Mercurio nella direzione da Ovest verso Est al momento della fondazione. Poiché questo movimento ha anche dei profondi substrati occulti.

Al momento della fondazione il Sole fisico era appena tramontato ad Ovest dietro la linea dell’orizzonte. Ad una tale «discesa» delle forze fisiche del Sole ad Ovest corrisponde ogni volta una graduale «ascesa» delle forze spirituali del Sole verso Est. Perciò fin dai tempi più antichi il cammino verso il Sole Spirituale, il cammino verso l’esperienza del Sole di mezzanotte è sempre stato situato in direzione da Ovest verso Est.64

 

In una delle sue conferenze più tarde Rudolf Steiner, riferendosi all’espressione occulta di Jakob Bòhme «Il sorgere dell’aurora»65, descrive nel modo seguente l’esperienza dell’antico iniziato.

Un tale iniziato la mattina, al risveglio poteva dire di sè: ▸ «Io so quel che ho vissuto durante la vita notturna. Mi ricordo molto precisamente di aver guardato, come a poco a poco una luce che emanava un debole bagliore azzurrognolo a partire dal crepuscolo, si muovesse in avanti da occidente verso oriente, e come io guardassi, – cosa di cui mi ricordo ora molto precisamente – il sole a mezzanotte nel punto del cielo opposto a quello in cui esso si trovava nel pieno della sua forza splendente a mezzogiorno … Aveva visto il sole a mezzanotte» (O.O. 236, 27.6.1924).

 

E Mercurio, muovendosi al tramonto da Occidente verso Oriente ci indica proprio questo cammino: dal Sole fisico al Sole Spirituale. Da noi dipende seguirlo. Allora, se noi siamo in grado di fare ciò egli diverrà per noi un vero conduttore spirituale, una guida celeste, che ci può aiutare a trovare la strada dalla sfera della Terra, attraverso la sfera spirituale della Luna, verso la superiore sfera del Sole. Di questa attività dello Spirito di Mercurio in quanto conduttore e guida nel modo spirituale più vicino alla Terra (quello immaginativo), Rudolf Steiner dice con le parole che seguono:

 

▸ «In questo cielo spirituale notturno inizia ora a risplendere di una luce sorprendente-mente brillante Mercurio. L’astro Mercurio sorge realmente in questa notte prodotta per incantesimo in pieno giorno, non come si vede Mercurio attraverso il telescopio, ma si rileva: ciò è qualcosa di vivente. Non si possono immediatamente distinguere gli esseri spirituali che abitano su Mercurio, tuttavia in complesso si può osservare dal modo in cui Mercurio ci viene incontro che si ha a che fare col mondo spirituale … Allora progressivamente il Mercurio spirituale sorge in questa notte prodotta per incantesimo in pieno giorno. Da questo crepuscolo scintillante e da questo scintillio crepuscolare, mentre Mercurio ci viene incontro, esce quell’entità che viene designata come il Dio Mercurio. Di esso si ha bisogno. Se ne ha bisogno assolutamente, altrimenti si forma la confusione. Nel mondo Spirituale si deve innanzitutto cercare questa Entità, di cui si sa per certo che appartiene agli Esseri di Mercurio … Non ci si deve più abbandonare come un sonnambulo a dei cammini non definiti, si possono invece percorrere per mano a questa, messaggero degli Dei, a Mercurio, cammini determinati verso i mondi spirituali.

E di questo si tratta: se si vogliono trovare i cammini giusti, che conducono ai mondi spirituali bisogna dapprima fare ben determinate esperienze, che siano di guida e conducano. Ma mentre si penetra nella sfera d’azione di Mercurio, queste immaginazioni vanno verso le loro Entità … In tal modo divenite coscienti della sfera d’azione di Mercurio, per il fatto che il Vostro mondo di visioni fluisce in un mondo di percezioni veritiere dello spirituale» (O.O. 243, 21.8.1924).

 

• Così sotto la guida della stella della sera di Mercurio, che si muove da Ovest verso Est e che indica il cammino dalla luce fisica che impallidisce alla Luce spirituale ascendente o astrale, l’uomo gradatamente penetra nel mondo spirituale, raggiungendo l’esperienza delle vere immaginazioni, nelle quali si rivela pure l’aspetto spirituale della costellazione del 20 settembre, consistente nel fatto che, mentre il Mercurio fisico effettua il passaggio dalla regione della Vergine a quello della Bilancia, il Mercurio Spirituale, dal punto di vista dei mondi soprasensibili, compie in quel momento il passaggio inverso: dalla regione della Bilancia alla regione della Vergine.

 

Dal punto di vista dell’azione nel Macrocosmo delle Gerarchie Spirituali, a ciò corrisponde l’ascesa dalla sfera degli spiriti del Movimento a quelli della sfera della Saggezza, o, con altre parole, dalla regione dei pianeti legati alla Terra alla regione di attività delle stelle fisse. (Dal punto di vista della simbolica occulta dei numeri, a ciò corrisponde pure il passaggio dalla legge eptadica a quella dodecadica).66

Ma ora, seguendo la guida del «messaggero spirituale degli Dei» Mercurio, da noi indicato, cerchiamo col pensiero di entrare nel primo Goetheanum, seguendo la direzione da Ovest a Est. Allora anche soltanto il suo perimetro è per noi una specie di «ricordo» della costellazione celeste al momento della sua fondazione.

 

Elisabeth Vreede lo descrive con le seguenti parole:

▸ «Noi vediamo che l’asse longitudinale dell’edificio – l’unico asse di simmetria, che va da Ovest verso Est e che è anche l’asse di simmetria della Pietra di fondazione, – conduce direttamente a Mercurio che sparisce dietro l’orizzonte e che prende precisamente la sua posizione di equilibrio fra Cielo e Terra, – equatore ed eclittica fra mondo sopraterrestre e mondo subterrestre. Questo asse di simmetria è al tempo stesso l’asse di volontà dell’edificio»

(vedi anche i disegni riportati nell’articolo di Elisabeth Vreede).

 

Di conseguenza a partire dalla sola posizione di Mercurio al momento della fondazione «fra Cielo e Terra», fra il grande ed il piccolo mondo (il grande dodecaedro della Pietra di fondazione era rivolto ad Est, mentre quello piccolo ad Ovest), in senso spirituale nell’equilibrio della Bilancia» fra il mondo dei pianeti legato alla Terra e il mondo delle stelle fisse – sorge come spontaneamente l’immagine di un edificio a due cupole, in una delle quali regna la legge planetaria del 7 e nell’altra la legge stellare del 12. Ecco come il Goetheanum sì rivela a noi se vi entriamo da Ovest.

 

Che cos’è allora da questo punto di vista il Primo Goetheanum in relazione al mondo esterno in relazione al paesaggio e alla natura che lo circonda, e qual è la sua relazione col mondo della coscienza ordinaria di tutti i giorni?

Come sappiamo dalle comunicazioni della scienza dello spirito tutta la superficie naturale della Terra, in quanto possiede una forma concreta, è una creazione degli Spiriti-Guida di tutta la presente incarnazione della Terra, gli Elohim o Spiriti della Forma (O.O. 105, 10.8.1908; O.O.121, 11.6.1910).

Essi sono contemporaneamente la Gerarchia, che ancora all’epoca dell’antica Lemuria dotò l’uomo del principio dell’Io individuale, sulla base del quale poi sorse gradatamente l’attuale coscienza diurna dell’Io, la coscienza di veglia.

 

Del tutto differente è il Goetheanum nelle sue forme e nella sua plastica. In esso è come se la sostanza stessa del mondo immaginativo avesse ricevuto la sua espressione esteriore in forme plastiche, visibili anche per la abituale coscienza diurna. In condizioni normali l’uomo sperimenta il mondo immaginativo solo di notte, in piena o parziale incoscienza. Tuttavia, come risultato dell’evoluzione occulta l’uomo può raggiungere il gradino che gli consente, per usare un’espressione di Rudolf Steiner, – «di produrre per incantesimo la notte in pieno giorno» (vedi la citazione a pag. 83-84), di risvegliare una coscienza notturna, immaginativa nella coscienza diurna di veglia, in altre parole: di pervenire ad un’esperienza pienamente cosciente delle immaginazioni oggettive.

 

Il primo Goetheanum è precisamente una tale immaginazione obiettiva divenuta visibile all’occhio esteriore.67 In tutte le sue forme, colori e plastica esso è, in verità, il risultato delle esperienze immaginative notturne nel campo della coscienza diurna, nel paesaggio naturale che circonda l’edificio illuminato dal sole. Da questo ambiente circostante per ora puramente naturale dobbiamo ora passare in piena coscienza in questo mondo di immaginazioni notturne introdotte nel regno del giorno. Poiché nel Goetheanum possiamo sperimentare coscientemente, nella nostra coscienza diurna, ciò che altrimenti sperimentiamo inconsciamente nel corso della notte.

 

Perciò possiamo dire: Varcando la soglia del portale occidentale del Goetheanum noi varchiamo in verità contemporaneamente la soglia del mondo spirituale, anche se all’inizio ciò costituisce per noi per lo più un gesto simbolico piuttosto che reale. Allora la prima cosa che ci viene incontro da quel lato della soglia del portale occidentale è la vetrata rossa centrale (Glasfenster) che rappresenta l’essere umano che supera nel modo giusto l’esperienza della soglia e vince contemporaneamente quelle forze contrastanti (le tre fiere), che aspirano ad impedire all’uomo di penetrare nel mondo spirituale, e nel caso in questione ne impediscono l’ingresso del Goetheanum (nel senso di elaborare col Goetheanum un rapporto corretto).

 

Sotto l’immagine centrale della finestra rossa leggiamo le parole: «Io contemplo». «Io» rappresenta qui la coscienza diurna di veglia, che è la conseguenza del dono originario degli Spiriti della Forma, entro la quale l’uomo che varca la soglia deve suscitare coscientemente «le esperienze notturne», che si rivelano allora come il mondo delle immaginazioni obiettive, della contemplazione spirituale obiettiva: «Io contemplo» [«Ich schaue»].

 

E ciò che in tal modo si rivela «dall’altra parte del mondo delle forme» – oltre il portale ovest del Goetheanum – è quel mondo spirituale, nel quale, come «messaggero degli Dei superiori» si trova il Mercurio metamorfosato che allora, nella luce vivente del «crepuscolo scintillante e dello scintillio crepuscolare» delle otto vetrate colorate della grande sala, conduce il discepolo attraverso il mondo delle immaginazioni, variate, continuamente mutevole e mosso, che si esprime nei colori delle cupola e nelle metamorfosi dei motivi degli architravi e delle colonne. Con ciò, muovendosi egli stesso, come è stato detto, nella direzione da Ovest verso Est e conducendo in questa direzione il discepolo, il Mercurio metamorfosato, nella luce scintillante delle vetrate, sembra egli stesso creare la forma del caduceo68 che gli era originariamente inerente, la verga a quattro gradini di Mercurio(1) le cui spire e i cui nodi formano di fatto, a partire dal contenuto e dalla disposizione delle nove vetrate colorate, i gradini dell’«Io», della «Forma», della «Vita» e della «Coscienza» vedi disegno a pag. 89). Poiché tali sono i gradini principali attraverso i quali il messaggero Mercurio conduce il discepolo nel mondo scintillante e sfavillante delle vetrate colorate70.

 

                                                                                               Est

image4

                                                                                              Ovest

Disegno da A. Turgeneva

 

Il punto di partenza di questo movimento è formato, come abbiamo visto dall’esperienza dell’Io (la vetrata rossa ad Ovest), quell’impulso iniziale dell’evoluzione terrestre, che, come rivelazione superiore di Jahve-Elohim, contemplò un tempo Mosè sul Monte Sinai. «Ejeh asher ejeh» – «Io sono l’Io sono», questa esperienza fondamentale dell’uomo è l’unica base corretta e l’unico punto di partenza del cammino spirituale contemporaneo, e perciò appare proprio all’inizio della guida di Mercurio.

Soltanto armati di tale esperienza si può trovare il vero punto di appoggio e di equilibrio nel mondo spirituale fra le due categorie di esseri contrastanti (motivi di entrambe le vetrate verdi).71

 

Segue poi la seconda spira della verga di Mercurio. Qui, rivolgendosi alle fonti più primitive del mondo spaziale esteriormente visibile, ci avviciniamo a quel gradino di evoluzione della Terra, in cui il mondo visibile delle forme trasse origine dal potente Spirito dei Creatori della Terra, i sei Elohim solari la cui creazione cosmica è impressa anche nella parte occidentale della pittura della grande cupola.

Questa ascesa verso le fonti spirituali originarie di tutte le forme terrestri (motivi delle due vetrate blu), sotto la guida dello spirito di Mercurio, ci conduce già direttamente nello stesso mondo immaginativo, che nella sua base altro non è se non la vita, eternamente mobile e in continua metamorfosi, dell’etere universale.

È la terza spira della verga di Mercurio, la cui metà coincide approssimativamente anche con il centro geometrico della sala grande. Questo centro forma in essa una specie di sorgente centrale di forze di movimento irradiantisi in tutte le direzioni (la vita è sempre movimento)72, e provenienti come dalla Gerarchia stessa delle Dynameis che agisce nelle sfere planetarie e forma plasticamente tutte le metamorfosi delle colonne, degli architravi, degli zoccoli e dei capitelli. (Questo principio di vita in continuo movimento e cambiamento, nella sua relazione con la marcia del tempo universale, è scolpito nelle due vetrate viola).

 

Ma il messaggero divino Mercurio ci conduce semine più lontano. Ora noi ci avviciniamo gradatamente al quarto punto nodale della verga di Mercurio, per poter poi penetrare, attraverso esso, nell’ambito definito dalla sua ultima spira finale, dalla quale si apre dinanzi a noi per la prima volta la prospettiva su tutto Io spazio della piccola cupola. Qui, al confine di un mondo completamente nuovo, in noi deve infine aprirsi la coscienza spirituale, liberata da tutte le qualità ed attributi del mondo terrestre, quali «forma», «spazio», «tempo», e che conserva soltanto l’impulso originario, che solo ora raggiunge la sua piena realizzazione: «Io contemplo» («Ich schaue»). E ciò che allora il discepolo contempla, dopo avere compiuto il cammino descritto, è rappresentato nelle due vetrate rosa che sono una specie di preludio all’esperienza fondamentale: l’ascesa del Sole- Cristo spirituale ad est, nel centro della piccola cupola, alla cui contemplazione cosciente il messaggero Mercurio conduce l’uomo nella direzione definita dalla verga, da Ovest verso Est.

 

Ora ci diventa comprensibile il significato spirituale di questa straordinaria forma della verga di Mercurio. Poiché il cammino spirituale da noi percorso, che fin dall’inizio ha le sue radici nell’impulso dell’Io ed ha come suo scopo, l’unificazione delle esperienze del giorno e della notte, «il superamento degli opposti fra sonno e veglia nella sfera della coscienza attraverso l’Io superiore» (A. Turgeneva «Rudolf Steiner Entwürfe für die Glasfenster»), proprio questo cammino dunque trova la sua espressione simbolica in questa forma, della quale Rudolf Steiner parla in una delle sue conferenze usando le seguenti parole:

▸ «Abbiamo in quello che si chiama la verga di Mercurio un simbolo dell’evoluzione umana, come lo abbiamo rappresentato attraverso le esperienze del Giorno e della Notte e attraverso l’avanzamento dell’Io» (O.O. 119, 283.1910).

 

In seguito al movimento da noi descritto lungo l’asse longitudinale del Goetheanum da Ovest a Est

sotto la guida del messaggero Mercurio,

dobbiamo ora esaminare più dettagliatamente l’aspetto soprasensibile da noi sopra ricordato,

o controimmagine di questa progressione, e precisamente: l’ascesa spirituale in esso contenuta

• dalla regione della Bilancia alla regione della Vergine,

• dal cosmo planetario a quello stellare,

che nel Goetheanum costituisce il passaggio    • dallo spazio della cupola grande    • a quello della piccola.

 

Anche qui il nostro punto di partenza è costituito dalla soglia del portale occidentale, come centro e fonte dell’azione delle forze degli Spiriti della Forma, che donarono all’uomo l’impulso del suo lo. Essi elargirono all’uomo la possibilità del pensare «oggettivo» diurno, dall’uomo appreso ed impiegato generalmente per concepire la diversità delle forme del mondo naturale nel nostro caso tutto l’ambiente circostante il Goetheanum ne fa parte, che ha le sue radici, per quanto riguarda le sue fonti, ancora nel regno degli Spiriti della Forma.

 

Tuttavia, fermandosi unicamente a questo pensare, l’uomo non può propriamente penetrare nel Goetheanum oltre il suo portale occidentale. In caso contrario tutto ciò che lo attende già nello spazio della grande cupola gli sarà perfettamente incomprensibile. Per comprendere ciò che si rivela allora ai suoi organi di senso è necessario, almeno in parte, cercare di compiere il passaggio dal pensiero astratto, proveniente dal regno degli Spiriti della Forma, al pensare vivente, mobile, legato al regno della Gerarchia successiva, cioè agli Spiriti del Movimento. Soltanto questo pensiero vivente, eternamente mobile e capace di una continua metamorfosi può veramente avvicinarsi alla chiave dei numerosi contenuti nei dipinti e nelle forme plastiche della sala grande.

 

▸ «Poiché il pensiero reale (vivente) richiede sempre di essere compenetrato molto strettamente, in certo qual modo inconscientemente, da un soffio proveniente dal regno degli Spiriti del Movimento» (O.O. 151, 20.1.1914).

Proprio di un tale pensare era dotato Goethe. Nei suoi scritti «Metamorfosi della pianta» e «Metamorfosi degli animali», secondo Rudolf Steiner egli «portò in movimento i concetti rigidi delle forme» (Vedi maggiori dettagli in O.O.151, 20.1.1914). Perciò in tutte le forme plastiche degli architravi, dei capitelli e degli zoccoli delle colonne abbiamo come il principio stesso della metamorfosi goethiana(2), ma ancora più spiritualizzato dal suo trasporto dall’ambito «eterico» a quello animico e spirituale.

 

Da qui il nome stesso, Goetheanum, circa l’idea architettonica fondamentale sulla quale Rudolf Steiner una volta si espresse nel modo seguente:

▸ «Penetriamo con deferenza nello Spirito, affinchè diventiamo uno con lo Spirito che si riversa intorno a noi nelle forme, poiché gli Spiriti della Forma sono intorno a noi, e che entra in movimento, poiché dietro gli Spiriti della Forma stanno gli Spiriti del Movimento – questo è il nuovo “pensiero artistico architettonico”» (O.O. 286, 28.6.1914).

 

Tuttavia su questo cammino possiamo avanzare di un gradino. Lo stesso Goethe si fermò alla contemplazione animica dell’«idea eterica» della pianta; egli (Steiner)andò oltre. Dalla esperienza animica dell’«idea eterica» non trovò il cammino verso la contemplazione puramente spirituale nel mondo dell’immaginazione, verso la ricerca spirituale.

Fino alla percezione dell’anima di gruppo che agisce «dietro» la pianta originaria, come essere spirituale concreto, fino a questo gradino dunque Goethe non potè elevarsi.73

 

E tuttavia, proprio

• nel passaggio dal pensare vivo, mobile, al pensare contemplativo o veggente,

capace di sperimentare i viventi esseri-pensiero del mondo spirituale74

si trova non soltanto un gradino molto importante dell’evoluzione dell’uomo dopo il termine del Kali-Yuga,

ma in un certo senso ed in generale

il compito principale di tutto il quinto periodo di cultura postatlantico;

e favorire la sua realizzazione costituisce un compito particolare

della contemporanea Scienza dello Spirito antroposoficamente orientata.

 

Dal punto di vista delle sfere gerarchiche un tale passaggio significherebbe un’ulteriore ascesa, ora però dal regno degli Spiriti del Movimento a quello degli Spiriti della Saggezza, nel linguaggio della scrittura stellare invece dalla regione della Bilancia alla regione della Vergine.

Nel Goetheanum questo nuovo gradino corrisponde a tutta l’architettura, pittura e plastica della piccola cupola, mentre al passaggio indicato corrisponde l’entrare in essa, come conseguenza dell’ulteriore avanzamento in direzione dell’asse longitudinale del Goetheanum da Occidente verso Oriente.73

 

Un sentimento meraviglioso può afferrare l’uomo durante questo passaggio. Poiché tutto ciò che nella grande cupola era per lui così mutevole e mobile, qui è come se nuovamente si arrestasse e si fermasse, come un torrente impetuoso che si getta in un lago immobile, che riflette nelle sue acque calme e trasparenti i numerosi misteri dei cieli stellati.

Simili al cristallo purissimo della più alta Saggezza stellare davanti a noi si apre lo spazio della piccola cupola con le sue dodici colonne e i dodici troni, sui quali l’anima, avendo appreso la contemplazione, dovrà un giorno scorgere la presenza di esseri spirituali reali. Anche nella pittura troviamo le immagini dei dodici grandi Iniziati, che indicano all’umanità nel corso delle epoche i dodici principali cammini, che conducono alla fonte unica di tutta la Vita e la Saggezza del nostro Cosmo, al Logos-Cristo.76

 

In tal modo, se nella grande cupola tutto è subordinato al principio del movimento e della metamorfosi, nella piccola cupola invece ovunque, fin nei suoi più minuti dettagli, regna una Saggezza armoniosa e serena.77

Questa esperienza della saggezza superiore, che viene incontro a chiunque passi dallo spazio della grande cupola verso la piccola, corrisponde esattamente a una delle primissime esperienze dell’uomo dopo la morte(3), o, il che è lo stesso, durante i primi barlumi di vera contemplazione del mondo spirituale.

▸«Proprio questo stupisce, che all’uomo nel mondo spirituale non manchi la saggezza» (O.O. 153, 12.4.1914),

dice a questo proposito Rudolf Steiner. Poiché nel mondo Spirituale tutto è impregnato di forze cosmiche di saggezza che irradiano in tutte le direzioni.78 Come incarnato nelle forme di un’arte altamente spiritualizzata ci viene incontro precisamente questo principio della Saggezza Cosmica nello spazio della piccola cupola.79

E così dal pensare comune oggettivo (Spiriti della Forma), siamo passati dapprima ad un pensare vivente e mobile (Spiriti del Movimento) e poi al pensare contemplante (Spiriti della Saggezza).

 

• Quanto detto può essere espresso ancora nel modo seguente: Penetrando dalla regione del mondo abituale, naturale, sotto la volta del portale occidentale del Goetheanum, noi, come già è stato rilevato, ci trasportiamo interiormente verso le fonti stesse dell’Io umano e contemporaneamente di tutto il mondo materiale delle forme nel suo complesso (questo motivo fu impresso nella parte occidentale dei dipinti della grande cupola), immergendoci con tutto il nostro essere nel ricordo di un’originale spirituale del mondo e dell’uomo, nel senso delle parole: «Esercita il ricordare nello Spirito».80

 

• Poi, entrando sotto la volta della grande cupola, mettiamo il nostro pensiero-ricordo in movimento. Esso perde allora la sua tendenza fondamentale a seguire meccanicamente un filo di immagini-forme irrigidite e diventa mobile e plastico. Questo è già un processo reale, che si può esprimere con le parole: «Esercita il riflettere nello Spirito».

 

• Infine, nel passaggio dalla sala grande alla sala piccola si realizza la terza cosa: «Esercita il vedere nello Spirito», in questo caso il Nuovo Spirito Santo che proviene dal Rappresentante dell’Umanità, dal Tredicesimo verso i dodici, dallo Spirito del Cristo.

 

E nuovamente dal punto di vista della scrittura stellare noi potremmo dire:

• nella grande cupola regna la legge della Bilancia, perciò la legge della simmetria

vi si manifesta in modo del tutto differente che nella piccola cupola.

 

• Nella prima la simmetria è assoluta e si esprime nella piena ripetizione di tutta l’evoluzione planetaria eptadica, da Saturno a Venere, dal lato nord al lato sud della Sala;

•nella seconda la simmetria è relativa, poiché la dodecaità delle colonne benché sia divisa dall’asse dell’edificio in 6 e 6, resta tuttavia sempre un’unità compiuta in sè, una specie di organismo spirituale chiamato a riflettere ed esprimere l’essenza di ciò che si manifesta nel suo centro e che lo unifica in un tutto – il Tredicesimo principio. Così ne risulta che la simmetria nella grande cupola è il risultato dell’equilibrio mobile della Bilancia, mentre la simmetria nella cupola è puramente l’espressione armonica dell’Essere Unitario, portatore della saggezza Universale e dodecadica dell’Universo.81

 

È proprio come se i sette principali spiriti planetari del Movimento (O.O. 136, 10 e 13.4.1912) ci venissero incontro nella loro attività creatrice nello spazio della grande cupola e come se dalle sfere ancora più alte, a partire dallo spazio della piccola cupola, si rivelassero venendo loro incontro i dodici più avanzati Spiriti della Saggezza, al centro dei quali, discendendo dai mondi stellari nella sfera dei pianeti e della Terra, apparisse l’immagine del Logos-Cristo, che entra nel nostro sistema solare («nel sole») attraverso le porte dello Spirito Guida della Saggezza Solare, (O.O. 136, 13.4.1912).

 

Con questa contemplazione dello stesso essere del Cristo sul lato orientale della piccola cupola – nel Gruppo scultoreo e nei dipinti posti al di sopra di esso, si conclude anche il nostro movimento lungo il Goetheanum sotto la guida del messaggero Mercurio, come pure il passaggio spirituale dalla regione della Bilancia, grande cupola, alla regione della Vergine, piccola cupola, nel cui centro riposa, per ora ancora soltanto in modo segreto e come «dietro» le figure scolpite del Rappresentante dell’Umanità fra le forze contrastanti di Lucifero e di Arimane, l’Essere dormiente della Nuova Iside,82 della divina Sofia, della celeste Vergine-Saggezza (O.O. 180, 6.1.1918).

 

Per concludere è necessario ancora una volta toccare brevemente la posizione del tutto particolare che occupa proprio la Bilancia nel processo del passaggio indicato. Esso, come abbiamo visto (vedi pag. 49-50) consiste nel fatto che la Bilancia soltanto dalla metà dell’epoca atlantica è ascesa dallo Zodiaco «oscuro» a tinello «luminoso», in altre parole: ha iniziato il cammino dell’ascesa dalla regione ancora legata alle azioni planetarie verso quella libera da questi influssi. All’epoca attuale questo processo è ancora ben lungi dall’essere compiuto.83 In un certo senso questo processo attualmente è giunto solo approssimativamente alla metà. Alla sua piena realizzazione è legato il raggiungimento di un determinato grado di evoluzione dell’Io umano, poiché «tanto più l’Io tende al punto supremo della sua evoluzione, tanto più egli lavora all’interno dello Zodiaco. Nulla avviene nella parte più intima dell’Io che non raggiunga con le sue conseguenze la parte più alta dello Zodiaco: … e mentre l’uomo con il suo Io, in qualità di uomo, pone propriamente la base per evolvere fino all’Atma o Uomo Spirito, egli crea sempre più le forze che lo mettono in condizione di agire fino alla Bilancia dello Zodiaco. Ed egli raggiungerà il suo pieno potere su questa Bilancia dello Zodiaco, quando avrà fatto progredire il suo Io all’Atma o Uomo-Spirito (cioè fino al regno della Vergine, vedi lo schema a pag. 51). Allora egli sarà un essere che irradia qualcosa, che passa dallo stato del tempo allo stato della durata, di Eternità» (O.O. 102, 27.1.1908).

 

In tal modo abbiamo in tutto tre gradini dell’evoluzione dell’Io uomo, legati rispettivamente ai tre cambiamenti della posizione cosmica della Bilancia: 1. L’inizio dell’agire nell’uomo del principio dell’Io; l’uomo penetra sul cammino della sua individualizzazione attraverso il graduale sviluppo della coscienza diurna dell’Io. La Bilancia inizia il suo passaggio da parte «oscura» dello Zodiaco alla parte «luminosa». 2. L’uomo si impadronisce pienamente della sua coscienza diurna e, come risultato di ciò, si apre dinanzi a lui la possibilità di entrare sul cammino che lo condurrà alla graduale acquisizione di una nuova coscienza spirituale. La Bilancia raggiunge all’incirca la metà nel processo del suo passaggio. Una parte delle sue forze si è già unita alla regione d’azione delle forze stellari (Vergine), sebbene con l’altra sua parte sia ancor sempre legata alla regione dello Scorpione-Aquila (vedi nota 83 e relativo disegno). 3. L’uomo raggiunge il primo gradino dell’avvicinamento all’Uomo-Spirito (ancora nei limiti della Terra). La Bilancia diventa un segno pienamente «stellare».

 

In questi tre gradini abbiamo, di conseguenza, un processo di graduale divenire dell’Io umano nell’ambito della sfera solare, nella quale gli Spiriti della II° Gerarchia hanno la loro residenza principale e dalla quale prevalentemente agiscono: Exusiai, Dynameis, Kyriotetes (O.O.236, 27.6.1924). Graficamente si potranno tentare di rappresentare i tre gradini descritti nel modo seguente:

 

 

Al primo gradino abbiamo allora il piano dei più antichi templi d’oriente (i cosiddetti «stupas»), al secondo gradino il piano del primo Goetheanum e al terzo il piano del futuro tempio del santo Graal (O.O.194. 13.12.1919).84

 

Da quanto è stato detto consegue che già la stessa idea di base del primo Goetheanum – come edificio a due cupole, che manifestava l’equilibrio e contemporaneamente il passaggio graduale delle forze planetarie e stellari le une nelle altre nell’uomo, nell’aspetto del suo Io individuale, libero, che si sviluppa nella direzione dal microcosmo al Macrocosmo – è la conseguenza diretta della costellazione che vi era allora nel Cielo: «Quando Mercurio, come stella della sera si trovava in Bilancia (cioè nel suo movimento da Occidente ad Oriente)».85 A questo scopo sublime – il risveglio nell’umanità di una nuova coscienza spirituale («Penetriamo con deferenza nello Spirito affinchè diventiamo uno con lo Spirito …» vedi pagg. 92-93) – fu dedicato il primo Goetheanum, costruito in modo tale che in esso, da Occidente ad Oriente, dall’esistenza planetaria a quella stellare, a partire dalle forze del suo Io libero, l’uomo si elevi, desideroso di «lavorare all’interno dello Zodiaco» coscientemente. E incontro all’uomo, dall’esistenza stellare verso quella planetaria, muovendosi da Oriente verso Occidente appare il Cristo, il rappresentante del principio macrocosmico dell’Io; rincontro col quale è reso possibile soltanto dal passaggio indicato.

 

Dal punto di vista del cammino di iniziazione cristiano-rosacruciana tutto questo processo si poteva caratterizzare dicendo: attraverso il portale occidentale del Goetheanum noi entriamo con la nostra autocoscienza abituale, quotidiana, la quale in seguito, attraverso l’esperienza partecipe della metamorfosi delle forme nello spazio della grande cupola, viene stimolata a diventare una coscienza immaginativa; passando poi nello spazio della piccola cupola, essa si impregna delle forze dell’ispirazione, quando sul confine delle due cupole, dal pulpito inizia a risuonare la parola, che esprime nei suoni del linguaggio umano le forme che la circondano (qui l’onda immaginativo-evolutiva del movimento diventando ispirazione, riceve contemporaneamente la laringe per la sua espressione, essa si trasforma nel Verbo); e infine, attraverso la contemplazione del Rappresentante dell’Umanità che si palesa ad Est ci risvegliamo nell’intuizione, all’esperienza intuitiva del Cristo in quanto Io superiore dell’umanità.86

 

In tal modo il Goetheanum diventa per noi il vero tempio dell’iniziazione cristiana contemporanea, ed entrandovi da Ovest e condotti attraverso di esso dallo Spirito di Mercurio, vi incontriamo gli inviati del Cristo cosmico che agiscono incontro a noi a partire dall’est, gli Spiriti della Seconda Gerarchia Solare: gli Spiriti della Saggezza (nella piccola cupola), gli Spiriti del Movimento (nella grande cupola) e gli Spiriti della Forma (sul portale Ovest):

 

«Kyriotetes, Dynamis, Exusiai,

Fate che l’Oriente compenetri di fuoco Quanto attraverso l’Occidente acquista forma».87

 

A partire dalla sfera di questi «Spiriti della Luce» è disceso sulla Terra il Goetheanum88, dal grande regno solare della Seconda Gerarchia, la gerarchia «cristica»,89 per diventare sulla Terra la Casa del Verbo, la rivelazione visibile del Logos Solare stesso.

 

 


 

Note tra parentesi:

(1) – Rudolf Steiner, nella conferenza del 28.3.1910 (O.O. 119) dà precisamente questa forma a quattro gradini della verga di Mercurio.

(2) – Anche nella pittura della piccola e grande cupola del primo Goetheanum abbiamo a che fare con il tentativo di portare verso una reale incarnazione artistica l’insegnamento goethiano sul colore.

(3) – Questa esperienza è vissuta dal defunto quando il suo corpo eterico si allontana da lui.

 

Note:

61. La posa della Pietra di fondazione durò circa due ore, dalle 18.30 alle 20,30 (O.O. 245).

62. Elisabeth Vreede «Astronomie und Amthroposophie», articolo «Ueber die Pràzessionsbewegung», Dornach 1980. In questo articolo vedere anche dati più precisi sulla differenza fra «segni» e «costellazioni».

63. Cfr. Joachim Schultz «Rythmen der Sterne», Dornach 1985.

64. Nella conferenza del 21.1.1917 (O.O. 174) Rudolf Steiner parla anche del fatto che dopo la morte ogni uomo ascende al Mondo Spirituale verso Est.

65. Il primo e più significativo lavoro di Jakob Bòhme porta infatti questo titolo; spiegandone il significato occulto Rudolf Steiner disse: «Che cos’è ”il sorgere dell’Aurora” per l’iniziato? Il “sorgere dell’Aurora” è l’impulso al ricordo cosmico della contemplazione del Sole a mezzanotte dietro la Terra, coperto dalla Terra, il cui barlume traspare attraverso la Terra» (O.O. 236, 27.6.1924).

66. Se nel caso presente, in relazione al passaggio dalla Bilancia alla Vergine (e dal punto di vista delle Gerarchie dagli Spiriti del Movimento fino agli Spiriti della Saggezza), si parla del passaggio «dalla regione dei pianeti legati alla Terra verso la regione d’azione delle stelle fisse», si intende allora quanto segue. Nella sfera dodecadica dello Zodiaco abbiamo, approssimativamente a partire dalla metà dell’epoca Atlantica, sette segni «luminosi» e cinque segni cosiddetti «oscuri» (della particolare posizione del segno della Bilancia si dirà in seguito). Questa suddivisione fra parte luminosa ed oscura è legata al fatto che alla parte luminosa dello Zodiaco si riferiscono quei segni, le cui forze anche nell’ambito del sistema planetario conservano la legge «stellare» che è loro propria fin dall’inizio, mentre i segni «oscuri» ancora non posseggono una tale forza spirituale; tuttavia in determinate condizioni essi possono modificarsi all’interno del sistema planetario come risultato dell’unione con le forze dei singoli pianeti. In tal modo i segni luminosi conservano in tutte le condizioni soltanto la legge «stellare» (cioè dodecadica), mentre quelli oscuri possono comprendere in sè anche la legge planetaria» cioè eptadica. Tutto quanto è stato detto è legato in modo diretto alle diverse azioni nel nostro cosmo, da un lato delle Gerarchie del rango degli Spiriti della Saggezza, e di quelle superiori, dall’altro delle Gerarchie che si collocano immediatamente sotto queste ultime a partire dagli Spiriti del Movimento (vedi a questo proposito a pag. 62-63).

67. Rudolf Steiner una volta disse: l’immagine dell’uomo è l’unica immaginazione che può essere vista anche con gli occhi fisici. Questa indicazione riversa una luce particolare sul contenuto delle parti laterali della vetrata sud di color rosa del primo Goetheanum, nelle quali è rappresentata la metamorfosi del portale occidentale in volto umano con una forma vegetale ben sviluppata al posto del fiore di loto a due petali. Sotto le immagini si trovano le parole: «Io contemplo l’edificio» e «E l’edificio diviene uomo». L’ultima frase ci diventa più chiara se prendiamo in considerazione che, come pure l’immagine dell’uomo anche il primo Goetheanum, nelle sue forme plastico-artistiche, era di per se stesso una immaginazione fisica visibile. Perciò con lo stesso significato col quale l’Apostolo Paolo chiama Tempio il corpo fisico dell’uomo (cioè la sua immagine esteriore visibile), Tempio nel quale dimora lo Spirito Santo (1° Cor. 6,19), può essere chiamato Tempio anche il Goetheanum, come luogo d’azione della nuova rivelazione spirituale.

68. Secondo la leggenda Ermete (Mercurio) ricevette il caduceo dal dio solare Apollo (cioè dalla sfera del Sole).

69. Cfr. A. Turgeneva «Rudolf Steiners-Entwùrfe fùr die Glasfenster des Goetheanum» (Rudolf-Steiner-Nachlassverwaltung, Dornach 1961).

70. La forma della verga-bastone di Mercurio, sopra ricordata sorge da una «lettura» effettiva della scrittura occulta delle vetrate colorate, che svelano allo spettatore il loro corrispondente al movimento del caduceo. (Qui possiamo indicarlo soltanto brevemente, poiché i misteri legati alle vetrate, potrebbero da soli costituire materia di uno studio).

Il punto di partenza di tutto il cammino è la vetrata rosa, che determina, nella direzione ovest-est, il nostro movimento attraverso il Goetheanum (lungo l’asse mediano del caduceo), dalle prime esperienze dell’Io individuale fino all’esperienza dell’Io in contemplazione: «Io contemplo». Intorno a questo asse sorgono le quattro spire della verga di Mercurio, formate da due linee che si intrecciano, che collegano fra di loro il contenuto interiore delle vetrate corrispondenti. Noi le esamineremo qui una dopo l’altra, sebbene nel Goetheanum esse vadano sperimentate contemporaneamente.

I. L’azione di Lucifero nell’interiorità dell’uomo: è la vetrata verde a Sud. Come risultato della penetrazione delle forze luciferiche nell’uomo attraverso il cosiddetto «peccato originale», da un lato le fonti soprasensibili della sua vita animica (il mondo della armonia delle sfere, che organizza la vita della sua anima), si sono, poco a poco, chiuse per lui dall’altro egli ha perduto la capacità di contemplazione del mondo spirituale, agendo sulla base dei suoi organi di senso. Contemporaneamente il suo pensiero (e parzialmente il sentimento) ha perduto il legame con le fonti originali dell’Intelligenza cosmica, che anticamente si riversava nell’uomo, come è mostrato nella parte centrale della vetrata blu a nord; come risultato di ciò il pensiero dell’uomo contemporaneo non può penetrare nel mondo oggettivo oltre i limiti degli organi di senso esteriori. Tuttavia se l’uomo può come risultato della sua evoluzione interiore, vincere Lucifero nella sua anima (parti laterali della vetrata verde), allora lo priva della possibilità di utilizzare in modo illecito le forze del movimento dei pianeti (armonia delle sfere), con l’ausilio delle quali Lucifero aspira a raggiungere la dissoluzione di tutto ciò che della Terra è fisico. Queste forze divine dei pianeti, non toccate dalla potenza di Lucifero, e anche le forze spirituali che stanno alla base degli organi di senso sono raffigurate nella vetrata blu a nord. Il pensiero purificato e metamorfosato apre allora all’uomo l’accesso alle sue fonti originali. Infatti il pensiero terrestre è nell’uomo l’ultimo riflesso della sua vita cosmica prima della nascita, che di solito Lucifero gli nasconde (vetrata viola a sud). Sull’ultima vetrata di questa serie è rappresentato rincontro dell’uomo col Cristo eterico, dal quale egli riceve le forze necessarie a vincere definitivamente il potere di Lucifero e a trasformarlo in bene: vetrata color fior di pesco a nord. (O.O. 145, 28.3.1913).

II. L’azione di Arimane nel mondo naturale che circonda l’uomo: è la vetrata verde a nord. Se l’uomo si rivolge coscientemente alle forze del Sole spirituale (parte destra), egli entra con ciò sul cammino della liberazione dal potere di Arimane nell’”ambito” della sua volontà. Essa diventa gradatamente libera e creatrice: parti laterali della vetrata blu a sud. Allora Arimane perde la possibilità di utilizzare in modo illecito nel mondo le forze da lui afferrate delle stelle fisse (Zodiaco) con l’aiuto delle quali egli aspira a portare all’indurimento (cioè a morte) tutta resistenza terrestre. (L’equilibrio superiore fra la tendenza al «dissolvere» sopra descritta e questa tendenza ad «indurire» doveva essere rappresentato dal primo Goetheanum stesso nella sua interezza. (O.O. 184, 21.9.1918). Queste forze puramente stellari, libere da qualunque influsso arimanico, sono raffigurate nella parte centrale della vetrata blù. Come risultato di una tale liberazione della sua volontà all’uomo si apre l’accesso ai mondi altrimenti a lui completamente preclusi da Arimane: i mondi dell’esistenza dopo la morte: vetrata viola a Nord. La penetrazione in essi nella direzione opposta conduce l’uomo all’esperienza della Mezzanotte dell’Universo e, contemporaneamente, alla contemplazione del suo vero lo, impregnato dalle forze del Cristo cosmico. Grazie a queste forze l’uomo può vincere definitivamente il potere di Ajì- mane nella sua volontà. La materia diviene allora per lui spiritualmente trasparente. Egli si libera delle forze che la corrompono, che portano la morte (il loro simbolo è il teschio in basso a sinistra). L’uomo si unisce al mondo degli esseri soprasensibili guidato dall’entità del Cristo, penetra definitivamente nel suo regno solare, dove Animane non ha accesso: vetrata color fior di pesco a Sud. In tal modo, nei motivi delle due ultime vetrate color fior di pesco, abbiamo l’indicazione per due possibilità fondamentali di esperienza dell’Essere del Cristo nel nostro tempo: nella sfera cosmica dell’Intuizione (vedi O.O. 13) e nella sfera dell’lmmaginazione o del mondo eterico più vicina alla Terra. (O.O.118. Nella vetrata Sud sono raffigurate le esperienze del cammino contemporaneo d’iniziazione. Nella parte sinistra l’ingresso dell’uomo nel mondo delle immaginazioni (conservazione della coscienza di veglia durante il sonno); nella parte destra il suo ingresso nel mondo delle ispirazioni (immagine dell’uomo con la lira in mano). Nella parte centrale della vetrata è raffigurato l’esperienza da parte del discepolo spirituale del Cristo cosmico nell’intuizione.

Sulla vetrata nord, nella sua parte centrale, è raffigurato rincontro dell’uomo col Cristo eterico le forme del mondo vegetale indicano la sfera eterica che è la più vicina alla Terra). A questa contemplazione l’uomo perviene non come risultato dell’evoluzione occulta, ma in forza della nuova facoltà di chiaroveggenza eterica, che si disvela come naturalmente. Proprio a questa sua origine «naturale» fa cenno l’immagine che sta dietro l’uomo dell’Angelo Custode, che lo conduce alla esperienza in questione (Dei presupposti karmici che determinano nell’uomo moderno la facoltà della chiaroveggenza eterica e la possibilità di vedere il Cristo eterico, Rudolf Steiner parla nella conferenza del 14.4.1914, O.O.153). Sui lati sono raffigurate le conseguenze, per tutta l’evoluzione futura della Terra e dell’umanità del Mistero fisico ed eterico del Golgota (vedi O.O.145, 28.3.1913).

Condotto così dall’esperienza interiore del suo Io l’uomo, muovendosi nel Goetheanum da Ovest verso Est, trova nei motivi delle vetrate nella forma del Caduceo il riflesso della metamorfosi del suo pensiero e della sua volontà che, liberandosi dalle forze contrastanti di Lucifero e Arimane, lo portano alla contemplazione cosciente dell’Essere del Cristo: «Io contemplo». («Ich schaue»). (O.O.194, 23 e 28.11.1919).

71. Tutte le vetrate della grande sala sono infatti disposte secondo questo principio di equilibrio (della Bilancia). Indicativamente la si può caratterizzare nel modo seguente:

(coscienza superiore)

Vedi anche nota 69

72. Ciò che qui è stato detto sul rapporto fra gli Spiriti del Movimento e l’elemento della vita non contraddice il fatto che il corpo eterico o vitale fu donato all’uomo sull’antico Sole dagli Spiriti della Saggezza, mentre gli Spiriti del Movimento gli donarono sull’antica Luna il corpo astrale. 11 fatto è che qui abbiamo a che fare con una specie particolare di «spostamento spirituale», simile a quello di cui si parlò in precedenza nel secondo capitolo (vedi pag. 54-55). Cosi per esempio, sull’antico Saturno, la base del corpo fisico dell’uomo fu posta dagli Spiriti della volontà (Troni). Tuttavia in seguito questo «germe» fu nutrito e si sviluppò ad opera degli Spiriti della Saggezza: da qui la straordinaria saggezza che si esprime nella struttura e nella organizzazione del corpo fisico. In seguito, sull’antico Sole l’uomo ricevette il suo corpo eterico dagli Spiriti della Saggezza. Ma più tardi esso venne sostenuto nella sua vitalità e mobilità dagli Spiriti del Movimento. Ancora più tardi, già sull’antica Luna, questi ultimi elargirono all’uomo il suo corpo astrale, che a sua volta fu sostenuto dagli Spiriti della Forma, che preparano attraverso questo la successiva effusione in esso della sostanza dell’Io. Infine, durante l’incarnazione della Terra, l’Io umano, ricevuto dagli Spiriti della Forma, dapprima viene guidato e sostenuto dagli Spiriti della Personalità. Da qui la loro denominazione, che esprime il loro rapporto col principio della personalità. Inoltre il legame reciproco qui indicato viene confermato ulteriormente dal fatto che l’arto costitutivo inferiore degli Spiriti del Movimento è quell’arto che nell’uomo corrisponde al suo Spirito Vitale, che sorge nel processo di progressiva trasformazione che esso compie sul suo corpo eterico.

73. Le cause di ciò risiedono non soltanto nello stesso Goethe, ma pure, forse ed innanzitutto, nel fatto che egli viveva ancora all’epoca del Kali-Yuga, quando la penetrazione cosciente del mondo spirituale era accessibile solo ai più alti gradi di iniziazione. Questo stato di cose tuttavia cambiò compieta- mente dopo la fine del Kali-Yuga. Perciò Rudolf Steiner parla di una profonda necessità del nostro tempo di trovare il cammino che porta ùa\Y idealismo della fine del 18° – inizio del 19° secolo (egli nomina in relazione a ciò Hegel, Fichte, Schelling e Goethe) allo spiritualismo del 20° secolo, cioè all’Antroposofia; «In verità bisogna riconoscere che l’idealismo dell’Europa Centrale deve, evolversi verso lo Spiritualismo, cosi come il fanciullo deve diventare uomo … (O.O. 174b, 13.2.1915).

74. Nella conferenza del 27 Marzo 1915 (O.O. 161), Rudolf Steiner lo caratterizza anche come «Chiaroveggenza della testa» (das Kopfhellsehen) «la più adeguata al nostro tempo».

75. Il triplice processo di ascesa descritto: dal regno degli Spiriti della Forma al regno degli Spiriti del Movimento e, infine, al regno degli Spiriti della Saggezza seguendo la direzione da Ovest a Est, si trova raffigurato nella parte orientale dei dipinti della grande cupola nel triplice motivo, che esprime contemporaneamente il mistero del IAO, il mistero dell’uomo solare. Questo triplice motivo porta la denominazione:

I. – «Ira di Dio e malinconia di Dio»

A. – «La ronda dei Sette»

0. – «Il cerchio dei Dodici»

(Hilde Raske, «Das Farbenwort» Freies Geistesleben, Stuttgart 1983).

In questi tre motivi si può sperimentare: nel primo, l’impulso della sfera degli Spiriti della Forma, rappresentato dall’occhio che vede tutto Jahve-Elohim rivolto verso la terra. Nel secondo motivo: la ronda dei sette Spiriti elementari, che riflettono nel mondo elementare gli impulsi degli Spiriti del Movimento, distribuiti nelle sette sfere planetarie. E nel terzo motivo: il riflesso della Saggezza dodecadica che sta alla base di tutta l’evoluzione umana (nella presente nota non è possibile affrontare questo argomento più dettagliatamente). Se a questo si aggiunge il significato del IA O come rivelazione «dell’Io, che pensa, che sente, che vuole» (Ibid.), allora otterremo 3 gradini principali dell’iniziazione contemporanea, consistenti nel fatto che, a partire dal pensiero impregnato dell’impulso dell’Io, ci si risvegli coscientemente nel sentimento e nella volontà. (Nel libro «L’Iniziazione» a ciò corrispondono i gradini della preparazione, della illuminazione e dell’iniziazione). Allora, a partire dalle forze dell’Io che conosce spiritualmente (I), si apre davanti a noi la possibilità di ascendere gradualmente e coscientemente nel Macrocosmo attraverso lo sperimentare nel nostro «sentimento risvegliato» (A) la legge eptadica dei pianeti e nella nostra «volontà risvegliata» (O) la legge dodecadica delle stelle fisse (cfr. quanto detto nella conferenza del 31.12.1922, O.O. 219).

76. Contemplando lo spazio della piccola cupola con le sue 12 colonne, con i suoi 12 troni, con le immagini dipinte dei 12 Iniziati e del Tredicesimo che si palesa al centro ed è rappresentato nel mezzo dal Gruppo ligneo, davanti all’anima, in modo visibile, si eleva l’immaginazione dei dodici Bodhisattva, che circondano l’Essere cosmico del Cristo nella sfera del Buddhi (Rudolf Steiner descrive questa immaginazione nelle seguenti conferenze: O.O. 107, 22.3.1909; O.O. 113, 31.8.1909; O.O. 114, 21.9.1909; O.O. 116, 25.10.1909).

Nella cerchia dei dodici Bodisattva sei hanno portato a compimento la loro missione sulla Terra prima del mistero del Golgota. Il loro compito consisteva nel proteggere l’umanità dal soggiacere in modo eccessivo alle forze di Lucifero (i loro troni sono perciò disposti dal lato sud, cioè a sinistra della figura centrale del Cristo); gli altri sei devono compiere la loro missione dopo il mistero del Golgota. Il loro compito sarà di proteggere l’umanità futura dal soggiacere eccessivamente alle forze Arimane (i loro troni sono perciò disposti dal lato nord, cioè a destra della figura del Cristo). Una tale collocazione dei troni, in relazione al Gruppo ligneo posto nel centro, testimonia anche del mistero costituito dal fatto che nelle culture antiche, disposte geograficamente in una zona più calda (Sud), l’umanità fu tentata essenzialmente dagli esseri luciferici; nel futuro invece, che comincia già a partire dal nostro tempo, l’evoluzione culturale dell’umanità si trasferirà gradatamente in regioni più settentrionali della Terra, e le forze che prevalentemente tenteranno l’uomo saranno gli esseri arimanici. (Vedi O.O. 193). A quanto detto aggiungiamo ancora quanto segue: in quanto la cerchia dei dodici Bodhisattva, nel suo riflesso sul piano fisico fu rappresentata durante gli avvenimenti di Palestina dai dodici Apostoli, che circondarono il Cristo Gesù durante le Sua vita terrena, la soluzione pittorico-compositiva dello spazio della piccola cupola ha una sua determinata relazione col Mistero dell’Ultima Cena, in quanto espressione della sua successiva azione spirituale su tutta l’evoluzione terrestre. Questo legame del Goetheanum con l’essenza spirituale dell’Ultima Cena si esprime, innanzitutto, nel fatto che, durante questa Cena, il Cristo rivelò definitivamente agli apostoli, come rappresentanti in quel momento di tutta l’umanità, il mistero della Sua natura solare, ed anche il divenire futuro della Terra come risultato del compiersi su di essa del mistero del Golgota – quale nuovo Sole morale del mondo (cfr. la fine del 1° e 3° capitolo e la nota 00). Del legame esistente fra la cerchia dei dodici Bodhisattva nel mondo del Buddhi e i dodici Apostoli Rudolf Steiner dice nella conferenza del 28.8.1923 (O.O. 227), richiamando l’attenzione sul fatto che l’Essere del Cristo durante la sua vita sulla Terra»… era circondato dall’azione duodecupla dei Bodhisattva, il che è indicato, ma in effetti è anche reale, nell’essere il Cristo attorniato dai dodici Apostoli».

77. L’avanzamento qui descritto dal portale occidentale, attraverso Io spazio della grande cupola, verso lo spazio della piccola cupola, come passaggio dalla legge formatrice verso l’attività interiore, verso il movimento e la sua trasformazione successiva in una saggezza superiore (dal punto di vista dell’evoluzione gli corrispondono tre gradini: forma, vita e coscienza), è espresso con particolare chiarezza nei tre motivi plastici che si trovano rispettivamente sopra l’ingresso occidentale, sopra l’arcata della scena e sul lato est della piccola cupola, sopra il Gruppo ligneo (Cfr. la rappresentazione di questi tre motivi nel libro di H. Raske, «Das Farbenwort». pag. 258).

78. In un’altra conferenza, descrivendo un processo simile, Rudolf Steiner invece della parola «Saggezza», usa la parola «Coscienza». Egli dice: «Con la morte subentra non una mancanza di coscienza, ma il contrario. Quando giunge la morte c’è troppa coscienza, addirittura un eccesso» (O.O. 159, 19.2.1915).

79. Naturalmente nel Goetheanum stesso sono riflesse non soltanto le esperienze iniziali ma anche quelle successive dell’anima dopo la morte. Nel nostro caso viene evidenziato solo un aspetto, che caratterizza solo un lato del tutto.

80. Bisogna qui rilevare che il nostro pensiero abituale, quotidiano, oggettivo dal punto di vista della sua immobilità, del suo carattere d’ombra e di scarsa intensità, si può paragonare alle immagini, sempre pallide, del ricordo (confronto alle impressioni degli organi di senso).

81. Tutta l’universalità si basa sempre sul principio dodecadico, che abbraccia tutto l’universo.

82. Il risveglio di Iside dormiente avverrà solo quando un numero sufficientemente grande di antroposofi avrà raggiunto quel gradino dell’evoluzione dell’Io, che nel linguaggio della scrittura stellare corrisponde al passaggio dalla regione della Bilancia alla regione della Vergine (vedi più avanti nel presente capitolo).

83. Nel lavoro già citato di A. Turgeneva (vedi nota 69) sono riportati due disegni da un quaderno d’appunti di Rudolf Steiner del 1913/1914. Essi sono posti direttamente l’uno vicino all’altro). Quello di sinistra è uno degli schizzi preparatori per la figura centrale della vetrata rossa occidentale, quello di destra caratterizza la condizione contemporanea del processo del passaggio della Bilancia a partire dalla zona oscura («planetaria») dello Zodiaco in quella luminosa («stellare»). In quest’ultimo disegno emerge in tutta evidenza il carattere «doppio della Bilancia nel nostro tempo, che, da un lato, è ancora legata allo «Scorpione-Aquila» (regione degli Spiriti della Forma – portale occidentale del Goetheanum), mentre dall’altro è legata alla «Vergine» (Regione degli Spiriti della Saggezza – spazio della piccola cupola) e attraverso la Vergine a tutti i successivi segni «ascendenti»:

 

 

84. Dal punto di vista dei rapporti reciproci del Sole e della Terra e della loro modificazione dopo il Mistero del Golgota, si può anche dire: il primo gradino è il ricordo della separazione del Sole dalla Terra, avvenuta un tempo; il secondo gradino riguarda il processo graduale del divenire la Terra, come risultato del Mistero del Golgota, il nuovo Sole; il terzo gradino segna l’acquisizione di questo processo, espresso nella nuova riunione del Sole con la Terra spiritualizzata.

85. Tutto ciò, che è stato qui detto a proposito di questa costellazione, può gettare una luce complementare anche sul suo legame con l’iniziazione del Budda nel VI a.C. (pag. 56 e seg.). Poiché i tre gradini di evoluzione dell’Io sopra riportati nell’aspetto della Bilancia si riferiscono in primo luogo alle grandi epoche atlantiche, postatlantiche e alla sesta («alle razze originarie»), a partire dalla quale, in tutta l’umanità inizieranno a svilupparsi i primi germi dell’Uomo-Spirito (O.O., 126, 29.12.1910). Tuttavia, per la legge spirituale del riflesso, le grandi epoche in questione si riflettono in periodi più piccoli, nel nostro caso nei periodi di cultura (vedi O.O. 152, 7.3.1914). Cosi l’epoca atlantica trova il suo riflesso nel periodo di cultura greco latino, mentre tutta l’epoca postatlantica, in una certa misura, nel periodo attuale, mentre la sesta epoca nel periodo germanico-slavo. Come è noto nel corso di questi tre periodi di cultura l’umanità nel suo insieme svilupperà rispettivamente l’anima razionale ed affettiva, l’anima cosciente e il principio del Sé Spirituale (0.0.103,30.5.1908). A questi tre gradini di evoluzione corrispondono anche le tappe fondamentali del divenire dell’Io: Rudolf Steiner definisce la sua «ascesa» al quarto periodo di cultura come un «tessere dell’Io nell’Io» (O.O. 126, 31.12.1910) – durante la quale gli spiriti più eminenti (per esempio Aristotele) anticipano già l’evoluzione nella direzione dell’anima cosciente (O.O. 240, 19.7.1924). In seguito, all’epoca dell’anima cosciente, per la prima volta si apre la possibilità di rivolgersi verso il Sè spirituale, e l’unione con esso, nel sesto periodo di cultura, deve nuovamente introdurre l’Io umano individuale nel mondo spirituale. In questo senso, in rapporto col Budda, la costellazione di Mercurio in Bilancia designava la posa nell’epoca dell’anima razionale e affettiva, del primo elemento dell’anima cosciente (cioè l’avanzamento dallo Scorpione-Aquila alla Bilancia). Rudolf Steiner parla di ciò nei termini seguenti: «Se questo Bodhisattva doveva diventare effettivamente il Budda del quarto periodo di cultura postatlantico, allora avrebbe dovuto portare qualcosa del futuro. Ora l’uomo, attraverso la sua anima cosciente allorquando essa si svilupperà, diverrà maturo per riconoscere poco a poco, a partire da se stesso, ciò che il Budda ha dato come grande impulso. Il Budda, all’epoca in cui gli uomini avevano sviluppato soltanto l’anima razionale o affettiva doveva aver sviluppato già l’anima cosciente … il Budda aveva il compito di immergere l’anima cosciente nell’organizzazione umana nel V-VI secolo prima della nostra era» (O.0.116,25.10.1909). Nella nostra epoca, dopo il Mistero del Golgota, questa costellazione, significa già la posa, nell’epoca dell’anima cosciente, dei primi elementi del Sè Spirituale (cioè l’avanzamento dalla Bilancia alla Vergine), che giungerà a piena espressione soltanto nel sesto periodo di cultura, quando per il discepolo spirituale si aprirà la possibilità di agire fino all’Uomo Spirito, cosi come nell’epoca attuale egli può agire soltanto fino allo Spirito Vitale, poiché più in alto, nella nostra epoca, può ascendere solo un Maestro (O.O.93 a, 24.10.1905).

86. Cfr. «La scienza Occulta» (0.0.13), capitolo «La conoscenza dei mondi superiori» e la conferenza del 24.6.1909 (O.O.112).

87. Nella seconda redazione «manoscritta» della Meditazione della Pietra di fondazione, pubblicata il 13 Gennaio 1924, si trova «sich formet» e non «sich gestaltet».

88. Da questa sfera discese sulla Terra la Anthropos-Sophia stessa, che manifesta in sè la saggezza universale superiore (dono delle Kyriotetes), relativamente all’esistenza umana in quanto esistenza dell’Io (dono degli Exusiasi); saggezza e coscienza dell’Io che sono costantemente legate in un unico tutto solare o Antroposofia a partire dalle forze cosmiche della Bilancia, per mezzo degli Spiriti del Movimento o Dynameis.

89. Ne consegue che già la sola contemplazione del primo Goetheanum, e tanto più la penetrazione interiore nella sua forma, nelle sue pitture e nelle forme plastiche, doveva condurre a risvegliare nell’uomo forze spirituali, che favorissero il divenire la Terra il nuovo Sole morale dell’Universo. A questo processo è legata anche la futura unione graduale fisica della Terra e del Sole, che avverrà al termine della sesta epoca di evoluzione, che seguirà la nostra quinta epoca «postatlantica». Il primo Goetheanum doveva anche suscitare nelle anime degli uomini le forze che già nel nostro tempo preparano questo evento cosmico. Per questo motivo abbiamo nelle sue forme l’incarnazione artistico-architettonica sulla Terra del Tempio solare dei nuovi Misteri, ai quali, in modo profetico, si accenna nella «Fiaba» di Goethe e ne «La porta dell’Iniziazione» di Rudolf Steiner. (Vedi la tenda creata sotto la direzione di Rudolf Steiner per i Drammi-Mistero e le illustrazioni alla «Fiaba» di Goethe di Hermann Linde, Basilea 1972).