Memoria e coscienza morale alla luce del ritorno eterico

L’apparizione del Cristo eterico


 

Uno degli ultimi articoli scritti da Rudolf Steiner alla fine della sua vita,

in connessione con le «Massime» per i soci della Società Antroposofica nel febbraio 1925,

porta il titolo «Memoria e coscienza morale» (O.O. 26).

• In esso egli illustra come l’uomo mediante queste due facoltà animiche

sia collegato con il mondo spirituale come da due lati anche durante la sua vita diurna.

 

• Con la memoria,

attraverso la mediazione del sistema del capo e del pensiero,

le forze del cosmo stellare fisico-eterico splendono nell’organizzazione del corpo;

• e nella voce della coscienza morale,

con la mediazione del sistema delle membra e della volontà,

si manifestano indirettamente le conseguenze

del suo trovarsi insieme alle entità divino-spirituali durante il sonno.

 

Nel sistema centrale, ritmico,

i due rapporti dell’uomo con il mondo divino-spirituale vengono portati in un reciproco rapporto alterno.

• Mediante l’attività ritmica del cuore e del polmone,

le forze del pensiero vengono portate nella sfera della volontà

e la potenza della coscienza morale nella vita delle idee (vedi 0.0 26, Massima 176).

 

Nonostante tale attività di equilibrio del sistema centrale,

solitamente gli uomini sono organizzati più nell’una o nell’altra direzione.

 

In un gruppo prevalgono le forze della memoria.

Se tali uomini possiedono inoltre una predisposizione artistica o sono creativi in generale,

allora in essi, mediante la spiritualità insita nel pensiero, vengono accese possentemente le forze della fantasia.

▸In una tale «attività della fantasia l’organizzazione del pensiero tende ad accostarsi all’organizzazione della volontà» (ibidem).

Questi uomini hanno allora la tendenza a vivere i loro «contenuti animici come sogni nello stato di veglia».

Con ciò essi possiedono di natura una tendenza alla percezione di immaginazioni.62

 

Nell’altro gruppo, che in un certo senso ha un’organizzazione polare rispetto al primo gruppo,

le forze conduttrici dell’anima provengono dall’ambito della volontà.

Tali uomini, soprattutto se hanno una disposizione creativa e artistica,

cercano di sviluppare intensamente i loro contenuti di fantasia dall’ambito della volontà.

▸In loro l’«amore interiore per la concezione del mondo ideale» riveste un essenziale ruolo.

Essi sono particolarmente ricettivi nei confronti della voce della coscienza morale

e portano in sé una naturale tendenza all’ispirazione.

 

Nelle loro intenzioni universali Arimane e Lucifero contano su questi due tipi di esseri umani.

La potenza arimanica vuole separare dal passato

le anime che poggiano la loro attività interiore maggiormente sulla spiritualità delle forze del pensiero,

per guidarle poi nella direzione evolutiva da essa intesa.

Se questo riuscisse, un ulteriore sviluppo morale per queste anime sarebbe difficilmente possibile.

La potenza luciferica invece cerca di legare del tutto al passato quegli esseri umani che fanno parte dell’altro gruppo

e hanno la tendenza a farsi influenzare nella vita dalla loro coscienza morale.

Per ciò, questi uomini possono sì svilupparsi come esseri morali, ma ogni moralità in loro agirà come automaticamente

e si orienterà fortemente secondo norme, regole e ordini esteriori.

 

Quali particolari rappresentanti di questi due gruppi, in cui naturalmente si trovano le più diverse sfumature animiche, Rudolf Steiner indica l’organizzazione interiore di Goethe e Schiller, nei quali si manifestarono le più belle qualità del rispettivo gruppo; per ciò, dopo aver fatto amicizia si completarono in modo meraviglioso.

Così, Schiller era in grado di interpretare i «sogni poetici» di Goethe, cosicché questo potè afferrarli in modo sempre più cosciente e realizzarli nella sua poesia. Gli fu anche di aiuto per trovare la via dall’immaginazione all’ispirazione.

Goethe invece, attraverso tutta la sua personalità artistica, rappresentava al suo amico l’immagine di un uomo ideale, un’immagine che Schiller portava già in sé come un’ispirazione di pensiero, alla quale tuttavia mancava ancora la corrispondente percezione, vale a dire l’immaginazione.

Così Schiller, mediante la relazione con Goethe, nel suo operare artistico potè procedere dalla sua originaria disposizione ispirativa di pensiero allo sviluppo di vere immaginazioni.63

Con ciò, in Goethe e Schiller era come profeticamente già disposta la facoltà di sperimentare i due principali aspetti del ritorno eterico.

E sebbene nel loro periodo non era ancora data la possibilità di contemplare il Cristo nell’eterico, è possibile considerare la loro organizzazione animico-spirituale come esempio per ciò che oggi deve essere sviluppato interiormente dagli uomini per essere all’altezza delle esigenze del nostro tempo in riguardo all’esperienza del Cristo eterico.

Quanto segue rende visibile ciò che qui è inteso concretamente.

 

È significativo che in riguardo all’agire del Cristo eterico Rudolf Steiner esprima direttamente le due suddette facoltà dell’uomo.

Infatti, nel nostro tempo la memoria e la coscienza morale

devono attraversare a poco a poco una sorta di metamorfosi, ossia il loro ulteriore sviluppo,

per diventare nuovi organi per la percezione del ritorno eterico.

 

Così Rudolf Steiner descrive come una delle essenziali trasformazioni che a partire dal nostro periodo

avverranno a poco a poco nell’organizzazione umana in connessione con il ritorno eterico,

consista nell’entrare del Cristo nella facoltà di memoria dell’uomo,

e ciò produrrà la completa trasformazione di essa.

 

▸ «Il nuovo evento del Cristo che si avvicina ora a noi – non nel fisico, bensì nell’eterico –

e che si connette con la prima favilla della facoltà della memoria,

con la prima favilla della facoltà della memoria compenetrata dal Cristo,

questo evento del Cristo sarà tale che il Cristo si accosterà all’uomo

sotto parvenza di essere angelico. A questo dobbiamo prepararci» (O.O. 152, 7.3.1914).

 

Tale trasformazione della facoltà della memoria richiederà nell’umanità molto tempo e si estenderà alla rimanenza del quinto, al sesto e anche a tutto il settimo periodo di civiltà, sino all’inizio della grande sesta epoca della Terra, nella quale la forza del Cristo sarà costantemente presente nella memoria degli uomini.

▸ «E verrà un tempo per l’umanità – tempo che certamente maturerà soltanto nella sesta epoca dell’evoluzione dell’umanità, ma si prepara fin da ora – in cui gli uomini, volgendo lo sguardo alle vicende, alle esperienze passate, ai ricordi che vivono in loro, vedranno che il Cristo vive congiunto nella forza della memoria. Il Cristo potrà parlarci attraverso ogni nostra rappresentazione» (ibidem).

 

Questo processo è interiormente collegato con il fatto che l’uomo sperimenterà sempre più intensamente in sé le note parole dell’apostolo Paolo:

«Vivo, però non più io, ma vive in me Cristo» (Ga 2,20)

o in una traduzione riassunta di Rudolf Steiner: «Non io, ma il Cristo in me».

▸ «La via che viene offerta agli uomini è quella di rendere sempre più vere le parole:

‘Non io, ma il Cristo in me’; e la via viene appianata

dal fatto che nella forza della memoria entrerà gradualmente il Cristo» (ibidem).

 

• Con ciò l’Impulso del Cristo entrerà in una congiunzione del tutto nuova con l’Io terreno dell’uomo.

Infatti, l’attività dell’Io nelle condizioni terrene si sviluppa soltanto sul fondamento della facoltà della memoria.64

Ma l’uomo non la porta con sé nel mondo spirituale – e perciò nemmeno la sua coscienza terrena dell’Io.

Quando tuttavia la forza del Cristo si congiunge con la memoria risvegliandola dalla sua originaria parvenza di vita

e l’uomo la trasforma in una vera vita immaginativa, allora per lui questo può diventare possibile.

 

Così nella sua coscienza terrena l’uomo trova il Cristo in un modo del tutto nuovo,

vale a dire come una personale esperienza interiore, e mediante ciò (come già descritto nel capitolo 3)

in modo crescente egli può portare con sé nel mondo spirituale la sua coscienza dell’Io terrena,

per conseguire là la vera immortalità.

 

Inoltre, con tale entrare della forza del Cristo nella facoltà della memoria

viene sperimentata tutta la storia dell’umanità come in due parti:

• quel periodo in cui si poteva trovare il Cristo soltanto al di fuori della Terra

e che guidava l’evoluzione della Terra dal Sole;

• e dal momento in cui il Cristo, mediante il Mistero del Golgota,

si è unito completamente e del tutto con l’evoluzione dell’umanità

per continuare ad agire entro la storia dell’umanità stessa.

In futuro questa diventerà una sempre più profonda esperienza personale dell’uomo.

 

Con ciò, alla luce della memoria vivificata dal Cristo,

l’intera storia del mondo risorgerà come qualcosa di vivente nella sua anima.

E dal suo centro risplenderà incontro all’uomo l’evento del Cristo alla svolta dei tempi

quale punto di bilanciamento (Hypomochlion) di tutta l’evoluzione del mondo (ibidem).

 

Nella stessa conferenza Rudolf Steiner indica ancora la controimmagine di tale futuro, che si verificherà, se l’umanità non riuscirà ad accogliere il Cristo eterico nella sua forza della memoria. Allora, con il tempo essa cadrà in un disordine sempre più grande, sì, precipiterà persino in una specie di caos. Infatti, «la facoltà della nostra memoria può svilupparsi in maniera giusta soltanto se l’Impulso del Cristo sia contemplato in modo giusto» (ibidem).

E con questa caotizzazione della facoltà della memoria, anche la coscienza dell’Io dell’uomo, quale più importante conquista dell’intera evoluzione della Terra, andrà sempre più incontro ad uno stato di totale ottenebramento. Così, nei prossimi 3000 anni del ritorno eterico del Cristo verrà deciso anche il destino della memoria umana, e con ciò dell’Io terreno per il resto dell’evoluzione della Terra. Tutto dipende quindi da quale cammino evolutivo gli uomini si decidono in libertà.

Per giungere tuttavia ad una giusta decisione in tale questione, Rudolf Steiner ha dato agli uomini una meditazione guida che come nessun’altra può servire all’incontro con il Cristo eterico, mediante la cosciente trasformazione delle interiori forze della memoria:

 

«Nel principio è la memoria,

E la memoria continua a vivere,

E divina è la memoria.

E la memoria è vita,

E questa vita è l’Io dell’uomo,

Che nell’uomo stesso fluisce.

Non egli solo, il Cristo in lui.

Quando egli ricorda la vita divina,

È nella sua memoria il Cristo,

E irradiando vita della memoria

Il Cristo risplenderà

Nelle immediate tenebre presenti.»65

 

Anche sulla qualità della coscienza morale il ritorno eterico avrà un’influenza decisiva.

Così, questa misteriosa voce nell’anima dell’uomo a poco a poco

– ma questo tempo inizia già oggi – vivrà una significativa trasformazione.

 

Dalla forma del suo agire, in origine ancora un po’ astratta,

quale voce più o meno indefinita dai più profondi strati dell’anima,

la coscienza morale si svilupperà quale organo della nuova contemplazione karmica.

 

E questo si configura così:

Dopo aver eseguito un’azione,

l’uomo sentirà la propensione di prendere interiormente consiglio con se stesso e di riflettere sull’azione compiuta.

Con ciò, anche se dapprima ancora non chiara, nella sua anima emergerà un’immagine, un’immaginazione,

come una sorta di sogno.

E se egli, preparato mediante l’Antroposofia, riesce ad approfondire meditativamente questa immaginazione,

gli si paleserà il suo vero e proprio significato.

Essa mostrerà all’uomo che cosa in futuro egli dovrà eseguire

per pareggiare sempre più nel senso della globalità universale l’azione compiuta precedentemente.

 

Così, un uomo che ha compreso il significato di una tale immaginazione dirà a se stesso:

▸ «Adesso ho fatto questo, ora mi viene mostrato ciò che devo fare per il pareggio

e ciò che mi tratterebbe sempre dalla perfezione, se io non compissi il pareggio» (O.O. 116, 8.5.1910).

Con ciò egli «vedrà in immagini… l’effetto delle sue azioni nel futuro» (ibidem).

 

E che egli possa procedere verso questa facoltà dell’anima superiore,

sarà la conseguenza del fatto che egli, come preparazione a tale grado superiore,

per più incarnazioni ha già vissuto sotto l’influsso della voce della coscienza morale.

 

L’aspetto decisivo, tuttavia, in questa situazione sarà che l’uomo sia in grado di riconoscere il vero significato di tale immagine, per poi percorrere in libera volontà il cammino all’adempimento dell’azione di pareggio indicatogli.

E questa decisione, come pure la giusta comprensione dell’intera situazione in generale, all’uomo diventa possibile soltanto per il fatto che prima egli è riuscito a trovare un cosciente rapporto con il Cristo.

Infatti,

dietro a tutto questo processo di trasformazione della coscienza morale dell’uomo

si trova l’attuale agire del Cristo quale Signore del Karma.

 

E nella misura in cui l’uomo imparerà in modo crescente anche ad operare nella vita dalla sua «coscienza morale contemplativa», egli giungerà sempre di più alla diretta percezione del Cristo quale Signore del Karma.

Ma per questo, poi è anche necessaria la corrispondente preparazione dall’Antroposofia. Altrimenti, mentre in questo cammino l’uomo a poco a poco giungerà alla contemplazione del Cristo quale Signore del Karma, da essa non attingerà un possente impulso per il suo ulteriore sviluppo, ma «il Signore del Karma gli apparirà come un terribile castigo» (O.O. 131, 14.10.1911).

Pe rciò l’uomo a poco a poco vivrà coscientemente nella sfera spirituale,

dalla quale nel nostro tempo inizia ad agire il Cristo quale Signore del Karma.66

In che cosa consiste in verità questo ufficio del Cristo?

 

Rudolf Steiner lo descrive nelle seguenti parole:

• «Che il nostro conto karmico sia così pareggiato in futuro, vale a dire se abbiamo trovato la via verso il Cristo, che esso si inquadri in un ordinamento universale affinché il modo del nostro pareggio karmico provochi la maggior salvezza possibile per gli uomini nel resto dell’evoluzione terrena, di ciò avrà cura chi, dai nostri giorni in poi, diviene il Signore del Karma, cioè ne avrà cura il Cristo. Col trasferimento al Cristo della funzione di giudice delle azioni umane, il Cristo stesso interviene nella sorte dell’uomo» (O.O. 130, 2.12.1911).

 

Qui è inteso che la legge del Karma quale principio della giustizia universale si mantiene in ogni caso.67 Ma le vie al suo compimento saranno sempre più svariate. Il compito del Cristo in ciò sarà di condurre le azioni compiute al pareggio in modo tale da intensificare straordinariamente il processo generale e il benessere spirituale dell’umanità. E nelle menzionate immaginazioni il Cristo porrà le possibili azioni di pareggio dinanzi all’occhio interiore dell’uomo in modo tale che egli, nell’operare al suo Karma personale, possa divenire sempre più servitore e aiutante spirituale nel senso del generale progresso dell’umanità. Con ciò, tutta l’evoluzione dell’umanità sulla Terra viene immensamente accelerata in direzione del bene.

 

• «Saranno dei possenti stimoli alla moralità dell’uomo;

questi stimoli significheranno anche qualcosa di assolutamente diverso

da quella che ne è stata la preparazione, e cioè la voce della coscienza morale» (O.O. 131, 14.10.1911).

 

Nella IV Parte della Meditazione della Pietra di Fondazione

questa situazione di fatto è caratterizzata con le seguenti parole:

 

«Luce divina,

Cristo-Sole,

Riscalda I nostri cuori,

Illumina I nostri capi,

Affinché diventi buono …» (0.0. 260, 25.12.1923),

 

cosicché dalla cosciente compenetrazione dei cuori e dei capi umani con la forza del Cristo-Sole

viene immensamente intensificato il bene nel mondo.

 

Nella sua Filosofia della libertà, con le seguenti parole nel IX capitolo –

anche se il nome del Cristo qui non viene menzionato – Rudolf Steiner indica la stessa direzione:

 

▸ «Non esamino razionalmente se la mia azione sia buona o cattiva;

la compio perché la amo. Essa diventa ‘buona’, se la mia intuizione immersa nell’amore

è inserita giustamente nel contesto universale da sperimentare per intuizione;

diventa ‘cattiva’ se non è così» (0.0.4, pag. 119; corsivo di Rudolf Steiner).

 

Il più grande contesto universale nell’osservazione spirituale è tuttavia quello in cui si trovano il Mistero del Golgota e le conseguenze spirituali di esso, e alle quali nel nostro tempo appartiene soprattutto la comparsa del Cristo quale Signore del Karma.68

Perciò nel qui inteso «conteso universale da sperimentare per intuizione» è già disposto il rapporto interiore con il Signore del Karma, che nel suo ulteriore sviluppo conduce alla collaborazione con Lui.

Che l’uomo tuttavia voglia osservare le immagini mostrategli dal Cristo nel modo descritto e che stabiliscono un collegamento con i contesti universali sempre più ampi, continua ad essere posto del tutto nelle sue mani. Per ciò questa prospettiva del futuro non significa assolutamente ostacolare la libertà umana, ma è soltanto un ampliamento della conoscenza di essa e l’accrescimento della responsabilità nell’ambito del Karma. In questo modo, con il tempo l’uomo diverrà un cosciente collaboratore del Cristo in questo campo.

 

Riassumendo possiamo dire:

A partire dal nostro tempo l’evento soprasensibile del Cristo viene preparato e avviene da due lati:

• quale apparizione del Cristo nel corpo eterico

• e come Sua comparsa, quale Signore del Karma.

 

Nell’uomo stesso questa via al Cristo eterico è disposta altrettanto da due lati:

• mediante la trasformazione e la cristificazione della sua memoria69

• e mediante il nuovo tipo di coscienza morale

che nell’ambito del Karma a poco a poco diventa sempre più contemplativa.

 

Aggiungendo inoltre che lo sviluppo in queste due direzioni –

• la trasformazione della memoria   • e della coscienza morale –

può essere rafforzato mediante lo studio dell’Antroposofia e un regolare lavoro meditativo,

con ciò risplende una nuova luce sui tre principali esercizi della Meditazione della Pietra di Fondazione.

 

Nel senso della sua IV Parte, allora la luce del «Cristo-Sole» può compenetrare nel senso cristiano l’ambito della memoria e riscaldare l’ambito della coscienza morale contemplativa, e ciò si manifesta nella disposizione dell’uomo anche di seguire la previsione immaginativa delle sue azioni di pareggio.

 

Con ciò, il cosciente rapporto con il Cristo, che può essere raggiunto

già con lo studio dell’Antroposofia («Esercita il riflettere nello Spirito»), conduce

• da un lato al Suo agire nella memoria umana («Esercita il ricordare nello Spirito»),

• e dall’altro lato al divenire attivo del Cristo nella coscienza morale contemplativa («Esercita il vedere nello Spirito»).

 

Nel senso dell’Articolo menzionato all’inizio «Memoria e coscienza morale»,

• il cammino alla cristificazione della memoria umana significa anche l’aspirazione ad un nuovo e cosciente collegamento con il cosmo eterico, dal quale si manifesta il Cristo nella sua apparizione eterica.

• E la trasformazione della coscienza morale nel senso del Cristo quale Signore del Karma porterà l’uomo a un nuovo collegamento con il mondo spirituale, e cioè con quelle entità gerarchiche che sono responsabili del giusto sviluppo del Karma umano e che prima, quando l’uomo non era ancora maturo per la cosciente collaborazione in questo campo, lo conducevano al compimento del suo Karma mediante la voce della coscienza morale.

 

Lo sviluppo abbozzato, collegato con il ritorno eterico, avrà anche un possente effetto sulla vita sociale. Infatti, la trasformazione della memoria farà sì che l’uomo sperimenti l’intera storia dell’umanità in modo molto più intenso di prima, come facente parte della sua propria più ampia biografia, che sta in diretto rapporto con le sue azioni terrene del passato, presente e futuro, per le quali in ogni istante della sua vita egli è personalmente responsabile.

Nel contempo, l’ulteriore formazione della coscienza morale lo collegherà sempre di più con l’umanità, mediante la crescente coscienza del Karma.

E alla luce del Cristo quale Signore del Karma, in modo crescente l’uomo sarà in grado di conformare e di condurre la vita nel senso dell’umanità quale globalità.

Con ciò viene posto il fondamento dell’unione fraterna di tutti gli uomini, che allora, mediante lo sviluppo delle forze dello stupore, dell’amore e della coscienza morale, diventerà il grande organismo, in cui il Cristo quale nuova anima di gruppo, ossia quale vero Io, potrà entrare.70

 

▸ «Così gli uomini getteranno le basi, lungo l’evoluzione della Terra,

di una grande comunità interamente compenetrata dall’Impulso-Cristo, cristificata» (O.O. 155, 30.5.1912).

 

Contro questo sviluppo, tuttavia, agiscono le due potenze oppositrici.

Come abbiamo già visto, Rudolf Steiner caratterizza il loro agire nell’Articolo citato come segue.

 

Arimane vorrebbe staccare gli uomini dal ricordo, ma soprattutto dal ricordo del Mistero del Golgota;

• e Lucifero vuole legarli al vecchio Karma

in modo tale da rendere impossibile una trasformazione nel senso della coscienza morale contemplativa, ossia

che l’uomo non riesca a riconoscere come facenti parte di lui stesso

le immaginazioni karmiche suscitate e guidate dal Cristo e per ciò non voglia osservarle nelle sue azioni.

 

Con quanto esposto è collegato un aspetto del tutto particolare del gruppo scultoreo, in cui il Cristo, quale Rappresentante dell’umanità, stabilendo l’equilibrio tra i due tipi di forze oppositrici, nel contempo le vince e le supera.

Con ciò,

• da un lato viene tenuto costantemente aperto agli uomini l’accesso all’azione del Cristo sul Golgota,

• e dall’altro lato viene anche resa possibile la nuova collaborazione con Lui nell’ambito del Karma.

Così, in quest’opera d’arte unica è portato ad espressione il duplice Mistero del ritorno eterico del Cristo.

 

Ma come potè Rudolf Steiner stesso giungere a tale aspetto della sua rappresentazione, ossia scoprire questo duplice Mistero del ritorno eterico?

Questo fu possibile soltanto perché egli era colui che aveva compenetrato completamente la propria memoria e la propria coscienza morale con l’Impulso-Cristo, e per ciò dalla propria memoria cristificata egli potè sperimentare e anche rappresentare nella sua opera il Mistero del Golgota quale centro di tutta l’evoluzione del mondo.

E dalla sua coscienza morale cristificata, come primo egli potè annunciare il nuovo ufficio del Cristo quale Signore del Karma, e nella diretta collaborazione con Lui in questo ambito gli fu concesso di confidare agli uomini i possenti risultati delle sue indagini sul Karma, che trovarono la loro culminazione nella manifestazione del Karma degli antroposofi e di quello della Società Antroposofica Universale fondata a Natale del 1923.

Con ciò, da Rudolf Steiner fu posto il fondamento sul quale tutti gli uomini di buona volontà, che hanno veramente a cuore le conferenze sul Karma e vogliono congiungerle con tutta la loro anima quale nuova comunità karmica sulla Terra, possono fare i primi passi verso la collaborazione con il Cristo quale Signore del Karma.

 

 


 

Note:

62 – Perciò in molte occasioni Rudolf Steiner sottolinea l’affinità fra immagini ricordo e immaginazioni {vedi p. es. nel suo libro La soglia del mondo spirituale, cap. 2, «Della conoscenza del mondo spirituale», 0.0.17).

63 – Nella conferenza del 29 luglio 1922 (O.O. 214) Rudolf Steiner parla dei compiti di Schiller e di Goethe. Così Schiller, durante la sua vita, dall’ambito dell’astratto filosofare a lui familiare doveva giungere a percepire le vere immaginazioni e Goethe, che si trovava già ampiamente nel mondo delle immaginazioni, doveva giungere alla cosciente esperienza delle ispirazioni.

64 – Per dame una spiegazione, in alcune conferenze Rudolf Steiner racconta la storia di un uomo che un giorno e per più settimane aveva perduto la sua memoria, e per ciò in quel periodo, quale essere dotato di Io, non era in grado di controllare nel modo giusto la sua vita (vedi O.O. 234, 8.2.1924).

65 – O.O. 152, 7.3.1914. -A questo processo di trasformazione interiore delle forze della memoria (alla loro cristificazione) partecipa direttamente anche l’anima natanica (l’essere del Gesù Luchiano). Vedi in S. O. Prokofieff, Il corso dell’anno come via di iniziazione all’esperienza dell’entità del Cristo. Un esame esoterico delle feste dell’anno, Parte II, cap. 4, «Il quarto intervento dell’anima natanica e la facoltà della memoria dell’uomo», Ed. Arcobaleno, Oriago (VE) 1996.

66 – Nella conferenza del 7 ottobre 1911 (0.0. 131) Rudolf Steiner mette in rilievo che tale afferrare l’ufficio del Karma nell’umanità da parte del Cristo avverrà «verso la fine del XX secolo» e perdurerà poi sino alla fine dell’evoluzione della Terra (vedi 0.0. 130, 2.12.1911).

67 Il Cristo stesso dice: «Non crediate che io sia venuto ad abrogare la legge o i profeti; non sono venuto ad abrogare, ma a compiere» (Mt 5,17).

68 – Vedi anche l’Appendice a questo libro, «Del rapporto con il Cristo oggi».

69 – Quali possono essere i primi passi nella direzione di una tale cristificazione della memoria, lo mostrarono le molteplici Biografie pubblicate da Peter Selg e che hanno come loro fondamentale caratteristica il fatto che in ogni osservazione biografica è posta al centro soprattutto l’efficacia dell’Impulso-Cristo, o direttamente o mediante l’incontro con Rudolf Steiner.

70 – Sull’unione spirituale dell’umanità vedi dettagli nel capitolo 1.