La virtù della speranza e il settimo periodo di civiltà postatlantico

Il corso dell’anno come via di iniziazione – Dall’Epifania a Pasqua


 

L’ultima tappa dell’impulso del Cristo entro gli involucri umani è il suo congiungimento con il corpo fisico, la penetrazione nelle sue parti più dure, fino al sistema osseo.

Questo apre alla coscienza dell’uomo la possibilità di risvegliarsi nella sfera del devachan superiore, nel mondo dell’intuizione e persino nella sfera ancor più elevata: quella della Provvidenza (del Buddhi). L’archetipo di una siffatta ascesa della coscienza, valido per tutti i tempi, è l’individualità dell’apostolo Giovanni, «il discepolo che Gesù amava».

 

• Soltanto lui riuscì ad elevare la propria coscienza

alla sfera che sta oltre lo zodiaco, per accogliere là lo Spirito Santo:

questo gli consentì di vivere coscientemente l’esperienza del mistero del Golgota,

di sperimentare il Cristo nella sua sublime rivelazione quale io macrocosmico,

quello che i santi risci profetizzavano in oscuro presentimento dicendo:

Vishva Karman dimora oltre i confini della nostra sfera.

 

Questa esperienza si offrì a Giovanni sotto un rinnovato aspetto. Infatti Vishva Karman non dimora più oltre lo zodiaco, ma sulla stessa Terra, e grazie all’unione con il corpo fisico di Gesù mette in comunicazione per tutti i tempi a venire il mondo degli uomini con la massima sfera cosmica, con le stesse sorgenti dello Spirito Santo.

Gli altri apostoli non erano ancora in grado a quell’epoca di raggiungere un grado di coscienza così elevato. Ecco perché essi cadono in un sonno che, secondo il quinto vangelo, durerà fino alla Pentecoste.93

Ma perché i discepoli si addormentano? Perché non riescono ad accogliere in coscienza l’impulso dello Spirito Santo? L’evangelista Luca dice: «Poi, alzatosi dalla preghiera [il Cristo Gesù] andò dai discepoli e li trovò addormentati per la tristezza.»94

E quando Gesù viene fatto arrestare dai grandi sacerdoti nel giardino di Getsemani, questa «tristezza» si trasforma in disperazione: «Allora, abbandonatolo, fuggirono tutti.»95

Questa disperazione interiore è un possente impedimento alla penetrazione del Cristo nel corpo fisico dell’uomo, e si impadronisce totalmente dell’anima degli apostoli dopo la loro fuga, toccando l’acme nel triplice rinnegamento di Pietro.

 

Così, nelle scene del vangelo citate, ci si presenta da un lato la nobile figura dell’apostolo Giovanni, e dall’altra l’immagine di tutti gli ostacoli all’esperienza dell’impulso del Cristo nel corpo fisico.

Tuttavia questo quadro non deve oggi scoraggiarci e indurci a mancare di fiducia nelle nostre forze poiché, sebbene i protagonisti degli avvenimenti descritti siano individualità della statura degli apostoli, bisogna considerare che il tutto avvenne prima del mistero del Golgota. Ma oggi, a quasi due millenni dal Golgota, e dopo la fine del Kali-Yuga nel 1899, è possibile compenetrarsi del Cristo fin entro il corpo fisico, e il tempo dell’anno più adatto a tale esperienza sono le settimane di Quaresima nonché la Pasqua stessa.

 

Anche qui è necessario sviluppare una determinata virtù, la sola che all’epoca nostra può consentire all’uomo di sperimentare l’impulso del Cristo fin nel corpo fisico. Infatti la sostanza dell’amore cosmico di cui l’uomo ha preso coscienza all’Epifania quale effetto della reale presenza del Cristo nell’io, si riversa dall’io negli involucri ed appare quale   • forza di fede nel corpo astrale,  • quale forza d’amore nell’eterico  •  e quale forza di speranza nel fisico.96

E sono proprio le forze della speranza che partendo dall’interiorità, plasmano e sostengono il corpo fisico e ci consentono di essere ‘retti’ anche fisicamente.

 

Rudolf Steiner ne parla così:

▸ «Nulla può avvenire sul piano fisico senza la speranza. Le forze della speranza sono collegate con l’ultimo involucro dell’essere umano, il corpo fisico. Ciò che le forze della fede sono per il corpo astrale e le forze dell’amore per il corpo eterico, le forze della speranza lo sono per il corpo fisico (…) la speranza edifica il nostro corpo fisico».97

 

Ma come trovare in noi stessi una vera speranza che penetri fin nel corpo fisico, in un’epoca che come la nostra ci appare sempre più senza speranza? Tale possibilità è data oggi all’umanità solo dalla moderna scienza dello spirito ad orientamento antroposofico. «Che cosa può darci questa scienza dello spirito?».

 

A tale domanda Steiner risponde:

▸ «La conoscenza della legge universale del karma, della legge delle ripetute vite terrene, ci compenetra di speranza sotto il profilo spirituale, così come sul piano fisico ci dà speranza la certezza che domani il sole sorgerà di nuovo, che i semi piantati germoglieranno e cresceranno. Essa ci mostra (…) che il corpo fisico sarà riedificato in una nuova vita dalle forze della speranza nate in noi dalla comprensione del karma98

 

Così, grazie alla moderna scienza dello spirito

la speranza diventa per noi effettiva forza di resurrezione.

Solo queste forze di resurrezione agiscono nel nostro corpo fisico e sono il risultato della presenza in esso dell’impulso del Cristo penetrato a mezzo della virtù della speranza: solo esse possono vincere le forze della disperazione che un tempo prevalsero sugli apostoli (con l’eccezione di Giovanni) in quanto il Cristo ancora non era risorto dai morti.

Già a partire dalla nostra epoca, ma specialmente nel corso del sesto e del settimo periodo di civiltà, queste forze di disperazione si presenteranno nell’uomo non soltanto quali forze che oscurano la coscienza come all’epoca degli avvenimenti di Palestina, ma portatrici di una progressiva «morte spirituale» che produrrà anche deformazioni irreversibili nello stesso corpo fisico:

▸ «L’uomo che disperasse sul suo futuro,

si aggirerebbe per il mondo portandone le impronte ben osservabili nel corpo fisico» dice Rudolf Steiner.

 

In futuro potremo opporci solo in un modo alla progressiva agonia del corpo fisico: accogliendo l’insegnamento della reincarnazione e del karma, vale a dire la conoscenza della giustizia e della speranza universale nella loro nuova forma autenticamente cristiana, così come vivono nell’antroposofia di Rudolf Steiner.

Ma perché quest’insegnamento, che una volta fu definito da Rudolf Steiner come la principale missione dell’antroposofia, è apparso nel mondo proprio alla nostra epoca?

Rudolf Steiner dice:

• «Con questo abbiamo ricordato l’evento più importante ed essenziale del nostro tempo: la nuova apparizione del Cristo in un corpo eterico, apparizione che, per il carattere del nostro tempo non può avvenire in un corpo fisico. Abbiamo anche detto che il Cristo appare sulla Terra nella sua funzione di giudice: il Cristo trionfante in opposizione al Cristo sofferente sul Golgota, il signore del karma, come profeticamente raffigurato nei dipinti del giudizio universale. (…) In verità tutto questo inizia già nel XX secolo e proseguirà fino alla fine dei tempi terrestri. Il giudizio inizia oggi: da adesso il Cristo comincia a mettere ordine nel karma».100

 

Queste parole dicono di come il Cristo oggi intraprenda il cammino dall’io dell’uomo attraverso i suoi involucri, cammino che si completerà nel settimo periodo di civiltà con la penetrazione nel corpo fisico dell’uomo, e gli consentirà di conquistare la sfera zodiacale a favore dell’umanità, onde permetterle un giorno l’acceso cosciente nella sfera del karma universale.

Perciò Rudolf Steiner dice:

▸ «Vediamo dunque come il Cristo disceso come uomo fisico sulla Terra, proceda successivamente a Cristo eterico, Cristo astrale, per divenire infine, come io del Cristo, lo spirito della Terra, e innalzarsi poi verso gradi superiori insieme a tutta l’umanità».101

 

Così come l’io individuale dell’uomo è il portatore del suo karma personale,

la cui corrente attraversa senza soluzione di continuità le diverse incarnazioni,

così l’io macrocosmico del Cristo diviene gradatamente

il portatore del karma del mondo, dell’umanità nel suo complesso.

 

Questo è espresso esotericamente nel vangelo dove le scene profetiche delle tre nuove rivelazioni del Cristo

(la moltiplicazione dei pani per i cinquemila, la trasfigurazione sul monte Tabor e la preghiera nell’orto di Getsemani)

costituiscono con lo stesso mistero del Golgota,

il segno che il Cristo è divenuto il signore dei frutti dei passati stati della Terra, iscritti nella cronaca dell’akasha.102

 

Così la prima rivelazione soprasensibile del Cristo all’epoca nostra è collegata alla conquista, da parte del Cristo medesimo, delle forze karmiche frutto dell’antico stato lunare; la seconda rivelazione che si verificherà nella sesta epoca è connessa alla conquista delle forze karmiche risultanti dell’antica evoluzione solare, e infine la terza rivelazione della settima epoca è legata al karma derivante dall’antico Saturno.103

Infatti l’ascesa del Cristo «con tutti gli uomini» a quell’epoca nella sfera zodiacale e la sua unione con tutta la sfera del karma passato della Terra fino all’antico Saturno, è la realtà spirituale occulta che sta dietro il pensiero: a partire dal XX secolo e sino alla fine dell’evoluzione terrestre il Cristo assumerà sempre più su di sé la funzione di signore del karma.

 

Sotto questo profilo le seguenti parole di Rudolf Steiner acquistano un significato particolare:

▸ «Dunque se cerchiamo quel che è rimasto di ciò che erano, vorrei dire, le forze naturali di Saturno, dobbiamo considerare la legge del nostro karma personale (…) e se cerchiamo di porre il karma personale in relazione con le costellazioni dello zodiaco, allora viviamo pressappoco nella cosmogonia relativa alle leggi dell’antico Saturno».104

 

Queste forze della natura dell’antico Saturno che in ultima analisi traggono origine dalla sfera dello zodiaco, furono di fatto anche le forze creatrici del corpo fisico dell’uomo nelle sue dodici parti costitutive. Queste forze sono nella loro più intima essenza le stesse forze della speranza:

▸ «Sull’antico Saturno fu posto il germe dell’uomo fisico. Come avvenne? Esso fu posto in spirito in ciò che è destinato a perdurare: Perciò il corpo fisico può essere chiamato a pieno diritto: corpo di speranza».105

 

In questi due interventi di Rudolf Steiner abbiamo dunque l’indicazione del legame esistente da un lato fra le antiche leggi di Saturno ed il karma del mondo (nella sfera dello zodiaco il karma di ciascun singolo uomo non può essere separato da quello del mondo), e dall’altro lato fra il karma umano e le forze della speranza, le vere forze ispiratrici del settimo periodo di civiltà.

Da qui possiamo comprendere come nel settimo periodo, allorché il Cristo avrà assunto completamente su di sé il karma del mondo, le leggi karmiche opereranno in modo del tutto diverso nell’umanità, poiché sul piano spirituale saranno ormai completamente diverse.

 

Per farsi anche solo una vaga idea delle possibilità che si offriranno in quella lontana epoca all’umanità di lavorare coscientemente al proprio karma, dobbiamo considerare un fenomeno che, iniziato già oggi all’epoca di Michele, diverrà via via accessibile a tutti coloro che in misura crescente riusciranno durante la vita terrena a compenetrare il proprio corpo astrale con la luce della saggezza di Michele e il loro corpo eterico con l’amore del Cristo.

 

Rudolf Steiner descrive ciò che tali uomini sperimenteranno prima della nascita:

▸ «Noi corriamo sempre il rischio di danneggiare altri uomini con le nostre azioni. Ora, proprio nel momento in cui stiamo ancora solo nel corpo eterico e non ci siamo ancora rivestiti di un corpo fisico, proprio in quel momento ci si presenta in modo particolarmente chiaro il giudizio su ciò che abbiamo fatto a un’altra persona.

Ma a tal riguardo nel futuro opereranno anche le forze di Michele e l’amore del Cristo. Saremo allora messi in condizione di cambiare la nostra decisione, di cedere a un altro il corpo che avevamo preparato per noi, e di prendere noi stessi il corpo preparato da colui che abbiamo particolarmente danneggiato. Questo è un mutamento enorme che avverrà nel futuro a partire da oggi riguardo alla nostra vita spirituale.

Saremo in grado di entrare nel corpo fisico preparato da un’individualità che noi abbiamo particolarmente danneggiato; e l’altro potrà entrare nel nostro corpo fisico. Per questo fatto ciò che potremo compiere sulla terra potrà trovare tutt’altro compenso karmico che non prima. Fino a certo punto saremo in grado, come uomini, di scambiare i nostri corpi fisici.

La Terra non potrebbe mai pervenire al suo fine se ciò non avvenisse: l’umanità non potrebbe mai altrimenti divenire una sola cosa. E ciò deve avvenire! (…) Questa è vera magia ideale, è ciò che nei tempi antichi veniva chiamata la vera magia bianca».106

 

• Se riconsideriamo l’itinerario percorso negli ultimi capitoli, cogliamo l’immensa portata del fatto che, proprio nella attuale epoca di miscredenza e di materialismo, possa fluire fin dentro l’astralità degli uomini la luce della scienza dello spirito, la luce della nuova rivelazione di Michele-Cristo, onde risvegliare le autentiche forze di fede capaci di afferrare l’intero uomo e condurlo alla stessa spiritualizzazione dell’intelletto.

 

• Solo quando tutta l’entità umana sarà compenetrata dalla luce della nuova rivelazione si offrirà ai singoli uomini, a partire dal nostro tempo, la possibilità di lavorare come descritto al proprio karma.

• Già nella prossima sesta epoca questo fenomeno avverrà su ampia scala; in virtù di questo si instaurerà in seno all’umanità una effettiva magia bianca d’amore quale effetto delle forze del Cristo nel corpo eterico degli uomini. Essa si svilupperà nella lotta contro la magia nera dell’egoismo che a sua volta prolifererà a quell’epoca sulla Terra.

• Infine nella settima epoca, in virtù del lavoro cosciente effettuato sul karma e in offerta sacrificale all’umanità, gli uomini impregnati fin nel corpo fisico delle forze del Cristo potranno cedere il proprio corpo fisico ad altri uomini; e non solo nel mondo spirituale, prima della nascita, ma anche sulla Terra stessa nel corso dell’incarnazione, passando in piena coscienza da un corpo all’altro per il bene dell’evoluzione umana generale.107

 

• L’individualità di Zarathustra (il Maestro Gesù) sarà l’archetipo di un siffatto karma portato fino allo scambio dei corpi fisici, e allo stesso tempo sarà il grande maestro sulla via di tale servizio sacrificale.108

In preparazione degli avvenimenti di Palestina l’individualità di Zarathustra sacrificò per due volte il proprio corpo fisico: una prima volta abbandonando il bambino Gesù della linea salomonica, la seconda quando abbandonò il Gesù natanico.(1)

Egli potè però compiere ambedue i «passaggi» a mezzo delle più pure forze di speranza: la speranza che l’entità solare del Cristo si sarebbe immessa nella «corrente dell’essere terreno».

 

Perciò possiamo dire:

solo la possibilità di penetrare con le forze del karma fin nel corpo fisico,

potrà ridestare a vita quelle superiori forze di speranza

di cui l’umanità avrà bisogno alla fine del settimo periodo di cultura.

 

▸«La Terra non potrebbe mai pervenire al suo fine se ciò non avvenisse:

l’umanità non potrebbe mai altrimenti divenire una sola cosa. E ciò deve avvenire!»106

 

 


 

Note tra parentesi:

(1) – Si può anche dire che la prima volta Zarathustra offerse in sacrificio il proprio corpo fisico a «Gesù», e la seconda volta lo offri in sacrificio al «Cristo».

 

Note:

93 O.O. 148, 2.10.1913. Perciò solo nel vangelo di Giovanni manca la de scrizione del sonno degli apostoli al Getsemani. Infatti solo Giovanni riuscì a mantenere lucida la coscienza e a non addormentarsi.

94 – Lc. 22,45

95 – Mc. 14,50

96 – Dice Rudolf Steiner della connessione tra intuizione e speranza (vedi inizio capitolo): «Per coloro che non si limitano alla fede e si innalzano dall’ispirazione all’intuizione, si apre un mondo spirituale che ha al suo centro il mistero del Golgota quale massima consolazione [cioè speranza |» (0.0 211, 15.4.1922).

97 – O.O. 130, 2.12.1911

98 – Ibidem

99 – Ibidem

100 – Ibidem

101 – O.O.130, 21.9.1911

102 – A proposito del Cristo quale Signore del passato iscritto nella cronaca dell’akasha, vedi O.O. 155, 3a conferenza.

103 – Ma questo processo non si svolge in modo semplice. Oggi il Cristo prende su di sè e porta a compensazione soprattutto il karma dell’epoca caldeo-egiziana. D’altra parte per la legge della simmetria la sua azione si estende anche al karma dell’epoca lemurica e, in ultima analisi, dell’antica Luna. Così la sesta epoca sarà il riscatto della seconda, e il Cristo penetrerà nel karma dell’epoca iperborea e dell’antico Sole. La settima epoca libererà la prima e attraverso di essa fino un certo grado anche l’antico Saturno. Dalle parole di Rudolf Steiner citate in seguito vediamo che il legame con il karma del singolo uomo (per quanto di esso è legato al karma universale) è possibile solo attraverso una penetrazione fino alle forze dell’antico Saturno. Così le parole «il Cristo diviene Signore del karma» significano anche che egli dominerà le forze che scaturirono all’inizio del nostro mondo, sull’antico Saturno (si tenga comunque conto del fatto che il pieno pareggio karmico richiederà tre ulteriori stati evolutivi: Giove, Venere e Vulcano).

104 – O.O. 161, 10.1.1915

105 – O.O. 127, 14.6.1911

106 – O.O. 218, 19.11.1922