Le feste dell’anno e l’emisfero australe

Il corso dell’anno come via di iniziazione – Appendice


 

Come dovrebbero venire celebrate le feste dell’anno nell’emisfero sud?

È difficile rispondere a questa domanda senza un’esperienza personale di un lungo soggiorno in questa parte della nostra Terra. Tuttavia fondandosi sulla scienza dello spirito è possibile dire qualcosa.

 

L’intera configurazione fisico-eterica del nostro pianeta è tale che certi processi animico-spirituali nell’uomo sono in armonia con ciclo dell’anno nell’emisfero boreale ma non in quello australe. Le condizioni riguardanti terraferma e acqua (gli oceani), cioè gli elementi fisico ed eterico, sono diverse nei due emisferi e sotto certi aspetti addirittura polari. Così a nord abbiamo una preponderanza di terra, a sud di acqua. Secondo quanto afferma la scienza dello spirito sull’etericità, all’elemento liquido è legata in particolare l’azione dell’etere del suono, mentre all’elemento solido quella dell’etere di vita. E poiché l’etere del suono è correlato alla Luna e l’etere di vita al Sole1 si può designare l’emisfero boreale, con il suo centro al polo Nord, come ‘emisfero solare’ e l’emisfero australe come ‘emisfero lunare’. Cosicché abbiamo al nord un principio eminentemente formatore e al sud un principio soprattutto dissolutore.

Ciò si evidenzia già nel fatto che nell’emisfero sud vi è un contrasto meno marcato fra le stagioni, mentre a nord le stagioni sono più differenziate con una più marcata escursione termica. Anche nello sviluppo della civiltà si può osservare l’azione delle forze formatrici e dissolutrici. Per questo motivo l’evoluzione dell’umanità iniziando dall’Atlantide fino ad oggi si è svolta principalmente nell’emisfero boreale, compreso il massimo evento della storia, il mistero del Golgota.

 

Dal punto di vista storico proprio le popolazioni dell’emisfero nord avevano il compito di conquistare il mondo materiale e di immergersi in esso dopo essersi totalmente separate dal mondo spirituale divino, per pervenire successivamente all’esperienza personale della libertà. Il punto più basso di tale percorso l’abbiamo toccato nel presente.

La comparsa dell’antroposofia va proprio incontro alla necessità dell’umanità di ascendere di nuovo al mondo spirituale, ma ormai in perfetta coscienza sulla base della conquista della libertà. In vista di questo difficilissimo compito l’umanità dell’emisfero nord può appoggiarsi al corso dell’anno che conferisce armonia al processo di sviluppo animico-spirituale, come è stato descritto nel presente lavoro. Non solo: in un prossimo avvenire l’ascesa al mondo spirituale sarà difficilmente realizzabile senza questo sostegno delle forze macrocosmiche che operano nel corso dell’anno, perché gli ostacoli che vanno sorgendo nella civiltà materialista sono talmente grandi che gli uomini avranno sempre più bisogno di questo appoggio per adempiere il loro compito: aprirsi il passaggio dal quinto al sesto periodo allorché fiorirà sulla Terra una civiltà puramente spirituale.

Allora verrà conseguita la massima armonia fra l’anima umana e l’azione delle forze spirituali cosmiche nel ciclo dell’anno. Infatti in un certo senso la civiltà della sesta epoca consisterà proprio nel ristabilire l’armonia fra l’uomo e la natura (corso dell’anno). L’uomo si svilupperà interiormente a tal punto che per effetto del suo rapporto con la natura potranno aprirglisi le massime regioni del mondo soprasensibile.

 

L’odierna esortazione di Michele a «imparare a leggere il libro della natura»2 è l’inizio di questa nuova armonia. La possibilità di instaurare questa armonia non durerà sempre; è però fondamentale che finché è possibile sia creato un ponte verso la spiritualità cosmica.

Questa opportunità si offrirà infatti fino verso la fine del sesto periodo di civiltà (slava). Già nel settimo periodo (americano) subentreranno tutt’altre condizioni naturali e spirituali. Questo grandioso cambiamento nel futuro viene descritto da Rudolf Steiner nei seguenti termini:

▸ «Voi sapete che un giorno la Luna si riunirà alla Terra. Gli astronomi e i geologi, che vivono nella completa astrazione, suppongono che questo fenomeno si verificherà solo tra molte migliaia di anni. Ma si tratta di un abbaglio. In realtà quel momento non è molto lontano.»3

 

Altrove Rudolf Steiner dirà che quest’evento si verificherà nel settimo-ottavo millennio:(1)

▸ «Come l’uscita della Luna fu un evento decisivo [all’epoca lemurica] così sarà decisivo il suo rientro».

E nella descrizione che ne fa ne La cronaca dell’akasha4 dell’uscita della Luna dice:

▸ «A causa di tutto questo, la possibilità di investigare nella cronaca dell’akasha si spinge poco al di là della catastrofe mondiale provocata dall’uscita della Luna».

 

Nella conferenza del 31.12.19105 Rudolf Steiner accenna a un ritmo particolare dell’evoluzione della Terra che dura «dai sette agli otto millenni» e si evidenzia in manifestazioni fra loro polari. Tale ritmo è connesso all’azione degli Spiriti della forma (Exusiai) e si esplica una volta verso l’esterno, nelle condizioni fisiche della Terra e una volta verso l’interiorità, entro le anime umane.

L’ultima azione esteriore si verificò all’epoca della grande catastrofe atlantica, mentre la massima azione verso l’interiorità si ebbe intorno all’anno 1250.6

 

Così il prossimo massiccio intervento a livello fisico si verificherà intorno all’ottavo millennio allorché per l’azione degli Spiriti della forma e in particolare di Jahve, il maggiore fra loro, la Luna verrà nuovamente incorporata alla Terra.

In quell’occasione si verificherà tra l’altro uno spostamento dell’asse terrestre: di conseguenza tutti i processi spirituali ed eterico-naturali quali si esprimono nel corso dell’anno saranno interamente modificati. Il ciclo dell’anno nella forma in cui lo conosciamo oggi non esisterà più.

 

Tuttavia se l’uomo saprà appropriarsi e controllare le forze spirituali lunari

potrà operare magicamente sulla natura

e attivare in essa i nuovi processi che saranno il corrispettivo dell’attuale corso dell’anno.

 

Secondo le indicazioni di Rudolf Steiner nell’epoca lemurica la Luna venne enucleata dall’emisfero sud.7 Anche la polarità nord-sud riguardo ai rapporti continenti/oceani, fisico/eterico, si definì proprio in seguito all’uscita della Luna, e per questi rapporti l’emisfero australe è predestinato a riaccogliere la Luna. Possiamo dire: l’emisfero sud rinvia in tutta la sua conformazione fisico-eterica sia al passato, sia al futuro della Terra, (vale a dire: uscita e rientro della Luna).

 

L’evoluzione raggiunta dalla civiltà nell’emisfero boreale e la sua conseguente diffusione ha lo scopo di portare la rivelazione globale del mistero solare del Cristo costituendo un ponte d’unione di due eventi cosmico-tellurici connessi con l’emisfero sud.

 

• Se dunque l’ideale del sesto periodo sarà

la totale armonia dell’uomo con lo spirituale-cosmico della natura,

per trarre da essa i più elevati impulsi di progresso civile,

• l’ideale del settimo periodo sarà

di determinare i processi naturali in modo magico partendo dall’interiorità.

 

In altri termini:

• nella sesta epoca verrà edificato il ponte verso il mondo spirituale,

• nella settima l’uomo sarà in grado di trarre da se stesso il necessario

per l’evoluzione dell’umanità e della Terra,

fondandosi sulle proprie accresciute forze spirituali, mentre nel sesto periodo

queste forze erano ancora tratte dall’opera creatrice della natura.

 

Ora possiamo cercare di capire quali doveri competano già oggi agli uomini dell’emisfero sud per quanto concerne il corso dell’anno e le sue festività, rispetto agli uomini dell’emisfero nord. Abbiamo visto che l’epoca del rientro della Luna non è poi così lontana: essa si pone nel VII-VIII millennio, e cioè nell’ultimo terzo della settima epoca di cultura.

Peraltro, considerato che il processo di inglobamento della Luna e tutte le conseguenti modificazioni delle leggi naturali si svolgeranno solo gradatamente, possiamo affermare che in un certo senso tutto il settimo periodo di civiltà starà sotto il segno di questo evento il cui termine ne suggellerà anche la conclusione.

 

Come già accennato ciò può essere osservato sul piano della storia della civiltà. Infatti nel sud, per il netto predominio dell’acqua sulla terra, regna una specie di ‘paesaggio chiuso’ in una sorta di attesa cosmica per ciò che deve avvenire.

Questa peculiarità spiega perché nel sud troviamo sì residui di antiche civiltà, ma nessuna evoluzione culturale sequenziale come nel nord, come ad esempio la serie dei periodi di civiltà postatlantici.

Ma essendo entrati a far parte nei tempi moderni della civiltà cristiana, i paesi del sud si trovano posti dinanzi al loro autentico compito spirituale: modellare le feste cristiane fondandosi unicamente sulla forza interiore dell’uomo, senza trovare appoggio nella natura, per cominciare a preparare il lontano avvenire di cui abbiamo parlato.

 

Gli uomini del sud che appartengono alla civiltà cristiana,

già nel quinto periodo gettano i primi semi di uno sviluppo

che nella settima epoca rappresenterà il destino dell’intera umanità.

 

Da quanto abbiamo detto deriva che per l’emisfero sud in fondo sono possibili due vie.

La differenza fra le due consiste in questo:

• una prepara il sesto periodo di civiltà,

• l’altra il settimo, tenendo conto che, per l’emisfero australe,

il compito verso l’umanità dell’emisfero è collegato al settimo periodo.

 

Possiamo osservare ancora quanto segue.

• L’odierno quinto periodo di civiltà ha il suo motivo fondamentale nello sviluppo del pensiero umano,

• il sesto lo avrà nello sviluppo del sentimento, infine

• il settimo nello sviluppo della volontà .8

 

Così oggi per gli uomini che vivono nell’emisfero sud

è possibile collegarsi maggiormente alla vita della natura che li circonda, in un’attitudine di sentimento;

ma essi possono anche percorrere una via del tutto nuova e ancora inesplorata,

sulla base di un impulso di volontà interiore e autonomo.

 

A questo si aggiunge un grande mistero che oggi la scienza dello spirito può svelarci:

vale a dire che tutta la natura che ci circonda porta in sé solo le forze del passato.

Se infatti cerchiamo le forze del futuro, dobbiamo volgerci all’interiorità dell’uomo,

dove in totale indipendenza dai ritmi naturali,

l’uomo può sviluppare liberamente la propria creatività, nel proprio corpo astrale e nell’io.

Qui comincia il compito a cui si dovrà lavorare fino alla fine della Terra.

 

Rudolf Steiner ne parla nei seguenti termini:

▸ «Se non vogliamo che la natura esterna si estingua dobbiamo donarle,

ciò che come uomini portiamo nel nostro corpo astrale e nel nostro io.

Questo significa: dato che l’uomo, in virtù del proprio corpo astrale

e del suo corpo dell’io, possiede rappresentazioni autocoscienti,

se vuole assicurare un futuro alla terra altrimenti destinata a morte,

deve trasporre in essa, ciò che in lui è di natura soprasensibile-invisibile.»9

 

In altre parole:

tutta la terra che ci circonda, nelle sue componenti fisica ed eterica,

vale a dire in ciò che noi definiamo ‘regno naturale’, non ha più alcun futuro.

Perciò la terra, nella prospettiva spirituale e naturale

che va molto oltre il sesto e il settimo periodo di civiltà,

può essere salvata dalla morte fisica solo se gli uomini, in libertà,

le porteranno ciò che in loro stessi è di natura « soprasensibile-invisibile ».

 

Questo elemento non ha di per sé nulla a che fare con la natura,

poiché esso deriva dal corpo astrale e dall’io dell’uomo,

ma deve penetrare nella natura, trasformandola e salvandola.

▸ Infatti: «Solo e unicamente se riusciremo ad immettere in essa quello che essa non ha

[in quanto puro regno naturale], potrà esserci un futuro per la Terra».

 

È naturalmente straordinariamente difficile festeggiare le solennità cristiane senza potersi appoggiare al corso naturale dell’anno. Per festeggiare ad esempio il Natale nel pieno dell’estate, non bisogna cercare di imitare le circostanze che si verificano nel nord (neve, ecc.) ma occorre trovare modalità affatto nuove fondandosi molto di più sull’aspetto spirituale-occulto della festività.

 

Si tratta di un lavoro pionieristico ma che tuttavia potrà trovare stimolo pensando che in tal modo l’umanità sarà gradatamente preparata a un futuro più lontano di quello che deve preparare l’emisfero nord. Solo l’adempimento di questo compito da parte dell’umanità meridionale (e questo deve avvenire fino a un certo grado già durante il quinto periodo di civiltà postatlantico) realizzerà sulla Terra «l’unità spirituale» dell’umanità mediante la celebrazione comune delle feste dell’anno.

 

Infatti

il significato profondo della celebrazione simultanea delle feste su tutta la Terra

consiste nel fatto che dopo il mistero del Golgota queste feste

rappresentano i gradi dell’unione dello spirito del Cristo con la Terra.

Attraverso la concelebrazione delle feste cristiane,

l’umanità potrà gradatamente «farsi coppa» per contenere il grande io dell’umanità,

vale a dire il Cristo che la condurrà al grande ideale dell’umanità divina.

 

Ciò che è stato detto fin qui non ha la pretesa di offrire una qualsiasi soluzione definitiva alla questione che si è sollevata. Si è solo voluto accennare alle problematiche che possono risultare dalla lettura di questo libro per un lettore dell’emisfero sud.

 

Un ulteriore aspetto della questione

è connesso al lavoro sul Calendario dell’anima di Rudolf Steiner10 in cui

la relazione dell’anima con i processi spirituali cosmici della natura è una necessità.

 

Per tal motivo alla domanda postagli da Fred Poeppig su come ci si dovesse

comportare rispetto ai versetti settimanali nell’emisfero sud, Rudolf Steiner rispose:

• « I versetti settimanali del calendario dell’anima devono essere rovesciati

in conformità con i ritmi stagionali australi ».11

 

Naturalmente, nel corso di un simile lavoro con le massime, i ritmi naturali non corrisponderanno più alle quattro feste cardinali. Per realizzare in modo nuovo questa corrispondenza dovrà essere presa in considerazione ogni volta anche la massima speculare, come del resto fanno oggi già molti antroposofi dell’emisfero nord. Con questo accorgimento l’elemento unitario dell’evoluzione umana può allora essere conservato anche nel lavoro meditativo sul calendario dell’anima.

 

 


 

Note tra parentesi:

(1) – Il centro temporale dell’evoluzione terrestre si colloca nel quarto periodo di civiltà atlantico, mentre il centro spirituale si colloca nella quarto periodo postatlantico. Relativamente a questo centro temporale, secondo la legge della specularità, sta l’uscita della Luna all’inizio dell’epoca lemurica e il suo rientro alla fine dell’epoca postatlantica e cioè nel settimo periodo di civiltà.

 

Note:

1 – Vedi G. Wachsmuth, Die àtherìsche Welt in der Wissenschaft, Kunst und Religion, Dornach 1927.

2 – O.O. 237, 1.8.1924

3 – O.O. 204, 13.5.1921

4 – O.O. 11

5 – O.O. 126

6 – Cf. anche O.O. 130, 29.1.1912

7 – Vedi nota 1

8 – Queste tre epoche successive rappresentano per l’epoca postatlantica una sorta di ripetizione delle prime tre epoche (vedi O.O. 15). Così nella terza epoca (egizio-caldaica) si sviluppò il pensiero, nella seconda (protopersiana) il sentire, nella prima (protoindiana) il volere. In queste tre epoche però il pensare, il sentire e il volere venivano totalmente guidati dagli Dei. Nelle tre epoche successive ad esse corrispondenti (quinta, sesta e settima) il pensare, il sentire e il volere si svilupperanno invece come qualità indipendenti dell’uomo. Tra i due periodi di evoluzione si pone a mo’ di passaggio la quarta epoca postatlantica.

9 – Fred Pòppig, Abenteuer meines Eebens, Schaffhausen 1975.