Il Cristo eterico e lo Spirito di Michele al Suo servizio

L’apparizione del Cristo eterico


 

«Più volte in diversi cicli ho messo in rilievo, che nel novembre 1879 l’entità spirituale, che noi definiamo l’Arcangelo Michele, ha raggiunto un particolare grado evolutivo. Michele divenne per così dire lo Spirito guida. Ora, questo Spirito guida prepara l’evento accennato nel primo dei miei Misteri Drammatici, quale apparizione del Cristo eterico sopra la Terra. »

Rudolf Steiner71

 

Tutta l’attività di Rudolf Steiner – dalla sua iniziale opera filosofica sino ai suoi ultimissimi articoli, che costituiscono una sorta di culminazione e la conclusione della sua attività terrena quale iniziato cristiano e Maestro spirituale – sta sotto il segno del Mistero di Michele, che è collegato inseparabilmente con il Mistero della libertà dell’uomo e il suo nuovo rapporto con il Cristo.

 

• Rudolf Steiner ha fondato l’essere della libertà nella sua Filosofia della libertà

«dalle forze di conoscenza puramente umane».

• Alla fine della sua vita egli fonda «l’essere cosmico della libertà» alla luce del Mistero di Michele.72

 

Da tale formulazione micheliana in riguardo alla libertà umana, diventa riconoscibile anche la moderna via al Cristo.

Infatti, soltanto in Lui e con Lui

nell’epoca dell’anima cosciente l’uomo del presente trova fondata la propria libertà nel senso più profondo.

Ed è Michele stesso che oggi manifesta il Mistero del Golgota quale origine della libertà umana,

unicamente sul cui fondamento può svilupparsi il vero amore.

 

▸ «Possiamo diventare esseri liberi grazie a un atto di amore divino. Come uomini possiamo dunque sentire che siamo esseri liberi, ma non dobbiamo mai dimenticare che dobbiamo tale libertà all’atto di amore di Dio. … Gli uomini non dovrebbero poter afferrare l’idea della libertà senza l’idea della redenzione grazie al Cristo; solo così l’idea della libertà è giustificata. Se vogliamo essere liberi, dobbiamo fare il sacrificio di sentirci debitori del Cristo per la nostra libertà!» (O.O. 131, 14.10.1911).

 

Alla luce del Mistero di Michele è possibile trovare il fondamento esoterico delle parole citate nella seguente descrizione di Rudolf Steiner:

▸ «Michele può illuminarci di una nuova luce spirituale, che dobbiamo considerare come una metamorfosi della luce da lui data all’umanità al tempo del Mistero del Golgota. Noi uomini d’oggi possiamo porci in quella luce» (0.0. 152, 2.5.1913).73

 

Porci in quella luce di Michele tuttavia, oggi significa «comprendere la nuova verità del Mistero del Golgota» (ibidem), vale a dire accostarci al Mistero del Golgota alla svolta dei tempi nello Spirito della sua ripetizione nel mondo spirituale adiacente alla Terra nel nostro tempo (vedi in merito nel capitolo 7).

 

Negli articoli sul Mistero di Michele, Rudolf Steiner caratterizza l’essere di Michele comunicando che

Michele partecipò all’evoluzione dell’umanità sin dall’inizio di essa.

▸ «Però, l’entità spirituale che fin dal principio ha rivolto il suo sguardo all’umanità è Michele.

In certo modo egli organizza le azioni degli Dei in modo che in un angolo cosmico l’umanità possa sussistere.»74

 

Egli è anche lo Spirito che, per creare le condizioni per la futura libertà umana,

nel periodo lemurico ha fatto cadere gli Spiriti luciferici dalle sfere spirituali superiori nel regno degli uomini,

evento che nella Bibbia è descritto come peccato originale.

 

Rudolf Steiner lo formula così:

▸ «‘E spinse giù sulla Terra gli Spiriti a lui avversi’, ciò vuol dire che l’uomo

con questa caduta degli Spiriti luciferici avversi a Michele

venne anzitutto compenetrato con la sua ragione, con ciò che deriva dal capo umano» (0.0. 194, 22.11.1919).

 

È quindi ovvio che in questa partecipazione di Michele al peccato originale dell’uomo – che avvenne su incarico di Spiriti ancor più elevati – fece parte del suo compito anche preservare una parte dell’essere di Adamo, «l’anima sorella» già descritta del primo uomo, dal decadere agli Spiriti luciferici.75 Da allora egli è il custode di essa nei mondi superiori e con ciò il custode dell’immagine celeste dell’uomo. Che ciò sia realmente così lo indicano alcune varianti della cosiddetta «Leggenda aurea», secondo le quali Michele venne chiamato ad essere il custode dell’albero della vita, o di entrambi gli alberi intrecciati – della conoscenza e della vita — dinanzi all’attacco delle forze di opposizione e all’impossessarsene per mezzo degli uomini «caduti».

 

Nel 1° capitolo venne messo in rilievo anche la diretta partecipazione di Michele al terzo grado preparatorio del Mistero del Golgota, da cui risulta anche la sua cooperazione ai primi due gradi, perché egli è attivo ovunque laddove si tratta della lotta contro le forze di opposizione nel senso del Cristo: Michele è sempre colui che tiene sotto i suoi piedi il drago.

Dal Sole Michele sperimentò il Mistero del Golgota, mediante il quale il centro spirituale del nostro sistema cosmico, dal Sole, vale a dire dal regno al cui servizio è egli stesso, fu trasferito sulla Terra.

 

Questo cammino del Cristo dal Sole al regno degli uomini venne poco dopo seguito anche da ciò che Michele sin dal principio amministrava nel cosmo: l’intelligenza o intellettualità cosmica. Nell’ottavo/nono secolo la sua corrente raggiunse la Terra. Da allora l’intelligenza cosmica sulla Terra inizia a diventare intelligenza umana. Gli uomini lo sperimentano, sentendosi nella loro interiorità sempre più come i creatori dei propri pensieri. E su questa via, nelle anime degli uomini viene inserito il fondamento per la libertà.

 

Con l’inizio dell’epoca dell’anima cosciente (1413) viene afferrata dagli uomini in modo crescente

questa nuova facoltà di formazione del pensiero individuale,

e mediante ciò a poco a poco essi raggiungeranno la sfera della libertà.

Da ciò emerge tuttavia anche il pericolo

che l’intelligenza ora vivente in loro, allora appartenente a Michele,venga conquistata dagli Spiriti arimanici.

Tutto lo sviluppo scientifico dell’era moderna mostra che ciò avvenne veramente nei successivi secoli.

 

La scienza ha di certo la sua origine nell’evoluzione cristiana dell’umanità (vedi O.O. 148, 1.10.1913),

tuttavia il suo crescente orientamento materialistico

indica il suo divenire sempre più occupata dalle potenze arimaniche.

Così, il destino dell’intelligenza micheliana si trova, in una dimensione come mai prima,

completamente nelle mani degli uomini.

 

E oggi, soprattutto in questo campo, si esplica la lotta per l’impulso micheliano sulla Terra.

E la domanda decisiva per tutto è questa:

Nel nostro tempo, accanto alla scienza naturale a poco a poco la vera Scienza dello Spirito

compenetrerà e infine trasformerà la civiltà della Terra nel senso della guida di Michele,

oppure, mediante l’ulteriore espandersi del materialismo,

le potenze arimaniche domineranno definitivamente l’evoluzione della Terra?76

 

Per questo, nel nostro tempo per la propria ulteriore evoluzione l’uomo deve decidere tra Michele o Arimane.

Affinché possa essere presa questa decisione nell’umanità nel senso degli Dei buoni che la guidano,

nel mondo spirituale Michele ha istituito

• prima la sua scuola soprasensibile nel periodo dal XV al XVIII secolo   • e più tardi anche il culto cosmico,

per preparare le anime degli uomini nel mondo spirituale tra due incarnazioni a questa lotta per la sua intelligenza,

che verrà condotta più tardi sulla Terra nei cuori degli uomini.

Infatti, già durante la sua attuale guida dell’umanità (dal 1879 sino a circa il 2300)

nel suo orientamento fondamentale questa lotta deve essere vinta da Michele.

 

▸ «Più che ogni altra lotta, questa lotta è posta nel cuore umano . … E nel corso del XX secolo, quando sarà trascorso il primo secolo dopo la fine del Kali Yuga, l’umanità sarà o alla tomba di ogni civiltà, oppure all’inizio di un’epoca in cui nelle anime umane che congiungono nei loro cuori intelligenza e spiritualità sarà decisiva la lotta di Michele per affermare il suo impulso» (O.O. 240, 19.7.1924).

E in questa lotta decisiva soprattutto i cuori degli uomini ▸ «devono diventare gli aiutanti di Michele nella conquista dell’intelligenza caduta dal Cielo sulla Terra» (O.O. 240, 20.7.1924).

 

• Per essere lui stesso partecipe, Michele abbandona la sfera solare e discende a poco a poco nel mondo spirituale adiacente alla Terra. Questo cammino nell’evoluzione di Michele stesso corrisponde alla sua ascesa dal grado di Arcangelo al grado di Arché: Dal 1879 egli è l’attuale Spirito del tempo dell’umanità. Rudolf Steiner rileva che Michele percorre questo cammino in una specie di imitazione del cammino cosmico dell’entità del Cristo:

 

▸ «L’Arcangelo Michele doveva prepararsi a discendere sulla Terra,

a rivivere in certo qual modo il grande cammino precedente del Cristo Gesù stesso,77

a rivivere tale grande circostanza: di stabilire qui sulla Terra il suo punto di partenza

e di continuare ad agire dal punto di vista della Terra» (O.O. 174a, 17.2.1918).

 

Ciò significa che dall’inizio della sua attuale reggenza in modo crescente

Michele vuole eleggere la sua nuova dimora nei cuori degli uomini,

per riprendere di nuovo da là la guida dell’intelligenza strappata loro da Arimane.

 

▸ «Michele, che dal Sole tendeva alla Terra per coloro che vedono lo Spirito nel cosmo,

vuole in futuro eleggere la sua sede nei cuori, nelle anime degli uomini sulla Terra» (O.O. 240, 21.8.1924).

 

Infatti, soltanto se ciò avviene egli può indicare agli uomini una via che dal regno di Arimane li conduce al Cristo.

▸ «Michele non può costringere gli uomini perché la costrizione è cessata appunto

per il fatto che l’intelligenza è entrata del tutto nella sfera dell’individualità umana.

Ma Michele, come una maestosa azione-modello nel mondo soprasensibile

adiacente al mondo visibile, può mostrare ciò che egli vuole svolgere.»78

 

Ciò che egli esplica anzitutto in tal modo nel mondo spirituale

è la manifestazione della luce divino-spirituale delle origini.

In questa luce dell’intelligenza cosmica originaria

che dal passato egli porta nel presente

e nella quale non esiste nulla di luciferico,79

 

Michele può mostrare agli uomini, quale modello per le loro azioni,

«come per lui Arimane sia sempre il basso Spirito sotto i suoi piedi» (ibidem; corsivo di Rudolf Steiner).

 

Gli uomini che si aprono a questa nuova manifestazione di Michele mediante la Scienza dello Spirito,

possono con ciò apprendere «come per mezzo dell’immagine di Michele nella sfera di Arimane,

l’uomo debba in libertà venir sottratto ad Arimane e condotto al Cristo» (ibidem).

• Con ciò, è messo in rilievo il processo macrocosmico attraverso il quale

Michele oggi conduce le anime degli uomini a lui appartenenti anche all’esperienza del Cristo eterico.

 

Secondo l’indagine spirituale di Rudolf Steiner,

il vedere il Cristo eterico è collegato

con la congiunzione delle due correnti di sangue eterizzato nel cuore dell’uomo:

la corrente microcosmica dell’uomo e quella macrocosmica del Cristo,

che dal Mistero del Golgota può essere trovata in ogni uomo (vedi O.O. 130, 1.10.1911).

 

Ma questa congiunzione avrà luogo nell’uomo

soltanto quando il suo cuore sarà del tutto liberato dalle forze del drago,

che nel corso dell’evoluzione terrestre si sono insinuate in esso.80

 

Come ciò avviene, Rudolf Steiner lo descrive nella conferenza del 27 settembre 1923,

dalla quale risulta che, accanto al rappresentato cammino macrocosmico da Michele a Cristo,

esiste anche un cammino microcosmico corrispondente ad esso – nell’uomo stesso.

 

Infatti, nel nostro periodo le forze di Michele sono attive anche nell’uomo stesso in un modo particolare.

Oggi esse appaiono nell’uomo nella forma dell’immagine eterica di Michele,

che rispecchia le azioni cosmiche dello Spirito del tempo nel corpo eterico umano.

 

In questo senso Rudolf Steiner comunica come

negli ultimi secoli dell’evoluzione occidentale

l’uomo, mediante l’incontro prenatale con Michele,

potè poi portare con sé nell’incarnazione

un’immagine soprasensibile di esso nel proprio corpo eterico sulla Terra.

 

Infatti, se Michele entrasse nell’uomo con tutta la sua potenza cosmica, questi non potrebbe mai rimanere libero.

Perciò, per amore della libertà umana  Michele invia soltanto la sua immagine nell’essere umano,

che poi può essere contemplata da un chiaroveggente nella sfera del capo

o, con più precisione, maggiormente nella direzione dell’occipite.

 

Ed ora, con l’inizio dell’attuale epoca di Michele nell’anno 1879,

questa immagine di Michele nel corpo eterico dell’uomo è divenuta così forte

che la vera vittoria sulle forze del drago può avvenire nel cuore dell’uomo.

 

▸ «Nel capo umano sarebbe divenuta visibile, operante in basso sul cuore,

la forza di Michele che stritola il drago, il cui sangue scende dal cuore nelle membra umane» (O.0.223,27.9.1923).

 

E poi Rudolf Steiner continua:

▸ «Nell’uomo vive un’immagine eterica di Michele che conduce la vera e propria lotta nell’uomo,

attraverso la quale l’uomo stesso può a poco a poco liberarsi nella lotta di Michele,

poiché non è Michele a sostenere la lotta,

ma la dedizione umana e l’immagine di Michele da essa evocata» (ibidem).

 

Con l’inizio dell’epoca di Michele nell’ultimo terzo del XIX secolo,

questa «immagine eterica» di Michele nell’uomo è divenuta così forte

che, mediante «la dedizione umana» a Michele, la forza spirituale a lui propria può essere afferrata e usata dall’uomo

per liberare l’ambito spirituale del cuore dalle forze del drago che salgono dal basso ventre.

 

Con ciò, è protetto lo spazio interiore nel quale può avvenire il sopra descritto (vedi pag. 31s.) collegamento della corrente eterizzata del sangue umano con la corrente del sangue eterizzato del Cristo. Ma questo nel nostro tempo conduce alla possibilità di contemplare il Cristo nella Sua apparizione eterica.

 

Così abbiamo questa duplice attività di Michele al servizio del Cristo eterico:

• Nel macrocosmo egli lotta per lo spazio spirituale,

nel quale il Cristo possa apparire davanti agli uomini in una immaginazione non deformata.

Di quale spazio si tratta?

È appunto la sfera nella quale oggi ha luogo il ritorno eterico del Cristo

e che rappresenta una sorta di Paradiso trasformato dalla resurrezione del Cristo.

 

Nelle antiche tradizioni orientali questa sfera viene definita «Shamballa»,

nella quale sono custodite le originarie forze dell’umanità.

È anche il luogo in cui, dopo il peccato originale,

il nuovo albero del Paradiso, nato dall’intreccio dei due alberi – della conoscenza e della vita-,

viene custodito da Michele (vedi 0.0. 96, 17.12.1906).

 

Di questo antichissimo «Paese delle fiabe», Shamballa,

nel suo collegamento con il ritorno eterico del Cristo, Rudolf Steiner dice:

▸ «Così, proprio nel periodo in cui di fronte ai documenti gli uomini saranno divenuti più increduli, nascerà il nuovo riconoscere con dedizione il Cristo Gesù, mediante il nostro penetrare nella regione dove dapprima Lo incontreremo: entrando crescendo nel misterioso Paese di Shamballa … E, per prima cosa, quando Shamballa sarà di nuovo visibile, gli uomini scorgeranno il Cristo nella sua figura eterica» (O.O. 118, 6.3.1910).

 

Rudolf Steiner definisce il Paese riemergente Shamballa quale

ambito spirituale «intessuto di luce, risplendente di luce»

come pure «traboccante di infinita pienezza di vita» nell’aura della Terra (ibidem).

 

Le sue due principali qualità – luce e vita – indicano il collegamento con il doppio albero del Paradiso,

con l’albero della conoscenza e con l’albero della vita.

 

Da dove arrivano questa luce e questa vita nel Paese di Shamballa, nel quale oggi appare il Cristo eterico quale portatore dell’amore universale?

Con il suo esempio, nel nostro tempo Michele partecipa in modo decisivo al processo di riempimento con la luce spirituale del nuovo Paese di Shamballa.

 

Già in grigi tempi antichi in questo Paese i veri iniziati dell’umanità, come pure i Bodhisattva, hanno attinto sempre di nuovo le forze spirituali della loro conoscenza superiore.81

Infatti, sin dall’inizio esso è in collegamento con l’intelligenza cosmica del passato, nei confronti della quale Michele ha oggi il compito di renderla accessibile all’umanità in modo nuovo, in base all’unione dei due alberi.

 

▸ «Ivi Michele può mostrarsi con un’aura di luce, con un gesto da essere spirituale in cui si rivela tutto lo splendore e la magnificenza della passata intelligenza divina. Ivi egli può rendere manifesto come l’azione dell’intelligenza del passato nel presente sia ancor più vera, più bella e più virtuosa di tutto ciò che vive nell’immediata intelligenza presente che fluisce da Arimane in uno splendore ingannevole e seduttore.»82

 

Questa «passata intelligenza divina», in quanto essa è custodita da Michele,

non contiene in sé nemmeno alcunché di luciferico:

▸ «Il modo in cui Michele porta ad effetto il passato nella vita umana attuale,

è quello conforme al vero progresso spirituale del mondo, e non contiene nulla di luciferico.»83

 

In questo modo, nella rivelazione della luce dell’intelligenza divina

Michele raggiunge il perfetto equilibrio tra le potenze luciferiche e quelle arimaniche

e diviene su questa via l’attuale guida al Cristo – nel senso del gruppo scultoreo di Rudolf Steiner.

 

Perciò dopo le ultime parole citate leggiamo ancora quelle seguenti:

▸ «Prendere questa posizione di fronte alla luce di Michele che sta sorgendo nella storia dell’umanità,

vuol dire anche poter trovare la giusta via al Cristo» (ibidem).

 

Michele può aprire agli uomini questa nuova via al Cristo derivante dall’equilibrio tra le forze arimaniche e quelle luciferiche, e trova la sua espressione artistica nel gruppo scultoreo di Rudolf Steiner, perché nell’evoluzione dell’umanità egli ha vinto già due volte, prima le potenze luciferiche e poi quelle arimaniche.

 

Così, all’inizio dell’evoluzione della Terra

egli ha fatto precipitare le schiere degli Spiriti luciferici dalle superiori sfere spirituali sulla Terra,

e ciò condusse poi al cosiddetto peccato originale, ossia alla compenetrazione dell’uomo con la ragione indipendente.

Nell’autunno del 1879, dopo una lotta spirituale durata per decenni nei mondi soprasensibili,

Michele fece poi precipitare sulla Terra una schiera di Spiriti arimanici,

definiti da Rudolf Steiner anche «Spiriti delle tenebre» (vedi O.O. 177, 14.10.1917).

 

Con ciò il drago arimanico ottenne un diretto accesso al corpo eterico umano.

Ma nel contempo, come abbiamo già visto, Michele inserì la sua immagine

nel corpo eterico dell’uomo, affinché questo possa trovare in sé la forza

per vincere ora egli stesso il drago arimanico nel suo cuore.

 

Ciò corrisponde anche all’attuale via dell’uomo al Cristo, sulla quale con l’aiuto di Michele

nel suo proprio essere l’uomo stabilisce l’equilibrio

• tra le forze luciferiche, che agiscono nel suo capo,

• e la potenza del, drago arimanico, che sale dall’ambito della volontà,

ossia della sua regione delle membra e del ricambio.

 

Mediante tale equilibrio tra Lucifero che agisce dall’alto e Arimane che attacca dal basso,

egli può liberare la sfera centrale del suo essere

per mezzo della potenza di Michele (della sua immagine) dalle forze del drago,

e rendere con ciò possibile l’ingresso del Cristo nel cuore umano (vedi pag. 80).

 

A questo processo microcosmico del Cristo nell’uomo corrisponde nel macrocosmo

la nuova facoltà di vedere il Paese riapparso di Shamballa nei dintorni spirituali della Terra,

dove diventa possibile l’incontro con il Cristo eterico.

La pienezza di luce che là incontra l’uomo, proviene dalla passata intelligenza divina,

con la quale Michele oggi riempie il Paese di Shamballa.

E la vita che compenetra questo Paese arriva là dalla particolare collaborazione del Cristo.

 

Infatti, la riapparizione nel presente del Paese di Shamballa

è collegata anche con il processo che Rudolf Steiner descrive

quale graduale nascita della «sfera spirituale» intorno alla Terra,

la quale dal Mistero del Golgota si conforma a nuova Terra solare.

 

Si forma per il fatto che

i corpi eterici degli uomini che hanno accolto in sé l’Impulso-Cristo già sulla Terra,

dopo la morte non si dissolvono più completamente nell’etere universale,

ma formano intorno alla Terra la sostanza della menzionata «sfera spirituale».

 

Qui Rudolf Steiner usa la stessa immagine come nella sua descrizione di Shamballa.

Nei tempi antichi questo Paese donò agli uomini la rivelazione primordiale del mondo spirituale,

che venne portata sulla Terra dagli iniziati come superiore saggezza.

Per il sempre più profondo collegamento dell’umanità con il mondo della materia,

esso tuttavia svanì dallo sguardo degli uomini.

 

Possiamo anche dire che con la sparizione dell’originaria chiaroveggenza atavica esso divenne invisibile.

Con l’accendersi delle nuove facoltà chiaroveggenti, che conducono anche a vedere il Cristo nell’eterico,

questo Paese appare di nuovo, ora tuttavia non solo riempito dalla luce della saggezza, ma anche dalla nuova vita.

 

In modo simile Rudolf Steiner descrive la nascita della menzionata sfera spirituale.

• Ciò che un tempo viveva ancora nei corpi eterici umani quale forze della vita divina,

venne consumato per il sempre più stretto collegamento con il corpo fisico.

E se non ci fosse stato il Mistero del Golgota, l’indebolimento dei corpi eterici

avrebbe condotto presto al deterioramento dei corpi fisici, e con ciò anche alla fine dell’evoluzione della Terra.

 

Ciò che avvenne con il Mistero del Golgota

fu un fluire di nuova vita nei corpi eterici degli uomini, i quali dopo la loro morte

formano la menzionata sfera spirituale intorno alla Terra.

 

▸ «Doveva dunque venire un impulso sulla Terra per mezzo del quale

ciò che era stato consumato dall’antico patrimonio di saggezza potesse essere rinnovato,

per mezzo del quale potesse venire innestata nuova vita nel corpo eterico,

in modo che il fisico, altrimenti destinato a decomporsi, potesse attrarre ciò che è imperituro,

e riempirsi di un corpo eterico che lo rendesse imperituro, che lo salvasse dall’evoluzione terrestre.

E proprio questo, questa vita rivolta al corpo eterico, fu portata dal Cristo.

L’Impulso-Cristo ha versato vita nel corpo eterico dell’uomo, vita nuova,

dopo che la vita era stata consumata!» (O.O. 112, 5.7.1909).

 

Poi Rudolf Steiner, nella successiva conferenza dello stesso ciclo, descrive che cosa accade di questi corpi eterici dopo la morte degli uomini in questione:

▸ «Da quell’epoca in poi [dal Mistero del Golgota] vi è dunque qualcosa nel corpo eterico dell’uomo

che non partecipa alla morte, che non soggiace alle forze mortali della Terra.

… Tale forza [dei corpi eterici che si sono mantenuti] formerà una sfera attorno alla Terra che è in via di divenire ‘Sole’.

Una specie di sfera spirituale si forma intorno alla Terra dai corpi eterici diventati viventi»

(vedi fonte indicata, 6.7.1909).84

 

Questa nuova sfera spirituale che si sta formando intorno alla Terra è in diretto rapporto con il Paese di Shamballa, lo è persino nella sua nuova forma, soltanto descritta da un punto di vista un po’ diverso, ma si tratta dello stesso processo.

 

In una successiva conferenza Rudolf Steiner collega questa vivificazione dei corpi eterici con il ritorno eterico del Cristo:

▸ «Ora il corpo eterico deve essere di nuovo vivificato,

e ciò è connesso con la riapparizione eterica del Cristo.

I corpi eterici vivificati vedono il Cristo» (O.O. 254, 19.10.1915).

 

Se qui ci ricordiamo ancora una volta che Rudolf Steiner collega tale nuovo vedere il Cristo con l’apparizione del Paese di Shamballa, allora da ciò si manifesta il rapporto interiore di questo Paese con la descritta sfera spirituale intorno alla Terra.

Così Shamballa,

quale luogo di apparizione del Cristo eterico e nel contempo luogo della «futura Terra-Sole» (0.0. 112, 6.7.1909),

sta in contrasto con l’interno della Terra, dal quale agiscono le forze che si oppongono a questo processo.85

In questo modo nel Paese di Shamballa si incontrano e agiscono insieme l’essere del Cristo e l’essere di Michele.

 

• Michele porta in esso la luce della passata intelligenza divina, ora senza alcunché di luciferico.

• E il Cristo ci porta tutto il futuro universale

in modo tale che le potenze arimaniche non possano più aver alcun accesso ad essa.86

 

Qui, in un grado superiore si incontrano

le forze cosmiche della conoscenza (Michele) e della vita (Cristo),

che vengono ad espressione nell’immaginazione dei due alberi congiunti.87

 

Così come nel macrocosmo,

così anche nel microcosmo Michele agisce nei confronti dell’uomo

– affinché rimanga conservata la sua libertà –

soltanto quale esempio, vale a dire mediante la sua immagine nell’essere dell’uomo.

 

Come abbiamo già visto, la forza della sua immagine

fa nascere nel corpo eterico dell’uomo lo spazio spirituale nel cuore,

dal quale sono state allontanate tutte le forze del drago,

affinché divenga possibile il cosciente incontro con il Cristo eterico.

 

Di ciò fa parte un ulteriore processo.

Nel 2° capitolo venne già menzionato come l’uomo, mediante lo sviluppo del nuovo «divenire chiaroveggente intellettuale», vale a dire mediante la spiritualizzazione della sua intellettualità, oggi giungerà alla cosciente percezione del Cristo eterico.

 

È Michele a dare all’uomo il possente impulso per questa trasformazione del pensare.

▸ «Egli libera i pensieri dal dominio della testa; apre loro le vie del cuore.

… L’epoca di Michele è sorta. I cuori cominciano ad avere dei pensieri.»88

O con altre parole, ▸«che cioè le idee dell’uomo non restino soltanto ‘pensanti’,

ma che nel pensare diventino ‘veggenti’».89

 

E quando l’uomo, in questo modo, con le sue idee diverrà «veggente»,

allora la prima cosa che oggi gli verrà incontro dal mondo spirituale sarà il Cristo eterico stesso.

Così Michele conduce l’uomo all’incontro con il Cristo nell’eterico.

 

Tenendo in considerazione ciò, non c’è da meravigliarsi che già nel 1907, durante la Lezione esoterica in cui Rudolf Steiner mette in rilievo per la prima volta in modo più dettagliato il Mistero di Michele in connessione con l’anno 1879, nel contempo egli accenni per la prima volta al tema del ritorno soprasensibile del Cristo.

Infatti, entrambi sono collegati in modo inseparabile l’uno con l’altro.

 

Del ritorno del Cristo Rudolf Steiner dice letteralmente:

▸ «E come allora, anche la luce spirituale splenderà chiara e irraggiante nelle tenebre:

il Cristo apparirà di nuovo sulla Terra, anche se in figura diversa di allora.

Siamo chiamati ad accoglierLo, a servirLo» (O.O. 266/1, 5.12.1907).

 

E di Michele stesso, in quella Lezione esoterica Rudolf Steiner dice:

▸ «Egli è il Sole luminoso che fa irraggiare la saggezza esoterica in una piccola schiera di uomini» (ibidem)

che, mediante questa nuova saggezza spirituale,

a poco a poco viene preparata «ad accogliere» e «a servire» il Cristo eterico.

 

Così, come dallo sfondo di tutta l’attività antroposofica di Rudolf Steiner, questi due temi appaiono per la prima volta contemporaneamente, per poi cinque anni e mezzo dopo, il 5 maggio 1913 a Londra, comparire pienamente in pubblico.

Infatti, in questa conferenza speciale con una forza come mai prima Rudolf Steiner parla contemporaneamente del Mistero di Michele nel presente e del secondo Mistero del Golgota, quello soprasensibile, che egli definisce il punto di partenza spirituale della seguente apparizione del Cristo nell’eterico.

 

Anche qui, questi due eventi sono collegati in modo inseparabile l’uno con l’altro:

• l’inizio della reggenza di Michele

e il sorgere della nuova «coscienza del Cristo» in essa

a partire dal ventesimo secolo (vedi dettagli nel capitolo 7).

 

▸ «Ciò … penetrerà a poco a poco nelle anime degli uomini,

e il mediatore, il messaggero ne sarà Michele, che oggi è l’inviato del Cristo» (O.O. 152, 2.5.1913).

 

Infatti,

• la sorgente della nuova coscienza del Cristo è il Mistero del Golgota sopra-sensibile.

• Ma l’essere che porta a coscienza tale sapere nelle anime degli uomini è Michele.

• «Così come in passato egli guidò le anime umane

a comprendere il volgersi della vita del Cristo dal Cielo alla Terra,

oggi egli prepara l’umanità a sperimentare il volgersi della coscienza-Cristo

dallo stato incosciente allo stato cosciente» (ibidem).

 

Così nel nostro tempo queste due entità,

• lo Spirito del tempo Michele    • e il Cristo,il cui volto dal Mistero del Golgota è Michele,

agiscono insieme in modo così intimo che Rudolf Steiner li potè definire come un essere.

 

▸ «Potranno così stare l’una accanto all’altra l’esperienza di Michele e l’esperienza del Cristo …

Michele-Cristo sarà in avvenire la parola-direttiva scritta all’inizio della via

per la quale, in modo cosmicamente giusto, l’uomo potrà passare

fra le potenze luciferiche e quelle arimaniche, per giungere alla sua meta universale.»90

 

Per ciò Rudolf Steiner collega il comune agire del Cristo e di Michele nel presente

con l’essere del gruppo scultoreo del Rappresentante dell’umanità tra Lucifero e Arimane.

Nel contempo ne risulta il perché per il nostro tempo essa può essere definita una sorta di «Trinità micheliana»,

il cui essere viene collegato da Rudolf Steiner direttamente con l’attività di Michele nel presente.

 

Nella conferenza in cui Rudolf Steiner pronuncia importanti parole sulla moderna conoscenza del Cristo leggiamo:

▸ «Si pensi che l’Impulso del Cristo è comprensibile

solo considerandoLo come equilibratore tra l’elemento luciferico e l’elemento arimanico,

se Lo si sa inserire rettamente nella ‘Trinità’» (O.O. 194,21.11.1919),

 

e poi, quale riassunto di questa rappresentazione segue:

▸«Tutto questo è connesso con la missione di Michele,

nei confronti degli esseri delle gerarchie superiori con i quali egli è a sua volta in relazione» (ibidem).

Infatti,

▸ «dalla fine degli anni settanta del secolo scorso egli è pronto

a trasmetterci la comprensione dell’Impulso del Cristo nel vero senso della parola,

ma dobbiamo andargli incontro» (vedi fonte indicata, 23.11.1919).

 

Il gruppo scultoreo, quale attuale manifestazione di Michele,

ci fa anche guardare con altri occhi la composizione dell’edificio del primo Goetheanum.

Così a Est si vede la figura del Rappresentante dell’umanità che supera le forze di opposizione,

e a Ovest, nella vetrata rossa, il volto di un uomo che si è risvegliato alla nuova chiaroveggenza

(ha i fiori di loto pienamente sviluppati)

e porta nel suo cuore l’immagine di Michele (per ciò è rappresentato così piccolo).

• Questa immagine libera lo spazio interiore del cuore dalle forze del drago,

affinché l’uomo possa vivere l’incontro con il Cristo eterico.

 

Così l’uno va incontro all’altro:

• il Cristo da Est91

• e l’uomo moderno, innalzatosi alla nuova chiaroveggenza, con la forza di Michele nel suo cuore, da Ovest.

E quando si incontrano nel doppio spazio del primo edificio (come attraversando i ventricoli del cuore umano*),

allora l’uomo può ricevere dal Cristo la forza per agire contro le potenze oppositrici

così come rappresentato nel motivo centrale del gruppo scultoreo.92

 

E il compito importante degli uomini oggi è aprire la sfera centrale, la sfera del cuore, alle forze del Cristo.

Infatti,

▸ «da dove può venire nella parte mediana del nostro essere la logica interiore,

la saggezza interiore, la capacità di orientamento?

Dall’Impulso del Cristo, mediante quanto è trapassato nella civiltà terrena con il Mistero del Golgota»

O.O. 194, 28.11.1919).

 

E riassumendo quanto detto, Rudolf Steiner conclude la sua esposizione con le parole:

«Fa parte del nostro essere umano la compenetrazione con l’Impulso-Cristo» (ibidem).

 

Oggi l’uomo ha bisogno di questo Impulso-Cristo, di questa forza del Cristo,

soprattutto per superare le difficili prove che gli verranno ancora incontro nell’epoca del ritorno eterico del Cristo.

(Alcune verranno descritte nel prossimo capitolo.)

Infatti, questa forza superiore che può resistere in modo incrollabile ad ogni male,

oggi può essere conseguita soltanto nel cosciente collegamento dell’uomo con Michele-Cristo.

 


 

* Tracciando nella pianta del primo Goetheanum l’asse simmetrico (da Ovest a Est), si ottiene la forma che ci ricorda i quattro ventricoli del cuore.

 

Note:

71 – O.O. 159/160, 18.5.1915.

72 – Articolo «La missione di Michele nell’epoca della libertà umana»; corsivo di Rudolf Steiner (0.0. 26).

73 – Anche nell’Articolo «Come l’uomo sperimenta Michele-Cristo» (0.0. 26) Rudolf Steiner parla di questa missione di Michele nel presente. Egli ha il compito di portare agli uomini la luce primordiale della manifestazione divina, senza che si intrometta qualcosa di luciferico in questa manifestazione.

74 – Articolo «Le esperienze e le vicende di Michele durante il compimento della sua missione cosmica» (O.O. 26).

75 – Vedi in merito anche S. O. Prokofieff, Il corso dell’anno come via di iniziazione all’esperienza dell’entità del Cristo. Un esame esoterico delle feste dell’anno, Parte I, cap. 3, «Da San Michele a Natale. Michele e l’anima natanica», Ed. Arcobaleno, Oriago (VE) 1996.

76 – Più tardi, nella sua autobiografia Rudolf Steiner descrive come lui stesso nella sua gioventù si trovasse al centro di questa lotta: «E tanto più cosciente era anche la mia battaglia interiore contro le potenze demoniache, che dalla conoscenza della natura vogliono far procedere non la visione spirituale, ma il pensiero meccanico-materialistico» (0.0. 28, cap. XXVI).

77 – Il fatto che qui Rudolf Steiner parli non solo del Cristo, ma del Cristo Gesù, mette inoltre in rilievo il collegamento di Michele con i tre gradi preparatori cosmici del Mistero del Golgota, attraversati nel modo descritto dal Cristo in collegamento con l’anima sorella di Adamo (il futuro Gesù di Nazareth).

78 – Articolo «Le esperienze e le vicende di Michele durante il compimento della sua missione cosmica» (O.O.26).

79 – Di solito gli impulsi che hanno la loro origine nel passato possiedono sempre un aspetto luciferico. Soltanto nell’agire di Michele la luce primordiale può risplendere a nuovo nel presente libera dalla potenza di Lucifero (vedi l’articolo «La missione di Michele nell’epoca della libertà umana», O.O. 26).

80 – Da quanto detto diventa anche comprensibile perché la Pietra di Fondazione del Convegno di Natale, che i membri della Società Antroposofica dopo la creazione di essa poterono inserire nei loro cuori, doveva avere una duplice forma macro-microcosmica. Infatti, nel cuore dell’uomo essa deve creare il collegamento per la congiunzione delle due correnti di sangue eterizzato – del Cristo e dell’uomo, per essere con ciò il fondamento per la percezione del Cristo nell’eterico.

81 – In merito Rudolf Steiner dice: «[A partire dal nostro tempo] l’umanità entrerà crescendo di nuovo nel Paese di Shamballa … nel quale gli iniziati attingono la forza e la saggezza per la loro missione» (O.O.118,6.3.1910); e in un’altra conferenza: «Tutti i Bodhisattva attingono forza e saggezza dal Paese di Shamballa» (ibidem, 13.3.1910).

82 – Articolo «Le esperienze e le vicende di Michele durante il compimento della sua missione cosmica» (0.0.26). – Questo «splendore ingannevole e seduttore» dell’«intelligenza presente» arimanica oggi può essere osservato soprattutto nell’attuale mondo dell’intelligenza artificiale governata elettronicamente.

83 – Articolo «Come l’uomo sperimenta Michele-Cristo» (O.O. 26).

84 – Vedi dettagli sulla formazione di questa sfera eterica, che Rudolf Steiner definisce anche quale «anello spirituale» attorno alla Terra (0.0. 112,6.7.1909), in S. O. Prokofieff, Il corso dell’anno come via di iniziazione all’esperienza dell’entità del Cristo. Un esame esoterico delle feste dell’anno, cap. IX, 1, «I tre gradi dell’unione del Cristo con la sfera della Terra e il loro riflesso nelle feste di Pasqua, Ascensione e Pentecoste», Ed. Arcobaleno, Oriago (VE) 1996. – L’ulteriore rapporto fra il Paese di Shamballa e la sfera del divenire Sole che si sta formando attorno alla Terra risulta da come Rudolf Steiner mette in connessione questa «sfera spirituale» con l’agire dello Spirito Santo (vedi 0.0.112,6.7.1909). Esso tuttavia agisce anche nei Bodhisattva e negli iniziati e nei Maestri che si trovano in un grado simile della loro evoluzione interiore e perciò sono collegati con il Paese di Shamballa. «E nei linguaggi dell’Asia Minore, di un Bodhisattva incarnato sulla Terra si sarebbe detto che egli era ‘riempito di Spirito Santo’» (O.O.114, 20.9.1909).

85 – Vedi in S. O. Prokofieff, E la Terra diviene Sole. Il Mistero della resurrezione, cap. 6, «Il destino universale del male», Widar Edizioni, Editrice Antroposofica (in preparazione).

86 – Vedi l’articolo «Come l’uomo sperimenta Michele-Cristo» (O.O.26).

87 – Nell’uomo, dopo il peccato originale l’albero della vita è diventato l’albero della morte (il sistema del sangue blu, venoso), che però in futuro verrà trasformato nel nuovo albero della vita (vedi 0.0. 284/285,21.5.1907). Ciò avverrà, stabilendo gli uomini coscientemente il nuovo collegamento con il Cristo nel Paese di Shamballa. Infatti, in questo processo le forze del corpo eterico vivificato dell’uomo agiscono poi sino entro il corpo fisico, e cioè prima nel sangue blu, che per ciò da espressione della morte diventa espressione della nuova vita.

88 – Articolo «All’inizio dell’epoca di Michele» (0.0. 26).

89 – Articolo «L’atteggiamento dell’anima umana prima dell’inizio dell’epoca di Michele» (0.0. 26).

90 – Articolo «Come l’uomo sperimenta Michele-Cristo»; corsivo di Rudolf Steiner (0.0. 26).

91 – Nel linguaggio del cristianesimo esoterico «da Est» significa nel contempo dalla direzione del mondo spirituale.

92 – Il gruppo scultoreo di Rudolf Steiner è composto di due motivi. Nel motivo centrale è rappresentato il Rappresentante dell’umanità, dal quale Lucifero e Arimane friggono, poiché non riescono a sopportare la Sua vicinanza. Nel motivo laterale sinistro tuttavia sono rappresentate le stesse potenze oppositrici, che si «danno la mano», Lucifero agendo dall’alto e Arimane dal basso, escludendo con ciò definitivamente il centro dell’uomo. Cosi, nella nostra epoca del ritorno eterico del Cristo ogni uomo dovrà decidere quale delle due vie egli voglia scegliere dalla sua libertà. Per cui il gruppo scultoreo esprime anche l’essere di questa più importante decisione dell’uomo nel presente. – Vedi in merito l’Appendice a questo libro, «L’esperienza del Cristo oggi».