La Meditazione della Pietra di Fondazione e la formazione del Karma umano

La Meditazione della Pietra di Fondazione


 

Un ulteriore aspetto che collega la meditazione della Pietra di Fondazione con il mondo delle Gerarchie, riguarda la partecipazione di esse alla formazione del Karma umano.

Soltanto dopo il Convegno di Natale, nelle conferenze sul Karma dell’anno 1924, Rudolf Steiner svelò in piena misura questo Mistero del Karma.

 

Il Convegno di Natale stesso ebbe anzitutto due conseguenze:

• la fondazione della Scuola di Michele sulla Terra,

quale diretta continuazione dell’evoluzione celeste dell’Antroposofia

• e la rivelazione dei Misteri del Karma, quale conseguenza diretta del fatto

che il Cristo, a partire dal XX secolo è divenuto il Signore del Karma.

 

Della partecipazione di tutte le nove Gerarchie al processo di nascita del Karma umano Rudolf Steiner disse:

▸«Tale Karma umano costituisce come uno sfondo, una cortina, un velo.

Guardando dietro a questo velo, tessono, operano e agiscono, Arcai, Arcangeli, Angeli;

Kyriotetes, Dynamis, Exusiai; Serafini, Cherubini, Troni» (O.O. 239, 8.6.1924).

 

Secondo la meditazione della Pietra di Fondazione tuttavia, nel suo operare cosmico,

ciascuna di queste tre Gerarchie viene guidata da princìpi o archetipi diversi, i quali

• per la prima Gerarchia risalgono al Dio-Padre,

• per la seconda Gerarchia al Dio-Figlio, il Cristo,

• e per la terza Gerarchia al Dio-Spirito, lo Spirito Santo.

 

E da ciò consegue una partecipazione del tutto diversa alla formazione del Karma universale e umano.

Così nella sfera del Karma gli Spiriti della più alta Gerarchia, i Serafini, Cherubini, Troni,

rappresentano le forze del Dio-Padre, collegate con la volontà della giustizia universale nell’universo.

È per questo che la loro partecipazione alla formazione del Karma

conduce all’agire delle sue leggi con la forza della natura o della necessità cosmica.

 

Se per esempio il Karma di un uomo determina l’incontro sulla Terra con un altro uomo,

anche se questo è nato in Nuova Zelanda e lui stesso a Parigi o a Berlino, ciononostante,

a partire dalla sua nascita, la sua vita si configurerà in modo

che questo incontro avvenga inevitabilmente nel luogo e nel periodo richiesto dalla necessità del loro comune Karma.

 

Non solo le condizioni esteriori, bensì anche l’attività dei muscoli e delle membra causeranno il fatto che l’uomo, lo voglia o no, si troverà proprio alla fermata dell’autobus nell’esatto momento in cui deve incontrare l’altro uomo ad egli karmicamente collegato, anche se la possibilità di incontrarsi ha una durata soltanto di pochi secondi e dal punto di vista della teoria delle probabilità è uguale a zero. Questo più profondo strato del Karma umano che riposa nei sostrati dell’essere umano fisico-spirituale non è accessibile alla coscienza diurna in condizioni comuni.

Solo un iniziato può penetrare nella sfera d’azione di tali forze del Karma e questo

anche soltanto a partire dal più alto grado di iniziazione, dal grado dell’intuizione.34

 

Nella meditazione della Pietra di Fondazione le seguenti righe della sua prima parte

indicano un tale «Karma della necessità»:

 

«Poiché il Padre-Spirito delle altezze domina

Nelle profondità del mondo generando essere.

Serafini, Cherubini, Troni,

Fate risuonare dalle altezze,

Ciò che trova eco nelle profondità.»

 

Le parole indicate esprimono che questo strato del Karma

appartiene ai fatti dell‘esistenza umana e non può essere cambiato

da nessuna forza esteriore, altrettanto poco come le leggi naturali dai desideri umani.35

 

Mediante l’attività delle entità della prima Gerarchia

la volontà del Padre nelle altezze diventa immutabilmente essere nelle profondità del mondo,

vale a dire essa diventa realtà fino entro la materia terrestre.

La parola creatrice pronunciata dagli Spiriti della prima Gerarchia

risuona nelle profondità del mondo come possente eco

e costituisce la globalità del destino terrestre dell’uomo.

• Si può perciò dire che l’intero destino terrestre è una specie di «eco»

dell’agire cosmico della prima Gerarchia sul campo del Karma universale.

 

Se osserviamo questo processo, non dal punto di vista delle Gerarchie superiori, bensì da quello dell’uomo,

possiamo caratterizzarlo nel modo migliore con le parole della meditazione:

 

«L’io proprio

Nell’Io divino

Ha la sua esistenza.»

 

Infatti, nel processo di realizzazione di questo Karma delle profondità ancora fino ad oggi

l’io dell’uomo ha la sua esistenza nell’Io divino,

così come viene ad espressione nelle parole del Padre Nostro:

«Sia fatta la tua volontà come in Cielo, così in Terra» (Mt 6, 9-13),

vale a dire come nelle altezze del mondo, così nelle sue profondità.

 

Per cui l’unico atteggiamento giusto nei confronti di questo lato del Karma

è che in esso venga esercitato il «ricordare» le forze del Dio-Padre nel senso delle parole del Cristo:

«Però non sia fatta la mia, ma la tua volontà» (Lc 22,42).

 

Come conseguenza di un tale atteggiamento nei confronti del proprio Karma, l’anima per propria esperienza può giungere alla verità che l’io dell’uomo nel più intimo non è separabile da Dio. E allora essa sentirà l’intera importanza delle parole della meditazione:

«Dal divino ha la sua esistenza l’umanità».

 

• Le entità della seconda Gerarchia, Kyriotetes, Dynamis, Exusiai,

agiscono in modo del tutto diverso nella sfera del Karma.

Come abbiamo visto, il loro più alto archetipo o ideale

è l’attività creatrice del Dio-Figlio o della Parola nel mondo.

Per cui il loro compito è quello di formare una parte del tutto diversa del Karma,

e cioè il Karma che non agisce nella vita dell’uomo con la necessità della natura,

bensì in modo tale che l’uomo sia in grado di riconoscerlo e di trasformarlo

in certe condizioni e in determinati limiti.

 

In particolare a partire dal nostro tempo, per gli uomini si aprono possibilità del tutto nuove in questa direzione.

Infatti, la conseguenza principale del ritorno del Cristo in forma eterica, che ebbe inizio negli anni trenta del XX secolo,

è il fatto che Egli alla fine di questo secolo è divenuto il Signore del Karma.

 

Rudolf Steiner lo indicò in modo profetico:

▸«Verso la fine del XX secolo accadrà di nuovo un evento significativo.. E questo evento

avrà un’altrettanta fondamentale importanza per l’evoluzione dell’ umanità,

come l’evento in Palestina all’inizio del nostro conteggio del tempo» (O.O. 131, 7.10.1911).

Solo che questa volta esso non accadrà sul piano fisico, bensì nel mondo soprasensibile adiacente alla Terra.

 

▸«Quale è questo evento? Questo evento non è altro che il fatto, che nell’universo, nel XX secolo

passa un certo ufficio per l’evoluzione dell’umanità

– esso passa in un modo superiore di quanto lo fosse sinora – al Cristo.

L’indagine occulta, chiaroveggente, ci insegna che nella nostra epoca avviene questo fatto importante,

e cioè che il Cristo diviene il Signore del Karma per l’evoluzione dell’umanità» (ibidem).

 

E in un’altra conferenza Rudolf Steiner

mise in rilievo questo evento centrale del nostro tempo con parole quasi bibliche:

▸«In verità è qualcosa che ha inizio nel XX secolo e prosegue fino alla fine della Terra.

Il giudizio ha inizio a partire dal nostro XX secolo, vale a dire l’ordine al Karma» (O.O. 130, 2.12.1911).

 

E Rudolf Steiner descrisse nel seguente modo l’azione del Cristo, quale Signore del Karma:

• «Tocca al Cristo in futuro inserire il nostro pareggio karmico nel Karma generale della Terra,

nel progresso generale dell’umanità» (0.0. 131, 14.10.1911).

 

Tuttavia questa partecipazione del Cristo alla formazione del Karma dell’umanità è un lato di tale processo.

L’altro lato deve essere costituito dalla partecipazione sempre più cosciente dell’uomo ad esso.

Infatti, solo così può essere conservato il carattere fondamentale dell’odierna epoca dell’anima cosciente

che deve condurre al maggiore sviluppo possibile di un libero e indipendente io dell’uomo.

 

Rudolf Steiner rilevò questo lato di trasformazione del Karma:

• «Il fatto che in futuro il nostro conto karmico venga pareggiato così, vale a dire inserito in un tale ordine universale verso il futuro, quando avremo trovato la via al Cristo, in modo tale che il tipo del nostro pareggio karmico provochi la maggiore possibile salvezza dell’umanità per il resto dell’evoluzione della Terra, sarà la preoccupazione di colui che a partire dal nostro tempo diverrà il Signore del Karma, sarà la preoccupazione del Cristo!» (0.0. 130,2.12.1911)

«Quando avremo trovato la via al Cristo», è questo che è veramente decisivo nell’intero processo.

Le seguenti parole nella meditazione della Pietra di Fondazione indicano tale aspetto:

 

«L’io proprio

All’Io universale

Congiungono.»

 

Infatti, oggi dipende unicamente dalla libera volontà dell’uomo se vuole trovare il Cristo per congiungere il proprio io con l’Io universale del Cristo nel senso delle parole di Paolo «Non io ma il Cristo in me», oppure se tralascia la possibilità ed è costretto ad attendere la prossima incarnazione per recuperare quanto tralasciato, poi tuttavia in condizioni molto più sfavorevoli. E così dobbiamo dire:

 

• Che il Signore del Karma si sveli all’uomo quale archetipo divino del suo Io

e ideale finale dell’intera evoluzione della Terra,

• oppure che il «Signore del Karma» appaia «come una terribile punizione» (0.0. 131, 14.10.1911),

dipenderà dall’uomo stesso, come pure dal suo atteggiamento nei confronti della moderna scienza dello spirito,

poiché questa oggi gli porta la necessaria conoscenza del Cristo e di tutti gli eventi descritti:

▸«Ma è per questo che nel nostro tempo avviene la divulgazione della concezione antroposofica, per il fatto che l’uomo possa essere preparato a percepire l’evento del Cristo sul piano fisico … o sui piani superiori [vale a dire dopo la morte]» (ibidem).

• «Non la contemplazione dell’evento del Cristo dipende dal fatto se siamo incarnati in un corpo fisico, ma di certo la preparazione ad essa» (ibidem).

 

Così, nel nuovo agire karmico del Cristo vengono collegati due elementi del Karma:

• la necessità di pareggiare il Karma conforme alla legge della giustizia universale, da un lato,

• e la libertà di scegliere la via alla sua realizzazione, dall’altro lato.

 

Infatti, l’una e la stessa azione karmica può avvenire nel modo più vario:

tendendo soltanto alla propria evoluzione o alla maggiore salvezza possibile

• di un determinato gruppo di persone    • o di un intero popolo    • o persino di tutta l’umanità.

Possiamo dire:

se il portare ordine nel Karma avviene mediante la guida del Cristo,

in modo tale che il pareggio necessario nel contempo favorisce la maggiore possibile salvezza dell’intera umanità,

allora questo per l’uomo stesso si rivela dispensatore di grazia.

 

Nelle seguenti righe, la seconda parte della meditazione parla delazione del Cristo sul campo del Karma,

«dispensatrice» di grazia all’anima umana:

 

«Poiché la volontà del Cristo domina all’intorno

Nei ritmi universali dispensatrice di grazia alle anime.»

 

In questo il Cristo è aiutato soprattutto dagli Spiriti della seconda Gerarchia,

la Gerarchia solare nel realizzare i suoi impulsi nell’umanità. Di loro la meditazione dice:

 

«Kyriotetes, Dynamis, Exusiai,

Fate che l’Oriente accenda di fuoco,

Ciò che attraverso l’Occidente assume forma.»

 

Qui sta un’indicazione a un ulteriore fatto connesso al Cristo

che diviene Signore del Karma dell’intera evoluzione della Terra,

un’indicazione alla metamorfosi che, a partire dal nostro tempo,

attraverserà la coscienza morale umana.

 

Nella conferenza del 2.5.1910 Rudolf Steiner descrisse in modo dettagliato

la provenienza e lo sviluppo dell’impulso della coscienza morale dal punto di vista storico-spirituale.

La particolarità di esso è il suo collegamento con l’apparizione del Cristo sulla Terra:

▸«Così vediamo come sulla Terra,

• di là in Oriente emerge l’amore [il Cristo],     • qui in Occidente la coscienza morale.

Sono due cose che vanno insieme:

come in Oriente appare il Cristo, come in Occidente si risveglia la coscienza morale,

per accogliere IL CRISTO quale COSCIENZA MORALE.

In questa CONTEMPORANEA

nascita dell’evento del Cristo   • e della comprensione dell’evento del Cristo

• e nella preparazione di queste due cose in diversi punti della Terra,

vediamo dominare una infinita saggezza, presente nell’evoluzione» (O.O. 116, 2.5.1910).

 

Le parole sopra citate nella meditazione della Pietra di Fondazione indicano tale connessione dell’impulso della coscienza morale con l’impulso del Cristo nel suo reciproco rapporto geografìco-spirituale Oriente-Occidente, mentre nel contempo esse caratterizzano l’agire delle entità della seconda Gerarchia.

Qui prima si parla del sorgere (accendere) del Sole spirituale in Oriente che riscalda tutto, grazie alla venuta del Cristo sulla Terra e poi della forma che ottiene la sua azione in Occidente, per il fatto che là, si risveglia la coscienza morale, quale organo di conoscenza dell’essere del Cristo.36 Infatti, solo con l’aiuto della coscienza morale, quale organo di conoscenza del Cristo, l’uomo può comprendere il senso della più importante azione del Cristo sulla Terra, il Mistero del Golgota, quale evento centrale dell’intera evoluzione terrestre: «Nel Cristo vivrà la morte.»

 

In seguito al fatto che il Cristo diviene il Signore del Karma, nel corso dei prossimi tre millenni l’impulso della coscienza morale vivrà un’essenziale cambiamento entro l’evoluzione dell’umanità. Da una voce interiore più o meno poco chiara, esso si trasformerà in un vedere chiaroveggente delle azioni che in futuro un uomo dovrà compiere per pareggiare il suo Karma nel senso della maggiore salvezza possibile dell’intera umanità. Rudolf Steiner descrisse nel seguente modo tale futuro agire delle forze della coscienza morale:

• «Ma un numero sempre maggiore di uomini, da oggi in poi, dalla metà di questo secolo fino ai prossimi millenni, avrà la seguente esperienza. Quando avrà compiuto un’azione qualsiasi, l’uomo rifletterà, solleverà lo sguardo da quel che ha fatto, e una specie di immagine di sogno sorgerà dinanzi a lui… Inizia l’epoca in cui gli uomini, nel momento in cui avranno compiuto un’azione, avranno un presagio, forse anche una chiara immagine, un sentimento, di quale sarà il pareggio karmico di quell’azione … Saranno dei possenti stimoli alla moralità dell’uomo; questi stimoli significheranno anche qualcosa di assolutamente diverso da quella che è stata la preparazione ad essi, e cioè la voce della coscienza morale» (O.O. 131, 14.10.1911).

 

Tuttavia per raggiungere anzitutto un presagio indistinto, poi un sentimento più chiaro e infine un’immagine concreta delle conseguenze karmiche delle azioni compiute, è necessario «esercitare» il «riflettere nello Spirito» sulle proprie azioni e sforzarsi di comprenderle dal punto di vista dal quale parla dell’agire della legge del Karma la moderna scienza dello spirito. La seconda parte della meditazione della Pietra di Fondazione indica tutto questo.

 

• Mentre la prima parte descrive l’agire delle forze del Dio-Padre

mediante gli Spiriti della prima Gerarchia, in cui nell’ambito del Karma

viene creato l’immutabile «essere» generato dal «creatore del mondo»

che «domina» in tutto il mondo fino entro la materia terrestre,

• la seconda parte indica l’essere delle «azioni del divenire universale»

nelle quali si manifesta l’essere creatore del Figlio, della Parola universale.

 

Agendo mediante gli Spiriti della seconda Gerarchia che dimorano nella sfera solare,

la suprema sorgente di tutti i ritmi creativi dell’edificio universale,

Egli intesse («con le azioni del divenire universale») il Karma immutabile con quello soggetto al cambiamento.

 

Questa azione del Cristo viene espressa con ancora maggiore chiarezza nelle prime righe della strofa macrocosmica della seconda purte della meditazione, dove si parla direttamente della volontà del Cristo che nei ritmi universali dispensa di grazia le anime. Dal punto di vista della formazione del Karma umano, la meta di questi «ritmi Universali» è di provvedere alla massima armonia o all’unione «dispensatrice di grazia» dei lati immutabili del Karma, provenienti dalla sfera del Padre con i lati che possono e devono essere cambiati, affinché la successiva esperienza di questi possa servire alla maggiore possibile salvezza dell’umanità.

 

E se il Karma proveniente dalla sfera del Padre lo definiamo il Karma della necessità,

allora il Karma che si forma nella sfera solare va definito Karma trasformato o Karma della metamorfosi.

• Nel processo di formazione di quest’ultimo,

l’agire attuale del Cristo, quale Signore del Karma, trova la sua perfetta espressione.

• La seconda parte della meditatone della Pietra di Fondazione indica tale agire in forma mantrica.

 

• Nella terza parte della meditazione viene illustrato un ulteriore aspetto di formazione del Karma umano.

Qui abbiamo una caratteristica del terzo aspetto del Karma che si riferisce al futuro.

L’agire dello Spirito Santo nell’evoluzione della Terra

realizzerà questo futuro aspetto mediante gli esseri della terza Gerarchia, le Arcai, gli Arcangeli e gli Angeli.

 

La formazione del nuovo Karma, indicata nella terza parte della meditazione della Pietra di Fondazione,

necessaria affinché l’umanità possa diventare decima Gerarchia,

gli uomini devono compierla sulla base di una cosciente collaborazione con le entità della terza Gerarchia.

Tale collaborazione sarà loro possibile mediante l’esperienza del Cristo eterico.

 

Solo se teniamo conto di questo, possiamo comprendere veramente

che cosa è la formazione del futuro Karma secondo il suo essere.

Infatti, mentre nell’umanità si sviluppa la nuova chiaroveggenza cosciente, connessa al ritorno del Cristo,

nei prossimi tre millenni gli uomini impareranno gradualmente

a percepire le entità della terza Gerarchia intorno al Cristo.

Nel contempo la loro percezione inizierà con la visione di immagini di future azioni per il pareggio del Karma passato:

▸«Ma si verificherà anche qualcosa d’altro», così lo illustrò Rudolf Steiner,

«gli uomini sapranno di non essere soli perché ovunque vivono entità spirituali che sono in relazione con loro.

L’uomo imparerà a comunicare con tali entità, a vivere con esse» (O.O. 131, 14.10.1911).

 

In un’altra conferenza Rudolf Steiner mise in rilievo questa nuova facoltà di percezione per le entità della terza Gerarchia che deve essere sviluppata nel periodo che inizia oggi e si estenderà fino alla metà del sesto periodo di civiltà. In questa conferenza egli sottolineò in particolare la decisiva importanza di tale facoltà per la vita sociale degli uomini. Egli illustrò come questa facoltà condurrà anche a poco a poco

▸«a sentire nell’uomo, ad afferrare, mentre ci avviciniamo a lui, il suo rapporto con la terza Gerarchia,

il suo rapporto con gli Angeli, Arcangeli, Arcai» (0.0. 185, 26.10.1918).

 

Infatti, dal Mistero del Golgota il Cristo agisce in una forma del tutto nuova nelle fila delle Gerarchie superiori.

• Egli ispira attraverso gli Angeli il nostro quinto periodo postatlantico

e fa rivivere il terzo periodo egizio-caldeo, tuttavia ora in forma cristiana.

• Mediante gli Arcangeli al suo servizio, nel sesto periodo di civiltà Egli agirà in modo tale

che il contenuto spirituale del secondo periodo antico persiano possa rivivere in una nuova forma cristiana.

• Nel settimo periodo di civiltà infine rivivrà il primo periodo di civiltà antico indiano,

fondato dai sette Santi Rishi.

Sarà il tempo in cui al centro della «lotta di tutti contro tutti», con la decadenza della civiltà terrestre

subentrerà che il «Cristo-Sole» splenderà con particolare forza e donerà agli uomini le forze spirituali

per trovare il passaggio alla nuova grande epoca spirituale (la sesta).

 

Rudolf Steiner mise in rilievo questa prospettiva futura in conferenze dell’anno 1911 e già allora egli usò l’espressione «Cristo-Sole» collegando lo sviluppo là descritto con la meditazione della Pietra di Fondazione da lui data dodici anni più tardi:

• «I Santi Rishi risorgeranno nello splendore del Cristo-Solenel settimo periodo di civiltà dell’umanità postatlantica» (O.O. 129, 21.8.1911).

E Rudolf Steiner continuò:

• «Così vediamo che per le entità di queste quattro Gerarchie,

che per gli uomini, ma anche per gli Angeli, Arcangeli e Arcai,

il Mistero del Golgota, l’evento del Cristo, significa radicalmente l’aspetto più alto

di cui nella nostra evoluzione cosmica possiamo parlare come uomini» (ibidem).

 

E grazie al collegamento sia degli uomini della Terra, sia delle entità della terza Gerarchia con il Mistero del Golgota

e la necessità derivante di lavorare insieme, sarà possibile realizzare

ciò di cui parla la terza parte della meditazione della Pietra di Fondazione

e che poi condurrà al risplendere del «Cristo-Sole» nell’evoluzione della Terra (IV parte).

 

Conforme alle strofe microcosmiche della meditazione della Pietra di Fondazione

abbiamo quindi tre tipi di Karma:

Parte I : «E veramente tu vivrai » – Karma del passato, quale fondamento spirituale della nostra attuale esistenza

Parte II : «E veramente tu sentirai» – Immagini delle azioni da compiere per il pareggio del Karma passato

Parte III : «E tu veramente penserai» – Partecipazione cosciente dell’uomo alla formazione del nuovo Karma.

E conforme alle strofe macrocosmiche possiamo dire:

Parte I : Padre – Karma della necessità  (risultato di azioni del passato)

Parte II : Figlio – Karma della metamorfosi (azioni del presente, quale sintesi di azioni passate e future)

Parte III : Spirito Santo – Karma del futuro (creare il nuovo Karma).

Da tutto ciò diventa chiaro che il fondamento per la formazione del nuovo Karma non è solo il vedere e la successiva realizzazione delle azioni necessarie per il pareggio del Karma passato, ma è anche la percezione e la realizzazione di ciò che nella terza parte della meditazione della Pietra di Fondazione viene illustrato con le parole:

 

«Esercita il vedere nello Spirito

Nella quiete dei pensieri,

Dove le eterne mete degli Dei

Luce dell’essere universale

All’io proprio

Perché possa volere in libertà

Donano.»

 

Qui non si tratta più della trasformazione del Karma passato, bensì della creazione del nuovo Karma che l’uomo deve formare, partendo dal suo «volere in libertà», con gli esseri della terza Gerarchia, citati con il nome nella terza parte della meditazione:

 

«Archai, Archangeloi, Angeloi,

Fate implorare dalle profondità,

Quanto viene udito nelle altezze.»

 

Anche l’uomo, contemplando queste entità, deve imparare a compiere una tale azione come quella degli esseri della terza Gerarchia.

• Nelle profondità della Terra, nelle quali

dal punto di vista del mondo spirituale ha luogo la sua evoluzione terrestre,

egli deve compiere ciò che poi nelle altezze delle Gerarchie divino-spirituali

può essere accolto quale trasformazione e ampliamento delle loro esperienze.

• E per questo l’uomo deve imparare a percepire coscientemente la «luce dell’essere universale»

che nei mondi spirituali emana dalle «eterne mete degli Dei» e porta agli uomini la conoscenza di queste mete.

 

Una forma di questa luce dell’essere universale è la cosidetta «luce astrale»,

portatrice della saggezza delle Gerarchie divino-spirituali.

Da essa l’uomo deve imparare a prendere la spinta per le sue azioni creatrici sulla Terra

che unicamente lui può compiere nella sua forma puramente umana,

i cui frutti spirituali tuttavia possono poi essere accolti dal mondo spirituale

per continuare ad agire in esso come azioni cosmiche.

 

Di conseguenza qui si tratta del fatto che

il mondo spirituale attraverso l’uomo

riesce così ad elevare se stesso ad un nuovo grado evolutivo.

Infatti, il mondo spirituale nella sua evoluzione dipende dall’uomo.38

 

Una volta Rudolf Steiner descrisse questo processo nel seguente modo:

▸«Egli [il discepolo dello Spirito] sa che prima esisteva il soprasensibile, e che tutto il sensibile si è sviluppato da quello … Ma a quell’antico mondo soprasensibile occorreva attraversare una fase sensibile. La sua ulteriore evoluzione non sarebbe stata possibile senza tale passaggio. Il mondo soprasensibile potrà proseguire la sua evoluzione, soltanto quando nel mondo sensibile si saranno sviluppati esseri dotati di capacità adeguate. Questi esseri sono gli uomini» (O.O. 10, pag. 167).

 

La metamorfosi delle forze cosmiche che anzitutto diventano umane,

poi tuttavia – in forma completamente trasformata – diventano di nuovo cosmiche,

è connessa all’attività di Michele nei mondi spirituali39:

▸«Se tuttavia l’uomo in libertà, stimolato dalla lettura nella luce astrale, coscientemente

o inconsciamente fa questo o quello, allora Michele porta ciò che è azione terrena

umana fuori nel cosmo, affinché diventi azione cosmica» (0.0. 233a, 13.1.1924).

 

Tuttavia gli Spiriti della terza Gerarchia sono disposti a far affluire all’uomo questa luce astrale, che manifesta le alte mete degli Dei, solo quando egli sulla Terra è divenuto anzitutto un essere libero e dopo rivolge la sua libertà alla cosciente conoscenza del mondo spirituale, vale a dire, quando egli inizia ad innalzare di nuovo nel regno di Michele l’intelligenza cosmica divenuta terrestre. Soltanto allora per l’uomo diverrà accessibile la percezione di queste mete e con esse la possibilità di collaborare insieme agli Dei alla loro realizzazione, ciò che significa l’inizio della nascita di un Karma del tutto nuovo.

 

Ora possiamo chiedere: Come può già oggi un uomo partecipare a questo processo, dove comunque, nel nostro tempo, il cosciente leggere nella luce astrale è soltanto possibile ad un iniziato?

Con l’esistenza della scienza dello spirito o Antroposofia è data una risposta. Infatti, il suo contenuto nei più di 350 volumi dell’Opera Omnia di Rudolf Steiner è il risultato della sua indagine spirituale, che leggendo nella luce astrale gli dischiuse i Misteri universali, dopodiché da lui svelati in forma di pensiero oggi accessibile a ogni uomo.

Ne consegue che ognuno che accoglie i pensieri della scienza dello spirito, con ciò legge già nella luce astrale, mentre in un primo momento questa lettura ha luogo soltanto in forma di pensiero.39a E ciononostante la comprensione dell’uomo e del mondo così conquistata è già l’inizio dell’innalzamento dell’intelligenza cosmica, un tempo appartenente a Michele, nel suo regno.

 

Perciò le parole sopra indicate, che Michele accoglie nel cosmo spirituale le azioni degli uomini stimolate dalla lettura nella luce astrale, dove diventano azioni cosmiche, si riferiscono pienamente anche alle azioni ispirate dalla lettura di pensiero nella luce astrale, poiché lo studio delle comunicazioni della scienza dello spirito, quale primo grado del moderno cammino di iniziazione (vedi O.O. 13) è una tale lettura. Detto diversamente,

 

ciò che oggi compiamo sulla base della comprensione del mondo spirituale,

mediante l’agire di Michele diventano azioni cosmiche,

le quali nel mondo spirituale servono per la fondazione del nuovo cosmo

di cui Rudolf Steiner parla alla fine del suo libro La scienza occulta.

 

Qui tuttavia dobbiamo rispondere all’ulteriore domanda: Che «eterne mete degli Dei» sono quelle di cui parla la terza parte della meditazione della Pietra di Fondazione?

Rudolf Steiner dà una risposta in una conferenza del 10.4.1914. Là egli parla di ciò che definisce la «religione degli Dei» nel mondo spirituale e di ciò che è la suprema meta della loro attività creatrice.

 

▸«Davanti agli Dei, come meta della loro creazione, aleggiava l’ideale umano,

quell’ideale umano però che non si esplica realmente nell’uomo fisico attuale,

ma che potrebbe esplicarsi come sublime vita umana animico-spirituale,

se le disposizioni dell’uomo fisico si sviluppassero compiutamente» (0.0. 153, 10.4.1914).

 

Qui si parla dello sviluppo dei princìpi animico-spirituali nei fondamenti fisici dell’uomo e questo significa del massimo sviluppo della triarticolazione della quale la meditazione della Pietra di Fondazione dice:

 

«E veramente tu vivrai Corpo compiuto

Nell’essere universale dell’uomo.»

«E veramente tu sentirai Anima compiuta

Nell’attività dell’anima umana.»

«E tu veramente penserai Spirito compiuto

Nelle profondità dello Spirito umano.»

 

E poi Rudolf Steiner continua:

▸«Così davanti agli Dei, come meta, come ideale superiore, come religione divina, aleggia un’immagine dell’umanità.

Sulla lontana sponda dell’esistenza degli Dei aleggia davanti ad essi il tempio

che come somma opera artistica divina, pone la copia dell’esistenza divina nell’immagine dell’uomo.»

 

Così l’uomo stesso è la suprema meta degli Dei, quale tempio non creato dalle mani dell’uomo,

nel quale un tempo potrà dimorare lo Spirito Santo indicato nella terza parte della meditazione.

Di questo ideale parlò anche l’apostolo Paolo quando nominò il corpo umano il tempio dello Spirito Santo:

▸ «Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?» (1 Co 3,16)

E ancora nella stessa lettera:

▸«O non sapete che il vostro corpo è un tempio dello Spirito Santo che è in voi,

che avete da Dio e che non appartenete a voi stessi?» (6,19).

 

In questo senso, visto globalmente, la meditazione della Pietra di Fondazione

è il cammino al tempio soprasensibile ai Nuovi Misteri40

corrispondente al tempo in cui l’uomo attraverso la mediazione dello Spirito Santo

può avere delle coscienti relazioni con le Gerarchie superiori e «prescelti defunti viventi»41.

 

La possibilità venne data con il Mistero del Golgota,

nel Mistero della resurrezione del Cristo, del quale Egli stesso parlò in modo profetico:

▸ «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere» (Gv 2,19).

 

In questo atto centrale del Cristo abbiamo un archetipo di ciò che un tempo, in futuro, verrà realizzato

quale supremo ideale della religione degli Dei, quando infine l’umanità sarà la Gerarchia della libertà e dell’amore

e si riverserà nella totalità gerarchica del nostro cosmo.

Ma affinché questo possa avvenire, già a partire dal nostro periodo,

vale a dire dal periodo in cui il Cristo diventa il Signore del Karma,

sotto la sua guida è necessario dare inizio alla formazione del nuovo Karma,

il Karma del comune agire degli uomini e degli Dei, dell’umanità e delle entità spirituali,

anzitutto della terza Gerarchia e più tardi delle Gerarchie superiori.

 

La quarta ed ultima parte della meditazione della Pietra di Fondazione testimonia che un tale lavoro nel nostro periodo è possibile soltanto in seguito agli eventi alla svolta dei tempi. Qui la meditazione parla dei tre tipi di Karma e cioè in un contesto storico-spirituale. Le parole che si riferiscono alle due correnti principali dell’evoluzione dei Misteri, alla corrente del Nord e alla corrente del Sud, rappresentate alla svolta dei tempi dai Pastori e dai Re in Oriente, indicano il Karma del passato o il Karma dei Misteri precristiani, in cui agiva ancora la legge della ferrea necessità42 proveniente dalla sfera del Padre:

 

«Alla svolta dei tempi

La luce dello Spirito universale entrò

Nella corrente dell’essere terreno;

L’oscurità della notte

Aveva terminato il suo dominio;

La chiara luce del giorno

Irraggiò nelle anime umane;

Luce,

Che riscalda

I poveri cuori dei Pastori;

Luce,

Che illumina

I capi sapienti dei Re.»

 

Qui si tratta di eventi sulla Terra che non provengono dalla volontà di uomini, bensì dalla superiore volontà della direzione universale.

Nella più profonda osservazione delle righe della meditazione citate, risulta che le ultime sei righe – contrariamente alle prime sette -, non stanno nel passato, bensì nel presente.

E da ciò consegue una specie di passaggio dal Karma del passato (o Karma della necessità) al Karma del presente, al quale possiamo lavorare coscientemente. È per questo che nella rappresentazione euritmica della meditazione della Pietra di Fondazione il testo della sua IV parte viene rappresentato di seguito da due gruppi di euritmisti, mentre il secondo gruppo dà inizio alle sue forme con la parola «Luce» (ottava riga).42a

 

La seconda strofa parla inoltre del Karma del presente, vale a dire dell’attuale agire del «Cristo-Sole» nell’esistenza terrena o della possibilità – poiché oggi l’umanità è entrata nell’epoca della libertà -, che i cuori e i capi degli uomini accolgano la sua luce, quale immutabile premessa per il loro odierno lavoro alla trasformazione del Karma del passato in Karma del futuro:

 

«Luce divina,

Cristo-Sole,

Riscalda

I nostri cuori;

Illumina

I nostri capi.»

 

• La luce del Cristo-Sole, che riscalda i nostri cuori,

conduce al risveglio di una qualità della decima Gerarchia, all’amore,

che collega l’uomo con l’intero cosmo gerarchico.

• E la luce che illumina i nostri capi mediante la saggezza universale,

ci aiuta a conseguire l’altra qualità della decima Gerarchia: la piena libertà interiore

che si regge sulla comprensione dei nessi universali

(nella prospettiva della luce astrale e la lettura in questa) e agisce partendo da essi.

 

La terza ed ultima strofa della IV parte infine

indica il Karma del futuro dell’umanità, il Karma del bene assoluto:

 

«Affinché diventi buono,

Ciò a cui noi

Con i nostri cuori vogliamo dare fondamento,

Ciò che con i nostri capi

Vogliamo condurre

Diretto alla meta

 

Qui la meditazione parla della formazione del Karma,

partendo dal quale un tempo l’uomo sarà in grado di compiere due cose.

• In primo luogo egli stesso, come decima Gerarchia,

sarà capace di «fondare» nell’universo un «nuovo cosmo» della libertà e dell’amore,

di cui parlò Rudolf Steiner alla fine del libro La scienza occulta (O.O. 13);

• e in secondo luogo egli sarà capace di «guidare» questo nuovo cosmo.

• Con questo egli raggiungerà la meta della sua evoluzione

e realizzando l’ideale della «religione degli Dei», entrerà nella totalità gerarchica del mondo.

 

A tutto ciò va aggiunto che un reale lavoro al Karma avviene sempre tra uomini, vale a dire entro una comunità sociale.

È per questo che Rudolf Steiner dall’inizio del suo operare antroposofico

fino alla fine della sua vita dedicò così tanta forza e così tanto tempo,

in un primo momento alla fondazione e all’organizzazione

della sezione tedesca della Società Teosofica da lui guidata (1902),

dopodiché alla Società Antroposofica indipendente (1912/13)

e infine alla Società Antroposofica Universale fondata durante il Convegno di Natale (1923).

 

Rudolf Steiner mise in rilievo anche nella IV parte della meditazione della Pietra di Fondazione questo elemento sociale, quale immutabile premessa per il lavoro al Karma. Qui si parla di due gruppi polari (dei Pastori e dei Re) che rappresentano le due principali correnti dei Misteri precristiani e i quali alla svolta dei tempi rappresentano un archetipo per il lavoro al Karma oggi, nel nostro tempo, attraverso il comune operare e la reciproca fecondazione dei due principali gruppi karmici nella Società Antroposofica, di cui Rudolf Steiner parlò nelle conferenze sul Karma dell’anno 1924 (vedi O.O. 237 e 240).

Durante il Convegno di Natale per la fondazione della Società Antroposofica Universale, necessaria all’unione e al comune lavoro dei due gruppi karmici, Rudolf Steiner creò la Pietra di Fondazione soprasensibile consistente in sostanza spirituale, forma immaginativa e splendente aura di pensiero (vedi 0.0. 260, 25.12.1923). In questi tre elementi della Pietra di Fondazione è possibile riconoscere facilmente i tre tipi di Karma.

 

Infatti,

• la sostanza dispone sempre di una certa costanza

corrispondente al Karma in cui agiscono le forze del Padre;

• la forma immaginativa invece, sebbene abbia una determinata configurazione,

è comunque in grado di passare attraverso le più diverse trasformazioni

e corrisponde perciò al Karma colmato dalle forze del Figlio;

• e la luce di pensiero, dipendente dalla qualità dei pensieri dell’uomo,

porta in sé la possibilità di un Karma del tutto nuovo, in cui possono agire le forze dello Spirito Santo.

Perciò nell’aura di luce della Pietra di Fondazione si manifesta lo Spirito,

del quale Rudolf Steiner parlò in conclusione dell’atto misteriosofico di creazione della Pietra di Fondazione (ibidem).

 

Se ora vogliamo mettere in relazione quanto detto in questo capitolo sulla triplice formazione del Karma dell’uomo con ciò che nel precedente capitolo venne illustrato come preparazione soprasensibile dell’Antroposofia, risulta il seguente rapporto:

• Se nel primo grado, durante la «tempesta universale»,

la costituzione fisico-spirituale dell’uomo terrestre venne cambiata oggettivamente,

questa è la tipica realizzazione del Karma della necessità o Karma del Padre, indipendente dall’uomo.

• Nel secondo grado,

in un primo momento Michele, nella sua Scuola soprasensibile,

illustrò il contenuto degli antichi Misteri precristiani nei quali dominava ancora il Karma della necessità.

Poi tuttavia, egli mise in rilievo il significato centrale del Mistero del Golgota nell’evoluzione terrestre e cosmica,

quale compimento della massima attesa di tutti i Misteri antichi,

per poi creare il fondamento per il nuovo cristianesimo, da questa sintesi del passato e del futuro, (vedi 0.0. 240).

 

Così nella Scuola di Michele, grazie al Mistero del Golgota

il passato venne unito al futuro e gli antichi Misteri sorsero in forma nuova

ponendo dinanzi agli uomini la possibilità di continuare a lavorare loro stessi in questa direzione,

partendo dal Karma della metamorfosi o Karma del Figlio.

Nel culto soprasensibile infine, il contenuto del «nuovo cristianesimo»

venne immerso nelle profondità della volontà umana come impulso del futuro.

Il lavoro per la realizzazione di questo futuro è nel contempo

la creazione del nuovo Karma, del Karma dello Spirito Santo.

• Nel culto soprasensibile venne posto il fondamento per il terzo tipo di Karma,

mentre l’anima dell’uomo che partecipò ad esso, nel contempo

prese la decisione di lavorare a questo Karma durante la sua incarnazione sulla Terra.

 

Rudolf Steiner mise in rilievo in modo del tutto particolare una tale decisione presa ancora prima dell’incarnazione:

▸«Questo a dire il vero è scritto nel Karma di ogni antroposofo:

Diventa un uomo con iniziativa» (O.O. 237,4.8.1924).

E ancora:

▸«È qualcosa che dovrebbe stare sempre davanti all’anima dell’antroposofo in lettere d’oro,

il fatto che nel suo Karma giace l’iniziativa» e deve «diventare cosciente di questa iniziativa nella volontà» (ibidem).

 

Ciò che in prima linea va inteso con una tale «iniziativa» sono le nostre libere azioni sulla Terra

compiute dagli impulsi che riceviamo dalla luce astrale dataci in forma di pensiero nell’Antroposofia.

I frutti di queste azioni li offriamo a Michele.

E se vennero compiute sulla base della libera conoscenza disinteressata,

allora nel mondo spirituale esse possono diventare azioni cosmiche

dalle quali, paragonabili a pietre, a poco a poco nascerà il nuovo cosmo.

 

Come abbiamo visto nel precedente capitolo, nella «tempesta universale»

• gli Spiriti della prima Gerarchia o «Spiriti delle forze» rivestivano il ruolo principale;

• la Scuola di Michele ebbe poi luogo nella sfera solare,

il luogo vero e proprio della seconda Gerarchia o degli «Spiriti della luce»;

• e il culto soprasensibile venne compiuto nella sfera spirituale adiacente alla Terra (la sfera lunare),

il luogo d’azione della terza Gerarchia o degli «Spiriti delle anime».

 

Così, nell’una o nell’altra forma, tutte le nove Gerarchie divino-spirituali che nella loro globalità guidano il Karma del nostro cosmo, hanno partecipato alla preparazione dell’Antroposofia, partendo dagli impulsi che accolgono dalla Trinità stessa, come illustrato nella meditazione della Pietra di Fondazione.

 

Tuttavia

• così come al centro della meditazione sta il «Cristo-Sole»,

intorno al quale si raggruppa il contenuto di essa,

• così il servizio per il Cristo, quale Signore del Karma

costituisce il centro e la meta dell’agire karmico delle Gerarchie.

 

Questo spiega anche perché al centro dell’annunciazione dell’Antroposofia sta il nuovo insegnamento cristiano di Reincarnazione e Karma che Rudolf Steiner iniziò a sviluppare in piena misura dopo il Convegno di Natale, vale a dire dopo la fondazione dei Nuovi Misteri cristiani.

Riassumendo possiamo dire:

• Nella meditazione della Pietra di Fondazione

abbiamo la chiave alla comprensione dei diversi aspetti dell’agire delle nove Gerarchie,

sia nell’uomo come pure nel cosmo e nel loro regno,

di un agire al servizio della divina Trinità e dell’entità del Cristo, quale Parola universale da essa derivante.

Infatti il Cristo, secondo la testimonianza di Rudolf Steiner,

è il «conduttore e la guida … di tutte le entità delle Gerarchie superiori»  (O.O. 129, 21.8.1911).

 

Questo viene indicato nella meditazione della Pietra di Fondazione,

mentre là Egli si manifesta come «Cristo-Sole» al centro della croce formata nell’universo dalle nove Gerarchie.

Con ciò

• la prima Gerarchia agisce dall’alto al basso,       • la seconda da Oriente a Occidente,     • la terza dal basso all’alto,

seguendo la volontà del Logos divino creatore del mondo, che la guida dal centro della croce come «volontà del Cristo».

 

Rudolf Steiner la sera del 1° gennaio 1924 concluse il Convegno di Natale con la lettura della strofa centrale della IV parte della meditazione, che nella sfera dell’agire del Karma costituisce il passaggio dal passato al futuro.

E poi, come riferito da testimoni oculari, egli disegnò nell’aria il segno:

 

image3

 

che non è altro che una rappresentazione simbolica

 

 

della croce cosmica con il Sole spirituale del mondo al centro:

Con questo Rudolf Steiner mise ancora una volta in rilievo la connessione del Cristo con l’agire delle tre volte tre Gerarchie, così come viene ad espressione nella principale meditazione antroposofica, la meditazione della Pietra di Fondazione.

 


 

Note:

34 – Agli eventi collegati con questo strato del Karma appartengono p. es. malattie incurabili, incidenti, ecc., tuttavia solo quando i motivi karmici di tali eventi si trovano nel Karma proprio di un uomo e non nel Karma del tempo o di altri uomini con i quali p. es. egli sperimenta una catastrofe naturale.

35 – In questo strato le modifiche del Karma sono possibili soltanto dalle forze della prima Gerarchia che agiscono dalle altezze della Mezzanotte cosmica, vale a dire per quanto riguarda il mondo fisico, dall’altro lato dell’esistenza universale (vedi precisazioni nell’op. cit. nota 1, cap. «La meditazione della Pietra di Fondazione. Karma e Resurrezione», vol. III).

36 – Vedi dettagli su questo processo in S. O. Prokofieff: Eterna Individualità. La biografia karmica di Novalis, cap. «Rappresentante della coscienza morale dell’umanità», Widar Edizioni, Venezia-Marghera.

37 – Sulle vite terrene passate (inclusa la vita fra morte e nuova nascita), quale fondamento della nostra esistenza durante l’attuale incarnazione vedi p. es. il capitolo «La libertà dell’uomo e l’epoca di Michele» (O.O. 26).

38 – In tale connessione Rudolf Steiner parlò dell’uomo che ha raggiunto l’altezza della sua evoluzione come della «religione degli Dei» (Gerarchie) nel mondo soprasensibile (vedi l’opera citata nella nota 1, cap. «La Meditazione della Pietra di Fondazione. Karma e Resurrezione», voi. Ili, come pure più avanti in quest’opera).

39 – Abbiamo un archetipo di questo processo nel destino dell’intelligenza cosmica di Michele che in origine egli guidò dalla sfera solare e la quale, dopo il Mistero del Golgota, a poco a poco diventò intelligenza terrena dell’uomo, che deve essere ritornata gradualmente a Michele in forma trasformata, con l’inizio della sua nuova epoca nell’anno 1879.

39a – In tale connessione la Pietra di Fondazione del Convegno di Natale, la cui aura di luce consiste in «pensieri-universali-umani», ha un significato del tutto particolare. Immersa nel terreno del cuore umano, essa può servire come mediatrice tra i pensieri umani spiritualizzati nell’occuparsi della scienza dello spirito e i pensieri universali delle Gerarchie, vale a dire i pensieri cosmici che vivono nella luce astrale.

40 – Vedi dettagli nell’op. cit. nella nota 1, cap. «La Meditazione della Pietra di Fondazione. Karma e Resurrezione», vol. III.

41 – Nella conferenza del 23.7.1922 (O.O. 214) Rudolf Steiner parlò del fatto che tali «prescelti defunti viventi» nel mondo spirituale sono i custodi del Gral.

42 – Vedi p. es. il ruolo della ferrea necessità o della sorte nella antica cultura greca. La divisione delle caste nell’antica India, come pure il potere dei faraoni ecc., provengono altrettanto dalla stessa sorgente.

42a – Vedi dettagli nell’op. cit., nella nota 1, cap. «La Meditazione della Pietra di Fondazione in Euritmia», vol. II