Saggezza stellare e religioni lunari e solari

O.O. 353 – La storia dell’umanità e le civiltà del passato – 12.03.1924


 

Sommario: Saggezza stellare e religioni lunari e solari.

Dipendenza dal mistero del Golgota di tutti gli eventi terrestri. L’antica religione ebraica. Influssi lunari sull’uomo. Lo speciale carattere degli Ebrei. Il Cristo Gesù nato due volte e l’essere solare del Cristo. L’Ostensorio. Gesù di Nazareth fu l’ultimo ad avere l’influsso solare. Il cristianesimo religione solare. Quel che prima avveniva nel chiuso dei misteri ora fu di fronte al mondo intero. Giuliano l’Apostata. Enrico II e la Ecclesia catholica non romana. Le crociate. Il vero cristianesimo. Il monachesimo non sempre ben visto dalla Chiesa. La grande idea del cristianesimo: la discesa delle forze solari sulla terra.

 

Ora, signori miei, vogliamo continuare con le considerazioni sul mistero del Golgota. Avevo detto che l’ulteriore evoluzione deve partire dal fatto che quel che avviene sulla terra non dipende soltanto dalla terra, ma dall’universo intero. La dipendenza degli eventi della terra dal cosmo intero è una delle idee difficili da comprendere, specialmente dall’uomo moderno. D’altra parte non si può comprendere il più semplice evento umano, se non si sa che si hanno influssi continui dallo spazio cosmico sulla terra. Lo avevo già esposto per le cose più diverse. Oggi devo esporvelo in relazione al mistero del Golgota.

 

Avevo fatto presente che gli Ebrei, che ho presentato come il quarto popolo nel corso evolutivo, in effetti avevano scoperto la quarta parte costitutiva umana, l’io umano. Avevano chiamato Jahvè tale quarta parte costitutiva, intesa come interiorità divina dell’uomo. Avevano anche posto Jahvè in una determinata relazione con l’universo e il cielo stellato.

 

Sapete anche che il cristianesimo ebbe il suo inizio in Palestina. Gesù di Nazareth viveva in Palestina ed era ebraico l’ambiente nel quale viveva. La religione ebraica era la religione della Palestina; il dominio politico era però romano, ma in quella lontana regione i Romani non erano in grado di eliminarvi anche la religione. Attorno a Gesù di Nazareth dominava quindi la religione ebraica.

 

Che cosa era in effetti la religione ebraica? La comprenderete meglio se dirò qualcosa del popolo che abbiamo nominato prima di quello ebreo e che era vissuto in Mesopotamia, ancora più addentro nell’Asia: i Babilonesi, gli Assiri. Questi popoli che vivevano in Asia, ed erano vicini agli Ebrei, avevano una religione tipicamente stellare. Oggi la gente dice che quei popoli adoravano le stelle. In realtà non adoravano le stelle, ma, in base a una saggezza istintiva di quei tempi, sapevano delle stelle molto di più di quanto non ne sappiano oggi gli uomini. Gli uomini di oggi credono di sapere tutto delle stelle.

 

Forse in questi giorni avrete letto come tale sicura conoscenza delle stelle minacci di scomparire. In questi giorni è stato reso noto che è stata fatta una scoperta secondo la quale in realtà la terra non è attorniata da uno spazio vuoto, ma che per un’altezza di quattrocento chilometri essa è circondata da solidi cristalli di azoto! Si deve cioè presumere che l’antico cielo cristallino del quale parlava l’antichità greca, oggi sia stato a poco a poco giustificato. Lo dico solo fra una cosa e l’altra. Da cose del genere si può vedere quanto poco in effetti gli intelligentoni del presente conoscano delle stelle.

 

Riflettiamo soltanto su una cosa: pensiamo a un abitante di Marte (e in astronomia si suppone anche che Marte sia abitato). Ammesso che egli non abbia già telescopi molto sviluppati, se guarda verso la terra non vedrà i singoli uomini, ma vedrà la terra brillare nello spazio con una luminosità verdastra. Sulla terra brulicano però uomini, ed essi sono in relazione con entità spirituali. Lo stesso avviene per le altre stelle. Come le forze fisiche delle stelle hanno un influsso sulla terra, naturalmente lo hanno anche le forze spirituali, in particolare sull’essere umano. Questa era l’antica ed istintiva saggezza degli Orientali, e cioè che le stelle avevano in sé entità spirituali che essi onoravano a loro modo; adoravano dunque entità spirituali e non stelle fisiche. In questo senso la religione nell’Asia minore era una religione stellare. Ciò significa che gli uomini presupponevano che Saturno avesse, ad esempio, entità spirituali che a loro volta avevano una certa influenza sugli uomini. Giove aveva a sua volta entità spirituali, e tutte quelle entità avevano un influsso sulla vita terrena umana.

 

Gli Ebrei si occupavano però meno delle altre stelle; avevano tuttavia preso dalle antiche religioni l’influsso della luna, e avevano posto il loro Jahvè, il loro Jehova in relazione con la spiritualità della luna. In effetti secondo l’originaria religione ebraica Jahvè, che vive nell’io umano, dipende dalla luna.

 

Ora, signori miei, questa non è solo una saga, neppure è soltanto una semplice superstizione religiosa, ma è qualcosa di scientificamente dimostrabile. L’uomo infatti, nel periodo che è anche importante per la sua esistenza terrena, cioè nel periodo della gravidanza della madre, quando l’essere umano è ancora embrionale, è del tutto dipendente dalla luna. Si conosceva da molto tempo la dipendenza dell’essere umano dalla luna durante il periodo embrionale, quando l’essere umano è ancora in germe, tanto che si calcolava il tempo della gravidanza in dieci mesi lunari. Soltanto da pochissimo tempo si è cominciato a calcolare in mesi solari i mesi lunari, e si è giunti ai nove mesi. In quei dieci mesi lunari, che giustamente si calcolavano per il periodo della gravidanza, si nasconde il fatto che l’essere umano è dipendente dalla luna durante il suo periodo embrionale, quale germe nel corpo della madre. Ma in che senso è dipendente dalla luna? Lo avevo già fatto notare.

 

La realtà è che l’ovulo fecondato contiene in effetti materia terrena distrutta, polverizzata, dalla quale mai nulla diverrebbe, se su di esso agissero soltanto forze terrestri. Dal germe umano deriva in sostanza qualcosa perché vi è un influsso lunare. Si può quindi dire che l’essere umano arriva a una vita terrena grazie alle forze della luna. Così gli Ebrei, che vedevano in Jahvè una divinità lunare, in effetti intendevano indicare la dipendenza dell’uomo dalle forze della luna, quando discendeva sulla terra.

 

Certo, i popoli più addentro nell’Asia, i Babilonesi, gli Assiri, tenevano conto di altri influssi oltre a quelli della luna. Ad esempio dicevano che Giove ha un determinato influsso affinché l’uomo diventi intelligente nella sua evoluzione, oppure rimanga sciocco e così via. Comunque gli Ebrei non si occupavano di tali collaterali influssi. Onoravano solo un dio, ed era appunto una divinità lunare. Di solito è considerato un gran progresso religioso da parte degli Ebrei essere passati da molti dèi a un solo dio.

Il dio che gli Ebrei adoravano, il dio Jahvè, fu conosciuto anche da Gesù di Nazareth nell’ambiente religioso ebraico in cui era immerso e in cui fu in certo senso istruito.

 

Quando si adora soltanto il dio lunare, dal quale l’essere umano dipende dal tempo in cui viene portato nel grembo materno, si può pensare che l’uomo porti con sé già sulla terra tutto il proprio essere. Ciò risultava anche nella religione ebraica, nella religione di Jahvè. Se si fosse chiesto a un antico ebreo di dire perché fosse ammalato, avrebbe risposto che Jahvè aveva così voluto. Se la sua casa fosse bruciata e gli fosse stato chiesto del perché, egli avrebbe risposto che Jahvè lo aveva voluto; e così via. Egli riconosceva solo quel dio grazie al quale l’uomo discende sulla terra; faceva risalire tutto a Jahvè. La religione ebraica aveva così una certa rigidità. Per così dire, l’uomo si sentiva per tutta la sua vita dipendente da quel che aveva portato con sé sulla terra.

 

Oltre a quella ebraica, Gesù di Nazareth aveva imparato a conoscere anche altre religioni che dicevano: sull’uomo non si ha solo un influsso dalla luna, ma anche da altre stelle. Anche nei Vangeli viene accennato alla relazione fra le religioni stellari dell’Oriente, dell’Asia, e quella del paese nel quale Gesù era nato. Viene detto che i saggi dell’Oriente avevano visto una stella che li aveva condotti al luogo di nascita di Gesù di Nazareth.

 

Come oggi sono visti i Vangeli, naturalmente è un malinteso. La realtà è piuttosto che i saggi dell’Oriente venivano dalla loro conoscenza stellare e che avevano visto dalla costellazione stellare, dalla posizione delle stelle, che si presentava un evento importantissimo. La saggezza stellare dell’Oriente, la saggezza stellare dell’Asia veniva in contatto con la nascita di Gesù di Nazareth. Tale legame fu d’altra parte sempre conservato.

 

Lo scopo principale di Gesù di Nazareth era di dare all’uomo un’essenza interiore, anche quando l’uomo già era sulla terra. L’ebreo diceva che tutto viene da Jahvè, ma Jahvè in realtà ha un influsso determinante solo fino alla nascita, e l’uomo, dopo la nascita, non porta avanti sulla terra semplicemente l’impulso di Jahvè. Il Cristo Gesù portò nel mondo soprattutto questo, e cioè che l’uomo, durante la propria vita, non fosse soltanto una sfera che si muove per la spinta ricevuta da Jahvè nel grembo della madre, ma che durante la sua vita avesse anche una volontà interiore grazie alla quale poter rendere migliore o peggiore il suo essere, la sua personalità. Per i tempi di allora era una grandissima idea, perché la saggezza stellare era in effetti stata tenuta del tutto segreta, e nella stessa Palestina nessuno ne sapeva qualcosa, e neppure a Roma. La saggezza stellare era stata tenuta del tutto segreta. Fu perciò un fatto notevole quando Gesù di Nazareth, indicando il sole e non le altre stelle, disse che l’influsso sull’uomo non viene soltanto dalla luna, ma anche dal sole.

 

Così allora fu fatto moltissimo. Occorre però pensare che queste cose non erano da considerare solo teorie, ma anche realtà. Che cosa avviene in effetti quando l’essere umano è sotto l’influsso della luna mentre è nel grembo materno? Ebbene, signori miei, entra allora dalla luna nell’essere fisico la sfera animica, la sfera animico-spirituale. In quanto anima, l’essere umano scende dal mondo celeste, dalla luna. Che cosa significava allora che gli Ebrei dicessero che Jahvè influisce sull’uomo durante la gravidanza della madre? Gli Ebrei intendevano dire che tutto ciò che nell’uomo è spirituale-animico deriva dalla luna; nella luna vi è il creatore dell’anima umana. Quando cioè gli uomini si aggiravano sulla terra l’ebreo diceva: la parte fisica, la parte materiale nell’uomo viene dalla terra; quella spirituale- animica egli la ottiene dal vasto cosmo attraverso la luna. In realtà dunque lo spirito umano entra nell’uomo attraverso la luna. In tal modo viene detto: quando incontro un uomo, devo credere che la sua anima sia entrata in lui attraverso la luna, e che mediante la via degli dèi lunari egli abbia ricevuto ciò che vive nella sua anima.

 

Gesù di Nazareth insegnava che era sì giusto che l’uomo avesse quell’anima, ma che anche nel seguito della vita egli la potesse modificare. L’uomo ha cioè qualcosa di una libera volontà. L’anima umana può modificarsi nel seguito della vita.

 

Come arrivò Gesù di Nazareth ad affermare tutto ciò? Ecco la domanda. Per dare una risposta, occorre vedere molte cose.

Sappiamo che gli Ebrei si distinguevano da tutti gli altri popoli. La differenza è che per secoli gli Ebrei erano stati educati nella religione lunare e che ogni altro influsso era stato escluso. Per comprendere queste cose occorre addentrarsi in alcune caratteristiche dell’ebraismo. Si possono fare ovunque ricerche e si vedrà che gli Ebrei sono molto dotati per la musica, ma per contro molto poco per la scultura, la pittura o altro del genere; sono molto dotati per il materialismo, ma poco per riconoscere il mondo spirituale, dato che onoravano in effetti solo la luna in tutto l’universo extraterrestre, del quale erano poco coscienti. Il carattere ebraico e quello greco erano del tutto opposti. I Greci erano soprattutto dediti alla scultura, alla pittura e all’architettura. Gli Ebrei sono un popolo musicale, un popolo di sacerdoti che soprattutto dà forma all’interiorità che proviene dall’originario talento nel grembo materno.

 

Nel tempo in cui Gesù di Nazareth viveva, quella caratteristica era stata sviluppata al massimo grado. Gli Ebrei che oggi conosciamo in Europa vivono da tempo fra gli altri popoli e ne hanno acquisito diverse caratteristiche. Chi però sa distinguere vede sempre lo speciale modo di essere degli Ebrei rispetto agli altri. Con questo non è detto che il loro modo sia peggiore, ma che è diverso. Come vivevano dunque gli Ebrei? Indirizzavano la loro anima, tutta la loro anima verso la luna. Così per loro tutto ciò che esisteva si riferiva alla luna, mentre proprio nulla si riferiva al sole. Il sole era del tutto dimenticato. Se Gesù di Nazareth fosse rimasto ebreo non avrebbe potuto insegnare altro che la religione lunare. Non rimase però soltanto ebreo, ma nel corso della sua vita ebbe un altro impulso. Gli venne impartito un diretto impulso spirituale dal sole.

 

In certo modo egli nacque due volte. Le precedenti religioni orientali conoscevano tutte tale doppia nascita. Era stata però dimenticata ed esisteva solo come notizia; non la si comprendeva più. Così in un certo momento Gesù di Nazareth sentì di essere nato un’altra volta: proprio come avevo ricevuto nel grembo materno la mia anima dalla luna, ora la rinnovo da parte del sole. Nelle cerchie degli iniziati da quel momento in poi si chiamò Cristo Gesù Colui che era stato Gesù di Nazareth. Si disse che Gesù di Nazareth era appunto diventato uomo ed ebreo grazie alle forze lunari, come gli altri Ebrei; dato però che a un certo punto della sua vita aveva ricevuto l’influsso del sole, egli nacque una seconda volta come Cristo.

 

Naturalmente l’uomo di oggi, che non è in grado di accettare spiritualmente cose del genere, nulla riesce a immaginarsi di esse. Non riesce a pensare che prima della nascita nel grembo materno l’essere umano venga unito alla sua anima dalla luna, ricevendo l’anima dal mondo esterno, tanto meno sa immaginare che Gesù di Nazareth abbia avuto un influsso solare, che per così dire sia nata in lui una seconda personalità. Come nel grembo materno entra la prima personalità, così in Gesù di Nazareth entrò appunto un essere solare come seconda personalità.

 

La religione cattolica romana ha del tutto dimenticato nelle sue parole ciò che ora vi ho raccontato. Andando però a una messa, a una messa solenne, sull’altare si vede, e se ne riceve anche la benedizione, il cosiddetto Santissimo, l’Ostensorio (si veda il disegno seguente); all’interno vi è l’ostia e attorno i raggi. Che cos’è tutto ciò? È il sole con sotto la luna. Tutto l’Ostensorio, tutto il Santissimo con la sua struttura dice che il cristianesimo deriva da una visione che non riconosce come quella ebraica solo la luna, ma anche il sole. Come alla nascita l’uomo ha l’influsso della luna, così il Cristo lo ebbe dal sole.

 

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Ora si può dire che ognuno potrebbe nascere due volte e ricevere l’influsso del sole nel corso della sua vita. Non è però così; la realtà è piuttosto diversa: il Cristo Gesù ricevette un influsso che agì direttamente sull’io umano. Ora, dove s’indirizza l’influsso della luna che agisce nel grembo materno? Avevo detto che l’uomo consiste di corpo fisico, corpo eterico, corpo astrale e io. L’influsso lunare va sul corpo astrale, il quale, inconscio nell’uomo, viene influenzato dalla luna. Invece l’influsso solare del Cristo va sull’io che è autonomo.

 

Che cosa avverrebbe se l’influsso solare sull’uomo fosse come l’influsso lunare? Come uomini singoli, sulla nascita non abbiamo un forte influsso; veniamo semplicemente inviati nel mondo. Se però l’influsso solare fosse come è l’influsso lunare, a trent’anni sperimenteremmo quell’influsso solare e nulla potremmo fare, proprio come nulla possiamo fare alla nascita. A trent’anni saremmo d’improvviso diversi e persino dimenticheremmo quel che prima avevamo fatto. Immaginiamo di arrivare tutti ai ventinove anni e che poi arrivi il trentesimo, e noi si rinasca. Ora incontriamo qualcuno che non ha ancora raggiunto i trent’anni, mentre noi siamo rinati, e ci dice: Ciao, come va? Ebbene, noi cadremmo come dalle nuvole, non capiremmo chi è e di cosa parla.

 

Così sarebbe, se in realtà a trent’anni per ognuno iniziasse l’influsso solare. Certo vi sembrerà molto improbabile, pure è vero. È soltanto dimenticato, perché nel frattempo si ha un continuo falso storico, e quindi non lo si sperimenta. Qualcosa di molto simile esisteva in tempi più antichi, anche se non in modo tanto drastico come ora l’ho descritto. Diciamo che in tempi antichissimi, sette o ottomila anni fa, guardando all’India davvero avveniva che gli uomini a trent’anni nulla più sapessero della loro vita precedente: diventavano del tutto nuovi. Poi il mondo circostante diceva: ora devi andare all’anagrafe, per usare parole moderne, e gli si diceva come si chiamava e chi era. Questa trasformazione divenne naturalmente sempre più debole, ma comunque esisteva. Ancora presso gli Egizi avveniva ad esempio che gli uomini a cinquant’anni più non ricordassero la loro giovinezza, e risalissero col ricordo soltanto fino ai loro trent’anni; il rimanente lo sapevano dagli altri, così come oggi veniamo a sapere dagli altri che cosa facevamo da bambini fino ai due anni. La storia non racconta che l’umanità sulla terra si sia tanto modificata, ma pure è così.

 

A seguito di speciali eventi Gesù di Nazareth fu l’ultimo uomo a conseguire l’influsso solare, mentre tutti gli altri ormai non lo conseguivano più. Anche nei Vangeli è scritto dell’influsso solare, solo che gli uomini lo fraintendono. Nei Vangeli è scritto che Gesù si fece battezzare nel Giordano da Giovanni. In quell’occasione si presentò una colomba, che appunto accenna all’influsso solare. Discese allora l’Essere solare in Gesù. Egli fu l’ultimo che ricevette in sé l’Essere solare. In quel tempo gli altri non ne erano più maturi, date le loro caratteristiche corporee. Egli fu dunque l’ultimo.

 

Ritorniamo ora agli uomini dell’antico Oriente: ognuno poteva dire che nel corso della vita il sole ha un influsso sull’uomo, e che così entra in lui un nuovo essere. Nel tempo in cui visse il Cristo Gesù, in generale, non lo si poteva più dire; i sacerdoti lo sapevano solo in base alla loro scienza, non per visione interiore.

 

Che cosa doveva presentarsi al posto dell’adorare il sole? In tempi antichi, prima del periodo ebraico, la gente adorava il sole perché sapeva che dal sole viene il grande e poderoso influsso durante la vita. Ora non potevano più adorare il sole, perché non ne ricevevano più l’influsso. Che cosa si presentava al posto del sole? Il Cristo Gesù stesso. Venne così fondato il cristianesimo, e si ebbe anche una religione solare assieme a quella stellare, indicando direttamente il sole; poiché il Cristo Gesù ebbe per ultimo l’influsso solare, si poteva solo indicare il Cristo e dire che in Lui vi è lo spirito del sole.

 

Si ebbe così il grande cambiamento, e fu la più poderosa rivoluzione nel modo di pensare: il Cristo Gesù, che prima si vedeva sul sole, era ora disceso sulla terra. Nei tempi antichi o nei primi tempi del cristianesimo il Cristo veniva sempre chiamato il sole. Nei Vangeli si trova sempre l’espressione: «Il sole, il Cristo», perché appunto si sapeva di che cosa si parlava. Più tardi la cosa fu del tutto dimenticata. In ogni messa solenne lo si può vedere nel Santissimo, nell’Ostensorio. Se però qualcuno dice che è davvero così, che lo si può vedere, allora è un eretico, viene perseguitato come eretico. Nella chiesa cristiana si è sempre considerato pericoloso annunciare la verità sulle stelle e anche sul sole.

 

Perché mai è così? Per capirlo occorre ritornare agli antichi misteri e confrontarli col cristianesimo. Non tutti potevano entrare negli antichi misteri. Già dissi quali ne fossero i gradi: gli iniziati erano corvi, occulti, difensori, sfingi e così via; sapevano dell’influsso che proviene dalle stelle. Per questo i sacerdoti iniziati sorvegliavano severamente affinché non tutti fossero istruiti e solo nei misteri vi fosse la conoscenza. Anche se spesso viene conculcato, il sapere dà infatti potere. Se i sacerdoti sono ancora potenti, è perché la conoscenza è appunto un potere.

 

La saggezza delle stelle era dunque scomparsa, ed ora venne il Cristo Gesù che la rinnovò, però in una forma trasformata, dicendo che occorreva far scendere il dio solare sulla terra. Egli rinnovò la religione solare. Se fosse avvenuto che il Cristo fosse tutto compenetrato del proprio insegnamento, sarebbe riapparsa tutta l’antica religione stellare come azione solare. Così avvenne in molti casi anche nei primi tempi del cristianesimo. Gli antichi misteri rifiorirono, ma avvenne che il Cristo Gesù presentasse la sua poderosa rivoluzione: presentò di fronte al mondo intero quel che prima era nascosto nei misteri. Ora veniva presentato a tutti. Nessuno sforzo riuscì invece a portare fra gli uomini quel che ora dirò.

 

Nel quarto secolo vi fu un Imperatore romano, Giuliano detto poi l’Apostata, che volle reintrodurre l’antica religione stellare. Fu assassinato durante una guerra contro i Persiani! Quel che è avvenuto a Roma lo si può raccontare solo nel seguente modo.

 

In Roma avvenne che il culto delle stelle, che in effetti si era rinnovato con il Cristo Gesù, venisse calunniato come superstizione, anzi addirittura come servizio del diavolo. Venne dunque calunniato, e anzi in qualche modo annullato, ciò che portava alla vera conoscenza, alla conoscenza dello spirito nel mondo. Invece si doveva credere soltanto agli eventi esteriori storici, con il Cristo Gesù in Palestina, come la Chiesa li annunciava. Di conseguenza la Chiesa divenne la massima potenza che si potesse immaginare per tutti coloro che erano diventati credenti. In effetti si diffuse per l’Europa attraverso Roma non il cristianesimo come tale, ma un cristianesimo che aveva acquisito soltanto gli eventi esteriori della Palestina e non l’intero complesso universale. Come era successo tutto ciò?

 

In realtà Roma ha le sue origini da una riunione di briganti, e qualcosa di quell’atteggiamento è a lungo rimasto. Così Roma tese sempre al dominio universale, riunendo in sé anche il dominio religioso. Un tratto di Roma era appunto di avere anche il dominio spirituale assieme a quello temporale. Al posto dell’antico alto sacerdote pagano, il pontefice massimo, era entrato il Papa, assumendone anche il nome. Nel corso del medioevo il Papa si è in effetti sostituito ai Cesari, agli Imperatori romani, assumendo il dominio del mondo, assieme al dominio sui pensieri. All’inizio del secolo undicesimo un eminente imperatore tedesco volle fare quel che a suo tempo aveva fatto Giuliano l’Apostata. Era Enrico II*. La cosa è molto interessante. Enrico II venne anzitutto visto come una specie di santo, perché rappresentava benissimo la concezione cristiana. Regnò dal 1002 al 1024 come una specie di santo. Anche nella storia ebbe il soprannome di santo. Se ancora oggi si scorre il breviario dei preti cattolici, dove vi è l’elenco dei santi vi è anche Enrico II, il santo. Egli era però anche uno che voleva riferirsi all’antica verità. Voleva salvare per il cristianesimo la concezione che nel Cristo Gesù era vissuto lo spirito solare. Mirava a una chiesa cattolica non romana (ecclesia catholica non romana), a una chiesa cattolica che non fosse romana. Si pensi a quegli anni, all’inizio del secolo undicesimo! Solo molto più tardi vi fu il luteranesimo. Se allora fosse avvenuto tutto ciò cui mirava Enrico II, cioè una chiesa cattolica non romana, il cristianesimo si sarebbe presentato in Europa nella sua importanza universale; attraverso la vita religiosa vi sarebbe stata una vera scienza dello spirito. Però allora Roma vinse, vinse cioè la Roma religiosa cesarea. Non vi fu una ecclesia catholica non romana, ma continuò a vivere la chiesa cattolica romana. L’imperatore Enrico II voleva invece separare del tutto la chiesa cattolica dal dominio temporale.

 

Ora, bisogna ammettere che si sarebbe trattato di un’azione di vastissima portata: tutte le persecuzioni degli eretici non sarebbero avvenute, poiché le persecuzioni venivano solo dal dominio sui pensieri. In realtà però non è possibile dominare i pensieri. Riflettiamo un momento sul problema. Si possono in realtà dominare i pensieri? No, non si può! Li si può dominare soltanto dominando l’uomo nella sua manifestazione mondana, se lo si obbliga a frequentare determinate scuole, introducendo norme che stabiliscono a quale classe egli debba appartenere. Con la classe egli acquisisce poi una determinata concezione e così via. Non si possono dominare i pensieri! Mai una chiesa potrebbe diventare dannosa se una potenza temporale non la aiutasse, esercitando un dominio fisico sugli uomini. Una chiesa può soltanto insegnare, e l’uomo deve lui stesso acquisire quel che la chiesa insegna. Così voleva fare Enrico II. Solo che, come ho detto, nel Papa di allora vinse l’antico Cesare, l’antico Imperatore. Sappiamo che allora era molto forte il potere temporale. Lo si può ritenere una cosa dannosa, ma in ogni caso ai tempi di Enrico II il potere temporale era fortissimo. Se allora si fosse riusciti a organizzare una chiesa cattolica non romana, l’insegnamento della Chiesa si sarebbe svolto al di fuori del potere temporale.

 

In sostanza le crociate volevano questo. Delle crociate si dice sempre che siano state fatte al servizio di Roma. Di solito si dice sempre che furono organizzate perché i terribili Turchi avevano conquistato Gerusalemme, impedendo ai pellegrini di pregare in tranquillità appunto a Gerusalemme quando vi si recavano. Allora Roma si impegnò mandando in giro per l’Europa Pietro di Amiens a predicare le crociate. Molti avrebbero dovuto confluire nella crociata, portarsi in Asia verso Gerusalemme. Grazie alle prediche di Pietro di Amiens stesso si mise insieme una grande crociata al comando di Pietro di Arfliens e di Gualtiero Senzaterra (possiamo immaginare perché costui si chiamasse così: nulla possedeva, come noi tutti. Nemmeno noi infatti saremmo in grado di procacciare tutto quel che costa una crociata verso l’Asia!). Ad ogni modo tutta quella crociata fu un disastro e nulla raggiunse.

 

Di contro, altri si impegnarono sotto la guida di Goffredo di Buglione; essi non erano al servizio di Roma e volevano anzi qualcosa di simile a quel che voleva Enrico II. Volevano eliminare il potere temporale [della Chiesa]. La crociata si svolse attraverso l’Italia, la Grecia, il mar Nero e l’Asia, fino a Gerusalemme che doveva diventare la capitale della religione cristiana. Roma doveva essere eliminata dalla vera prima crociata. In effetti le crociate furono condotte contro Roma, e comunque si voleva rendere la Chiesa indipendente dal potere temporale.

 

Comunque tutto ciò non riuscì, e nelle successive crociate si mischiarono di nuovo i principi romani. La cosa è anche raccontata nella storia delle crociate.

 

In effetti è poi avvenuto che tutta la base del cristianesimo, che pur contiene la grandiosa idea della forza solare ridata dal Cristo Gesù sulla terra, e l’altra per cui ognuno che la riconosce può diventare libero («Voi riconoscerete la verità, ed essa vi renderà liberi»), non venne riconosciuta. In sostanza tutto rimane ignorato lungo tutta l’evoluzione umana, e soltanto oggi può essere scoperto il vero cristianesimo grazie alla scienza dello spirito. Non c’è quindi da meravigliarsi che coloro che rappresentano oggi il cristianesimo consolidato si oppongano al cristianesimo che davvero si rifà al Cristo Gesù e che insegna le stesse cose che Egli insegnava. Tutto ciò si avvera nell’antroposofia. Di conseguenza non c’è da meravigliarsi che rifiutino il cristianesimo coloro che conoscono solo quello di oggi. Il rifiuto non riguarda però il cristianesimo. Socialmente esso fece un grandioso progresso, quello cioè di far sparire a poco a poco la schiavitù. Se non ci fosse il cristianesimo, neppure esisterebbe tutta la scienza di oggi, perché si può vedere che la maggior parte delle grandi scoperte fu fatta da monaci. Solo la pompa ad aria fu scoperta dal bravo sindaco Guericke di Magdeburgo, mentre la maggior parte delle grandi scoperte furono fatte da monaci. Così fu un abate cattolico, Copernico, che scoprì il sistema copernicano. Anche le scuole dipendevano in effetti da monaci.

 

Si aggiunge ancora dell’altro. La realtà è che in effetti i conventi non erano visti di buon occhio dalla Chieda del passato, perché i monaci conservavano ancora molto dell’antica scienza. Presso i monaci, ai quali era semplicemente proibito di aprir bocca, si trova già qualcosa della sapienza stellare. La si trova senz’altro, volendola cercare. Le cose che vi ho raccontato (l’ultima volta vi ho mostrato come venivano distinti gli uomini e le donne ancora nel diciassettesimo secolo) si sono protratte dai tempi antichi fino nel monachesimo, non però nel mondo esterno, e in sostanza solo nei secoli diciassettesimo e diciottesimo si è arrivati a eliminarle. Il medioevo non era oscuro, come di solito si crede; è solo oscuro quel che vi si vede abitualmente. In segreto la gente aveva molta saggezza, solo che oggi non la si comprende, anche se si leggono gli antichi scritti. Ho già mostrato e anche spiegato che con l’espressione “mummia” oggi nessuno capisce che cosa fosse una mummia.

 

Così la più grande idea del cristianesimo è quella della discesa della forza solare sulla terra.

 

In effetti si ebbe quella che si chiama storia. In Oriente vi era una grande saggezza stellare, ma la storia non era molto considerata. I dotti, i saggi dell’Oriente, hanno sempre affermato che negli spazi celesti vi è la creazione, ma non si sono mai troppo occupati di quel che fanno gli uomini sulla terra. Con gli Ebrei entra qualcosa nella storia, ed è una storia che comincia anche con la saggezza stellare: i sette giorni della creazione sono anch’essi saggezza stellare. Poi tutto diventa caotico, tutto si confonde. Una vera storia, che suddivide tutta l’evoluzione sulla terra in precristiana e postcristiana si presenta soltanto col cristianesimo.

 

Questo volevo dire oggi. Sabato prossimo vorrei ancora aggiungere qualcosa.