Le stigmate del Fantoma

Il Mistero della resurrezione


 

Ritornando al tema principale di questo capitolo, deve essere menzionata un’importante caratteristica riguardante le stigmate del Fantoma. Secondo Rudolf Steiner le ferite del Crocefisso non sono rimaste nel Fantoma, ma nel Suo «corpo eterico densificato». Infatti, il corpo eterico è anche il corpo della memoria. (Tuttavia in questo caso la memoria stessa è «essenziale».) Le cosiddette stigmate nel Fantoma erano invece di tutt’altra natura e di tutt’altro significato.

 

Della loro provenienza Rudolf Steiner dice:

«Chi comprende veramente l’uomo e l’umanità e che cosa sia l’Io della Terra, quale sia il rapporto dell’Io terrestre con la forma umana del corpo, con la forma del corpo umano,… può chiedersi: Come dovrebbe essere questo corpo, qualora lo riempisse la pienezza dell’egoità? – Egli lo scorgerebbe con cinque ferite» (0.0.139,21.9.1912).

Così la corporeità nella quale era entrato l’Io Universale del Cristo

«dovette presentarsi … con cinque piaghe. Quelle cinque piaghe erano rese necessarie dall’esorbitare dell’entità del Cristo, cioè dell’Io dell’uomo nella sua pienezza, al di fuori dei limiti della forma corporea umana» (ibidem).

 

Con ciò i cinque segni sul Fantoma non sono la testimonianza delle ferite inferte al corpo fisico di Gesù sulla croce, ma della completa vittoria dell’Io del Cristo sulla «forma della corporeità», vale a dire sulle forze del Fantoma degenerate.

(Il fatto che in entrambe le citazioni indicate si parla in modo conseguente della forma del corpo, non indica la sua materia, bensì il Fantoma.)

Per cui i cinque segni del Fantoma sin dall’inizio non sono ferite,

ma sono le porte attraverso le quali le forze del Cristo splendono nel mondo.

A tale riguardo è particolarmente importante discernere

• tra le stigmate sanguinanti visibili del corpo sulla croce

• e i segni nel corpo del Cristo risorto percepibili soltanto soprasensibilmente.

Infatti,

• le prime appartengono ancora al mondo antico,

che con l’evento della resurrezione fa definitivamente parte del passato.

• I segni nel Fantoma diventano invece l’origine di un mondo del tutto nuovo,

che ebbe il suo inizio nella resurrezione del Cristo.

 

Nell’uomo che in futuro accoglierà in sé le forze del Fantoma, questi cinque segni diventeranno nuovi organi soprasensibili con i quali nella costante unione con il Cristo egli percepirà il mondo spirituale.

In una meditazione di Rudolf Steiner, scritta intorno alla svolta del 1912/1913 egli ha messo in rilievo queste cinque forze.

 

«Si manifesta l’anima universale

Sulla croce del corpo universale.

Essa vive in cinque raggi luminosi

Con saggezza, amore, forza di volontà

Con il senso universale e con il senso dell’Io

E trova così in sé / Lo Spirito del mondo.»

 

Queste parole si riferiscono prima all’immagine che Platone nel Timeo ha trasmesso dall’antico sapere dei Misteri. Là in modo profetico è contenuto ciò che nel Mistero del Golgota doveva diventare un fatto mistico della storia del mondo. In merito Rudolf Steiner scrive:

«Platone considerando il macrocosmo ha detto: Dio ha disteso l’anima universale sul corpo universale in forma di Croce. Quest’anima universale è il Logos. Se il Logos deve farsi carne bisogna che ripeta nella vita fisica, il processo universale cosmico. Bisogna che sia crocifisso e che risusciti»

(O.O. 8, cap. «Il cristianesimo e la saggezza pagana»; Corsivo di Rudolf Steiner).

 

Con l’aiuto della suddetta meditazione possiamo immaginarci l’irradiazione delle forze morali dall’Io del Cristo attraverso le cinque porte del corpo di resurrezione nel seguente modo:

• L’Amore irraggia attraverso la porta del Cuore;

• attraverso le due porte superiori irraggiano la forza della Volontà e la Saggezza;

• e attraverso le due porte inferiori risplendono le forze

che afferrano e compenetrano nel contempo l’essere dell’Io e del mondo.

 

Ora, per la migliore comprensione della complicata realtà della resurrezione qui dobbiamo accennare ancora una volta brevemente a qualcosa che è già stato caratterizzato esaurientemente in un’altra opera. Dopo che Rudolf Steiner in ottobre del 1911 nel ciclo Da Gesù a Cristo aveva messo in rilievo così fortemente la resurrezione nel corpo, soltanto due mesi e mezzo più tardi, in gennaio del 1912 a Monaco egli parlò nuovamente del Mistero della resurrezione, ora tuttavia parlando di continuo non più della resurrezione nel corpo fisico, ma di quella nel corpo eterico. In questa conferenza egli parla con chiarezza del fatto che

gli apostoli dopo la resurrezione videro il «corpo eterico che si stava densificando sino alla visibilità fisica»

(O.O. 130, 9.1.1912).

«Cosicché il Cristo risorto era avvolto da un corpo eterico densificato sino alla visibilità fisica» (ibidem).

 

Oppure in altre parole, il corpo di resurrezione portava questo corpo eterico densificato, quale suo involucro esteriore. Soltanto in questa conferenza Rudolf Steiner in base alla sua indagine spirituale descrive l’evento con l’incredulo Tommaso, che chiese di poter mettere le sue dita nelle ferite del risorto. In relazione Rudolf Steiner dà l’indicazione decisiva.

• Le ferite nel corpo del Cristo non sono nel Fantoma, ma sono rimaste soltanto nel corpo eterico densificato.26

Rudolf Steiner lo mette in rilievo con le seguenti parole colme di forza, come se con ciò volesse correggere un errore essenziale:

«Ma qualcuno potrebbe dire: Tommaso è stato invitato dal risorto, che apparve ai discepoli, a toccare le stigmate con le sue mani. Allora si dovrebbe presupporre, che queste ci fossero ancora state, che il Cristo fosse venuto dai discepoli con lo stesso corpo, che si è dissolto in polvere. No!» (0.0. 130, 9.1.1912).

 

Infatti, ciò che Tommaso sperimentò quali ferite, non si riferì al Fantoma del corpo fisico del risorto, ma si riferì al «corpo eterico densificato». Così Tommaso in realtà toccò le densificazioni nel corpo eterico del risorto (le «cicatrici» eteriche, come le nomina Rudolf Steiner), che si erano formate al posto delle ferite corporee.

Il Fantoma stesso ne era completamente libero.

 

Nella stessa conferenza Rudolf Steiner dice anche che nella scena di Emmaus (Lc 24,30-31) il Cristo risorto si è cibato davanti ai discepoli, tuttavia non in modo fisico-sensibile, ma puramente eterico.

«Nel Vangelo la troviamo [la scena di Emmaus] illustrata in modo tale che non avviene una comune assunzione di cibo, ma una dissoluzione del gustato direttamente attraverso il corpo eterico, mediante le forze del Cristo, senza la partecipazione del corpo fisico».

 

Questa assunzione di cibo avvenne direttamente mediante il corpo eterico, non mediante il Fantoma, che anche in questo caso rimase non toccato da qualsiasi materia terrena. Possiamo anche dire che per il risorto ogni assunzione di cibo divenne pura transustanziazione, così come Egli aveva compiuto questo archetipicamente per gli apostoli durante l’Ultima Cena.

Con ciò Rudolf Steiner mette in rilievo il fatto importante, che l’uomo anche in futuro, quando la spiritualizzazione del suo corpo mediante l’unione con il corpo di resurrezione sarà ulteriormente progredita, non rinuncerà all’assunzione di cibo, ma contrariamente la innalzerà ad un piano eterico superiore, cosicché il processo di spiritualizzazione della Terra potrà progredire ulteriormente.29 Con ciò si risolve l’apparente contraddizione, che Rudolf Steiner dopo avere rilevato che il Fantoma non ha bisogno e non sopporta il cibo (vedi O.O.131,12.10.1911) confermò tuttavia il fatto che il risorto aveva mangiato davanti ai Suoi discepoli. Infatti, con ciò Egli voleva mettere in rilievo l’ulteriore importanza dell’alimentazione umana, anche se in questa forma (eterizzata) metamorfosata.

 

Ritornando al contesto trattato prima, anche nelle descrizioni là date da Rudolf Steiner non si deve presumere subito che ci sia una contraddizione, ma bisogna prendersi il tempo sufficiente per constatare, occupandosi in modo approfondito delle relative esposizioni, che qui (come anche nel Fantoma e nel Corpo di resurrezione) si tratta di differenti aspetti di un processo complicatissimo, che a malapena può essere espresso in parole.

 

Così, anche più tardi, Rudolf Steiner mette in rilievo

che nel Mistero del Golgota

non venne soltanto salvato oggettivamente il corpo fisico,

ma anche il corpo eterico dell’uomo.

«Mediante il Mistero del Golgota anzitutto è avvenuto tutto per il fisico-eterico dell’umanità», infatti «per il corpo fisico e per il corpo eterico l’evento del Golgota è compiuto per ogni uomo» (O.O. 224, 7.5.1923).

 

• Per comprendere meglio l’essere di tale salvazione bisogna considerare ancora quanto segue. Come in effetti la forma soprasensibile del corpo fisico diventa percepibile ai sensi soltanto per il fatto che essa è riempita di materia, così anche il corpo eterico dell’uomo si manifesta esteriormente attraverso i liquidi del corpo umano.

Questo è provato soprattutto dal fatto che tutti i liquidi nell’uomo sono in costante movimento. E il movimento ritmico è la più importante caratteristica del corpo eterico. Ne consegue che esso si manifesta soprattutto attraverso il sangue, perché di tutti i liquidi nell’organismo umano il sangue sottostà in modo più intenso all’elemento ritmico.

 

Dopo aver stabilito questo rapporto, possiamo comprendere in modo nuovo il Mistero degli eventi del Venerdì Santo. Infatti, allora non solo l’uomo, bensì tutta la Terra quale essere vivente ha accolto la comunione cosmica, e cioè nel senso letterale. Prima la Terra stessa accolse in sé il sangue del Crocefisso e con ciò anche le forze del Suo corpo eterico. Finché il sangue fluiva dalle ferite, vale a dire rimase in movimento sino alla fine, il corpo eterico era collegato ad essa. Dopodiché la Terra accolse anche il corpo del Crocefisso. Come comunicato da Rudolf Steiner nel Quinto Vangelo, dopo la morte del Cristo Gesù il Suo corpo venne tolto dalla croce e posto nel sepolcro. Dopodiché un terremoto provocò una fenditura nella Terra, nella quale venne accolto il corpo (vedi 0.0. 148,2.10.1913). Con ciò la materia del corpo del Gesù venne congiunta con la Terra.

 

Il fatto che qui non si trattava del Fantoma, bensì soltanto della materia che lo riempiva prima, consegue dalla comunicazione di Rudolf Steiner che

«dopo tre anni tutto il corpo di Gesù di Nazareth era qualcosa che stava già al limite per divenire cadavere ed era tenuto insieme soltanto dalla potenza dell’entità macrocosmica del Cristo» (O.O.130, 9.1.1912).

 

La condizione di cadavere consiste appunto nel fatto che esso è abbandonato dal Fantoma ed è perciò concepito nel processo di decomposizione. Questa separazione del Fantoma dalla materia che in origine lo compenetrava, era tuttavia assolutamente necessaria per il suo ripristino nella purezza originaria mediante la forza del Cristo. Questo avvenne ancora prima della morte sulla croce (vedi le parole di Rudolf Steiner a pag. 23). Per questo motivo nessun Io umano avrebbe potuto dimorare in un tale corpo nemmeno per un istante. Infatti, «un’anima umana comune si sarebbe sentita immediatamente abbandonata da esso» (ibidem). In altre parole, un uomo simile morirebbe subito.

«Arrivato al limite della disintegrazione del corpo si verificò il Mistero del Golgota» (ibidem).

 

Dopo che Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo avevano cosparso il corpo – già privo di Fantoma – di «aromi» (ibidem) speciali e lo avevano poi calato nel sepolcro,

• «non ci voleva molto per polverizzare quel corpo nel sepolcro. Quello che era stato deposto nel sepolcro si polverizzò» (ibidem)]

• Poi mediante un terremoto «la Terra si spaccò, la polvere del cadavere venne accolta da lei e si congiunse con tutta la sostanza della Terra» (ibidem).

Con ciò è espresso che non il corpo, ma solo la sua materia (senza il Fantoma) nella condizione di finissima polvere (a dire il vero già quale materia del tutto spiritualizzata, in cui non c’era più nulla di materiale) venne accolta dalla Terra e con ciò si congiunse con «tutta» la sua «sostanza». Rudolf Steiner definisce questi fatti spirituali da lui trovati «le ricerche occulte più recenti» (ibidem).

 

Così, per il fatto che la Terra aveva accolto in sé la materia del corpo di Gesù, venne posto il fondamento per ciò che Rudolf Steiner descrive come segue:

► «Riconosciamo la verità soltanto se in ogni atomo [della materia terrena] scorgiamo una parte dello Spirito del Cristo, che da quel tempo [dal Mistero del Golgota] vi risiede … Fin nell’atomo la Terra è costituita di vita, da quando il Cristo l’ha compenetrata».   (112, 7.7.1909)

 

Perciò in futuro la vera scienza metterà sempre più in rilievo:

«La materia è costituita nel senso in cui il Cristo [dopo il Mistero del Golgota] a poco a poco l’ha disposta!»

(0.0. 15 cap. III; corsivo di Rudolf Steiner).

 

Come la materia del corpo si congiunse con tutta la Terra, così lo fece anche il sangue del Crocefisso. Della sua sostanza Rudolf Steiner comunica:

«Quando sgorgò dalle ferite e si riversò nella Terra, quel sangue le conferì una sostanza che, collegandosi con essa, costituì un evento della massima importanza per tutti i tempi successivi, un evento che, inoltre, potè verificarsi sulla Terra solo un’unica volta. Che cosa avvenne in seguito di questo sangue? … Nel corso dell’evoluzione terrestre esso passò per un processo di eterizzazione. …Il corpo eterico della Terra è permeato di ciò che il sangue sparso sul Golgota è divenuto» (O.O. 130, 1.10.1911).

 

Questa «eterizzazione» del sangue del Cristo entro la Terra fu soltanto possibile mentre rimanevano congiunte con esso le forze del corpo eterico del Cristo Gesù. È per questo che Rudolf Steiner parla del «nuovo corpo eterico» del quale il Cristo si è rivestito dopo la sua resurrezione (O.O. 130, 9.1.1912).

 

Così la comunione cosmica, accolta dalla Terra il Venerdì Santo, consiste in due parti:

• nei componenti materiali del corpo, che compenetrarono tutta la sostanza della Terra

• e nel sangue eterizzato, che permeò il corpo eterico della Terra.

 

A questo punto sorge la domanda: Perché la Terra aveva bisogno di questa duplice comunione con il sangue e il corpo? La risposta è fondata nel fatto che intorno alla svolta dei tempi la congiunzione della Terra con le forze spirituali del cosmo si era sempre più ritirata.

Questo fu indispensabile affinché potesse venire predisposto il fondamento della libertà umana. Infatti, se gli uomini avessero continuato a percepire queste forze così, direttamente ovunque nella natura come per esempio ancora nell’antica Atlantide, non sarebbero mai potuti diventare esseri liberi. Per cui la Terra dovette separarsi dalle forze spirituali dal cosmo, da quelle dei sette pianeti e delle dodici direzioni dello zodiaco. Con ciò essa si separò dalle forze della sua origine e se non fosse avvenuto qualcosa, avrebbe dovuto andare incontro alla sua graduale morte.

Questo processo di morte della Terra alla svolta dei tempi doveva tuttavia subire un rovesciamento. Dovevano fluire nella Terra nuove forze che garantivano la sua rinnovata congiunzione con il mondo spirituale dei pianeti e dello zodiaco. Ed è esattamente questo che si compì mediante la comunione cosmica in modo particolare il Venerdì Santo.

 

Per comprendere ancor meglio questo processo dobbiamo rivolgerci nuovamente ai tre anni di vita assolutamente eccezionali del Cristo nel corpo di Gesù. Infatti, la differenza fondamentale tra la sua vita e la vita terrena di tutti gli altri uomini consisteva in quanto segue: • La costellazione stellare che in un uomo comune si mostra al momento della nascita si imprime in lui e agisce immutata durante tutta la sua vita. Nel Cristo Gesù invece l’azione della costellazione stellare si trasformava in ogni istante cosicché Egli era sempre in accordo con tutto il cosmo.

 

Osservato dal punto di vista spirituale ciò significa quanto segue:

Ogni uomo che si incarna sulla Terra (anche Gesù di Nazareth) nella sua esistenza prenatale

• forma anzitutto il germe spirituale del suo futuro corpo fisico dalle dodeplici forze dello zodiaco

• e dopodiché il germe del suo corpo eterico dalle settemplici forze dei pianeti.

Per cui

• il corpo fisico è articolato in dodici parti (dall’Ariete nella parte superiore della testa sino ai Pesci nei piedi)

e mantiene, in modo simile alle stelle fisse nel cielo, la sua conformazione fissa nello spazio.

Contrariamente

۰ il corpo eterico è concepito in un permanente cambiamento ritmico che ha origine nei movimenti dei sette pianeti

e per cui può essere definito il corpo del tempo dell’uomo articolato in sette parti.

 

Quando l’uomo con la nascita viene sulla Terra, durante il processo di incarnazione gli viene impressa nella più raffinata organizzazione del suo cervello, la costellazione delle stelle fisse e dei pianeti come si rivela in tale istante e rimane collegata ad esso per tutta la vita senza cambiare, quale ricordo della sua esistenza cosmica.

È questo che costituisce la natura dell’oroscopo umano.

«E se si fotografasse il cervello umano nel momento della nascita, e poi si fotografasse anche lo spazio celeste esattamente sovrastante al luogo di nascita di quell’uomo, le due immagini si corrisponderebbero esattamente. Allo stesso modo come sono disposte certe parti nel cervello, così lo sono le stelle nell’immagine del cielo» (O.O. 15, cap. III).

 

Ciò che poi in un uomo comune rimane immutato sino alla sua morte, nel Cristo Gesù durante i tre anni della Sua vita terrena era soggetto ad una continua trasformazione. Con ciò nacque l’eccezionale situazione che Rudolf Steiner caratterizza con le seguenti parole:

«Il Cristo rimase sempre sotto l’influsso del cosmo intero, non fece un solo passo, senza che le forze cosmiche operassero in lui. Quello che in tal modo si verificava in Gesù di Nazareth era un continuo avverarsi dell’oroscopo; infatti in ogni momento si verificava ciò che di solito avviene soltanto nel momento della nascita. … Quell’essere che si muoveva sulla faccia della Terra aveva certo l’apparenza di un uomo qualunque, ma le forze che in esso operavano erano forze cosmiche, provenienti dal Sole e dalle stelle, erano esse a dirigere quel corpo» (ibidem).

 

«Lo Spirito del cosmo intero» o «l’entità complessiva dell’universo con la quale la Terra è congiunta» (ibidem) cooperava in questa eccezionale vita terrena.

• In questo modo durante i tre anni di vita del Cristo Gesù sulla Terra, nel suo corpo fisico e eterico era costantemente attivo «lo Spirito del cosmo intero» (ibidem), o, in altre parole, le forze spirituali delle stelle fisse (soprattutto dello zodiaco) e le forze spirituali dei pianeti. Ciò significa che il rapporto con il cosmo spirituale, il quale in tutti gli altri uomini cessa dopo la loro nascita sulla Terra, nel Cristo Gesù dal battesimo nel Giordano continuò a rimanere ininterrottamente sino al Mistero del Golgota, per passare nella Terra il Venerdì Santo nel compimento della comunione cosmica.

Con ciò la Terra raggiunse una nuova congiunzione con l’intero cosmo spirituale e nel contempo con il suo proprio futuro cosmico.

Rudolf Steiner descrive questo processo così:

«Ciò che in ogni uomo fluisce nell’esistenza terrena alla nascita [e poi cessa], nel Cristo Gesù continuò a fluire in ogni singolo istante [della Sua vita terrena]. E quando si compì il Mistero del Golgota, ciò che dal cosmo era stato irradiato penetrò nella sostanza spirituale della Terra» ( ibidem; corsivo di Rudolf Steiner).

 

Nelle conferenze dei primi tempi Rudolf Steiner rappresenta più volte questo processo in una possente immaginazione che indica la sua dimensione cosmica. Se un essere dotato di forze chiaroveggenti avesse contemplato l’aura della Terra dal suo passato primordiale alla svolta dei tempi, avrebbe constatato che essa con il tempo divenne sempre più oscura. Tale oscuramento era appunto il segno della sua separazione dalle forze cosmiche della sua origine.

Poi tuttavia arrivò il momento in cui all’improvviso tutta l’aura della Terra cambiò completamente. La sua oscurità sparì ed essa venne colmata di una nuova luce e di meravigliosi colori. In essa si illuminò come una stella il germe di un nuovo Sole. E poi Rudolf Steiner indica in quale istante avvenne questo cambiamento dell’aura della Terra. Era l’istante in cui dalle ferite del Redentore il sangue fluì nella Terra,35 e con ciò ebbe inizio la sua grande comunione cosmica.

 

Rudolf Steiner illustra in modo particolarmente imponente il risplendere di questa nuova stella nella conferenza dell’1° aprile 1918.

Dopo avere descritto i colori dell’aura della Terra, quale Terra orientale irraggiante il colore blu-violetto e la Terra occidentale scintillante il colore rosso-giallo, egli conclude questa immaginazione con le seguenti parole:

«Osservato spiritualmente dall’universo, l’evento del Golgota fu l’illuminarsi di una stella d’oro nell’aura terrestre blu della metà orientale della Terra» (O.O. 181).