Alcune osservazioni circa un’icona russa

Il corso dell’anno come via di iniziazione – Appendice


 

La presente immagine rappresenta un’icona russa del XVIII secolo: «Concilio celeste di San Michele Arcangelo»

è rappresentata una cerchia di dodici arcangeli.

In alto al centro sta lo stesso Michele, quale guida dell’intero «concilio celeste», tredicesimo fra i dodici.

 

 

 

Michele è il rappresentante dell’impulso solare contornato dalle dodici stelle.

 

 

Quale «volto del Cristo» Michele tiene in mano due sfere di fuoco

sulla quali sono tracciati i monogrammi JS e XS che stanno per «Jesus» e «Christus»

ed è in atteggiamento benedicente verso la figura centrale sotto di lui:

il giovane Gesù (l’anima natanica) prima del battesimo al Giordano.

 

La cerchia degli arcangeli è collocata in modo che in primo piano compaiono due di essi che sembrano sostenere la figura di Gesù con un gesto delle mani. Vestiti l’uno di rosso e l’altro di blu ricordano le due colonne Jakim e Boas che si ergevano anticamente all’ingresso del tempio di Salomone. Ciascuno è posto alla testa di un gruppo di sei arcangeli, che simboleggiano altresì le due metà dell’anno e nell’insieme il suo intero corso (cfi appendice n. 2). L’effigie del giovane Gesù (l’anima natanica) sta al centro della composizione, sullo sfondo di un doppio disco solare sul quale si leggono le parole: «Il signore, l’onnipotente». L’anello esterno più luminoso rappresenta l’aura eterica del Sole, mentre quello interno più scuro l’aura astrale.

 

Entrambi i dischi vengono compenetrati dai raggi dorati che si fondono l’uno nell’altro e simboleggiano la terza aura, puramente spirituale. Nell’aureola di Gesù è riconoscibile una croce a lettere greche: ? o ν. Prese nell’insieme esse compongono la parola οων, che significa « colui che è », « l’essente », e costituisce l’abbreviazione dell’espressione veterotestamentaria «io sono colui che sono» (in ebraico «ehjèh ashèr ehjeh» Esodo 3,14).

Queste tre lettere, che si trovano spesso nelle icone russe e bizantine, specialmente se raffigurano Gesù bambino o adolescente (fino al battesimo), alludono al mistero che si cela nelle fonti medesime della genealogia di Gesù, così come tramandata nel vangelo di Luca, ove si dice che Gesù discendeva da Adamo e «Adamo da Dio» (3,38) dal Dio del ‘io sono’» (cf. O.O. 95,1.4.1907). Tutta la figura di Gesù (dell’anima natanica), rappresentata fino alla cintola, riposa su tre esseri ignei esapteri che nell’aspetto ricordano i serafini. Essi stanno a simboleggiare le tre categorie di spiriti della seconda gerarchia che vivono nella sfera solare: potestà, virtù, dominazioni.

 

Sul piano compositivo l’icona si divide in tre parti: in basso la raffigurazione di tredici nubi bianco-azzurre (quanti sono gli arcangeli); nella parte mediana, raccolti intorno allo stesso Gesù i tredici arcangeli in vesti di diverso colore con a capo Michele; nella parte superiore le loro aureole che si confondono le une con le altre, sfumando nel mare di luce d’oro che riempie lo spazio circostante. Questi tre elementi: le nubi bianco-azzurre, le vesti multicolori degli arcangeli e le loro aureole che si dissolvono nel fondo dorato, corrispondono alle regioni eterica, astrale e puramente spirituale del mondo soprasensibile.

 

Fra gli esseri della terza gerarchia

• gli angeli sono soprattutto collegati al mondo dell’immaginazione,

• gli arcangeli a quello dell’ispirazione

• e le archai a quello dell’intuizione.

 

Per questo motivo nell’icona i tredici arcangeli (in ogni caso quelli le cui teste sono visibili) sono rappresentati in uno stato di ‘ispirazione divina’, indicata dalle correnti spiraliformi che si riversano come dal di fuori nelle loro orecchie. Ogni arcangelo, eccetto Michele, tiene in mano una lancia che termina con un tridente. E il simbolo delle forze spirituali con cui gli arcangeli dirigono dall’alto verso il basso le ispirazioni che ricevono, là dove devono fecondare il pensare, il sentire e il volere nel corso del ritmo duodecenario dell’anno.

 

Complessivamente quindi nei motivi di questa icona abbiamo una stupefacente sintesi di taluni aspetti del mistero cosmico dell’anima natanica: il suo rapporto con l’arcangelo Michele quale suo protettore celeste (cf. parte II cap. 2) nonché la sua connessione con la sfera solare, che è il luogo dei mondi spirituali ove essa sostò e operò fino all’incarnazione sulla Terra alla svolta dei tempi (cf. parte I, cap. 3).

 

Inoltre nei tre motivi principali dell’icona, trovano espressione artistica i tre temi centrali del presente lavoro:

• i dodici arcangeli sono le guide attraverso i dodici mesi dell’anno,

nonché attraverso le dodici notti sante che ne sono la sintesi, il riflesso spirituale;

• l’arcangelo Michele, che nell’epoca nostra si presenta come reggente cosmico,

ausilio e ispiratore della via di iniziazione contemporanea cristiano-rosicruciana;

• e infine l’anima natanica, raffigurata nella sfera solare

e alla quale sono dedicati numerosi capitoli di quest’opera (cf le parti II, V, XII).

Essa ci indica l’archetipo dell’essere umano che ha raggiunto

la prima e vera esperienza totale dell’entità del Cristo.